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Contenuti Popolari

Visualizzazione di contenuti con la più alta reputazione 11/07/2022 in tutte le aree

  1. 15 punti
    Quando ci si saluta, dopo un’avventura meravigliosa vissuta insieme, in un angolo del cuore c’è sempre una piccola speranza di rivedersi, prima o poi. Con Paul è stato proprio così. Nel 2016 le nostre strade si sono separate, dopo 4 anni incredibili. Anni in cui quel giovane talentuoso ragazzo francese di nemmeno 20 anni esordiva in Prima Squadra, e dopo meno di un mese segnava il suo primo gol. Anni in cui avevamo imparato a trattenere il fiato ogni volta che lo vedevamo caricare il tiro da fuori: sapevamo come poteva andare a finire, e spesso finiva in un boato di gioia (per la precisione, da fuori area, Paul è andato in gol 14 volte in 4 stagioni di Serie A, più di qualunque bianconero al pari di Pjanic). Anni in cui Pogba è diventato un campione pazzesco, vincendo tantissimo in maglia bianconera, sfiorando la Champions nel 2015, fornendo 12 assist solo nella sua ultima stagione a Torino, andando via con un bottino di 34 marcature, cui aggiungere la bellezza di 32 assist, per un totale di 66 gol che lo hanno visto protagonista. Poi ci siamo salutati, e lui nel frattempo ha consacrato il suo talento e la sua potenza, diventando anche Campione del Mondo con la Francia nel 2018. Ci siamo salutati, ma non ci siamo mai realmente dimenticati: c’è qualcosa di ancestrale nel richiamo di casa, quel qualcosa che alla fine, dopo mille avventure, ti fa tornare. Paul è di nuovo a Torino, è andato via ragazzo, ritorna uomo e fuoriclasse, ma c’è una cosa che non è cambiata: la voglia di scrivere altre nuove pagine indimenticabili, insieme. Non potremmo essere più felici: Pogba è di nuovo con noi. Juventus.com Torino, 11 luglio 2022 – Juventus Football Club S.p.A. comunica di aver perfezionato un contratto di prestazione sportiva con il calciatore Paul Pogba; a fronte del tesseramento del calciatore, Juventus sosterrà oneri accessori per € 2,5 milioni, pagabili entro il 31 agosto 2022. Juventus ha sottoscritto con lo stesso calciatore un contratto di prestazione sportiva fino al 30 giugno 2026.
  2. 12 punti
  3. 5 punti
    Premesso che rispetto al mondiale siamo stat* sfortunat* nel sorteggio perchè la partita peggiore ci è capitata all'esordio mentre all'epoca il Brasile ci fu all'ultima giornata c'è da dire che l'europeo nel femminile è più difficile del mondiale e proprio per questo bisogna uscire un po' da quella che è stata la bolla del 2019 anche perchè son passati tre anni e lo devono capire tutt*: CT, calciatrici e pure la stampa perchè perdere contro la Francia era ampiamente pronosticabile ma non così, come non era successo neanche ai tempi nefasti in cui era un miracolo anche solo qualificarsi a queste competizioni. Difficilmente ho visto una partita preparata così male e affrontata peggio. Tatticamente lo staff tecnico le ha proprio mandate a mostrare il fianco tra campo lasciato a queste che con due falcate ne coprono la metà, palloni alti e cambi di gioco con loro che sono altissime e giocate di fino che non hanno portato a nulla. Per non parlare delle oscenità tipo Girelli larga a sinistra, Bonansea a fare la terzina e le centrocampiste schiacciate sulla linea di difesa. Quando si affrontano certe squadre nettamente più forti, che hanno tutto: gamba, piede e fisico non bisogna inventarsi nulla, si deve muovere la palla nella maniera più semplice possibile e guadagnare campo in questo modo, cercando di evitare quanto più possibile il contatto fisico. E non si è visto nulla di tutto ciò neanche sul secondo tempo dove per inciso tanto si è fatto gol per di più di testa proprio perchè Renard tava già pensando a che balsamo usare per i capelli quando andava a fare la doccia. Questa sconfitta deve servire come bagno d'umiltà per tutte e non faccia da crollo verticale, le altre due partite sono alla portata dell'Italia che le affronta con umiltà e testa, non certo a questa vista stasera. C'è solo da rimboccarsi le maniche e rimettersi in carreggiata con la testa a far bene. In ultima battuta, oltre alla già citata Renard mostruosa sotto tutti i punti di vista (vista dal vivo in finale di Champions e mi ha impressionato in una maniera inaudita) volevo dedicare due parole alla nostra Pem Pem che è una saracinesca vivente, pazzesca. E a queste mancava pure Henry - non convocata per screzi con la CT - che è poco poco tra le centrocampiste più forti del mondo...
