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Mormegil

Guerra di Siria e situazione mediorientale: news e commenti

Post in rilievo

Più osservo questa guerra e più mi sembra di rivedere le guerre Jugoslave degli anni '90.

 

A cosa ti riferisci precisamente?

Lo trovo un parallelismo interessante, tuttavia tanto il contesto quanto i presupposti sono molto diversi... uum

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Guerre di religione.

 

Non so quanto possa essere catalogata come guerra di religione, quanto guerra di "blocchi", Nato vs Russia, Iran vs paesi arabi.

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Non so quanto possa essere catalogata come guerra di religione, quanto guerra di "blocchi", Nato vs Russia, Iran vs paesi arabi.

 

.uhm più che IRAN ,

io direi : Siria (governo Bath di Bashar al Assad ) vs paesi Arabi ( Qatar in primis ) : per il problema della pipiline del gas .

Più : Iraq ( che cerca di liberare i Suoi territori dai Jihadisti sostenuti dai paesi Arabi ) vs paesi Arabi .

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.uhm più che IRAN ,

io direi : Siria (governo Bath di Bashar al Assad ) vs paesi Arabi ( Qatar in primis ) : per il problema della pipiline del gas .

Più : Iraq ( che cerca di liberare i Suoi territori dai Jihadisti sostenuti dai paesi Arabi ) vs paesi Arabi .

 

Iran vs paesi arabi, Siria e Iraq sono solo gli scenari dello scontro tra le 2 componenti di questi popoli che stanno con gli uni o con gli altri, cioè i governi che sono filo-iraniani contro la componente sunnita di Siria e Iraq che è anti-iraniana e filo-araba. Se non ci fosse stato l'Iran a sostenere Assad il suo governo sarebbe andato in frantumi dopo poche settimane di proteste e scioperi, come per Mubarak in Egitto o Ben Ali in Tunisia.

Inoltre la Siria non è una proprietà privata del clan Assad, la Siria è del popolo siriano, un popolo arabo-sunnita al 75% che non ama l'Iran, anzi.

P.S: il Qatar ha mollato tutto e ormai si è avvicinato alla Russia anche sulla questione siriana, dichiarandosi apertamente per una soluzione diplomatica, ora sono i sauditi ad avere le carte in mano.

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Iran vs paesi arabi, Siria e Iraq sono solo gli scenari dello scontro tra le 2 componenti di questi popoli che stanno con gli uni o con gli altri, cioè i governi che sono filo-iraniani contro la componente sunnita di Siria e Iraq che è anti-iraniana e filo-araba. Se non ci fosse stato l'Iran a sostenere Assad il suo governo sarebbe andato in frantumi dopo poche settimane di proteste e scioperi, come per Mubarak in Egitto o Ben Ali in Tunisia.

Inoltre la Siria non è una proprietà privata del clan Assad, la Siria è del popolo siriano, un popolo arabo-sunnita al 75% che non ama l'Iran, anzi.

P.S: il Qatar ha mollato tutto e ormai si è avvicinato alla Russia anche sulla questione siriana, dichiarandosi apertamente per una soluzione diplomatica, ora sono i sauditi ad avere le carte in mano.

 

Sì ,

ma che c'entra l'IRAN ,

l'Iran verrà attaccata "dopo" , quando sarà eletta la " guerrafodaia " Killary : "tranquillo " ;)

A parte il Kurdistan che vuole la separazione ed il riconoscimento dell'ONU .

Es.: Mosul sta in Iraq , Kirkuk sta in Iraq , mica stanno in Iran ;

poi il fatto che il governo di Rouhani fa il tifo per Al Assad per via del Gas ( la religione non c'entra ) e magari lo aiuta in qualche modo (ad es.:mandando degli ufficiali esperti ) è un'altro discorso .

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Sì ,

ma che c'entra l'IRAN ,

l'Iran verrà attaccata "dopo" , quando sarà eletta la " guerrafodaia " Killary : "tranquillo " ;)

A parte il Kurdistan che vuole la separazione ed il riconoscimento dell'ONU .

Es.: Mosul sta in Iraq , Kirkuk sta in Iraq , mica stanno in Iran ;

poi il fatto che il governo di Rouhani fa il tifo per Al Assad per via del Gas ( la religione non c'entra ) e magari lo aiuta in qualche modo è un'altro discorso .

 

Siria e Iraq sono ormai 2 colonie iraniane dove di fatto governa Qasem Soleimani su ordini di Teheran, altro che "aiuti"!

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Sì ,

ma che c'entra l'IRAN ,

l'Iran verrà attaccata "dopo" , quando sarà eletta la " guerrafodaia " Killary : "tranquillo " ;)

A parte il Kurdistan che vuole la separazione ed il riconoscimento dell'ONU .

Es.: Mosul sta in Iraq , Kirkuk sta in Iraq , mica stanno in Iran ;

poi il fatto che il governo di Rouhani fa il tifo per Al Assad per via del Gas ( la religione non c'entra ) e magari lo aiuta in qualche modo è un'altro discorso .

 

magari lo aiuta in qualche modo = con diverse migliaia di pasdaran inviati a combattere in Siria, la maggior parte nell'area di Aleppo e con un ponte aereo continuo di rifornimenti militari .the

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Siria e Iraq sono ormai 2 colonie iraniane dove di fatto governa Qasem Soleimani su ordini di Teheran, altro che "aiuti"!

 

Credo che ci sia ancora un ostacolo alla completa subordinazione a Teheran, vale a dire Al Sistani...almeno fintanto che sarà in vita... .sisi .sisi

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Intanto, novità molto importante anche in chiave siriana, il Libano ha un presidente della repubblica dopo 2 anni e mezzo di stallo causato dal mancato accordo tra le varie componenti del parlamento.

 

Michel Aoun è il nuovo presidente del Libano

 

Dopo due anni e mezzo di stallo e con l'appoggio di Hezbollah: ha 81 anni, è cristiano maronita ed è un ex generale molto noto

 

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Saad Hariri, a sinistra, e Michel Aoun a Beirut, Libano (AP Photo/Hussein Malla)

 

Oggi il cristiano maronita Michel Aoun è diventato il nuovo presidente del Libano, il 13esimo nella storia del paese. Aoun è stato eletto dal parlamento grazie anche al sostegno del blocco a cui fa riferimento Saad Hariri, il figlio di Rafik Hariri, il politico ucciso con un’autobomba a Beirut il 14 febbraio 2004. Aoun e Hariri fanno parte di due fazioni politiche diverse: hanno negoziato per settimane e poi si sono accordati sul fatto che il primo sarà presidente e appoggerà la candidatura del secondo a primo ministro. L’elezione di Aoun è molto importante, perché era dal 24 maggio 2014 che in Libano non si riusciva a eleggere un presidente; e poi per una serie di altre ragioni che riguardano le intricate alleanze interne tra i vari gruppi politici e i pesanti condizionamenti esterni di Iran e Arabia Saudita.

