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Mormegil

Guerra di Siria e situazione mediorientale: news e commenti

Post in rilievo

che poi ridotto tutto all'essenziale, "in a nutshell", come direbbero a Washington, suonerebbe press'a poco così: per avere mano libera sui dossier Iran e Cina, Trump pare disposto a svendere l'Europa a Mosca. .ehm .ehm

 

In pochi ne parlano ma per me a questo punto l'ipotesi di una guerra all'Iran non è da escludere. Trump sa benissimo che troverebbe un forte sostegno in Israele e in tutti i paesi del golfo. Se riesce a convincere anche il Pakistan non è da escludere un "patto" con Mosca del tipo che hai detto tu, dateci l'Iran e vi diamo l'Ucraina!

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In pochi ne parlano ma per me a questo punto l'ipotesi di una guerra all'Iran non è da escludere. Trump sa benissimo che troverebbe un forte sostegno in Israele e in tutti i paesi del golfo. Se riesce a convincere anche il Pakistan non è da escludere un "patto" con Mosca del tipo che hai detto tu, dateci l'Iran e vi diamo l'Ucraina!

 

La piega che stanno prendendo gli eventi mi piace sempre di meno.

Sembra che si stiano pian piano allineando tutti gli elementi di una tempesta perfetta e temo -a questo punto fortissimamente temo- che una vittoria della Le Pen in Francia segni il via libera a tutti: l'Europa allo sbando senza più una linea di interessi comune; la Nato virtualmente dissolta; l'asse sovranista Washington-Parigi-Mosca a dettare legge, con ciascuno dei membri impegnato a ritagliarsi le proprie sfere di influenza (Parigi Mediterraneo e Africa occidentale; Washington Golfo e Asia meridionale; Mosca Europa e Vicino Oriente); il sistema liberaldemocratico in forte crisi.

A quel punto tutto sarebbe possibile.

 

Non ho buone sensazioni, proprio per nulla. .nono .nono

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Svolta in Marocco, cade la pena di morte per chi lascia l'Islam

 

 

 

La massima autorità religiosa del paese apre alla possibilità di conversione ad altre fedi

 

In Marocco, chi vuole uscire dall'Islam, non rischia la condanna a morte. Il Consiglio superiore degli Ulema, massima autorità religiosa del paese, apre alla possibilità di conversione ad altre religioni. Ne dà notizia il sito Morocco world News.

Secondo le regole in vigore in tutti i paesi musulmani, l'apostata è condannato a morte. È vietato anche fare proseliti tra i fedeli di Maometto, se si è di altre confessioni. Ma la fatwa degli Ulema marocchini intitolata "La via degli Eruditi" supera uno dei nodi cruciali dell'Islam, in linea con un paese che rispetta da sempre il pluralismo religioso e che, per volere del re Mohammed VI ha deciso di muovere guerra all'estremismo.

ansa

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Secondo me la guerra che paventate tra USA e Iran è un'ipotesi assai remota. Anche perchè credo che questa cosa dei visti si sgonfierà in 90 gg.

Considerate che la guerra causa morti e gli USA ne hanno avuti tanti tra Iraq e Afghanistan. Non credo che Trump, populista, possa permettersi una cosa del genere.

E infine non sottovalutate il fatto che l'Iran potrebbe aver sviluppato ordigni nucleari.

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Secondo me la guerra che paventate tra USA e Iran è un'ipotesi assai remota. Anche perchè credo che questa cosa dei visti si sgonfierà in 90 gg.

Considerate che la guerra causa morti e gli USA ne hanno avuti tanti tra Iraq e Afghanistan. Non credo che Trump, populista, possa permettersi una cosa del genere.

E infine non sottovalutate il fatto che l'Iran potrebbe aver sviluppato ordigni nucleari.

 

Se fa la voce grossa con l'Iran è perché evidentemente sa che non hanno ancora ordigni nucleari e probabilmente lo fa proprio perché due alleati strategici degli USA (Israele e Arabia) sono terrorizzati dall'idea di un Iran con l'atomica.

 

 

La pena di morte per "apostasia" non è assolutamente in vigore in tutti i paesi islamici come dice l'articolo, al massimo in 6-7 (i soliti noti, Arabia, Iran, Pakistan, Sudan, ecc)! La novità non è quella di un paese dove non è punita con la morte, quella ormai è la realtà di decine e decine di paesi islamici, la novità è l'apertura teologica alla conversione ad altre fedi da parte di un'istituzione religiosa del mondo islamico.

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Iran: Zarif elogia Papa Francesco

 

 

 

Ministro esteri, costruisce ponti di pace mentre Trump crea caos

 

 

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(ANSA) - TEHERAN, 11 FEB - (ANSA) - L'esempio da seguire è quello di "Papa Francesco che, a fronte del caos globale creato dal presidente Usa Donald Trump, invita i popoli a costruire ponti e non muri". Ad affermarlo su Twitter è il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, elogiando il Papa e sostenendo che "il mondo ha bisogno di leader che spingono verso il dialogo e la pietà, non verso muri ed esclusioni". Zarif ha anche apprezzato le parole di Papa Francesco sui Rohingya musulmani di Myanmar: "ha fortemente criticato le atrocità commesse contro di loro" e ha "difeso il loro diritto a 'vivere la loro fede'".

 

ansa

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Nel frattempo l'asse Trump - Netanyahu inizia a far emergere le sue intenzioni su come "liquidare" la questione palestinese. Speriamo bene perché questi sono capaci di fare cavolate e portare la regione indietro di 50 anni ai tempi delle guerre arabo-israeliane!

 

Usa, incontro Trump-Netanyahu. Casa Bianca: “Soluzione dei due Stati non è l’unica”. Olp: “Sarebbe apartheid”

 

Trump-Netanyahu-675.jpg

 

Il premier israeliano è oggi Washington per il primo incontro ufficiale con il presidente degli Stati Uniti con l'obiettivo di ottenere lo stesso "appoggio incondizionato" che lui ha offerto all'allora candidato repubblicano durante la campagna per le presidenziali

 

Gli Stati Uniti non considerano più quella dei due Stati come l’unica soluzione per la questione israelo-palestinese. Il cambio di rotta rispetto al paradigma che era stato alla base dell’amministrazione Obama in materia era stato chiaro sin dalle ore immediatamente successive all’elezione di Donald Trump, ma oggi trova una prima forma di ufficializzazione. A poche ore dall’incontro tra il presidente degli Stati Uniti e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, la Casa Bianca ha fatto sapere di sostenere l’obiettivo di un accordo di pace tra israeliani e palestinesi, sia che esso “arrivi con la forma della soluzione a due Stati se è ciò che le parti vogliono” sia che esso preveda “qualcos’altro“.

