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Andrej Rublëv

Film in libertà - Il gioco dell'estate

Post in rilievo

IN COSA CONSISTE IL GIOCO?

 

Nomini un film senza sapere chi lo riceverà, allo stesso tempo ricevi un film da guardare senza sapere né chi te lo ha donato né di cosa si tratta, e poi lo guardi con passione.

 

COME SI PARTECIPA?

Scrivi voglio partecipare, mi mandi un pm con il titolo del film (anche in un secondo momento) e poi aspetti che venga fatta l'estrazione. Una volta che hai finito di vederlo vieni qui e ti lamenti .ghgh Se per caso ti capita un film già visto puoi scegliere se rivederlo o chiederne un altro scrivendolo qui

 

CI SONO REGOLE?

Una sola regola: non ci sono regole.

No, non è vero, in realtà le regole ci sono.

-Scegliere accuratamente il film: sembra banale, ma in realtà non è una scelta facile. Innanzitutto dovrebbe essere un film digeribile da qualsiasi spettatore: quindi niente Satantango, niente documentari di 9 ore sull'evoluzione di una famiglia filippina (esistono). E poi un film che amate, insomma che vi piace veramente, metteteci passione, non siate dei castigatori che fanno vedere cose che odiate. Lo spirito del gioco è quello di divertirsi e conoscere insieme per celebrare la passione per il cinema.

-Niente film che superino le 3 ore: il tempo è denaro e non tutti sono disponibili a spenderlo così.

-Niente classici: questa non è una regola ma un consiglio: meglio evitare di nominare film che la maggior parte della gente potrebbe aver già visto, insomma è inutile nominare Pulp Fiction perché più o meno l'abbiamo visto tutti.

-I film devono avere doppiaggio o sottotitoli in italiano: diamo a tutti la possibilità di vederli

-Niente pirateria: perlomeno sul forum visto che è illegale, poi ognuno è libero di cercarsi il film come vuole.

 

OK, E ORA?

Scrivi sul topic che partecipi, se vuoi ora o in un secondo momento nomini il film via pm al sottoscritto e poi aspettiamo la chiusura del gioco. Le iscrizioni chiudono il 19 giugno. Il 20 facciamo il sorteggio e poi ognuno si guarda il suo film.

 

UTENTI PARTECIPANTI

 

Andrej Rublëv

Avril stoned

Bob Kelso

Juve stile di vita

Mormegil

[email protected]

perfX

provv

Rhyme

rossano92

Talkinghead

Vincenzo1989

 

 

 

(se i moderatori vogliono cambiare il titolo del topic do il mio pieno appoggio .ghgh)

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Partecipo volentieri, mi sembra un'ottima idea. Mi prendo un po' di tempo per scegliere bene e poi invio

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Mi ero perso l'apertura del topic :d

Comunque ci sto...mi prendo anche io qualche ora per pensare ad un film.

 

Hai fatto bene a specificare il fatto dello streaming...mi raccomando, che non si pubblichino post con link o con richieste di link.

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scandalo! Andrej Rublëv fa il sorteggio in anticipo! ecco qui quindi cosa ci è capitato. se vi è capitato un film già visto e non volete rivederlo, scrivetelo qui che vi faccio dare un sostitutivo da chi l'ha donato.

 

Andrej Rublëv = Babel (Iñárritu, 2006)

Avril stoned = Sole alto (Matanić, 2015)

Bob Kelso = La doppia vita di Veronica (Kieślowski, 1991)

Juve stile di vita = Le catene della colpa (Tourneur, 1947)

Mormegil = Quel pomeriggio di un giorno da cani (Lumet, 1975)

[email protected] = Perfetti sconosciuti (Genovese, 2015)

perfX = Prima della pioggia (Manchevski, 1994)

provv = Hana-bi - Fiori di fuoco (Kitano, 1997)

Rhyme = Dellamorte Dellamore (Soavi, 1994)

rossano92 = Pleasantville (Ross, 1998)

Talkinghead = L'uomo che non c'era (Coen, 2001)

Vincenzo1989 = Will Hunting - Genio ribelle (Van Sant, 1989)

 

ovviamente siate obbligati tramite patto di sangue 1) a vedere il film 2) a parlarne in questo topic

 

buone visioni! .ok

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Film quasi tutti diversissimi tra loro, e la qualità mi sembra alta.

Mi adopero subito per vedere il mio, che non conoscevo ma sono molto felice che mi sia capitato.

