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Nepali Me

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    God was an astronaut

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  1. Nepali Me

    Guerra in Ucraina

    L'occidente non è un gruppo coeso di paesi filo americani, entusiasti e ciecamente obbedienti. Così come l'oriente non è un gruppo coeso di paesi filo russi, entusiasti e ciecamente obbedienti. Partiamo da qui. Il messaggio che questo biennio sta dando al mondo è evidente, non è un caso che analisti occidentali e non concordino in tal senso. Il mondo è diventato plurale, il modello economico-finanziario liberista e global è in discussione e forse cadrà. L'impero dominante, quello americano, è in difficoltà. Quello russo non è da meno, però, impantanato da due anni in un conflitto che doveva somigliare ad una sfilata piuttosto che ad una guerra. Viviamo in un mondo dove sono le super potenze ad essere messe in discussione. Piccole realtà riescono a mettere in crisi potenze decisamente maggiori. Non solo l'Ucraina con la Russia. Pensiamo a quanto sia difficile per Israele tenere sotto controllo 2 milioni di persone in una regione grande come la Val d'Aosta, con un PIL procapite da quarto mondo. Pensiamo a che danni enormi riescano ad infliggere gli Houthi, un modesto gruppo politico militare yemenita, grazie a qualche drone da quattro soldi. Si sta scoprendo che le grandi potenze tutto questo controllo non ce l'hanno, né a Est né a Ovest. Se ideologicamente può sembrare una buona notizia, ciò spinge inevitabilmente ad una considerazione. Se cade la deterrenza militare americana in europa, cade la protezione dei paesi europei. Magari si ottiene maggiore libertà di movimento, ma allo stesso tempo si rimane maggiormente esposti agli eventi. L'Europa si sta scoprendo nuda di fronte ad un'America che ha poco a cuore la nostra sicurezza e i nostri interessi, sul continente e nelle zone di interesse. L'integrazione europea in ambito di politica estera e difesa, tanto chiacchierata, sta ancora ferma ai blocchi di partenza. Ora che ce ne sarebbe un gran bisogno, è probabilmente già troppo tardi. Da qui viene il riarmo europeo, non dalla pianificazione di un'invasione della Russia. Nessun paese europeo pianifica di attaccare Mosca, solo qualche paranoico dopo troppa Vodka potrebbe pensarlo. Chi se lo può permettere sta semplicemente ricostituendo le forze armate che si teme tornaranno ad essere utili nelle prossime decadi. Perché sì, un settore produttivo, tecnologico in grado di sostenere un conflitto non si crea dall'oggi al domani. Così come non si crea una forza armata andando a fare la spesa di sistemi sul mercato degli armamenti. Vale in particolare per tutti i paesi dell'Est Europa, ma non solo. Vale per tutti quei paesi che le forze armate le hanno smantellate in questi decenni di pace, puntando comprensibilmente alla crescita economica e della qualità della vita piuttosto che alla costituzione di divisioni corazzate e missili balistici. Quel poco che restava nei magazzini ad ammuffire, ereditato dalla guerra fredda, spesso è stato regalato alla causa ucraina. La Germania in particolare è il paese che soffre di più di questa situazione, ma ha quantomeno