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Esposito: "Non esiste prova di una nuova intercettazione su Agnelli, se non si trova Pecoraro ha mentito all'Antimafia". Tutti gli aggiornamenti

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Aggiornamento 25 marzo

Juventus, tutte le intercettazioni del caso ultrà-‘ndrangheta

Il presidente Andrea Agnelli nella telefonata del collaboratore d’Angelo: «Dominello? Incontravo gli ultrà a gruppi, mai da soli. Forse sarà arrivato 10 minuti prima»

 

Le recenti discussioni sui presunti rapporti tra la ‘ndrangheta e la Juventus avvenute in commissione Antimafia, sui media e a margine dell’apertura dell’udienza preliminare del processo Alto Piemonte, vertono, in buona parte, su un punto: se Andrea Agnelli, presidente della società, abbia incontrato o meno Rocco DOminello, uno degli indagati per 416 bis.

 

La veridicità degli incontri e l’eventuale consapevolezza bianconera

Questa domanda, ovviamente, se l’era fatta anche la procura di Torino, che ha coordinato l’inchiesta svolta dalla mobile e che l’ha chiusa mesi fa rinviando a giudizio 23 persone (nessuno della Juve). Per i pm Paolo Toso e Monica Abbatecola, che ritengono che Dominello (difeso dagli avvocati Domenico Putrino e Giuseppe Del Sorbo) sia legato alla criminalità organizzata e che abbia fatto affari nella curva bianconera con i biglietti, era rilevante capire se ci fossero stati contatti tra l’indagato e i vertici Juventus. E soprattutto, nel caso in cui tali incontri ci fossero stati, se ci fosse stata consapevolezza da parte della dirigenza di avere di fronte presunti esponenti delle ‘ndrine.

 

La versione di Dominello e il «non ricordo» del collaboratore di Agnelli

Rocco Dominello è un uomo legato ai Drughi, uno dei gruppi ultrà della Juve. I referenti dei gruppi ultrà incontrano periodicamente rappresentanti della società per organizzare questioni relative a biglietti e al tifo. Dominello, interrogato in procura, aveva riferito di aver avuto una riunione «a tu per tu» con Agnelli e il suo collaboratore Alessandro D’Angelo. I pm avevano quindi, per avere un riscontro di questa dichiarazione, convocato quest’ultimo in procura più volte come persona informata sui fatti. E avevano chiesto a D’Angelo se questi appuntamenti fossero avvenuti. Il testimone però aveva sempre risposto di non ricordare.

 

D’Angelo e gli avvocati telefonano ad Andrea Agnelli

Ed è proprio dopo una delle ultime audizioni di D’Angelo, la scorsa estate, che questi chiede di poter telefonare ad Agnelli. La procura concede una pausa. E intercetta la conversazione telefonica tra Agnelli, che si trovava in villeggiatura. Dall’altra parte ci sono, in viva voce, D’Angelo e i legali Juve, gli avvocati Luigi Chiappero e Maria Turco.

Chiappero spiega al presidente della Juventus: «C’è un aspetto su cui Alessandro non ha saputo rispondere ed è entrato in crisi, perché Rocco Dominello avrebbe detto... Su interrogatorio che ha fatto... Che sarebbe stato ricevuto da te in Lamse con la presenza di Alessandro… Parliamo del 2012 e avrebbe detto che tu avevi, al momento in cui vi parlavate, una sorta di block notes, dove tu ti segnavi le cose, e gli avresti anche suggerito che sono meglio gli abbonamenti che non i biglietti, perché sui biglietti ci sono più problemi».

