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wicked city

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Tutti i contenuti di wicked city

  1. Bild sostituirà diverse figure professionali all’interno della redazione con l’intelligenza artificiale. Lo ha annunciato l’editore del tabloid tedesco, il più venduto in Europa, in una mail alla redazione pubblicata dal quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine. La decisione di Axel Springer, l’editore di Bild, rientra in un piano di riduzione dei costi da 100 milioni di euro con l'obiettivo di migliorare la redditività del giornale. Nel piano è previsto anche una riorganizzazione del settore dei giornali regionali, che dovrebbe portare a centinaia di licenziamenti. Una fonte ha detto al quotidiano tedesco che il taglio sarà nell’ordine delle tre cifre. Si stima che almeno 200 posti di lavoro siano a rischio. La stessa fonte ha detto che sarebbero in atto dei tentativi per fare in modo che i tagli avvengano con soluzioni “socialmente accettabili”. Ma da quanto è trapelato sui media i tagli cominceranno. E faranno di Bild il primo grande media a iniziare una grande sostituzione all’interno della propria redazione di figure professionali umane con sistemi di intelligenza artificiale. Sostituiti editor, impaginatori e foto editor In un passaggio della mail, riporta Faz, si afferma che “purtroppo bisogna "epararsi anche dai colleghi che svolgono mansioni che possono essere sostituite dalla inteligenza artificiale e/o da processi digitali, oppure che non possono adattarsi a questa nuova organizzazione con le loro attuali competenze". Poi un’indicazione sui ruoli che saranno nel tempo sostituiti: "Non ci saranno più le funzioni di caporedattore, impaginatore, correttore di bozze, segretariato e editor fotografici come esistono oggi". E ancora. "Per rimanere economicamente sostenibili e di successo anche in futuro, il nostro risultato nel settore dei media tedeschi deve migliorare di circa 100 milioni di euro nei prossimi tre anni. Attraverso aumenti di fatturato, ma anche attraverso riduzioni dei costi", ha annunciato l’amministratore delegato del gruppo, Mathias Döpfner. Una riduzione dei costi resa necessaria "perché la situazione del fatturato, del profitto e dei costi stanno evolvendo in modo tale che con 'Bild' e 'Welt', entro pochi anni ci troveremmo in una situazione pericolosa se non facciamo nulla". "La carta è finita" Il fatturato e il profitto non sono "tutto. Ma senza fatturato e profitto, tutto è nulla. La libertà di poter fare giornalismo indipendente e critico dipende dal successo economico”, ha aggiunto Döpfner. Per il manager tedesco il giornalismo su carta è finito, e si è entrati nella terza fase del "Solo digitale". Ciò significa "non solo dire addio alla stampa, ma anche una comprensione completamente nuova del giornalismo di qualità nell'era digitale".articolo di lastampa
  2. wicked city

    Calciomercato dei club esteri 2023/2024

    il club parigino nelle ultime ore pare intenzionato a orientare i propri investimenti su un altro big, Gonçalo Ramos, il diamante più accecante della costosa gioielleria chiamata Benfica. La clausola del portoghese è di 120 milioni di euro, ma non spaventa il Psg semplicemente perché trattabile.tuttosport
  3. La metodologia ed il sistema di valutazione sotto forma di un Rating ad 9 livelli, fu introdotto da Standard Ethics, nel 2002[4]: EEE; EEE-; EE+ ; EE; EE-; E+; E; E-; F ; dove “EEE” rappresenta il modello, “EE” la media, la singola “E” sotto la media.
  4. wicked city

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    Musetti in piena fissa di palla corta va avanti 6-5 al terzo set.Arnaldi tiene il servizio e si decide tutto al tie break.vince Musetti il derby ma Arnaldi ha lottato fino alla fine.
  5. Se vogliono fare una cosa seria un bel aumento di capitale di 100 mln,così recuperiamo i soldi che ci hanno fatto perdere non avendo difeso la juve come al solito dal 2006.
  6. wicked city

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    Toth-Zhang, il segno cancellato col piede e il ritiro a Budapest Dopo una fugace verifica viene confermato l'out, la cinese invece si dispera, sbraccia e implora la giudice di sedia di tornare sul posto a guardare, perché la pallina ha lasciato il proprio segno sulla terra rossa quando ha battuto sulla riga esterna. Mentre avviene questa conversazione, Toth, furtivamente, cancella le prove col piede. Zhang ci prova a mettersi tutto alle spalle e continuare a giocare, ma perde rapidamente il break, va sotto 6-5, chiama un medical time-out ed esplode in una crisi di pianto. Quindi, col morale a terra e bersagliata dai fischi del pubblico ungherese, si ritira, regalando all'avversaria la qualificazione agli ottavi. La quale, invece, viene ripresa dalle telecamere mentre - con un sorriso beffardo - si dirige verso le tribune, prima di lasciarsi andare ad un'esultanza forse eccessiva. Almeno secondo gli utenti dei social, che hanno aspramente criticato il comportamento della magiara.tuttosport.
  7. La stessa cosa succede a me quando parcheggio in un posto un po’ lontano eppoi dopo qualche tempo lo mettono a pagamento pure quello.apri strada si nasce non si diventa
  8. Bisogna vedere dopo ferragosto cosa significa irrinunciabile se dobbiamo sanare il bilancio per forza in questa sessione di mercato.
  9. Solo che Aurelione avendo la stampa a favore non escono notizie osimen vuole andarsene a tutti i costi ecc.
  10. wicked city

