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BeppeFurino

Il Topic del Jazz

Post in rilievo

0710_wakenius.jpgUlf Wakenius

Ulf Karl Erik Wakenius (born 16 April 1958 in Halmstad, Sweden)

Ulf Wakenius, artista ACT e nominato ai Grammy, è nato in Svezia nel 1958. Ha iniziato a suonare la chitarra all’età di 11 anni e non ha mai smesso.

John McLaughlin, il suo primo guitar hero, ha in seguito scritto le note ad uno degli album in solo di Ulf: "Il suo approccio alla chitarra non può che essere ammirato, suona che sembra che sia nato con già la chitarra tra le mani”.

Tra il 1997 e il 2007 Ulf ha coperto ciò che può essere considerato uno dei più prestigiosi posti per un chitarrista jazz: una sedia nell’Oscar Peterson Quartet. Questa è stata la coronazione di una carriera che ha visto anche molti momenti di pause per registrare.

Il duo con Peter Almqvist, Guitars Unlimited, ha girato tutta la Scandinavia nei primi anni Ottanta, con il culmine nel 1985 al Melody Grand Prix, che è stato visto da 600 milioni di spettatori, probabilmente il pubblico più vasto che un duo di chitarre abbia mai visto.

Poco dopo questo grande evento Wakenius ha iniziato una lunga e fruttuosa collaborazione con il leggendario bassista Niels-Henning Örsted Pedersen. Ulf si è anche esibito e ha registrato con grandi artisti del calibro di Pat Metheny, Herbie Hancock, Mike Brecker, Jack DeJohnette, Joe Henderson. Può vantare di avere Pat Metheny, John Scofield e John McLaughlin tra i suoi sinceri ammiratori.

Tra l’altro, è stato filmato da Clint Eastwood e ha preso parte al nuovo film "Play" diretto dal regista svedese, già nominato agli Oscar, Ruben Östlund.

Tra le sue ultime uscite con ACT c’é "Ulf Wakenius Signature Series" con la partecipazione di Jack DeJohnette, Randy Brecker, Bill Evans, Nils Landgren, Till Brönner e Youn Sun Nah tra gli altri, l’album Vagabond proprio con Vincent Peirani alla fisarmonica e Lars Danielsson al contrabbasso e al violoncello e l’ultimo Momento Magico in uscita a fine marzo 2014.

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bobby-mcferrin-choix.jpg Bobby McFerrin

Robert “Bobby” McFerrin, (New York, 11 marzo 1950) è un cantante jazz statunitense. Interprete stimato nell’ambito della musica jazz, McFerrin ha visto la sua fama varcare i confini degli appassionati del genere grazie al successo internazionale della sua canzone “Don’t Worry, Be Happy” (1988). Dopo un’assenza dalla scena musicale durata un paio d’anni, McFerrin ha di recente ripreso la sua attività.

Improvvisatore vocale, direttore d’orchestra, appassionato portavoce della cultura musicale; Bobby McFerrin non puo’ essere definito un semplice cantante.

Nato a New York negli anni cinquanta, da una famiglia di cantanti lirici, studia pianoforte, e gia’ al liceo fonda il Bobby Mack Quartet. Nel 1978 inizia a cantare nel gruppo Astral project di New Orleans.

Scoperto dal cantante Jon Hendricks, con il quale ha duettato più volte, lascia un forte segno di sé nel 1981 al Kool Jazz Festival di New York. Grazie a questo successo entra prima nella band del chitarrista George Benson e poi si aggrega in tournèe a Herbie Hancock.

Nel 1984 incide il disco The Voice, il primo[2] album, nella storia del jazz, per sola voce. In questo album, McFerrin sfoggia una tenica vocale che gli permette di riprodurre all’unisono il suono di tre strumenti. Durante il suo percorso non convenzionale egli perseguira’ fedelmente il suo obiettivo di esibirsi in concerti dal vivo totalmente improvvisati, senza alcun materiale preparato. I suoi spettacoli sono difficilmente definibili come semplici concerti, perche’ vi è sempre una reale e costante interazione con il pubblico. Nel 1988, con il brano Don’t Worry Be Happy, canzone improvvisata nello studio di registrazione, Bobby McFerrin raggiunge il vertice in quasi tutte le classifiche pop del mondo. Dieci volte vincitore del Grammy Award e all’apice della popolarita’, McFerrin decide di studiare direzione d’orchestra, prendendo lezioni da Bernstein, Meier e Ozawa.