 

Immediata la risposta palestinese. Gli Usa “restino fedeli alla soluzione dei due Stati”, è l’appello del ministero degli Esteri del governo dell’Autorità nazionale palestinese. “Se fossero vere le indiscrezioni della stampa attribuite a una fonte responsabile della Casa Bianca secondo cui l’amministrazione di Trump avrebbe rinunciato alla soluzione dei due stati, si tratterebbe di uno sviluppo pericoloso non solo per l’amministrazione Usa e per la sua visione di come porre fine al conflitto israelo-palestinese, ma anche per le sue ripercussioni sulle posizioni di altri Paesi nel mondo e spianerebbe la strada a ogni sorta di soluzioni per il conflitto”, si legge in una nota del ministero. L’alternativa alla Soluzione a due Stati è “l’apartheid“, il commento di Saeb Erekat, segretario del comitato esecutivo dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina. Anche Jibril Rajoub di Fatah, il partito del presidente palestinese Abu Mazen, ha detto che “gli Usa non devono dimenticare che la pace della regione dipende dalla risoluzione della questione israelo-palestinese e che non c’è alternativa alla costituzione di uno stato palestinese”.

 

 

Il premier israeliano – che aveva salutato la vittoria del miliardario newyorkese alle elezioni definendolo “amico sincero di Israele” in contrapposizione a Barack Obama – è oggi Washington per il primo incontro ufficiale con Trump con l’obiettivo di concordare una linea politica riguardo a palestinesi e Iran. Netanyahu, che ha già avuto un facci a faccia il segretario di Stato Rex Tillerson e definito l’incontro “eccellente”, spera di ottenere lo stesso “appoggio incondizionato” che lui ha offerto all’allora candidato repubblicano durante la campagna per le presidenziali e ha anticipato che proporrà di rinnovare le sanzioni a Teheran a seguito dei test con missili balistici compiuti a gennaio. Netanyahu alloggia nella Blair House, di fronte alla Casa Bianca, residenza ufficiale per invitati e presidenti stranieri, e il suo ritorno in Israele è previsto per giovedì.

 

Netanyahu, che quanto meno ufficialmente accetta la soluzione a due Stati, il mese scorso ha dichiarato davanti ai deputati del suo partito, il Likud, che era disposto a concedere ai palestinesi “qualcosa in meno rispetto a uno Stato”, riducendo la sovranità attribuita a questa soluzione. Quanto a Trump, per la prima volta giovedì scorso si è pronunciato su un periodico israeliano, Israel Hayom (cioè Israele oggi), sugli insediamenti ebraici in territorio palestinese e ha detto che le colonie “non aiutano il processo” di pace e che il governo israeliano deve “agire con responsabilità”. “Non sono uno che crede che avanzare con le colonie sia buono per la pace, però stiamo esaminando diverse opzioni”, ha detto il magnate repubblicano. Da quando Trump ha assunto la presidenza degli Stati Uniti lo scorso 20 gennaio, l’esecutivo israeliano ha rilanciato la sua politica di colonizzazione dando il via libera a oltre 6mila case negli insediamenti a Gerusalemme Est e in Cisgiordania e ha dato luce verde a una legge per mettere in regola 4mila case che si trovano in Cisgiordania.

 

Altro punto cruciale in agenda sarà il trasferimento dell’ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme, promesso da Trump in campagna elettorale. Ma lo scorso fine settimana il presidente Usa ha detto che “non è una decisione facile”. “Se ne è discusso per molti anni. Nessuno vuole prendere questa decisione e io ci sto pensando seriamente”, ha affermato. Il capo dell’intelligence palestinese, Majed Faraj, in questi giorni ha avuto per la prima volta contatti a Washington con membri del governo statunitense, dai quali secondo la stampa locale è uscito ottimista assicurando che Trump sta riconsiderando questi piani.

 

Intanto alcuni media israeliani riferiscono che il capo della Cia Mike Pompeo ha incontrato Abu Mazen alcuni giorni fa a Ramallah, in Cisgiordania. Al colloquio – il cui contenuto non è trapelato – avrebbe partecipato il capo dei servizi di sicurezza palestinesi Majd Freij.

 

Fonte

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Nel frattempo l'asse Trump - Netanyahu inizia a far emergere le sue intenzioni su come "liquidare" la questione palestinese. Speriamo bene perché questi sono capaci di fare cavolate e portare la regione indietro di 50 anni ai tempi delle guerre arabo-israeliane!

 

Usa, incontro Trump-Netanyahu. Casa Bianca: “Soluzione dei due Stati non è l’unica”. Olp: “Sarebbe apartheid”

 

Trump-Netanyahu-675.jpg

 

Il premier israeliano è oggi Washington per il primo incontro ufficiale con il presidente degli Stati Uniti con l'obiettivo di ottenere lo stesso "appoggio incondizionato" che lui ha offerto all'allora candidato repubblicano durante la campagna per le presidenziali

 

 

 

Fonte

 

 

 

.uhm ( come già sai : io faccio sempre il tifo per "Davide " contro i "Golia " di turno )

Non ho letto tutta la Tua Risp. ma ho capito dove si vuole andare a " parare " bah

 

... cioè a questo ::: Palestina.jpg... .uffa !!

 

( questa volta la prendo " alla larga " , altrimenti non si capisce dove voglio andare a tirare , o a parare ...

cioè : l'Informazione-maintream )

 

Chi mi conosce sa che sono "anche " un "amante dei cani " ( cinofilo ) , vedi ad es. la Disc." il vostro video preferito , quello che riguardate sempre volentieri ..." risp. n° 146 .

Posso perciò affermare con una certa competenza che tutti i cani,

per natura nascendo di branco, cioè inseriti in un collettivo, sono buoni, sociali e socievoli, collaborativi, rispettosi dell’armonia e dell’utile comunitari.

Il che Li rende la specie animale più vicina a quella umana.

Quanto meno a quella umana prima del degrado subito da una sua limitata , ma decisiva, quota-parte .

 

Addestrati, violentati nella loro identità originaria, educati male,

i cani

diventano strumenti di umani-degenerati che li pretendono delittuosamente a loro immagine e somiglianza.

E arriviamo ai Rottweiler aggressivi, ai Pitbull da combattimento, ai Doberman psicopatici ,

perfino ai Jack Russell mordaci,

interfaccia di poliziotti che picchiano,

forze speciali che torturano,

energumeni da rissa che inseguono modelli di videogiochi,

politici che sterminano,

padroni che ingrassano sul dimagrimento dei dipendenti.

Succede così a varie categorie umane.

Ne prendo in esame quella che ha in mano l'arma dell'informazione : i giornalisti.

 

Quello che succede ai cani, di loro natura buoni,

ma resi aggressivi a forza di violenze, sofferenze e ricatti affettivi,

succede ai giornalisti quando,

usciti dai banchi di scuola e di università con il degno e generoso desiderio di sollevare le sorti del genere umano attraverso una corretta ed eticamente finalizzata informazione sulle cose e le persone del Mondo..... ,

entrano in una redazione.

