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CR Boss

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  1. 2 ore fa, Chemical Brother ha scritto:

    E poi ci si domanda come mai ci sia JE al comando di Exor e non AA...

    AH BE' ,UNA SICUREZZA:

     

    .ghgh

    STELLANTIS VENDUTA,PER LA MAGGIORANZA,AI FRANCESI,

    IL GRUPPO REPUBBLICA,LA STAMPA IN VENDITA ( IN CONTINUE PERDITE),

    LA FABBRICA MASERATI IN LOMBARDIA MESSA IN VENDITA DA NOVEMBRE,

    LA NUOVA ALFA JUNIOR (NOME CAMBIATO PERCHE' VIOLAVA UNA LEGGE SPECIFICA).

    A PROCESSO CONTRO LA MADRE PER EVASIONE

    DEVO CONTINUARE?

    • Mi Piace 2

  2. 7 minuti fa, AndreDede ha scritto:

    Date una preparazione fisica a questa squadra... Non ne posso più di vedere qualsiasi altra squadra correre il doppio...

    E dategli una dirigenza (escluso Giuntoli) ED UNA PROPRIETA' ALL'ALTEZZA DELLA NOSTRA STORIA E DI LIVELLO MONDIALE!

    Elkann vendi e sparisci dall'italia!


  3. Designatore o tifoso da bar?

     

    Da Glmdj

     

    Editoriale di P. CICCONOFRI del 13/01/2024

     

    Dopo i recenti ed ennesimi errori arbitrali Rocchi ha sentito il bisogno di intervenite: «Sentiamo parlare di mancanza di rispetto (il riferimento è alle parole di Sean Sogliano, ndr.), ma il rigore poi non l’hanno sbagliato Nasca o Fabbri... Abbiamo fatto degli errori e non ci nascondiamo, ma dietro un errore non c'è mai nulla di più di un errore».

    Se Rocchi richiama i tesserati ad avere un atteggiamento diverso, è bene che qualcuno richiami Rocchi per le sue esternazioni. Lette così, sembra quasi che quel rigore sia stato dato come compensazione al macroscopico e consapevole errore precedente. Vi sembrano parole accettabili?

    Il fatto che tutti siano sorpresi dal clima di caccia alle streghe dopo un errore arbitrale, in realtà una sequenza di errori arbitrali, fingendo di non sapere che questa situazione deriva da una politica, quella del sospetto, sostenuta per tanti anni, dai media, dalle istituzioni, dagli addetti ai lavori, che hanno coinvolto soprattutto la Juve. Quel famoso sentimento popolare che hanno voluto usare come giustificativo per le sentenze della giustizia sportiva, come nel 2006, come lo scorso anno e come ogni volta hanno provato ad infangare la Juve per la mancanza di competitività delle altre squadre.

    Rocchi deve rendere credibili gli arbitri che gestisce e rappresenta, deve dare delle indicazioni chiare che non rendano sospettoso il pubblico . È difficile pensare ad una uniformità di giudizio quando, durante la stessa giornata di campionato, chi spazza via la palla ed ha la maglia bianconera (Rabiot) viene ammonito e chi compie lo stesso gesto, ma con la maglia nerazzurra (Barella) viene graziato. Oppure deve spiegare come è possibile che se un bianconero dice «Quello era un rigore imbarazzante» riceve un rosso (Morata) e chi scaglia il pallone contro il fischietto (Lautaro) o lo manda direttamente a quel paese in mondovisione (Barella), non subisce conseguenze.
    Questi arbitri se sono scarsi vanno sostituiti, se non sono formati nel modo dovuto vanno ripresi e così fin quando non saranno credibili. Sinceramente, prendersela con chi, per un errore rischia di retrocede o di perdere un titolo è sinceramente poco professionale.

    Il rispetto lo chiediamo noi tifosi, usati per finanziare un calcio, che non ha più nulla di credibile. Quindi, caro Rocchi, ridimensioni la rabbia, si rimbocchi le maniche ed induca i suoi arbitri ad una corretta interpretazione del regolamento. E soprattutto che sia uniforme questa interpretazione.