Le registrazioni di Bobby McFerrin hanno venduto venti milioni di copie, e le sue collaborazioni con Yo-Yo Ma, Chick Corea ed Herbie Hancock lo hanno reso ambasciatore nel mondo del jazz e della musica classica.

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2591e8c.jpgGreta Panettieri

Nata a Roma e cresciuta in Umbria, Greta Panettieri inizia la sua avventura musicale giovanissima con lo studio del violino che continua fino ai 16 anni nel Conservatorio di Perugia. La musica è la sua prima passione e diventa presto una scelta di vita. Nel '94 inizia a studiare canto jazz con Cinzia Spata, nel 1998 partecipa alle clinics di Umbria Jazz come cantante, vincendo una delle borse di studio per la Berklee School di Boston. Arrivata a New York City nel 2000, Greta si immerge in un mondo di Note e di Jazz, cantando in vari contesti dai più tradizionali ai più sperimentali .

Tutte queste influenze ed esperienze la porteranno a diventare una Universal Recording Artist, una tra i pochissimi Italiani ad aver ottenuto un contratto di produzione discografica con una Major americana.

Greta Panettieri si sta sempre più affermando nella scena jazz internazionale per le sue innate doti vocali virtuosistiche, per il suo estremo eclettismo musicale, per le sue collaborazioni illustri e per i sold out che continua a collezionare nei live club e festival sia in Italia che all'estero.

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thema_11_gi_468_foto_simon_hegenberg.jpgOmer klein

Pianista jazz e compositore, Klein è cresciuto in Israele, dove è considerato "uno degli artisti più affascinanti emersi in questo paese negli ultimi dieci anni" (City Mouse, Tel Aviv). Un pianista virtuoso, oltre che un prolifico compositore, considerato da molti media uno dei musicisti più originali della scena internazionale

Klein ha studiato a Boston con Danilo Perez ed ha continuato i suoi studi a New York sotto Fred Hersch. E' diventato un membro di rilievo della scena jazz di New York, esibendosi al Blue Note e alla Carnegie Hall.

Klein ora vive in Germania e gira tutto il mondo, collaborando con artisti del calibro di Omer Avital, John Zorn, Lee Konitz, Jeff Ballard, Joel Frahm, oltre a popolari icone musicali israeliane come Yehudit Ravitz, Eviatar Banai e Rona Kenan, e molti altri.

 

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00000035.jpgAnat Fort

Il pianoforte jazz di Anat Fort tra il Medioriente e l'America,

Anat Fort (nato 8 marzo 1970 Tel Aviv ) pianista jazz,

la pianista israeliana Anat Fort, uno dei più interessanti nuovi talenti del jazz. Con lei, Gary Wang al basso e Roland Schneider alla batteria. Uscita da quella fucina del jazz che si sta rivelando Israele in questi ultimi anni, Anat Fort ha introdotto le atmosfere e le melodie della tradizione mediorientale nel jazz appreso dai maestri americani durante i suoi studi negli Usa, dove ha anche fatto i suoi primi importanti passi in campo concertistico, mettendosi in evidenza sulla scena newyorchese.

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shai-maestro-2-150x150.jpgShai Maestro

Shai Maestro è un pianista jazz israeliano.

Nato nel 1987, inizia a suonare il pianoforte classico all’età di 5 anni. Ammesso all’istituto Thelma Yellin High School of Performing Arts, conclude i propri studi con il massimo dei voti. Pur seguendo le lezioni di letteratura, Shai Maestro prosegue diligentemente lo studio della musica jazz e classica. E’ tra i pochi studenti ad ottenere risultati sorprendenti in entrambe le materie.

