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Bismarck

Baseball su VS

Post in rilievo

la prossima quando si gioca ?

Dovrebbe essere martedì, ma ora controllo e Ti faccio sapere.

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Allora, si gioca martedì a Miami (Marlins Park, casa degli ex Florida Marlins, ora Miami Marlins) con la Repubblica Dominicana, mentre sempre stesso nostro girone, Portorico - USA. Non capisco ome sia accaduto che gli USA siano ancora con l'Italia.

Il resto del calendario si compone in base all'andamento delle prime due gare, ossia giocheranno mercoledì tra di loro le due sconfitte di Gara 1 e 2 (Gara 3), e le due vincenti di Gara 1 e 2 (Gara 4), poi a seguire la vincente di gara 3 contro la perdente di Gara 4, ecc.

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Invece, lasciando il girone "americano", dove gioca l'Italia, l'altra Pool, di tutto rispetto anche questa, sarà composta da Cuba, Giappone, Olanda e Cina Taipei.

 

Il fatto di trovarsi di nuovo gli USA nel girone, dipende proprio dall'impostazione (stessa cosa infatti è capitata a Cuba e Olanda), perchè in pratica chi disputava la prima fase in USA, disputerà anche la seconda negli Stati Uniti, stessa cosa per i gironi asiatici. In pratica problemi di "localizzazione".

 

Comunque l'Italia se le vedrà con 3 Nazionali una peggiore dell'altra e come detto in precedenza, non credo che gli USA siano il cliente peggiore.

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L'Italia è a Miami, pronta per la seconda fase del World Baseball Classic

 

Gli azzurri debutteranno contro la Repubblica Dominicana martedì 12, quando nel nostro paese saranno le 18. A mettere uno dietro l'altro i nomi dei caraibici, sembra quasi di giocare a Fantasy Baseball. Contenerli non sarà facile, ma se gli azzurri continuano a giocare come a Phoenix, è giusto che non si precludano nessun traguardo

 

 

di Riccardo Schiroli

 

Con il Giappone che aspetta di sapere chi cercherà di strappargli il titolo che detiene da 2 edizioni, con l’Olanda che proverà a mezzogiorno di lunedì 11 marzo a continuare la difesa del suo titolo Mondiale, inizia anche nel continente americano la seconda fase del World Baseball Classic. Martedì 12 marzo inaugureranno il girone a double elimination (chi perde 2 partite è fuori) Italia e Repubblica Dominicana. L’appuntamento è alle 13 locali (le 18 in Italia, visto che la Florida ha già istituito l’ora legale). Alle 20 locali (l’una di mercoledì 13) sarà la volta di Stati Uniti e Portorico. Tutte le partite sono in diretta su ESPN America.

28826.jpgL’Italia ha affrontato la Repubblica Dominicana al Classic 2006. Era una squadra rigonfia di stelle (a cominciare da David Ortiz dei Boston Red Sox e Albert Pujols, allora ai Cardinals di St. Louis). Quella dell’edizione 2013 è una Repubblica Dominicana più umana, per quanto sempre fortissima.

Un diamante con Miguel Tejada, Robinson Cano, Josè Reyes e Hanley Ramirez non è che se lo possano permettere molto squadre. I dominicani aggiungono anche altre mazze di peso come quella di Edwin Encarnacion (42 fuoricampo lo scorso anno) e Nelson Cruz. E, a proposito di star, tra i lanciatori c’è il formidabile closer dei Tampa Bay Rays Fernando Rodney, con la sua palla da 100 miglia all’ora.

Portorico non è così stellare, ma ha giocatori di primo piano delle Grandi Leghe, come il catcher Yadier Molina (la cui riserva è il fratello Josè), considerato il miglior difensore nel suo ruolo, gli esterni Angel Pagan e Alex Rios e il veterano Carlos Beltran, sempre una presenza di peso nel line up.

La cosa più rilevante dei portoricani è che hanno fatto fuori il Venezuela, una delle favorite. Al contrario dei dominicani, non hanno un attacco capace di schiantare i lanciatori, ma hanno una rosa di pitcher che ben difficilmente concede molti punti.

Insomma, non è da escludere che l’Italia giochi solo altre 2 partite. Bisogna esserne serenamente consapevoli, anche se prudentemente è meglio non ammetterlo con Marco Mazzieri e i suoi azzurri, che sono del tutto convinti di p28938.jpgoter primeggiare anche in questo girone e reagirebbero male. Per altro, se abbiamo definito di ferro il girone di Phoenix, non saprei di quale altro materiale potrebbe essere composto questo di MIami.

Sia chiaro, per come l’Italia ha giocato in Arizona, nessun traguardo è precluso. L’importante, specie con i dominicani, è evitare che il loro attacco di mostri non prenda il sopravvento a suon di battute profonde. Mazzieri non ha ancora chiarito chi sono i suoi partenti per le prime 2 partite. Contro la Dominicana potrebbe toccare a Da Silva, che ha molto ben impressionato contro il Messico. Di certo martedì non potranno lanciare Maestri e Panerati (che non hanno completato il riposo obbligatorio); Maestri potrebbe essere invece il partente della seconda gara.

L’impresa degli azzurri al Classic è già su tutti i giornali, qui negli Stati Uniti. L’iniziale tono di simpatia (della serie “capirai se durano”, che ha un po’ inquietato la nostra delegazione) è stato sostituito da parole di grande rispetto. Sotto un certo punto di vista, essere sottovalutati dà qualche vantaggio in più, ma essere trattati da pari a pari da chi il baseball lo vive come lo sport nazionale, è il più grande riconoscimento che il nostro movimento possa avere.

Non abbiamo parlato degli Stati Uniti, che arrivano alla seconda fase con la lingua di fuori (al contrario di dominicani e portoricani, e volendo anche degli azzurri), che hanno giocato una terza gara dal sapore di esibizione. Però mi ricordano sinceramente la nazionale italiana di calcio che ha vinto il Mondiale 2006: stanno lavorando uniti, avanzano a piccoli passi. E possono contare su fuoriclasse (Braun, Wright, Mauer, Rollins, Jones…e potremmo continuare) che la partita la sanno risolvere in qualsiasi momento.

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Tiago Da Silva: "Non vedo l'ora di entrare in campo"

 

Il pitcher azzurro freme per il primo lancio di Italia-Repubblica Dominicana, martedì alle 18 ora italiana. La squadra è carica e Mazzieri è convinto che i suoi ragazzi daranno ancora una volta dimostrazione di quanto valgono e che il mondo del baseball dovrebbe avere maggiore rispetto di questa nazionale

 

 

da Miami, Michele Gallerani

28945.jpgQuarantasette secondi, 47! Sono bastati per parlare alla squadra prima di cominciare l’ultimo allenamento in preparazione della prima partita della Pool 2 del World Baseball Classic. “Non c’è bisogno di insistere con le chiacchiere con questa squadra” dice Marco Mazzieri “È un gruppo talmente unito, talmente in sintonia che sono tutti focalizzati su quello che c’è da fare”. Tutti sanno che questo è un momento storico per il baseball italiano e per l’Italia come paese per non essere concentrati al punto giusto, per non avere in testa che adesso l’obiettivo – dopo aver stupito tutti a Phoenix – è volare a San Francisco.

Come ricorda sempre Jason Grilli, questi giocatori sono qui “per onorare la scritta Italia sul petto, non per giocare per il nome che si ha sulle spalle”. Non c’è miglior spot di quello che fa il pitcher dei Pittsburgh Pirates uno che, prima di venerdì 8 marzo 2013, era entrato in campo in tutte le vittorie al Classic della storia azzurra: con l’Australia nel 2006, contro il Canada nel 2009 e Messico, giovedì 7 marzo 2013. Poi è arrivata la vittoria contro il Canada per manifesta inferiorità e ora Grilli non possiede più questo record, ma di sicuro non se ne preoccupa e ora è pronto per il prossimo passaggio: “domani tocca a Tiago” dice Grilli “io sarò lì a tifare per lui e poi, quando dovesse esserci bisogno di me, sono pronto a entrare”.

Sarà una partita lunga e complicata: “ci saranno momenti in cui le cose andranno bene per noi e altri in cui la Dominicana potrebbe avere situazioni favorevoli” dice il lanciatore partente designano, Tiago Da Silva “Ecco noi dovremo essere bravi a sfruttare i nostri momenti. Io, da parte mia, darò il massimo che ho dentro di me, per cercare di raggiungere la vittoria, questo è il mio obiettivo. Non vedo l’ora che arrivi il momento del primo lancio”.

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L'Italia in diretta anche su Sportitalia2

 

La partita che gli azzurri giocano al Marlins Park di Miami contro la Repubblica Dominicana sarà trasmessa in diretta, oltre che da ESPN America anche da Sportitalia2

 

 

Una telecronaca anche in italiano, affidata a Matteo Gandini, è quello che propone il panorama televisivo in Italia, per la prima partita del girone dei quarti di finale a Miami.

Gli azzurri scenderanno in campo al Marlins Park contro la Repubblica Domincana e il match sarà visibile non solo su ESPN America, come accaduto in tutte le partite del girone di Phoenix, ma anche su Sportitalia2. Ore 18, parte la diretta!

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Davvero un peccato la sconfitta di questa sera. Non sono riuscito a vedere tutta la gara, ma mi sembrava una buona Italia. Adesso speriamo di uscire vincitori dallo spareggio per il ripescaggio. :)

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La Repubblica Dominicana vince in rimonta

 

L'Italia parte fortissimo, segnando 4 punti al primo, approfittando in pieno, fuoricampo da 3 punti di Colabello, dell'inizio con troppi ball del partente dei San Diego Padres Volquez. Da lì in poi i pitcher caraibici concedono poco o nulla e al settimo contro Pugliese, Venditte e Panerati avviene il sorpasso

 

 

da Miami, Riccardo Schiroli

 

L’Italia sfiora soltanto la grande impresa. In vantaggio per 4-0 al primo, quando è capace di approfittare in pieno dell’inizio di sofferenza (3 basi ball ai primi 3 battitori) del partente avversario Volquez con un gran fuoricampo di Colabello, la squadra di Mazzieri subisce la rimonta della Repubblica Dominicana.

Il partente italiano Tiago Da Silva, autore di una prestazione memorabile, lascia la partita in vantaggio 4-2. Contro i rilievi italiani Pugliese, Panerati e Venditte al settimo i caraibici riescono ad operare il sorpasso. Agli azzurri non riesce, come era accaduto contro il Messico, di ribaltare la partita contro le star milionarie del bull pen dominicano Strop, Casilla e Rodney.

28964.jpgCi sono quasi 14.500 persone al monumentale "Marlins Park" di Miami, che però ne tiene poco meno di 40.000 e ad inizio gara sembra abbastanza vuoto. Come anticipato, Mazzieri opta per Tiago Da Silva come partente. La Repubblica Dominicana risponde con Edinson Volquez, che lancia da partente anche per i San Diego Padres (32 gare, 11 vittorie nel 2012) e dispone di una palla veloce da 95 miglia all'ora. Va registrato che il limite di lanci per i partenti sale da 65 a 80.

Il primo lancio di Volquez è uno strike, poi il partente dominicano infila 12 ball di fila per le basi a Punto, De Norfia e Rizzo. L'Italia riempie così le basi senza mai girare la mazza. Non perde tempo Liddi: la prima volta gira a vuoto, la seconda scodella una volata nel guanto dell'esterno destro Nelson Cruz che vale il vantaggio italiano e porta De Norfia in terza. 28961.jpgCon i corridori agli angoli, Colabello gira a vuoto il primo lancio, incassa 2 ball e poi incoccia la palla veloce di Volquez e la parcheggia sulle tribune dietro l'esterno centro, un 420 piedi (circa 149 metri) da casa base. L'Italia è avanti 4-0. Per la cronaca, la palla di Volquez è stata misurata a 95 miglia all'ora.

Da Silva fa, come sua abitudine, ampio ricorso al cambio di velocità. Con 2 out, lo lascia alto a Cano, che spara una linea tra Rizzo e il cuscino di prima per un doppio, ma lo utilizza magistralmente su Encarnacion che gira a vuoto 2 volte (dopo la prima, osserva a lungo il tabellone per capire cos'era arrivato) e finisce al piatto.

Il terza base, e idolo di casa, Hanley Ramirez e Nelson Cruz aprono il secondo attacco dominicano con 2 singoli a sinistra. Dopo le eliminazioni del catcher Carlos Santana e dell'esterno sinistro Ricardo Vanita, l'esterno centro Alejandro De Aza spara un proiettile a destra, che però finisce dritto nel guanto di Rizzo per il terzo out.