 

Michel Aoun ha 81 anni ed è un conosciuto e importante politico cristiano libanese. In Libano, ancora più che in altri paesi del Medio Oriente, è significativo dire se un politico è cristiano, musulmano sciita o musulmano sunnita, visto che la struttura istituzionale del paese è basata su un attento equilibrio tra i vari gruppi religiosi: il presidente è un cristiano maronita, il presidente del Parlamento è un musulmano sciita mentre il primo ministro è un musulmano sunnita. Nonostante Aoun sia cristiano, da diverso tempo è sostenuto da Hezbollah, il principale partito politico sciita del Libano. Hezbollah è un gruppo piuttosto noto anche in Occidente: negli ultimi anni ha combattuto in Siria a fianco dell’esercito del presidente siriano Bashar al Assad, prima se ne parlava soprattutto per le sue azioni contro Israele. È considerato un gruppo terroristico dall’Occidente, ma in Libano è molto forte e ha grande influenza sulla vita politica nazionale.

 

Oltre all’appoggio di Hezbollah, Aoun può contare anche sulla notorietà che gli deriva dalla sua precedente carriera militare. Negli anni Ottanta, durante la guerra civile libanese, fu comandante dell’esercito libanese: era chiamato “il generale” e lui si descriveva come un nuovo Napoleone, o il Charles de Gaulle dei libanesi. In quegli anni Aoun combatté contro i soldati siriani, nel tentativo di ridurre l’influenza della Siria in Libano; ma quando i siriani entrarono a Beirut il 14 marzo 1989, Aoun fu costretto ad andare in esilio in Francia, da dove continuò a fare attività di lobbying contro la presenza siriana in Libano. Tornò solo nel 2005, dopo che c’era stata la cosiddetta “Rivoluzione dei Cedri” che aveva costretto le forze siriane a ritirarsi dal paese. Da allora Aoun ha stabilito una solida alleanza con Hezbollah, che a sua volta è appoggiato dalla Siria e dall’Iran. L’avvicinamento di Aoun alla Siria, avvenuto negli ultimi dieci anni, è stato criticato molto e in diversi hanno detto che quella di Aoun fosse una manovra politica per assicurarsi la presidenza. Il risultato è stato un netto indebolimento della fazione dei cristiani maroniti, una volta dominante, e proteste interne molto intense. L’elezione di Aoun, ha scritto Reuters, è stata una vittoria dell’asse Hezbollah, Teheran e Damasco.

 

Una delle cose più sorprendenti della presidenza di Aoun è l’accordo che lo stesso Aoun è riuscito a concludere con Hariri. I due sono considerati da tempo rivali politici, soprattutto da quando Aoun si è avvicinato alla Siria e a Hezbollah, accusati dallo stesso Hariri di avere ucciso suo padre Rafik. E c’è da considerare anche che Hariri è appoggiato dall’Arabia Saudita, arcinemica dell’Iran. L’impressione, hanno scritto alcuni analisti, è che l’accordo con Aoun sia stato visto da Hariri come ultima spiaggia, diciamo così, per assicurarsi una sopravvivenza politica che altrimenti sarebbe stata molto complicata (Hariri ha anche diversi guai economici per conto suo, tra le altre cose). Il sistema libanese attribuisce infatti al primo ministro ampi poteri, più di quanti non ne attribuisca al presidente. Allo stesso tempo sembra che i sauditi abbiano deciso di allentare la competizione con gli iraniani per il controllo della politica libanese, concentrandosi di più sulla regione del Golfo Persico (il Libano si trova nella regione del Levante, molto più a ovest del Golfo).

 

Fonte: Il Post

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Iraq. Messa a Qaraqosh nella cattedrale strappata al Daesh

 

Foto Lapresse
giovedì 3 novembre 2016

Un sacerdote iracheno ha celebrato Messa, il 2 novembre, sotto le volte della cattedrale dell'Immacolata Concezione a Qaraqosh, nei pressi di Mosul. Dopo la devastazione jihadista, si torna a sperare

 

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Avvenire

 

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I curdi arrestano Kosuke Tsuneoka, il giapponese dell'Isis

 

L'uomo si è difeso dicendo che era un giornalista che seguiva la battaglia. Ma poi sono spuntate foto compromettenti .

 

I peshmerga Le autorità del Kurdistan iracheno hanno confermato di avere arrestato nei giorni scorsi un cittadino giapponese che diceva di essere nella regione per seguire come giornalista freelance l'avanzata lealista su Mosul.

Secondo i Curdi invece l'uomo,

Kosuke Tsuneoka, di 47 anni, ha legami con l'Isis, per il quale ha svolto le funzioni di traduttore, recandosi anche a Raqqa la 'capitale' dello Stato islamico in Siria.

Ed in effetti sono state trovate alcune foto compromettenti:

in una Tsuneoka posava con un mitra davanti a una bandiera della Umma (usata dal Califfato)

e in un'altra era con un leader ceceno dell'Isis conosciuto come Abu al Walid.

«Le autorità giapponesi lo hanno interrogato più volte in passato, ma poi lo hanno lasciato andare perché non c'erano indizi sufficienti per incriminarlo»,

si legge nel comunicato del governo di Erbil.

Nella nota si precisa che Tsuneoka si è convertito nel 2000 all'Islam con il nome di Shami e poi ha stabilito contatti con miliziani ceceni e afghani, prima di recarsi appunto a Raqqa.

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I curdi arrestano Kosuke Tsuneoka, il giapponese dell'Isis

 

L'uomo si è difeso dicendo che era un giornalista che seguiva la battaglia. Ma poi sono spuntate foto compromettenti .

 

I peshmerga Le autorità del Kurdistan iracheno hanno confermato di avere arrestato nei giorni scorsi un cittadino giapponese che diceva di essere nella regione per seguire come giornalista freelance l'avanzata lealista su Mosul.

Secondo i Curdi invece l'uomo,

Kosuke Tsuneoka, di 47 anni, ha legami con l'Isis, per il quale ha svolto le funzioni di traduttore, recandosi anche a Raqqa la 'capitale' dello Stato islamico in Siria.

Ed in effetti sono state trovate alcune foto compromettenti:

in una Tsuneoka posava con un mitra davanti a una bandiera della Umma (usata dal Califfato)

e in un'altra era con un leader ceceno dell'Isis conosciuto come Abu al Walid.

«Le autorità giapponesi lo hanno interrogato più volte in passato, ma poi lo hanno lasciato andare perché non c'erano indizi sufficienti per incriminarlo»,

si legge nel comunicato del governo di Erbil.

Nella nota si precisa che Tsuneoka si è convertito nel 2000 all'Islam con il nome di Shami e poi ha stabilito contatti con miliziani ceceni e afghani, prima di recarsi appunto a Raqqa.