A 16 anni, Maestro frequenta il programma estivo del Berklee College of Music a Boston, dove riceve un offerta per una borsa di studio, che però decide di non accettare. Nel 2006 riceve la chiamata di Avishai Cohen (il bassista) che gli chiede di entrare a far parte del suo gruppo, con il quale resta per ben 5 anni, durante i quali registra 4 album (Gently Disturbed, Aurora, Sensitive Hours e Seven Seas) e gira il mondo. Nel 2009 si trasferisce a New York dove risiede tutt'ora. Subito dopo aver lasciato Cohen, costituisce un suo trio con Jorge Roeder (basso) e Ziv Ravitz (batteria) con il quale pubblica due album formidabili: Shai Maestro (2012) e The Road To Ithaca (2013). Maestro è un pianista che mette in mostra la sua impronta classica, pur rimanendo ben radicato nel jazz, grazie ad una strepitosa vena improvvisativa che però non va mai a discapito della ricerca di una bella melodia.

https://www.youtube.com/watch?v=eqsMBzcz20g

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shimritShoshan1.jpgShimrit Shoshan

Shimrit Shoshan, la giovane pianista scomparsa improvvisamente di infarto nel 2012, all'età di soli 29 anni. Shoshan cresce nel sobborgo di Tel Aviv di Ramat Gan, figlia di un ebreo marocchino pescatore che possiede un negozio di attrezzatura da pesca, dove lavora anche la madre. Autodidatta al pianoforte fino all'età di 13 anni, fa un provino per la Thelma Yellin High School of the Arts; quando si presenta con la sua tastiera Casio, la commissione immediatamente riconosce il suo potenziale e la ammette a condizione che impari a leggere la musica. Si trasferisce a New York nel 2000, per studiare al City College e alla New School. Tra i suoi insegnanti ci sono Kenny Barron, Reggie Workman e Charles Tolliver. La Shoshan appare in alcuni dei migliori locali jazz di New York, e nel 2009 è finalista al Thelonious Monk Institute Ensemble Competition e alla Mary Lou Williams Women in Jazz Competition. Nel 2011 pubblica il suo album di debutto, Keep It Movin’, che presenta grandi musicisti come il batterista Eric McPherson, i bassisti John Hébert e Luques Curtis e il sassofonista Abraham Burton, nel quale scrive anche tutti i pezzi tranne uno. Nel suo stile Shoshan integra perfettamente i totem del pianoforte jazz con l'aggiunta di un agile suono mediterraneo, il suo stile unico è condito con accenni di Herbie Nichols, Chick Corea e Keith Jarrett. Come ha affermato in una intervista, "Mi sento come se avessi la mano sinistra di Bud Powell e una mano destra marocchino-israeliana."

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Abbey-Lincoln-Image.jpgMarc Cary

Marc Cary, 29 gennaio 1967 (età 48), New York, pianist jazz.

Marc Cary è una figura che si distingue prepotentemente nel panorama Jazz attuale perchè il suo stile è frutto di una storia artistica e personale che pochi musicisti possono vantare: sangue africano mescolato con sangue indiano, irlandese e capoverdiano, ma anche una famiglia di musicisti e una vita ricca di incontri fortunati.

La sua carriera da pianista ha inizio al fianco di Betty Carter e Abbey Lincoln. Ha condiviso il palco con artisti come Dizzy Gillespie, Arthur Taylor, Carlos Garnett, Jackie McLean, Wynton Marsalis e Carmen McCrae. La sua capacità di creare un feeling particolare con cantanti band leader, lo ha reso l’accompagnatore preferito di cantanti come Meshell Ndegeocello, Erykah Badu, Lauryn Hill e Ani Di Franco. Versatilità, ricerca, esplorazione gli hanno permesso di confrontarsi con diverse realtà stilistiche, e da esse farsi contaminare (go-go music, dance, drum n ‘bass, fun,k elettronica, R & B, house, afro-cubana, etnica, hip-hop, indian classical music, per finire al jazz). Ma, in ogni interpretazione, la sua forza espressiva e il suo stile personale vengono fuori in maniera evidente.

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lionelHampton2.jpgLionel Hampton

Lionel Leo Hampton (Louisville, 20 aprile 1908 – New York, 31 agosto 2002) è stato un vibrafonista, direttore d’orchestra e percussionista jazz statunitense.

Lionel Hampton è stato il vibrafonista della swing era, della tradizione, delle vulcaniche performance, supportate da un’orchestra percussiva, trascinante, fluviale nell’impeto. Hampton esordisce suonando la batteria in gruppi non proprio famosi della West Coast. Durante una seduta di registrazione con Louis Armstrong gli viene chiesto di suonare il vibrafono; con questo episodio inizia negli anni trenta l’ancora anonima carriera di Hampton

. Nel 1936 Benny Goodman lo va a sentire nel locale dove si esibisce a Los Angeles. Immediatamente lo scrittura per delle incisioni e sei mesi dopo lo accoglie nella sua orchestra. Hampton diviene subito una star e nel 1938 prende parte al famoso concerto di Goodman alla Carneige Hall.