  4. 4 punti
    Che discorsi sono i confronti uomini donne ? Un campione di box dei pesi leggeri o medi le prende da un peso massimo ? Si . Quindi un peso leggero o medio è un mezzo campione? La regola dello sport ( fino ad oggi, ma purtroppo non sarà più così) è il confronto ad armi pari.
  5. 4 punti
    Uno dei giocatori a cui sono più affezionato. Torna ad un’età ancora relativamente giovane, se si scrolla di dosso la mediocrità dell’ambiente che ha lasciato, può tornare ad essere la nostra carta vincente. Welcome Back Paul.
  6. 3 punti
  7. 3 punti
    Ricordo come fosse ieri le notti stupidamente perse per monitorare il tira-molla di lui e la buonanima di Raiola durante quella famigerata estate del 2016. Ricordo anche quanto ero incavolato e amareggiato dopo tutto quel clamore mediatico sollevato per poi lasciarci, anche se il suo cartellino era stato venduto a una cifra tutt'altro che trascurabile. Scrissi anche che da quel momento in poi non volevo nemmeno sentirlo nominare, nel mio piccolo mi sentivo enormemente preso per i fondelli come pochissime altre volte mi era capitato. Succede tuttavia che come in molti casi il tempo è un buon medico, e che in parte risana certe ferite anche se, per quanto riguarda la mia, non è ancora guarita del tutto. Nonostante questo, il suo inserimento nel nostro centrocampo è sulla carta un upgrade non indifferente. Non ho certo dimenticato che abbiamo avuto a che fare con Ramsey e Arthur, giusto per citare un paio di nomi. Vorrei essere meno freddo nel dargli il bentornato, ma purtroppo al momento non ci riesco. Probabilmente l'età mi ha inacidito, comunque sia bentornato Polpo, e in bocca al lupo.
  8. 3 punti
    Il MIO Mondiale. Argentina Spagna e Messico i tre più sentiti, già nel 90 il fuoco si affievolì. Nel 94 mi entusiasmai con Baggio, ma Sacchi mi stava sullo stomaco. O un po' più giù. Spagna 82 resta il ricordo più bello, il Mondiale dei Mondiali. Squadre piene di campioni: il Brasile più forte di sempre assieme a quello del 1970, l'Argentina campione in carica con Maradona in più, la Francia di Platini e del "carré magique", la Germania campione d'Europa con Rummenigge, Breitner, mezzo maledetto Amburgo (che un anno dopo ci avrebbe fatto piangere), l'Inghilterra di Robson, Brooking e "King" Kevin Keegan. La Polonia di Boniek, Lato, Smolarek (ossatura Widzew Lodz, semifinalista Coppa dei Campioni l'anno dopo), l'ascesa del calcio africano con la prima grande affermazione (Algeria-Germania 2-1, gol della stella Belloumi e del "tacco di Allah", Rabah Madjer), il Camerun che ci fa soffrire la qualificazione. La Nuova Zelanda che scopre che non esiste solo il rugby (la stella era Wynton Rufer, Werder Brema), l'Honduras che fa vedere i sorci verdi ai padroni di casa, in edizione dimessa. L'Irlanda del Nord mostra il talento del più giovane giocatore di sempre ai Mondiali, Norman Whiteside, colonna del Manchester United. Poi c'era El Salvador, che ne prese 11 (a 1) dell'Ungheria e il Kuwait con l'Emiro sceso in campo per far annullare un gol (regolare) alla Francia. E ci riuscì. Anni belli di un calcio nel quale i calciatori erano uomini normali con fisici normali, qualche privilegio in più ma niente tatuaggi, niente veline, niente social. Che ricordi favolosi.