 

Ci mancava solo il giapponese dell'Isis! .doh

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Uccisi due militari americani in Giordania

 

Non è ancora chiara la dinamica dell'accaduto. I due soldati avrebbero cercato di entrare nella base aerea di Al Jafr senza rispettare le procedure previste. Gli agenti di sicurezza hanno quindi aperto il fuoco uccidendoli

 

di Redazione | 04 Novembre 2016 ore 15:35

 

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Aeroporto militare di Amman (foto LaPresse)

 

Due militari statunitensi impiegati nell'addestramento di truppe nella base aerea Prince Faisal, nell'area di al Jafr, a est di Amman, in Giordania, sono stati uccisi venerdì. Al momento non è ancora chiara la dinamica dell'accaduto. L’agenzia di stampa giordana “Petra” riferisce che i due soldati avrebbero cercato di entrare nella base aerea di Al Jafr senza rispettare le procedure previste. Gli agenti di sicurezza hanno quindi aperto il fuoco uccidendo due soldati, ferendo un terzo militare statunitense e un ufficiale giordano.

 

Una fonte militare giordana sentita da Reuters ha confermato che "c'è stato uno scontro a fuoco all'ingresso della base dopo un tentativo da parte del veicolo dei due militari di entrare nel cancello senza badare all’alt delle guardie”. Secondo la stessa fonte sarebbe ora in corso “un'indagine per sapere esattamente cosa è successo".

 

La Giordania è tra i pochi stati arabi che hanno preso parte alla campagna aerea della coalizione internazionale a guida statunitense contro lo Stato islamico, ed è uno dei più grandi destinatari di finanziamenti militari esteri da parte di Washington. L'esercito americano ha centinaia di addetratori nel paese. Dall'inizio del conflitto siriano nel 2011, gli Stati Uniti hanno speso milioni di dollari per rafforzare le difese di confine della Giordania e arginare l'infiltrazione di militanti provenienti dalla Siria e dall’Iraq.

 

Lo scorso novembre, un capitano di polizia giordano aveva aperto il fuoco in un centro di addestramento della polizia nei pressi della capitale Amman, uccidendo due americani, un sudafricano e due giordani.

 

Fonte: Il foglio

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Sul numero di Limes uscito oggi, intitolato La Turchia secondo Erdogan, segnalo un articolo di Giovanni Parigi dove viene bene descritta l'ingerenza iraniana negli affari iracheni e siriani, attraverso l'uso di milizie politico-militari, attivamente impegnate tanto nei combattimenti in Siria quanto nella "colonizzazione politica" dell'Iraq.

 

 

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Riporto una notizia di cui molti forse non sono a conoscenza.

 

L'impegno italiano in Medio Oriente non è limitato ai soli ben noti task-groups che operano il primo alla protezione della diga a nord di Mossul (Task Force Praesidium) ed il secondo a Erbil in Kurdistan per l'addestramento delle forze di sicurezza curde presso il Kurdistan Training Coordination Center, ma da qualche mese comprende anche un dispiegamento in Turchia, nell'ambito di un programma Nato.

 

Secondo quanto riportato dal Jane's IHS (e confermato sul sito del Ministero della Difesa), dal giugno scorso infatti presso l'aeroporto turco di Kharamanmaras, circa 200km a nord di Aleppo, opera una compagnia del 4.Reggimento Artiglieria C.A. di Peschiera, rafforzata con elementi del comando di Sabaudia, incaricata della protezione dello spazio aereo turco.

La permanenza in teatro della compagnia (130 uomini circa) è su base trimestrale ed è attualmente in corso il secondo turno di servizio che si concluderà il 31/12 prossimo.

 

La compagnia italiana, che ha rimpiazzato una analoga compagnia tedesca, gestisce una batteria di missili a/a SAMP/T Aster ed è inquadrata nell'ambito dell'operazione Nato "Active Fence", iniziata nel gennaio scorso dietro espressa richiesta turca con l'invio di un contingente spagnolo nella città di Adana.

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Siria, prosegue l'offensiva contro la roccaforte Isis di Raqqa

 

Ain Issa, Siria (askanews) - Mentre la morsa si sta serrando su Mosul, ultimo bastione dell'Isis in Iraq, le forze arabo-curde sostenute dagli Stati Uniti proseguono l'offensiva anche per la riconquista di Raqqa, roccaforte dello Stato islamico in Siria. Distanti in linea d'aria 400 chilometri, Mosul e Raqqa sono le due ultime grandi città controllate dall'Isis che ha perso la maggior parte dei territori conquistati nel 2014 in Siria e in Iraq.

 

Denominata "Collera dell'Eufrate", l'offensiva è stata lanciata dalle Forze democratiche siriane, un'alleanza dominata dai curdi ma che comprende anche combattenti arabi e turcomanni. Nel piano strategico previsto, la riconquista si svolgerà in due tappe che prevedono la liberazione della provincia di Raqqa per isolare la città e poi riconquistarla.

 

"Raqqa riveste una grande importanza per tutti" spiega una volontaria curda. "Per questo le forze della coalizione internazionale ci stanno sostenendo. Ci appoggiano con i raid aerei e coordinano l'avanzata grazie ai velivoli da ricognizione e a salve di artiglieria sulle posizioni tenute dai miliziani dell'Isis".

 

Ma anche una cinquantina di "consiglieri" delle forze speciali statunitensi stanno partecipando all'attacco sul terreno suggerendo le iniziative più opportune ai circa 30mila combattenti impegnati. Che hanno assicurato che i turchi non svolgeranno alcun ruolo nell'offensiva su Raqqa. Anche se Brett McGurk, inviato americano presso la coalizione anti-Isis, ha dichiarato da Amman che Washington è in stretto contatto con la Turchia per coordinare l'offensiva sulla roccaforte siriana dell'Isis.

 

Pare dunque prossima al tramonto l'esistenza del Califfato Daesh che in qualche modo era riuscito a concretizzare l'utopia jihadista sotto forma di uno pseudostato terroristico-totalitario rappresentando, negli ultimi 4 anni una variabile impazzita nel già complesso scenario mediorientale.

Attaccato su due fronti, da Mossul in Iraq e adesso anche da Raqqa in Siria, il progetto millenaristico-nichilista di al-Baghdadi pare avere, se non i giorni, di certo le settimane contate visto che le due branche della tenaglia sembrano essere in qualche modo sincronizzate: l'apertura del fronte nord infatti, costringerà il Califfo a suddividere le scarse forze disponibili, moltiplicandone la debolezza ed accelerandone la caduta.

 

La caduta di Daesh tuttavia solleverà le questioni finora rimaste in stand-by

 

1) aprirà di fatto un vuoto in Siria che dovrà essere in qualche modo riempito, anche se da chi o cosa non è dato sapere: dallo Stato curdo qualunque esso sarà? Praticamente impossibile. Dal rinvigorito regime di Assad? Del tutto impensabile. Da un nuovo Stato siriano-sunnita anti-Assad? Molto improbabile.