 

Agnelli: gli ultrà «li vedevo a gruppi»

Agnelli risponde:«Sì, c’erano i tamburi, c’erano gli striscioni, che * ne so, c’erano tutta quella roba lì…». Chiappero puntualizza: «Sì, ecco, ma la domanda è, siccome Alessandro non se la ricordava questa cosa, e sul... Sul non ricordo di Alessandro si sono molto incazzati, allora quello che volevo sapere era se lo ricordavi tu, di questo incontro…». Agnelli dice: «L’incontro sì, senz’altro, cioè sì, so che erano lì...io ogni volta che li vedevo per quando li vedevo a gruppi... Ogni volta che li vedevo per... Ai gruppi io facevo, scrivevo sempre le cose sui fogli perché nella mia testa era per dargli importanza che scrivevo quello che dicevano». Il riferimento è agli incontri periodici tra Agnelli e referenti ultrà che avvenivano in Lamse periodicamente. «Poi ogni tanto – aggiunge Agnelli al telefono - scrivevo “forza Juve”, ogni tanto scrivevo qualcosa eccetera, poi andavo via di lì e Alessandro che immagino senta adesso, ogni tanto gli passavo dei fogli dicendo “questi son pazzi”, “questi sono *”, “questi non hanno capito un *”».

 

«Ogni tanto Dominello arrivava per primo»

D’Angelo si inserisce: «È vero in questa circostanza particolare però eravamo io te e lui». Il cenno è al fatto che Dominello ha riferito un incontro a tre e non generico con il gruppo Drughi. Agnelli risponde: «Eh ma in questa circostanza particolare figa eh... Lui mi ricordo che ogni tanto veniva prima poi arrivavan gli altri, però vado a memoria ragazzi cioè non è che…».

 

«Mai così a un primo incontro»

D’Angelo ribadisce che la procura è molto irritata dai “non ricordo” e che bisognerebbe fare mente locale per capire se davvero l’incontro fosse stato a tre oppure no. «Il problema mio è stato lo stesso – dice D’Angelo - Loro sono impazziti quando io gli ho detto che non ricordavo, perché lui (Rocco Dominello) dice “la prima volta che ho incontrato il presidente Agnelli è stato tra giugno e luglio 2012, mi ha portato Alessandro, eravamo attorno a un tavolo, addirittura avevi un block notes”». Agnelli smentisce: «Ma io non penso proprio, no penso proprio perché mai e poi mai ad un primo incontro del genere, vado così conoscendomi io». Riferito al pm, D’Angelo continua a raccontare l’audizione: «Poi lui mi ha detto una roba con me, è impazzito oggi, mi ha trattato malissimo e mi ha detto, “per me potete continuare a negare l’incontro”, io poi a un certo punto gli ho detto “senta ma mi faccia capire ma io posso anche chiamare”».

Agnelli prova a ricostruire: «No no ma l’incontro c’è anche stato secondo me, non è che bisogna negarlo, però dubito che sia stato ti pre... Cioè ti presento e da lì subito fai dei ragionamenti di quel tipo, e ti presento e questo coglionazzo che fa questo che fa l’altro poi comunque non ti preoccupare ci penso io... Cioè non è che ti presento qualcuno pronti via fai quel tipo di riflessioni».

 

L’incontro senza gli altri Drughi?

D’Angelo replica: «Questo è normale, però la domanda è perché * te lo avrei portato?». L’avvocato Maria Turco si inserisce nella conversazione e precisa: «Il punto è che era lui solo senza Dino (Gerardo Mocciola, capo dei Drughi, ndr), solo lui e senza gli altri». Come a dire, un conto è se i referenti Drughi, con Dominello, sono andati dal presidente. Un conto è se ci fu una riunione in solitaria. Agnelli risponde: «E sì ragazzi miei questo secondo me se lo inventa anche lui».

D’Angelo ripete ancora cosa gli avrebbe detto chi lo ha interrogato: «E però lui mi ha detto, “per me va bene, tu puoi anche non ricordarti ed è assurdo che tu non ricordi una cosa del genere, se la prossima volta Rocco viene qua e mi dimostra di essere stato quella giornata in ufficio con voi tu sei fottuto”. Mi ha proprio detto “Tu sei fottuto”».

 

«Mai leader delle curve da soli»

E D’Angelo sul punto, ammette: «E io ho proprio un vuoto incredibile, guarda non ricordo neanche». Chiappero chiede ad Agnelli: «Ecco, potrebbe essere che tu gli hai detto abbonamenti a coso per evitare che i numeri salissero o cose di questo genere?». «Può darsi, può darsi», risponde il presidente della Juventus e prosegue: «Eh io li vedevo una volta ogni sei mesi una volta all’anno quindi non è che...”. Chiappero afferma: «Quindi diciamo che lì hai visto lui come altri hai visto anche altri singolarmente cioè non è che singolarmente…». Agnelli risponde di “sì” e che non erano venuti da soli nemmeno altri leader delle curve.

