Vai al contenuto

Benvenuti su VecchiaSignora.com

Benvenuti su VecchiaSignora.com, il forum sulla Juventus più grande della rete. Per poter partecipare attivamente alla vita del forum è necessario registrarsi

Classifica Utenti


Contenuti Popolari

Visualizzazione di contenuti con la più alta reputazione 21/09/2018 in tutte le aree

  1. 4 punti
    Convocati nell'under 19: Gozzi, Nicolussi, Portanova, Fagioli e Petrelli (+ Caligara) per stage. Da evidenziare Gozzi Fagioli e Petrelli che sono sotto età.. Convocati nell'under 16 per doppio test con la Svizzera: Bonetti, Miretti, Salducco, Lucchesi, Mulazzi e Pisapia.
  2. 2 punti
    in quel caso si sono d accordo con te...diciamo che non siamo stati per niente fortunati quest'anno....abbiamo probabilmente il velocista migliore degli ultimi 12 mesi(viviani) e il mondiale dopo anni viene disegnato per scalatori/passisti e uno favoriti poteva essere nibali ma la sfortuna ha girato le spalle anche in questo caso hahhaha
  3. 1 punto
    avendo già dato la gara interna di champions, davo per scontato che dessero anche le gare interne di campionato come l'anno scorso.. ora, con questa novità di sky, non so.. qualcuno presente sui social potrebbe provare a chiedere ad Antonio Romano, Edoardo Siddi o qualcun altro del giro..
  4. 1 punto
    beh è comprensibile facciano 1 gara a settimana,la migliore,onestamente il livello di alcune squadre è veramente bassino,cmq penso in molti casi trasmetteranno la juve.
  5. 1 punto
    Maglia, bracciale, attestato e brochure i gadget Black&White sono diversi
  6. 1 punto
  7. 1 punto
  8. 1 punto
    Seconda parentesi francese. Playtime (1967) di quel genio di Jacques Tati. E' il suo quarto e penultimo film cinematografico e senza dubbio il suo lavoro più complesso e ambizioso. In primis per il set; ha fatto costruire in pratica una piccola città, con una centrale energetica apposita, strade ed interi palazzoni. Il set fu chiamato Tativille e l'intezione di Tati era quella di donarlo alla città di Parigi per farne una "città del cinema" del tipo di Cinecittà, ma la sua idea non si realizzò e, se non sbaglio, parte delle strutture furono abbattute per farci passare un'autostrada; comunque per questo film furono spesi moltissimi soldi. Già in Mon Oncle aveva affrontato il tema del cambiamento sociale, della tecnologia dilagante e su come essa abbia influenzato non solo i compiti e le azioni dell'uomo ma anche i piccoli gesti, i comportamenti, i rapporti. In Playtime tutto ciò è reso in modo più colossale con questa città, che dovrebbe rappresentare la periferia di Parigi, formata da strade grige, auto grige, edifici tutti uguali, geometrici e grigi con all'interno labirinti di cuniculi, uffici e porte a vetri, lavoratori che vanno da una parte all'altra senza sosta, oggetti strani e buffi. Un mondo asettico, freddo, senz'anima. In tutto ciò, arriva un gruppo di turisti americani per visitare Parigi, ma di fatto Parigi non la vedono, vedono solo questi edifici e questo tram tram...le uniche viste di Parigi sono due riflessi in una porta a vetri, la Torre Eiffel prima e l'Arco di Trionfo poi. Tati ovviamente appare nei suoi classici panni, nel suo personaggio, ma di fatto è più uno spettatore. Il film tende quasi alle Sinfonie delle città degli anni '20-'30 ma in versione moderna e accentrata. Nella prima parte Tati entra in uno di quegli edifici per un appuntamento importante, ma si perde nel labirinto di cuniculi, uffici, stanze e non riesce ad incontrare la persona che cerca, che pure si trova sempre a pochi passi da lui...nonostante i sistemi di comunicazione più sofisticati, nonostante la trasparenza di contatto rappresentata dalle innumerevoli porte a vetri, trasparenti, c'è un'enorme incomunicabilità ed incapacità di contatto. Nella seconda parte viene mostrata la serata d'apertura di un ristorante di lusso e il film esplode con l'infinita serie di imprevisti che si verificano; dalla mattonella della pista da ballo che si stacca, ai contatti elettrici che non funzionano bene, alle difficoltà in cucina, ai camerieri poco professionali che si ubriacano, alla forma scomoda delle sedie che strappa gli abiti dei camerieri e si stampa sulle giacche o sulle schiene degli ospiti, al condizionatore d'aria che smette di funzionare e poi funziona troppo, alla porta (sempre a vetri) che va in frantumi e così via. E' tutta una serie di imprevisti che prende sempre più ritmo, una danza degli eventi che peggiora e aumenta di minuto in minuto fino a che una parte del soffitto crolla e allora crolla anche quel mondo asettico, standardizzato e freddo. Si forma, in un angolo del ristorante, un gruppo di ospiti, diversi di loro ubriachi, che fanno festa in modo informale, cantando canzoni popolari, facendo baccano, improvvisando al pianoforte, scherzando e ridendo. E questo calore contagia anche il mondo esterno, con al mattino questo gruppo di persone che va a fare colazione insieme, sempre con lo stesso