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DjRobijay

Il Tempo: "Calciopoli, la verità aveva torto"

Post in rilievo

Sulle pagine e sul sito de "Il Tempo", è stato pubblicato un lungo articolo su Calciopoli a firma di Luca Rocca. "Calciopoli, la verità aveva torto", titola il quotidiano capitolino. "A 10 anni di distanza ancora troppe ombre sul più grande scandalo del calcio. Prove costruite ad arte, e la Juve continua a vincere. Ma Moggi non c’è più", recita il sommario.

Ecco quanto riporta la testata capitolina:

C’è lui, Luciano Moggi, ex direttore generale della Juventus e «uomo nero» a capo della «cupola» del calcio marcio, e c’è la «cricca» dei designatori arbitrali, Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto, che truccano i sorteggi; c’è la «giacchetta nera» protagonista sul campo dei favori ai bianconeri, Massimo De Santis, e ci sono le intercettazioni e le sentenze che, senza le prescrizioni, avrebbero tagliato la testa a tutti i colpevoli. C’è tutto questo, e molto altro ancora, nell’immaginario collettivo degli italiani che, a dieci anni da Calciopoli, il più grande scandalo del più popolare sport del mondo, ancora si chiedono quanto ci sia di vero o di artefatto in quello che per qualcuno è stata una vergogna e per altri solo una bolla di sapone. Una cosa, però, appare ormai certa: Calciopoli, ancora oggi, è anche mistero, follie, leggende metropolitane e verità che tali non erano. Insomma, a dieci anni di distanza dalla deflagrazione di quel fenomenale clamore calcistico, di «ciccia» ne rimane ben poca e di interrogativi, dubbi e smentite «sul campo» ne restano moltissime.

 

 

SORTEGGIO «FANTASMA»

La presunta «prova regina», o almeno una di esse, che inchioderebbe gli arbitri e i dirigenti responsabili delle frodi sportive, sta in un sorteggio arbitrale ritenuto falsato da un accordo fra Moggi e i designatori. Si tratta di quello avvenuto nel centro tecnico di Coverciano il 13 maggio 2005, filmato dal maresciallo Sergio Ziino, sparito dagli atti del processo dopo 2009 e sostituito da foto in sequenza errata. Per capirci. Per estrarre i nomi delle squadre che dovevano sfidarsi e dell’arbitro che avrebbe diretto la gara, la procedura era questa: Pairetto tirava fuori la pallina delle partite da giocare, subito dopo un giornalista (che cambiava ogni settimana) estraeva il bussolotto col nome dell’arbitro e poi passava il bigliettino a Bergamo. Ma, nelle foto inserite nei fascicoli processuali al posto del filmato, prima si vede Bergamo con in mano il bigliettino, poi il giornalista che passa il bussolotto, e solo alla fine Pairetto che estrae la pallina della partita da associare a quell’arbitro. Secondo un esposto (poi archiviato) presentato da Moggi contro Ziino e il pm di Calciopoli Giuseppe Narducci, solo invertendo la cronologia del sorteggio sarebbe stato possibile provare il taroccamento. Se, infatti, è prima il giornalista ad estrarre il nome dell’arbitro, come nelle foto, per Pairetto diventa possibile, sfruttando palline «segnate», individuare quella da associare alla partita. Percorso non ipotizzabile, al contrario, se, come nel video, il giornalista estrae il nome dell’arbitro solo dopo che Pairetto ha tirato fuori la partita da disputare. Asserire, in questo secondo caso, che il sorteggio è truccato, significa accusare di complicità il giornalista. Cosa che nessuno ha mai fatto.

 

 

ARBITRI COMPLICI?