Mentre Volquez sembra essere ora a suo agio e trova un ottimo controllo della veloce e della curva, il suo attacco segna il primo punto in apertura del terzo. Con un ball e 2 strike, l'interbase Jose Reyes incoccia il cutter di Da Silva e lo spedisce contro il palo che delimita la zona di foul a destra per un millimetrico fuoricampo.

Da Silva apre la quarta ripresa concedendo la prima base della sua partita a Hanley Ramirez. Il lanciatore azzurro riesce però a far battere a terra Nelson Cruz e Carlos Santana. Sulla rimbalzante di quest'ultimo Rizzo dà il via a un atipico doppio gioco, che parte dall'out in prima e si conclude con la toccata su Cruz, che stava appunto (non essendo più obbligato a correre) cercando di tornare al punto di partenza.28970.jpg

Con un out al quinto, Punto batte un singolo a sinistra, che è la prima valida azzurra dopo il fuoricampo di Colabello. Il manager dominicano Tony Pena visita il suo lanciatore. De Norfia incassa un ball, poi batte il secondo lancio oltre il guanto del prima base Encarnacion, vanamente proteso in tuffo. Punto arriva in terza e la partita di Volquez finisce. La Repubblica Dominicana chiama dal bull pen il mancino Juan Cedeno (rilievo di Triplo A degli Yankees) giusto per affrontare Rizzo e il nuovo venuto fa in pieno il suo dovere, mettendo al piatto il bimbone azzurro con uno slider per terra. Per affrontare Liddi Pena però ha pronto il destro Lorenzo Barcelo, un veterano (classe 1977) che gioca in Triplo A per i Dodgers. Barcelo chiude l'attacco italiano con una palla ad effetto che fa battere Liddi sull'interbase.

In apertura di sesta ripresa Barcelo colpisce Colabello. Costanzo tocca bene a destra, ma trova un tuffo strepitoso di Encarnacion, che non solo ferma la palla, ma dà anche il via al doppio gioco a rovescio che stronca l'opportunità dell'Italia.

Al cambio campo la Repubblica Dominicana accorcia le distanze. Robinson Cano incoccia il quinto lancio di Da Silva (un cambio, che sembrava aver trovato la giusta location bassa ed esterna) e lo scaraventa al secondo piano dello stadio. E' l'ultimo atto della fantastica prestazione di Da Silva, che è arrivato a 73 lanci, e sul monte sale Nick Pugliese. Encarnacion accoglie il pitcher della Fortitudo Bologna con una linea al centro.Ora il pubblico dominicano, fin qui tutto preso dal merengue e dai primi piani alle tifose più belle sul tabellone, si fa rumoroso. Pugliese va sotto nel conto di 3 ball contro Ramirez, poi trova il limite della zona. Sul quinto lancio Ramirez batte una dura rimbalzante verso sinistra. Liddi si tuffa e ferma la palla, poi tenta di eliminare Encarnacion in seconda, ma il suo tiro è battuto di un niente. Pugliese ottiene comunque il secondo out, mettendo al piatto Cruz con lo slider. Le basi si riempiono con i 4 ball a Santana e, per affrontare Nanita, Mazzieri chiama il mancino Pat Venditte. La contro mossa è niente meno che l'ingresso come pinch hitter di Miguel Tejada. La trentottenne ex superstar (2 premi MVP, 2 Silver Slugger, 6 All Star Game e 95 milioni di dollari guadagnati in carriera) colpisce a destra il cutter di Venditte, ma la palla atterra nel guanto di Mario Chiarini.

Per le ultime 3 riprese la Repubblica Dominicana si affida ai suoi rilievi superstar. Il primo è Pedro Strop dei Baltimore Orioles, che ottiene i primi 2 out e poi concede un singolo a Nick Punto. L'attacco italiano però non va oltre.

Al cambio campo la Repubblica Dominicana ribalta la situazione. Venditte ottiene il primo out su De Aza, poi viene toccato dai singoli consecutividi Reyes (che è fortunato, quando un suo foul ball cade a centimetri dal guanto di Punto) e Aybar. Cano, con tutto il pubblico dominicano che lo invoca come MVP, tocca una volata corta a sinistra sulla quale Costanzo è in ritardo. Ci arriva Granato, ma tocca solo la palla; per lo scorer è una valida, la terza di Cano nel pomeriggio. La partita di Venditte finisce e sale in pedana Luca Panerati, che eredita la situazione di basi piene. Panerati lancia 4 ball che valgono il terzo 28980.jpgpunto dominicano e Mazzieri chiama dal bull pen Brian Sweeney. Il nuovo venuto ottiene il secondo out, facendo battere al centro Encarnacion, ma la battuta si trasforma in volata di sacrificio e vale il pareggio dominicano. Cruz spezza la mazza, ma batte valido a destra. Per la prima volta oggi la Repubblica Dominicana è in vantaggio. Il dug out caraibico esplode di gioia. La ripresa si chiude con lo strike out di Santana.

All'ottavo sale in pedana di lancio Santiago Casilla, che ha appena firmato un contratto (fino al 2016) da 13 milioni di dollari per i Giants di San Francisco. Il suo slider da 88 miglia orarie manda presto l'Italia a sedere.

All'inizio del nono gli azzurri si trovano a cercare la rimonta contro Fernando Rodney, cosa che non è riuscita a quasi nessuna squadra di Major League nella stagione 2012 (48 salvezze, media punti guadagnati un inquietante 0.60). Rodney mette al piatto Costanzo con il cambio di velocità. Mazzieri si gioca La Torre (che batte mancino) come pinch hitter per Chiarini. Rodney tocca le 98 miglia all'ora con la dritta e scala deciso con il cambio, che è misurato a 83. Prendere le misure, è davvero improbo, ma La Torre ha pazienza e guadagna la base per ball. Il compito del catcher Campione d'Europa finisce qui e al suo posto entra a correre De Simoni. Ma la partita dura solo un altro lancio. Butera batte sull'interbase la palla veloce di Rodney e Reyes dà il via al doppio gioco che dà la vittoria alla Repubblica Dominicana.

 

L'Italia torna in campo a mezzanotte (ora italiana) di mercoledì 13 marzo contro la perdente di Stati Uniti-Portorico per una gara a eliminazione diretta. La partita sarà trasmessa su ESPN America (canale 214 di SKY) e Sport Italia 2 (canale 226 di SKY, 61 del digitale terrestre e anche in

streaming gratuito)

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Mazzieri: "Abbiamo dato tutto, questo mi soddisfa"

 

Peccato per la sconfitta, ma perdere di un punto contro la Repubblica Dominicana significa uscire dal campo a testa alta. Nessun rammarico per il manager azzurro, che ha apprezzato l'attitudine dei suoi e ora pensa alla prossima partita

 

 

da Miami, Michele Gallerani

 

C’è amarezza, ma di sicuro non tristezza nella locker-room azzurra dopo la sconfitta contro la Repubblica Dominicana. Una squadra fortissima che avrebbe fatto paura a chiunque, invece è stata l’Italia a fare paura – per sette inning – a Pena e i suoi. È per questo motivo che il manager Marco Mazzieri durante la conferenza stampa non è per nulla arrabbiato e, anzi, vuole sottolineare la prova di un gruppo che, ancora una volta, ha dimostrato a tutti di essere molto competitivo e di meritare un rispetto che molti ancora dimenticano di dare.

28963.jpgQuello che piace di questa squadra è l’attitudine: “Penso che i miei ragazzi meritino solamente complimenti, perché hanno giocato veramente bene, una buona partita, ma soprattutto hanno dato tutto e non si sono risparmiati. Il nostro motto è questo. Dare tutto e poi vediamo quale sarà il risultato. Questa volta abbiamo perso, pazienza, ci rifaremo”. Una situazione che appare ancora più importante sottolineare visto che di fronte l’Italia ha avuto un line-up da Major League e dei lanciatori – compreso il closer Fernando Rodney – che giocano stabilmente in grande lega e hanno standard di altissimo livello: “Eravamo abbastanza preparati ad affrontare una partita così difficile. Sapevamo che sarebbe stato fondamentale ogni dettaglio e anche per quanto riguarda il dover affrontare un closer che è capace di lanciare a quasi cento miglia allora, credo fossimo nella stessa situazione di quando ci siamo trovati di fronte Sergio Romo, con il Messico. Alla fine non importa. Non penso faccia molta differenza, perché in competizioni come questa, uno vale l’altro. Sono tutti bravi. Non puoi permetterti di preoccuparti di uno o dell’altro, devi giocare al meglio e basta. Poi può succedere che tu metta il punto del pareggio in base all’ultimo inning e non sia in grado di trasformare l’azione, come è accaduto oggi. Con il Messico però ci eravamo riusciti, quindi non vale la pena pensare in maniera negativa. Questo gioco è così e basta”.

C'è qualcosa su cui si possa recriminare? "Forse non recriminare, ma un pizzico di dispiacere per una situazione particolare c'è. Speravamo, infatti, di riuscire ad arrivare con Tiago Da Silva, che peraltro devo dire ha lanciato una partita bellissima, almeno fino al sesto inning. Per poi andare con Pugliese, Venditte e Grilli, settimo ottavo e nono. Purtroppo non ci siamo riusciti e alla fine è andata come è andata. Vorrà dire che ci rifaremo nella partita di mercoledì, pronti a qualsiasi avversario. Pronti con Alessandro Maestri come partente".

Per Chris Colabello, autore del lunghissimo fuoricampo che ha portato l'Italia in vantaggio 4-0 al primo inning, nulla è compromesso e l'Italia - che con il sistema del double-elimination può ancora arrivare a giocarsi la qualificazione - è pronta a lottare, perché "ogni giorno è diverso dal precedente", dice il desginato azzurro "Abbiamo dimostrato anche oggi che giochiamo come una vera squadra e siamo molto competitivi. Rimanere in partita fino al nono contro dei campioni come quelli della Repubblica Dominicana è dimostrazione di grande capacità. Noi abbiamo tante qualità, compresa quella di non abbatterci mai e sono convinto che mercoledì sera faremo un'altra grande partita".

Agli azzurri rende omaggio anche il manager della Repubblica Dominicana, Tony Pena: "Tanto di cappello all'Italia che ha giocato alla grande, ma anche il nostro monte, dopo il primo inning si è comportato alla perfezione. Loro, sulla carta, sarebbero dovuti essere più deboli di noi, invece, quando sei sul diamante parti alla pari con il tuo avversario. Nel primo inning ci hanno fatto veramente paura ed è stata una ripresa durissima. Questa è stata la partita più dura che abbiamo giocato in tutto il World Baseball Classic". Quando gli chiedono se a inizio partita i suoi abbiano preso un po' sottogamba gli avversari, la risposta è netta: "Nessuna sottovalutazione dell'avversario o dell'impegno. Solo un po' di difficoltà da parte di Volquez a centrare l'area dello strike. Può succedere, quando vuoi a tutti i costi fare il meglio, a volte capita che tu abbia qualche difficoltà. Avevo avvertito la squadra che sarebbe stata una partita molto difficile e alla fine si è dimostrato che avevo ragione. Per fortuna siamo riusciti a recuperare e portare a casa una vittoria molto importante".

Dopo i complimenti all'Italia, i complimenti anche a Robinson Cano, che in questo torneo ha già battuto 12 valide su 19 turni, con 4 doppi, 2 fuoricampo e 6 punti battuti a casa: "Cano è arrivato pronto, come tutto il resto della squadra. D'altronde l'avevo spiegato alla squadra, che avremmo dovuto affrontare il Classic con grande attenzione e serietà e questo stiamo facendo. Non sono per niente sorpreso dal rendimento, suo e della squadra".

Qualche complimento in meno esce dalla bocca di Cano, soprattutto per via di un paio di scivolate dure, 28975.jpgche ha subito in seconda da parte dei corridori azzurri. In particolar modo, quando gli viene posta la domanda in conferenza stampa, il seconda base degli Yankees, fa riferimento a un piccolo battibecco avuto con Nick Punto: "Si in quel caso ero abbastanza arrabbiato perché era la terza volta che succedeva" dice l'uomo partita della Repubblica Dominicana, "quando si scivola per cercare di rompere un doppio gioco, ok. Ma in quella occasione era un out forzato e quindi non ce n'era la necessità. Non mi piace l'idea di farmi male solo perché gli altri vogliono scivolare duro a tutti i costi. Comunque alla fine non è successo nulla di particolare. Alla fine siamo molto contenti e questa è una vittoria che vale quanto una nelle World Series, perché quando sei sotto 4-0 nella prima ripresa e riesci a rimontare e passare in vantaggio al settimo, nel frattempo accumuli tensione, arrivi al momento in cui si concretizza la rimonta che la gioia esplode ed è quello che è succcesso".

