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Alex goleador

Intervista all'ex arbitro Dattilo su Farsopoli

Post in rilievo

Esclusiva con Dattilo: Nessuno ci ridarà ciò che ci hanno tolto

 

(di Maurizio Romeo)

07/04/2015 @Mau_Romeo juventibus.com/immagini/fbiconnew.jpg juventibus.com/immagini/twittericonnew.jpg juventibus.com/immagini/gplusiconnew.jpg

Antonio Dattilo ora ha 44 anni e ha passato gli ultimi 9 a difendersi dall’accusa infamante di aver fatto parte di un'associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Prima che nella primavera del 2006 quelle assurde contestazioni gli sconvolgessero la vita era un promettente arbitro di Serie A, proveniente dalla sezione di Locri (RC). Conta 26 presenze in serie A, 6 in Coppa Italia e un totale di 95 designazioni dal suo inserimento in CAN A e B. Il suo esordio in massima serie è datato 28 aprile 2002, la partita è Venezia-Torino. La sua carriera appare in costante crescita e i giudizi dei suoi superiori sono sempre più spesso positivi e così nel 2006, dopo essere stato chiamato in più di una occasione nel ruolo di IV uomo anche in Champions League, culla la speranza di diventare presto internazionale… poi l'Incubo: i procuratori del Tribunale di Napoli Narducci e Beatrice inseriscono il suo nome nel registro degli indagati , anche se nella stagione in oggetto delle indagini arbitra solo 5 volte in serie A e nelle prove” portate a suo carico non risulti nessuna telefonata che lo coinvolga in prima persona. Già dai primi giorni si capisce che il suo nome sia lì solo per “fare numero”, ma incredibilmente arrivano due condanne, sia in 1° che in 2° grado. Sarà solo la Corte di Cassazione, poche settimane fa, a sancire la sua estraneità ai fatti e a certificare la sua innocenza. Ci sono voluti 9 anni. Un’eternità. E una vita, di fatto, rovinata.

 

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Buongiorno Antonio, grazie di cuore innanzitutto per la tua disponibilità, sappiamo che gli ultimi 9 anni sono stati difficili per quello che hai passato: hai subito accuse pesantissime (associazione a delinquere e frode sportiva), sei stato messo alla gogna su giornali e tv, hai avuto due gradi di giudizio ostili in cui sei stato condannato con motivazioni al limite dell’incredibile e su dati palesemente errati che solo i giudici della Suprema Corte sembra si siano preoccupati di verificare. Alla fine tutte quelle accuse si sono rivelate prive di ogni fondamento, ma hanno interrotto una carriera che a 35 anni stava per portarti ad essere il primo arbitro calabrese a diventare internazionale e soprattutto hanno letteralmente ribaltato la tua vita e quella dei tuoi famigliari. Parto quindi con la domanda forse più banale: cosa ti hanno lasciato addosso questi lunghi anni ora che l’incubo è finalmente finito?

 

Buongiorno e grazie a voi! Devo dirti che mi hanno lasciato addosso sdegno e rabbia: per anni mi hanno trattato come un delinquente, accusandomi di essere uno che ha fatto parte di una “Cupola delinquenziale” sorta per manipolare dolosamente i campionati di serie A. Hanno distrutto quella carriera che mi ero costruito nel tempo, che era frutto di anni di sacrifici e purtroppo nessuna assoluzione me la potrà mai ridare indietro. Hanno infangato per nove lunghi anni la mia onorabilità e quella di tanti miei ex colleghi facendoci passare per “marionette” manipolate da qualcuno con il solo fine di truccare le partite, anche se alla fine è stato dimostrato che così non era. Posso dirti però che questa assoluzione, conquistata con tanto orgoglio in Cassazione, non mi gratifica né mi inorgoglisce anzi, se proprio vogliamo dirla tutta, mi fa incazzare ancora di più: se è vero che da una parte mi restituisce la dignità di uomo e arbitro “pulito”, dall’altra mi lascia addosso tanta amarezza per una promettente carriera spezzata all’età di 35 anni. Credo che qualcuno dovrebbe riflettere su quanto ci è successo e farsi un esame di coscienza: trovo sia assurdo che siano dovuti passare oltre 3.800 giorni di pene e sofferenze prima che la giustizia, fortunatamente, trionfasse.

