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effe1986

Revenant - Redivivo (The Revenant)

Post in rilievo

Ho visto The Revenant e lo reputo un ottimo film.

Innanzitutto regia e fotografia praticamente perfette.

Una ricerca della location assolutamente impeccabile.

Sicuramente i paesaggi di per sé danno un grande impatto....ma la regia mi ha colpito molto.

I movimenti della telecamera, il modo in cui si fonde con l'azione e con la natura...fantastico quando passa dalla condensazione sulla telecamera dovuta all'alito, alle nuvole.

Inarritu è davvero bravo.

E anche Lubezki è straordinario...se vince l'Oscar anche stavolta è il terzo in 3 anni, un mostro.

La colonna sonora (del grande Sakamoto) è ridotta al minimo, si lascia spazio soprattutto alla Natura...ma è comunque di impatto nei momenti giusti.

L'interpretazione, soprattutto di DiCaprio e Hardy, è davvero ottima.

Ma cosa pretendiamo di più da Leonardo?

Non sbaglia un colpo.

Questa volta è stata un'interpretazione più intima, con pochissime battute.

E bravissimo anche Hardy...quest'anno ha girato The Revenant e Mad Max, un buon anno per lui sefz

Molto più bravo di Stallone a mio avviso, il premio se lo meriterebbe lui.

L'ho trovato davvero un ottimo film....è un film in cui la Natura è assoluta protagonista.

Comunque, prima di vederlo, mi chiedevo come fosse possibile che un film con così tanta considerazione e così tante nomination, non fosse stato candidato per la sceneggiatura.

Eppure la sceneggiatura è la base di un film e non è stata nominata per nessun premio.

Ho fatto attenzione a questo aspetto durante la visione e in effetti secondo me è uno dei punti deboli del film.

Poteva essere scritto meglio, nel senso che ho l'impressione che sia un film un po' "evanescente"....cioè sicuramente un film di grande impatto momentaneo, per molti aspetti (anche per l'aspetto emotivo, soprattutto nel finale che mi è piaciuto davvero tanto) ma non proprio scorrevole al punto giusto e mi da l'idea che non mi lascerà molto nel tempo.

 

Interessante anche il riferimento a L'impero colpisce ancora....più precisamente alla scena con il tauntaun.

Tra l'altro ho discusso 20 minuti con un mio amico che sostiene che nei film non ci sono richiami e omaggi ad altri film.

Pretende le prove e ha detto che se anche esistono, sono dei plagi sefz

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Revenant - Redivivo è un film dall'impatto visivo ed emotivo devastante. Lubezki alla fotografia dà forse il meglio di sé, certe scene mi hanno ricordato Barry Lyndon per la forza che sapevano sprigionare. E come in Barry Lyndon il viaggio diventa metafora di formazione/distruzione dell'animo umano e noi spettatori viaggiamo con lui in un vortice iperrealistico che ti fa soffrire e ti fa sentire compagno di viaggio di Glass tra un piano sequenza e uno scavalcamento di campo. Revenant è un film che pesca a piene mani da tanti generi diversi sapendo sempre mescolare sapientemente i vari ingredienti. In definitiva siamo di fronte ad un grande film. Un film che forse è meno bello di Birdman ma che è sicuramente più maturo e che traccia una scelta precisa per quello che riguarda il resto della carriera di Iñárritu. Una scelta che probabilmente dividerà sempre più pubblico e critica col passare degli anni. Per quanto possa contare, io, fino a quando continuerà a dirigere pellicole di questo livello, sarò sempre dalla sua parte.

 

 

12439338_10207090199966299_4400341532455731980_n.jpg?oh=00f5c4d31d60776b13bcf3da6ad6900a&oe=57067FAB

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visto, nulla di che come storia, anche come interpretazioni, la fotografia ruba l'occhio allo spettatore come spesso accade di recente e della cosa non vado pazzo...

 

Io non l'ho ancora visto ma ho le tue stesse sensazioni.

