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Deborah J

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  1. In un San Siro esaurito come ormai d’abitudine (previsti dunque 74mila spettatori circa), andrà in scena una sfida che sarà seguita in oltre 150 paesi del mondo. Talmente mondiale la gara fra rossobianconeri che allo stadio richiamerà appassionati provenienti da Belgio, Francia, Polonia, Olanda, Germania, Finlandia, Brasile e Stati Uniti. Se per vincere una partita a RisiKo è fondamentale fare propri territori strategici come Stati Uniti Orientali, Europa Settentrionale, Africa del Nord, Kamchatka o Australia Occidentale, stasera Pioli e Allegri si sfideranno non solo tatticamente, ma idealmente anche su quattro macro aree geografiche e chi preverrà, chissà che non faccia sua la gara ufficiale numero 240 fra le due squadre, con la Juventus davanti per 92 successi a 70 (con 77 pareggi).
  2. Dopo l’affare saltato con l’Inter, a gennaio la Juve studia la mossa per anticipare tutti. C’è già un piano per l’ingaggio (sotto i 2 milioni contro gli attuali 450mila euro) e per la formula con l’Udinese: prestito con diritto di riscatto che può diventare obbligo(20 milioni ), nell'affare poi potrebbero entrare dei giocatori come Nicolussi Caviglia o l'intero cartellino di Aké oggi in prestito in Friuli. Ci sarebbero già stati contatti tra le parti: l'incognita é il papà del ragazzo protagonista del mancato passaggio del giocatore all'Inter. A Torino poi ci sono 2 sponsor del centrocampista: Vlahovic è un amico e più volte a consigliato al giocatore di scegliere la Juve anche dopo il mancato passaggio all'Inter, occhio anche a Yildiz visto che i due sono amici e il giocatore serbo è stato tra i primi a congratularsi con il giocatore della Juventus per l'esordio con la nazionale maggiore della Turchia.
  3. Pochi scampoli di partita in campionato e nessuno in Champions per Fabian Ruiz che nel Psg è finito ai margini ed è disposto a guardarsi in giro. Intermediari lo stanno proponendo a più squadre tra le quali la Juve puntando sul rapporto con Giuntoli che portò il giocatore a Napoli. La Juve potrebbe anche essere interessata per gennaio, ma ai giusti costi: lo spagnolo infatti prende 6 milioni l'anno e nell'ottica del risparmio sui costi non è a quelle cifre il giocatore "ideale".
  4. Giorni fa lo riportava anche Tuttosport. La Gazzetta per quanto possa stare sulle scatole (ad alcuni) è sempre bene informata sul mercato e vicina agli ambienti Juve. Per me la notizia è vera.
  5. In casa Juve è emergenza in difesa con gli infortuni di Alex Sandro e Danilo, ma Allegri non cambierà modulo come si poteva ipotizzare. Anche a Milano sarà 3-5-2 con Gatti e Rugani al fianco di Bremer. Il mister bianconero si fida dei due difensori e così anche la società che è pronta a rinnovare i contratti dei due giocatori nelle prossime settimane.
  6. Dopo la notizia della positivita di Pogba l'idea a Torino era quella di utilizzare a gennaio il rientro di uno dei tanti giocatori in prestito ma con l'aggiunta dello stop di Fagioli ora la Juve ingaggerà almeno un centrocampista "pesante", e il grande sogno di Giuntoli è K. Thuram del Nizza. Bottega cara quella del Nizza che però vede l'interessamento dei francesi a Iling Junior valutato sui 20M€. L'esterno inglese potrebbe essere inserito nella trattativa per arrivare al centrocampista che prevederebbe un prestito con obbligo di riscatto a giugno. L'alternativa? Samardzic dell'Udinese che piace tecnicamente ma anche per i costi visto che l'Inter era riuscito a bloccarlo per un prestito con diritto di riscatto a 20 milioni.