Una celebrazione del lavoro fatto dai dominicani ma, allo stesso tempo, un complimento indiretto all'Italia che ha fatto sudare freddo il dug-out dei sudamericani.

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Contro Portorico finisce il sogno azzurro

 

Nella partita a eliminazione, l'Italia inizia l'ottavo inning in vantaggio 3-1. La difesa non assiste i rilievi e i centro americani riescono a segnare 3 punti che permettono alla squadra di Edwin Rodriguez di ribaltare la situazione e giocarsi un'altra gara ad eliminazione con la perdente di Stati Uniti-Repubblica Dominicana

 

 

da Miami, Riccardo Schiroli

 

Con la sconfitta (4-3) patita contro Portorico finisce il sogno dell'Italia al World Baseball Classic. In buona parte, la gara è stata la replica della partita contro la Repubblica Dominicana: azzurri in vantaggio, lanciatore partente (Maestri) quasi impeccabile; questa volta c'è anche un primo rilievo (Cooper) che porta avanti la gara con sicurezza. Ma all'ottavo inning, iniziato con l'Italia in vantaggio 3-1, una combinazione di fattori permette a Portorico di ribaltare la situazione. Purtroppo la difesa, decisamente sotto pressione per la velocità degli avversari sulle basi, non sorregge i lanciatori e la combinazione di rilievi Pugliese, Sweeney (non aiutato dall'arbitro capo in un momento chiave) e Venditte non riesce a tenere la squadra almeno in parità.



Resta la consapevolezza che questa squadra resterà nella storia del baseball italiano per sempre, ma anche il rammarico per aver mancato un successo che era veramente a portata di mano.

Si gioca davanti a 25.700 persone e con il tetto aperto al "Marlins Park", dove entrambi i lanciatori partenti sono sotto contratto in Giappone: l'azzurro Alessandro Maestri con i Buffaloes e il29022.jpg portoricano Giancarlo Alvarado (classe 1978) con i BayStars.

Entrambe le squadre vanno in zona punto al primo inning. L'Italia con Punto, che batte valido al centro e poi, con 2 out, avanza sulla base ball a Liddi. Colabello però è il terzo out quando batte sul prima base.

Portorico addirittura tocca un doppio con il lead off Angel Pagan, che sulla battuta in diamante di Beltran arriva in terza. Maestri chiude facendo battere Yadier Molina su Liddi.

Mike Costanzo apre il secondo attacco italiano con una secca linea, che arriva fino alla recinzione di destra e gli vale un doppio. Chiarini manda in foul 2 volte il tentativo di bunt e poi è il primo out al volo dal seconda base. Butera è ingannato dal movimento sulla veloce a 2 cuciture di Alvarado ed è il secondo out al piatto e Granato batte sul prima base Rivera per la terza eliminazione.

Con un out al terzo, De Norfia picchia una gran linea a sinistra. L'esterno Eddie Rosario prova la presa al volo, ma la palla si stampa contro la recinzione per un doppio. L'Italia poi non è fortunata: sia Rizzo (radente sul seconda base) che Liddi (linea a sinistra) colpiscono bene, ma sono eliminati.

Al quarto Portorico si fa pericoloso. Maestri concede 4 ball al seconda base Falu poi, dopo l'eliminazione di Beltran, Yadier Molina batte valido a destra e porta Falu in terza. Il secondo lancio sull'interbase Aviles sfugge per un attimo al controllo di Butera: quanto basta a Molina per raggiungere la seconda. Aviles poi batte un pop sul quale fa buona guardia Granato, che tiene ancorati i corridori a seconda e terza. La stella dei White Sox di Chicago Alex Rios batte una palla maligna, rompendo la mazza. Granato però non si fa sorprendere e, correndo in avanti, si coordina per il tiro in prima che vale il terzo out.

29025.jpgLa partita di Alvarado finisce con un out al quinto, inning al termine del quale l'Italia si ritrova in vantaggio. Dopo aver eliminato al piatto Butera, il partente di Portorico concede un singolo a destra a Granato. Con Granato in movimento per il batti e corri, Punto spedisce la palla in foul, ma l'arbitro coglie l'interferenza del catcher Molina e Punto guadagna la prima. De Norfia riempie le basi con una radente che passa tra prima e seconda base. Per affrontare Rizzo sale in pedana il mancino Xavier Cedeno. Il prima base azzurro incassa uno strike, poi manda un missile tra esterno destro ed esterno centro che sparecchia le basi e manda Cedeno sotto la doccia. Il nuovo lanciatore è il super prospetto dei Boston Red Sox Jose De La Torre, che lancia uno slider da 84 miglia all'ora ed esce rapidamente dall'inning facendo battere Liddi sull'interbase e mettendo al piatto Colabello, che gira a vuoto uno slider dalla rotazione impressionante.

Al cambio campo la parte bassa del line up di Portorico ci riprova. Rivera batte un singolo al centro e arriva in seconda quando Maestri concede 4 ball ad Andy Gonzalez. Rosario, nono uomo dell'ordine di battuta, mostra il bunt. Rizzo prende un grosso rischio giocando vicinissimo a casa base, ma così toglie la possibilità della smorzata verso la prima. Rosario tocca allora il bunt tra monte di lancio e terza base. Maestri ci arriva e, con una pregevole giocata, assiste per il primo out in terza. E' anche l'ultimo atto della sua partita, visto che Mazzieri chiama dal bull pen il mancino Chris Cooper per affrontare il pericoloso Angel Pagan, anche lui mancino. L'esterno centro dei Giants Campioni del Mondo spaventa gli azzurri con un bel contatto. Tutti tranne Mario Chiarini, che arretra e raccoglie al volo in scioltezza. Cooper mette poi al piatto Falu facendogli girare a vuoto il cambio.

All'inizio del sesto Portorico manda in pedana Hiram Burgos, rilievo di 25 anni che gioca in Triplo A con29035.jpg i Milwaukee Brewers, un altro punto di forza di un bull pen che, fino all'ottavo inning della partita con gli Stati Uniti, era sembrato perfetto.

Nella parte bassa della ripresa i caraibici accorciano le distanze. Con un out, Molina batte una radente vicina al cuscino di seconda. Granato ci arriva, ma non riesce a estrarre la palla dal guanto. Per il classificatore si tratta di una valida. Viene invece giudicata errore la battuta di Aviles, che schizza sul guantone di Granato. Rios porta profondo il cambio di Cooper e in questo caso l'Italia ringrazia le enormi dimensioni del campo di Miami: De Norfia ha il tempo di raccogliere la palla al volo. L'inning sembra finito sulla rimbalzante di Rivera, ma la palla sfugge a Granato e il secondo errore consecutivo dell'interbase costa all'Italia il primo punto, segnato da Molina. Sull'azione Aviles guadagna la terza, ma la ripresa si chiude con la volata al centro del terza base Andy Gonzalez.

Mazzieri decide di sostituire Granato con Jack Santora alla prima metà del settimo.

La partita si decide nella parte bassa dell'ottavo, quando Portorico ribalta la situazione. Per l'Italia gioca esterno sinistro Avagnina al posto di Costanzo. Cooper inizia l'inning lanciando 4 ball consecutivi a 29040.jpgBeltran e Mazzieri chiama dal bull pen Nick Pugliese. Sul secondo lancio del pitcher della Fortitudo Bologna, Yadier Molina spara una cannonata che finisce in foul di un palmo a sinistra. Poi il catcher dei Saint Louis Cardinals batte valido sopra la testa di Punto, spingendo Beltran fino in terza. La serata di Pugliese è già finita e dal bull pen esce Brian Sweeney. Mike Aviles batte il secondo lancio del rilievo azzurro su Punto, che ottiene l'out forzato assistendo a Santora. Il doppio gioco non si chiude di un nulla e comunque Portorico segna il secondo punto con Beltran. Il turno di Alex Rios è controverso: con un contro di un ball e uno strike l'arbitro capo Mark Wegner chiama ball un lancio alle ginocchia del giocatore dei White Sox che la TV mostra impietosamente in zona di strike. Rios poi colpisce un singolo a destra, che porta Mike Aviles (potenziale punto del pareggio) in terza. Sweeney lascia il monte a Venditte e la contromossa è il pinch hitter Luis Figueroa. La volata del nuovo venuto vale il pareggio e il tiro a casa di De Norfia, che cercava un improbabile out, consente a Rios di arrivare in zona punto.

La rimbalzante di Andy Gonzalez supera Liddi ma non Santora. Il tiro in prima però obbliga Rizzo a lasciare il cuscino e Rios, che corre deciso dalla seconda, ne approfitta per segnare il quarto punto di Portorico. Pagan batte su Santora, che cerca l'out in terza ma il suo tiro viene battuto dalla scivolata di Gonzalez. La ripresa poi si chiude sull'altra battuta in diamante di Falu, nono battitore di Portorico a essere entrato nel box.

Il nono inning si apre con l'eliminazione al piatto di Punto che, sul conto pieno, guarda un lancio ai limiti della zona. Il seconda base azzurro arriva fino in prima, per poi rendersi conto di essere stato eliminato. De Norfia è il secondo out al piatto, quando gira a vuoto uno slider da 86 miglia all'ora. L'eccellente partita di Burgos finisce qui e Portorico chiama dal bull pen il veterano (classe 1976, nel 2012 ha lanciato per St. Louis e Baltimora) J.C. Romero per affrontare Rizzo. Il prima base italiano guadagna la base ball, tenendo in vita la sua squadra e costringendo Portorico ad andare ancora al bull pen. Per affrontare Liddi sale in pedana Fernando Cabrera (132 partite in Grande Lega in carriera). L'Italia manda a correre Infante al posto di Rizzo. Cabrera inizia con una palla ad effetto per lo strike. Liddi gira a vuoto sia il secondo (slider) che il terzo lancio (cambio). Finisce qui la splendida avventura dell'Italia al World Baseball Classic.

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Mazzieri: "Questa è una squadra speciale. Sono grato a tutti i miei ragazzi"

 

Il Manager azzurro è dispiaciuto per la sconfitta e l'eliminazione ma ciò che più importa è che il gruppo che ha guidato in una splendida cavalcata e che è arrivato quasi a concretizzare il grande sogno abbia dimostrato di dare fino all'ultima goccia di sudore per la maglia

 

 

da Miami, Michele Gallerani

 

Il sogno si è infranto a sei out dalla fine. L’Italia esce sconfitta dalla sfida con Porto Rico dopo aver dimostrato di essere una grande squadra e un grande gruppo, che Marco Mazzieri, skipper di tante vittorie, una volta di fronte a una sconfitta, definisce così: “Di solito si dice che si è tutti per uno e uno per tutti, noi siamo solo uno”. Il manager azzurro è dispiaciuto, come tutto il resto della delegazione, ma trova comunque il modo di dare ai suoi ragazzi il giusto merito, per aver dimostrato al mondo del baseball di saper produrre grandi prestazioni.29016.jpg

Cosa hai detto alla squadra quando siete usciti dal campo e rientrati nella locker-room? “Li ho solamente ringraziati per quello che hanno fatto. Siamo stati una grande squadra, in campo i giocatori, nel dug-out il mio staff. Abbiamo dato tutto e usciamo a testa alta. È per questo che ai ragazzi va detto solo grazie”.

Quando si passa ad analizzare tecnicamente il 4-3 che ha portato Porto Rico ad avere un’altra chance e invece rimette gli azzurri sull’aereo per l’Italia, per Mazzieri è molto chiaro cosa non abbia funzionato: “Non abbiamo eseguito, come avremmo dovuto e voluto. Ci sono stati momenti della partita, soprattutto quando loro sono diventati maggiormente aggressivi, in cui noi gli abbiamo permesso di esserlo. Una parte di tutto ciò è dovuto al fatto che non abbiamo tirato sulla base giusta, nel momento giusto e abbiamo dato loro la possibilità di essere più aggressivi”.

Ovviamente questo non era il progetto finale, non avreste voluto che terminasse così, ma la vostra è stata sicuramente una corsa esaltante. Cosa significa questo per il baseball italiano? “Difficile essere lucidi così a caldo, dovete lasciarmi qualche giorno per digerire l’eliminazione. Non è questo che sto pensando in questo momento”.