 

Prima di essere assolto in Cassazione hai dovuto subire due condanne per associazione a delinquere perché accusato di essere stato in possesso di una SIM straniera fornita da Moggi e aver deliberatamente ammonito tre giocatori e aver espulso Jankulovski al fine di far saltare loro la successiva partita con la Juventus. C’è un però: nessuno degli ammoniti risultava diffidato, mentre il giocatore ceco fu allontanato dal campo per aver tirato un pugno a un avversario (decisione presa su segnalazione del tuo assistente Camerota della sez. di Arezzo) Oltretutto, come risultato dalle analisi processuali, la SIM risultò attiva da novembre, mentre la partita si giocò a settembre. I giudici della Corte d’Appello nelle loro motivazioni scrissero che dovevi essere condannato per il mero possesso della scheda telefonica e per il fatto fatto che il DS della Juventus avrebbe chiesto a Baldas di modificare la sua “pagella” al Processo di Biscardi (trasmissione che peraltro andava in onda ormai sulle reti locali, ndr). Ci sarebbe da ridere se non si parlasse di due sentenze penali che impattano sulla vita delle persone… Andando avanti con il processo hai provato più rabbia o più paura che la giustizia non facesse davvero il suo corso?

 

Paura non ne ho mai avuta, ma rabbia ne ho davvero da vendere. Hai detto benissimo, per l’accusa in primo e secondo grado di giudizio io avrei “manipolato dolosamente” la gara Udinese-Brescia del settembre 2004 favorendo la Juve che avrebbe giocato proprio al Friuli la settimana successiva. I tre calciatori ammoniti in quell’occasione, ovvero i signori Muntari, Pinzi e Di Michele (tutti per falli che, da regolamento, prevedevano una sanzione disciplinare, ndr), in realtà hanno giocato regolarmente la partita successiva mentre il signor Jankulovski era stato appiedato del Giudice Sportivo per aver commesso una condotta violenta nei confronti di un avversario, basandosi proprio sul referto stilato dell’assistente Camerota. Vorrei fare anche una precisazione: in occasione di quella famosa gara, sulla rete messa a segno dal signor Mannini, commisi un errore di valutazione perché non sanzionai un fallo di Sculli ai danni del portiere De Santis. Per questa mia disattenzione e “errore” di valutazione, è utile sottolinearlo, ho subito anche una lunga sospensione da parte della commissione CAN.

 

Infatti a seguito di quell’Udinese-Brescia (giocato il 28/9/2004) torni in campo dopo 30 giorni esatti (ovvero il 28/10/2004). In occasione di quel sorteggio vieni inserito nella griglia con sole partite di serie B (griglia C) ed estratto per Modena-Arezzo. Seguiranno poi 4 mesi in cui dirigerai continuamente solo nella serie cadetta, vedendo la serie A solamentenel ruolo IV uomo. Il tuo ritorno in massima divisione è datato 30/1/2005 quando vieni estratto per dirigere Parma-Udinese. Una punizione pesante per uno accusato di essere un “sodale”! Oltretutto, se davvero i sorteggi fossero stati taroccati come volevano farci credere, non pensi che per il rientro in A avrebbero dovuto farti evitare proprio i bianconeri di Udine? Un’altra assurdità delle accuse…

 

Hai detto bene: ho subito una sospensione di 30 giorni esatti, un mese senza calcare i campi! Un’eternità in un campionato che ne dura 9. Poi dal novembre 2004 al gennaio 2005 ho diretto solo gare di serie B perché inserito nell’ultima fascia delle designazioni. Psicologicamente è stata dura fino a quando ho rivisto la serie A dopo 4 lunghi mesi in quello che era l’unico anticipo previsto per il sabato sera fra il Parma e, ironia della sorte, proprio l’Udinese. La tua domanda è quindi puntuale: se il sorteggio fosse stato truccato da Bergamo e Pairetto, come ha sempre sostenuto l’accusa, non credo proprio che avrei ripreso a dirigere nella massima serie incontrando nuovamente la società del presidente Pozzo…

 

E riguardo alla SIM?