Di certo l'avere eliminato il terzo incomodo -Daesh appunto- nella guerra civile siriana potrà facilitarne la soluzione, ma è altrettanto vero che per essere efficace qualsiasi soluzione dovrà per forza essere condivisa tra le parti in causa: e ho il forte sospetto che tale soluzione passerà attraverso la caduta di Aleppo, la quale in qualche modo può essere quindi la moneta di scambio per la caduta di Daesh.

Vedremo: nel frattempo il gruppo navale della Kuznetsov si avvicina alla costa siriana: cosa che lascia pochi dubbi su quello che succederà nei prossimi giorni sul fronte di Aleppo.

 

2) la scomparsa del Califfato come pseudostato non segnerà la scomparsa dell'utopia jihadista universale: semplicemente ne segnerà il ritorno alle origini, vale a dire a quella vocazione terroristico-clandestina ramificata e metastasizzata che era stata di al-Quaida, e che proprio per la sua intrinseca elusivita' è più difficile da cercare e distruggere rispetto al "nido di serpenti". L'aspetto positivo sarà che verrà a mancare quel preciso riferimento politico-ideologico-propagandistico che aveva trasformato il Califfato in una specie di magnete per i potenziali estremisti di mezzo mondo: cosa che in qualche modo eviterà la radicalizzazione dei più incerti tra loro, oramai privi di un punto di riferimento irresistibile. Allo stesso tempo tuttavia, saranno molti gli jihadisti di ritorno, i cosiddetti Foreign Fighters, liberi di fare danni e proselitismo una volta ritornati ai paesi di origine.

 

3) la scomparsa di Daesh e auspicabilmente quella di al-Baghdadi e dei suoi principali collaboratori lascerà la base sunnita, che ne costituisce il reticolo, ricettiva a nuove sirene e a nuovi-vecchi interlocutori. Difficilmente io credo, una struttura a cellule così ramificata, strutturata e pervasiva come quella da cui è germinato Daesh, verrà lasciata inaridire: più probabilmente, presumo, verrà tentativamente ricondotta "all'ovile" e sottoposta ad un migliore controllo per evitare che si produca nuovamente in una fuga in avanti simile a quella che ha prodotto il "califfato". La partita in Iraq rimarrà aperta anche dopo la conclusione della crisi siriana e così la questione iraniana visto che Teheran non mollera' facilmente la presa su Baghdad, soprattutto se sarà costretta a ridimensionarsi in Siria. Da qui, probabilmente il protrarsi del confronto muscolare tra gli Ayatollah e i Saud e la necessità, da parte di questi ultimi, di avere in Iraq una propria rete di influenze capace di bilanciare quella iraniana.

 

Aspettiamoci quindi interessanti sviluppi nelle prossime settimane lungo l'asse Aleppo - Raqqa - Mossul.

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popolazione di Aleppo-Ovest .

 

Fonte : AL MANAR .

 

La sconfitta di Hillary Clinton nelle elezioni presidenziali degli USA ha causato una sensazione di sollievo e di allegria tra tutti gli abitanti della martoriata città siriana di Aleppo,

 

Intervista del portavoce dei residenti della città martoriata :

il deputato della stessa città che siede nel Consiglio Popolare della Siria, Fares Shehabi, nel corso di una intervista , ha detto :

- "" Tutti qui ad Aleppo sono soddisfatti che la Clinton abbia perso le elezioni presidenziali,

per quanto questo sia un problema interno degli USA.

A noi preoccupa che la città venga liberata dai gruppi terroristi che la assediano da anni riforniti continuamente da USA & c. , ha detto il politico siriano.""-

Continua dicendo ...- ...ecc. , " ci fu la H.Clinton dietro la creazione dei gruppi terroristi con la partecipazione dell’Ambasciatore USA a Damasco, Robert Ford, il quale mantenne i contatti con i leaders dei gruppi e li convinse a non dialogare con il governo siriano.((...Ultimamente R.Ford si è pentito pubblicamente e si è scusato per la politica estera degli USA degli ultimi anni ( vedi Global Research ) ma tantè ...))

Secondo noi :Se la Clinton avesse vinto in queste elezioni, la situazione avrebbe potuto peggiorare.

Se la stessa persona che ha contribuito a creare la " primavera araba " avesse ottenuto l’incarico a Washington , la situazione nel corso della sua presidenza avrebbe potuto prendere un brutto aspetto.

Attualmente possiamo sperare che le azioni di Trump siano migliori,

per quanto, a parte le sue dichiarazioni, non conosciamo ancora nulla del suo programma effettivo , più che una n/s. certezza è una n/s. speranza "" - , ha detto il deputato :beg: .

 

Secondo il professore,

la maggior parte degli statunitensi hanno appoggiato Donald Trump non tanto per la politica interna "dei muri " , cosa che , obbiettivamente , non riuscirà mai a fare ,

ma piuttosto perchè questi si è impegnato a risolvere il conflitto che assilla oggi il Medio Oriente ed a cooperare di più con il presidente russo, Vladimir Putin. Anche il popolo americano è stanco delle continue guerre fomentate dai poteri forti di Wall Street/Pentagono/CIA /ecc. "" - .

 

Poi , ha detto : - ""L’elezione fatta dal popolo statunitense presuppone un punto di riflessione storico nella politica estera degli USA,

visto che Trump ha dichiarato di essere contrario alla politica di ingerenza nelle questioni interne di altri paesi.

Questo sarà un grosso vantaggio nella lotta contro il terrorismo e potrà dare aiuto ad altri paesi nel combattere gli jihadisti ed il gruppo della Fratellanza Mussulmana nel Medio Oriente (con cui la Clinton è complice) "" -

 

Samir , infine , ha segnalato che la campagna elettorale di Hillary Clinton si è accentrata basicamente nella creazione di un conflitto tra Donald Trump e gli arabi ed i mussulmani.

"... Nonostante che alcuni abbiano affermato che il discorso di Donald Trump si sia diretto contro i mussulmani-americani , la gente qualunque ha collegato i musulmani-americani con le alleanze

in politica estera verso i Jihadisti , ecc. , ecc. "

" Una cosa è certa : ... Trump sarà chiamato alla prova dei fatti ad essere coerente con quanto ha affermato ed in particolare che gli Stati Uniti non si vorranno più dedicare a rovesciare i governi di altri paesi in varie parti del mondo, come hanno fatto fino ad ora, creando guerre, destabilizzazione e caos" .

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.uhm Gli " eroi " di Mosul ... bah

Guarda che alla fine questi atteggiamenti criminali dell'esercito iracheno e siriano verso la popolazione sunnita sono alla base dell'ascesa dell'Isis nella regione, sono questi massacri e la violenza settaria di questi eserciti che hanno favorito l'ascesa del mostro, altrimenti non sarebbe mai avvenuta.

Questo è un video che sta circolando ora sui social network nel mondo arabo, ne sconsiglio la visione a chi non tollera immagini violente, l'esercito iracheno che schiaccia un ragazzino con un carro armato. Parliamo di un esercito riconosciuto, finanziato e armato da tutti, non di una banda di terroristi.