  7. Il centrocampo perde i pezzi, tra la sospensione di Pogba e la vicenda giudiziaria relativa alle scommesse illegali che coinvolge Fagioli, quindi Allegri ha bisogno di certezze cui affidarsi per la ripresa del campionato, che vedrà la Juve impegnata a San Siro contro la capolista Milan. Lo snodo è delicatissimo, per questo il tecnico punta forte su un suo fedelissimo. Adrien è stato un vero e proprio colpo di mercato dell’estate bianconera perché la sua conferma, visto il contratto in scadenza, era tutt’altro che scontata. Proprio la spinta del tecnico, però, ha fatto la differenza e si è rivelata un chiave decisiva nella scelta del francese di firmare per un’altra stagione, fino al 30 giugno 2024. Allegri lo ha fortemente voluto per farne uno dei punti fermi nell’annata del rilancio juventino, dopo che il centrocampista la scorsa stagione ha vissuto la sua migliore stagione da quando è in Italia, scoprendo una vena realizzativa sconosciuta, con ben 11 gol all’attivo. Le statistiche raccontano che, dall’inizio dello scorso torneo a oggi, Rabiot è il centrocampista che ha partecipato a più gol in serie A. Adrien aiuta la fase offensiva e contribuisce a concretizzare l’azione. A ciò aggiunge leadership e personalità, ingredienti fondamentali all’interno di un gruppo che è stato ringiovanito e che necessità di guide forti. Non ci sono alternative, in ogni caso: contro il Milan, e non solo, Allegri ripartirà da lui, insostituibile accanto a Locatelli.
  8. Ieri non ci sono state rivelazioni clamorose ad agitare tutto il movimento, ma la situazione resta di estrema allerta. Le squalifiche possono essere pesanti. Tutto gira intorno all'articolo 24 del Codice di Giustizia Sportiva che punisce i giocatori che effettuono, direttamente o indirettamente, "scommesse che abbiano ad oggetto risultati relativi ad incontri ufficiali organizzati nell'ambito della Figc; della Fifa e della Uefa". Niente scommesse di calcio per i giocatori, questa è la base. Nicolò Fagioli lo sa bene, e con i suoi avvocati deve evidentemente aver studiato una strategia per uscire da questa storia nella migliore maniera possibile. Leggi, restare a piedi, senza calcio solo pochi mesi. Da qui all'autodenuncia alla Procura, ammettendo di aver scommesso sul calcio e fornendo elementi utili alle indagini. Massima collaborazione, con Chinè che ha ascoltato il centrocampista più volte. Sono stati fatti nomi, è stato spiegato quale fosse lo sport oggetto delle scommesse, l'entità delle stesse e i siti (illegali) dove il denaro girava. Ormai assodato che Fagioli abbia ammesso di aver puntato su partite di calcio, ma mai su quelle della Juventus. E questo a livello difensivo è stato un passo fondamentale per puntare dritti a un sostanzioso sconto della pena. L'obiettivo di Fagioli è stato quello di patteggiare prima del deferimento per ottenere così una riduzione della pena del 50% . La richiesta di patteggiamento sembra in dirittura d'arrivo: se non ci saranno intoppi, entro il fine settimana dovrebbe arrivare la soluzione.