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Attore protagonista...la natura

Storia, lenta e sviluppata male

Di Caprio prendera' l'oscar non per l'interpretazione in se stessa (mai un dialogo che rimanga, solo gemiti di dolore), ma per lo sforzo fisico a cui si e' sottoposto per girare alle condizioni del regista

 

12 nominations? ma siete fuori?

 

se penso che un L'Ultimo dei Moicani, imho capolavoro assoluto (diverso, ma per certi versi simile) vinse un Oscar per la colonna sonora e stop....mi vien da ridere

 

film normale....imho

 

Revenant - Redivivo è un film dall'impatto visivo ed emotivo devastante. Lubezki alla fotografia dà forse il meglio di sé, certe scene mi hanno ricordato Barry Lyndon per la forza che sapevano sprigionare. E come in Barry Lyndon il viaggio diventa metafora di formazione/distruzione dell'animo umano e noi spettatori viaggiamo con lui in un vortice iperrealistico che ti fa soffrire e ti fa sentire compagno di viaggio di Glass tra un piano sequenza e uno scavalcamento di campo. Revenant è un film che pesca a piene mani da tanti generi diversi sapendo sempre mescolare sapientemente i vari ingredienti. In definitiva siamo di fronte ad un grande film. Un film che forse è meno bello di Birdman ma che è sicuramente più maturo e che traccia una scelta precisa per quello che riguarda il resto della carriera di Iñárritu. Una scelta che probabilmente dividerà sempre più pubblico e critica col passare degli anni. Per quanto possa contare, io, fino a quando continuerà a dirigere pellicole di questo livello, sarò sempre dalla sua parte.

 

 

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imho, se il regista lo scorso anno non fosse divenuto famoso a livello platela grazie alla statuetta, questo film sarebbe sicuramente passato quasi inosservato imho

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imho, se il regista lo scorso anno non fosse divenuto famoso a livello platela grazie alla statuetta, questo film sarebbe sicuramente passato quasi inosservato imho

 

 

È l'esatto contrario. Se molta gente non avesse scoperto Iñárritu solo per l'Oscar ora ci sarebbero molte meno critiche e recensioni in giro. Sicuramente non sarebbe passato inosservato a quelli che Iñárritu già lo conoscevano.

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È l'esatto contrario. Se molta gente non avesse scoperto Iñárritu solo per l'Oscar ora ci sarebbero molte meno critiche e recensioni in giro. Sicuramente non sarebbe passato inosservato a quelli che Iñárritu già lo conoscevano.

sulla secondo frase e' chiaro che concordo...sulla prima va letta...nel senso che chiaramente la massa e' andata al cinema in quanto le 12 nomination il giorno prima dell'uscita e l'oscar dello scorso anno han fatto da traino....le critiche arrivano perche' reali...qui non c'e' metafisica che tenga o introspezioni psicologiche da comprendere, questo e' un film lineare, dove il paesaggio la fa' da padrona insieme alla natura selvaggia...e' un film "normale" con una storia particolare ma mal scenografata e dove il solo Hardy si evidenzia come prova...il resto ribadisco e' normale e le 12 nomination sono a mio modestissimo avviso da ignorante quale sono, ridicole...ancor piu' ridicola la nomination per Di Caprio, una delle sue parti peggiori dove il suo essere attore e personaggio, spariscono completamente...vincera' solo per la fatica nel svolgere il ruolo, non di certo per l'interpretazione

il film non trasmette nulla imho, se non freddo, fatica, sofferenza e finite le 2 ore a 40 sei finalmente libero

 

ma come detto, al mia stuipiddissima idea di questo film...sempre per far un paragone, anche se in questo caso come prima differente, un film quale In To The Wild e' molto piu' significativo, diretto ed emozionale...0 nomination :d

