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phoenix

Verdetto tribunale federale. Stampa: "Esclusi rapporti con la malavita". GdS: "Entro 20 giorni l'appello". CorSera: "Agnelli non poteva non sapere"

Post in rilievo

 

TORINO 26/09/2017 - Il primo atto di un processo (sportivo) che andrà ai supplementari è servito. Andrea Agnelli, presidente della Juve, viene fermato dal tribunale federale di primo grado per dodici mesi: colpa di una mancata vigilanza sull’operato di chi è delegato all’organizzazione e alla gestione dei biglietti ceduti in modo illecito agli ultrà bianconeri. Agnelli, si legge nelle motivazioni dei giudici della Figc, «ha agevolato e, in qualche modo avallato o comunque non impedito le perduranti e non episodiche condotte illecite poste in essere dal Calvo (all’epoca direttore commerciale e inibito con la stessa pena, ndr) che, al contrario di quanto sostenuto, non era titolare di una delega tale da consentirgli piena autonomia decisionale al fine di mantenere rapporti ottimi con la tifoseria juventina..».

 

Venti pagine Agnelli non poteva non sapere, dunque. E per la corte non ha controllato un modo di operare lungo cinque stagioni, reiterazione, motivo della condanna di un anno. Dentro le quasi venti pagine di motivazioni ci sono, però, dei passaggi che smontano, definitivamente ed in modo netto, quelle tesi accusatorie sostenute dal pm del pallone Giuseppe Pecoraro che avevano trasformato il procedimento disciplinare in atto in un processo mediatico. Per Pecoraro, Agnelli era venuto a contatto con elementi della criminalità organizzata come Rocco Dominello, per i giudici il presidente bianconero «è da ritenere completamente ignaro in merito alla peculiarità illecita del personaggio Dominello, presentatosi ai suoi occhi come deferente tifoso, ma non già come incline alla pericolosità sociale...». Per il procuratore federale, Agnelli avrebbe avuto un ruolo nel permettere l’introduzione in curva di uno zainetto contenente effetti o strumenti proibiti, la corte esprime «la convinzione che il presidente della Juve nulla sapesse, altrimenti - si legge - non avrebbe avuto senso redarguire il dirigente preposto allo scopo stigmatizzandone il comportamento assunto...».

 

Resta al vertice Un anno di stop, ma nessuna decadenza: Agnelli rimarrà, può farlo, al vertice del club, anche se non potrà rappresentarlo in ambito federale. Nulla sarà la ricaduta in ambito Eca (il numero uno juventino ne è stato appena eletto presidente) ed in quello Uefa (potrà sedersi al tavolo del governo europeo). Se per i giudici di primo grado non poteva non sapere, Agnelli, nella sua linea difensiva, sostiene l’esatto contrario, avendo dato ben precise direttive sulla materia di biglietti ai suoi dipendenti. «Ricorreremo presso la Corte federale di appello. La società - fa sapere la Juve - esprime la propria soddisfazione perché, pur comminando pesanti inibizioni nei confronti del presidente e delle altre persone coinvolte, la sentenza ha escluso ogni ipotesi di legame con esponenti della criminalità organizzata...». In appello ricorrerà anche la procura federale che aveva richiesto, fra l’altro, trenta mesi di squalifica per Agnelli e due gare a porte chiuse per il club: entro ottobre verrà fissata l’udienza, poi, nell’eventualità, ci si potrà rivolgere al Collegio di Garanzia del Coni per il terzo grado di giudizio. «Agnelli? Prima di esprimersi - così Malagò, numero uno del Coni - è giusto e doveroso aspettare l’ultimo grado di giudizio»

 

Fonte: La Stampa

 


 

TORINO 26/09/2017 - Ieri Agnelli è stato condannato dal tribunale della FIGC ad un anno di inibizione più un'ammenda di 20 mila euro: meno della metà della pena richiesta dalla procura. Nelle motivazioni si legge che Agnelli ha agevolato e non impedito condotte illecite dei suoi dirigenti relative alla gestione dei biglietti. Il teorema dell'accusa è caduto su due aspetti. E' stata spazzata via l'associazione tra la Juve e la criminalità organizzata. Sempre nelle motivazioni si legge: «Gli incontri con Rocco Dominello avvennero in maniera decisamente sporadica ma soprattutto inconsapevole con riferimento alla conoscenza del presunto ruolo malavitoso. Agnelli era da ritenere completamente ignaro». Poi c'è l'episodio degli striscioni introdotti nel derby che ha coinvolto il solo D'Angelo, per i giudici Agnelli non sapeva nulla: «Non avrebbe avuto senso altrimenti redarguirlo allo scopo di stigmatizzare il suo comportamento». La Juve e la procura hanno intenzione di presentare ricorso alla corte federale, si terrà dunque un secondo grado di giudizio entro 20 giorni. I bianconeri puntano all'assoluzione e sono convinti che le loro ragioni non hanno ancora trovato riconoscimento. (..)

