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*Michel le Roi*

Ultimo grado di giudizio sulla vicenda calciopoli: ecco cosa può accadere a Moggi, Giraudo, Juve, inter e figc

Post in rilievo

Calciopoli, il giorno della verità: ecco cosa può accadere

 

 

In Cassazione si chiude la storia processuale dello scandalo dell'estate 2006. Moggi, Giraudo, Juventus, Inter e Figc: gli scenari possibili

 

Il giorno della verità è arrivato, anche se sarà una verità a puntate perchè quello del 22 gennaio è l'appuntamento con l'udienza e non è scontato di arrivi già al pronunciamento e, soprattutto, perché soltanto la pubblicazione delle motivazioni chiarirà quali sono le carte sul tavolo. In Cassazione, però, si scrive l'ultimo atto della vicenda processuale di Calciopoli e dopo questo verdetto nulla sarà come prima, sia per chi insegue le tesi colpevoliste, sie per chi negli ultimi otto anni ha disegnato una nuova verità, recuperando da cd e faldoni le telefonate e i brogliacci dimenticati nel 2006 e tracciando un quadro diverso da quello giudicato in quelle torride settimane in cui la Juventus fu spedita in serie B. A seconda di quanto decideranno i giudici a Roma si apriranno nuovi capitoli e confronti, dialettici ma soprattutto legali con la società di Andrea Agnelli che è pronta ad affondare il colpo e scatenare l'artiglieria pesante pazientemente messa a punto dal momento dell'arrivo alla testa del club.

 

Vale la pensa ricordare che, per la prima volta dall'inizio del procedimento penale, in Cassazione saranno giudicati insieme sia Luciano Moggi e gli imputati del filone principale del processo, quello che a Napoli si è chiuso con una serie di condanne, prescrizioni e assoluzioni in appello, sia Antonio Giraudo e i protagonisti che hanno scelto il rito abbreviato, passando anch'essi da due gradi di giudizio. Un verdetto unico che terrà fuori il solo Paolo Bergamo, ex designatore, per il quale è stata disposta la ripetizione del processo di primo grado che aveva portato a una condanna a 3 anni e 8 mesi. Il quadro che emergerà dalla Cassazione sarà, dunque, il più completo possibile pur nella consapevolezza che la vicenda avrà ulteriori strascichi legali in ricorsi in sede europea o eventuali impugnazioni.

 

Rischio prescrizione per i reati di associazione

 

Non sarebbe una novità, considerato che nella sentenza d'appello del dicembre 2013 il Tribunale di Napoli ha già dovuto chiudere con un nulla di fatto le posizioni di una lunga serie di imputati, salvati dal trascorrere del tempo per il reato di frode sportiva. Personaggi di spicco nell'inchiesta e che si sono visti cancellare in tutto o in parte le condanne in primo grado: Moggi, Pairetto e Mazzini (con sconti di pena), i fratelli Della Valle, Lotito, Fabiani, Mazzei, Racalbuto, Foti, Mencucci, Meani, Puglisi e Titomanlio, usciti senza alcuna condanna grazie alla prescrizione. C'è chi vi ha rinunciato, come l'ex arbitro De Santis, ma in linea di massima il rischio di mandare agli archivi un processo senza una conclusione certificata da una sentenza di assoluzione o condanna esiste.

 

Prescrizione non significa assoluzione e un eventuale soluzione di questo genere lascerebbe in eredità uno strascico di libere interpretazioni tra garantisti e colpevolisti. Non il migliore viatico, considerato che il tema è tuttora caldissimo ed è alla radice dello scontro tra la Juventus e la Figc. Sul tavolo, infatti, rimane sempre il ricorso presentato al Tar dal club bianconero con la richiesta di danni per 443.725.000 euro; una cifra pazzesca che manderebbe in default il calcio italiano. Agnelli e i suoi legali hanno atteso sin qui per avere in mano tutte le carte e le risposte della giustizia ordinaria. Poi si muoveranno e pensare a una mediazione è oggi irrealistico.

 

La posizione della Juventus e i 444 milioni del Tar

 

Ufficialmente la Juventus è arrivata al conto di 444 milioni di euro sommando i danni subiti per il calo azionario in Borsa (133 milioni), i mancati ricavi da partecipazione alla Champions League (79), la svalutazione del marchio (110), gli introiti ridotti per la cessione frettolosa di grandi giocatori come Ibrahimovic, Vieira, Cannavaro, Zambrotta e altri (60), il calo dei diritti tv (41) e i ritardi nel progetto del nuovo stadio (20). Un conto che, ovviamente, dovrà passare al vaglio dei giudizi amministrativi e l'udienza non è ancora nemmeno stata fissata. Il punto, però, è un altro. La Figc sin è finora rifiutata anche solo di accantonare a bilancio parte di quella cifra; il presidente Abete ha sempre ritenuto di essere dalla parte della ragione e Tavecchio ha appena preso in mano la patata bollente.