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sulla secondo frase e' chiaro che concordo...sulla prima va letta...nel senso che chiaramente la massa e' andata al cinema in quanto le 12 nomination il giorno prima dell'uscita e l'oscar dello scorso anno han fatto da traino....le critiche arrivano perche' reali...qui non c'e' metafisica che tenga o introspezioni psicologiche da comprendere, questo e' un film lineare, dove il paesaggio la fa' da padrona insieme alla natura selvaggia...e' un film "normale" con una storia particolare ma mal scenografata e dove il solo Hardy si evidenzia come prova...il resto ribadisco e' normale e le 12 nomination sono a mio modestissimo avviso da ignorante quale sono, ridicole...ancor piu' ridicola la nomination per Di Caprio, una delle sue parti peggiori dove il suo essere attore e personaggio, spariscono completamente...vincera' solo per la fatica nel svolgere il ruolo, non di certo per l'interpretazione

il film non trasmette nulla imho, se non freddo, fatica, sofferenza e finite le 2 ore a 40 sei finalmente libero

 

ma come detto, al mia stuipiddissima idea di questo film...sempre per far un paragone, anche se in questo caso come prima differente, un film quale In To The Wild e' molto piu' significativo, diretto ed emozionale...0 nomination :d

 

 

 

 

Se il film trasmette quello allora ha già raggiunto il suo scopo.

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Se il film trasmette quello allora ha già raggiunto il suo scopo.

solo quello....e' troppo poco imho per 12 nomination....se vuoi ti faccio una foto di un iceberg che ti viene in faccia e ti trasmettera' le stesse sensazioni (si scherza eh) :d

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solo quello....e' troppo poco imho per 12 nomination....se vuoi ti faccio una foto di un iceberg che ti viene in faccia e ti trasmettera' le stesse sensazioni (si scherza eh) :d

 

 

Ma perché giudicare il film in base alle nomination? Questa è una cosa che non capisco. Se ne avesse avuta solo una o due il tuo giudizio sarebbe stato diverso? Quando un film ti trasmette quelle emozioni ha già raggiunto il suo scopo (soprattutto questo film), poi se preferivi il film più caciarone stile Il Gladiatore è un altro discorso.

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Ma perché giudicare il film in base alle nomination? Questa è una cosa che non capisco. Se ne avesse avuta solo una o due il tuo giudizio sarebbe stato diverso? Quando un film ti trasmette quelle emozioni ha già raggiunto il suo scopo (soprattutto questo film), poi se preferivi il film più caciarone stile Il Gladiatore è un altro discorso.

Io non giudico il film in base alle nomination....vedendo il film ritengo che siano esagerate e non meritate, ho dato un mio parere e penso che possa farlo per legge :d ....il film e' un normale film che guardi volentieri ma che non ti lascia nulla, se non un senso di liberazione all'uscita...questo e' il mio giudizio, ribadisco

 

freddo, fatica e sofferenza...non sono emozioni imho...sono condizioni climatiche, esasperazione in certe scene e liberazione alla fine del film

 

mi spiace, un film che passera' nel dimenticatoio in men che non si dica...ma quest'anno mi pare povera la questione film (non ho visto Mad Max, ma anche in questo caso penso che le 10 nomination rendano l'idea del livello di quest'anno) ma magari per Mad Max sbaglio, a breve lo vedro' e sapro' dire

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Oggi ho visto il film.

Beh comincio col dire che non vedevo l'ora che finisse,2 ore e 36 minuti sono troppi.

A tratti molto avvincente,a tratti lezioso quasi noioso,troppe le scene in cui si soffermano meno male che l'ho visto in streaming cosi ho mandato avanti qualche secondo.

All'inizio per via della grande pubblicità e delle tante candidature si può pensare che sia un capolavoro ma non seguendo la massa e ragionando col propio cervello a mio parere personale Di caprio non ha recitato molto anzi quasi nulla,gli do atto che ha girato scene crude e difficili che pochi attori farebbero ma il film ha fatto scalpore piu per i luoghi,l'accuratezza che per la trama o la recitazione.

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Attore protagonista...la natura

Storia, lenta e sviluppata male

Di Caprio prendera' l'oscar non per l'interpretazione in se stessa (mai un dialogo che rimanga, solo gemiti di dolore), ma per lo sforzo fisico a cui si e' sottoposto per girare alle condizioni del regista

 

12 nominations? ma siete fuori?