  9. Cent’anni dopo, la Famiglia è ancora al vertice del club: John Elkann, nipote dell’Avvocato Gianni, fa gli onori di casa, alla presidenza si sono avvicendati negli anni lo zio Umberto e il cugino Andrea, e comunque mai sono mancati impegno e passione, dietro qualsiasi dirigenza ci sono sempre stati gli Agnelli, capaci di intrecciare affari e cuore, tradizioni e progettualità, di collezionare successi senza mai sentirsi appagati perché, come sosteneva Edoardo, «una cosa fatta bene può essere sempre fatta meglio». Nessun club ha vinto quanto la Juventus in Italia, in campo maschile e femminile, e solo il primo scudetto, anno di grazia 1905, non porta la firma della Famiglia. Il segreto, però, è guardare sempre avanti e anche questa serata lo testimonia: sfilano stelle indimenticabili, scorrono immagini che raccontano momenti di gloria, si sovrappongono emozioni lunghe un secolo ma la celebrazione non è fine a se stessa, passerella un po’ mesta come succede talvolta quando la nostalgia oscura tutto e sfuma in malinconia, è monito e spinta, orgoglio e promessa, modello, voglia di perpetuare e migliorarsi, di andare oltre se stessi e entrare nel futuro. L’immagine simbolo della continuità arriva da una delle partitelle: in campo Leone e Oceano, i figli di Elkann - anche Vita, la più piccola, gioca a calcio -: l’amore per la Juve che attraversa le generazioni. Attorno, tanti giovani e bambini: la Famiglia e le famiglie, il futuro bianconero. —
  10. La Juve dovrà fare a meno di Danilo sicuramente domenica sera contro il Milan e poi la settimana dopo con il Verona (sabato 28 ottobre), in attesa di capire se potercela fare a rientrare contro la Fiorentina (sabato 5 novembre) o almeno contro il Cagliari (domenica 11 novembre) prima della sosta. E ora? Ora Allegri dovrà fare di necessità virtù, ancora una volta. Con due vie davanti a sé. La prima è quella che porta alla conferma dell’attuale sistema di gioco, quindi della difesa a 3. Pur sapendo di avere a disposizione solo tre centrali oltre a Huijsen (classe 2005), considerando anche l’infortunio datato di Alex Sandro: si tratta di Gatti, Bremer e Rugani. Una linea praticamente inedita. Senza Danilo fiducia al trio Gatti-Bremer-Rugani e al 3-5-2. Oppure Allegri potrebbe anche cambiare tutto, riproponendo quella difesa a quattro che solo a sprazzi si è vista fin qui, sia che porti a un 4-3-3 che a un 4-4-2 asimmetrico. Potendo contare su un terzino naturale come Cambiaso e uno che invece è nato attaccante ma ha già studiato da esterno basso come Weah, terzino per tutta la scorsa stagione nel Lille. Ad aiutare le eventuali prove di cambiamento arriva almeno questa volta il calendario, Milan-Juve è in programma domenica sera e Allegri avrà un giorno in più per sperimentare i cambiamenti, aspettando tra giovedì e venerdì il rientro degli ultimi giocatori impegnati dall’altra parte dell’oceano.
  11. L’ottima prestazione in Olanda-Francia, con l’assist per il secondo gol di Mbappé e una precisione nei passaggi del 94%, può dunque far sorridere Allegri, prospettando un Rabiot in crescita e pronto a tornare ai suoi livelli migliori, quelli della scorsa stagione. Quando il suo strapotere fisico incideva pesantemente sull’inerzia delle partite, che per giunta in più di un’occasione aveva risolto personalmente: 11 gol e 6 assist. E magari a superarli, i livelli raggiunti l’anno scorso, perché a 28 anni si hanno sicuramente ancora margini di crescita. Soprattutto sul piano della personalità e della leadership, che è ciò di cui la Juve ha bisogno. Un Rabiot che fosse capace non solo di ripetere la stagione scorsa dal punto di vista del rendimento, ma anche di assumersi sempre maggiori responsabilità da leader potrebbe davvero cambiare la stagione della Juve.