Quello che vien fatto ai cani con la frusta e il biscotto, a loro viene comminato con la carota della carriera e il bastone della disoccupazione.

Per cui molti, quelli che non fuggono in nicchie cartacee o di rete/indipendenti , si fanno Pitbull, Rottweiler, Doberman , .... e Jack Russell di servizio e d’attacco.

Da Noi è sempre l'1% che Ci comanda ( nel senso di Occidentali ) come ci dice Chi compila la classifica mondiale della peggiore stampa ( l'Italia , ad es. , è al 77° posto ) al cospetto dei quali la categoria ringhia, azzanna, prova ad uccidere.

 

 

.... ed adesso vado dove voglio andare " a parare " per quanto riguarda il problema Palestina ( leggi : problema Israele ) :::

Il tentativo degli ultrà di Netaniahu.... .schiaf (analogo a quello dei loro camerati di Kiev ),

mettere Trump davanti al fatto compiuto, aumentando ed accelerando a livelli parossistici lo spezzettamento della Cisgiordania con l’incistamento su terre private Palestinesi, garantite dagli accordi di Oslo,

di migliaia di nuove abitazioni, anche in Gerusalemme Est e con nuove colonie, tutte da affidare a 4000 nuove SA di Lieberman che ossessivamente ripete il dogma divino:

-""Tutta questa terra è nostra perché ci è stata data da dio"" - bah

 

E mentre quanto la criminalità Sionista e internazionale ha lasciato ai Palestinesi si sbriciola e scompare,

Mahmud Abbas... :patpat: , e i suoi soci in raccolta di briciole, promette di mantenere la "sicurezza congiunta " con la Gestapo Israeliana. .doh !!

 

E la lobby internazionale ( comprese anche tutte le "lobby " dei capi bastoni delle religioni ),

cosa fanno le Lobby??

Quella che condanna ( a chiacchiere ) i muri e perora l’accoglienza di tutti i " rifugiati " , fossero anche milioni ( vedi anche sbarchi in Sicilia ) , per la gloria del " multiculturalismo" e del " meticciato "

Nella sua Terra Promessa proclama lo Stato Etnico dei soli Ebrei ( vedi ad es. : Istria / foibe , per dire ) ed erige muri di 8 metri ... !!! sia contro gli autoctoni, sia contro i " rifugiati " dal Sinai.

 

" il cane "-passacarte della Stampa Occidentale "ovviamente " ci fa sapere SOLO quello che "dobbiamo sapere " .

Es.: ( si fa spesso riferimento ad Amnesty ... finanziata da gente come Soros & c. , come se fosse il Vangelo , opp. al sito sputtanatissimo di " CIA Zero Impunity " , per dire solo qualcuno )

le atrocità inventate dai facilitatori imperialisti di Amnesty

servono a coprire la voce soffocata provenienti da temerarie Ong dei diritti umani (tipo B’Tselem, Addameer, Defence for Children International , ecc. ) , che in Occidente non è nemmeno ascoltata e da giornali come Haaretz della stessa Israele, sulle torture istituzionali, vere e provate, che da decenni subiscono, insieme ai padri, i figli minorenni del popolo derubato.

E qui, si tratta di soggetti con facce, corpi, nomi e date dei quali

a una magistratura-servosistema ( non dissimile da quella di Roma ...per dire ) sono stati esibite la prove dei metodi di interrogatorio: bastonate sugli organi sensibili, corpi con piedi e polsi ammanettati piegati sullo schienale della sedia o costretti in piedi al muro per ore, privazione del sonno, violenze sessuali, minacce di morte ai famigliari, strangolamenti, isolamento perpetuo, ... e Chi ne ha più ne metta ( alla faccia dell'Olocausto !!! ) .

Oggi 6000 palestinesi ( più o meno ) sono chiusi in carcere,

di cui 200 bambini e 25 donne (per le quali nessuna marcia mondiale delle donne).

Il 20% degli abitanti dei territori occupati sono passati per il carcere.

207 ne sono usciti morti ( fino a ieri .... ) .

Questo in aggiunta all’aberrazione giuridica che è " la detenzione amministrativa " .

Vi finiscono circa un migliaio di Palestinesi, anche minori ogni anno, senza imputazione, difesa, processo, e sentenza .

Ma per le Amnesty International & c. i Palestinesi non esistono , anzi danno impiccio e fastidio .

 

Morale :

Anche il megafono " mainstream " ha un nome, sappiamo chi c'e' dietro ( sempre i soliti ....).

Proprio questi che avrebbero il dovere di informare per orientare i cittadini e che si ritengono impuni solo per essersi schierati dalla parte del piu' forte. bah

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Il 53% degli americani è d'accordo con il decreto anti immigrati di Trump

 

Eppure qui, nella Unione Europea delle Banane, ci stanno facendo passare la notizia che il 95% del popolo americano vuole Trump alla forca :d

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Un rapido aggiornamento dal M.O.

 

Dopo alcune settimane di pausa tra dicembre e gennaio è ripresa l'offensiva contro Mossul, di cui finora era stata liberata tutta la parte orientale, sulla sponda est dell'Eufrate.

Nei giorni scorsi le truppe irachene, appoggiate dell'aviazione della coalizione hanno iniziato le operazioni contro la parte occidentale di Mossul, dove si stima siano presenti centinaia di migliaia di civili.

Nella giornata di giovedì, le operazioni hanno portato come primo risultato la cattura dell'aeroporto di Mossul, situato sud, nonché di un quartiere adiacente ad esso.

Rimarrebbero nelle mani dell'Isis circa una ventina di quartieri centrali oltre alla periferia occidentale.

Le operazioni si presume dureranno ancora diverse settimane, per via che la zona ancora in mano al l'Isis fa parte della città vecchia, la cui conformazione agevola la difesa ed ostacola il movimento dei mezzi pesanti.

https://www.nytimes.com/2017/02/23/world/middleeast/iraq-mosul-airport-isis-islamic-state.html

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.giornale ... "" Uomo avvisato è mezzo salvato "" (cit.)

Leggendo le informazioni che Ci vengono diffuse dai mass-media-ufficiali ( e da quelli non ufficiali ) si evince facilmente che : L'amministrazione Trump è sotto attacco concentrato della strategia dominante a Washington per portare gli USA ( ed eventualmente i suoi vassalli della NATO ) ad un conflitto con la Russia !! .help

 

Premesso che :

Una cosa ormai Ci è chiama : il Presidente Donald Trump ,

si trova sotto ricatto da parte del gruppo dominante dei Neocons che sono indirettamente collegati con la campagna di delegittimazione del neo presidente che viene condotta a tutti i livelli dal sistema mediatico ( non solo in u.s.a. ) e dalle ONG (persino da Hollywood... !!!) che mobilitano le piazze con svariate manifestazioni anti-Trump. Perfino una parte del suo partito , che rappresenta gli interessi di Società arricchitesi con le guerre , gli è sfacciatamente contro .