 

Mi hanno attribuito una SIM straniera accusandomi di essere in contatto con il Signor Moggi prima e dopo le gare. L’accusa è da definire ridicola almeno per due motivi: primo perché i contatti attribuitemi risultano da novembre 2004 fino a dicembre dello stesso anno, cioè quando dirigevo unicamente in serie B, e secondo perché, chi al processo ha testimoniato relativamente a quel numero che poi mi venne associato nelle indagini, ora risulta rinviato a giudizio per falsa testimonianza… Sono curioso di vedere come andrà questo processo… Relativamente al Processo del Lunedì, ti dico che non l’ho mai visto in Tv, he ho tantomeno mai conosciuto il signor Baldas. Le uniche pagelle che ho ricevuto e sono quelle che scrivevano i miei professori quando frequentavo le scuole primarie e secondarie.

Ma secondo voi, se avessi fatto parte di una “Cupola” capitanata dal signor Moggi e company io sarei stato sospeso dopo Udinese- Brescia? Avrei diretto per 3 mesi e mezzo in serie B? Avrei subito, in questo arco di campionato, un danno economico di circa 20 / 25 mila euro?

 

 

Domande lecite, perché effettivamente anche questi dati fanno presumere esattamente il contrario rispetto all’accusa che ti è stata mossa. A questo punto però è giusto porti un’altra questione: cosa hai pensato nel vedere come i media (per non dire delle informative) riportavano le follie e i dati errati su quella partita senza alcuno spirito critico né tantomeno fare delle verifiche? Secondo te hanno svolto correttamente il loro compito?

 

Su questo posso dirti che ero e rimango tuttora basito. Purtroppo non c’è nulla da commentare... Ora, a distanza di anni, la giustizia ha finalmente trionfato. Ma questo conta fino a un certo punto visto che mai nessuno potrà restituirci tutto ciò che ci hanno indegnamente tolto!

 

 

A proposito di bianconeri. Tu hai arbitrato 5 volte la Juventus nella tua carriera. Una nella stagione 2002/03 e 4 nella stagione successiva a quelle oggetto di indagine.

 

Verissimo, nel 2002/03 fui designato per Como–Juventus, disputata in campo neutro a Piacenza con la società ospitante già retrocessa. Nella stagione sportiva 2005/2006 diressi invece Empoli-Juve, Juve-Fiorentina di Coppa Italia), Juve–Sampdoria e Juve–Udinese. Tutte gare che risultarono essersi svolte regolarmente e senza polemiche, tranne l’ultima che purtroppo fu viziata da una disattenzione di un mio assistente che, mal posizionato, non mi segnalò la posizione irregolare del signor Del Piero. Da quell’azione scaturì l’unica rete che di fatto decise il match.

 

 

In questi 9 anni ti sei fatto un’idea del perché un processo penale sia stato portato avanti in questo modo così approssimativo e perché i media tradizionali non abbiano voluto approfondire tutti i buchi che questo processo ha mostrato nelle udienze?

 

Me lo sono sempre chiesto, senza però riuscire a darmi delle risposte. I media ci hanno “massacrati” fin dall’inizio. Avevano già scritto la sentenza, mentre ora che i fatti danno loro torto fanno invece orecchie da mercante…. Quasi tutti si sono lavati la coscienza con quattro righe ciclostilate dimenticandosi però (dolosamente?) di tutto quanto ci è accaduto.

 

 

La fiducia non ti è però mai mancata visto che hai deciso di rinunciare alla prescrizione. C’era più convinzione o più speranza nella Giustizia?