«Ma neanche secondo me non è venuto da solo – dice il numero uno bianconero - Da solo non c’è mai stato adesso che... Io questo... O che è arrivato 5 minuti dieci a... E dietro c’era l’altro e... Da solo da solo non me lo ricordo neanche io questo, perché vengo dieci minuti prima sempre in coppia quelli lì».

D’Angelo prova ad aiutarlo a ricordare: «Perché ti spiego un altro dettaglio, lui (Dominello, ndr) dice che quando è uscito dall’ufficio lo ha chiamato l’avvocato Galasso dicendogli, “e come ti devo chiamare adesso, dottore, visti gli uffici che frequenti...”. E Rocco ha detto “io non so come facesse a sapere di questo incontro”».

«Perché secondo me c’era anche Germani (Fabio, fondatore di "Bianconeri d'Italia", ndr) e arrivava dieci minuti dopo cioè io non lo so quelle robe lì…» risponde Agnelli. E D’Angelo: «Io non ricordo purtroppo me ne dispiaccio ma non ricordo non ricordo». E ancora: «Dice che era la prima volta che ti incontrava come se questo incontro lo avessi combinato io». Agnelli a quel punto replica: «No, no, mai e poi mai saremmo scesi in quei dettagli la prima volta: impossibile, impossibile».

 

L’esortazione di Chiappero

Chiappero esorta tutti a pensare bene a presunti incontri e spiega che o Dominello «non è venuto e si dice millanta o è venuto e bisogna ricordare perché». E Agnelli ammette: «E Gigi però così io non mi ricordo io... cioè ci penso voglio dire però mi sembra una * eh».

 

Indagine chiusa senza altri addebiti

Dopo questa e alte intercettazioni, la procura della Repubblica, nel novembre 2016, decide di chiudere l’indagine senza contestare addebiti ad Agnelli e ai suoi collaboratori.

(corriere.it)

 

Sen. Esposito (PD), Commissione: "Non esiste alcuna prova, in alcuna intercettazione, che Agnelli abbia incontrato Dominello da solo". "Se Pecoraro non da prova dell'intercettazione ha mentito alla Commissione". Sempre Esposito dice di essere abbastanza certo anche se cautamente che l'intercettazione non esista (dichiarazioni rese a TopCalcio).
Calcio: Esposito-Manfredi, non associare Juve e 'ndrangheta (ANSA) - TORINO, 22 MAR - "Quest'oggi in Commissione Antimafia abbiamo terminato l'audizione del legale della Juventus avvocato Luigi Chiappero. Da quanto emerso, riteniamo che non ci sia alcun elemento che confermi quanto sostenuto dalla Procura Federale, relativamente alla consapevolezza, da parte del presidente Andrea Agnelli, della presunta caratura criminale 'ndranghetista di Rocco Dominiello". Lo affermano, in una nota, i parlamentari Pd Stefano Esposito e Massimiliano Manfredi. "Peraltro, segnaliamo che da un'intercettazione portata all'attenzione della Commissione durante le audizioni di altri soggetti - aggiungono - emergerebbe invece la conoscenza da parte del presidente delle Juventus della storia famigliare di Dominiello". "A precisa domanda rivolta all'avvocato Chiappero perche' spiegasse questo stralcio di intercettazione - proseguono i due parlamentari dem - la risposta e' stata che non e' un'intercettazione presente negli atti e quindi conosciuta. Confermiamo che, da una nostra verifica sulle intercettazioni trasmesse dalla Procura di Torino alla Commissione, non abbiamo trovato traccia della stessa. Abbiamo quindi chiesto alla Presidente Bindi di verificare presso la Procura di Torino se esistono intercettazioni che non sono state trasmesse, perche' risulta evidente che l'eventuale inesistenza di questa intercettazione avrebbe particolare rilievo rispetto alla discussione fin qui avvenuta". Esposito e Manfredi segnalano inoltre "un altro fatto che ci ha particolarmente colpito, relativo ad un'altra figura non implicata nel processo penale, tal Grancini, pregiudicato, capo ultra' molto attivo e conosciuto. La Questura di Torino aveva richiesto per lui 8 anni di Daspo, abbiamo appreso dal sito internet del Grancini stesso che, nella giornata di ieri, un giudice del tribunale di Torino ha negato il provvedimento. Evidentemente, pur nel rispetto delle valutazioni del magistrato, risulta evidente come sia necessario riflettere sulle oggettive difficolta' attraverso le quali si muovono le societa' calcistiche italiane, soprattutto se figure dal profilo criminale come quelle di Grancini possono continuare liberamente ad accedere agli stadi". "Spiace rilevare come si continui, da parte di molti, ad avvalorare un'idea di contiguita' tra i vertici della Juventus e la 'ndrangheta, senza minimamente tener conto che nessun tesserato e dipendente della Juventus e' chiamato in causa nel processo penale e interpretando in modo strumentale, e a questo punto senza neanche le necessarie verifiche sulle dichiarazioni rese in Commissione Antimafia e su alcuni stralci di intercettazioni - concludono i parlamentari Pd -. L'unica cosa certa e ammessa dalla stessa societa' e' la violazione delle regole sulla vendita dei biglietti. Finora abbiamo ritenuto di non intervenire pubblicamente su questa vicenda, ma visto che da parte di altri si continua in una campagna mirata ad associare Juventus e 'ndrangheta, da oggi sara' nostra cura informare correttamente sui fatti e non sulle opinioni e tifoserie, che da questa vicenda dovrebbero rimanere fuori". (ANSA).