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    Daniele Azzolini tuttosport T re “C” se l’è fatte tatuare sull’avambraccio in occasione della vittoria di un anno fa agli US Open. L’unico tattoo che si sia mai concesso. Rappresentano il motto di casa Alcaraz, una frase che il nonno utilizzava come chiosa di ogni discorso importante rivolto alla famiglia. È come un punto esclamativo, lo è in termini figurati, commentati, dunque vale di più. Cabeza, Corazòn y *. Testa, Cuore e Palle. È il motore, la spinta vitale che sembra rendere inesauribile e invasivo il processo di appropriazione tennistica che il ragazzo di El Palmar sta conducendo sui resti lasciati da Federer, Nadal e Djokovic.
  11. wicked city

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    Stupido figlio di put****, ti auguro il *, ritardato, fot***o bast****, idiota, vaff***** a tutta la tua famiglia, pezzo di me***". Sono questi gli insulti che Francesco Maestrelli, giocatore italiano numero 202 del mondo, ha ricevuto sul suo profilo Instagram dopo la sconfitta di ieri nelle qualificazioni del torneo di Bastad in Svezia (6-4, 2-6, 7-6 da Dzumhur). Il classe 2002 è stato sommerso da ogni tipo di impropero, a sottolineare ancora una volta la scarsissima cultura sportiva italiana e mondiale. Ciao ragazzi, sono Francesco Maestrelli e questo è tutto quello che mi arriva ogni volta che perdo una partita da gente che non sa chi sono, non sa come sono fatto e tantomeno come gioco a tennis. Queste persone periodicamente scommettono sull'esito delle mie partite e si permettono di scrivere tutto questo soltanto perché non hanno vinto la loro scommessa. Io spero tanto che le cose cambino e niente... anche noi siamo delle persone, oltre a degli sportivi. Eurosport
  12. wicked city

    I valori di Nedved rimangono più unici che rari

    Vivi nel mondo dei robot senza passione
  13. Che paura di girud 50 anni e la Lazio di immobile,avversarie livello altissimo
  14. Spalletti ha vinto un campionato con il mondiale di mezzo non mi fido mica tanto
  15. E se domani, e sottolineo "se" All'improvviso perdessi te Avrei perduto il mondo intero Non solo te
  16. wicked city