 

Trump al momento sembra deciso a lottare e tenere duro ,

anche se ha dovuto cedere per quanto riguarda le sanzioni ( non è stato libero di convincere l'UE

a disobbedire agli ordini della precedente amministrazione guerrafondaia di Obama ) .

 

Ma la pressione si fa sempre più forte ed il gruppo dei neocons sembra che gli stia preparando qualche trappola sul teatro di guerra più delicato e complesso: in Siria.

 

(( Evidentemente , le mie previsioni erano giuste sul PERCHE' , (più o meno ) , cioè per colpa dei "neocon " & c. -USA , ma non sul DOVE ( vedi ad es. Risp. n° 171 a pag. 9 della Disc.: Russia , l'Italia invia 140 soldati in Lettonia , ecc. ) )

 

(( Il tentativo di creare il fatto compiuto,

la provocazione che avrebbe potuto portare alla scintilla del conflitto diretto con la Russia,

c’era già stato durante l’Amministrazione Obama ed avvenne precisamente 17 Settembre del 2016, quando l’aviazione USA e quella della coalizione alleata effettuò il bombardamento delle postazioni dell’Esercito siriano a Deir el Zor ( ne abbiamo già parlato in questa Discussione ).

Dalla ricostruzione degli eventi, oggi possiamo essere sicuri (ed i Russi lo sanno... ) che quello non fu un " errore " ma una azione voluta ed ordinata dal Pentagono per forzare la mano ad Obama e creare la scintilla del confronto diretto con la Russia.

In sostanza si trattava del frutto di una lotta interna fra gruppo dei "" neocons & il Pentagono "", alle spalle di Barack Obama e di John Kerry che in quel momento non avevano interesse a provocare una reazione russa. ))

 

.uhm Risulta ormai chiaro a tutti gli osservatori che,

Nelle prossime settimane, una volta che l’Amministrazione Trump decida come muoversi ed uscire dall’ambiguità, ordinando l’arrivo di nuove truppe USA sul terreno in Siria, non invitate dal Governo di Damasco ( e quindi ILLEGALI secondo la Legge Internazionale ) , ufficialmente per conquistare la roccaforte dell’ISIS a Raqqa e per puntellare le truppe "" dell’Esercito siriano Libero "", una formazione appoggiata dagli USA, ( sostenute anche dall’Esercito Turco ) ,

si vedrà come intende muoversi il nuovo comando USA.

 

In quel contesto,

le forze USA dipendenti da Pentagono potrebbero ... decidere una iniziativa "autonoma " tipo "Deir el Zor " di muoversi con l’appoggio aereo ai "ribelli-moderati " e tentare una sortita contro le postazioni siriane-russe nella zona settentrionale della Siria per spianare la potenziale zona di occupazione, altrimenti denominata "zona di sicurezza ".

 

Risulta quindi chiaro che un attacco contro le forze russe-siriane in Siria scatenerebbe la reazione russa ad ampio raggio ed il conseguente conflitto nucleare in un momento in cui Mosca si sente assediata dalla dislocazione delle truppe NATO presso i suoi confini. .help

 

Nel contesto attuale non è possibile nè realistica una qualsiasi pressione su Putin per convincere la Russia a staccarsi dall’alleanza con l’Iran/Hezbollah e tanto meno ad abbandonare il sostegno alla Siria di Bashar al-Asad dove in questo momento è vincente.

 

Da qui , considerando i precedenti ... , l’idea nefasta dei " neocons " di creare una provocazione bellica per mettere con le spalle al muro Trump e la sua pretesa di normalizzare i rapporti con la Russia.

 

Questa provocazione potrebbe concretizzarsi nel teatro siriano

ad es . :

con un improvviso bombardamento missilistico ed aereo

contro il quartier generale ( o fax-simile ) delle forze dell’Esercito Siriano.

Una azione di forza che scatenerebbe immediatamente la reazione Russa .

Nel giro di pochi minuti .... si avrebbe una mobilitazione delle forze nucleari Russe e Statunitensi da una parte e dall’altra dell’Atlantico !!! con lo scoppio di una Terza Guerra Mondiale combattuta con armi termonucleari. .help

 

La domanda d’obbligo è quella ... uum :

SE i personaggi dell’Elite di Washington siano consapevoli di quale sarebbe il risultato di un conflitto nucleare che non avrebbe vincitori

ma causerebbe la distruzione TOTALE di buona parte del pianeta

e ricaduta radiottiva generale su tutte le regioni incluse quelle degli Stati Uniti.

 

Secondo me ,

nella mente distorta di " questi signori "... (criminali), vi è la convenzione di riuscire a dare il primo colpo ( " first strike " ) sulle difese russe che lascerebbe indenni per un 80% quelle USA... bah

Da qui la convinzione di una mossa azzardata per arrivare ad un " redde rationem " con Mosca prima che diventi impraticabile un conflitto.

 

Però ::

Tutti ( o quasi ) gli specialisti militari dissentono da questa tesi .

( che oltre tutto non tiene conto dell’elemento della triade, quello dei sottomarini nucleari che, da soli, sarebbero sufficienti a distruggere oltre la metà degli obiettivi militari e industriali negli USA.)

 

Nel frattempo,

nel clima di mobilitazione generale causato dalle manovre della NATO ai confini russi,

le più massicce mai effettuate dalla Seconda Guerra Mondiale,

circolano voci accreditate da fonti informate secondo cui il presidente Putin avrebbe già ordinato , in vista di un conflitto, lo spostamento dei comandi strategici in altra postazione, probabilmente in appositi rifugi bunker fra i monti Urali.

 

Putin sembra che abbia " mangiato la foglia " e stia preparando le sue difese, come si preparano i Russi che sono già entrati in un clima di pre-guerra.

 

Noi Europei invece, ignari, disinformati , continuiamo con gli spensierati " balli " , le n/s. partite di calcio, ed i n/s. " trastulli " (... per dire ) pensando che niente accadrà bah .

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Wow, ci mancavano proprio i deliri di Luciano Lago... ahah ahah

 

Fra un'ora o due, appena avrò finito di ridere correrò a scavarmi un rifugio antiatomico... haha haha

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Wow, ci mancavano proprio i deliri di Luciano Lago... ahah ahah

 

Fra un'ora o due, appena avrò finito di ridere correrò a scavarmi un rifugio antiatomico... haha haha

 

Non sapevo chi fosse ma curiosando su Internet ho capito che è uno dei guru della contro-informazione, molto amato da complottisti e sostenitori delle scie chimiche. Ora io capisco che ognuno ha le sue opinioni politiche, i suoi pensieri e le sue "credenze", però veramente faccio fatica a comprendere come si possa denigrare i giornali tradizionali e considerare balle tutto quel che raccontano e dar invece credito a tizi del genere.....