 

Fonte: Gazzetta dello Sport

 


 

 

TORINO 26/09/2017 - Un anno di inibizione e 20 mila euro di ammenda. Andrea Agnelli, presidente della Juventus, è stato condannato, ma con lo sconto, per il caso biglietti: 12 mesi anziché i 30 chiesti dalla Procura federale. Cesare Mastrocola, presidente del Tribunale federale nazionale, ha inoltre cancellato le due partite a porte chiuse allo Stadium e la terza con la curva Sud, quella degli ultrà, vuota. Ma è solo il primo atto di una partita che finirà ai supplementari. Le parti hanno preannunciato ricorso. «Siamo riusciti a provare la colpevolezza di tutti ma i fatti sono così gravi che andavano sanzionati più pesantemente», ha fatto sapere all’Ansa Giuseppe Pecoraro, capo degli 007 federali che tanto soddisfatto in realtà non lo è. E neppure la Juventus, che puntava e punta ancora all’assoluzione. «La società esprime la propria soddisfazione perché la sentenza, pur comminando pesanti inibizioni nei confronti del presidente e delle altre persone, ha escluso ogni ipotesi di legame con esponenti della criminalità organizzata». Agnelli, si legge nelle motivazioni, ha avuto contatti con Rocco Dominello, ex ultrà e figlio di un ‘ndranghetista «sporadici e inconsapevoli del presunto ruolo malavitoso del soggetto citato». È un punto cruciale della storia. E non è l’unica «vittoria» del presidente della Juve alla fine del primo grado di giudizio. Il Tribunale ha riconosciuto la sua estraneità all’ingresso dentro lo Stadium degli striscioni contenenti scritte su Superga in occasione del derby con il Torino del 23 febbraio 2014. Inoltre la sentenza non è stata estesa a Uefa e Fifa. E la Federazione, attraverso il presidente Carlo Tavecchio, non sembra intenzionata a trasmettere gli atti sino a dopo il terzo grado di giudizio. Perciò Agnelli resterà nell’Esecutivo Uefa, mentre la sua carica di presidente dell’Eca non è mai stata in pericolo in quanto l’associazione dei club europei è privata e ha un suo statuto. La battaglia però è appena cominciata. Accusa e difesa hanno sette giorni per presentare il ricorso che sarà discusso entro la fine di ottobre davanti alla corte d’Appello federale presieduta da Sergio Santoro. Poi c’è sempre modo di spingersi sino al Collegio di garanzia del Coni, una sorta di Cassazione dello sport, dove a decidere sarà l’ex ministro Franco Frattini. La squalifica nel frattempo è diventata esecutiva. Agnelli non potrà partecipare alle riunioni di Lega, scendere negli spogliatoi durante le partite della Juventus, neppure rappresentarla in ambito federale o firmare i contratti dei giocatori. Ma resta presidente e lo sarebbe rimasto in ogni caso, anche se Mastrocola avesse accolto le richieste di Pecoraro. L’inibizione per un anno è in ogni caso un provvedimento duro. Stessa pena per Francesco Calvo, ex direttore commerciale e ora al Barcellona e per Stefano Merulla capo della biglietteria. Il security manager Alessandro D’Angelo ha invece preso un anno e tre mesi. Alla Juventus 300 mila euro di ammenda. Il tutto per violazione degli articoli 1 e 12 del codice di giustizia sportiva. «Il tribunale reputa che la invocata estraneità di Agnelli non possa ritenersi tale e la indubbia frequentazione con gli altri deferiti, unitamente al lunghissimo lasso temporale durante il quale si è dipanato l’oggetto di indagine (5 anni, ndr) e alla cospicua quantità di biglietti (150 mila, ndr) concessi illegalmente, recitano in maniera opposta alle ragioni dichiarate dal presidente della Juventus», le motivazioni del provvedimento. Per la corte, Agnelli non poteva non sapere cosa stava succedendo.

 

Corriere della Sera

 

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Non scriverò più su ste robe qui.

Non leggerò articoli.

Mi limito solo a dire che 2 negazioni per dire una affermazione sono solo da

AZZECCAGARBUGLI !!!

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Ormai e' palese che quando c'è di mezzo la Juve non esiste piu' il garantismo, doppia fetta di prosciutto sugli occhi e giu' a dire *. E' chirurgico come tentino di affossarci ogni santa volta.