  12. Yildiz avrebbe potuto e potrebbe conquistarsi a prescindere, già ben avviato su quella strada come certificano elogi e minutaggio riservatigli finora da Allegri. Minutaggio che rischierebbe però fisiologicamente di diminuire se a gennaio la Juventus acquistasse Berardi o Sudakov, obiettivi individuati per aumentare il tasso di tecnica e fantasia del reparto offensivo, sicuramente più esperti, 29 e 21 anni, e più pronti del diciottenne trequartista turco. Obiettivi che da qui a gennaio Yildiz potrebbe anche allontanare con le proprie forze, ma che intanto vengono allontanati, e probabilmente in modo definitivo almeno per quanto riguarda la sessione invernale delle trattative, proprio dall’emergenza che si è venuta a creare nel centrocampo bianconero dopo i casi Pogba e Fagioli. Quanto accaduto a Paul ha spinto Giuntoli e Manna a intensificare decisamente il loro lavoro sui centrocampisti, tanto più che in questo avvio di stagione né Fagioli, né Miretti stanno convincendo. Ora che anche per Fagioli si prospetta una squalifica importante, acquistare una mezzala di alto livello a gennaio diventa per la Juve una necessità. Necessità costosa, però: almeno 40 milioni per il preferito Thuram, poco meno per gli altri candidati più caldi. Impegnato in una decisa opera di razionalizzazione dei costi già avviata in estate, a fronte di addii importanti anche economicamente, Giuntoli ha comunque un certo margine operativo garantito dall’aumento di capitale già approvato, che però solo in piccola parte andrà a incidere sul mercato. In sostanza, tra mezzala e fantasista la Juventus dovrà quasi certamente scegliere: e la scelta visti gli ultimi eventi non potrà che cadere sul centrocampista. E nessuno arriverà a insidiare i minuti che Yildiz sarà capace di conquistarsi da qui a gennaio. Ieri sera ha debuttato con la nazionale maggiore della Turchia del neo ct Montella, giocando il finale della sfida vinta in Croazia.
  13. C’ è un vuoto da colmare a centrocampo. La Juve ha già perso Pogba, al momento sospeso in via cautelare dopo la conferma della positività al doping e in attesa di giudizio, e ora rischia di dover fare a meno pure di Nicolò Fagioli, sotto inchiesta da parte della Procura di Torino e della Procura della Federcalcio per scommesse su piattaforme illegali. Il rischio concreto per Allegri è di avere due tessere in meno nel puzzle della mediana. Un bel problema, insomma, che rende ancora più necessario un intervento sul mercato. La società ne è consapevole e per questo sta vagliando tutte le possibili opzioni. Niente follie, come impone il risanamento dei conti, ma operazioni in linea con le possibilità. Giuntoli e Manna, stanno seguendo due possibili vie: la ricerca di un giocatore “già pronto”, esperto, oppure un investimento di prospettiva, andando a scegliere un talento pronto a compiere il salto definitivo. La prima ipotesi porta a Højbjerg, 28 anni, danese, non più un punto fermo, come nel recente passato, nel super Tottenham del nuovo tecnico Ange Postecoglu (solo 125 minuti in sette presenze in Premier League finora). Sarebbe la soluzione “prêà-porter”, visto che Højbjerg ha un curriculum significativo nei club e nella Nazionale danese e innalzerebbe il livello di esperienza e sostanza di un reparto che potrebbe ritrovarsi senza quello che, nei programmi, avrebbe dovuto essere una delle mezzali titolari (Pogba) e senza colui che l’ha più che positivamente sostituito (Fagioli). I contatti con l’entourage del giocatore sono già iniziati e ci sarebbe anche stata una apertura nei confronti della Signora.
  14. Al momento chi si è mostrato più collaborativo è Fagioli, che si è autodenunciato ammettendo di aver scommesso sul calcio e ha fornitro in entrambe le procure elementi utili alle indagini. Per lui i tempi per arrivare alla squalifica potrebbero essere particolarmente stretti: proprio alla luce delle sue ammissioni e alla condivisione di informazioni utili, per il bianconero che è stato ascoltato dal procuratore federale e che sembra abbia mosso in pochi mesi cifre vicine a un milione di euro, si profila un patteggiamento già nel corso della prossima settimana. (GdS) _________________________________________________________________________________________________________ Nell'inchiesta che coinvolge più di 10 giocatori di calcio in attività e promette di mettere a soqquadro il mondo del calcio legato al betting illecito, emerge come uno dei tre professionisti indagati dalla pm Manuela Pedrotta abbia puntato, in un lasso di tempo di circa un anno e mezzo, circa un milione di euro. Pare che sia il giovane centrocampista della Juventus Nicolò Fagioli, il primo a finire sul registro degli indagati, seguito a ruota dagli altri due nazionali Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo. Esercizio abusivo dell’attività delle scommesse. Articolo 4 legge 401 del 1989. Si sa, inoltre, che l’indagine è iniziata da tempo. Un anno e mezzo circa è trascorso da quando gli investigatori torinesi, partendo da un’inchiesta che nulla c’entra con il mondo delle scommesse, sono finiti a lavorare su questa bisca del web che da sola, nel tempo monitorato, ha mosso diversi milioni di euro. Decine. Un portale, poi altri due. Il nome di Fagioli è il primo a saltare fuori. E quando il ragazzo consegna il telefono alla Mobile ci sono delle chat. (La Stampa)
  15. Ma se è stato lo stesso Fagioli ad autodenunciarsi dicendo che scommetteva sul calcio. Cosa dovrebbe fare il "tifoso medio", dirgli che è un bugiardo e mitomane che si accusa ingiustamente? Per quanto possa dispiace per il ragazzo, i media questa volta non c'entrano nulla. Si è distrutto da solo, purtroppo.