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Non sapevo chi fosse ma curiosando su Internet ho capito che è uno dei guru della contro-informazione, molto amato da complottisti e sostenitori delle scie chimiche. Ora io capisco che ognuno ha le sue opinioni politiche, i suoi pensieri e le sue "credenze", però veramente faccio fatica a comprendere come si possa denigrare i giornali tradizionali e considerare balle tutto quel che raccontano e dar invece credito a tizi del genere.....

 

In effetti non capisco se il brav'uomo ci è o ci fa. Perché non è possibile ad esempio che creda veramente ad idiozie di questo genere:

La domanda d’obbligo è quella ...  :

SE i personaggi dell’Elite di Washington siano consapevoli di quale sarebbe il risultato di un conflitto nucleare che non avrebbe vincitori

ma causerebbe la distruzione TOTALE di buona parte del pianeta

e ricaduta radiottiva generale su tutte le regioni incluse quelle degli Stati Uniti.

 

Secondo me ,

nella mente distorta di " questi signori "... (criminali), vi è la convenzione di riuscire a dare il primo colpo ( " first strike " ) sulle difese russe che lascerebbe indenni per un 80% quelle USA... 

Da qui la convinzione di una mossa azzardata per arrivare ad un " redde rationem " con Mosca prima che diventi impraticabile un conflitto.

 

Però :: 

Tutti ( o quasi ) gli specialisti militari dissentono da questa tesi .

( che oltre tutto non tiene conto dell’elemento della triade, quello dei sottomarini nucleari che, da soli, sarebbero sufficienti a distruggere oltre la metà degli obiettivi militari e industriali negli USA.) 

 

Il principio del MAD, ossia la Mutually Assured Destruction è stato la colonna portante che ha impedito per 60 anni lo scoppio di una guerra termonucleare: la consapevolezza cioè che nessuno, in nessun caso avrebbe potuto sopravvivere ad un conflitto su scala globale (di quello, per intendersi, descritto in The Day After).

Quindi, a partire dagli anni Sessanta in poi, a parità nucleare raggiunta, non solo non vi era alcuna "convinzione di riuscire a sopravvivere al first strike", ma al contrario è stata proprio la consapevolezza di non poterci riuscire la chiave di sicurezza del MAD.

Qualsiasi altra interpretazione è delirio da Dr Stranamore.

 

Come anche la questione dei sottomarini nucleari: uno degli elementi della triade nucleare su cui l'Urss è sempre stata numericamente superiore agli USA è proprio quello dei sottomarini strategici, i quali hanno rappresentato una specie di incubo in termini di tracciabilità e rilevamento, visto che avrebbero potuto colpire dal nord-atlantico con un preavviso di molto inferiore a quello degli ICBM lanciati da terra, le cui basi erano invece ben note e monitorate costantemente (lo stesso valeva ovviamente per i sottomarini USA).

Quindi anche solo pensare che i sottomarini sovietici non siano stati tenuti in debito conto è una fesseria che non sta né in cielo né in terra. Anche perché proprio nella US-Navy era stata introdotta una tipologia di sottomarini denominati hunter-killer appositamente studiati per dare la caccia ai sottomarini strategici sovietici (come si può vedere, giusto per fare un esempio pop, nel ben noto Caccia a Ottobre Rosso :d )

 

Quindi la consapevolezza dell'impossibilità di sopravvivere ad un conflitto nucleare c'era allora è c'è tuttora e asserire il contrario è pura demenza.

O pura furbizia. ;)

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fatemi capire mi conviene iniziare a fare una buca in campagna o prendo i risparmi e vado a las vegas a puttane e droga?

 

uum

 

Ovviamente ( non ci vuole molto per capirLo , ... per Chi lo vuol capire ) , è più che altro una deduzione provocatoria nel senso :

" Uomo avvisato è mezzo salvato " ;)

Infatti si fa riferimento ad altre provocazioni che il "Pentagono & c." hanno già fatto in precedenza e a cui neanche il presidente degli Stati Uniti d'America riesce a mettere la " museruola " . Gli USA/neocon ( leggi : l'Elite che comanda in usa , ovviamente ) perseguono un unico piano sin dagli anni ‘90, indipendentemente da Chi sieda alla Casa Bianca e da quale sia la retorica utilizzata per vendere le miriadi di guerre e " rivoluzioni colorate " necessarie per raggiungere e mantenere l’egemonia globale.

(( come ho già spiegato in altre discussioni ; la guerra in Siria è solo una delle varie "opzioni " su cui potranno soffiare i Neocon/USA . C'è , ad es. , la prossima entrata nell'UE/NATO dell'Ucraina , opp. il Baltico , opp. nel mar del Sud della Cina , opp. al limite nel Jammu-Kashmir, dove fra India e Pakistan la miccia atomica è letteralmente tutti i giorni a un cm dal fuoco. , per non parlare dell'Iran .... Insomma le opzioni non mancheranno ....Ma queste sono un'altra Storia . ))

 

Poi , però , nella Risp. si afferma :

Però ::

"" - Tutti ( o quasi ) gli specialisti militari dissentono da questa tesi - "" ( non sono mica pazzi ) .

Affermazione abbastanza rassicurante , ma che ovviamente non sdogana completamente il problema se si tiene conto che alcuni comandanti hanno le mani " legate " dai Loro " capi bastone " del Pentagon , Wall Street , ecc. . , che hanno una

mentalità ed una percezione della realtà/pericolo completamente diversa da Noi " comuni mortali "

( Loro , la maggior parte dei dirigenti più importanti e i loro familiari , pensano di salvarsi comunque .

Ad es. :

Un film che spiega bene la mentalità di quell'ambiente d'Elite dominante è : "2012 " ( un film del 2009 ) ) ,

dove si immagina che l'Elite tiene nascosto fino all'ultimo alla " popolazione " il Cataclisma mondiale per ragioni di "ordine pubblico " , intanto Loro si organizzano e si preparano a mettersi in salvo per tempo con delle gigantesche arche ..... )

In breve :

( al di là di affermazioni di alcuni quaquaraquà/opinionisti cortigiani .... )

Il problema , per "" l'1%"" , non è tanto l'incolumità fisica che , secondo Loro , pensano di poterla risolvere , quanto il " gestire il DOPO!! " . Non ancora sono sicuri di riuscire a continuare a gestire il potere politico/militare "verticistico" come fanno oggi , su Chi e su quello che rimarrà .