 

se penso che un L'Ultimo dei Moicani, imho capolavoro assoluto (diverso, ma per certi versi simile) vinse un Oscar per la colonna sonora e stop....mi vien da ridere

 

film normale....imho

 

imho, se il regista lo scorso anno non fosse divenuto famoso a livello platela grazie alla statuetta, questo film sarebbe sicuramente passato quasi inosservato imho

 

 

Perdonami... Ma anche per me INTERSTELLAR è' uno dei più grandi film di fantascienza degli ultimi anni... Però ha vinto 2 Oscar

GRAVITY 8.... E non mi è piaciuto particolarmente

Questo per spiegare che ogni anno fa storia a se... E nel 2015 non si trova un film migliore di REVENANT

Vale eccome le 12 nomination

Per me è bellissimo

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Perdonami... Ma anche per me INTERSTELLAR è' uno dei più grandi film di fantascienza degli ultimi anni... Però ha vinto 2 Oscar

GRAVITY 8.... E non mi è piaciuto particolarmente

Questo per spiegare che ogni anno fa storia a se... E nel 2015 non si trova un film migliore di REVENANT

Vale eccome le 12 nomination

Per me è bellissimo

Dai oddio non esagerare è per lunghi tratti noioso,la recitazione passa in secondo piano,ci sono film migliori.

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Dai oddio non esagerare è per lunghi tratti noioso,la recitazione passa in secondo piano,ci sono film migliori.

 

Per me per esempio la recitazione non passa affatto in secondo piano.

Anzi, è uno dei punti forti del film insieme alle ambientazioni, alla regia, alla fotografia e agli aspetti tecnici.

La recitazione non è solo composta dai dialoghi....tutt'altro.

E per me sono grandissime sia l'interpretazione di DiCaprio che l'interpretazione di Hardy.

Ci sono film migliori?

Certo che si....come dicevo prima, secondo me il punto debole è la sceneggiatura, non è scorrevole al punto giusto e mi da l'idea di un film "evanescente" (anche se per me rimane un ottimo film).

Ci sono film migliori in questa stagione?

Qui si entra nei gusti, ma in questa stagione The Revenant è sicuramente tra i migliori film e merita pienamente le 12 nomination, tenendo conto dei concorrenti.

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Per me per esempio la recitazione non passa affatto in secondo piano.

Anzi, è uno dei punti forti del film insieme alle ambientazioni, alla regia, alla fotografia e agli aspetti tecnici.

La recitazione non è solo composta dai dialoghi....tutt'altro.

E per me sono grandissime sia l'interpretazione di DiCaprio che l'interpretazione di Hardy.

Ci sono film migliori?

Certo che si....come dicevo prima, secondo me il punto debole è la sceneggiatura, non è scorrevole al punto giusto e mi da l'idea di un film "evanescente" (anche se per me rimane un ottimo film).

Ci sono film migliori in questa stagione?

Qui si entra nei gusti, ma in questa stagione The Revenant è sicuramente tra i migliori film e merita pienamente le 12 nomination, tenendo conto dei concorrenti.

Non ho detto che faccia schifo quello no,è ben fatto,storicamente molto curato nei minimi dettagli. Ma i dialoghi sono pochi,preferisco il ruolo di Hardy che mi da qualcosa in piu rispetto a di caprio.

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Non ho detto che faccia schifo quello no,è ben fatto,storicamente molto curato nei minimi dettagli. Ma i dialoghi sono pochi,preferisco il ruolo di Hardy che mi da qualcosa in piu rispetto a di caprio.

 

Sinceramente io, personalmente, il fatto che il personaggio di DiCaprio abbia pochi dialoghi l'ho visto più come una cosa positiva.

Perché emergono altre abilità attoriali.

Si recita con tutto il corpo, con ogni singolo muscolo del corpo...non solo con la bocca.

Anzi, spesso sono proprio i ruoli con poche battute che sono più "comunicativi" (oltre che più difficili).