29031.jpgPer Anthony Rizzo, autore di un’altra grande battuta che aveva portato l’Italia in vantaggio 3-0, ci sono parole che suonano come il miele per le orecchie del Manager: “Non so come progredirà il baseball azzurro ora, ma di sicuro posso dire che abbiamo l’uomo giusto per portarlo avanti. Mazzieri è un grande manager, la squadra è grande. È stata capace di andare avanti in ogni partita che ha giocato. Nessuno lo avrebbe pronosticato e invece noi siamo riusciti a batterci alla parti contro le più grandi squadre del mondo, piene di all-star. Siamo stati un grande gruppo e quello che abbiamo fatto a Phoenix e poi qui a Miami ci ha fatto guadagnare un grande rispetto da parte di tutti. E questo risultato ce lo siamo ampiamente meritato”.

A queste parole bellissime di Rizzo, Mazzieri – quasi emozionato, con gli occhi perfino lucidi – risponde così: “Il momento che voglio fissare di questa grande esperienza è proprio questo. Le parole di Anthony danno a tutti la dimostrazione che questi ragazzi sono speciali. Ogni giorno, quando parlavo alla squadra, ognuno dei componenti del nostro team era pronto ad ascoltare le proposte che facevo e le cose che dicevo. Dai più grandi campioni, ai giovani come Rizzo, che ogni mattina attendevano il discorso per poi cercare di mettere sul campo quello che avevamo progettato”. Soprattutto per questo motivo, quando i giornalisti portoricani gli chiedono se ci siano alcuni più colpevoli di altri della sconfitta risponde con molto orgoglio: “Non penso che sia il caso di puntare il dito contro qualcuno. Stiamo parlando di uno sport di squadra e quando abbiamo vinto lo abbiamo fatto tutti insieme. Quando abbiamo perso come contro Porto Rico e contro la Repubblica Dominicana, facendoci sorpassare nelle riprese finali, quando ci mancavano solo pochi out alla fine, è stato solo un errore del team, incapace di eseguire alcune situazioni. Nessun colpevole, tutti colpevoli”.

Si entra così nel discorso delle occasioni sprecate e un giornalista americano chiede a Marco Mazzieri perché non abbia utilizzato Jason Grilli: “Penso che il primo obbligo che abbia un manager sia quello di rispettare i propri giocatori e le loro franchigie. Per questo sono grato a tutti loro: Denorfia, Punto e anche Grilli. Non potevo chiedere a Jason di tirare più di una ripresa, che è quello che fa abitualmente durante la stagione. Intendo dire che questo torneo è sì importante per me, ma prima di tutto sono importanti i miei ragazzi e così non potevo fare nulla che potesse spremerli più di quanto non fosse necessario”.

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Ma non ci credo... Mi ero addormentato sul 3 a 1 per noi all'ottavo inning :(

Hai ragione, che rabbia. Sono nero perchè abbiamo perso due gare per un punto, e per di più negli inning finali, contro due squadre di livello assoluto e con super campioni del calibro di Robinson Cano (New York Yankees) e Angel Pagan (San Francisco Giants). Chi segue il baseball, anche USA, sa bene di cosa parlo.

Per dirla calcisticamente, che è più la nostra passione e il nostro campo di battaglia, sono atleti paragonabili a Lionel Messi e CR 7.

Nel baseball purtroppo basta poco per far girare una gara che si sta vincendo, e fino all'ultimo out non sei mai certo di aver chiuso i giochi. Certo 2 gare di fila di così alto livello perse sul filo fanno davvero rabbia ! Che peccato !

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Le amichevoli pre-campionato della Danesi Nettuno

 

Prime uscite contro la formazione di IBL 2 tra venerdì 15 e sabato 16 marzo

 

 

La Danesi Nettuno inizia venerdì 15 alle ore 16 e sabato 16 marzo alle 15.30 la serie di amichevoli pre-campionato in preparazione dell'esordio in IBL del 5 aprile. In queste prime due uscite la squadra di Ruggero Bagialemani giocherà contro la formazione di IBL 2.

La settimana prossima invece il Nettuno tornerà in campo mercoledì 20 contro il Regensburg che, come ormai succede da qualche anno, sarà in terra laziale da lunedì 18 marzo per l'inizio del proprio spring training.

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Abbiamo testimoniato il massimo livello mai raggiunto dal baseball italiano

 

Chi si sarebbe mai sognato di superare il primo turno del World Baseball Classic e di competere da pari a pari contro squadre infarcite di campioni che ci mettono in soggezione anche quando li vediamo in televisione? Ora "Programmiamo e avviamo il rinnovamento" dice Mazzieri

 

 

di Riccardo Schiroli

 

Ho volutamente aspettato che la partita tra Repubblica Dominicana e Stati Uniti si giocasse, perchè non si sa mai. Avessero gli Stati Uniti dominato, ci sarebbe stato di sicuro qualcuno pronto a sminuire quel che ha fatto l'Italia. E volevo essere pronto e con tutte le informazioni a mia disposizione.



Non è che io avessi molti dubbi sul valore della Repubblica Dominicana. Basta seguire marginalmente il baseball di Major League per conoscere il valore di questa squadra. La Repubblica Dominicana è un paese di 10 milioni d'abitanti dei quali un 9.9 milioni probabilmente gioca a baseball. E' il secondo paese al mondo che dà giocatori alle Grandi Leghe. Il secondo dopo gli USA, ovvio. Che di abitanti ne hanno un 300 milioni abbondanti.

Cosa sia stata la partita tra Stati Uniti e Repubblica Dominicana è già scritto nella sezione dedicata al World Baseball Classic del sito. Almeno, spero di essere riuscito a trasmettere le emozioni che ho provato io. Forse solo una parte.

 

A proposito di spiegarsi bene, spero di essere in grado di trasmettere la portata di quello che l'Italia ha29016.jpg fatto.

Io ho seguito la genesi del World Baseball Classic, un progetto che ha iniziato a essere concreto dopo le Olimpiadi di Atene. Ecco: non avrei mai creduto di poter vedere nel tempo che mi è concesso sulla terra una squadra italiana arrivare al secondo turno e giocarsela con la Repubblica Dominicana (che si può permettere di tenere in panchina Aybar e ha 4 rilievi, da mettere uno dietro l'altro, che lanciano cambio e slider a 85 miglia orarie) o Portorico (l'altro giorno, sono salito in ascensore con Angel Pagan e gli stavo quasi per dire che è uno dei miei idoli da sempre; poi lui mi ha detto "good night, sir" e ho capito che avevo rischiato di non essere adeguatamente professionale).



Voglio dire: questi giocatori noi siamo abituati a vederli in televisione, a comprarli a Fantasy Baseball. Solo 7 anni fa, nel corso del primo Classic, era già da raccontare ai nipotini il fatto che Mike Piazza si fosse messo la casacca Italia e che eravamo riusciti a sopravvivere ai turni di battuta di Albert Pujols e Big Papi Ortiz.

 

L'Italia non ha mai finito un World Baseball Classic a zero vittorie (al contrario del Canada, di Taiwan, dell'Australia, di Panama...tutti paesi che hanno un movimento che storicamente è superiore al nostro).

Quest'anno l'Italia ha giocato il secondo turno, mentre il Venezuela di Miguel Cabrera (Detroit Tigers in finale World Series 2012 contro i Giants di San Francisco) è tornato a casa.



Penso che si possa anche fare l'atto di coraggio, per una volta, di riconoscere che quell'operazione che è iniziata nel 2005, beccandosi l'accusa di "dare in leasing la maglia della nazionale", abbia portato il baseball italiano a livelli che non erano nemmeno concepibili fino a pochi mesi fa. Io lo ammetto: non avrei scommesso, sul passaggio del turno della nazionale. Ero sicuro che avessimo una buona squadra (specie in battuta), ma di certo non credevo che sarebbe stata in grado di bastonare fino alla manifesta inferiorità il Canada o di battere Sergio Romo, che avevo visto trionfare (appunto, in TV) nelle World Series 2012.



Quell'operazione (così osteggiata, all'inizio) ha coinvolto una superstar come Mike Piazza al punto che lo abbiamo ritrovato a insegnare ai ragazzi dell'Accademia. Un veterano come Frank Catalanotto tanto che ha partecipato a un'All Star Game. Un coach del valore di Sam Perlozzo, che ha accettato di lavorare per l'Italia pur in un ruolo da semplice comprimario. E potrei continuare, ma credo che il concetto sia chiaro.

 

Detto tutto questo, è ovvio che all'Italia è mancato qualcosa nel momento decisivo. E sto parlando prevalentemente della partita con Portorico. La difesa non ha sorretto i lanciatori (al sesto inning, si sono di fatto visti 5 out...) che, da parte loro, sono stati fantastici nel partente Maestri e nel primo rilievo Cooper. La combinazione Pugliese, Sweeney, Venditte invece (sia contro la Dominicana che contro Portorico) è piaciuta meno. E anche se affrontare line up di Major nelle riprese finali può essere davvero una sfida, mi permetto (serenamente) di aggiungere che qualche second guessing (come dicono qui) ci può anche stare.

E' mancato qualcosa e l'Italia è andata così vicina a fare un'impresa leggendaria, che è ovvio che le 2 sconfitte di un punto sono difficili da digerire. Sarebbe strano il contrario. Le sconfitte sono tutte onorevoli, se arrivano dopo aver dato quello che si aveva da dare. Ma io personalmente diffido di chi di una onorevole sconfitta è contento.

 

In conclusione, è logico a questo punto chiedersi: come prosegue l'avventura azzurra?

E' molto lucido al riguardo il manager Marco Mazzieri, al quale affidiamo la risposta: "Con questo Classic penso sia arrivato al massimo possibile il programma iniziato nel 2007. Voltiamo pagina, per migliorarci sempre e programmare e avviare un rinnovamento che spero ci mantenga a questi livelli per il Classic 2017".

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La Repubblica Dominicana è super ed è la terza semifinalista

 

Battuti (3-1) gli Stati Uniti con 2 punti segnati al nono inning. I lanciatori dominicani sono apparsi intoccabili. Lo stadio di Miami nel delirio: dopo il terzo out della parte bassa del nono, è iniziata la festa danzante delle decine di migliaia di dominicani sugli spalti, che hanno fatto sentire la squadra di Torre decisamente in trasferta

 

 

da Miami, Riccardo Schiroli

 

Forte di un bull pen che concede all'attacco degli Stati Uniti una valida in 5 riprese e di una panchina dalla quale, al momento decisivo, il manager Tony Pena può tirar fuori un battitore come Erick Aybar, la Repubblica Dominicana vince (3-1) contro il Team USA e guadagna il diritto a sfidare il Regno dei Paesi Bassi nella semifinale di lunedì 18 marzo a San Francisco. Lo squadrone di Torre dovrà battere venerdì 15 marzo (a mezzanotte ora italiana) Portorico per guadagnare la semifinale di domenica 17 marzo contro i detentori del Giappone.

C'è uno spettacolo di pubblico (quasi 35.000 persone) al "Marlins Park", dove gli appassionati si dividono in parti sostanzialmente uguali tra dominicani e statunitensi. All'ultimo momento gli Stati Uniti devono rinunciare a Wright, fermato dal mal di schiena. I dominicani invece scelgono di tenere Tejada nel line up come terza base e utilizzano Hanley Ramirez come designato. Aybar va in panchina.

29055.jpgContro Samuel Deduno (Minnesota Twins) il Team USA parte forte. Con un out, la squadra di Torre riempie le basi e i 4 ball a Hosmer valgono il vantaggio.

E' un vantaggio che dura poco, visto che con un out al secondo, Hanley Ramirez vede una knuckle ball di Dickey in mezzo al piatto e picchia un fuoricampo di straordinaria potenzia, che uscirebbe dallo stadio, se solo non fosse un impianto chiuso.

Il line up dominicano fa soffrire gli Stati Uniti. Al terzo, con 2 uomini in base, Dickey si ritrova nel guanto una gran linea di Encarnacion. Al quarto, dopo aver concesso un doppio molto profondo a Cruz, il lanciatore dei Mets lascia al piatto Santana e poi deve ringraziare Adam Jones che, non si sa come, parte in anticipo su una linea di Nanita e fa sembrare la presa al volo (a 120 metri da casa base) un gioco di routine.