In pratica hanno il timore che si spezzeranno "i fili" che attualmente tengono in mano , ... ma "tranquillo" su questo ci stanno "lavorado " . bah

 

p.s. :

Quando avete tempo e ... "testa " . , guardate anche ( a parte il film : 2012 ) questo film : .ehm

... http://www.tantifilm...1983-streaming/

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Per rispolverare questo topic, visto che riguarda il Medio Oriente in generale, vi riporto alcuni spunti di uno studio dell'Arab Center for Research and Policy Studies di Doha, che è stato presentato come "il più importante studio sull'opinione pubblica araba". Si parla di 45 mila ore di lavoro, di centinaia di persone che hanno viaggiato nei vari paesi arabi, andando a intervistare le persone anche nei villaggi sperduti nel deserto o in mezzo ai monti dove magari non hanno nemmeno il telefono o internet. Insomma, è pur sempre un sondaggio, ma pare abbiano tentato di ridurre al minimo il margine di errore. Chiaramente è uno studio che prende il mondo arabo come blocco unico parlando di "opinione pubblica araba", in realtà poi nel dettaglio le risposte differiscono anche in modo significativo tra i vari paesi, le idee dei tunisini non coincidono con quelle dei sauditi, per dire.

 

Ecco alcuni spunti che possono interessare relativamente a questo topic (non credo vi interessi il grado di soddisfazione economica e via dicendo).

  • Il 24% del campione alla domanda "se ve ne fosse la possibilità emigreresti per migliorare le tue condizioni economiche?" ha riposto Si, contro il No del 75% e il non saprei dell'1%.
  • Il 43% ha detto che le società arabe non sono ancora pronte per la democrazia, contro il 49% che le ritiene pronte e l'8% che non si esprime.
  • Per il 22% la democrazia non è compatibile con l'Islam, per il 70% la democrazia è compatibile con l'Islam, l'8% non si esprime.
  • In linea generale il 72% dice di volere la democrazia, il 22% non la vuole, il 6% non si esprime.
  • Solo il 56% si sente libero di poter criticare il proprio governo/sovrano senza avere paura. Questa percentuale è molto diversa tra i vari paesi, si va dall'81% della Tunisia al 29% del Sudan.
  • Alla domanda "quanto sei religioso?" il 20% ha risposto "molto religioso", il 65% "moderatamente religioso", l'11% "non sono religioso", l'1% si è definito "non credente" e il 3% non ha risposto.
  • Sul "cosa significa essere religiosi?" il 38% ha risposto "rispettare i precetti, pregare, digiunare, ecc", il 28% ha riposto "essere onesti, corretti, ecc", il 19% ha riposto "trattare bene il prossimo", il 6% "avere forti legami famigliari", il 6% "aiutare i bisognosi", il 3% "altro".
  • Sulla separazione tra stato e religione il 53% si è detto favorevole, il 41% contrario, il 6% non si è espresso.
  • Sulla visione verso gli altri popoli arabi. Il 40% ha detto "siamo un solo popolo diviso da confini fittizi". Il 37% ha detto "siamo un solo popolo ma ogni nazione ha le sue peculiarità". Il 19% ha risposto "siamo popoli diversi" e il 4% non si è espresso.
  • Sulla politica estera di alcune nazioni non arabe verso le questioni del mondo arabo. Il 54% giudica positiva la politica della Turchia verso gli arabi, il 34% la giudica negativa. Il 29% giudica positiva la politica della Francia verso gli arabi, il 57% la giudica negativa. Il 21% giudica positiva la politica della Russia verso gli arabi, il 66% la giudica negativa. Il 18% giudica positiva la politica dell'Iran verso gli arabi, il 71% la giudica negativa. Il 15% giudica positiva la politica degli USA verso gli arabi, il 77% la giudica negativa.
  • L'86% del campione è contrario al riconoscimento d'Israele da parte del suo governo, il 9% è favorevole, il 5% non si esprime.
  • Alla domanda "Come giudichi la primavera araba dopo 6 anni dalle prime rivoluzioni"? Il 13% ha risposto "molto positivamente", il 28% "positivamente", il 22% "negativamente" e il 28% "molto negativamente". Il 9% non si esprime.
  • Alla domanda "Come valuti l'Isis?" l'89% ha risposto "negativamente", il 5% ha risposto "positivamente" e il 5% non si è espresso.
  • Tra coloro che hanno risposto "positivamente" sull'Isis la percentuale di quelli che si definiscono "non religiosi" è sostanzialmente identica a quelli che si definiscono "molto religiosi".
  • Alla domanda "Perché i giovani si uniscono all'Isis?" il 22% ha risposto "povertà e disoccupazione", il 18% ha risposto "subiscono il lavaggio del cervello", il 17% ha risposto "per convinzione religiosa", l'11% per "la situazione politica dei propri paesi" e il 7% per "le ingiustizie subite dai regimi". Le altre risposte hanno percentuali inferiori al 5%.
  • Alla domanda "Cosa bisogna fare per sconfiggere il terrorismo?" il 17% ha detto "intensificare l'azione militare", il 15% "fermare l'ingerenza straniera nei nostri paesi", il 14% "risolvere la questione palestinese", il 14% "favorire la democrazia nel mondo arabo", il 12% "risolvere la situazione in Siria", il 7% "risolvere i problemi economici", il 6% "combattere le letture estremiste della religione", il 4% "cambiare il rapporto tra sunniti e sciiti", il 2% "diffondere gli ideali della convivenza", l'1% "risolvere la situazione in Libia", il 7% non sa rispondere.

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Per rispolverare questo topic, visto che riguarda il Medio Oriente in generale, vi riporto alcuni spunti di uno studio dell'Arab Center for Research and Policy Studies di Doha, che è stato presentato come "il più importante studio sull'opinione pubblica araba". Si parla di 45 mila ore di lavoro, di centinaia di persone che hanno viaggiato nei vari paesi arabi, andando a intervistare le persone anche nei villaggi sperduti nel deserto o in mezzo ai monti dove magari non hanno nemmeno il telefono o internet. Insomma, è pur sempre un sondaggio, ma pare abbiano tentato di ridurre al minimo il margine di errore. Chiaramente è uno studio che prende il mondo arabo come blocco unico parlando di "opinione pubblica araba", in realtà poi nel dettaglio le risposte differiscono anche in modo significativo tra i vari paesi, le idee dei tunisini non coincidono con quelle dei sauditi, per dire.

 

Ecco alcuni spunti che possono interessare relativamente a questo topic (non credo vi interessi il grado di soddisfazione economica e via dicendo).