  4. 13 ore fa, Pawn Heart ha scritto:

    Ma più che altro ha un atteggiamento mentale che a 18 anni, abbinato a questa tecnica, hanno solo i futuri fenomeni. Cerca la giocata senza paura quando lo deve fare, temporeggia quando è il caso, è sempre positivo verso i compagni. Io credo che abbiamo in rosa un giocatore epocale, purtroppo non so per quanto tempo resterà con noi, speriamo almeno tre o quattro stagioni. 

    Comunque nelle movenze più che Del Piero mi ricorda Laudrup, che però aveva meno carattere. 

    E' nostro o in prestito?

    6 ore fa, LaJuveNonMuoreMai31 ha scritto:

    A me qualcun altro col codino...

    Mmm insomma. Come falcate,piu' Alex...


  5. DA GLMDJ

     

    Fare i conti col pudore

     

    Il VAR non è la giustizia applicata al calcio, è uno strumento nelle mani degli uomini, viene attivato o omesso per decisione umana. E una volta attivato, è dimostrato, viene utilizzato con la discrezionalità interpretativa degli individui che lo maneggiano.

    L’introduzione di questo mezzo (inteso come tramite per un fine) non ha dissipato dubbi e sospetti, anzi, li ha aumentati. Se è vero che il tifoso ha sempre visto la malafede in alcune decisioni arbitrali, è ancor più difficile non incorrere nei cattivi pensieri laddove vi è uno “strumento” che dovrebbe correggere gli errori e che invece viene piegato al libero arbitrio dei giudici di gara.

    I cattivi pensieri che possono venire al bar dello sport sono di due tipi, il primo suggerisce di una classe arbitrale che non vuole che sia erosa la propria centralità nelle decisioni e, in modo inconsapevole, trovandosi al disagio con questo strumento che gli fa da coprotagonista si ribella ad esso facendolo involontariamente fallire. Il secondo, considerando che l’uso o il non uso che si sta facendo del VAR e che evidentemente sta favorendo una sola squadra, dà al tifoso la sensazione che sia mirato alla salvaguardia di un risultato auspicato.

    Al di là di come lo strumento viene utilizzato (o non utilizzato) dagli arbitri, c’è da considerare anche come molti addetti ai lavori commentano o, peggio, giustificano le evidenti distorsioni nell’applicazione del VAR. Non solo i giornalisti, a mortificare il supporto tecnologico sono soprattutto i vertici arbitrali e i massimi dirigenti federali. I giustificazionismi di Rocchi e le uscite di Gravina non fanno altro che alimentare una certa sensazione di noncuranza della realtà.

    Tra gli attori coinvolti non dobbiamo dimenticare i calciatori in campo, i primi a sapere se una decisione arbitrale, avallata o meno dal VAR, sia corretta o no. Se gli errori vanno sempre in una sola direzione, in determinate circostanze si genera un convincimento di impunità; puoi ad esempio ringhiare contro un avversario sul quale hai appena commesso un fallo da cartellino rosso o alzare proditoriamente il gomito, il tutto con la certezza che il VAR non sarà azionato. Con buona pace del fairplay e della rimediabilità di alcuni errori.

    In uno scenario nel quale pensieri, opere o omissioni sembrano andare in una determinata direzione, per il tifoso è difficile non sospettare che rendere vincente una società con evidenti problemi economici sia obiettivo accettato un po’ da tutti, anche dai competitor che dovrebbero opporsi e che invece devono fare sistema e accettare di non far cadere una delle tessere del domino.

    Se questo è il VAR, allora c’è un problema di ordine etico per la modalità e/o gli scopi con cui lo si utilizza, e uno di ordine morale per la pudicizia con cui lo si commenta.
     
     
    I CARTONATI NON LI VOGLION FAR FALLIRE!!

  6. 12 minuti fa, B4C ha scritto:

    è esattamente quello che ha voluto dire..., hanno DECISO di chiudere uno o due occhi con i nerazzurri. 

    Soggettivo non vuol dire fazioso o parziale.

    Soggettivo vuol dire RELATIVO e cioe' dipende dalla faziosita'/ parzialita' di un soggetto rispetto alla oggettivita' della norma condivisa da tutti. STAI SCHERZANDO IN MERITO ALLA TUA SPIEGAZIONE?  CI METTIAMO A PARLARE CON LA NEO LINGUA DI ORWELL: " LA GUERRA E' PACE E LA PACE E' GUERRA"???