  9. 3 punti
  10. 3 punti
  11. 3 punti
  12. 2 punti
    Lo desideravo da anni. Sto spiegando alle mie due figlie di 12 e 11 anni (il piccolo pensa solo a Star Wars e cose simili) cosa sia stato Paul Pogba, gli ho fatto vedere i vari video che ho trovato. Molti di noi lo hanno visto esplodere e diventare un grande giocatore. La delusione nel vederlo andare via e’ stata simile a quella di Zidane, ora vederlo tornare mi riporta a quegli anni di successi continui, che non dobbiamo dimenticare. Mai.
  13. 2 punti
    Non c’è confronto, vale per il calcio come per tutti gli altri sport
  14. 2 punti
  15. 2 punti
  16. 2 punti
  17. 2 punti
    vero quello che dici, vanno ad una velocitá doppia rispetto alle nostre e cosí come nei maschietti chi arriva sempre primo sulla palla fa quello che vuole, detto ció a me non piace la Bertolini, non piace la FIGC...
  18. 2 punti
    Parzialmente sono contento di questo schiaffone. C'era intorno troppa retorica e troppi contenuti che nulla hanno a che vedere con i valori sportivi. Mi ricorda un po' la stessa cosa accaduta nel rugby. In cui il movimento pompato all'inverosimile sopravvive a sonore sconfitte
  19. 2 punti
  20. 2 punti
    Quella fu un’estate magica. Ero piccolo e ancora non capivo molto del gioco. Mi bastava tifare e gridare a squarciagola ad ogni gol. Poi, crescendo, appassionandomi, studiando, ho arricchito quel bagaglio fatto di sole emozioni e teneri ricordi. Ho scoperto le vicende sportive e quelle umane che si nascondevano nelle pieghe di quei giorni, ho compreso al meglio gesti tecnici di immenso valore. E così il Mundial è diventato un’esperienza globale che ha arricchito la mia vita. Ma ogni immagine di quelle giornate spagnole rappresenta per me una piccola Madeleine che mi permette di rivivere intatte le stesse sensazioni, via via più mature e consapevoli nel corso degli (ahimè, molti) anni. Uno degli argomenti di maggior interesse fu, senza dubbio, la questione del silenzio stampa e di tutte le polemiche, le critiche e le accuse cattive e gratuite verso gli azzurri. In particolare, oltre alla Gazzetta e a Tuttosport, Il Messaggero fu decisamente schierato contro Bearzot, anche a livello personale, specialmente attraverso una delle sue più prestigiose firme dell’epoca come Gianni Melidoni. Già nel ’78, quello che si autodefinisce “Il giornale di Roma, da sempre”, ci andava giù pesante prima e dopo una brutta amichevole pre-mondiale pareggiata in casa contro la Jugoslavia: «Ma restiamocene a casa!»; «Bearzot accetta i fischi ma dà i numeri»; «A 15 giorni dal Mundial argentino è d’obbligo chiedersi se è il caso di affrontare l’avventura. Il regolamento internazionale non concede forfait […] ma sarebbe sicuramente più opportuno restarcene a casa» (19/05/1978). Sappiamo tutti come andò a finire… Nell’82, alla luce delle opache prove del primo turno, prima del secondo girone in cui avremmo affrontato Brasile e Argentina, si sprecarono i pronostici catastrofici e nei commenti si passò direttamente agli insulti: «All’Italia il terribile compito di far da pallottoliere ai titani, nel senso che, in caso di pareggio tra i sudamericani, varranno i gol segnati o da segnare