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E' fantastico...chi non poteva non sapere viene punito...chi sapeva perfettamente di produrre intercettazioni fasulle resta al suo posto...

 

Viva l'Itaglia... @@

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Non poteva non sapere che i biglietti ceduti fossero in surplus è palese.

Io piuttosto ancora resto allibito sui tempi della squalifica. 2 anni e mezzo per aver ceduto più biglietti del consentito contro 3 anni e mezzo a Doni che si vendeva le partite.

In ogni caso anche 12 mesi sembrano un'esagerazione rispetto al vendersi una partita.

 

Nel mondo normale......evidentemente nel mondo dello sport vendersi le partite è meno grave in valore assoluto di non poter non sapere di cedere più biglietti e di presumere di telefonare a Bergamo e Pairetto forse per aggiustarsi le griglie arbitrali che però erano corrette, e non poter non sapere che la tua squadra si è venduta una partita....(ha, ovviamente puoi non sapere se non ti chiami conte).

 

Giustizia è fatta, come sempre.

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Non poteva non sapere che i biglietti ceduti fossero in surplus è palese.

Io piuttosto ancora resto allibito sui tempi della squalifica. 2 anni e mezzo per aver ceduto più biglietti del consentito contro 3 anni e mezzo a Doni che si vendeva le partite.

In ogni caso anche 12 mesi sembrano un'esagerazione rispetto al vendersi una partita.

 

Nel mondo normale......evidentemente nel mondo dello sport vendersi le partite è meno grave in valore assoluto di non poter non sapere di cedere più biglietti e di presumere di telefonare a Bergamo e Pairetto forse per aggiustarsi le griglie arbitrali che però erano corrette, e non poter non sapere che la tua squadra si è venduta una partita....(ha, ovviamente puoi non sapere se non ti chiami conte).

 

Giustizia è fatta, come sempre.

E quella fu la prova evidente di come la giustizia sportiva colpisce chi vuole...come adesso con Andrea Agnelli...

 

Conte perseguito e condannato per Albinoleffe-Siena perchè non poteva non sapere...l'altro allenatore(Mondonico)manco ascoltato...

 

Quindi la giustizia sportiva ci dice che...all'interno di un presunto accordo tra due squadre...un allenatore non può non sapere mentre l'altro può non sapere... .ghgh

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Vi sembra normale un titolo del genere? Il Fatto Quotidiano mette ancora in mezzo i rapporti con la criminalità organizzata nonostante siano stati sconfessati dalla Cortea423fa6a890b05d08241d83141118e7f.jpg

 

Inviato dal mio ALE-L21 utilizzando Tapatalk

 

 

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Ogni volta che in Italia leggo "non poteva non sapere" mi vengono i brividi.

Han mandato in galera tanta gente con quella frase senza prove dirette da aver paura

 

La responsabilità oggettiva e la presunzione di colpevolezza non esistono nella giustizia ordinaria, ma solo in quella sportiva.

 

E comunque la sentenza è una vittoria schiacciante di Agnelli e della Juventus. Una condanna era ovvia, visto che hanno ammesso di aver violato il decreto Pisanu per 5 anni vendendo irregolarmente i biglietti ai Vikings. La vittoria sta nella esclusione dei coinvolgimento con la criminalità organizzata, nella forte riduzione delle richiesta di inibizione e nella negata chiusura dello Stadium

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Non poteva non sapere! Il grande classico!

 

Adesso partiranno le indagini sulle altre squadre, giusto? Anche loro non possono non sapere..

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Vi sembra normale un titolo del genere? Il Fatto Quotidiano mette ancora in mezzo i rapporti con la criminalità organizzata nonostante siano stati sconfessati dalla Cortea423fa6a890b05d08241d83141118e7f.jpg

 

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A me non sembra normale nemmeno che ci sia gente che lo legga....

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La responsabilità oggettiva e la presunzione di colpevolezza non esistono nella giustizia ordinaria, ma solo in quella sportiva.

 

E comunque la sentenza è una vittoria schiacciante di Agnelli e della Juventus. Una condanna era ovvia, visto che hanno ammesso di aver violato il decreto Pisanu per 5 anni vendendo irregolarmente i biglietti ai Vikings. La vittoria sta nella esclusione dei coinvolgimento con la criminalità organizzata, nella forte riduzione delle richiesta di inibizione e nella negata chiusura dello Stadium

Ecco, magari se sta frase si potesse tipo stickare in alto con carattere 72 sarebbe meglio, visto che qua si stanno indignando tutti per la condanna non si sa bene in base a cosa.

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