     


  7. Da GLMDJ

    “La verità è una coperta che ti lascia scoperti i piedi!”
    Dal film “L'attimo fuggente” (Dead Poets Society) - 1989

    Negli ultimi mesi sono circolate notizie molto interessanti sul gruppo Exor, riguardanti le tante proprietà in vendita in particolare. E questo ha generato molte riflessioni e critiche in tanti osservatori, perché è sempre più palese che il gruppo, nel silenzio generale dei media, sta lasciando totalmente l’Italia.
    Gli affari di famiglia sono sempre stati curati con grande attenzione alla matematica, fin dall’alba della nascita del gruppo, passando per Mussolini, prima repubblica, seconda repubblica, fino ai giorni nostri.

    Qualcuno ha osservato che il gruppo ha ricevuto 220 miliardi di contributi pubblici negli ultimi 37 anni, sotto forma di fondi, casse integrazioni, prestiti agevolati, rottamazioni, e via dicendo, eppure posti di lavoro e produzione sono in caduta libera ormai da parecchio tempo. Questo tipo di dati ovviamente lasciano il tempo che trovano, perché fare dei conteggi precisi su periodi molto lunghi è molto difficile. Diciamo però che in effetti c’è stato sicuramente un grande aiuto da parte dello Stato Italiano lungo i decenni, e che infatti il tema non è affatto nuovo. Non a caso già nel 1986 Gianni Agnelli, in un’intervista tv di Enzo Biagi, rispose in modo non banale a questa tipologia di critiche. Il succo delle sue risposte era che la Fiat ha ricevuto aiuti come tanti altri settori in difficoltà, la cassa integrazione è un fondo che garantisce una retribuzione al lavoratore che in teoria potenzialmente potrebbe essere disoccupato e senza reddito, non tutti i fondi dati all’industria sono uguali perché quelli di dotazione vengono dati solo alle partecipate statali e non ai privati, alcuni “stimoli economici” vengono dati per legge solo all’industria che decide di investire in alcune aree del paese ove serve creare lavoro, ecc, ecc. Detto questo, è evidente che l’autorevolezza, le argomentazioni, l’intelligenza e lo charme indiscutibili dell’Avvocato non sono sufficienti a nascondere il fatto che se è vero che Fiat ha dato tanto all’Italia, è anche vero che ha pure ricevuto parecchio, anche indirettamente. I benefici sono stati enormi. La causa famigliare ereditaria in corso sui supposti fondi esteri, la dice lunga sulla realtà dei fatti. Ma se le notizie degli ultimi anni vedevano la holding allontanarsi dall’Italia per abbattere i costi delle tasse esorbitanti, le notizie degli ultimi mesi invece mostrano che il gruppo ora si sta spostando definitivamente e totalmente all’estero. Ovviamente si sente in tutto questo anche il peso della nascita di Stellantis e del forte ramo francese della holding. Ma rispetto al passato degli ultimi anni che tutti conosciamo, qui non si parla più solo di sedi amministrative, sedi fiscali in Olanda, ecc, ma anche di produzione e soprattutto di storici beni privati. Ed è questa la cosa davvero nuova e interessante, ossia che in modo davvero inaspettato, si stanno rompendo degli storici tabù che sembravano simbolicamente intoccabili. Per i lettori che non fossero sufficientemente informati ricordiamo che attualmente, tra le tante proprietà di famiglia, sono in vendita:

    - la palazzina Fiat del Lingotto, ove si era insediata l’ultima sede italiana di Exor, (dopo la cessione dello storico palazzo di Corso Matteotti 26 ove sono cresciuti i bambini Gianni, Umberto e gli altri fratelli, che era diventata tanti tanti anni dopo la sede di IFIL prima e di EXOR dopo).
    - Villa Frescot, sulla collina di Torino, casa storica dell’Avvocato e della sua famiglia, con tenuta e giardini.
    - Stabilimento Maserati di Corso Allamano (Grugliasco), ove erano stati investiti diverse centinaia di milioni per rimodernarlo
    - Stabilimento di Mirafiori, che anche se non è ancora ufficialmente in vendita, lentamente vengono dismesse un’area dopo l’altra, e dove da fonti non sempre attendibili parrebbe che i pochi dipendenti rimasti vengono/verranno convinti al pensionamento con offerte di denaro abbastanza cospicue, ecc.
    - Altri beni immobili sparsi sul territorio, come capannoni in zona aeroporto, e simili.
    Questa la lista solo delle proprietà più note e riportate dai media e dagli annunci. Potenzialmente potrebbe esserci dell’altro meno in vista e meno conosciuto ai più.