 

Dovesse uscire una sentenza di assoluzioni totali o anche parziali, la Juventus avrebbe la strada spianata. In caso di condanne confermate, le armi sarebbero un po' spuntate anche se il processo di Napoli ha escluso la responsabilità civile della società e già con questa carta in mano Agnelli può tentare di riscrivere la storia di Calciopoli. In caso di prescrizione si tornerebbe all'interpretazione del verdetto e, in generale, vale anche per l'ipotesi di revisione del processo sportivo per tentare di farsi restituire i due scudetti, uno revocato (2004-2005) e l'altro assegnato all'Inter (2005-2006).

 

L'articolo 39 e un nuovo processo sportivo su Calciopoli

 

Questo è l'aspetto che interessa di più milioni di tifosi e che spedirà sulle barricate juventini e interisti. L'articolo 39 del Codice di Giustizia Sportiva prevede la possibilità di riaprire anche procedimenti già chiusi e inappellabili in presenza di determinate condizioni. Un dedalo di ipotesi che si possono riassumere nella sopravvenuta presenza di nuovi elementi omessi o scoperti dopo la sentenza, oppure nell'esistenza di prove rivelatisi poi non veritiere. Con in mano tutte le carte dei processi di Napoli, le intercettazioni portate alla luce dalla difesa di Moggi, i brogliacci e con due sentenze che hanno smontato alcuni capisaldi del processo sportivo del 2006 (ad esempio le ammonizioni 'preventive' pro-Juventus e le punizioni agli arbitri nemici per non parlare del sistema dei sorteggi non truccato) arrivando ad affermare che non vi è prova di "avvenuta alterazione" del campionato 2004-2005, Agnelli potrà chiedere l'articolo 39.

 

Ha certezze di successo? No. un po' perché già in passato si è scontrato contro l'intreccio di competenze e la prescrizione che ha congelato la relazione del procuratore Palazzi (72 pagine contro l'Inter a altri nelle quali va, però, ricordato lo stesso Palazzi ha messo nero su bianco che l'illecito contestato al club di Moratti sarebbe probabilmente finito derubricato come accaduto ad altre società nell'estate 2006) e in parte perché la stessa sentenza di Napoli ha tratteggiato l'esistenza di un sistema collaudato, retrodatandolo addirittura al 1999. E fino a prova contraria Moggi e Giraudo erano all'epoca dirigenti ai messimi livelli della Juventus. In assenza di una assoluzione piena, dunque, la giustizia sportiva potrebbe limitarsi a confermare che il comportamento di amministratore delegato e direttore generale bianconeri era contro le regole.

 

Lo scontro politico con la Figc di Tavecchio (e Abete)

 

In ogni caso, qualunque sia la decisione della Cassazione, tra la Juventus e la Figc è arrivato il momento della resa dei conti. Inutile nascondere che si tratta anche di una partita politica e che Agnelli è dall'inizio della sua avvenutura da presidente all'opposizione rispetto al palazzo. Prima con Abete, accusato di essersi lavato le mani sulla vicenda Calciopoli. Ora con Tavecchio, duramente osteggiato nelle settimane caldissime dell'elezione quando la Juventus ha preso apertamente le parti contro l'attuale numero uno della Figc chiedendo una scelta di rottura e cambiamento. Nelle urne Agnelli è uscito sconfitto, così come era accaduto nella battaglia per il controllo della Lega all'epoca dello scontro Beretta-Abodi. Uno scenario che rende impensabile un accordo preventivo su come gestire la strategia post-Cassazione. Si andrà allo scontro e solo il verdetto dei supremi giudici dirà quali saranno i rapporti di forza. La guerra intorno allo scandalo del 2006 è appena iniziata.

 

Panorama

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non mi illudo

questa vicenda ha ucciso in me qualsiasi forma di fiducia nel sistema giudiziario italiano

niente di più lontano dai valori della giustizia

 

in ogni caso sempre grato, al fianco e solidale con il Direttore e tutti quelli che si sono visti ditruggere una vita.