Massimo De Santis è per tutti il complice della «cupola moggiana». Ma, dopo la condanna in appello per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, l’ex arbitro internazionale ha rinunciato alla prescrizione (che ha «salvato» Moggi e l’ad della Juve Antonio Giraudo) finendo condannato in Cassazione a 10 mesi. Non solo. Nell’anno di uno degli scudetti revocati alla Juve, 2004/2005, De Santis ha arbitrato i bianconeri 5 volte: due vittorie, un pareggio e due sconfitte (una in casa con l’Inter). Infine va ricordato che dei nove tra giacchette nere e guardalinee accusati, solo due sono stati condannati. Può sussistere un sistema collaudato per vincere i campionati senza arbitri complici?

 

 

SIM E SPIONI

Dell’era Calciopoli fa parte anche il capitolo sugli «spioni». Se Moggi utilizzava le ormai famose sim svizzere (per parlare in segreto coi vertici federali e i designatori, hanno sostenuto gli inquirenti), è anche vero che Pirelli, sponsor e socia dell’Inter, e Telecom hanno utilizzato dei «segugi tecnologici» per tenere sotto controllo De Santis e lo stesso Moggi (che, dunque, ha sfruttato sim straniere, questa la sua versione, per evitare di essere spiato nelle fasi del calcio mercato). Fra l’altro le schede sono state acquistate formalmente coi soldi della Juve. Che segreto sarebbe?

 

 

ANOMALIE E LEGGENDE

Di certo nella vicenda Calciopoli è venuto fuori che di partite truccate non ne sono mai state individuate, che di sorteggi taroccati non c’è traccia, che Moggi non ha mai chiuso l’arbitro Gianluca Paparesta nello spogliatoio perché scontento di come aveva diretto una gara della Juve, che delle 170mila intercettazioni effettuate dai carabinieri diretti dal tenente colonnello Attilio Auricchio ne sono state trascritte solo 3mila, che il compianto presidente dell’Inter Giacinto Facchetti chiamava spesso il designatore Bergamo e i due parlavano di «regalini» e «situazioni» da «raddrizzare», che De Santis chiacchierava anche con il dirigente addetto agli arbitri del Milan Leonardo Meani compiacendosi di aver fatto incazzare i giocatori della Juve. In definitiva, dunque, se è vero che Moggi viene definito dalla Cassazione come «il principe indiscusso di Calciopoli» e De Santis il suo «suddito» e «complice», è altrettanto incontestabile che, cupola o non cupola, i bianconeri continuano a vincere e gli avversari ad incassare secondi posti senza più un alibi per urlare «ladri ladri».

 

Fonte tuttojuve.com

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Ormai non ci crede piu' nessuno che calciapoli sia stata una cosa seria...........................................tranne i cretini ed i rosiconi che,purtroppo,non mancano mai.

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Apprezzabile il pezzo di Rocca (non nuovo a scandagliare la realtà dei fatti con oggettività), ma chi legge Il Tempo dovrebbe sapere che si può andare persino molto oltre i punti esposti nell'articolo (capisco che, naturalmente, ci sia un tot di spazio da considerare).

E' cmq già qualcosa. E certe volte più leggo alcuni fatti più rimango incredulo, e mi sembra tutto un sogno!

Che teatrino sono riusciti a tirare su! Che teatrino!

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Apprezzabile il pezzo di Rocca (non nuovo a scandagliare la realtà dei fatti con oggettività), ma chi legge Il Tempo dovrebbe sapere che si può andare persino molto oltre i punti esposti nell'articolo (capisco che, naturalmente, ci sia un tot di spazio da considerare).

E' cmq già qualcosa. E certe volte più leggo alcuni fatti più rimango incredulo, e mi sembra tutto un sogno!

Che teatrino sono riusciti a tirare su! Che teatrino!

 

Rocca si è spinto molto avanti...considera che scrive pur sempre su un giornale romano...e nella mia città la Juventus è colpevole a prescindere...l'ho imparato fin da bambino ( e oggi che ne ho 41 è peggio di allora! )...

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una truffa bella e buona...rivoglio riassegnati 2 scudetti, più gli introiti della mancata partecipazione alla champions 06/07, 07/08, i mancati introiti degli sponsor e i danni morali...per me si arriva al mezzo miliardo di euro.

sia maledetto chi ha permesso tutto questo in società

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Rocca si è spinto molto avanti...considera che scrive pur sempre su un giornale romano...e nella mia città la Juventus è colpevole a prescindere...l'ho imparato fin da bambino ( e oggi che ne ho 41 è peggio di allora! )...