Luigi Chiappero, legale della Juventus, tornato in audizione oggi in Antimafia, ha svelato come la società bianconera non si potrà costituire parte civile nel processo, prima di rispondere a Rosy Bindi. "Domani inizia il procedimento penale a carico degli imputati del processo torinese, voglio dire che la Juventus non si costituirà parte civile perché tecnicamente non c'è la possibilità di farlo. Il privato ha diritto di costituirsi parte civile quando è persona offesa o danneggiata, in quel caso si può costituire anche per il reato di associazione di stampo mafioso. Quando - ha affermato - manca il reato fine e non c'è una persona offesa, la possibilità di costituzione esiste per il 416 bis solo per chi tutela interessi pubblici e non per i privati. Per questo ho detto alla società che è impossibile tecnicamente costituirsi parte civile. Ci siamo sempre costituiti parte civile - pure di recente contro nostri tifosi per scoppio di petardi - ma in questo caso non ce n'è la possibilità. Alla presidente Bindi, che mi ha richiamato sul fatto che non si deve negare l'esistenza di un problema, voglio spiegare che la scorsa volta - ha sostenuto - tentavo di sostenere che noi non eravamo a conoscenza dell'esistenza del fenomeno (delle infiltrazioni mafiose nel mondo del calcio); non volevo dire che sottovalutiamo il problema, ma quando ne siamo venuti a conoscenza abbiamo preso provvedimenti. Non volevo sottovalutare, né dire che non esiste. Questa esperienza ci ha minato profondamente, questa vicenda ci ha sconvolto".Davanti alla Commissione Antimafia, l'avvocato Chiappero ha escluso che il presidente della Juventus conoscesse Rocco Dominello. "Escludo in modo assoluto che ci siano stati rapporti amicali tra Rocco Dominello e il presidente della Juventus, non ho trovato nulla di questo tipo nelle carte, il presidente - ha spiegato - lo ha escluso pubblicamente. C'è solo una dichiarazione di Dominello che parla di un incontro a cui il presidente sarebbe stato presente. Io credo che l'intercettazione di agosto 2016, dove chiedevamo al presidente della Juventus di ricordare se per caso c'era stato questo incontro e l'esclusione di quel ricordo, dà il senso complessivo di quella telefonata e altri riferimenti non ci sono nel processo nè nella vita. Rocco Dominello è stato intercettato per due anni e mezzo e non c'è una sola telefonata riferibile ad Agnelli. Questo è quello che più ci spiace del capo di incolpazione. Ammettiamo di aver sbagliato sotto il profilo del numero dei posti riservati e pagati ma - ha sostenuto - non accettiamo che all'interno del capo di incolpazione c'è l'affermazione di aver utilizzato una persona che è quel Rocco Dominello di cui il Presidente non si è mai occupato. Questa persona è arrivata a noi insieme a un signore che si chiama Fabio Germani. Non ci sono telefonate dirette tra Dominello e Agnelli e in quelle indirette tra il presidente e D'Angelo si parla di Rocco come di un tifoso di un ultrà: Agnelli non conosceva Rocco nè sapeva chi fosse. Se per caso lo conosceva, lo conosceva come tifoso e referente di una curva".(ANSA) - ROMA, 22 MAR - "Abbiamo ribadito ancora una volta quanto abbiamo letto negli atti, mi piacerebbe ci fosse una desecretazione di tutto quanto perché mi sono stati letti un paio di passaggi che francamente io negli atti non ho trovato. Quindi voglio rendermi conto di quanto viene scritto". Lo dice l'avvocato della Juventus, Luigi Chiappero, a margine dell'audizione in commissione parlamentare Antimafia. Il legale si riferisce a un passaggio dell'udienza, che è stato secretato, in cui gli sarebbero state lette due intercettazioni di cui la difesa non ne era ancora a conoscenza: "Il segreto è una cosa importante ma ci sono cose importanti anche per noi, tutti devono sapere tutto", specifica Chiappero, confermando che si tratta di "due passaggi che mi sono stati letti e non ho trovato negli atti. Quindi ho bisogno di confrontarmi con le carte. Io non li ho trovati neanche all'interno del deferimento, quindi ho bisogno di verificare perché sono passaggi anche di una certa importanza".
tuttojuve