Joe Torre sembra più propenso del suo collega Tony Pena a muovere i corridori. Ci prova al secondo, con un bunt di Bloomquist che porta in seconda Arencibia. E ci prova al quarto, quando cerca di far avanzare Jones, autore di un singolo, con un batti e corri. Il gioco non riesce (un paio di foul ball) ad Arencibia e Deduno fa il fenomeno, eliminando al piatto il catcher avversario e poi, in sequenza, anche Bloomquist e 29054.jpgRollins. In totale, il partente della Dominicana ha ottenuto al piatto 7 dei 12 out delle prime 4 riprese.

Al quinto Deduno lascia il monte al lanciafiamme dei Kansas City Royals Kelvin Herrera. Lo spaventa, con 2 out, Joe Mauer, che incoccia in pieno una veloce da 98 miglia all'ora. La sua volata è lunghissima e l'esterno centro dominicano De Aza ci arriva girato nella direzione sbagliata. Il suo riflesso è però repentino e riesce a raccogliere la palla al volo.

Anche gli Stati Uniti vanno al bull pen e in pedana sale Gregerson. Il rilievo rimane un solo inning, poi lascia il monte a Collins. Carlos Santana apre il settimo attacco dominicano con un singolo a sinistra e poi tocca la seconda sul sacrificio di Nanita. De Aza è il secondo eliminato al volo ; gli Stati Uniti mandano in base intenzionale Reyes e chiamano dal bullpen Cisheck. Il nuovo venuto fa battere Tejada debolmente verso il monte ed esce dall'inning.

All'ottavo, quando il rilievo dominicano Strop ottiene il terzo out, rivediamo la valutazione di uno stadio diviso a metà: i tifosi dominicani sono in larga maggioranza e il loro merengue ha preso evidentemente il sopravvento. Le bandiere dominicane spuntano ovunque in uno stadio nel quale c'è talmente rumore che in tribuna stampa non si riesce a sentire la comunicazione del29058.jpg classificatore su valide ed errori.

In effetti, l'impressione è che il "Marlins Park" potrebbe esplodere, quando Nelson Cruz picchia contro Kimbrel (quinto lanciatore statunitense) una linea a destra che Stanton cattura in tuffo al primo rimbalzo, senza per altro riuscire ad impedire a Cruz di arrivare in seconda. Santana manda il bunt in foul poi, sul conto di 2 ball e 2 strike, batte una dura rimbalzante che Phillips contiene, ottenendo l'out in prima, ma senza poter far nulla per l'avanzamento in terza di Cruz. Eric Aybar prende il posto di Nanita in battuta, mentre Torre avanza gli interni. Il pinch hitter alza il primo lancio in foul, poi incassa uno strike molto dubbio e quindi batte valido a sinistra. Quando Aybar alza il pugno verso il pubblico, non si sa cosa succede, ma fa venire i brividi. E la Dominicana non si ferma più. Aybar ruba la seconda e poi corre fino a casa sul singolo di De Aza, che segna la fine della partita di Kimbrel. Gli Stati Uniti mandano sul monte Mitchell Boggs, che chiude l'inning senza altri danni.

In vantaggio di 2 punti, i dominicani si affidano naturalmente a Fernando Rodney. Il numero uno dei closer ottiene il primo out su una lunga volata a sinistra di Jones, poi mette al piatto il pinch hitter Zobrist con un cambio (da 85 miglia...) sul filo interno. Torre si gioca anche Shane Victorino, mancino come Zobrist. Quando Victorino alza una palla in diamante, i dominicani la vogliono tutti, a cominciare da Rodney. La raccoglie al volo Tejada e il dug out esplode di una gioia incontenibile. In campo spuntano le bandiere. Il tabellone proietta scende di delirio tra il pubblico, che inizia a ballare e chissà quando smetterà.

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Diario di un tifoso speciale

 

Dal FanCave di New York, Pierluigi Mandoi ci racconta la sua esperienza di tifoso speciale. Un punto di vista privilegiato, per una avventura che ne ha dell'incredibile e che continua a essere un sogno a occhi aperti

 

 

da New York, Pierluigi Mandoi

 

Eravamo su un vagone della Metro di New York, diretti verso Citi Field per filmare un video. Il World Baseball Classic era iniziato da poco. Si parlava del più e del meno e a un certo punto l’ho detto: “Guardate ragazzi che se questa Italia non fosse in un girone di ferro come questo, si qualificherebbe facilmente al secondo turno. E vi dirò, anche in questo girone, non è improbabile riuscire a vincere due partite e qualificarci”. Toshi, il rappresentante del Giappone, uno la cui nazionale alle vittorie da sfavorita ci è abituata eccome, è stato probabilmente l’unico ad annuire. Ma alla fine, quello che avevo in qualche modo previsto è successo.

 

Di per se, un’esperienza come quella della MLB Fan Cave per il World Baseball Classic è qualcosa che descrivere a parole è quasi impossibile. Vivendola, ti accorgi che il baseball è davvero più che un semplice sport. Ti ritrovi di colpo una mattina con 15 persone sconosciute, ognuna proveniente da un Paese diverso e con un background culturale diverso, eppure è una questione di minuti e sembra che vi conosciate da anni. Tutto perché c’è una cosa che vi accomuna: questo fantastico gioco. E con queste persone praticamente ci vivi per quasi un mese, dividendo tutta la gamma di emozioni che solo il baseball può dare. Ah, e dimenticavo, si incontra anche gente tipo Cal Ripken Jr e Tommy Lasorda, mica male.

 

Già così tutto questo è indimenticabile, fa parte di quei ricordi che ti porti per tutta la vita. Poi, ribaltando tutte le aspettative (fuorché le tue) la tua squadra inizia a vincere. Normalmente, io non sono una persona che comunica le proprie emozioni in maniera esagerata. Ma con questa Nazionale è difficile trattenere le urla. Gli altri FanCavers se ne sono accorti fin dal momento in cui Drew Butera ha buttato fuori l’1-2 di Alfredo Aceves per il momentaneo pareggio nella prima partita contro il Messico, e da lì a poco si sono anche accorti che l’Italia, in questo Classic, fa sul serio.

 

Appena arrivato a New York, la gente che incontravo mi diceva “Ah, non sapevo che in Italia giocassero anche a baseball” e gli articoli su internet dicevano “L’Italia non può essere considerata un pericolo nel girone, già la partecipazione è una loro vittoria”. E anche qui nella Fan Cave, non erano tantissimi quelli che erano consapevoli del potenziale degli azzurri (forse non ne ero completamente consapevole neanche io). Dopo la vittoria con il Messico questa squadra poteva sembrare la classica Cinderella story, che ha vinto una partita difficile con tanto cuore, ma anche tanta fortuna sulla flyball non addomesticata da Edgar Gonzalez (ovviamente senza guardare al grandissimo lavoro di Da Silva e del bullpen tutto, o al fatto che praticamente tutto il lineup titolare avesse una valida).

 

I primi complimenti seri mi sono arrivati dopo la fantastica prestazione da 14 punti e 17 valide contro il Canada, ma probabilmente il momento più bello per me di questo Classic, da tifoso, è arrivato dopo, nel match contro gli Stati Uniti, quando Anthony Granato ha battuto il doppio del 2-0. Si respirava un clima di stupore generale, quasi sbigottimento, e finalmente ho sentito quello che volevo sentire: “This team is for real, man!”

 

La sensazione, da­ qui, è quella che il baseball Italiano, superando la prima fase a gruppi, abbia acquisito rispetto, ma che ancora non sia visto come abbastanza forte da passare il secondo turno. E effettivamente passarlo sarà difficilissimo. Ma la chimica di questa Nazionale e il gioco che ha mostrato mi fanno pensare che, alla fine, saremo­ più che in grado di giocarcela con tutti, come abbiamo fatto anche contro i dominicani. La dimostrazione sono le parole di rispetto che ha pronunciato alla fine Tony Pena, che ha detto di aver giocato la partita più difficile del torneo. Chissà, magari riusciremo a stupire ancora il mondo. E allora, dell’Italia del baseball non ci sarà solo rispetto, ma anche un tantino di paura. Forza ragazzi, giochiamocela anche stasera contro Porto Rico, che voglio vedere quanto è bella San Francisco

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Portorico a San Francisco, per gli Stati Uniti il Classic è stregato

 

L'attacco di Joe Torre viene letteralmente narcotizzato per 6 riprese da Nelson Figueroa, che concede appena 2 valide. Contro il bull pen il Team USA sembra svegliarsi, ma nella seconda metà dell'ottavo arriva J.C. Romero a ottenere i 4 out che mancano al trionfo dei boricua

 

 

da Miami, Riccardo Schiroli

 

Sarà Portorico a giocare per le medaglie del World Baseball Classic. I boricua, che erano stati a 6 out dall’eliminazione mercoledì contro l’Italia, battono (4-3) gli Stati Uniti e, per la prima volta, sono tra le prime 4 del massimo torneo mondiale.

 

Gli Stati Uniti sono stati letteralmente annichiliti per 6 riprese dal partente avversario Nelson Figueroa. Poi sono arrivati a 27 metri dal pareggio nella parte bassa dell’ottavo. Ma J.C. Romero, un altro veterano delle Major Leagues, è entrato in partita e ha chiuso l’inning su Hosmer. Al nono Romero ha continuato senza esitazione: 3 battitori avversari, 3 out. E per la seconda sera consecutiva, il “Marlins Park” ha vissuto una festa caraibica. Giovedì era stata a ritmo di Merengue, venerdì si è ballata la Salsa. Ma giocatori e tifosi degli Stati Uniti le hanno osservate entrambe a capo chino.

29067.jpgOggi è una giornata quasi estiva a Miami e il tetto del “Marlins Park” è aperto. C’è molto meno pubblico (20.000 scarsi) della sera precedente, ma Miami si prepara al week end centrale dello Spring Break. Per la cronaca, il traffico è praticamente impazzito e arrivare allo stadio è qualcosa di simile a un’avventura.

Portorico si affida al veterano Nelson Figueroa (classe 1974, nato a New York) e il manager Edwin Rodriguez sposta Falu all’ultimo posto del line up, con Feliciano che batte secondo. Gli Stati Uniti rispondono, come annunciato, con Ryan Vogelsong. Torre, con Mauer dietro casa base, inserisce nel line up come designato Shane Victorino.

Portorico passa al primo tentativo. Il solito Angel Pagan apre la partita con un singolo poi, con 2 out, a farlo correre ci pensano Yadier Molina e Mike Aviles con 2 singoli a destra.

I 2 lanciatori partenti tutto sommato si assomigliano. Sia Figueroa che Vogelsong dominano lavorando ai29068.jpg margini della zona e usando uno slider molto veloce. Quello di Vogelsong viene ripetutamente misurato a 86 miglia all’ora. Gli strike out sono molto rari, in quanto sia Figueroa che Vogelsong tendono a far battere per terra. Oltretutto, le difese danno soddisfazione al pubblico, in particolare quella degli Stati Uniti. Al terzo il Team USA fa vedere un doppio gioco a rovescio iniziato dal prima base e concluso con il lanciatore in copertura sul cuscino di prima. Al quinto Adam Jones mostra ancora una volta lo sterminato terreno che copre con le sue gambe da mezzofondista, strappando letteralmente una valida da extra base a Andy Gonzalez.

Gli attacchi combinano poco. Se si eccettua un doppio di Beltran al terzo con 2 out, dopo il primo attacco di Portorico non ci saranno più corridori in seconda fino alla parte bassa del sesto.

E’ Portorico a mettere altri punti sul tabellone. Con un out, Vogelsong concede 4 ball a Beltran e scende dal monte dopo la seconda eliminazione, una secca linea di Yadier Molina colta al volo dall’insuperabile Adam Jones. Con 73 lanci sul braccio del suo partente, Torre 29066.jpgchiama dal bull pen Vinnie Pestano. L’ingresso in partita del lanciatore degli Indians non è granchè. Aviles colpisce un singolo a destra, mentre Rios e Rivera (quest’ultimo finito sotto di 2 strike e un ball nel conto) guadagnano la base, inducendo il secondo punto di Portorico, segnato da Beltran. Con 2 strike e 0 ball nel conto, Andy Gonzalez prima colpisce in foul e poi manda un proiettile nell’angolo a sinistra del “Marlins Park”, dove Braun arriva quando Aviles e Rios hanno ormai segnato e Rivera è in terza. La partita di Pestano finisce qui e in pedana sale il mancino Jeremy Affeldt. Al nuovo venuto basta un lancio per uscire dalla ripresa, facendo battere Falu sull’interbase Rollins.

Gli Stati Uniti sembrano piuttosto nel pallone. Al cambio campo, con 2 out e Braun in battuta, Rollins (autore di quella che è solo la seconda valida del Team USA) si fa eliminare nel tentativo di rubare la seconda. In caso di successo, avrebbe messo in seconda il punto dell’1-4.