atteggiamento solare e caloroso. Le strade poi iniziano ad essere popolate anche da auto colorate, che ruotano costantemente intorno alla rotonda come in una sorta di giostra, appaiono festoni colorati agli edifici, anche nei negozi le persone e gli atteggiamenti cambiano. Personalmente la interpreto proprio come netta rottura rispetto alla prima parte, come a voler significare che va bene la tecnologia e che ha senza dubbio vantaggi, ma non dev'essere modificato il nostro modo di vivere, i nostri piccoli gesti, la nostra vitalità, il comunicare e il rapportarsi con gli altri in modo confidenziale e caloroso, popolare...non deve quindi rendere i comportamenti umani freddi, asettici e standardizzati. Che appunto era un po' il concetto anche di Mon Oncle, con il passaggio dal mondo futuristico e tecnologico della famiglia della sorella di Tati, al borgo popolare in cui abitava lui. Playtime è un film più complesso da seguire, meno divertente degli altri, meno fluido nella narrazione...come dicevo, a me ricorda in un certo senso i film/sinfonie sulle città del cinema d'avanguardia. Ma è di una complessità enorme, ha delle gag visive e sonore assolutamente incredibili e geniali, ha tantissimi dettagli e in queste righe ho solo graffiato la superficie. E' veramente un'opera maestosa nel vero senso della parola. Cinematograficamente segue lo stile di Tati, con il sonoro che è protagonista (è uno degli autori che ha proprio rivoluzionato il sonoro); tutta la serie di gag è realizzata con piani lunghi, mai primi piani o piani ravvicinati, gag che nascono, si sviluppano e si compongono all'interno dell'inquadratura, come ad esempio la scena iniziale dove ogni dettaglio e aspetto ci porta a credere che siamo in un ospedale, invece nella scena seguente capiamo di trovarci in un aeroporto. Perciò le sue inquadrature chiedono massima attenzione, per cogliere tutto ciò che si svolge al loro interno. Generalmente, tutti i film di Tati sono assolutamente da vedere...un genio del cinema che si affianca a pieno merito ai migliori autori comici e non solo. La grande illusione (1937) di Jean Renoir. Questo film di certo non ha bisogno di presentazioni o di tanti discorsi, è uno tra i massimi film della storia del cinema. La straordinarietà pazzesca di due capolavori assoluti come questo e La regola del gioco è che sono al tempo stesso semplici e leggeri ma anche complessissimi. In questo Renoir è unico, riesce a fare film strutturati e densi di argomenti complessissimi in modo assolutamente leggero, con una tranquillità e una facilità disarmante. La grande illusione è ambientato durante la prima guerra mondiale e mostra degli ufficiali francesi catturati dai tedeschi e messi nei loro campi di detenzione. In particolare vengono mostrati 2 francesi, uno più anziano ed uno più giovane. I francesi tentano di fuggire dalle varie prigioni, non per sopravvivere, in realtà, perché sono trattati in modo egregio, viene concessa grande libertà e grande rispetto. I due protagonisti vengono spostati da prigione in prigione fino a che non vengono portati nel castello comandato dall'ufficiale tedesco che li aveva catturati. Qui si rinsalda il rispetto che si era creato tra l'ufficiale tedesco (interpretato dal grandissimo Erich Von Stroheim) e il detenuto francese di più alto grado che sfocia quasi in amicizia. Per lunghi tratti è un film che ha toni da commedia, per tutta la prima parte in particolar modo, ma sa essere anche molto amaro. La visione della guerra presente in questo film è disarmante, in tutti i sensi. Appare enorme la differenza tra generazioni, la guerra è stata voluta dalla generazione più vecchia, per porre rimedio ai fallimenti delle loro vite; i più anziani appaiono stanchi, logori, guardano alla morte quasi come sollievo per la loro vita e per i loro fallimenti. I più giovani invece si sono trovati incastrati nella guerra, non l'hanno voluta loro e lottano per la vita, non vogliono morire. Appare inoltre molto più netta la differenza tra persone di classe diversa piuttosto che tra persone di nazione diversa. I due francesi sono di classe diversa, hanno avuto educazioni diverse e sono molto distanti mentre tra l'ufficiale francese e quello tedesco, nonostante siano di nazioni diverse ed in guerra tra loro, si crea un'alchimia molto forte. Mentre invece l'altro francese, con un altro compagno, nella parte finale trova un forte rapporto con una contadina tedesca, che li ospita. Questi momenti, soprattutto il rapporto tra l'ufficiale francese e quello tedesco, sono tra i più belli nella storia del cinema. Ma in generale lo è tutto il film, di una bellezza disarmante. E quello che rimane impresso in modo indelebile appunto, è la facilità e la leggerezza con la quale si svolgono i film di Renoir nonostante i temi trattati. Uno tra i massimi poeti del cinema. Qualche volta ci poniamo la domanda su quali siano i film più importanti o più belli del cinema...pur avendo visto solo due suoi film, io