Per quanto riguarda il premio e le nomination...secondo me questo è un anno meno ricco in generale.

Magari se fosse uscito in un altro anno, avrebbe avuto meno nomination e DiCaprio non avrebbe vinto, chissà.

Ma in questa stagione quelle nomination sono meritate, così com'è meritato il premio a Leonardo.

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Che dire? Ho letto un po' i vostri commenti ed avete detto pressoché alla perfezione quasi tutto ciò che penso anch'io. Partendo dal presupposto che conoscevo già Inarrìtu e conosco molto bene, avendola vista, tutta la sua filmografia completa fino ad ora (l'ho scoperto con Babel, e me ne sono innamorato perdutamente sin da quel giorno), posso solo dire che questo film, visivamente ed "esteticamente", se non raggiunge la perfezione, ci si avvicina davvero tanto.

Raramente ricordo un impatto visivo così forte, così potente persino. Tecnicamente è probabilmente il miglior regista attuale, e sicuramente uno dei più grandi di sempre, e le scelte dei collaboratori alla fotografia non possono che ricadere inevitabilmente su maestri del suo livello (in ultimo proprio quel genio, nessuna esagerazione, di Lubezki, ma anche Prieto nella precedente "trilogia della morte", di cui fa appunto parte Babel).

Alejandro, mi permetto di prendermi questa piccola confidenza come se fossimo amici da sempre :d, in questa pellicola decide di creare una vera e propria opera d'arte. Scava nell'intimo della così detta settima arte, supera i confini del mero contenuto, che pur è di pregevole spessore, ma probabilmente non troppo di rilievo, e si dedica con tutte le proprie forze alla perfezione formale. Nel pieno rispetto delle esigenze del proprio pubblico, sceglie con cura uno staff di primissimo livello, oltre al già citato genio della fotografia, decide di affidarsi ad un binomio di attori perfettamente complementari e d'una bravura quasi disarmante. Per Di Caprio ormai ogni commento pare marginale, quasi superfluo, e quindi mi limiterò a dire che ha onorato le mie aspettative alla grande: dal primo giorno che ho scoperto la sua futura collaborazione col maestro Inarrìtu ho confidato che sfoderasse una prova tale, l'ennesima, da mettere in estrema difficoltà quella giuria che pare apprezzarlo così poco; neanche a dirlo, ha persino lottato con un orso, ma alla fine, oltre che malconcio e redivivo, ne è uscito vincitore morale (as always), ma stavolta, forse, anche materiale (sgrat! :d).

Se per Leo i commenti paiono quasi pleonastici, menzione particolare merita invece il sig. Tom Hardy: raramente ho visto un attore, sulla carta "non protagonista", riuscire a calarsi talmente bene nella scena da centralizzare la narrazione su sé stesso, quasi rubando il palcoscenico a chi di quella storia ne è fautore e protagonista. Lui vi riesce, non per egoismo, ma a causa di una interpretazione sublime, perfetta. Lo spettatore arriva ad un punto tale da non poter comprendere chi sia il bersaglio del proprio "odio", se il personaggio o l'attore in sé, per quanto essi sono fusi in un'unica entità (mi preme sottolineare che una cosa del genere mi successe anche col colonnello Hans Landa di Inglorious Basterds, interpretato da un altro grandissimo attore).

Cos'altro aggiungere: la storia assume un ruolo quasi secondario, ed infatti la sceneggiatura non è di primissimo livello, ma può essere stata anche questa una scelta deliberata del regista, che ha voluto dare estrema rilevanza ad una natura, rappresentata meravigliosamente, che l'uomo moderno tende a perdere di vista e che, nella sua cristallina perfezione, sa essere tanto estrema quanto accogliente, tanto salvifica quanto annientatrice.