 

La conosco bene questa città... ;)Sempre a testa alta! Mi raccomando!

Ma Rocca ha fatto cmq un ottimo pezzo, ci mancherebbe! Ce ne fossero (anche se sul Tempo scrive anche Antonello Angelini che qualche bordata la spara sefz). Io intendevo che SE i lettori sapessero anche tutto il resto...

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In Italia ci vuole coraggio a scrivere la verità, specie in controtendenza.

Siamo pur sempre il Paese dei chiarissimi misteri.

Eppure, quando leggo questi articoli mi vien da pensare che qualcosa "eppur si muove!"

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Articolo lineare e perfetto... Una truffa vergognosa e la cosa peggiore è che hanno trovato i complici per il piano al nostro interno

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una truffa bella e buona...rivoglio riassegnati 2 scudetti, più gli introiti della mancata partecipazione alla champions 06/07, 07/08, i mancati introiti degli sponsor e i danni morali...per me si arriva al mezzo miliardo di euro.

sia maledetto chi ha permesso tutto questo in società

.quoto

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La migliore tesi difensiva su Calciopoli: la Juventus continua a vincere e gli altri continuano a dire che ruba e la tesi di Calciopoli che la Juventus vincesse rubando e dopo aver fatto pulizia non ci sarebbero state più polemiche e sospetti che fa cortocircuito.

 

Calciopoli è stata una Caccia alla Strega e più la Juventus vince più è evidente.

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Sulle pagine e sul sito de "Il Tempo", è stato pubblicato un lungo articolo su Calciopoli a firma di Luca Rocca. "Calciopoli, la verità aveva torto", titola il quotidiano capitolino. "A 10 anni di distanza ancora troppe ombre sul più grande scandalo del calcio. Prove costruite ad arte, e la Juve continua a vincere. Ma Moggi non c’è più", recita il sommario.

Ecco quanto riporta la testata capitolina:

C’è lui, Luciano Moggi, ex direttore generale della Juventus e «uomo nero» a capo della «cupola» del calcio marcio, e c’è la «cricca» dei designatori arbitrali, Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto, che truccano i sorteggi; c’è la «giacchetta nera» protagonista sul campo dei favori ai bianconeri, Massimo De Santis, e ci sono le intercettazioni e le sentenze che, senza le prescrizioni, avrebbero tagliato la testa a tutti i colpevoli. C’è tutto questo, e molto altro ancora, nell’immaginario collettivo degli italiani che, a dieci anni da Calciopoli, il più grande scandalo del più popolare sport del mondo, ancora si chiedono quanto ci sia di vero o di artefatto in quello che per qualcuno è stata una vergogna e per altri solo una bolla di sapone. Una cosa, però, appare ormai certa: Calciopoli, ancora oggi, è anche mistero, follie, leggende metropolitane e verità che tali non erano. Insomma, a dieci anni di distanza dalla deflagrazione di quel fenomenale clamore calcistico, di «ciccia» ne rimane ben poca e di interrogativi, dubbi e smentite «sul campo» ne restano moltissime.

 

 

SORTEGGIO «FANTASMA»