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Ho visto il mio:

 

Before the rain (prima della pioggia), di Manchevski, 1994.

 

Tre capitoli compongono il film: parole, volti, immagini. I tre capitoli andranno a formare una storia circolare che racconta non solo i conflitti in Macedonia o di quegli anni, ma vuole usare questi come monito per il futuro e in parte lettura del passato. Pregevole anche la regia, facilitata forse da certi panorami, di questo film vincitore del Leone d'oro.

Il film vede coppie che si formano e coppie che si lasciano; ognuno sembra costretto ad andarsene altrove, chi a casa chi lontano. La lingua mostra le fratture o avvicina a seconda dei casi. La religione definisce il contesto culturale. Il cerchio non sarà rotondo fino all'ultimo, ma in tutte e tre le storie ritornano, ciclicamente, gli stessi elementi. Fatto che dà sì una chiave d'interpretazione al film, dall'altra rende un po' prevedibili alcuni passaggi del film, anche se poi le quasi due ore passano benissimo e il film quasi meriterebbe qualche minuto in più per stare ancora accanto ai bei personaggi.

Alla fine che sia un monastero macedone, Londra o Skopje ognuno vive la propria vita che per quanto singolare, unica, è incredibilmente vicina, comune, a quella altrui.

 

Ringrazio chi ha proposto il film e il Caso, o chi per lui (Rublev), d'avermi dato la possibilità di vedere questo bel film.

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loc_babel.jpg

 

 

appena finito di vedere Babel, film del 2006 di Iñárritu. è il capitolo conclusivo della trilogia della morte del regista messicano, di cui non ho visto i primi due film. 4 storie si intrecciano per formare un'opera che riflette su vari temi propri dell'uomo: in Marocco un pastore compra un fucile affidandolo ai figli, la moglie di una coppia americana in vacanza viene colpita da una pallottola del suddetto fucile, arrivato in Marocco tramite un uomo giapponese con figlia sordomuta, e per concludere la babysitter messicana dei due bambini della coppia combina un guaio pur di assistere al matrimonio di suo figlio.

nell'analizzare l'opera si può notare come in un certo senso le due storie dei paesi più industrializzati abbiano delle somiglianze tra loro, così come in quelle dei paesi meno sviluppati. partendo dal titolo: Babel, un chiaro riferimento alla leggenda della Torre di Babele, dove Dio punì la superbia dell'uomo che voleva costruire una torre che arrivasse al cielo confondendo la loro lingua e creandole molteplici. e quindi Babel può essere definita un'opera sull'incomunicabilità, soprattutto nella storia di Chieko, ragazza giapponese sordomuta che non riesce a integrarsi in una società dove che non capisce e che non la capisce: senza gli strumenti per comunicare non riusciamo a comprendere gli altri e questo porterà Chieko a un comportamento alienato dalla realtà. la stessa incomunicabilità, questa volta metaforica, si può notare nella coppia americana, già dal primissimo dialogo fatto di fraintendimenti ("perché siamo qui?"). continuando il percorso, la storia dei due ragazzi marocchini - e anche in quella della babysitter messicana che porta con sé due bambini in Messico - è una storia di peccato e punizione: dopo aver ferito la turista verrà scatenata una caccia all'uomo che culminerà con

la morte di Ahmed, il fratello maggiore: il castigo massimo si abbatte sull'innocente, a voler sottolineare la crudezza della vita. allo stesso modo, l'espulsione di Amelia è la punizione inflitta senza pena e senza remore.

curioso il fatto che il punitore sia in entrambi i casi la figura delle forze armate: Iñárritu vuol forse dirci che la legge divina arriva sulla Terra tramite la polizia o è la polizia stessa ad essere la legge divina?

i protagonisti messi davanti a delle sfide che impone la vita, che sia il fato o il caso, finiranno per cimentare i loro rapporti o vederli distrutti, ed in questo si racchiude Babel, una storia dove si mescolano gioia e dolore, allegria e tristezza - in un certo senso, la vita stessa. e questo lo si può testimoniare nei 20 minuti finali del film, dove il livello sia dei contenuti che tecnico aumenta vertiginosamente. Iñárritu cerca la soluzione estetica che permette allo spettatore di sentire vicini i personaggi e quello che li accade, con close-up e tecniche come lo slow-mo e gli zoom in and out, per cercare di toccare le corde del cuore dello spettatore. e ci riesce, grazie anche all'aiuto della colonna sonora vincitrice di un Oscar, come quando la guida turistica rifiuta un compenso per l'aiuto o il padre abbraccia la figlia. menzione d'onore per gli attori, tutti bravissimi, in particolare Brad Pitt e Rinko Kukichi, mentre Cate Blanchett molto anonima.