 

Ho sempre avuto fiducia, soprattutto perché sapevo di essere pulito come uomo e come arbitro. Avevo anche la consapevolezza che, quello che andava evolvendosi, non era altro che il nostro coinvolgimento serviva a rendere ancor più mediatico un processo creato solo per distruggere determinate persone. Proprio questo mi ha spinto a decidere di rinunciare ad avvalermi della prescrizione. Usando un’immagine forte, ho sempre creduto che se proprio bisogna “morire” sia giusto farlo con gli occhi aperti. Da buon calabrese ho deciso di andare fino in fondo in qualsiasi occasione e circostanza. Nonostante tutto però ho sempre voluto credere nella Giustizia italiana, anche se posso dirti che dopo la sentenza della Corte d’Appello pensavo di aver perso ogni speranza. Non perdonerò mai invece la giustizia sportiva (volutamente con la “g” minuscola, ndr): nell’arco di un anno ci hanno condannati con prove frammentarie buttandoci in mezzo a una strada e additandoci come la feccia del calcio italiano. Ho ancora le lettere scritte di mio pugno e inviate in quei giorni al signor Guido Rossi e al Signor Agnolin, allora Commissari FIGC e AIA: inutile dirti che ad oggi aspetto ancora le dovute risposte... Ci hanno voltato le spalle, si sono negati quando li abbiamo cercati: probabilmente hanno ottenuto ciò che si erano prefissati sin dall’inizio ed ora dormono sogni tranquilli. Ho anche un caro ricordo del signor Mattei, che mi ha “licenziato” dalla CAN adducendo motivi “caratteriali”: peccato che nel 2005/06 avessi una media voti altissima, compresa anche la sua visionatura quando venne come Osservatore Arbitrale in Catania-Bari. Credo quindi sia giusto fare polemicamente i complimenti a tutti per l’ottimo lavoro distruttivo che hanno perpetrato nei confronti di decine di famiglie.

 

Sei rimasto nel mondo del calcio come dirigente sportivo, sin dal 2009. Dal 2011 sei direttore sportivo al Roggiano, una delle più belle realtà di eccellenza della Calabria dove ti occupi di tante cose tornando di fatto nel calcio “più vicino alla gente”, quello della realtà di provincia, distaccandoti però in tutto e per tutto da quello “di alto livello”, è vero che non segui più la Serie A?

 

Dal 2009 sono rientrato nel calcio collaborando prima con il Gioiosa, poi con il Bocale e dal 2011, dopo aver superato il corso federale per Dirigenti sportivi di primo livello, sono tesserato per il Roggiano Calcio. Ti confermo che da 9 anni non seguo più i campionati di serie A per scelta: da quando sono stato attaccato dalla giustizia ordinaria e distrutto da quella sportiva, ho deciso di non vedere più partite del massimo campionato italiano. Non leggo giornali che trattano lo sport, non vedo trasmissioni televisive attinenti al mondo del calcio professionistico, non seguo più neanche i cambiamenti e le turnazioni tecniche che si susseguono nell’AIA.

 

Ti faccio la stessa domanda che ho fatto a Tiziano Pieri: c’è qualcuno che ti ha sorpreso e qualcuno che ti ha deluso in questi anni?

 

In un certo modo sono rimasto sorpreso per la forza e la dignità che ho avuto nel combattere fino in fondo questa “battaglia” quando ero contro tutto e tutti. Sono invece rimasto deluso da tutti quegli amici, o pseudo tali, che si sono immediatamente inabissati alla lettura dei primi giornali che ci condannavano sul nulla. Ora, a distanza di 9 anni, qualcuno di loro si è rifatto vivo, senza ricevere però da parte mia nessuna risposta.

 

 

Un’ultima domanda: il tuo avvocato Palladino ha parlato di una nuova partita, ovvero la richiesta di responsabilità civile di chi ha fatto vivere a te, ai tuoi colleghi e ai tuoi familiari questo lungo incubo. Speri di ottenere giustizia?

 

Ora mi godo questo momento con la mia famiglia e con i miei tre figli, Roberta, Alessio e Matteo, in questi tre anni sono stati la mia forza e non mi hanno abbandonato neanche per un attimo. Dopo la pubblicazione delle motivazioni della sentenza della Corte di Cassazione, in accordo con il mio legale Palladino, valuteremo poi il da farsi. La dignità viene prima di tutto, tutto il resto è consequenziale.