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Intanto su Aljazeera si parla di 52 mila sfollati da Mosul fino ad ora. Ovviamente il numero è destinato a crescere con l'avanzare delle truppe. Ricordo che a Mosul vivono circa 1,5 milioni di persone.

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fonte :: The Washington Post .

 

Prima di lasciare la presidenza , il presidente degli Stati Uniti Barack Obama,

ha ordinato al Pentagono di trovare ed eliminare i leaders del “Frente Fatah al Sham”

– il gruppo terrorista prima conosciuto come Fronte al-Nusra-,

che si trova in prima fila nella lotta contro il Governo Siriano ed al quale l’Esecutivo statunitense aveva fornito appoggio in modo occulto, ignorandone i crimini e la ferocia dei suoi componenti, questo anche secondo le informazioni trasmesse dal - The Washington Post - .

 

il politologo Eduardo Luque Guerrero ha commentato che ::

Barack Obama " necessita di lasciare una " buona immagine " del suo operato

e desidera lasciare in giro il minor numero di testimoni possibili " della alleanza del suo paese con determinati collettivi armati che si sono sviluppati e rafforzati con il suo appoggio.

Tuttavia, la decisione del mandatario statunitense implicherà lo schieramento di più droni e servizi di intelligence contro questo gruppo collegato ad Al Qaeda,

perchè esistono opzioni per cui questi miliziani si possono stabilire in determinate zone della Siria o altre per organizzare attacchi terroristici in Europa.

 

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Questo pezzo, scritto dal Guerrero e pubblicato su uno dei principali media dell’establishment USA, conferma , se ce ne fosse ancora bisogno , clamorosamente le analisi fatte, non adesso, ma da diversi anni circa le vere intenzioni ed i veri obiettivi perseguiti dall’Amministrazione USA (Obama /Clinton ) nel piano di balcanizzazione del Medio Oriente ed in particolare della Siria.

 

Un piano questo sempre rimasto occulto e negato dal sistema mediatico atlantista e sostenuto apertamente anche dai grandi giornaloni italiani (dal Corriere della Sera, alla Stampa, Repubblica, ecc.) tutti concordi nel definire quella siriana una " guerra civile " (invece che una guerra per procura) ed a attribuire tutte le colpe ad Assad ( = Hitler ) ed alla Russia ( Putin "il cattivo " ) che è intervenuta per appoggiare la lotta dell’Esercito siriano contro i gruppi tagliagole terroristi/criminali , sostenuti dall’occidente e dall’Arabia Saudita che hanno cercato di distruggere il paese arabo .

Si evidenzia peraltro il ruolo di servili reggicoda della propaganda e complici dei crimini americani di personaggi come :: Francois Hollande, David Cameron, e degli altri leaders europei che hanno avallato l’azione criminale dell’Amministrazione Obama. bah .

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Questo è il testo dell'articolo del Washington Post di cui si fa cenno nel post 47, che riporto al completo, per obbligo di informazione.

Come si può vedere è un articolo completo e complesso, che dice molto di più e molto di diverso rispetto alle interpretazioni distorte, estrapolate e propagandistiche lanciate dai soliti siti-spazzatura a senso unico di presunta "controinformazione":

 

 

Obama directs Pentagon to target al-Qaeda affiliate in Syria, one of the most formidable forces fighting Assad

 

 

By Adam Entous November 10 

 

President Obama has ordered the Pentagon to find and kill the leaders of an al-Qaeda-linked group in Syria that the administration had largely ignored until now and that has been at the vanguard of the fight against the Syrian government, U.S. officials said.

 

The decision to deploy more drones and intelligence assets against the militant group formerly known as Jabhat al-Nusra reflects Obama’s concern that it is turning parts of Syria into a new base of operations for al-Qaeda on Europe’s southern doorstep, the officials said.

 

In poche parole, Obama ha dato ordine di eliminare i leaders di Al Nusra (la branca di Al Quaida in Siria), che rappresentano una delle forze anti-Assad e che fino a questo momento non erano stati colpiti da attacchi americani.

La decisione di Obama implica lo spiegamento di nuovi droni e ulteriori risorse di intelligence.

 

The move underlines the extent to which Obama has come to prioritize the counter­terrorism mission in Syria over efforts to pressure President Bashar al-Assad to step aside, as al-Nusra is among the most effective forces­­ battling the Syrian government.

 

 

That shift is likely to accelerate once President-elect Donald Trump takes office. Trump has said he will be even more aggressive in going after militants than Obama, a stance that could lead to the expansion of the campaign against al-Nusra, possibly in direct cooperation with Moscow. The group now calls itself Jabhat Fatah al-Sham — or Front for the Conquest of Syria — and says it has broken with al-Qaeda, an assertion discounted by U.S. officials.

 

Tale decisione dimostra la scelta dell'amministrazione Obama di dare priorità alla missione antiterrorismo in Siria rispetto agli sforzi rivolti contro Assad affinché si faccia da parte, anche a costo di colpire quella che è una delle più efficaci forze anti-Assad, vale a dire Al Nusra.

È probabile che tale impostazione verrà mantenuta e rafforzata dalla nuova amministrazione Trump, forse anche in diretta collaborazione con Mosca.

Il gruppo Al Nusra sostiene di avere rotto i legami con Al Quaida, ma tale versione è contestata da fonti ufficiali americane

 

The United States has conducted sporadic strikes in the past against veteran al-Qaeda members who migrated to northwestern Syria from Afghanistan and Pakistan to join al-Nusra and whom U.S. officials suspected of plotting against the United States and its allies.

 

Obama’s new order gives the U.S. military’s Joint Special ­Operations Command, or JSOC, wider authority and additional intelligence-collection re­sources to go after al-Nusra’s broader leadership, not just al-Qaeda veterans or those directly involved in external plotting.

 

Finora gli US hanno compiuto solo attacchi sporadici contro i leaders di Al Nusra in Siria, recentemente giunti da Afghanistan e Pakistan, mentre con questi nuovi ordini di Obama sarà possibile, per il JSOC occuparsi dell'intera leadership di Al Nusra e non solo dei soggetti coinvolti in azioni terroristiche esterne.

 

 

The White House and State Department led the charge within the Obama administration for prioritizing action against the group. Pentagon leaders were reluctant at first to pull resources away from the fight against the Islamic State.

 

But aides say Obama grew frustrated that more wasn’t being done by the Pentagon and the intelligence community to kill al-Nusra leaders given the warnings he had received from top counter­terrorism officials about the gathering threat they posed.

 

La Casa Bianca ha quindi priorizzato l'azione contro Al Nusra, nonostante i dubbi del Pentagono che è invece riluttante a distogliere risorse per la lotta contro l'Isis (che è cosa diversa rispetto Al Nusra - nota personale).

La decisione di Obama è stata prodotta dalle crescenti pressioni dei funzionari antiterrorismo, circa la minaccia rappresentata da Al Nusra.