e per costoro non ci sarà altra possibilità di sfogo che la porta di Zoff» (Gianni Melidoni, Il Messaggero, 24/06/1982). «Il gioco italiano è il più brutto al Mundial […], un gioco stracco e sanguisuga fondato sul marcamento a uomo che ha il potere di deprimere perfino la buona volontà degli avversari. Il nulla rappresentato su un campo di calcio» (Gianni Melidoni, Il Messaggero, 25/06/1982). «La nostra gloria si regge sui “se” di una qualificazione ridicola» (Gianni Melidoni, Il Messaggero, 04/07/1982). «L’armata Brancazot è ambasciatrice di un calcio comodo e noioso» (Gianni Melidoni, Il Messaggero, 05/07/1982). «Bearzot sta già predisponendo la ritirata. È un ventriloquo. Fa del proprio ombelico il centro del mondo. Vuole fare il protagonista, gli piace la scena, gli applausi da circhi […]. Tardelli non intende marcare nessuno. Non ce la fa proprio. È in coma atletico. (Lino Cascioli, Il Messaggero, 10/06/1982). Maurizio Mosca e i suoi colleghi dalle pagine del Corriere della Sera lanciavano i loro strali contro il C.T.: «Nel vedere l’Inghilterra aumenta la nostra rabbia nei confronti della Nazionale italiana» (Maurizio Mosca, Il Corriere della Sera, 21/06/1982). «L’Italia già pensa al dopo-Mundial» (Titolo de Il Corriere della Sera, 28/06/1982). «Siamo al calcio del coitus inerruptus» (Carlo Grandini, Il Corriere della Sera, 28/06/1982). «Bearzot figurerebbe intorno al ventesimo posto in una classifica ideale dei migliori allenatori italiani […]. I suoi errori tattici sono macroscopici […]. È probabilmente sprofondato in un preoccupante stato confusionale» (Mario Gherarducci, Il Corriere della Sera, 28/06/1982). «Basterebbe saper perdere. Non c’è tecnico preparato e in buona fede che in partenza non dia l’Italia sconfitta, magari vistosamente» (Titolo de Il Corriere della Sera, 29/06/1982). «Alcuni dei più brillanti fra i nostri allenatori, quali Pace, De Sisti, Fascetti, Agroppi, Catuzzi e Corso […] considerano Bearzot molto superato […], obsoleto, vecchio, non più competitivo» (Enrico Arcelli, Il Corriere della Sera, 29/06/1982). Salvo, poi, vedere ciascuno rimangiarsi tutto dopo la notte di Madrid: «Grazie azzurri […]. Avete fatto una cosa immensa, avete dato agli italiani dei giorni incredibili, emozioni e palpiti che ci hanno unito nel vostro trionfo» (Maurizio Mosca, Il Corriere della Sera, 12/07/1982). «Enzo Bearzot è il condottiero più brillante della storia azzurra dopo Vittorio Pozzo» (Carlo Grandini, Il Corriere della Sera, 13/07/1982). «Dopo essersi imposta sulla scuola sudamericana, più spettacolare che pratica, gli azzurri hanno puntato su quella europea e l’hanno egualmente travolta portando nel firmamento l’esclusiva novità del gioco all’italiana» (Gianni Melidoni, Il Messaggero, 13/07/1982). «Il miglior tecnico dei campionati del mondo: Bearzot» (Lino Cascioli, Il Messaggero, 13/07/1982).
  21. 1 punto
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  23. 1 punto
  24. 1 punto
    che bello, alla fine, l'abbraccio tra PPM e le nostre bianconere... 😍😍😍
  25. 1 punto
    Uno dei giorni più belli della mia vita. Ero bambino. Una festa irripetibile.
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