  16. Allarme Danilo. Il capitano della Juve, infatti, si è fermato nella notte tra giovedì e venerdì dopo appena 42 minuti di Brasile-Venezuela. Un problema muscolare al flessore della coscia sinistra la cui entità verrà valutata solo dopo gli esami strumentali che svolgerà lunedì al J-Medical, tornato a Torino: già programmato infatti il rientro anticipato in Italia, il difensore brasiliano salterà sicuramente la sfida della Seleçao contro l'Uruguay in programma nella notte tra martedì e mercoledì. E, soprattutto, teme di doversi fermare per un po' perché le prime sensazioni conducono al sospetto di una lesione muscolare. In casa Juve è quindi scattato l’allarme, in vista della supersfida di domenica 22 a San Siro contro il Milan infatti si sta concretizzando il rischio di una difesa ridotta ai minimi termini: con Alex Sandro fermo ai box fino a metà novembre, l’assenza di Danilo vedrebbe Max Allegri restare con il solo Dean Huijsen a disposizione oltre a Federico Gatti, Gleison Bremer e Daniele Rugani. Si preannuncia quindi una difesa inedita contro il Milan.
  17. Vlahovic ieri è tornato a lavorare con il gruppo e anche se è stato solo per una parte dell’allenamento la notizia fa sorridere Allegri e i tifosi della Juventus. In realtà più che un gruppo è un nucleo molto ristretto di bianconeri quello che ha lavorato ieri alla Continassa, in una seduta congiunta con i ragazzi della Next Gen. Il grosso della squadra è con le nazionali, dove sarebbe dovuto essere anche il centravanti serbo se il mal di schiena non lo avesse costretto a dare forfeit prima con la Juve (due partite di fila out) e poi con la Serbia. Contro il Milan però DV9 vuole esserci e per questo sta seguendo un programma personalizzato che prevede il suo rientro a pieno regime con la squadra all’inizio della prossima settimana, per avere poi 6 giorni pieni per prepararsi al big match di San Siro. Nel frattempo il club e il suo procuratore, Darko Ristic, stanno lavorando al prolungamento del suo contratto, per rendere ancora più solido e duraturo il suo legame con la Signora. (GdS) _______________________________________________________________________________________________________________ Il Milan nel mirino. Della Juve, ovviamente. Che aspetta il rientro di tutti i giocatori impegnati con le rispettive nazionali per lanciare la volata verso il big match della nona giornata di campionato domenica 22 ottobre a San Siro. Ma c’è già in questi giorni il Milan nel mirino, soprattutto in quello di Dusan Vlahovic. Che per provare a esserci contro i rossoneri ha pure rinunciato alla convocazione della Serbia, la lombalgia continua a condizionarlo a condizionarlo ormai da alcune settimane e dopo l’assenza forzata contro Atalanta e Torino punta al rientro in campo nel minor tempo possibile. Intanto una buona notizia è quella rappresentata dal suo ritorno almeno parziale in gruppo: ieri alla Continassa si è svolto un allenamento congiunto tra ciò che rimane della Juve e la Next Gen, una parte della sessione si è svolta anche insieme a Vlahovic. Che per il resto prosegue nella sua tabella di marcia, fatta di lavoro personalizzato e terapie. La Stampa
  18. Lo Stadium ha dato una forte spinta alla Juventus durante tutto il derby, ma ha fatto sentire la propria vicinanza anche a Massimiliano Allegri. Sul finire della gara, infatti, si sono alzati cori per il tecnico bianconero: "Mister Allegri, mister Allegri"; "Allegri uno di noi, Allegri uno di noi",