    Ma c’è di più, dopo l’ennesimo riassetto societario, completato attraverso un’OPA lampo da 750 milioni, tra annullamento di azioni e compensazioni interne, Exor ha raggiunto un nuovo equilibrio azionario. Sono spariti ben 100 azionisti e gli 11 rami famigliari, e sono rimasti tre blocchi azionari di riferimento (Elkann, Agnelli, Nasi), ove Elkann è salito al 40% circa, e Andrea è passato dal 12 al 9%.
    Andrea Agnelli dunque, non solo è uscito dai board di Juve, Fiat, Stellantis, ecc, ma sembra anche sempre meno in grado e interessato a contrastare l’avanzata del potentissimo cugino.
    Ed è così che gli Juventini, anche quelli più scettici, stanno cominciando a chiedersi se la Juve non possa essere una delle future dismissioni. Elkann ha detto apertamente di no, durante un’intervista recente: “L’obiettivo ora è conciliare i risultati sportivi con la sostenibilità finanziaria. Non siamo stati avvicinati da fondi interessati al club, né ne abbiamo cercati, non è una prospettiva che ci interessa. Così come non siamo interessati al delisting in Borsa.”
    Ma i dubbi in effetti possono fisiologicamente sorgere ugualmente. Cosa farsene di qualcosa per cui non hai nessun interesse e che ti costa tanti milioni sia che vinci sia che perdi?
    Perché, parliamoci chiaro, la sostenibilità finanziaria del club, con questo calcio attuale, si può ottenere solo se si vive senza ambizioni di vittoria e senza campioni, perché la concorrenza estera è agguerritissima, e il campionato italico è diventato una barzelletta sporca che non ha nessun valore vincere.

    Quelle di Elkann, dopo i disastri di questi ultimi mesi dove ancora una volta si è svenduta la storia e l’onorabilità del club, sono le solite fumose chiacchiere per clienti allocchi che vengono invitati ad aprire il portafoglio senza pensare.
    A vedere la lista delle proprietà in vendita, la Juve, utilizzando un ragionamento matematico semplice semplice, da quinta elementare, sarebbe da vendere all’istante, per chi ha come interesse solo il profitto.
    In tutto questo, dopo le notizione degli ultimi giorni, non dobbiamo nemmeno dimenticarci della complicata questione Superlega (ne parleremo con calma in altro momento), e della chiusura delle indagini presso il Tribunale di Roma, con la quale sono state confermate tutte le accuse mosse alla gestione finanziaria e del calciomercato di Andrea Agnelli. La situazione è parecchio ingarbugliata da tutti i punti di vista.

    Comunque sia, ora, ci sono più o meno tre possibilità su una ipotetica cessione.
    1 - La Juve un giorno verrà venduta al primo cinese rampante e viziato che passa, o qualcosa di simile. Un investitore interessato non al club in quanto tale, ma i grandi vantaggi indiretti, economici e non, che può portare ai suoi altri affari in altro settore. Il rischio sarebbe a quel punto che la Juve venga definitivamente appesa in un virtuale piazzale Loreto, per dare da mangiare gratis agli affamati sfigati delle altre parrocchiette dalle casacche variopinte, invidiosi e nati perdenti. Oppure, se i mafiosetti antiJuventini d’Italy sono più furbi e meno istintivi, si limiteranno a perimetrare costantemente il club dalle parti basse della classifica, in modo da avere ancora il popolo bue che finanzia il carrozzone, e poter umiliare un ex grande club con vittorie facili. Per poter così realizzare il fenomeno del “Big in Japan” (sfigato, non considerato da chi fa tendenza, il quale si consola con encomi minori). Ossia competere e vincere in campionati minori fingendo di essere come chi ha vinto la Premier. Insomma, come vincere il campionato di Baseball in Giappone, per l’appunto, per poi vantarsi di essere dei campionissimi come gli Yankees.
    2- Arriva un acquirente ricco, forte, agguerrito e potente. In questo caso, si spera che utilizzi tutto l’armamentario a disposizione per difendere il club dagli attacchi mediatici continui e che recuperi storia, onore, e trofei vecchi e nuovi. (Io ci sto. Dove devo firmare?)
    3- Elkann è spietatamente sincero e il club resta e resterà in mano sua, anche se tifa per l’Inter dai tempi dell’Università. E conseguentemente continuerà questa agonia fatta di menefreghismo, simpatie per altri club, assenza di progetto di sviluppo del club e del brand, promesse fumose per clienti allocchi, e periodiche accuse di ruberie da chiunque, a cui nessuno dall’Olanda risponderà mai a dovere. Come sempre insomma.
    Ad oggi non sembra ci siano altre possibilità all’orizzonte nel breve/medio periodo, se arriveranno le commenteremo.