 

In the president’s Daily Brief, the most highly classified intelligence report produced by U.S. spy agencies, Obama was repeatedly told over the summer that the group was allowing al-Qaeda leaders in Pakistan and Afghanistan to create in northwest Syria the largest haven for the network since it was scattered after the Sept. 11, 2001, attacks. Officials also warned Obama that al-Nusra could try to fill the void as its rival, the Islamic State, lost ground.

 

Lisa Monaco, Obama’s White House homeland security and counter­terrorism adviser, said Obama’s decision “prioritized our fight against al-Qaeda in Syria, including through targeting their leaders and operatives, some of whom are legacy al-Qaeda members.”

 

“We have made clear to all parties in Syria that we will not allow al-Qaeda to grow its capacity to attack the U.S., our allies, and our interests,” she said in a statement. “We will continue to take action to deny these terrorists any safe haven in Syria.”

 

Nel corso dell'estate infatti i rapporti di intelligence avevano confermato l'attività dei leaders afghani e pakistani di al Nusra volta a creare un "santuario" terroristico nella Siria nord-occidentale, ed avevano messo in guardia l'amministrazione Obama circa la possibilità che al Nusra riempire gli spazi lasciati vuoti dell'Isis in ritirata.

Lisa Monaco, consigliere di Obama per la sicurezza nazionale ha confermato la scelta di colpire la leadership di al Nusra, così da impedire ad Al Quaida di crearsi un "santuario" in Siria

 

To support the expanded push against al-Nusra, the White House pressed the Pentagon to deploy additional armed drones and intelligence-collection assets in the airspace over northwestern Syria, an area that had been sparsely covered by the United States until now because of its proximity to advanced Russian air-defense systems and aircraft.

 

 

A bitterly divided Obama administration had tried over the summer to cut a deal with Moscow on a joint U.S.-Russian air campaign against al-Nusra, in exchange for a Russian commitment to ground Syrian government warplanes and to allow more humanitarian supplies into besieged areas. But the negotiations broke down in acrimony, with Moscow accusing the United States of failing to separate al-Nusra from more moderate rebel groups and Washington accusing the Russians of war crimes in Aleppo.

 

Come conseguenza, Obama ha ordinato al Pentagono di assegnare nuovi droni e nuove risorse di intelligence in modo da coprire lo spazio e sopra la Siria nord-occidentale: una regione che finora era stata coperta solo sporadicamente dagli Usa a causa della sua vicinanza con la bolla di sicurezza russa.

Durante l'estate l'amministrazione Obama aveva tentato di avviare un dialogo con Mosca, offrendo una campagna aerea congiunta russo-americana contro al Nusra in cambio dell'impegno russo a fare stare a terra l'aviazione siriana così da consentire l'apertura di corridoi umanitari nelle città assediate dal regime: ma la prova di dialogo era fallita, con Mosca che accusava Washington di non voler separare i ribelli moderati da al Nusra e gli americani che accusavano i russi di crimini di guerra ad Aleppo

 

Armed drones controlled by JSOC stepped up operations in September, according to military officials.

 

Drone strikes by the U.S. military under the program began in October and have so far killed at least four high-value targets, including al-Nusra’s senior external planner. The Pentagon has disclosed two of the strikes so far. One of the most significant strikes — targeting a gathering of al-Nusra leaders on Nov. 2 — has yet to be disclosed, officials said, speaking on the condition of anonymity to discuss operations.

 

Secondo fonti ufficiali americane, i droni del JSOC sono stati dispiegati in settembre ed hanno cominciato a colpire in ottobre: finora sarebbero stati eliminati 4 top-leaders di al Nusra, compreso il responsabile delle operazioni esterne. Due attacchi sono stati ufficializzati dal Pentagono, mentre un altro attacco avvenuto il 2 novembre contro un gruppo di leaders riuniti in un summit deve ancora essere confermato.

 

So far, Russian air-defense systems and aircraft haven’t interfered with stepped-up U.S. operations against al-Nusra. Officials attributed Moscow’s acquiescence to the limited number of U.S. aircraft involved in the missions and to Russia’s interest in letting Washington combat one of the Assad regime’s most potent enemies within the insurgency. U.S. officials said they provided notifications to the Russians before the al-Nusra strikes to avoid misunderstandings.

 

Finora non vi è stata interferenza da parte di Mosca nelle operazioni Usa contro al Nusra (che avvengono nello spazio aereo siriano sotto controllo russo): e questo sia per il limitato numero di aerei americani coinvolto nelle azioni, sia perché Mosca ha tutto l'interesse a vedere colpita al Nusra che è una delle più gravi minacce al regime di Assad. Mosca comunque è stata informata preventivamente di ogni attacco

 

 

Officials said the expanded al-Nusra campaign was similar to those that Obama has directed against al-Qaeda affiliates in Yemen, Somalia and Pakistan.

 

 

While al-Qaeda’s central leadership in Pakistan has been decimated, the United States now faces more threats involving more extremists from more places than at any time since 9/11, Nicholas J. Rasmussen, director of the National Counterterrorism Center, told a Senate committee in September.

 

The push into the province of Idlib and other parts of northwestern Syria coincides with ­Pentagon-backed offensives in and around Islamic State strongholds in eastern Syria and in Iraq, which have attracted the majority of U.S. military resources and public attention.

 

Secondo fonti ufficiali americane, la campagna contro al Nusra è simile a quella attuata in Yemen, Somalia e Pakistan, che ha portato alla decimazione di Al Quaida e coincide con l'offensiva contro l'Isis, avviata con l'appoggio di Washington in Siria e in Iraq.

 

White House officials had considered launching a more systematic campaign to destroy al-Nusra from top to bottom, much like the Pentagon’s approach to the Islamic State. But that option was rejected as too resource-intensive. Many of al-Nusra’s fighters are Syrians who joined the group because of its ample supply of weapons and cash, and its commitment to defeating Assad, not to plot against the West.

 

Officials said the strikes on leadership targets were meant to send a message to more-moderate rebel units, including those backed by the CIA, to distance themselves from the al-Qaeda affiliate. At critical moments during the five-year-old civil war, moderate rebel units have fought alongside al-Nusra in ground operations against Assad’s forces. In fact, U.S. officials credit those rebel campaigns in the spring of 2015 with putting so much pressure on the Syrian government that Russia and Iran decided to double down militarily in support of Assad.

 

La Casa Bianca aveva anche considerato la possibilità di distruggere al Nusra da cima a fondo, colpendola in maniera sistematica e non solo limitatamente ai suoi leaders, ma questa opzione è stata scartata sia perché necessiterebbe di troppe risorse, sia perché molti dei combattenti di al Nusra sono dei siriani che si limitano a combattere Assad e non hanno intenzione di tramare contro l'Occidente.

Fonti ufficiali americane riferiscono che gli attacchi sui leaders sono anche un messaggio rivolto ai gruppi moderati per indurli ad allontanarsi da al Nusra. Nel corso dei cinque anni di guerra i gruppi moderati si erano uniti ad al Nusra nel combattere Assad, e questo aveva messo in crisi il regime a tal punto da indurre, nella primavera 2015 Russia e Iran a raddoppiare i propri sforzi a supporto di Assad.