 

 

Grazie davvero di cuore per tutto.

Grazie a voi. Con stima, Antonio.

 

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Ma quale mai una giustizia può riparare a tale assurdità chiamata "" Farsopoli "".

Maleddetti tutti i giudici in eternità loro e tutti i loro seguaci sino alla settima generazione.

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Giustizia si ottiene quando di fronte hai giudici imparziali e in buona fede, anche quando condannano per errori giudiziari.Non di certo davanti ai giudici corrotti.

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Uno schifo senza pari... Complimenti a lui per la forza e la tenacia!

L'altra volta vedevo l'intervista di Bertini; in quell'occasione si parlava anche delle sospensioni cautelari e delle illegittime (tanto per cambiare .doh) proroghe delle stesse.

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quest'uomo è il SIMBOLO della farsa. Spero che vada fino in fondo e che i magistrati paghino per ciò che ha passato.

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Lasciando un attimo da parte il calcio, la giustizia italiana da fuori (da circa 15 anni) e' qualcosa di ABOMINEVOLE.

9 anni per capire che non c'entrava nulla. NOVE anni, ci rendiamo conto?

Fosse stato accusato di omicidio se li sarebbe fatti in carcere. Tutto cio' e' inconcepibile in un Paese civile (che forse cosi' civile non e').

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Lasciando un attimo da parte il calcio, la giustizia italiana da fuori (da circa 15 anni) e' qualcosa di ABOMINEVOLE.

9 anni per capire che non c'entrava nulla. NOVE anni, ci rendiamo conto?

Fosse stato accusato di omicidio se li sarebbe fatti in carcere. Tutto cio' e' inconcepibile in un Paese civile (che forse cosi' civile non e').

 

Nove anni per vedere che Muntari, Pinzi e Di Michele non erano diffidati e giocarono regolarmente contro la Juventus: una cosa che si controlla in un nanosecondo su Internet.

Qua nel forum è da anni che lo diciamo, bastava che un * di giudice desse retta a quattro * come noi che scriviamo sul forum.

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Ieri mi è capitato di vedere una replica di "Lunedì di rigore" in cui erano stati invitati Pieri...Dondarini e Bertini...

 

E meno male che qualcuno ha pensato di dare il giusto spazio a tutta quella gente che per 9 anni è stata massacrata e che...una volta assolta...probabilmente non meritava che un trafiletto in ultima pagina sui "grandi" giornali nazionali...per intenderci quegli stessi giornali che nel 2006 sembravano non saper parlare d'altro che dello scandalo degli scandali...

 

Bene...due ore in cui c'era da tapparsi le orecchie per le indegnità commesse nei loro confronti...perlomeno in un paese che ama da sempre definirsi civile..

 

Quindi...spero vivamente che queste persone che hanno visto la loro carriera e la loro vita distrutte in quanto danni collaterali inevitabili nel perseguimento del grande obiettivo di distruggere Moggi e la Juventus...facciano tutto quello che è in loro potere per farsi risarcire fino all'ultimo euro possibile...

 

Questo non ridarà loro gli anni persi...ma sarebbe comunque un buon inizio...

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Farsopoli ha avuto l'innegabile merito di far capire a tutti cos'è il sistema giustizia in questo paese.

Un sistema vessatorio e manovrabile, una reale minaccia per la libertà individuale, un'arma ad uso e consumo delle lobby più ammanicate.

Un ennesimo plauso al Direttore Moggi, grazie alla sua caparbietà, oggi, la scomoda verità è sotto gli occhi di tutti.

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"Sono invece rimasto deluso da tutti quegli amici, o pseudo tali, che si sono immediatamente inabissati alla lettura dei primi giornali che ci condannavano sul nulla. Ora, a distanza di 9 anni, qualcuno di loro si è rifatto vivo, senza ricevere però da parte mia nessuna risposta."

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