  19. Il numero uno di Exor ha ricordato il legame che ormai dura da 100 anni fra la società bianconera e la famiglia Agnelli, "un impegno che c'è stato, c'è e ci sarà. Oggi è un momento importante ma adesso prepariamoci per il futuro", ha aggiunto Elkann, tornato anche sul derby vinto sabato sul Torino. E sul calore dello Stadium: "C'è stato anche un grande entusiasmo nel nostro stadio, bandiere, tamburi, voglia di essere presenti, non avveniva da prima del Covid". "È molto emozionante essere qui, sono 83 trofei di cui 82 con la mia famiglia. Oggi è un momento importante, l'inaugurazione di questa stupenda stanza che ha un grande passato ma anche un grande presente e un grande futuro. Mister Allegri ha contribuito a riempire questa stanza, contiamo su di lui perchè continui": così John Elkann, al JMuseum per inaugurare la nuova sala trofei della Juventus.
  20. Edgar Davids: "Vedere gli ex compagni e le persone che sono grandi tifosi, è veramente bello. Qui sono a casa? Sempre, in tanti abbiamo lavorato per renderla tale. A che ricordo sei legato? Quando ho visto che potevo andare alla Juve, era seconda in classifica ed è bello anche quanto mi hanno aiutato i compagni e la famiglia. Avevamo un gruppo forte, una vera Famiglia e quando c'erano i vecchi Agnelli era bello parlare con la dirigenza, il calcio è cambiato ma amo anche quello di oggi". _______________________________________________________________________ Mark Iuliano: "Prima doppietta per te stasera? Nella Juventus io facevo quel gol all'anno e poi un grande lavoro. Siamo un po' invecchiati ma la voglia di stare insieme è incredibile e questa occasione per festeggiare i 100 anni della Famiglia Agnelli è veramente incredibile. È fantastico ritrovare una squadra fantastica, questi giocatori e siamo arrivati tutti ragazzini e siamo diventati uomini nella Juventus e stasera è la dimostrazione che vedere questi campioni tra i più grandi della storia è bellissimo e fare parte di questa squadra e di questa famiglia agnelli e della famiglia Juve è un onore incommensurabile. Oggi avevamo i brividi ad essere con mister Lippi e tutti insieme perché il decennio che abbiamo passato insieme e' da brividi".
  21. Siamo la Juventus, siamo la storia, siamo l’esempio da seguire per costruire un presente e un futuro che siano all’altezza del passato. "Together, a black & white show", è la festa dell’orgoglio bianconero, un intero popolo riunito dentro un Pala Alpitour gremito per celebrare i 100 anni di proprietà della famiglia Agnelli. Una Signora non può essere messa nell’angolo e le stelle del passato lo ricordano a chi oggi indossa questa maglia gloriosa con i loro nutriti palmares. Il messaggio è implicito: fate come noi, perché non si può tradire il passato. Chi si rivede La grande reunion è iniziata al mattino: i campioni di ieri sono arrivati alla spicciolata al J Hotel, presidiato dai tifosi come nei giorni delle partite casalinghe. Tutti a caccia di foto, autografi, uno scatto da custodire gelosamente nello smartphone. Sfilano Mandzukic, uno dei primi a presentarsi, poi Zidane e Platini. Altri scelgono luoghi più familiari per incontrarsi e pranzare insieme, come il ristorante di Ferrara a pochi passi dal centro, uno dei tanti a essere rimasto a vivere a Torino. Serata da leggenda Tantissimi applausi per Platini, che si presenta in veste di allenatore, Conte, Barzagli, Marchisio, Evra, Mandzukic, Davids, ovazione per Zidane, tutti in piedi e pubblico in delirio per Del Piero, accolto dal coro "c’è solo un capitano". In tribuna c’è anche Vlahovic, che si unisce al tributo alla Signora del passato e si gode questa full immersion nella juventinità.