La splendida partita di Figueroa finisce dopo 6 riprese e 82 lanci e al suo posto sale in pedana Giovanni Soto, astro nascente poco più che ventenne di Portorico. Il mancino, con un out, concede però agli Stati Uniti la prima battuta da extra base della serata. Joe Mauer vede una curva del rilievo in mezzo al piatto e la spedisce oltre l’esterno centro per un triplo. Mauer segna poi il primo punto del Team USA sul singolo di Giancarlo Stanton a sinistra. Le prime 2 valide in sequenza del line up di Joe Torre risvegliano il pubblico e il livello di decibel del “Marlins Park” si alza quasi a quello di giovedì sera. Soto è in evidente difficoltà quando, dopo che la difesa non riesce a chiudere un doppio gioco sul comebacker verso il monte di Zobrist, anche Hosmer batte valido. Con in battuta Adam Jones come potenziale punto del pareggio, Portorico chiama dal bull pen Jose De La Torre. Il prospetto dei Red Sox lancia uno slider a Jones che è decisamente ai limiti dell’area, ma convince l’arbitro capo Mark Wegner. Non tanto Jones, che discute a lungo con il blue la decisione, prima di riprendere il suo posto all’esterno centro.

De La Torre inizia l’ottavo mettendo al piatto Victorino. Poi però gli Stati Uniti prendono il sopravvento su di lui. Rollins buca il prima base Rivera e la rimbalzante di Phillips nel buco tra terza base e interbase trova pronto Aviles, che però non riesce a estrarre la palla dal guanto. Per il classificatore è una valida. Ryan29073.jpg Braun picchia duro tra il cuscino di terza e Gonzalez, spingendo a casa il secondo punto e permettendo a Phillips di arrivare in terza. Con i corridori del pareggio in posizione punto, Portorico manda in pedana il mancino Xavier Cedeno per affrontare Joe Mauer. Mauer va sul conto pieno e poi guarda il quarto ball. Con tutti i cuscini occupati e un solo out, entra ancora in campo il manager di Portorico Edwin Rodriguez e decide che per Cedeno può bastare. Dal bull pen, per affrontare Stanton, arriva Fernando Cabrera, destro e lanciatore di palla veloce. Adesso il pubblico ci crede e il grido “USA-USA” è assordante. Sul conto pieno, Stanton manda per 2 volte la palla in foul e poi alza un pop sul quale arriva Mike Aviles. Il primo lancio verso Zobrist è una dritta a 91 miglia che il terza base manda in orbita, ma di qualche metro in foul. Poi guadagna la base ball che vale il terzo punto americano e chiude la partita di Cabrera. In pedana va il veterano mancino J.C. Romero e, sul secondo lancio, Hosmer batte una radente su Falu per il comodo terzo out. A Portorico mancano 3 out per volare a San Francisco.

Il pinch hitter Figueroa inizia il nono inning sorprendendo Zobrist con un bunt verso la terza base. Kimbrel, il closer già battuto dalla Repubblica Dominicana, difende il bunt di sacrificio di Pagan e ottiene l’out in prima. Con Figueroa in seconda, Feliciano alza un pop maligno, colpendo in ritardo la veloce da 96 miglia di Kimbrel. Rollins fa una cosa straordinaria, andando a raccogliere al volo da un palmo da terra la texas che, se fosse caduta, avrebbe permesso quasi certamente a Figueroa di segnare. Beltran è il terzo out, sempre al volo da Rollins.

A Romero servono 7 lanci per eliminare Adam Jones in apertura del nono. L’esterno centro del Team USA si avvita su un sinker che sarebbe stato il quarto ball. Con Victorino di lanci ne servono 3: l’ultimo è uno slider che prende il designato nettamente sul tempo. E infine, per eliminare Rollins serve un sinker a 92 miglia, che l’interbase superstar consegna a Pagan con una altissima volata In tribuna i tifosi di Portorico cantano l’Inno Nazionale. Per gli Stati Uniti, il World Baseball Classic è ancora una volta una clamorosa delusione.

 

Portorico affronta alle 18 (ora italiana) la Repubblica Dominicana per stabilire chi andrà a San Francisco come prima o come seconda. I lanciatori partenti saranno Romero per Portorico e Wandy Gonzalez per la Dominicana.

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Il Giappone abdica, Portorico in finale

 

Nella prima semifinale del World Baseball Classic i detentori del trofeo sono deludenti: abulici in battuta per buona parte della gara, quando si profila una possibilità di rimonta commettono un clamoroso errore sulle basi. Alex Rios, con un fuoricampo da 2 punti, è l'uomo del match. Santiago esce per infortunio, ma firma la vittoria

 

 

da San Francisco, Riccardo Schiroli

 

Dall'ottavo inning della partita di giovedì contro l'Italia Portorico non sbaglia nulla e il trend si è ripetuto anche contro il Giappone Campione in carica: la squadra di Edwin Rodriguez è praticamente perfetta e vince meritatamente 3-1, guadagnando l'accesso alla finale di martedì 18 marzo.



Il Giappone concede il vantaggio su una partenza poco controllata della star Maeda ma, quel che è più grave, non cava letteralmente un ragno dal buco contro il partente avversario Mario Santiago.

Che il Giappone sia oggi in pessima serata si capisce quando, addirittura, perde un corridore all'ottavo (con in base i punti del pareggio e un solo out) sbagliando nettamente l'esecuzione di una giocata e ritrovandosi con 2 uomini in seconda.

 

Domenica 17 marzo è una bellissima giornata a San Francisco. Naturalmente, tenendo conto del clima 29104.jpgsubdolo della California del Nord, dove il sole splende quasi sempre, ma basta il vento per cambiare la prospettiva di chi percepisce la temperatura.

Prima della partita, fanno passerella i 2 manager Campioni del Classic con il Giappone: Sadaharu Oh (2006) e Tatsunori Hara. A rappresentare Portorico c’è Orlando Cepeda. "AT&T Park" non è gremito, ma gli oltre 33.000 presenti forniscono uno splendido colpo d’occhio. Dietro la recinzione al centro c’è un rumoroso gruppetto nipponico. Il resto del pubblico tifa sostanzialmente per le belle giocate.

Il duello in pedana è, come annunciato, tra Kenta Maeda e Mario Santiago.

Santiago elimina consecutivamente i primi 10 battitori, facendo ampio ricorso alle palle veloci a 2 cuciture e al cambio.

Maeda invece inizia contratto. Dopo aver eliminato Pagan, si intestardisce con la palla veloce e finisce con il concedere la base ball al seconda base Falu. Cambia strategia contro Beltran, ma manda 4 slider per terra. Dopo l’eliminazione al piatto di Yadier Molina, che gira a vuoto uno slider, Portorico capitalizza con Aviles, che batte valido al centro sul secondo slider consecutivo lanciato da Maeda e permette al velocissimo Falu di correre fino a casa.

Maeda non concedere altro e lascerà il monte al mancino Atsushi Nomi alla fine del quinto.

Il problema del Giappone non è per altro il monte di lancio. L’attacco non riesce letteralmente a battere la29105.jpg palla fuori dal diamante e arriva in seconda solo 2 volte contro Santiago: al quarto con il designato Ibata (che batte valido con un out, avanza su battuta in diamante e non va oltre) e al quinto con l’interbase Sakamoto, che apre la ripresa battendo un singolo e avanza su una battuta in diamante dell'esterno centro Itoi, che è anche l’ultimo atto della partita di Santiago, che accusa problemi al braccio; al suo posto sale in pedana De La Torre.

La partita di De La Torre finisce a causa di una giocata avventata di Pagan durante il sesto attacco nipponico. Con 2 out, l’esterno centro dei Giants di San Francisco (di conseguenza, beniamino del pubblico senza discussione) cerca di prendere al volo una linea dell’esterno destro Uchikawa e finisce con il farsi superare dalla palla. Uchikawa arriva fino in terza, ma non va oltre. Al posto di De La Torre sale in pedana il mancino Cedeno, che mette al piatto il clean up giapponese Shinnosuke Abe, che batte mancino, con una curva.

Al cambio campo Portorico allunga. Aviles apre la ripresa con un singolo a destra e Rios trasforma il cambio di velocità di Nohmi in un lunghissimo fuoricampo a sinistra. Il Giappone manda in pedana Settsu, che ottiene i primi 2 out e poi va in sofferenza. Prima concede 4 ball a Feliciano, poi un singolo a Pagan, che porta il nono uomo del line up di Portorico in terza. Finisce anche la partita di Settsu e in pedana sale Sugiuchi, che chiude la ripresa facendo battere Falu in diamante.

All’ottavo però Portorico torna a farsi pericoloso grazie a una base ball e a un errore del prima base Nakata. L’ingresso di Wakui, quinto lanciatore giapponese, peggiore le cose. Rios lo accoglie infatti con una valida e il Giappone cambia ancora. In pedana sale Yamaguchi, che chiude l’attacco mettendo al piatto Rivera e facendo battere Andy Gonzalez in diamante.

29106.jpgIl Giappone si sblocca nella parte bassa dell’inning contro Fontanez. Appena entrato, il quarto lanciatore di Portorico ottiene il primo out su Matsuda. Poi però viene colpito da una lunghissima volata del seconda base Toritani, sulla quale Pagan e Rios pasticciano, consentendo a Toritani (che aveva accennato a fermarsi in seconda) di toccare la terza. Toritani segna poi sul singolo di Ibata. Uchikawa ottiene la terza valida consecutiva del Giappone e obbliga Portorico a chiamare dal bull pen J.C. Romero. Con corridori in prima e seconda e un out, Ibata parte per la rubata, poi si ferma e torna verso il cuscino di seconda. Dove però trova Uchikawa, che era a sua volta partito e non si era avveduto del ripensamento del compagno. Per Portorico è manna dal cielo: ottiene qui un fondamentale secondo out e Romero esce poi dall’inning facendo battere in diamante Abe.

 

Nella seconda parte del nono, con un out, Romero concede 4 ball all’esterno centro giapponese Itoi e Portorico chiama dal bull pen Fernando Cabrera. Dopo l’eliminazione al piatto di Nakata, il Giappone si gioca come pinch hitter Kazuo Matsui. L’ex interno di Mets, Rockies e Astros non va al di là di una linea che finisce nel guanto di Pagan. Il Giappone non concorrerà al terzo titolo consecutivo nella finale di martedì 18 marzo.

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Robinson Cano è l'MVP della poule di Miami

 

Il suo rendimento in battuta è decisamente impressionante

 

 

Robinson Cano è una superstar. Il suo contratto con gli Yankees di New York scade alla fine di questa stagione e gli garantisce 15 milioni di dollari di stipendio per un anno. E' normale pensare che qualcuno gli proporrà almeno gli stessi soldi per i prossimi 5 o 6 anni. Ma se si infortunasse al World Baseball Classic e con il contratto in scadenza?

Bene, Cano non ci pensa. Lui gioca duro, e basta. Talmente duro che è stato nominato miglior giocatore MVP del girone di qualificazione di San Juan di Portorico e anche del girone della seconda fase di Miami e le sue medie in battuta lo vedono sopra i .400 costantemente. L'OPS è un sensazionale 1.4.

 

29084.jpg"E' un premio individuale, che mi fa felice. Ma non sono venuto qui per vincere un premio per me stesso. A Portorico avevo come obbiettivo andare al secondo turno, qui avevo come obbiettivo andare a San Francisco. Questi tornei si affrontano partita per partita e da voi giornalisti mi aspetto che valutiate la Repubblica Dominicana come squadra e non solo per quello che faccio io" ha detto Robinson Cano ai giornalisti dopo la partita con Portorico, che ha chiuso il girone di Miami.

 

Che cosa sia stato capace di fare Cano lo si capisce dalle parole del manager di Portorico Edwin Rodriguez. Non parliamo dell'ultimo arrivato: 53 anni, ex manager dei Florida Marlins, al momento è manager in Singolo A per gli Indians: "Cano è un simbolo per tutti i latino americani. Pensateci: siamo in presenza di uno dei migliori giocatori in assoluto, ma lo vediamo lottare in ogni partita, dare il 100% in ogni inning, su ogni palla, su ogni lancio. Lui è qui per dimostrare al mondo che i latino americani sanno giocare a baseball e noi lo rispettiamo moltissimo per questo".

 

Cano ha incassato con grazia: "Mi riempie d'orgoglio, sentir dire queste cose di me da una persona come Edwin. Ma parliamo di un successo di squadra. Dobbiamo tutti ringraziare il nostro manager, che ci guida e condivide tutto con noi, anche il divertimento".