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Sarà come si dice qui a napoli" tutto a tarallucci e vino" nn credo che ci sarà una sentenza che possa aprirci una porta per un eventuale ricorso

 

Andiamo avanti lo stesso

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Io non credo nella giustizia in questo paese.

Quindi non ci spero, ma se dovesse succedere qualcosa sono pronto a sbeffeggiarlo a tutti quei grandi pezzi di M che in questi anni ci hanno chiamati e ci chiamano tutt'ora ladri.

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Se volevano badare alla giustizia vera, Farsopoli non ci sarebbe proprio stata. Se c'è stata ed è progredita è perchè hanno già imbastito l'intero iter. Condannare Moggi per delle Sim svizzere di cui non si conosce neanche il contenuto telefonico è già di per sè indicativo. Non ci sperate. Non avrebbero intentato tutto sto caos se non avessero avuto la certezza a priori che sarebbe andata in un certo modo...

 

...siamo in Italia, belin. Qui è nata la mafia e qui vi prospera.

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Agnelli non aspettava proprio la sentenza della cassazione ?? Ora vedremo davvero quanto erano solo parole e quanto fatti.

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Impossibile farsi pagare quella cifra, sarebbe il default del calcio italiano e conseguentemente anche della Juve, a meno che la Juve non abbia un piano B, ad esempio è a conoscenza dell'inizio di una lega Europea con tutti i migliori team d'Europa (sto fantasticando lo so :d ). Realmente non credo che rivedremo nè gli scudetti e nè il risarcimento.

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Vedere la figc sborsarci anche solo un terzo della cifra richiesta sarebbe la vittoria più bella di sempre, meglio di coppe campioni e scudetti. Speriamo..ma sono poco fiducioso.

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Sabato scorso, in chiusura del pezzo scritto all’interno della Sua rubrica “Il Palazzo di Vetro”, Ruggiero Palombo, rivolgendosi al Capo degli Arbitri Nicchi il quale, in un’intervista comparsa proprio sulla Gazzetta della settimana scorsa affermava che: “l’AIA ha acquistato dopo Calciopoli una piena autonomia ed è rimasta fuori da vari scandali…” non si è lasciato sfuggire l’occasione per avanzare le sue previsioni su quelle che saranno le decisioni che potrebbe prendere la Cassazione il prossimo 22 gennaio e che riporto di seguito:

 

“Probabile una pioggia di <Non luogo a procedere > causa sopraggiunta prescrizione. Che non vuol dire assoluzione”

 

Come non essere d’accordo con Ruggiero Palombo… certo che prescrizione non significa assoluzione ma non significa neppure condanna, perché è d’obbligo leggere le motivazioni e quali siano le ragioni per cui la Cassazione rigetta una sentenza; se per esempio la Cassazione dovesse pronunciarsi sulla necessità che si ripetano i Processi per vizi di forma o perché le sentenze non sono supportate da prove convincenti è ben diverso da una prescrizione tout court per scadenza dei termini. Palombo dovrebbe spiegare questo perché, nel caso in cui la Cassazione dovesse confermare le sentenze di I e II grado, la Rosea e lo stesso Palombo canterebbero vittoria e sbandiererebbero a quattro venti la colpevolezza di tutti gli imputati; di contro la stessa Rosea, Palombo e Soci, nel caso in cui la Cassazione dovesse annullare i processi e decretarne la ripetizione, appunto per vizio di forma o inconsistenza delle sentenze, ecco che partirebbero lancia in resta con il teorema che prescrizione non significa assoluzione.

 

Palombo e tutti i suoi sodali dovrebbero avere l’onestà intellettuale di spiegare al “popolino” le differenze, ma non conviene loro, non conviene perché, ormai lo sappiamo molto bene, la categoria dei giornalisti, mi riferisco a quelli che si fregiano di tale titolo in quanto iscritti all’albo, specialmente con Calciopoli hanno messo in mostra tutta le loro capacità ad “indirizzare” il sentimento popolare; quindi non mi stupisco affatto che anche adesso questi “professionisti” dell’informazione stiano preparando il terreno per disinnescare un pronunciamento della Cassazione che dimostrerebbe come la Procura e il Tribunale di Napoli abbiano emesso delle sentenze che non sono coerenti con la giurisprudenza.