  • Il 24% del campione alla domanda "se ve ne fosse la possibilità emigreresti per migliorare le tue condizioni economiche?" ha riposto Si, contro il No del 75% e il non saprei dell'1%.
  • Il 43% ha detto che le società arabe non sono ancora pronte per la democrazia, contro il 49% che le ritiene pronte e l'8% che non si esprime.
  • Per il 22% la democrazia non è compatibile con l'Islam, per il 70% la democrazia è compatibile con l'Islam, l'8% non si esprime.
  • In linea generale il 72% dice di volere la democrazia, il 22% non la vuole, il 6% non si esprime.
  • Solo il 56% si sente libero di poter criticare il proprio governo/sovrano senza avere paura. Questa percentuale è molto diversa tra i vari paesi, si va dall'81% della Tunisia al 29% del Sudan.
  • Alla domanda "quanto sei religioso?" il 20% ha risposto "molto religioso", il 65% "moderatamente religioso", l'11% "non sono religioso", l'1% si è definito "non credente" e il 3% non ha risposto.
  • Sul "cosa significa essere religiosi?" il 38% ha risposto "rispettare i precetti, pregare, digiunare, ecc", il 28% ha riposto "essere onesti, corretti, ecc", il 19% ha riposto "trattare bene il prossimo", il 6% "avere forti legami famigliari", il 6% "aiutare i bisognosi", il 3% "altro".
  • Sulla separazione tra stato e religione il 53% si è detto favorevole, il 41% contrario, il 6% non si è espresso.
  • Sulla visione verso gli altri popoli arabi. Il 40% ha detto "siamo un solo popolo diviso da confini fittizi". Il 37% ha detto "siamo un solo popolo ma ogni nazione ha le sue peculiarità". Il 19% ha risposto "siamo popoli diversi" e il 4% non si è espresso.
  • Sulla politica estera di alcune nazioni non arabe verso le questioni del mondo arabo. Il 54% giudica positiva la politica della Turchia verso gli arabi, il 34% la giudica negativa. Il 29% giudica positiva la politica della Francia verso gli arabi, il 57% la giudica negativa. Il 21% giudica positiva la politica della Russia verso gli arabi, il 66% la giudica negativa. Il 18% giudica positiva la politica dell'Iran verso gli arabi, il 71% la giudica negativa. Il 15% giudica positiva la politica degli USA verso gli arabi, il 77% la giudica negativa.
  • L'86% del campione è contrario al riconoscimento d'Israele da parte del suo governo, il 9% è favorevole, il 5% non si esprime.
  • Alla domanda "Come giudichi la primavera araba dopo 6 anni dalle prime rivoluzioni"? Il 13% ha risposto "molto positivamente", il 28% "positivamente", il 22% "negativamente" e il 28% "molto negativamente". Il 9% non si esprime.
  • Alla domanda "Come valuti l'Isis?" l'89% ha risposto "negativamente", il 5% ha risposto "positivamente" e il 5% non si è espresso.
  • Tra coloro che hanno risposto "positivamente" sull'Isis la percentuale di quelli che si definiscono "non religiosi" è sostanzialmente identica a quelli che si definiscono "molto religiosi".
  • Alla domanda "Perché i giovani si uniscono all'Isis?" il 22% ha risposto "povertà e disoccupazione", il 18% ha risposto "subiscono il lavaggio del cervello", il 17% ha risposto "per convinzione religiosa", l'11% per "la situazione politica dei propri paesi" e il 7% per "le ingiustizie subite dai regimi". Le altre risposte hanno percentuali inferiori al 5%.
  • Alla domanda "Cosa bisogna fare per sconfiggere il terrorismo?" il 17% ha detto "intensificare l'azione militare", il 15% "fermare l'ingerenza straniera nei nostri paesi", il 14% "risolvere la questione palestinese", il 14% "favorire la democrazia nel mondo arabo", il 12% "risolvere la situazione in Siria", il 7% "risolvere i problemi economici", il 6% "combattere le letture estremiste della religione", il 4% "cambiare il rapporto tra sunniti e sciiti", il 2% "diffondere gli ideali della convivenza", l'1% "risolvere la situazione in Libia", il 7% non sa rispondere.

 

 

In estremissima sintesi:

 

1- piuttosto logico, ma positivo

2- complessivamente positivo, ma mi sorprende: avrei detto meno del 49%

3- molto positivo ma mi sorprende assai: sbalordito da quel 70%

4- come sopra

5- 56% percentuale ragionevole, forse un tantino superiore a quanto mi aspettavo. Ma giustamente da contestualizzare caso per caso

6- a grandi linee l'idea che mi ero fatto anche se avrei dato un po' di più a quel 20% ed in meno a quel 65%

7- credo che da noi i credenti cristiani risponderebbero con percentuali analoghe.

8- risultato non esaltante. C'è da fare ancora parecchia strada.

9- risultato abbastanza problematico anche se non sorprendente

10- risultato in linea con le aspettative. La Turchia gode del vantaggio di essere un paese islamico

11- problema enorme. Risultato superscontato, che rappresenta un nodo fondamentale della questione

12- pensavo peggio: ma coerente con la risposta 2)

13- risultato altamente positivo. Forse non tutto è perduto.

14- risultato interessante, ma non del tutto inaspettato: l'Isis ha una forte base di "ex-laici"

15- risposte variegate: ma in effetti non credo ci sia una causa prevalente che induca ad aderire all'ISIS

16- come sopra. Il lavoro deve essere fatto su tutti i fronti. Preoccupa quel misero 6% relativo a chi giudica necessario combattere la lettura estremistica della religione.

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In estremissima sintesi:

 

1- piuttosto logico, ma positivo

2- complessivamente positivo, ma mi sorprende: avrei detto meno del 49%

3- molto positivo ma mi sorprende assai: sbalordito da quel 70%

4- come sopra

5- 56% percentuale ragionevole, forse un tantino superiore a quanto mi aspettavo. Ma giustamente da contestualizzare caso per caso

6- a grandi linee l'idea che mi ero fatto anche se avrei dato un po' di più a quel 20% ed in meno a quel 65%

7- credo che da noi i credenti cristiani risponderebbero con percentuali analoghe.

8- risultato non esaltante. C'è da fare ancora parecchia strada.

9- risultato abbastanza problematico anche se non sorprendente

10- risultato in linea con le aspettative. La Turchia gode del vantaggio di essere un paese islamico

11- problema enorme. Risultato superscontato, che rappresenta un nodo fondamentale della questione

12- pensavo peggio: ma coerente con la risposta 2)

13- risultato altamente positivo. Forse non tutto è perduto.

14- risultato interessante, ma non del tutto inaspettato: l'Isis ha una forte base di "ex-laici"

15- risposte variegate: ma in effetti non credo ci sia una causa prevalente che induca ad aderire all'ISIS

16- come sopra. Il lavoro deve essere fatto su tutti i fronti. Preoccupa quel misero 6% relativo a chi giudica necessario combattere la lettura estremistica della religione.