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    Carlitos batte Djokovic in cinque set e quasi cinque ore di gioco. L’erba era la sola superificie su cui faticava: adesso l’ha dominata Alcaraz è l’erede di Federer Vent’anni dopo la prima vittoria di Roger, lo spagnolo pone il suo sigillo: è il nuovo padrone del tennis, destinato a dominare il futuro Becker: «Mi aspetta vo una s volta del genere, doveva succedere » «Un sogno diventato realtà, mi sono innamorato dell’erba» Daniele Azzolini tuttosport È un’erba giovane, quella di Carlos Alcaraz, che splende per intensità tra le striature aride del Centre Court, un’erba che sa di novità, di svolte sorprendenti, di colpi irripetibili. Un po’ irriguardosa, per l’alto nome della vittima il cui sacrificio permetterà il rinnovamento, e quasi maliziosa nel concedersi già dalla prima finale al ventenne che mostra la sicurezza, i pensieri ordinati e risoluti, la capacità estrema di sopravvivere a tutto e a tutti, di un adulto. È l’erba che manda in archivio gli ultimi venti anni dello Slam più antico, che fa tornare con i ricordi a quel 2003 di Federer, nato però sotto ben altri presupposti. Era Roger il favorito di quella finale che inaugurò la sua lunga Era nei Championships, mentre non lo era Alcaraz contro Novak Djokovic. Uguali, però, restano le sensazioni del cambiamento ormai definitivo, di una vittoria che trascende il valore stesso del torneo, e si pone come un ceppo, una pietra miliare, a ricordarci che nel giorno 16 luglio 2023, il tennis ebbe un nuovo padrone. È giusto che Carlos si rotoli sull’erba, quando l’ultimo colpo di Djokovic si perde nel nulla. Non ha avuto paura neanche lì, in quel game finale che l’ha visto giungere con un break di vantaggio sul Djoker, dopo un match lungo quasi cinque ore che ha fatto da contenitore a un game di 27 minuti (sul 3-1 della terza partita, Djokovic al servizio) lungo come un set. Era una situazione talmente colma di tensioni da essiccare la gola e i pensieri a tutti, anche ai tennisti di più lunga militanza, e che Alcaraz ha risolto andandosi a prendere (dopo lo 0-15 iniziale) tutti i punti che servivano. Gliene dà atto, Nole: «Pochi sarebbero riusciti a mantenere i nervi saldi, Alcaraz ha dimostrato anche in questo di essere un campione ormai pronto». I 36 sono i nuovi 26 anni? E i venti di Carlos, allora, quanto valgono? Ecco Alcaraz che si rotola felice sulla superficie che sembrava la più lontana dal suo tennis. Quasi sconosciuta fino al mese scorso. Aveva giocato due volte Wimbledon, battuto la prima da Medvedev in secondo turno, la seconda da Sinner negli ottavi, l’anno scorso. Quest’anno ha scelto il Queen’s per aggiungere qualche grammo di esperienza, «e ora me ne sono innamorato, di questa erba», fa sapere, serio serio. Ha vinto il torneo della Regina, ora il Campionato che ha ormai 146 anni di storia. Dodici partite consecutive, una striscia tutta in verde, brillante. Scala in fretta le tribune, Carlitos e si getta nelle braccia di Juan Carlos Ferrero, ex numero uno che fa da coach al nuovo numero uno. È commosso JCF, piange lacrime che non avevamo visto nemmeno quando vinceva il Roland Garros, poi l’abbraccio con i genitori e i due fratelli più piccoli, l’applauso al team avversario. È una vittoria che fa piangere tutti, meno Carlos. Anche Nole cede alla tensione, quando gli chiedono dei figli, che sono lì, e la mattina gli hanno gettato sulle spalle un bicchier d’acqua, un antichissimo gesto augurale del mondo serbo. «È un sogno che diventa realtà», dice Alcaraz. La frase gli piace e la ripete quattro volte. Ma gli hanno insegnato che non si piange per la realtà, la si guarda negli occhi, la si affronta per quella che è, magari si tenta di cambiarla. «Avevo una speranza di farcela, ma sapevo che sarebbe stata la finale a darmi o meno le ultime certezze. Non è cominciata bene, ero ansioso. Poi l’inizio della seconda partita mi ha dato qualche certezza in più». È il terzo spagnolo a vincere il torneo sull’erba, dopo Santana nel 1966 e Nadal, nel 2008 e nel 2010. Ma Alcaraz ha i colpi per diventare un ospite fisso sul podio più alto dell’All England Tennis and Croquet Club, dove da ieri è membro onorario, con tanto di giacca viola a righe verdi fatta su misura. È anche il terzo più giovane a vincerlo. Il primo resta Boris Becker, tre volte campione, la prima nel 1985, a 17 anni. «Mi aspettavo una svolta del genere», argomenta il tedesco, «prima o poi doveva succedere, Wimbledon mi sembra il palcoscenico più giusto». Sono stati 66 i vincenti firmati dallo spagnolo. Appena 32 quelli di Djokovic. Vinto il secondo set con un tie break in rimonta e dopo aver annullato un set point a Nole (che sarebbe andato sul 2-0), poi il terzo addirittura con tre break, Alcaraz ha perso il filo nel quarto, ma ha reagito subito e si è portato in testa nel quinto con un break nel terzo game, che ha tenuto fino alla fine. Solo due i punti di differenza (168 a 166), in 4 ore e 43 minuti. Djokovic ha avuto troppi momenti d’incertezza, dal secondo set in poi la sua partita è stata quasi sempre di grande sofferenza. «Carlos ha colpi potenti, particolari, che muovono da tutte le zone del campo. Sapevo che avrei avuto grandi problemi con lui, ma me li aspettavo sul cemento, sulla terra, il suo gioco da erba invece mi ha davvero sorpreso. Sono deluso del mio rovescio, nel tie break del secondo set mi ha abbandonato». Niente Grand Slam, niente ventiquattresimo titolo Major per il momento. E niente numero uno. Ma dite, si può criticare un tennista che in questa stagione da 36 anni che ne valgono 26, ha vinto Australian Open e Roland Garros, ed è stato finalista a Wimbledon? Paga, il Djoker, la voglia di cambiamento, che era nell’aria, si avvertiva. Alcaraz ne è l’interprete principale, il capo branco nella muta degli inseguitori. Wimbledon ha avuto due ragazzi della nuova generazione in semifinale (l’altro, lo sapete, è Sinner), occorreva porre solo l’ultima pietra. L’ha portata Alcaraz, il più forte, il ragazzo che sa giocare ovunque, che fa correre la palla all’impazzata grazie alle accelerazioni imprevedibili. Quello che più di tutti ricorda Federer.
  17. wicked city

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    Speriamo che non sarà rune l’antagonista principale del futuro che mi sta troppo sulle balle
  18. wicked city

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    Alcaraz batte il vero djokovic e fa la storia
  19. wicked city

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    Allungo alla panatta e si riporta in vantaggio lo spagnolo
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