 

Palombo inoltre, come è altra prassi consolidata dell’informazione italiana, lancia l’esca sperando che i pesci abbocchino; una strategia processuale, generalmente adottata da quegli imputati che temono le sentenze, è quella di cercare cavilli e sollevare incidenti procedurali o addirittura chiedere la ricusazione dei giudiciper allungare a dismisura i tempi dei procedimenti al fine di arrivare appunto alla prescrizione. Palombo si guarda bene però dal dire che nessun imputato e nessun collegio di difesa, nei processi di Calciopoli ha mai adottato questa strategia e, se c’è stata una parte che ha tentato di rallentare il processo, quella è stata la Procura di Napoli, tanto è vero che per ben tre volte la Procura partenopea ha tentato di ricusare la Giudice Casoria.

 

Ma c’è un altro aspetto che Palombo non prende in considerazione; se prescrizione non significa assoluzione allora portiamo l’esempio della prescrizione di cui ha beneficiato l’Inter.

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La speranza resta sempre ma interi processi a vedere l'accusa smontata e persino derisa per poi attendere l'ovvia conseguenza un'intera giornata salvo vedere il Mondo capovolto, mi fa essere scettico a riguardo. Io ci spero ma se dopo quanto uscito si è passati alla presunzione di reato, l'unica speranza è nell'onestà di chi giudicherà domani.

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come finisce è già scritto.

 

non si è certo nella posizione di rivedere tutto quello che è successo ormai quasi 9 anni fa.

 

gli errori che nascono a monte difficilmente si riparano.

 

la verità più o meno è nota... certe cose succedevano, ma succedevano per tutti. (o quasi)

 

far passare una "prassi" per reato di un solo uomo non è possibile in una forma normale di giudizio, ma in un momento storico che ha visto la juve stessa "auto accusarsi" non c'è spazio per manovre secondarie.

 

ci siamo scavati la fossa da soli e ci abbiamo pure buttato sopra la terra. lasciando stare i prescritti (che però per me, vale la stessa cosa che penso della juve: un'accusa non è colpevolezza)... c'è l'esempio del milan che si è voluto difendere e ne è uscito con la qualificazione in champions league.

 

e meani non ha fatto meno di moggi, la differenza è che loro si sono proclamati innocenti e si sono difesi.

 

sono risultati colpevoli, ma quanto basta a non avergli causato nessun danno diretto. (l'anno successivo mentre noi tornavamo in serie A loro alzavano la champions) noi siamo stati gli unici * ad averci rimesso il mondo.

 

adesso si arriverà al solito discorso: (che è la sintesi di TUTTA la faccenda per TUTTE le squadre coinvolte)

 

"si sa che alcuni dirigenti hanno PROVATO ad ottenere dei favori, ma non ci sono prove CONCRETE che li abbiano ottenuti davvero"

 

questa è la realtà, che è vera.. perchè il milan (nella figura di meani e penso non solo sua), la juve con moggi, l'inter stessa e anche società minori... tutte ci hanno PROVATO.

 

il punto è che per NESSUNA c'è ad oggi la prova che il provare sia corrisposto ad un effettiva alterazione dei tornei.

 

ma a pagare siamo stati solo noi, perchè c'è stata da parte della juve in primis una difesa SCANDALOSA.

 

non voglio entrare nel merito di complotti o altro, ma il dato di fatto resta ed è amaro.

 

noi non siamo colpevoli (o meglio, non siamo colpevoli più di altri) ma solo noi abbiamo pagato.

 

però non si può sovvertire il giudizio e non si possono riavere indietro gli scudi perchè qualsiasi sentenza postuma avrà sempre il peccato d'origine: la juve stessa ha chiesto la serie B con penalizzazione come pena congrua.

 

la juve stessa ha ammesso quindi un reato o comunque un infrazione delle regole.

 

c'è una confessione in pratica e nessun tribunale cambierà mai una sentenza dove l'imputato si è dichiarato colpevole (a meno che non saltino fuori minacce o altre cose, ma non è il nostro caso)

 

bisogna capire una sola cosa: su calciopoli potranno uscire tutte le verità del mondo, ma noi non possiamo più farci niente ormai.

 

non ti sei difeso e hai contrastato una giustizia che per te era sbagliata... hai chiesto una condanna, te (juventus) direttamente.

 

punto e fine. non ci sono margini. quegli scudetti non torneranno mai.

 

il succo vero della questione è solo perchè noi siamo finiti in B ed il milan in champions al netto di intercettazioni (già all'epoca) tremendamente simili. questa è l'unica domanda a cui credo non verrà però mai data risposta.

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Ridateci i 2 scudetti e.................. 444 milioni di euro!!!

Proprio l'ultima questione richiede una sentenza politica. Con 444 da pagar eper la FIGC, finisce il calcio in Italia(che già di suo è a buon punto).

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