Si, anch'io sono rimasto sorpreso da alcuni dati. Mi sarebbe piaciuto avere più dettagli sulle risposte per esempio in base all'età. Per ora purtroppo c'è solo il rapporto "breve", quello dettagliato mi sa che uscirà successivamente ma spesso sono a pagamento!

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Si, anch'io sono rimasto sorpreso da alcuni dati. Mi sarebbe piaciuto avere più dettagli sulle risposte per esempio in base all'età. Per ora purtroppo c'è solo il rapporto "breve", quello dettagliato mi sa che uscirà successivamente ma spesso sono a pagamento!

 

Nel caso tienici informati.

La ggente vogliono i dati! :d

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Viaggio. Papa Francesco in Egitto nel segno del dialogo ecumenico e interreligioso

 

 

Stefania Falasca sabato 18 marzo 2017

Il Papa sarà al Cairo il 28 e 29 aprile, accogliendo gli inviti di Al-Sisi, della Chiesa cattolica locale, della Chiesa copta e dall'Università teologica sunnita di Al-Azhar

 

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«L'Egitto accoglie con favore questa visita che contribuirà a radicare il messaggio dell’islam basato sulla tolleranza e sul dialogo fra tutte le religioni e a rinunciare al linguaggio della violenza e dell’estremismo». Dal Cairo, Alaa Youssef, portavoce del presidente egiziano
Abdel Fattah Al Sisi
, ha voluto sottolineare l’importanza del viaggio che
papa Francesco
compirà nella
Repubblica araba d’Egitto
dal 28 al 29 aprile, annunciato ufficialmente ieri dalla Sala Stampa vaticana. Proprio la visita-lampo nell’infuocata area del Medio Oriente inaugurerà la serie dei viaggi internazionali per l’emergenza della «pace a pezzi» annunciati dal Papa nel corso di quest’anno.

Primo in agenda risulta così anche l’
impegno ecumenico e interreligioso
, che segna il carattere di questa uscita in Egitto. Tutti, non solo la gerarchia cattolica, hanno chiesto con insistenza la presenza del Papa. È significativo infatti che gli inviti per la realizzazione della visita siano giunti unanimi non solo dai patriarchi della
Chiesa cattolica
e della
Chiesa copta ortodossa
, la più grande delle comunità cristiane del Medio Oriente. Assieme a quella di Al Sisi, la richiesta della presenza di Francesco è partita anche da
Ahmed El-Tayyb
, il grande imam di Al-Azhar, massimo esponente del più autorevole
centro teologico sunnita
. L’imam e il Papa si erano incontrati in Vaticano il 23 maggio 2016, rilevando il grande significato di quel nuovo incontro dopo anni di crisi, nel quadro del dialogo fra la Chiesa cattolica e l’islam. E si erano intrattenuti sul tema del comune impegno delle autorità e dei fedeli delle grandi religioni per la pace nel mondo, il rifiuto della violenza e del terrorismo, la situazione dei cristiani nel contesto dei conflitti e delle tensioni nel Medio Oriente e la loro protezione.

Proprio nell’ateneo di
Al-Azhar
si è preparato il terreno alla venuta del Papa, con la presenza il 22 e 23 febbraio del cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, che ha preso parte al simposio sul tema «Libertà e cittadinanza: diversità e integrazione». I lavori, ai quali avevano preso parte personalità religiose, accademiche e scientifiche cristiane e musulmane, si erano conclusi con l’adozione di una «Al-Azhar’s Declaration for the Muslim-Christian Coexistence». In quell’occasione il
Papa copto Tawadros II
aveva affermato che «la religione dovrebbe essere parte della soluzione e non del problema. L’ignoranza degli insegnamenti religiosi è il motivo principale dell’adozione di visioni estremiste e radicali».

«Ci siamo trovati d’accordo nel valutare la gravità della situazione di violenza e anche la necessità di trasmettere valori alle giovani generazioni – aveva evidenziato il
cardinale Tauran
–. Abbiamo cercato insieme le cause della violenza: tutti ci siamo trovati, tutti, d’accordo – soprattutto i musulmani – nell’affermare che non è lecito invocare la religione per giustificare la violenza. Dobbiamo continuare su questa strada: più la violenza aumenta – ed è grave – più è necessario moltiplicare questo tipo di incontri» che «sono veramente doni che si fanno all’umanità, perché dimostrano che esiste la possibilità di lavorare insieme. Quello che invece vogliono i terroristi è dimostrare che non è possibile vivere insieme con i musulmani; noi affermiamo il contrario».

Respingere ogni forma di fanatismo, estremismo e violenza in nome della religione; promuovere la conoscenza reciproca, i valori comuni e il dialogo: è quanto hanno auspicato il centro per il dialogo di Al-Azhar e il Pontificio Consiglio, e certamente saranno i motivi conduttori anche di questo viaggio. Nel quale sarà messo al centro pure il conforto per le comunità cristiane duramente provate – anche recentemente – dalla violenza jaidista. La visita resterà circoscritta al Cairo, dove il Papa incontrerà i leader e le comunità delle diverse componenti religiose.

 

Avvenire

 

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.uhm .... grande Razzi !!! :d ( selfie con Bashar Al Assad )

razzi.JPG

 

Lo stanno sommergendo di critiche. Al di la' del personaggio Razzi (un *) dove erano tutte queste anime candide fino a poco tempo fa? Eppure che Assad fosse quello che e' si sapeva da anni, gia' il padre non era un santo. Sembra ieri quando piovevano elogi ora dimenticati da questa massa di ipocriti:

 

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Lo stanno sommergendo di critiche. Al di la' del personaggio Razzi (un *) dove erano tutte queste anime candide fino a poco tempo fa? Eppure che Assad fosse quello che e' si sapeva da anni, gia' il padre non era un santo. Sembra ieri quando piovevano elogi ora dimenticati da questa massa di ipocriti:

 

 

E, intanto, il web impazzisce postando dovunque il selfie di Razzi con Assad.

Strano che non abbia reagito allo stesso modo quando a farsi selfie con Renzi c'erano (ad es. ) Petro Porošenko, opp. il re dell'Arabia Saudita, o Benjamin Netanyahu ... .ghgh

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E, intanto, il web impazzisce postando dovunque il selfie di Razzi con Assad.

Strano che non abbia reagito allo stesso modo quando a farsi selfie con Renzi c'erano (ad es. ) Petro Porošenko, opp. il re dell'Arabia Saudita, o Benjamin Netanyahu ... .ghgh

 

L'ipocrisia della classe dirigente occidentale e' leggendaria...vedi anche come hanno trattato Gheddafi, lo invitavano a Roma e poi lo hanno scaricato senza troppi problemi..("Sic transit gloria mundi" cit.) poi ti chiedi come mai molti Paesi si fidano di Russia e Cina e non di noi.

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