 

 

U.S. officials who opposed the decision to go after al-Nusra’s wider leadership warned that the United States would effectively be doing the Assad government's bidding by weakening a group on the front line of the counter-Assad fight. The strikes, these officials warned, could backfire on the United States by bolstering the group’s standing, helping it attract more recruits and resources.

 

Officials who supported the shift said the Obama administration could no longer tolerate what one of them described as “a deal with the devil,” whereby the United States largely held its fire against al-Nusra because the group was popular with Syrians in rebel-controlled areas and furthered the U.S. goal of putting military pressure on Assad. Russia had accused the United States of sheltering al-Nusra, a charge repeated Thursday in Moscow by Russian Foreign Minister Sergei Lavrov.

 

“The president doesn’t want this group to be what inherits the country if Assad ever does fall,” a senior U.S. official said. “This cannot be the viable Syrian opposition. It’s al-Qaeda.”

 

L'opinione di coloro che, nell'amministrazione Usa, si oppongono agli attacchi contro al Nusra è che tali attacchi non solo indebolirebbero un nemico di Assad facendo un favore al regime, ma anche potrebbero ritorcersi contro gli Usa, in quanto rischierebbe di produrre come reazione un'ondata di nuovi reclutamenti e di nuove risorse a favore della stessa al Nusra.

L'opinione di coloro che invece appoggiano gli attacchi è che l'amministrazione Obama non può più tollerare ciò che uno loro descrive come un "patto col diavolo" per mezzo del quale gli Usa avrebbero evitato di colpire al Nusra in quanto troppo popolare in Siria e funzionale all'obiettivo americano di tenere Assad sotto pressione, dando così l'opportunità a Mosca di accusare Washington di proteggere Al Nusra. Un'accusa ripetuta l'altro giorno a Mosca dal ministro degli esteri Lavrov.

Secondo un funzionario americano, "il presidente non vuole che al Nusra assuma il controllo della Siria nel caso Assad dovesse cadere".

 

Officials said the administration’s hope is that more-moderate rebel factions will be able to gain ground as both the Islamic State and al-Nusra come under increased military pressure.

 

A growing number of White House and State Department officials, however, have privately voiced doubts about the wisdom of applying U.S. military power, even covertly, to pressure Assad to step aside, particularly since Russia’s military intervention in Syria last year.

 

Secondo fonti ufficiali, la speranza dell'amministrazione è che gruppi ribelli moderati possano avvantaggiarsi, guadagnando terreno, grazie all'incrementata pressione militare contro al Nusra e l'Isis.

Allo stesso tempo, secondo funzionari della Casa Bianca e del Dipartimento di Stato, vi sono dubbi su quanto sia utile conveniente per gli Stati Uniti agire, apertamente o meno, in funzione di spingere Assad a farsi da parte, soprattutto dopo l'intervento militare russo in Siria.

 

U.S. intelligence officials say they aren’t sure what Trump’s approach to U.S.-backed rebel units will be once he gets briefed on the extent of the covert CIA program. Trump has voiced strong skepticism about arming Syrian rebels in the past, suggesting that U.S. intelligence agencies don’t have enough knowledge about rebel intentions to pick reliable allies.

 

Funzionari Usa dell'intelligence riferiscono di non conoscere quale sarà l'approccio di Trump ai gruppi ribelli sponsorizzati dagli Usa, una volta messo al corrente dei programmi "covert" della CIA. Trump infatti ha espresso scetticismo sull'opportunità di avere armato gruppi ribelli nel passato, a causa della scarsa conoscenza dell'intelligence americana sulle reali intenzioni di tali gruppi.

 

 

Defense Secretary Ashton B. Carter and other Pentagon leaders initially resisted the idea of devoting more Pentagon surveillance aircraft and armed drones against al-Nusra. In White House Situation Room meetings, Carter and other top Pentagon officials argued that the military’s resources were needed to combat the Islamic State and that it would be difficult to operate in the airspace given Russia’s military presence, officials said.

 

While Obama, White House national security adviser Susan E. Rice, Secretary of State John F. Kerry and special presidential envoy Brett McGurk agreed with Carter on the need to keep the focus on the Islamic State, they favored shifting resources to try to prevent al-Nusra from becoming a bigger threat down the road.

 

Il segretario alla Difesa Carter ed altri funzionari del Pentagono inizialmente si erano opposti all'idea di distogliere risorse dalla guerra all'Isis per rivolgerle contro al Nusra, e che comunque sarebbe stato complicato operare in un settore di spazio aereo (quello della Siria nord-occidentale) in cui vi è presenza militare russa.

Da parte loro invece, Obama, il consigliere alla assicurazione Rice, Kerry e l'inviato presidenziale McGurk pur condividendo l'idea di Carter di rimanere focalizzati sull'Isis, hanno ritenuto di doversi muovere anche contro al Nusra, in modo da evitare che possa diventare una minaccia.

 

A senior defense official said additional drone assets were assigned to the JSOC mission. Carter also made clear that the Pentagon’s goal would be to hit al-Nusra leadership targets, not take strikes to try to separate the moderate rebels from al-Nusra, officials said.

 

“If we wake up in five years from now, and Islamic State is dead but al-Qaeda in Syria has the equivalent of [the tribal areas of Pakistan] in northwest Syria, then we’ve got a problem,” a second senior U.S. official said.

 

Una fonte ufficiale ha riferito che addizionali risorse di droni e intelligence sono stati quindi assegnati al JSOC. Carter ha inoltre precisato che l'obiettivo del Pentagono è quello di eliminare i leaders di al Nusra e non invece di utilizzare questi attacchi per separare i ribelli moderati da quelli di al Nusra.

Secondo un'altra fonte, sarebbe un problema per gli Usa se di qui a 5 anni, al posto dell'Isis vi fosse, nella Siria di nord-ovest un santuario per Al Quaida equivalente a quello che aveva avuto nelle aree tribali pakistane

 

 

Adam Entous writes about national security, foreign policy and intelligence for The Post. He joined the newspaper in 2016 after more than 20 years with The Wall Street Journal and Reuters, where he covered the Pentagon, the CIA, the White House and Congress. He covered President George W. Bush for five years after the September 11, 2001, attack.

 

 

Come si può vedere la situazione è molto più sfaccettata, complessa e variegata di quella strumentalmente propalata dalla solita propaganda antiamericana e soprattutto molto lontana dai deliri di chi considera Obama un "criminale"

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Questo è il link che riporta al filmato della CNN postato più sopra #45 e #46.