    Chiudiamo con una triste riflessione. Qualunque cosa avverrà, la certezza è che oggi, in questo preciso momento, la Juve è prigioniera, chiusa in un vicolo cieco, al buio mentre il mondo fuori brilla. Chi dovrebbe liberarla e scatenarla contro tutto e contro tutti, la tiene chiusa in una scatola, in un impasse che sembra lungo un’eternità. Un’eternità che dura da più di 20 anni. La verità è che la zebra, anche nei 9 anni in cui sembrava correre libera nella savana, correva solo e semplicemente in una gabbia un po’ più grande del solito. Fa male, ma la verità, come si diceva nel film, ci lascia scoperti i piedi. E a Torino fa sempre più freddo. Vero Jaky?




     
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  8. Nel dispositivo della Corte si legge che "l'organizzazione di competizioni calcistiche tra club e lo sfruttamento dei diritti mediatici costituiscono, in tutta evidenza, attività economiche. Attività che, in quanto tali, devono rispettare le regole della concorrenza e rispettare le libertà di movimento".

     

    "Le norme che attribuiscono alla FIFA e all’UEFA il controllo esclusivo sullo sfruttamento commerciale dei diritti relativi a tali competizioni sono atte a restringere la concorrenza, data la loro importanza per i media, i consumatori e i telespettatori dell’Unione europea"

    'Molto importante anche il punto della sentenza che parla dei diritti TV in cui "la Corte osserva che le norme FIFA e UEFA relative allo sfruttamento dei diritti mediatici sono tali da arrecare danno ai club calcistici europei, a tutte le società operanti nei mercati dei media e, in ultima analisi, ai consumatori e ai telespettatori, visto che impedisce loro di godere di nuove competizioni potenzialmente innovative o interessanti"


  9. Il 24/11/2023 Alle 08:08, Abracadabra ha scritto:

    Le parole di Ferrerò portano diritto ad un unica considerazione:

    Siamo una società debole politicamente e per volere della proprietà anche economicamente,  incapace di opporsi a sistemi  mafiosi quali Gigc e Uefa.

    Il Real Madrid è la migliore società al mondo, non saremo mai al loro livello.

     

    Potremmo concorrere ad esserlo,MA I PADRONI,QUESTI,DEVONO SPARIRE!!! VENDERE!


  10. Il 24/11/2023 Alle 07:51, Giorgino ha scritto:

    Se cedi nel 2006...se cedi nel 2023....se cedi ogni volta che vogliono...se capiscono che sei una preda facile che abbassa sempre la testa...nessuno potrà mai impedirgli di attaccarti ogni volta che lo vorranno...

     

    E non ci sarà mai bisogno che tu faccia qualcosa...quel qualcosa se lo inventeranno a piacimento...d'altronde già per ben due volte te l'hanno dimostrato...

     

    Ecco a cosa sarebbe servito reagire...a far capire che non c'è più la pecora pronta a farsi mangiare dal lupo...

     

    E invece la pecora continua a belare...

    E chi decide di cedere,sebbene nel 2006, i fatti fossero diversi,da quelli del 2023?

     

    Il PROBLEMA E' SEMPRE LO STESSO.

    SEMPRE.

    HAI CAPITO A COSA MI RIFERISCO,NO?

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