 

Per concludere, probabilmente non è uno di quei film destinati a conquistare il grande pubblico. Non è una storia raccontata attraverso dei fotogrammi, o meglio, questo aspetto cade inesorabilmente in secondo piano: è piuttosto una vera e propria "esperienza sensoriale", al pari di alcuni capolavori del passato (mi vengono subito in mente 2001: Odissea nello spazio e Lawrence d'Arabia, entrambi film in cui la potenza estetica dell'immagine, la bellezza pura della fotografia e delle inquadrature colpiscono più d'ogni altra cosa).

 

Piccola menzione anche ai costumi, secondo me curati davvero alla grande, aspetto questo forse un po' sottovalutato (l'enorme pelliccia di orso è, a mio parere, uno degli elementi più "belli" del film e riesce a conferire allo spettatore una giusta sensazione di calore che va ad equilibrare quel freddo glaciale che pervade l'intera pellicola).

 

Ammetto di non aver ancora visto gli altri film in concorso, ma credo che gran parte delle statuette finiranno, a ragione, in mano allo staff del maestro messicano, che ancora una volta si conferma, come se ce ne fosse bisogno, uno dei più grandi cineasti della storia recente e non.

 

Go Leo!!

 

P.S: ora aspetto trepidante il nuovo capolavoro del genio Tarantino, che l'Academy ha snobbato platealmente. So che non mi deluderà.

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Che dire? Ho letto un po' i vostri commenti ed avete detto pressoché alla perfezione quasi tutto ciò che penso anch'io. Partendo dal presupposto che conoscevo già Inarrìtu e conosco molto bene, avendola vista, tutta la sua filmografia completa fino ad ora (l'ho scoperto con Babel, e me ne sono innamorato perdutamente sin da quel giorno), posso solo dire che questo film, visivamente ed "esteticamente", se non raggiunge la perfezione, ci si avvicina davvero tanto.

Raramente ricordo un impatto visivo così forte, così potente persino. Tecnicamente è probabilmente il miglior regista attuale, e sicuramente uno dei più grandi di sempre, e le scelte dei collaboratori alla fotografia non possono che ricadere inevitabilmente su maestri del suo livello (in ultimo proprio quel genio, nessuna esagerazione, di Lubezki, ma anche Prieto nella precedente "trilogia della morte", di cui fa appunto parte Babel).

Alejandro, mi permetto di prendermi questa piccola confidenza come se fossimo amici da sempre :d, in questa pellicola decide di creare una vera e propria opera d'arte. Scava nell'intimo della così detta settima arte, supera i confini del mero contenuto, che pur è di pregevole spessore, ma probabilmente non troppo di rilievo, e si dedica con tutte le proprie forze alla perfezione formale. Nel pieno rispetto delle esigenze del proprio pubblico, sceglie con cura uno staff di primissimo livello, oltre al già citato genio della fotografia, decide di affidarsi ad un binomio di attori perfettamente complementari e d'una bravura quasi disarmante. Per Di Caprio ormai ogni commento pare marginale, quasi superfluo, e quindi mi limiterò a dire che ha onorato le mie aspettative alla grande: dal primo giorno che ho scoperto la sua futura collaborazione col maestro Inarrìtu ho confidato che sfoderasse una prova tale, l'ennesima, da mettere in estrema difficoltà quella giuria che pare apprezzarlo così poco; neanche a dirlo, ha persino lottato con un orso, ma alla fine, oltre che malconcio e redivivo, ne è uscito vincitore morale (as always), ma stavolta, forse, anche materiale (sgrat! :d).

Se per Leo i commenti paiono quasi pleonastici, menzione particolare merita invece il sig. Tom Hardy: raramente ho visto un attore, sulla carta "non protagonista", riuscire a calarsi talmente bene nella scena da centralizzare la narrazione su sé stesso, quasi rubando il palcoscenico a chi di quella storia ne è fautore e protagonista. Lui vi riesce, non per egoismo, ma a causa di una interpretazione sublime, perfetta. Lo spettatore arriva ad un punto tale da non poter comprendere chi sia il bersaglio del proprio "odio", se il personaggio o l'attore in sé, per quanto essi sono fusi in un'unica entità (mi preme sottolineare che una cosa del genere mi successe anche col colonnello Hans Landa di Inglorious Basterds, interpretato da un altro grandissimo attore).