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No ho semplicemente letto l'intervista.Spero di aver avuto le allucinazioni.

E cosa centrano le parole dell avvocato con un intercettazione portata a AntimAfia che non esisterebbe?

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Il legale di Dominello ha confermato oggi che Agnelli ed il suo assistito si sono incontrati anche da soli.

che palle questo!

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Stefano Esposito lo conosciamo bene a Torino. È un convinto SI TAV e ha ricevuto moltissime minacce. Non ha paura di nessuno! È un bene sia in commissione.

 

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Il legale di Dominello ha confermato oggi che Agnelli ed il suo assistito si sono incontrati anche da soli.

Mi pare abbia detto che non si sono mai incontrati da soli.

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Il legale di Dominello ha confermato oggi che Agnelli ed il suo assistito si sono incontrati anche da soli.

vai a rompere da un'altra parte.

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E cosa centrano le parole dell avvocato con un intercettazione portata a AntimAfia che non esisterebbe?

Guarda io sono Juventino quanto te ed il primo a ritenere che questa storia sia tutta una montatura,ma se per te la conferma del legale di Dominello ti sembra poco,meglio per te.

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che palle questo!

 

Ti ho inseguito nel cambio, per rispondere al dover provare che non si è violato il C.G.S ...

 

Certo, e così deve essere ... ma su Pecoraro permettimi ma ti contraddico, questo è un paese di bande e banditi dove persone prive di onorabilità e specchiatezza fanno un certo corsus honorum per poi essere asservite ai più diversi interessi ... e se l'ex Prefetto schiva le indagini su Cerroni (il Re dei rifiuti a Roma) e su Buzzi e Carminati (Mafia Capitale) per aver il buen retiro a capo della Procura Federale pensi possa avere problemi a dichiarare falsità davanti alla Bindi, cosa peraltro già fatta in altre circostanze ?! Suvvia ...

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Finalmente qualcuno che fa chiarezza e ci difende

 

Quoto. Se per caso il Senatore Esposito dovesse mai leggere questo topic: Sei un grande! È bello vedere che non tutti in Italia fanno solo ed esclusivamente i propri comodi ed interessi e se ne fregano della veritá.

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la grande domanda è:

 

Saranno in grado di dare la caccia ai membri M.A.F.I.A dal momento che già sanno chi sono ed i loro nomi?

La grande domanda è: la mafia invade il sud da sempre e si indaga soltanto sulla Juventus?

 

Al solito si guarda al dito invece che alla luna...

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