  22. Ed è proprio Zinedine Zidane a lasciare che i tifosi bianconeri possano sognare in futuro un suo ritorno alla Juve: "È molto bello essere qua con tutta questa gente e la famiglia della Juventus, è la cosa più bella perché ci vogliono questi eventi e sono contento di essere qui con tutti gli juventini. Io alla Juve? Fino a quando sarò allenatore se ne parlerà, vedremo". Con lui in campo anche un certo Antonio Conte, tra i più acclamati e magari stuzzicati dagli ottomila del Pala Alpitour, la sua presenza è in ogni caso tra le più significative: "La famiglia Agnelli ha un legame indissolubile, rappresenta la Juventus, per quello che si è creato va detto grazie a questa famiglia che crea sempre presupposti per fare contenti i tifosi. Mi fa piacere ritrovare compagni ed ex calciatori e significa che il tempo passa. I ricordi più belli? La vittoria della Coppa Uefa con Trapattoni in panchina, poi il primo scudetto con Lippi e la Champions che è stata qualcosa di incredibile".
  23. Zinedine Zidane, il calciatore francese ex della Juventus ha parlato al sito dei bianconeri in occasione del centenario della proprietà Agnelli. "Ho vissuto tante emozioni: come non pensare all'Avvocato, sempre attento a me, alle sue telefonate all'alba dopo una partita vinta, alle sue apparizioni agli allenamenti... il mondo si fermava! La Juve è stata più di una famiglia, è stata un luogo in cui ho imparato davvero cosa significava "competitività" come giocatore, e che mi ha spinto anche nella mia vita di uomo e in famiglia". A Torino dal 1996 al 2001, Zidane ha disputato con la maglia della Juve 212 partite conquistando due Scudetti, una Supercoppa italiana, una Coppa Intertoto, una Coppa Intercontinentale e due Supercoppe Uefa.
  24. Nella Juventus non c’è solo la soddisfazione di aver vinto il derby e di aver blindato la zona Champions, portandosi per altro in classifica a due punti dall'Inter. Il 2-0 al Toro vale anche la terza partita senza gol al passivo e una striscia così lunga non si era ancora vista in questo campionato, ma soprattutto i 270 minuti di imbattibilità aiutano a superare quel clamoroso 4-2 patito a Reggio Emilia lo scorso 23 settembre. Tenere la porta chiusa aiuta a centrare l'obiettivo e il primo comandamento di Allegri, visto quanto pesa una difesa di ferro in Serie A, è tornato ad essere rispettato dall'intera squadra. Dopo aver battuto il Lecce allo Stadium senza far mai tirare i salentini, la Juve si è ripetuta sabato contro i granata e la scorsa settimana era uscita indenne da Bergamo. Tre segnali di un'inversione di tendenza e così la Juve si ritrova con la seconda miglior difesa del campionato, avendo subito 6 gol in 8 partite. Solo l'Inter ha fatto meglio con 5, ma i bianconeri hanno concesso 4 reti in una singola partita e adesso vogliono prolungare la striscia positiva dopo aver superato il trauma di Reggio Emilia. L'ultima volta che hanno fatto tris in Serie A, poi, risale al febbraio scorso quando vinsero contro Salernitana (0-3), Fiorentina (1-0) e Spezia (0-2). All'altalena delle penalizzazioni si era aggiunta quella difensiva, ma ora è tutta un'altra storia. Allegri vuole tornare all'antico per raggiungere gli obiettivi stagionali e la difesa blindata è sempre stata un marchio di fabbrica dell'allenatore. «
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