di Iñárritu prima avevo visto solo Birdman e Revenant, ed entrambi mi avevano deluso in diversi modi, però con Babel potrei incominciare a vederlo secondo una luce diversa.

il donatore era provv, ma vabbè, era ovvio che lo sapessi .ghgh tra l'altro mi ricordo che già in passato avevi fatto apprezzamenti particolari per la pellicola insieme ad Amélie, menomale che hai scelto questo e non il film francese .allah

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Hana bi - Fiori di fuoco, di Takeshi Kitano.

 

Due piccole premesse necessarie: innanzitutto reperire il film non è stato per nulla facile. Ho sbattuto alcuni giorni, ma alla fine l'ho trovato, dovendomi però accontentare di una qualità video non eccelsa e ad un livello audio poco più che accettabile, ma in fin dei conti la resa finale non è stata malvagia. Poi va detto che questo è stato uno dei miei primissimi approcci col cinema orientale, se facciamo eccezione per Old Boy di Chan-Wook visto due anni fa, quindi la mia mente era piuttosto aperta verso la novità e senza preclusioni per uno stile artistico che conosco ancora quasi per nulla.

 

Detto questo, ho finito giusto pochi minuti fa di vederlo e sono davvero entusiasta di aver preso parte a questo gioco. Come scrissi il giorno del sorteggio, ero e sono veramente eccitato per la prospettiva di avere un motivo valido che mi spinga a confrontarmi con un cinema a me ignoto e questo gioco (insieme al donatore) mi hanno dato l'impulso che mi serviva.

Il film è stato in effetti assai diverso dagli stilemi a cui sono abituato, ma questo è risultato un fattore più che positivo. Segue la storia di un piccolo gruppetto di poliziotti, tra cui ne spiccano principalmente due, uno dei quali è il protagonista assoluto del film. L'atmosfera che pervade la narrazione non cessa neanche per un istante di essere piuttosto cupa e fortemente grigia, neanche in quei pochi attimi "di tregua" che il regista concede ai personaggi. Tregua che si risolve in brevi istanti di empatia, più che di vera gioia o allegria o persino felicità. Il titolo del film rappresenta una contrapposizione netta tra due elementi assai diversi, come i fiori ed il fuoco, contrapposizione che è poi presente per tutta la narrazione, in cui si alternano scene di profonda dolcezza ad altre di violenza pura e feroce. L'intreccio è reso in maniera assai particolare, con presenza di brevi flashback che colmano i "vuoti" di una narrazione frammentata, e per mio gusto tendo ad apprezzare tantissimo gli autori che non usano una narrazione perfettamente lineare, perciò è un elemento che mi è piaciuto molto. L'interpretazione degli attori è apprezzabile, specialmente quella dello stesso Kitano, nella doppia veste di regista ed attore protagonista, mentre credo che il doppiaggio italiano non renda perfettamente giustizia all'interpretazione originale. Forse la cosa che ho apprezzato in assoluto maggiormente sono state le musiche, davvero meravigliose e profondamente toccanti. Insomma, un film che tecnicamente e formalmente è di livello eccellente, e dal punto di vista dei contenuti e delle tematiche trattate profondamente intimistico e toccante.

A seguire metto una brevissima sintesi della trama:

 

 

Da un lato abbiamo un poliziotto che viene ferito mentre è in azione e, pur salvandosi miracolosamente, scopre di dover trascorrere il resto della vita in sedia a rotelle, con moglie e figlia che lo abbandonano non appena ne scoprono le sorti. Dall'altro il protagonista, la cui figlia è morta tragicamente in tenera età e la moglie ha scoperto di recente di essere malata terminale di leucemia. A questo ci aggiungiamo la tragica morte di un altro collega più giovane, anch'egli con famiglia a carico; morte, questa, che colpirà profondamente il protagonista, avendo egli assistito in diretta all'omicidio, senza poter fare nulla per evitarlo. A contorno di questo bel quadretto un sostrato viscido ed infame che vede protagonista una feroce banda di strozzini senza scrupoli della Yakuza, che andrà ad intrecciarsi con la vita del protagonista.