Cos'altro aggiungere: la storia assume un ruolo quasi secondario, ed infatti la sceneggiatura non è di primissimo livello, ma può essere stata anche questa una scelta deliberata del regista, che ha voluto dare estrema rilevanza ad una natura, rappresentata meravigliosamente, che l'uomo moderno tende a perdere di vista e che, nella sua cristallina perfezione, sa essere tanto estrema quanto accogliente, tanto salvifica quanto annientatrice.

 

Per concludere, probabilmente non è uno di quei film destinati a conquistare il grande pubblico. Non è una storia raccontata attraverso dei fotogrammi, o meglio, questo aspetto cade inesorabilmente in secondo piano: è piuttosto una vera e propria "esperienza sensoriale", al pari di alcuni capolavori del passato (mi vengono subito in mente 2001: Odissea nello spazio e Lawrence d'Arabia, entrambi film in cui la potenza estetica dell'immagine, la bellezza pura della fotografia e delle inquadrature colpiscono più d'ogni altra cosa).

 

Piccola menzione anche ai costumi, secondo me curati davvero alla grande, aspetto questo forse un po' sottovalutato (l'enorme pelliccia di orso è, a mio parere, uno degli elementi più "belli" del film e riesce a conferire allo spettatore una giusta sensazione di calore che va ad equilibrare quel freddo glaciale che pervade l'intera pellicola).

 

Ammetto di non aver ancora visto gli altri film in concorso, ma credo che gran parte delle statuette finiranno, a ragione, in mano allo staff del maestro messicano, che ancora una volta si conferma, come se ce ne fosse bisogno, uno dei più grandi cineasti della storia recente e non.

 

Go Leo!!

 

P.S: ora aspetto trepidante il nuovo capolavoro del genio Tarantino, che l'Academy ha snobbato platealmente. So che non mi deluderà.

Confermo la parte di Hardy,ha recitato ottimamente e ha un personaggio che si avvicina molto a quello che avremmo fatto noi stessi,ossia salvarsi la pelle prendere i soldi e andarsene.

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Confermo la parte di Hardy,ha recitato ottimamente e ha un personaggio che si avvicina molto a quello che avremmo fatto noi stessi,ossia salvarsi la pelle prendere i soldi e andarsene.

 

Ho dimenticato di fare un cenno per la soundtrack: meravigliosa, perfetta anch'essa.

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Film che, per la prima parte (approssimativamente fin quando il protagonista viene soccorso dal Pawnee solitario), resta in bilico tra un approccio realistico-naturalistico e uno onirico: non si capisce cosa prevalga, se la crudezza di una vivifica materialità (ci viene mostrato ogni muscolo sforzato da Di Caprio per strisciare e ogni espediente alla Robinson Crusoe per sopravvivere) o la componente sognante e catartica.

Il rapporto con la natura è certamente determinante: viene evidenziato in diversi modi (lo strisciare nella terra, il sangue e la fame come elemento d'unione animalesca fra uomini, il ventre protettivo e caldo del cavallo) e risulta chiaro che la capacità di adattarsi alla natura è prerogativa dei personaggi più virtuosi. Tuttavia allo stesso tempo abbiamo un protagonista semi-invincibile per motivi che sconfessano la precedente impostazione: refrain motivazionali sul respiro e il non mollare o ricordi confusi ma che esercitano ancora un'azione salvifica e sostenitrice.

Per fortuna nella seconda parte si intraprende più decisamente la via dell'azione, senza eccessive divagazioni: ci si indirizza, pur fra alcuni ripensamenti, verso il film d'avventura impegnato. La trama ha una notevole accelerazione, fino allo scioglimento anche sbrigativo dei vari nodi essenziali.

 

Quanti luoghi comuni: i bianchi sono tutti perversi e infidi, tranne quello che ha vissuto fra i "selvaggi" e i capi buoni ( .ghgh), i nativi americani sono invece puri e difendono le loro terre, se vi si scorgono elementi di corruzione sono stati naturalmente introdotti a forza dai bianchi, e poi l'immancabile pseudo-spiritualismo dei pellerossa.