Nel 1937 firma con la label Victor e produce una serie di registrazioni importanti a suo nome. Nel 1940 forma la prima orchestra, che resterà attiva fino agli anni novanta. Nel 1942 incide un famoso hit intitolato Flying Home; al sax tenore c’è Illinois Jacquet. Hampton continua su questo versante adattando l’orchestra, ma senza snaturarla, alle influenze bebop. Sotto la sua direzione passano jazzisti che diventeranno a breve famosi come Dinah Washington, Dexter Gordon, Charles Mingus, Johnny Griffin, Lucky Thompson e Fats Navarro.

Durante gli anni cinquanta la band ondeggia per problemi economici e lui si dedica alle collaborazioni con Benny Goodman e Art Tatum. Da ora in poi Hampton riproporrà sempre con grande forza ed entusiasmo la musica che lo ha reso famoso, incurante dei cambiamenti avvenuti nel jazz e delle mode che hanno irreversibilmente trasformato il panorama musicale.

https://www.youtube.com/watch?v=R_rTICMVXQQ

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ycp_47181-300x200.jpgEmie Rioux-Roussel

la bravissima pianista canadese Emie Rioux-Roussel. Decentrato rispetto alle principali direttrici sviluppatesi nei vicini Stati Uniti, il Canada può, comunque, vantare jazzisti di prim’ordine: da Oscar Peterson a Maynard Ferguson, da Gil Evans a Kenny Wheeler. In questa nobile scia si inserisce la québécoise Roussel, originaria di Montreal ma residente a Rimouski, che, non a caso, è stata votata rivelazione 2014-2015 di Radio-Canada Jazz. Non potrebbe essere diversamente visto che è una figlia d’arte. Dopo un apprendistato classico, Emie ha, infatti, appreso i rudimenti dell’improvvisazione jazzistica da papà Martin (anch’esso famoso pianista jazz), per poi diplomarsi in piano jazz al Cégep de St-Laurent, college guidato dalla pianista Lorraine Desmarais, e laurearsi, con Luc Beaugrand, all’Université de Montréal.

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PonchoSanchez_330.jpgPoncho Sanchez

Poncho Sanchez (30 ottobre 1951) è un musicista messicano, attivo soprattutto come percussionista.

Nato a Laredo (Texas), il più giovane dei 11 bambini della famiglia, Poncho Sanchez è cresciuto a Norwolk (California), dove vive ancora oggi. Ancora a scuola, Sanchez entra in un gruppo R&B come cantante e suona con loro per cinque anni. Nel 1975, dopo un periodo difficile, Poncho ha l’opportunità di suonare con il suo idolo, il vibrafonista Cal Tjader. Sanchez sarà un membro importante della band di Tadjer per sette anni, fino alla morte del vibrafonista.

https://www.youtube.com/watch?v=oenlU0KiILc

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eddie%20palmieri%202.jpgEddie Palmieri

Eddie Palmieri (New York, 15 dicembre 1936) è un pianista statunitense, di musica latina.

Eddie Palmieri nasce a New York da genitori emigrati da Porto Rico. Vive la sua infanzia e la prima gioventù nel quartiere del Bronx, abitato prevalentemente da immigrati ispano-americani (lo stesso quartiere in cui abitò Tito Puente). Comincia molto presto la sua attività musicale con l'aiuto del fratello maggiore Charlie Palmieri, con il quale, all'età di 13 anni, comincerà a suonare nell'orchestra dello zio. Dapprima suona le percussioni ma è ben presto attratto dal pianoforte che comincia a studiare a 15 anni.

Il pianista che lo attrae maggiormente nelle prime fasi della sua formazione musicale è Thelonious Monk, mentre in seguito vede in Art Tatum, Bobby Timmons, Bill Evans, McCoy Tyner e Horace Silver le maggiori fonti di ispirazione musicale. La peculiarità dello stile pianistico di Palmieri risiede infatti nella commistione fra ritmi caraibici e tessiture melodico/armoniche jazzistiche.

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MINGUS.jpgCharles Mingus

Charles Mingus (Nogales, 22 aprile 1922 – Cuernavaca, 5 gennaio 1979) è stato un contrabbassista, pianista e compositore statunitense.