i mezzi produttivi e finanziari per recuperare. L'Italia non è messa affatto bene in tal senso. Affacciati su un Mediterraneo sempre più instabile, a due passi da Balcani sempre più pericolanti, con fonti di approvvigionamento energetico in mano a stati canaglia e merci che passano da colli di bottiglia esposti e minacciati. Il pericolo reale non è l'essere invasi dalla Libia o dalla Tunisia, evidentemente. Ma di pericoli in grado di metterci in ginocchio ce ne sono molti. Un'ondata di droni potrebbe ad esempio mettere KO i nostri porti o il passaggio delle nostre navi mercantili. Se sembra fantascienza basti chiedere agli Houthi o qunato accade da anni ai pozzi petroliferi in certi paesi dell'area. Un sabotaggio sottomarino potrebbe privarci del gas dalla sera alla mattina, fermando il paese. Se sembra fantascienza, chiedere opinione ai tedeschi che qualcosa ne sanno dopo il sabotaggio di NS2. Nessuno verrà in nostro soccorso nei prossimi anni se dovessero accadere situazioni simili a nostre spese, così come nessuno è andato in soccorso della Germania o della nave Greca qualche giorno fa. Questo senza contare che per mantenere l'ombrello nucleare sul nostro paese, dato che non possiediamo un arsenale proprio né strumenti di difesa reali da un attacco non convenzionale, dobbiamo mantenere gli obblighi NATO. Obblighi che non abbiamo mai mantenuto, al pari della quasi totalità dell'alleanza, ma che gli Stati Uniti cominciano a pretendere serimente. Questo implicherà raggiungere (o avvicinarsi) alla famigerata quota 2%, mantenendo le FAA ad uno standard quantitativo e qualitativo sufficiente dal rispettare gli accordi. Questo a prescindere da Russia, Ucraina, Israle, Palestina, Yemen, Taiwan, etc. etc. Si prevedono insomma anni di instabilità internazionale, molto duri, con economie fragili e paesi sempre più disinibiti nel perseguire i propri interessi con la forza. Questo ci dovrebbe preoccupare, molto più degli avanzamenti su Avdivka e sui paragoni con l'impero romano.
  2. Probabilmente qualcosa sapevano, ma temo abbiano completamente sottovalutato la portata dell'operazione. Non credo alla tesi dell'autoattacco, se non altro perché una debacle del genere porterà a forti cambiamenti all'interno della difesa israeliana. Non mi stupirebbe se i vertici dei servizi saltassero tutti uno dopo l'altro dopo una svista del genere. A sensazione, per quel che vale, credo se mai che Israele abbia enormemente sottovalutato le capacità della striscia di Gaza di organizzare un attacco su una così larga scala. Dubito avrebbero commesso lo stesso errore se si fosse parlato di Cisgiordania o Libano. Un attacco del genere è stato sicuramente organizzato in mesi se non anni, con la collaborazione di servizi di prim'ordine ed uno o più finanziatori esterni come quello iraniano. Sul coinvolgimento diretto di quelli russi sarei più prudente, anche se non mi stupirebbe affatto.
  3. Una tragedia immane, un'altra. Difficile se non impossibile credere all'estraneità dell'Iran. La sensazione è che uno dei moventi possa essere far saltare gli accordi di Abramo. Di certo c'è che un attacco di proporzioni simili non conosce precedenti nella storia recente. Per portata, cruenza e profondità.
  4. Nepali Me