 

È il primo film che vedo di Iñarritu, dunque non conosco la sua poetica, ma mi è parso di cogliere alcune scelte stilistiche malickiane, solo che risultano avulse dal contesto, inserite a forza.

Non bastano i bei paesaggi a salvare una pellicola pretenziosa e noiosetta.

 

P.S.: quando l'orsa rotola su Di Caprio bisogna ridere?!

 

EDIT: ah ok, è Lubezki.

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Film che, per la prima parte (approssimativamente fin quando il protagonista viene soccorso dal Pawnee solitario), resta in bilico tra un approccio realistico-naturalistico e uno onirico: non si capisce cosa prevalga, se la crudezza di una vivifica materialità (ci viene mostrato ogni muscolo sforzato da Di Caprio per strisciare e ogni espediente alla Robinson Crusoe per sopravvivere) o la componente sognante e catartica.

Il rapporto con la natura è certamente determinante: viene evidenziato in diversi modi (lo strisciare nella terra, il sangue e la fame come elemento d'unione animalesca fra uomini, il ventre protettivo e caldo del cavallo) e risulta chiaro che la capacità di adattarsi alla natura è prerogativa dei personaggi più virtuosi. Tuttavia allo stesso tempo abbiamo un protagonista semi-invincibile per motivi che sconfessano la precedente impostazione: refrain motivazionali sul respiro e il non mollare o ricordi confusi ma che esercitano ancora un'azione salvifica e sostenitrice.

Per fortuna nella seconda parte si intraprende più decisamente la via dell'azione, senza eccessive divagazioni: ci si indirizza, pur fra alcuni ripensamenti, verso il film d'avventura impegnato. La trama ha una notevole accelerazione, fino allo scioglimento anche sbrigativo dei vari nodi essenziali.

 

Quanti luoghi comuni: i bianchi sono tutti perversi e infidi, tranne quello che ha vissuto fra i "selvaggi" e i capi buoni ( .ghgh), i nativi americani sono invece puri e difendono le loro terre, se vi si scorgono elementi di corruzione sono stati naturalmente introdotti a forza dai bianchi, e poi l'immancabile pseudo-spiritualismo dei pellerossa.

 

È il primo film che vedo di Iñarritu, dunque non conosco la sua poetica, ma mi è parso di cogliere alcune scelte stilistiche malickiane, solo che risultano avulse dal contesto, inserite a forza.

Non bastano i bei paesaggi a salvare una pellicola pretenziosa e noiosetta.

 

P.S.: quando l'orsa rotola su Di Caprio bisogna ridere?!

 

EDIT: ah ok, è Lubezki.

Esatto molto noiosetta aggiungo. Poi gli stereotipi non mancano mai ovviamente in un film dove si il regista è messicano ma la troupe e gli attori sono americani.

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Sono evidentissimi.

 

Ma chissene frega di come sono visti i bianchi o gli indigeni.

Non è quello il punto del film.

Così semplificate e banalizzate il film e l'intero cinema.

Io lo trovo un'approccio totalmente sbagliato a questa arte.

Star lì sempre pronti a puntare il dito, a cercare luoghi comuni, stereotipi...

Queste cose non contano niente.

In questo film viene raccontata una storia in cui i personaggi si comportano in un certo modo.

In altri film vengono sottolineati altri aspetti e comportamenti.

Quanti film ci sono in cui sono gli indiani a sembrare cattivi?

È un luogo comune anche quello?

Ce ne rendiamo conto che tutto può essere indicato come un luogo comune?

Tutto.

Il bello e l'essenza del cinema è proprio il non dover porre limiti...il poter raccontare ogni storia in ogni modo e da ogni punto di vista.

Se gli indigeni in un determinato film vengono visti come i "buoni" che problema c'è?

Che poi a me non sembra nemmeno vero. L'unico bianco "cattivo" è Hardy.

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