La presunta «prova regina», o almeno una di esse, che inchioderebbe gli arbitri e i dirigenti responsabili delle frodi sportive, sta in un sorteggio arbitrale ritenuto falsato da un accordo fra Moggi e i designatori. Si tratta di quello avvenuto nel centro tecnico di Coverciano il 13 maggio 2005, filmato dal maresciallo Sergio Ziino, sparito dagli atti del processo dopo 2009 e sostituito da foto in sequenza errata. Per capirci. Per estrarre i nomi delle squadre che dovevano sfidarsi e dell’arbitro che avrebbe diretto la gara, la procedura era questa: Pairetto tirava fuori la pallina delle partite da giocare, subito dopo un giornalista (che cambiava ogni settimana) estraeva il bussolotto col nome dell’arbitro e poi passava il bigliettino a Bergamo. Ma, nelle foto inserite nei fascicoli processuali al posto del filmato, prima si vede Bergamo con in mano il bigliettino, poi il giornalista che passa il bussolotto, e solo alla fine Pairetto che estrae la pallina della partita da associare a quell’arbitro. Secondo un esposto (poi archiviato) presentato da Moggi contro Ziino e il pm di Calciopoli Giuseppe Narducci, solo invertendo la cronologia del sorteggio sarebbe stato possibile provare il taroccamento. Se, infatti, è prima il giornalista ad estrarre il nome dell’arbitro, come nelle foto, per Pairetto diventa possibile, sfruttando palline «segnate», individuare quella da associare alla partita. Percorso non ipotizzabile, al contrario, se, come nel video, il giornalista estrae il nome dell’arbitro solo dopo che Pairetto ha tirato fuori la partita da disputare. Asserire, in questo secondo caso, che il sorteggio è truccato, significa accusare di complicità il giornalista. Cosa che nessuno ha mai fatto.

 

 

ARBITRI COMPLICI?

Massimo De Santis è per tutti il complice della «cupola moggiana». Ma, dopo la condanna in appello per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, l’ex arbitro internazionale ha rinunciato alla prescrizione (che ha «salvato» Moggi e l’ad della Juve Antonio Giraudo) finendo condannato in Cassazione a 10 mesi. Non solo. Nell’anno di uno degli scudetti revocati alla Juve, 2004/2005, De Santis ha arbitrato i bianconeri 5 volte: due vittorie, un pareggio e due sconfitte (una in casa con l’Inter). Infine va ricordato che dei nove tra giacchette nere e guardalinee accusati, solo due sono stati condannati. Può sussistere un sistema collaudato per vincere i campionati senza arbitri complici?

 

 

SIM E SPIONI

Dell’era Calciopoli fa parte anche il capitolo sugli «spioni». Se Moggi utilizzava le ormai famose sim svizzere (per parlare in segreto coi vertici federali e i designatori, hanno sostenuto gli inquirenti), è anche vero che Pirelli, sponsor e socia dell’Inter, e Telecom hanno utilizzato dei «segugi tecnologici» per tenere sotto controllo De Santis e lo stesso Moggi (che, dunque, ha sfruttato sim straniere, questa la sua versione, per evitare di essere spiato nelle fasi del calcio mercato). Fra l’altro le schede sono state acquistate formalmente coi soldi della Juve. Che segreto sarebbe?

 

 

ANOMALIE E LEGGENDE

Di certo nella vicenda Calciopoli è venuto fuori che di partite truccate non ne sono mai state individuate, che di sorteggi taroccati non c’è traccia, che Moggi non ha mai chiuso l’arbitro Gianluca Paparesta nello spogliatoio perché scontento di come aveva diretto una gara della Juve, che delle 170mila intercettazioni effettuate dai carabinieri diretti dal tenente colonnello Attilio Auricchio ne sono state trascritte solo 3mila, che il compianto presidente dell’Inter Giacinto Facchetti chiamava spesso il designatore Bergamo e i due parlavano di «regalini» e «situazioni» da «raddrizzare», che De Santis chiacchierava anche con il dirigente addetto agli arbitri del Milan Leonardo Meani compiacendosi di aver fatto incazzare i giocatori della Juve. In definitiva, dunque, se è vero che Moggi viene definito dalla Cassazione come «il principe indiscusso di Calciopoli» e De Santis il suo «suddito» e «complice», è altrettanto incontestabile che, cupola o non cupola, i bianconeri continuano a vincere e gli avversari ad incassare secondi posti senza più un alibi per urlare «ladri ladri».

 

Fonte tuttojuve.com

 

Tutto sostanzialmente vero, ma "ladri, ladri" ce lo continuano a gridare lo stesso.

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