Il manager è Tony Pena e il suo motto è: "Nessun giocatore può andare bene, se non lo si lascia libero".

 

Cano in sala stampa ha risposto anche al debito da saldare con l'Olanda: "Non parlerei di debito. Bisogna scordarsi quel che è successo nel passato. Questo lo lasciamo pensare ai tifosi, noi lavoriamo per vincere altre 2 partite. Non sarà facile, perchè se l'Olanda è arrivata qui vuol dire che è una grande squadra. Non daremo niente per scontato".

Cos'hai da dire ai tuoi connazionali che non hanno partecipato: "Chi non è qui è a casa perchè è infortunato o il suo club gli ha chiesto di non venire. Ma so che sono a casa a fare il tifo per noi. Noi giochiamo per loro e per tutti i dominicani che sono nel nostro paese o in giro per il mondo".

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La Repubblica Dominicana non sbaglia un colpo ed è in finale

 

Il Regno dei Paesi Bassi passa per primo in vantaggio su un altro inizio di partita titubante di Volquez, ma per tutta la gara non ha mai battuto 2 valide consecutive contro uno staff di lanciatori formidabile. L'attacco dominicano, che ha sofferto per 4 inning, ha risolto la partita al quinto su Markwell e Stujfbergen

 

 

da San Francisco, Riccardo Schiroli

 

E' bastato il quinto attacco alla Repubblica Dominicana per aver ragione (4-1) del Regno dei Paesi Bassi e qualificarsi per la finale del terzo World Baseball Classic.



Sotto al primo senza subire valide, con il partente Volquez che appariva in confusione come lo era stato contro l'Italia nel primo inning di Miami, la squadra di Tony Pena è apparsa smarrita per quasi metà partita. Le mazze dominicane, in un primo momento irretite dalle traiettorie lente ma sapienti di Diego Markwell, hanno improvvisamente trovato il pareggio con la parte bassa del line up (doppi di Santana e Sierra) e sono passate in vantaggio sulla titubanza della panchina olandese a fare la fatidica chiamata al bull pen (incertezza punita dalle valide di Reyes e Tejada). Il rilievo Stujfbergen non ha per altro mai avuto la situazione in mano: il suo primo lancio è andato oltre il catcher Dashenko, poi ha concesso una valida. E forse non sarebbe uscito dall'inning senza l'eccesso di entusiasmo di Cano, che lo ha portato a essere il terzo out in terza.

Dopo il primo inning, l'attacco di Meulens non ha avuto nessuna concreta possibilità di segnare contro pitcher che appartengono a una categoria diversa del baseball.

Ci sono oltre 27.500 persone ad “AT&T Park” per la seconda semifinale del World Baseball Classic. La Repubblica Dominicana deve rinunciare all’ultimo minuto a Nanita (colpito da un attacco influenzale) e lo rimpiazza all’esterno sinistro con Moises Sierra. I partenti sono, come annunciato, Edinson Volquez per la Repubblica Dominicana e Diegomar Markwell per il Regno dei Paesi Bassi.

Volquez parte male. L’interbase Simmons riceve 4 ball e avanza su lancio pazzo. Il seconda base Profar, al primo turno nel Classic, guadagna a sua volta la base per ball. Sulla battuta verso il monte, Volquez dimostra di essere in confusione e assiste in prima. Tony Pena non fa avanzare gli interni e Balentien può battere a casa il primo punto della partita con una semplice rimbalzante sull’interbase.

Volquez però non concederà praticamente più nulla (10 out consecutivi, prima di concedere un singolo), mostrando una palla veloce scintillante e lanci ad effetto che ci fanno capire cos’è un pitcher di Grande Lega.

L’episodio più notevole degli attacchi olandesi è un a presa al volo in foul in chiusura di prima ripresa su una volata di Andruw Jones, che vede Moises Sierra finire in mezzo al pubblico, salvo riemergere con la palla nel guanto e scatenare un’ovazione.

Markwell, nello stupore degli osservatori statunitensi, ha grande successo su un attacco dominicano forse troppo aggressivo con il cambio e le veloci a 2 cuciture. Le rarissime dritte, non viaggiano a più di 85 miglia all’ora, ma bastano per ottenere gli out.

Al quinto, con un out, il catcher dominicano Santana manda un proiettile a bucare Jonathan Schoop, vanamente proteso verso il cuscino di terza in tuffo. Lo segue Sierra, che spedisce una volata nell’angolo più lontano del campo esterno sinistro, quanto basta per permettere al non velocissimo Santana (che è letteralmente spinto dall’intero dug out) di segnare senza nemmeno bisogno di scivolare. Reyes va sotto di 2 strike, poi tocca una texas al centro che atterra beffarda davanti a Bernadina e vale il vantaggio dominicano. Ormai Markwell non ne ha più e anche Tejada batte valido, portando Reyes in terza. Forse in ritardo, la panchina olandese chiama dal bull pen Tom Stujfbergen.

Il rilievo non inizia bene. Il suo primo lancio sfugge al catcher Dashenko e vale il 3-1. Dopo aver passato in base intenzionale Cano, Stujfbergen concede un singolo al prima base Encarnacion che porta a casa Tejada. L’attacco dominicano finisce perché Cano tenta inopportunamente di raggiungere la terza ed è il terzo out, sul tiro perfetto di Bernadina.

Boyd e Van Mil porteranno alla fine la partita per il Regno dei Paesi Bassi senza vedere altri corridori dominicani raggiungere la terza.

Dall’altra parte inizia lo show dei formidabili rilievi dominicani. Kelvin Herrera lancia 2 inning, concedendo un doppio (con 2 out) al sesto a Balentien e una base ball, ma ottenendo anche 3 strike out. Strop lancia una ripresa concedendo un singolo interno ma facendo battere ben 3 volte verso il monte.

Al nono sale in pedana l’imbattibile Fernando Rodney, che ottiene il primo out facendo battere Andruw Jones al volo sul seconda base e poi chiude la partita mettendo al piatto in sequenza Curt Smith e Jon Schoop.

 

La finale del terzo World Baseball Classic si giocherà quando in Italia sarà l'una della notte tra martedì 19 e mercoledì 20 marzo. Per la Repubblica Dominicana lancerà Samuel Deduno, per Portorico il partente sarà Giancarlo Alvarado.

La partita sarà trasmessa in diretta da ESPN America (canale 214 di SKY). E' prevista una replica alle 13 di mercoledì 20 marzo.

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La Repubblica Dominicana è Campione del Mondo di baseball

 

Una squadra perfetta batte Portorico per la terza volta nel torneo e completa una serie di vittorie iniziata martedì 7 marzo contro il Venezuela. Da quando giocano i pro a livello internazionale, non si ricorda una vittoria così netta. L'Italia l'unica squadra ad aver perso con un solo punto di scarto

 

 

da San Francisco, Riccardo Schiroli

 

La Repubblica Dominicana ha vinto il World Baseball Classic. Ha vinto in maniera limpida (3-0) la finale contro Portorico, non dando ai suoi avversari praticamente una vera e propria chance, con un'altra grande prova del suo formidabile staff di lanciatori. Alla fine, si conteranno ben 10 strike out: 5 nelle prime 5 riprese (lanciate da Samuel Deduno) e 5 nelle ultime 3 riprese, lanciate da Strop, Casilla e dall'imbattibile Fernando Rodney. Di fatto la partita è finita prima di cominciare. Al primo la Dominicana ha approfittato di una brutta partenza di Giancarlo Alvarado e ha capitalizzato con un doppio di Encarnacion, buono per 2 punti. Ma è un dettaglio: questa Repubblica Dominicana, prima o poi, un punto (non gliene sarebbero serviti di più) lo avrebbe comunque segnato.



Non si ricorda un torneo di livello mondiale con un vincitore così tanto legittimato dal campo. La squadra di Tony Pena ha vinto tutte le partite giocate e ha battuto Portorico, seconda classificata, 3 volte: 4-2 nella prima fase, 2-0 nella seconda e (quel che più conta) 3-0 questa sera.

29139.jpgQuella della finale è una giornata dal clima incerto a San Francisco. Ma dal primo pomeriggio la città si colora delle divise di Portorico e Repubblica Dominicana (i colori sono praticamente gli stessi), con i tifosi che si mescolano pacificamente nei diversi locali attorno alla Willie Mays Plaza.

La cerimonia pre gara, con una orchestra che esegue gli Inni Nazionali, è da brividi. Sul crescendo finale dell'Inno Americano, tutto il pubblico di AT&T Park (quasi 36.000 persone) è in piedi.

 

Come annunciato, in pedana ci sono Deduno per la Repubblica Dominicana, che conferma anche Sierra all'esterno sinistro, e Alvarado per Portorico.

Angel Pagan apre la partita con la sua valida d'ordinanza (singolo a destra) e avanza in seconda su quello che gli americani chiamano swinging bunt di Falu, che è out in prima. Beltran (che non vede palle veloci da tempo immemorabile, in questo torneo) finisce al piatto su un lancio ad effetto per terra e Yadier Molina, che guarda un lancio ad effetto sul filo interno, subisce lo stesso destino.

 

La Repubblica Dominicana inizia anche meglio. Reyes guarda 2 cutter (un ball e uno strike) di Alvarado e il terzo lo stampa sul muro a destra per un doppio. La Dominicana mette pressione: Aybar appoggia un bunt che porta Reyes in terza e la contromossa portoricana è la base intenzionale a Cano. A far segnare sia Reyes che Cano ci pensa Edwin Encarnacion. Il prima base picchia durissimo dove Pagan non può arrivare, per un doppio che vale il primo vantaggio (2-0) alla squadra di Tony Pena. Alvarado, che tocca le 90 miglia con la dritta, esce comunque dalla ripresa senza altri danni.

Il partente di Portorico non va proprio oltre il primo inning. In pedana di lancio al suo posto sale Hiram Burgos. Anche il nuovo venuto sottopone la Repubblica Dominicana a una dieta di palle ad effetto e (soprattutto) cambi di velocità.

Non succede granchè fino alla seconda metà del quarto, quando inizia a piovere. I tifosi nella zona dei 2 dug out e quelli sistemati dietro la recinzione iniziano a sciamare verso i posti al coperto.

Al quinto Deduno concede 4 ball a Rios e poi, con un lancio pazzo, lo fa arrivare in seconda. La29140.jpgRepubblica Dominicana chiede (e ottiene) che venga sistemato il monte di lancio con terra asciutta. Deduno ottiene, con Rios in seconda, 2 eliminati al volo. Sul secondo out De Aza, che giocava cortissimo, ha uno sprint impressionante verso la recinzione e il suo rilancio verso il diamante è rapidissimo: Rios si deve fermare in seconda. Feliciano aiuta il lanciatore avversario girando un paio di ball, ma è evidente che Deduno non è tranquillo e Carlos Santana abbandona la posizione di catcher per andarci a fare 4 chiacchiere. Non serve, perché Feliciano riceve la base per ball, il che riporta in battuta Pagan con in base i potenziali punti del pareggio. La star dei Giants è salutata da un'ovazione del pubblico di San Francisco, che si trasforma in una sonora serie di buuuuu non appena il manager della Repubblica Dominicana Pena entra a parlare con il suo lanciatore. Questa volta Deduno trae beneficio dal colloquio. Il suo quinto lancio è una palla ad effetto per terra ed inganna Pagan, che gira a vuoto. Deduno urla tutta la sua gioia verso l'esterno centro avversario, che lo guarda torvo mentre rientra verso il dug out.

Al cambio campo arriva il terzo punto dominicano. Con un out, De Aza spizza una palla a 2 metri da casa base e la sua velocità lo aiuta ad arrivare salvo. Reyes batte su Falu che, trovatosi De Aza davanti, va nel panico quando l'esterno centro dominicano si blocca. Il seconda base di Portorico assiste in prima per l'out, ma De Aza (di cui tutti si sono dimenticati) arriva salvo in tuffo in seconda. Aybar incoccia un cambio di Burgos che resta troppo vicino al centro del piatto e lo manda di centimetri sopra il guanto del prima base avversario Rivera e lungo la linea di foul. Per Aybar è un doppio e De Aza non ha problemi ad arrivare a casa base.

Con il sesto inning sale in pedana per la Repubblica Dominicana Octavio Dotel, mentre Miguel Tejada prende il posto di Hanley Ramirez (infortunato) in terza base.

