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abrazov

Juventus, Luciano Moggi: "Triade fatta fuori in guerra tra discendenti"

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Calciopoli? “Qualcosa di studiato, per dimostrare che solo Moggi faceva quel che non si doveva fare. Ma anche l’orgoglio legato ai successi con la Juve: “abbiamo fatto vincere all’Italia i mondiali”. E’ stato un Luciano Moggi protagonista assoluto quello ospite al Football festival, rassegna dedicata al calcio, che si sta svolgendo nel centro di Perugia. Appuntamento nel quale ha ripercorso anche i fatti precedenti allo scandalo che lo ha travolto. “Eravamo orfani del potere, dopo la morte degli Agnelli – ha detto -, e nella guerra tra i discendenti si volle far fuori la triade, cosa che non si poteva fare sulla base dei risultati ottenuti”.

“Lucianone” è stato ieri sera il mattatore di un confronto a due con Oliviero Beha, poi a tre con Ignazio Scardina, che ha attirato una audience di appassionati di cose calcistiche, in gran parte, ma non solo, di fede juventina. E di calcio si è parlato a tutto campo, in linea con gli obiettivi del neonato festival che si propone di esplorare i diversi aspetti del gioco più amato dagli italiani. Ma soprattutto si è parlato, ed era ovvio, di calciopoli, “qualcosa di studiato, per dimostrare che solo Moggi faceva quel che non si doveva fare”.

Nel racconto di quegli eventi la ricostruzione è minuziosa nei dettagli, e quando non ci è arrivato con la memoria Big Luciano si è aiutato con fogli di appunti. Resta la tesi di fondo che poggia sull’orgoglio di aver costruito quella Juventus: “quale bisogno avevamo di raccomandarci agli arbitri? Abbiamo fatto vincere all’Italia i mondiali ed anche nell’altra finalista, la Francia, c’erano quattro juventini. Erano gli altri, semmai che avevano bisogno di raccomandarsi”. Quanto all’epilogo del processo penale, Moggi ha detto di non avere cercato la prescrizione.

“Ma non l’ho neppure rifiutata – ha aggiunto – perché non mi fidavo”. Stimolato dalle domande di Beha è quindi entrato con la sua interpretazione nel cuore dei fatti che precedettero calciopoli. “Eravamo orfani del potere, dopo la morte degli Agnelli – ha sostenuto – e nella guerra tra i discendenti si volle far fuori la triade, cosa che non si poteva fare sulla base dei risultati ottenuti”. E tra i risultati ha rivendicato anche il progetto dello Juventus stadium. Alla Juventus di oggi ha riconosciuto meriti.

Può spendere – ha sostenuto – perché fa soldi vincendo campionati ed andando in finale di coppa, e a Torino vincono perché sono i più bravi, non hanno debiti e conoscono i giocatori”.

Alla fine della chiacchierata è anche spuntato un momento di asprezza quando riferendosi alle intercettazioni Moggi ha fatto il nome di Giacinto Facchetti, e a quel punto una spettatrice è insorta. Un altro del pubblico ha invece tirato fuori Zeman. Il clima, già torrido di suo per il meteo, si è scaldato, ma il tempo regolamentare è scaduto e Beha ha fischiato la fine.

 

Fonte:blitzquotidiano.it

 

Presente all'incontro di Perugia di ieri sera, confermo ovviamente tutto, aggiungendo tra l'altro che Luciano ha espressamente tirato fuori il nome di Jaki Elkann come principale mandante della rivoluzione del 2006, probabilmente timoroso dell'ascesa di Giraudo, sospettato di avere nel mirino una scalata alla Juve.

Confermati anche i buoni rapporti con Andrea Agnelli, con la triade fin da bambino.

Incidentalmente ha poi espresso una opinione su Cuadrado, giocatore più bello da vedere che utile per il contributo al gioco di squadra.

Ha inoltre nuovamente confermato che dalla Corte di Strasburgo è stato accolto il ricorso inoltrato, che verrà integrato con le motivazioni, appena disponibili.

Una piccola nota a margine. Sentendo parlare Nicola Penta, presente alla serata, ma non intervenuto, il nostro Luciano ha evidentemente sottovalutato il processo Calciopoli, dicendosi più volte convinto, nel corso degli anni, che si sarebbe trattata di una questione risolta positivamente in tempi brevi. Invece....

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Presente all'incontro di Perugia di ieri sera, confermo ovviamente tutto, aggiungendo tra l'altro che Luciano ha espressamente tirato fuori il nome di Jaki Elkann come principale mandante della rivoluzione del 2006, probabilmente timoroso dell'ascesa di Giraudo, sospettato di avere nel mirino una scalata alla Juve.

 

No comment bah

In che mani siamo

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Era chiaro fin dal 2006 che fosse così, da quando Elkann prima di Juve-Palermo diede solidarietà a tutti tranne che ai dirigenti. Me la ricordo ancora, quell'espressione del viso, e quelle parole precise ma secche. Che dire? Complimenti, ci avete fatto passare sei anni d'inferno per una lotta interna alla famiglia.

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Cose amaramente conosciute (e che creano ancora "imbarazzo"), grazie per aver riportato la testimonianza di Lucianone

 

P.S.: Moggi-Beha... c'è un video della serata?

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E' una cosa abbastanza risaputa, basta andarsi a prendere le intercettazione tra Luciano Moggi ed il figlio Alessandro, con quest'ultimo che chiama telefonicamente il padre per dirgli che aveva sentito di strane voci messe in giro che volevano Moggi e Giraudo fatti fuori da Jonny per far posto a Franco Baldini e Montezemolo.

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Era chiaro fin dal 2006 che fosse così, da quando Elkann prima di Juve-Palermo diede solidarietà a tutti tranne che ai dirigenti. Me la ricordo ancora, quell'espressione del viso, e quelle parole precise ma secche. Che dire? Complimenti, ci avete fatto passare sei anni d'inferno per una lotta interna alla famiglia.

E prima di quel giorno elkann non si era mai visto e mai aveva parlato di Juve, era palese che fosse tutto predisposto, un complotto per far fuori la triade e contemporaneamente fare un bel regalo all'amico tronchetti che gli siede sempre accanto nelle riunioni di Confindustria.

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Gianni e Umberto amavano profondamente la Juventus. Mi domando se chi si e' reso responsabile di quanto accaduto nel 2006, ci pensi sempre prima di addormentarsi la sera.

 

Non credo, uno è troppo occupato col cricket e l'altro penso si stia tormentando ancora per come lo hanno cacciato dalla Ferrari.

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Se il complotto era interno perche' stiamo chiedendo 400 milioni Alla FIGC? Pensate Alla Gazzetta, Moratti, Tim, Tronchetti, A.Bove, I giudici di Napoli e l'Italia intera, tutti volevano farci fuori e ci sono quasi riusciti.

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Ma va? Anche i * fanno i ricorsi, noi non lo facemmo. Si capì subito da lì che era una guerra interna.

 

Tra l'altro con ottime probabilità che venisse accolto, visti i precedenti giurisprudenziali (parlo del ricorso al TAR, ovviamente). All'interno del ricorso si poteva presentare addirittura una questione di legittimità costituzionale sulla giustizia sportiva e sulle sue modalità da Inquisizione, non certo in linea con uno stato di diritto... Solo a volerlo, nell'estate 2006 si poteva far saltare il banco del calcio italiano. A volerlo, appunto...

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