 

 

http://edition.cnn.com/2016/11/05/middleeast/iraq-inside-mosul-battle/

 

 

In esso è pubblicato il reportage in presa diretta scritto dalla giornalista bionda (Arwa) che compare più volte nel video, la quale ha passato 28 ore in prima linea con le truppe irachene, accompagnata dal suo cineoperatore: quest'ultimo (Brice) è l'uomo ferito alla testa che compare al minuto 3:59 del filmato, che quindi non è un civile messo a rischio dell'avventatezza dell'attacco, come invece vuole fare credere chi ha commentato tale video in sovrimpressione.

 

È anche totalmente falsa l'affermazione riportata in sovrimpressione al minuto 3:26 del video, dove si afferma che sarebbe stato ucciso un uomo sul motorino.

In realtà secondo quanto scritto dalla giornalista alle ore 01:41 pm, il proprietario del motorino ha abbandonato il suo mezzo fuggendo via di corsa.

 

Quindi l'unica vittima è l'autista del taxi giallo.

 

Come si può vedere nel filmato al minuto 2:18 l'uomo è rimasto vittima di una raffica probabilmente accidentale che il soldato non è riuscito a controllare quasi certamente a causa dello stress. La sua arma infatti traccia, sparando, un semicerchio dal basso verso l'altro senza avere una linea di mira precisa, come se fosse in qualche modo sfuggita al controllo del suo proprietario il quale forse non è riuscito ad allentare la pressione dell'indice sul grilletto.

 

Purtroppo sono cose che nella concitazione del combattimento e sotto lo stress di pensare alla propria sicurezza possono succedere, anche se non dovrebbero.

Dal mio punto di vista non si tratta quindi di una uccisione deliberata ma di un tragico incidente.

 

Oltretutto, come riportato dalla giornalista (ore 11:00 am) nei momenti immediatamente precedenti, il tassista aveva ricevuto dai soldati degli ordini contraddittori (fermati! Siediti! Vieni avanti!): cosa che probabilmente ha acuito il nervosismo degli stessi soldati uno dei quali, probabilmente vedendo che l'uomo non obbediva (non sapendo a quale ordine obbedire) ha esploso la raffica che ne ha provocato la morte.

Il tutto nello spazio di pochi secondi per riflettere, con i soldati che fin dalle ore 09:00 am erano in guardia contro possibili autobombe (un'auto gialla, una bianca ed una Kia).

 

Quindi ci andrei cauto, prima di parlare di "atto criminale".

 

 

 

Giusto per la precisione

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Questo è il testo dell'articolo del Washington Post di cui si fa cenno nel post 47, che riporto al completo, per obbligo di informazione.

Come si può vedere è un articolo completo e complesso, che dice molto di più e molto di diverso rispetto alle interpretazioni distorte, estrapolate e propagandistiche lanciate dai soliti siti-spazzatura a senso unico di presunta "controinformazione":

 

 

 

In poche parole, Obama ha dato ordine di eliminare i leaders di Al Nusra (la branca di Al Quaida in Siria), che rappresentano una delle forze anti-Assad e che fino a questo momento non erano stati colpiti da attacchi americani.

La decisione di Obama implica lo spiegamento di nuovi droni e ulteriori risorse di intelligence.

 

 

 

Funzionari Usa dell'intelligence riferiscono di non conoscere quale sarà l'approccio di Trump ai gruppi ribelli sponsorizzati dagli Usa, una volta messo al corrente dei programmi "covert" della CIA. Trump infatti ha espresso scetticismo sull'opportunità di avere armato gruppi ribelli nel passato, a causa della scarsa conoscenza dell'intelligence americana sulle reali intenzioni di tali gruppi.

 

Una fonte ufficiale ha riferito che addizionali risorse di droni e intelligence sono stati quindi assegnati al JSOC. Carter ha inoltre precisato che l'obiettivo del Pentagono è quello di eliminare i leaders di al Nusra e non invece di utilizzare questi attacchi per separare i ribelli moderati da quelli di al Nusra.

Secondo un'altra fonte, sarebbe un problema per gli Usa se di qui a 5 anni, al posto dell'Isis vi fosse, nella Siria di nord-ovest un santuario per Al Quaida equivalente a quello che aveva avuto nelle aree tribali pakistane

 

Come si può vedere la situazione è molto più sfaccettata, complessa e variegata di quella strumentalmente propalata dalla solita propaganda antiamericana e soprattutto molto lontana dai deliri di chi considera Obama un "criminale"

 

.uhm Come si può vedere ....

La situazione non è affatto intricata .

Io l'ho spiegata bene nella risp. n° 47 , in modo breve & chiaro ( per bocca del politologo Eduardo Luque Guerrero con cui condivido l'analisi ) : Non c'è niente di "complesso & variegato " .

Tu hai tradotto una pagina di Washington Post che dice , al riguardo , più o meno le stesse cose che ho scritto io ... ( Lo hai scritto anche Tu ...) ed altre che non c'entrano NULLA sul problema dell'ordine di Obama di uccidere i capi ed i leaders del “Frente Fatah al Sham”.

Oltre tutto deve essere pure una copia abbastanza vecchia ,

perchè riporta ancora accordi vecchi di questa Estate

e non fa cenno delle tregue unilaterale voluta dal Cremlino e non accettata dai Jihadisti (es. :: dal 20 al 22 Ottobre e dal 1° Novembre al 4 Novembre ) che anzi hanno approfittato della astensione da parte della aviazione Russa per contrattaccare

( ma questa è un'altra storia che non c'entra con le ultime volontà di Obama di uccidere i capi ex Al-Nusra ed il perchè ).

 

 

Per quanto riguarda la Tua ultima opinione ( non c'entra con il mio Post n°47 , ma tant'è ... ) :

Nessuno ha mai detto che Obama è un criminale ,

affermare una cosa del genere significa pensare ad un potere decisionale assoluto da parte del Presidente , cosa che nessun Presidente USA ha mai avuto e mai avrà .

IO , ad es. , ho sempre accusato il Governo/Amministrazione-Obama , nel Suo complesso ,

di essere un burattino nelle mani dei Poteri Forti Amerikani che è cosa molto ma molto diversa .

In verità ... , oggi posso dire di essere in buona compagnia .... ;)

Perchè sono in compagnia di quasi 60 milioni di elettori Americani ....

che pur di non vedere la continuazione della Sua politica estera ( della prestanome : Killary Klinton ovviamente ) hanno votato per "" l'incerto "" ( Trump ) invece che per "" il certo "" che aveva dato già prova in :

1: Afghanistan,

2: Libia,

3 : Somalia,

4 : Pakistan,

5 : Yemen,

6 : Iraq

7 : e Siria.

... un bel record ... !!

peccato , però , poteva essere battuto , se glene fosse stata data la possibilità , dalla Sua amica di merende bah

 

p.s. : l'esercito Russo trasmette in diretta al mondo il controllo della tregua da 4 telecamere a circuito chiuso installate lungo i corridoi umanitari.

Sono previsti il libero passaggio dei civili, l’evacuazione dei feriti e dei malati, così come il rilascio di militanti da Aleppo est ( nel caso specifico : è il 21 Ottobre ) , .ehm

https://youtu.be/QFzWlRLg39o

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