Genio pazzo ed “arrabbiato” per sua stessa definizione, studia il trombone e il violoncello prima di passare al contrabbasso su consiglio dell’amico Buddy Collette.

Ossessionato dagli atteggiamenti di razzismo nei suoi confronti da parte sia di bianchi che di neri a causa delle sue origini meticce, ha da subito una fortissima spinta a primeggiare.

Decide cosí di diventare il migliore bassista sulla scena, e ci riesce nel giro di pochi anni, suonando con Louis Armstrong, Illinois Jacquet e Dinah Washington; quando nel 1947 entra nell’Orchestra di Lionel Hampton è già leader di propri gruppi e ha già fatto i primi tentativi di composizione.

Le sue fonti di ispirazione sono al momento anche extra-jazzistiche, studia Richard Strauss e Arnold Schoenberg e si avvicina all’intellettualismo di Lennie Tristano - senza mai trascurare il suo grande amore per Duke Ellington. Poi scopre Charlie Parker.

Inizia a suonare un cool-bop da camera in trio con Red Norvo (vibrafono, leader) e Tal Farlow (chitarra), per poi entrare in contatto con i grandi beboppers neri (Bud Powell, Charlie Parker, Dizzy Gillespie, Miles Davis e Oscar Pettiford).

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xavier-1.jpg Xavier Davis

Xavier Davis (nato nel 1971 a Grand Rapids, Michigan ) è un pianista jazz, compositore, arrangiatore, produttore e insegnante di musica che guida il Xavier Davis Trio . Oltre ad eseguire con la Christian McBride Big Band e altri gruppi come uomo lato, è attualmente Professore Associato di Jazz Piano presso la Michigan State University , e ha insegnato presso la Juilliard Jazz programma presso la Juilliard School per sei anni. Si è esibito sul GRAMMY -winning album " The Good Feeling "con la Big Band Christian McBride. Davis è stato il direttore musicale per il Boys Choir of Harlem per la stagione 1999-2000. E 'apparso nella serie televisiva " Cosby come pianista.

Davis è diventato la prima persona a ricevere due volte un prestigioso New Works Sovvenzione del Charitable Foundation Doris Duke come parte di Chamber Music America .

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lionelHampton2.jpgLionel Hampton

Lionel Leo Hampton (Louisville, 20 aprile 1908 – New York, 31 agosto 2002) è stato un vibrafonista, direttore d’orchestra e percussionista jazz statunitense.

Lionel Hampton è stato il vibrafonista della swing era, della tradizione, delle vulcaniche performance, supportate da un’orchestra percussiva, trascinante, fluviale nell’impeto. Hampton esordisce suonando la batteria in gruppi non proprio famosi della West Coast. Durante una seduta di registrazione con Louis Armstrong gli viene chiesto di suonare il vibrafono; con questo episodio inizia negli anni trenta l’ancora anonima carriera di Hampton

. Nel 1936 Benny Goodman lo va a sentire nel locale dove si esibisce a Los Angeles. Immediatamente lo scrittura per delle incisioni e sei mesi dopo lo accoglie nella sua orchestra. Hampton diviene subito una star e nel 1938 prende parte al famoso concerto di Goodman alla Carneige Hall.

Nel 1937 firma con la label Victor e produce una serie di registrazioni importanti a suo nome. Nel 1940 forma la prima orchestra, che resterà attiva fino agli anni novanta. Nel 1942 incide un famoso hit intitolato Flying Home; al sax tenore c’è Illinois Jacquet. Hampton continua su questo versante adattando l’orchestra, ma senza snaturarla, alle influenze bebop. Sotto la sua direzione passano jazzisti che diventeranno a breve famosi come Dinah Washington, Dexter Gordon, Charles Mingus, Johnny Griffin, Lucky Thompson e Fats Navarro.

Durante gli anni cinquanta la band ondeggia per problemi economici e lui si dedica alle collaborazioni con Benny Goodman e Art Tatum. Da ora in poi Hampton riproporrà sempre con grande forza ed entusiasmo la musica che lo ha reso famoso, incurante dei cambiamenti avvenuti nel jazz e delle mode che hanno irreversibilmente trasformato il panorama musicale.

 

Complimenti all'autore del topic (che ho scoperto tardi ahimè).

Purtroppo a pagina 7 ho finito i mi piace per oggi :d .