Nella parte bassa dell'inning un doppio di Nelson Cruz riporta, con 2 out, la Dominicana in posizione punto. Con la base ball a Santana finisce la partita dell'ottimo Burgos. In pedana sale Jose De La Torre, che chiude l'inning mettendo al piatto Sierra.

Aviles apre il settimo attacco di Portorico con un singolo al centro e tocca la seconda quando Dotel concede 4 ball a Rios. Dal bull pen dominicano arriva Pedro Strop. Il rilievo sistema la pratica Carlos Rivera con una palla da 96 miglia sul filo interno. Andy Gonzalez viene rimpiazzato dal pinch hitter Pedro Valdes, che è sua volta strike out quando gira a vuoto lo slider. Feliciano alza un pop in zona di foul, sul quale Tejada non è posizionato bene. Con una acrobazia da gatto, il terza base raccoglie comunque al volo e la ripresa si chiude.

Al cambio campo Cedeno prende il posto di De La Torre in pedana per Portorico e Luis Figueroa è il nuovo terza base. Il quarto pitcher portoricano inizia mettendo al piatto De Aza poi, sul primo lancio, Reyes gli scodella un sinker in mezzo agli esterni e ne ricava un triplo, con tanto di arrivo in terza in tuffo non necessario. Con gli interni avanzati, il pop di Aybar verso l'abituale posizione del seconda base potrebbe creare guai, ma Falu arretra e rende la giocata apparentemente agevole. Tornato in posizione ordinaria con 2 out, Falu fa buona guardia anche sulla radente di Cano e chiude il settimo attacco dominicano con il tiro in prima.

Casilla prende il posto di Strop e apre l'ottavo inning con 4 ball a Pagan. Falu è però il primo out al piatto con una veloce interna a 2 cuciture che viene, probabilmente, giudicata in modo un po' generoso dall'arbitro capo Ted Barrett. Gli altri out per chiudere l'ottavo attacco di Portorico arrivano velocemente.

Con la Repubblica Dominicana sempre in vantaggio 3-0, all'inizio del nono sale in pedana Fernando29138.jpg Rodney, che in questo torneo ha già accumulato 6 salvezze.

Sul secondo lancio di Rodney (un cambio), Aviles batte una palla che sembra possa valere un comodo primo out. Tejada in terza si rende però protagonista di quello che il film Major League ha bollato come un olè da torero e la palla passa. Con Aviles in prima, Rios alza un pop verso la seconda base su cui Cano ottiene un comodo primo out al volo. Rodney non cerca di dominare, anzi, sta quasi abusando del cambio di velocità. Si capisce anche perché: il closer dei Tampa Bay Rays non ha nel braccio molte delle sue bombe da 95 miglia e usa la dritta solo per rendere più efficace il suo lancio off speed. E' un cambio il lancio che mette al piatto Carlos Rivera per il secondo out. Il quarto lancio su Figueroa (misurato a 96 miglia) è scontrollato e sfugge al catcher. Aviles riesce così ad arrivare in seconda. Dopo il secondo ball, Rodney manda a vuoto con il cambio anche Figueroa e ottiene il terzo out.

La Repubblica Dominicana succede al Giappone come vincitore del World Baseball Classic e al Regno dei Paesi Bassi come Campione del Mondo. Era dal 1948 che il titolo mondiale del baseball non si fermava nell'isola che Cristoforo Colombo battezzò Hispaniola.

 

All'Italia di Mazzieri va la consolazione di essere stata l'unica squadra a perdere contro i dominicani con un solo punto di scarto.

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Il dopo partita della finale del World Baseball Classic

 

Cano nominato MVP. Parlano i 2 manager, il miglior giocatore del torneo, Rodney e Reyes

 

 

Il manager di Portorico Edwyn Rodriguez ha pochi rimpianti: "Ovviamente, avremmo voluto vincere. Ma ci togliamo il cappello di fronte alla Repubblica Dominicana".

Voi non avevate così tante stelle: "Avevamo chi voleva essere qui e penso che questa squadra abbia dimostrato cosa può fare la voglia di giocare uniti. I miei escono a testa alta. Per quel che riguarda la Dominicana, anche altri avevano grandi star. Ma non avevano la passione della squadra di Pena".

 

Che effetto avrà questo torneo? "Per primo, quello di aver messo Portorico sulla mappa del baseball Mondiale. E secondariamente, avrà l'effetto di motivare le nuove generazioni".

Non avete segnato negli ultimi 23 inning contro la Repubblica Dominicana. Ha lanciatori così forti?

 

"Beh, direi proprio di sì. Non è che gli altri hanno segnato molto contro di loro. Hanno partenti che tirano a 94-95 e poi mettono rilievi che tirano a 97-98...Ad essere il loro manager, giochi partite di 6 inning, poi lasci fare ai rilievi".

29141.jpgFernando Rodney (che ha firmato ben 6 salvezze) ha creato un tormentone nel World Baseball Classic 2013: la storia della banana proveniente da una piantagione magica, alla quale si è accompagnato da quando la squadra è a San Francisco: "Sapete, il segreto dei tanti giocatori che crescono in Repubblica Dominicana è tutto nelle tante banane che mangiamo. Noi mangiamo molte banane e produciamo molti giocatori. Io la vedo così....".

Rodney ha poi aggiunto: "Questo trofeo è il più grande dono che potevamo fare al nostro paese. Se tra 4 anni Dio ci darà la possibilità, lo faremo ancora".

 

Jose Reyes è entrato in sala stampa al telefono. Ha quindi confidato ai giornalisti che era addirittura al telefono con il Presidente neo eletto del suo Paese, Danilo Medina: "Ho voluto dire al Presidente che abbiamo vinto per tutti i Dominicani del mondo".

 

Il manager Tony Pena ha aggiunto: "Il nostro Presidente ha fatto una campagna elettorale dicendo che avrebbe fatto qualcosa che non era mai stato fatto prima. Beh, vincere il World Baseball Classic senza sconfitte non era mai stato fatto prima... E' stata un'avventura bellissima" ha continuato il tecnico "Non mi stancherò di dirlo: mi sono emozionato ad ogni minuto del torneo. Ai ragazzi avevo detto di godersi tutto, perchè è molto probabile che questo gruppo non si ritroverà più assieme".

Cosa è stata la vostra forza? "La nostra forza è stata Dio, il nostro Signore".

Più modestamente, il manager qualche merito lo avrà...: "Io? Non ho fatto nulla. Sono stato come uno di quei poliziotti che dirigono il traffico".

 

Robinson Cano si gode il titolo di MVP, ma precisa: "Non sono titoli che si vincono da soli. Ringrazio tutti: il manager, i miei compagni. La squadra è il vero MVP".

E' il più grosso successo della tua carriera? "Nella vita ti ricordi sempre le prime volte: la prima valida, la prima partecipazione ai play off. Questo successo ce lo porteremo per sempre nel cuore".

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L'Italia è la squadra che più si è avvicinata ai neo Campioni del Mondo

 

Dati alla mano, la partita più difficile da vincere per la Repubblica Dominicana è stata quella contro gli azzurri. Probabilmente non ne resterà traccia nella storia del batti e corri, ma ci dobbiamo impegnare perchè questo World Baseball Classic resti ben scolpito nella nostra memoria

 

 

di Riccardo Schiroli

 

Non ne rimarrà traccia nella storia del baseball, ma personalmente farò di tutto perchè ne rimanga traccia almeno nella memoria del baseball italiano.

28878.jpgGli azzurri di Marco Mazzieri sono stati l'unica squadra ad aver seriamente rischiato di battere la Repubblica Dominicana. Gli unici ad aver segnato 4 punti contro un lanciatore di Tony Pena. Gli unici ad aver perso con un solo punto di scarto. L'unica partecipante al Classic ad aver avuto un vantaggio sui Dominicani superiore ad un punto. Soprattutto, gli unici ad essere stati in vantaggio oltre metà partita.

Se questi non sono motivi sufficienti per essere orgogliosi di questa squadra, io sinceramente mi arrendo.

 

Scrivevo a caldo che non ricordo un torneo di livello intercontinentale in cui la squadra vincitrice sia stata così nettamente legittimata dal campo. Si può fare riferimento a Cuba dei 9 titoli consecutivi (1984-2005), ma le avversarie non avevano la possibilità di schierare la loro squadra migliore.

Si può fare riferimento alla squadra degli Stati Uniti che vinse il Mondiale IBAF 2007 (quella dei Longoria e Laroche), ma perse una partita (contro l'Italia, per la cronaca). Si può fare riferimento al Giappone che ha vinto 2 World Baseball Classic consecutivi, ma nel 2006 giocò una finale con parecchi errori difensivi e nel 2009 fu costretto ai supplementari dalla Corea nella partita per l'oro.

Questa Repubblica Dominicana è la squadra più forte ed equilibrata che mi sia capitato di vedere sulla scena internazionale. Dotata di una difesa formidabile, con in rosa almeno 3 giocatori (Reyes, Hanley Ramirez e Aybar) che in Major League possono giocare interbase, ha fatto dello staff di lanciatori il suo simbolo, interpretando il ruolo che di solito tocca al Team USA. La Dominicana aveva 3 rilievi (Strop, Kelvin Herrera e Rodney) che potrebbero fungere da closer in qualsiasi squadra del mondo, vere e proprie macchine da strike a 95 miglia all'ora. Come dire: se contro di noi sei sotto alla fine del sesto, puoi anche ritirarti.

Oltretutto, questa vittoria riporta il titolo mondiale nel paese che, in rapporto agli abitanti, produce più giocatori di baseball. La Dominicana non era Campione del Mondo dal 1948, quando vinse le allora Amateur World Series in Nicaragua.

 

Gli Stati Uniti sono stati la delusione del torneo. E io vorrei stoppare subito il ragionamento che "Ma loro29147.jpg non hanno i migliori a disposizione".

Tutti i migliori, magari no. Ma certo Mauer, Wright, Stanton, Dickey, Kimbrel, Jones, Phillips non sono proprio seconde scelte (per la verità, sono star strapagate). Quale altra squadra, a parte la Dominicana, aveva tanti campioni celebrati?

Semmai (sia detto con tutto il rispetto e la reverenza possibili), affidare la squadra ad un manager che si è ormai ritirato, potrebbe non essere stata la migliore idea. Joe Torre è stato un grandissimo, ma in questo momento è un dirigente tecnico (ai massimi livelli) della MLB. Agli atleti andare in campo guidati da lui può certamente aver incoraggiato l'idea che si trattasse di una esibizione.

 

Il Giappone non ha vinto, ma è entrato nelle prime 4. La sua eliminazione in semifinale (alla Dominicana in finale non avrebbe mai segnato un punto, tanto come Portorico) è frutto di una eccellente partita dei lanciatori di Portorico e di una serata storta. Mai mi era capitato di vedere una squadra di pro giapponesi trovarsi con 2 corridori in seconda all'ottavo sotto 3-1.

Anche il manager del Giappone (Koji Yamamoto) è stato scelto per la gloria che trasuda dal suo curriculum di ex grandissimo giocatore e di tecnico. Che però, negli ultimi 8 anni ha fatto più che altro il telecronista e che ha la bellezza di 67 anni.

Anche qui, sia detto ancora una volta con tutto il rispetto e la deferenza possibili, ordinare una doppia rubata all'ottavo con uno dei migliori battitori del torneo (Shinnosuke Abe, che nel 2012 ha battuto a media .340 e con 27 homer per gli Yomiuri Giants nella NPB) in battuta non è una mossa di grande lucidità.

 

Merita 2 parole anche il Regno dei Paesi Bassi, che ha guadagnato un posto tra le prime 4 eliminando Cuba. Che passerà per essere una delusione e invece ha giocato un buon torneo. Perdendo contro chi l'aveva già battuta (questa è la realtà) al Mondiale IBAF.

Meulens ed Eenhoorn hanno messo assieme una gran bella squadra, con talenti che vedremo in Major League per molti anni come Simmons e l'ultimo arrivato nel roster Profar. Che Curaçao esprima una delle grandi scuole di baseball del pianeta, d'altra parte, lo si capisce fin dalle Little League World Series.

Il vero capolavoro lo ha compiuto per gli arancioni Diegomar Markwell, un veterano di tante battaglie (anche contro l'Italia) che sembrava sul viale del tramonto ma che si è rivelato uno dei migliori pitcher del Classic.

 

La conclusione sarà laconica: con 885.000 spettatori paganti in 39 partite (poco più di 22.600 di media a gara) il World Baseball Classic è a tutti gli effetti il Mondiale che permette al baseball di sedersi alla tavola degli sport di squadra con diffusione planetaria.

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