    Il pre-partita di VecchiaSignora: Atalanta-Juventus

    La vedrò con la mia atalantinissima compagna, derby domestico per me. Speriamo bene!
  5. Nepali Me

    Guerra in Ucraina

    Mettiamola così: spero che con il cessate il fuoco, che descritto così parrebbe più una resa incondizionata, vengano garantiti quantomeno corridoi umanitari per l'espatrio. Non vorrei certo essere nei panni di un civile in quell'area, comunque.
  6. Nepali Me

    Guerra in Ucraina

    Corre voce che sia vicino un accordo per il cessate il fuoco. Da verificare, ma pare che le condizioni proposte siano molto pesante per il Nagorno Karabakh.
  7. Nepali Me

    Guerra in Ucraina

    Mi permetto di rispondere a @Gidan73 Senza alcun dubbio. Sicuramente senza gli aiuti occidentali non avrebbe modo di ottenere alcun risultato. Sul fatto che l'unica cosa che possa ottenere con tali aiuti sia un prolungamento del conflitto, invece, dissento. Ad oggi la fatidica "controffensiva" ha sicuramente ottenuto risultati modesti in cambio di sacrifici importanti. Ma è altrettanto vero che dall'inizio del conlflitto l'Ucraina ha riottenuto ampie porzioni di territorio, alcune delle quali strategiche per la sua futura sopravvivenza. Sono convinto che alcuni obiettivi siano alla portata, ma sono altrettanto convinto che la completa riconquista sia infattibile. Questa è un'ottima domanda. Sicuramente agli USA questo conflitto fa gioco sotto molti aspetti. In ordine sparso: Ha guadagnato 2 nuovi ingressi nella Nato portandosi alle porte di S.Pietroburgo e conquistando la supremazia nel mar Baltico, ha dissanguato le loro riserve militari, compromettendone pure la capacità di deterrenza e di assorbimento di futuri conflitti (ci vorranno decenni per riempire i magazzini) li ha isolati economicamente e finanziariamente dall'ovest, godendo nel dettaglio della distruzione di NS2 a cui si sono da sempre opposti veemente, ha riavvicinato a sé i paesi Nato europei meno entusiasti, risvegliando dal coma un'alleanza che sembrava ormai inutile da decenni, ha ottenuto da molti paesi alleati un aumento nelle spese militari, richieste sia da Trump che da Biden ha consolidato la propria presenza militare nei paesi europei, discussa e mal sopportata prima del conflitto, apprezzata se non richiesta oggi (vedasi Polonia) Insomma, sta ottenendo molto considerato che non sta nemmeno mettendo nemmeno uno stivale sul campo. Mi sento di escluderlo, anche perché la Libia (così come i paesi africani soggetti dei flussi migratori verso l'Europa) non è affatto sotto controllo americano. Quelle sono aree di mondo spesso contese da Turchi e Russi, la Libia in particolare subisce un forte controllo turco. Il nostro ascendente verso quelle terre è ormai morto con Gheddafi che sì, controllava quei flussi. Sono se mai la Turchia e la Russia ad usare i flussi migratori del Mediterraneo come arma di ricatto (i turchi) o di ritorsione (i russi) nei nostri confronti. Lo dico non in difesa degli americani, che se avessero un qualunque interesse in questione farebbero sicuramente il loro gioco. E' che agli americani del nord Africa, così come del Saehl e dei flussi migratori, non frega assolutamente nulla già da decenni. In futuro noi e la Francia saremo chiamati ad interessarci di queste questioni, poco ma sicuro, ma per nostro mero interesse. Se intendi che ognuno stia facendo i suoi interessi, sia da una parte che dall'altra, questo è certo. Non è certo l'amore per la causa ucraina a spingere l'occidente ad aiutarli, così come non è la vecchia amicizia ai tempi dell'URSS a spingere i cinesi ad aiutare i russi. Ognuno segue i propri e ne corregge il tiro a seconda di come si evolvono le cose di anno in anno. Si può dire che per molti paesi (non il nostro) la tentazione di ridimensionare notevolmente la minaccia russa è ghiotta, indebolirne il potere militare consumandone scorte e forze a spese umane altrui è fin troppo comodo e funzionale alle proprie ambizioni. Questo vale sicuramente per gli Stati Uniti, ma anche per entusiasti supporters come i paesi baltici e la Polonia. Anche la Turchia, che non nutre alcuna simpatia particolare per l'Ucraina, non disdegna insidiare e limitare l'espansione russa in una regione di importanza vitale per sé stessa. Noi siamo parte di un'alleanza che ha preso una posizione chiara. Siamo sicuramente più prudenti di altri a riguardo, aggiungerei "giustamente". La nostra influenza sugli esiti del conflitto, in un senso o nell'altro, sarebbe comunque limitata. Le nostre priorità ora sono altre, i flussi migratori sono una di queste e non a caso ultimamente se ne parla molto.
  8. Nepali Me

    Juventus - Lazio 3-1, commenti post partita

    Belli, bellissimi Chicco e Dusan.
  9. Nepali Me

    Guerra in Ucraina

    Per gli appassionati di geopolitica, imperdibili le dirette di oggi e domani sul canale YT di Limes.
  10. Nepali Me

    Guerra in Ucraina

    Ecco, questi sono segnali non esattamente incoraggianti.
  11. Beto non mi dispiace affatto, ma non come centravanti titolare onestamente. Diciamo che se non avessero riscattato Milik avrebbe avuto il suo perché. 25 milioni mi sembrano comunque tanti.
  12. Non ho mai gufato le finali altrui in vita mia. Ho cominciato quest'anno. Direi che mi viene piuttosto bene Si gode di brutto.
  13. Nepali Me

    Eliminazione ed onestà intellettuale

    È un modo di vederla. L'altro modo è rendersi conto che un Siviglia modestissimo ci ha arati in campo, con Szczesny migliore in campo. Sì, nel cercare la rimonta ed il vantaggio, coi mediocri difensori che si ritrovano, si sono esposti concedendoci delle occasioni, talvolta nitide. Ma hanno giocato di più, attaccato di più, segnato di più. Sia all'andata che al ritorno. Il Siviglia ha stra-meritato il passaggio, il resto dei discorsi fatti dai se e dai ma contano relativamente. Dopo due anni di allenamento ed i soldi spesi, seguendo pure le esigenze del tecnico, mi pare lecito ci si possa aspettare di più. Molto di più.
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