 

DI Hampton possedevo un CD con una versione estesa di Flying Home , veramente pregevolissima, uno dei miei brani preferiti per un lungo periodo, credo fosse eseguito assieme alla Benny Goodman orchestra ma potrei sbagliare.

 

Una domanda , ma prendi le enciclopediche informazioni su wikipedia o sono farina del tuo sacco? Nel secondo caso veramente complimenti per la vastità degli autori che recensisci e (per quelli che conosco e apprezzo e per i quali ti ho messo mi piace) per la completezza delle informazioni. .ok

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Complimenti all'autore del topic (che ho scoperto tardi ahimè).

Purtroppo a pagina 7 ho finito i mi piace per oggi :d .

 

DI Hampton possedevo un CD con una versione estesa di Flying Home , veramente pregevolissima, uno dei miei brani preferiti per un lungo periodo, credo fosse eseguito assieme alla Benny Goodman orchestra ma potrei sbagliare.

 

Una domanda , ma prendi le enciclopediche informazioni su wikipedia o sono farina del tuo sacco? Nel secondo caso veramente complimenti per la vastità degli autori che recensisci e (per quelli che conosco e apprezzo e per i quali ti ho messo mi piace) per la completezza delle informazioni. .ok

Grazie mille!

Tanto da google( vari forum che frequento, siti web dedicati, wikipedia, ecc...) e sopratutto dai miei tantissimi vinili con passione da oltre 40anni,(i CD non so più dove mettere, ne sono tanti.sefz)

Per me una droga compresa la parte audio per l'ascolto, l'udito necessita di purezza audiofilia. :)

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Grazie mille!

Tanto da google( vari forum che frequento, siti web dedicati, wikipedia, ecc...) e sopratutto dai miei tantissimi vinili con passione da oltre 40anni,(i CD non so più dove mettere, ne sono tanti. sefz)

Per me una droga compresa la parte audio per l'ascolto, l'udito necessita di purezza audiofilia. :)

 

Concordo la qualità del suono fa la differenza, anche se io non ho un gran impianto perchè con la famiglia ed il lavoro non ho portato avanti questo mio hobby di ragazzo.

 

Tornando al topic, (se non ho visto male non lo hai ancora recensito) mi permetto di suggerire il mio chitarrista jazz preferito, che come uso dire spesso parlandone a molti giovanotti, dimostra che anche senza pantaloni di pelle o chioma fluente si può suonare la chitarra da DIo .ok

 

https://www.youtube.com/watch?v=lIroqgDZc5o

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Concordo la qualità del suono fa la differenza, anche se io non ho un gran impianto perchè con la famiglia ed il lavoro non ho portato avanti questo mio hobby di ragazzo.

 

Tornando al topic, (se non ho visto male non lo hai ancora recensito) mi permetto di suggerire il mio chitarrista jazz preferito, che come uso dire spesso parlandone a molti giovanotti, dimostra che anche senza pantaloni di pelle o chioma fluente si può suonare la chitarra da DIo .ok

 

 

Non avevo dimenticato Joe( ci mancherebbe),postato in questo topic, qui è solo stato un caso che non c'è.

http://www.vecchiasignora.com/topic/262147-il-vostro-chitarrista-preferito/page__st__100

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0.jpgRosanna D'Auria

Laureanda in Jazz presso il Conservatorio Dall’Abaco di Verona, dall’età di 18 anni è voce solista della big band Jazzset Orchestra di Verona.

Saltuariamente collabora anche con altre big band veronesi tra cui la Future Orchestra e la Sound Art Orchestra. Dal 2004 è la voce solista dei Bittersweet, gruppo acid jazz; nel 2005 si unisce come corista al gruppo Big One (una tra le più importanti cover band dei Pink Floyd in italia) esibendosi in prestigiosi teatri e palcoscenici di tutta Italia non ultimo quello del Blue Note di Milano.

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300x300.jpgElisabetta Antonini

“Voce calda, sottolineata da un fraseggio deciso, sostenuta da un suono limpido, ricco di sfumature cromatiche: questi sono i sinonimi per avere un’autentica consapevolezza stilistica. Elisabetta Antonini possiede tutte le qualità di una cantante jazz, ma è anche una musicista completa; suona il pianoforte, interpreta la modernità strumentale, conosce l’armonia, compone i propri brani, ma soprattutto riesce a trovale la chiave della sua vocalità.”