credo che Jean Renoir debba sempre trovar posto. Parigi brucia? (1966) di René Clément, produzione franco-americana. Parla di un reale episodio della seconda guerra mondiale. Hitler nel 1944, ormai a fine guerra, ordinò al governatore nazista di Parigi di radere al suolo la città, visto l'arrivo degli alleati, distruggendola; il governatore, Choltitz, è passato alla storia per aver disobbedito all'ordine. Il film quindi mostra questo episodio, le azioni dei gruppi della resistenza francese che si adoperano per liberare la capitale e l'arrivo dell'esercito alleato. E' indubbiamente tra le produzioni più grandi della storia: la regia è affidata a Clement (che comunque non ha grande libertà, più che altro mette a disposizione la sua capacità di mestiere), la sceneggiatura è stata scritta da Gore Vidal e Francis Ford Coppola, nel cast figurano attori come Kirk Douglas, Alain Delon, Belmondo, Orson Welles (e il bello è che lì per lì non lo avevo riconosciuto e pensavo "In questo ruolo ci vedrei Orson Welles" ), Trintignant ma anche Michel Piccoli, Anthony Perkins, Jean-Pierre Cassel ed altri. Cast mostruoso e la cosa curiosa è che hanno tutti ruoli abbastanza piccoli...è un film corale e quasi tutti compaiono per pochi minuti o addirittura secondi. Ma come spesso accade in questi casi, il film è discutibile. Un'accozzaglia di scene, di azioni, di momenti scritti, realizzati e scelti male...in particolare legati con un pessimo, per me, montaggio. Generalmente è come se non si veda niente, i momenti drammatici vengono rappresentati in maniera insipida, i combattimenti ci sono ma sono caotici, confusionari, mal realizzati e mal montati, nessun personaggio rimane vivido, non c'è nessun tipo di tentativo di riflessione su quello che accade, vengono confusi anche i punti di vista. Se qualcuno era intenzionato a vedere questo film perché incuriosito dai nomi presenti o da altro, glielo sconsiglio Passando a visioni contemporanee, ho visto anche io Un affare di famiglia di Kore'eda. Bel film, ne ha già parlato sufficientemente PerfX. A differenza di Ozu, che indagava con sguardo contemplativo la famiglia, Kore'eda in questo film colpisce direttamente con una visione alternativa della famiglia, va un po' a scuotere i cardini di quella che è un'istituzione sacra; argomento, tra l'altro, che è sempre all'ordine del giorno in ogni decennio ed anche da noi, per esempio. Come detto da PerfX però, lascia in sospeso...lascia al giudizio dello spettatore. Se vogliamo può ricordare Captain Fantastic per certi versi, ovviamente con uno stile, dei toni e fondamenti cinematografici molto lontani...ma in questi film viene posta una visione differente della famiglia da una parte e dell'istruzione/famiglia dall'altra, andando un po' a sconvolgere quelle che sono le canoniche convinzioni. Il film di Kore'eda è realizzato con la classica dolcezza, leggerezza e sensibilità giapponesi. Non mi ha convinto moltissimo il finale, secondo me si trascina un po' troppo con una serie di "falsi finali". A me sarebbe piaciuto maggiormente senza gli ultimi 15-20 minuti, che secondo me tolgono anche un po' di coraggio al film e servono per dare una maggior chiarezza che per me va un po' a rompere la poesia. Complessivamente credevo mi colpisse maggiormente, ma è comunque un gran bel film. Ho iniziato a vedere anche la serie tv Sharp Objects, con Amy Adams. Lo sapete, io le serie tv non le guardo quasi mai, ma queste prime due puntate non mi sono dispiaciute...vedremo come andrà avanti.
  9. 1 punto
    Io ho fatto la J1897 insieme alla mia ragazza l'11 settembre... Sul sito c'era scritto che i welcome pack sarebbero partiti da novembre.. A lei è arrivato ieri.. A me ancora niente. Non ho idea con quale criterio spediscono! L'unica cosa che ho pensato è che lei è un nuovo cliente e io ho effettuato l'upgrade e forse danno la precedenza prima ai nuovi, ma non me lo so spiegare comunque.
  10. 1 punto
  11. 1 punto
    cmq sinceramente su nibali qualcosa di " fuori programma" credo ci sia...perche doveva correre il giro di toscana e coppa sabatini in preparazione al mondiale ma nel roster ufficiale della bahrain-merida comunicato quasta mattina il suo nome non compare mentre al suo posto hanno iscritto pozzovivo....altra stranezza e' che moscon non fara' la crono quindi penso cassani lo voglia il piu' fresco possibile....io la butto li....se nibali non sta in condizione per cassani i capitani saranno 2....moscon come scheggia impazzita e pozzovivo da tenere al riparo fino all'ultimo strappo....poi magari sbaglio e'...
  12. 1 punto
    Segnalo la convocazione di Busti nella nazionale maggiore canadese per il match di qualificazione alla CONCACAF Nations League contro le Isole Vergini Americane.
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+02:00
×

Informazione Importante

Utilizziamo i cookie per migliorare questo sito web. Puoi regolare le tue impostazioni cookie o proseguire per confermare il tuo consenso.