 

 

Grazie al donatore, ho apprezzato davvero tanto. E grazie anche all'organizzatore del gioco :)

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loc_babel.jpg

 

 

appena finito di vedere Babel, film del 2006 di Iñárritu. è il capitolo conclusivo della trilogia della morte del regista messicano, di cui non ho visto i primi due film. 4 storie si intrecciano per formare un'opera che riflette su vari temi propri dell'uomo: in Marocco un pastore compra un fucile affidandolo ai figli, la moglie di una coppia americana in vacanza viene colpita da una pallottola del suddetto fucile, arrivato in Marocco tramite un uomo giapponese con figlia sordomuta, e per concludere la babysitter messicana dei due bambini della coppia combina un guaio pur di assistere al matrimonio di suo figlio.

nell'analizzare l'opera si può notare come in un certo senso le due storie dei paesi più industrializzati abbiano delle somiglianze tra loro, così come in quelle dei paesi meno sviluppati. partendo dal titolo: Babel, un chiaro riferimento alla leggenda della Torre di Babele, dove Dio punì la superbia dell'uomo che voleva costruire una torre che arrivasse al cielo confondendo la loro lingua e creandole molteplici. e quindi Babel può essere definita un'opera sull'incomunicabilità, soprattutto nella storia di Chieko, ragazza giapponese sordomuta che non riesce a integrarsi in una società dove che non capisce e che non la capisce: senza gli strumenti per comunicare non riusciamo a comprendere gli altri e questo porterà Chieko a un comportamento alienato dalla realtà. la stessa incomunicabilità, questa volta metaforica, si può notare nella coppia americana, già dal primissimo dialogo fatto di fraintendimenti ("perché siamo qui?"). continuando il percorso, la storia dei due ragazzi marocchini - e anche in quella della babysitter messicana che porta con sé due bambini in Messico - è una storia di peccato e punizione: dopo aver ferito la turista verrà scatenata una caccia all'uomo che culminerà con

la morte di Ahmed, il fratello maggiore: il castigo massimo si abbatte sull'innocente, a voler sottolineare la crudezza della vita. allo stesso modo, l'espulsione di Amelia è la punizione inflitta senza pena e senza remore.

curioso il fatto che il punitore sia in entrambi i casi la figura delle forze armate: Iñárritu vuol forse dirci che la legge divina arriva sulla Terra tramite la polizia o è la polizia stessa ad essere la legge divina?

i protagonisti messi davanti a delle sfide che impone la vita, che sia il fato o il caso, finiranno per cimentare i loro rapporti o vederli distrutti, ed in questo si racchiude Babel, una storia dove si mescolano gioia e dolore, allegria e tristezza - in un certo senso, la vita stessa. e questo lo si può testimoniare nei 20 minuti finali del film, dove il livello sia dei contenuti che tecnico aumenta vertiginosamente. Iñárritu cerca la soluzione estetica che permette allo spettatore di sentire vicini i personaggi e quello che li accade, con close-up e tecniche come lo slow-mo e gli zoom in and out, per cercare di toccare le corde del cuore dello spettatore. e ci riesce, grazie anche all'aiuto della colonna sonora vincitrice di un Oscar, come quando la guida turistica rifiuta un compenso per l'aiuto o il padre abbraccia la figlia. menzione d'onore per gli attori, tutti bravissimi, in particolare Brad Pitt e Rinko Kukichi, mentre Cate Blanchett molto anonima.

di Iñárritu prima avevo visto solo Birdman e Revenant, ed entrambi mi avevano deluso in diversi modi, però con Babel potrei incominciare a vederlo secondo una luce diversa.

il donatore era provv, ma vabbè, era ovvio che lo sapessi .ghgh tra l'altro mi ricordo che già in passato avevi fatto apprezzamenti particolari per la pellicola insieme ad Amélie, menomale che hai scelto questo e non il film francese .allah

 

Sono contento tu lo abbia apprezzato. È stato uno dei film che m'ha colpito di più. Mi è entrato dentro davvero come pochi altri, merito soprattutto della colonna sonora strepitosa. Poi, come detto nel messaggio sopra, un film con quell'intreccio non può non piacermi, di base. Penso che riuscirei a farmi andare bene anche i cinepanettoni se avessero un intreccio particolare sefz. Anche la fotografia mi è piaciuta davvero un sacco, oltre che la regia. Posso solo consigliarti di completare la trilogia della morte. 21 grammi forse è il più famoso dei tre, ma francamente è quello che ho apprezzato un pochino meno, mentre in Amores Perros, che comunque è un ottimo film, si nota un approccio un po' più acerbo, essendo il suo film d'esordio.

 

Non ti è piaciuto Amélie? :(

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