Cantante e band leader, arrangiatrice e compositrice, studia vocalità jazz e approfondisce lo stile e il linguaggio jazzistico negli Stati Uniti e in Italia con le figure di maggior spicco internazionale. Premiata dalla critica nel referendum annuale indetto dalla rivista Musica Jazz, vince il Top Jazz 2014 come Miglior Nuovo Talento e si posizione al quarto posto come Miglior Album Dell'Anno.

 

https://www.youtube.com/watch?v=LvA0S4qnn18

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marcella-carboni.jpg?w=200&h=300Marcella Carboni

Con il quarto posto nel Top Jazz 2011, è l’unica arpista in Italia ad apparire nelle classifiche redatte dalla rivista Musica Jazz. Diplomata in arpa classica e laureata presso i corsi superiori sperimentali di Jazz, ha dedicato tutte le sue forze alla ricerca di una sintesi. Il risultato, secondo le parole di Franco Fayenz, è quel suo “equilibrio fra il jazz e la musica europea, fra scrittura e improvvisazione, tecnica impeccabile e suono affascinante”

La scintilla è scattata grazie all’arpista newyorchese Park Stickney, che le ha svelato le potenzialità dell’arpa jazz. Da lì in poi, la musicista e compositrice cagliaritana ha partecipato con la sua arpa elettroacustica a seminari, corsi di jazz e di perfezionamento in Italia e all’estero

È docente dei corsi di arpa jazz presso Arpitalia di Milano, Totemtanz di Roma e dei Seminari Estivi di Nuoro Jazz diretti da Paolo Fresu

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220px-Ari-hoenig.jpgAri Hoenig

Ari Hoenig (Filadelfia, 13 novembre 1973) è un batterista jazz statunitense.

Ari ha iniziato lo studio del violino e pianoforte , a suonare la batteria all'età di dodici anni, e da quattordici anni che stava affinando le sue abilità con altri giovani musicisti jazz a Philly club come di Ortlieb Jazz Haus.

Ari Hoenig si dimostra un batterista dalla tecnica trascendentale e ultimamente ha rivoluzionato il ruolo del batterista jazz non limitandosi quindi al semplice ruolo di side-man.

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41g77r4%2BW4L._SL290_.jpgSilje Nergaard

Silje Nergaard (Steinkjer, 19 giugno 1966) è una cantante e musicista norvegese.

All'età di 16 anni si esibì al Jazz Festival, che si tiene annualmente nella città di Molde in Norvegia, con una band formata da musicisti che avevano suonato con Jaco Pastorius. I critici norvegesi espressero apprezzamento per il suo talento.

Alla ricerca di un contratto ad Oslo, finì invece a Londra dove propose a Pat Metheny una prima versione del pezzo Tell Me Where You’re Going. Per questo riuscì ad avere un contratto con la casa discografica EMI. A Rio de Janeiro nel 1990 viene registrata la versione "acustica" - o versione 'Rio" di Tell Me Where You’re Going assieme a Pat Metheny che ottiene un successo internazionale.

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220px-Hank_Mobley.jpgHank Mobley

Henry (Hank) Mobley (7 luglio, 1930 – 30 maggio, 1986) fu un tenorsassofonista e compositore jazz statunitense.

Mobley fu descritto dal critico musicale Leonard Feather come “il campione dei pesi medi del sax tenore”, per indicare la qualità del suo suono, a metà strada tra l’aggressività di John Coltrane e la dolcezza di Stan Getz. Questa descrizione fu però spesso ingiustamente fraintesa come una supposta indicazione di mediocrità. Il suo stile rilassato, raffinato e melodico, in netto contrasto con quello di capiscuola come Coltrane e Sonny Rollins, e il fatto di aver rimpiazzato lo stesso Coltrane subito dopo che questi abbandonò il gruppo di Miles Davis - il che sollecitò ulteriori e non pienamente giustificati confronti - fecero sì che il suo talento venisse pienamente apprezzato solo dopo la sua morte.

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2268_philip%20harper.jpgPhilip Harper

Philip Harper, trombettista di Baltimora, membro del gruppo hard-bop 'Art Blakey & The Jazz Messengers' e dell'orchestra dedicata alle musiche di Charles Mingus, la 'Mingus Dynasty'. Dotato di un suono unico, il fraseggio di Harper trascina l'ascoltatore nel vero mondo del jazz.

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