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Serpico

Vecchiasignora.com intervista Cristiano Militello

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Come sapete dallo scorso anno vecchiasignora.com è protagonista non solo sul web ma anche allo stadio con l'iniziativa "Il VoStro striscione per...." venendo tra l'altro ripresi da giornali e tv per le idee originali e mai sopra le righe in perfetto stile Juventus. Abbiamo voluto quindi esplorare il "mondo degli striscioni" e le vigenti norme in materia, e con chi potevamo parlarne se non con il protagonista del piu' importante spazio in tv dedicato agli striscioni?

 

 

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Ciao Cristiano prima di tutto piacere di averti su Vecchiasignora.com, come nasce il binomio Militello-Striscioni?

 

Alla partita, da ragazzo, mi è sempre piaciuto di più guardare gli spalti che il campo, ho sempre nutrito una curiosità febbrile per il tifo e per le facce da stadio. E da cabarettista in erba ero rapito delle sfide a colpi di battute cui si poteva assistere durante le partite di cartello e non solo. Cominciai a realizzare degli scatti con la mia macchinetta e a trafficare con altri malati di mente d'Italia le foto degli striscioni divertenti. Molti anni dopo, rimettendo a posto la mia – ormai enorme – collezione, decisi di provare a realizzare un'antologia dei più forti. Nasce così "Giulietta è 'na *", un volume molto fortunato. Dopo 8 mesi la chiamata di Striscia ed…eccomi qua.

 

Cosa ne pensi di questa particolare forma di comunicazione e di coloro i quali la attuano,tra l'altro due anni fa per primi tra i siti web realizzammo l'iniziativa "il Vostro Striscione per...." quindi crediamo molto in questo strumento

 

Lo striscione è il "media" ultrà per eccellenza. Il tifoso è opinione pubblica: comunica i suoi messaggi alla squadra del cuore, alle forze dell'ordine, ai tifosi rivali dirimpettai, a uomini politici, e addirittura al paese intero quando qualche telecamera o qualche giornalista ne divulga il testo, facendolo "rimbalzare" anche fuori dal terreno di gioco. Usando un'arma spesso potentissima – l'ironia - a volte anche feroce e irriguardosa, molti tifosi riescono ad essere persino violentemente geniali.Esiste un talento vero e proprio, a metà tra il creativo pubblicitario e il titolista di giornale, per riuscire a condensare in poche parole messaggi sovente così corrosivi ed efficaci. Ogni curva ha i propri ghostwriter anche se chiunque liberamente – almeno fino a poco tempo fa – poteva con un lenzuolo dare vita al proprio dazebao da stadio.

 

Un commento sulle misure restrittive per gli striscioni negli stadi……

 

La maggior parte delle misure prese per contrastare il fenomeno della violenza negli stadi sono assurde oltrechè inefficaci. Le istanze dei tifosi vanno anche recepite, non solo ignorate. Chiudere uno stadio serve a portare la tanto decantata cultura sportiva? Vietare una trasferta serve a premiare chi invece si comporta bene?

Dare una multa di 60 euro a un genoano che arriva a Firenze senza aver comunicato alla Questura uno striscione che dice "Vi faremo a Prandelli" favorisce a rasserenare gli animi? Dichiarare partite a rischio quelle tra due squadre le cui tifoserie son gemellate da 30 anni è logico? uno Stato che mi fa giocare a porte chiuse anche Montichiari-San Bonifacese e Lodi-Valdagno di hockey che Stato è? Abbiamo organizzato i funerali del Papa con 100 capi di stato senza che succedesse niente e poi mi fanno giocare Legnano - Pro Patria senza tifosi?

Mettere nella sigla delle partite della Nazionale le immagini di una torciata e poi la domenica proibirle non è grottesco? Fare pagare la PREvendita su un biglietto che la domenica è impossibile comprare allo stadio non è un furto?

Chissà, forse per avere indietro il calcio di una volta dovremmo fare un ricorso al TAR anche noi tifosi.

Il Decreto Amato, in termini di striscioni si "accontentava" di vietare l'ingresso a quelli violenti, minacciosi e razzisti (come se prima fosse permesso). Dopodiché il sulfureo Osservatorio, organo di diretta emanazione del Ministero dell'Interno decise – non attenendosi quindi esclusivamente alle disposizioni legiferate dal Parlamento nel Decreto Amato – di introdurre una serie di misure aggiuntive per l'introduzione degli striscioni e delle bandiere negli impianti che definire cervellotiche è un eufemismo, mentre per non sbagliare i tamburi e i megafoni vennero aboliti tout court.

Si è molto parlato poi di "modello inglese" al quale ispirarsi per vincere la battaglia della violenza negli stadi, senza capire che si potrebbe perseguire un "modello mondiale", che è quello inneggiante al buon senso. Tuttavia per dirla tutta, in Inghilterra i biglietti NON sono nominali come qui e gli striscioni non sono stati aboliti: semplicemente non ci sono mai stati, non fa parte del loro modo di tifare, della loro tradizione.

Noi abbiamo il tifo all'italiana e non vedo perché dopo 30 anni che fa parte della nostra cultura calcistica vada spazzato via, penalizzando chi in questi anni (la maggioranza) ha supportato la propria squadra con calore e fantasia.

E finiamola col dire che gli striscioni divertenti sono una minoranza: è vero il contrario, diciamo piuttosto che i media in tutti questi anni hanno avuto sempre più interesse a enfatizzare lo striscione idiota che invece avrebbe bisogno solamente di silenzio.

 

Ci sono aneddoti particolari sui tuoi servizi per "striscia lo striscione"?

 

Basterebbe fare un giro intorno agli impianti un paio d'ore prima della partita per capire come il clima che si respira, la mentalità, le facce della gente che si incontra siano lontani mille miglia da quel teatrino di plastica che ancora – sempre più inspiegabilmente – ci ipnotizza a migliaia.

E per questo benedico Striscia lo striscione che mi da l'opportunità di stare a contatto con la parte più vera di un mondo che, in quanto a emozioni, mi ha sempre dato tanto.

Il calcio di oggi è un calcio che tenta di prescindere dai tifosi?

Bene. I miei servizi – e lo spirito di cui sono intrisi i mille striscioni che ho mostrato in 5 anni - prescindono dal calcio di oggi.

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