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ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

Post in rilievo

12 ore fa, Godai ha scritto:

Io solo Prince (incordatura rigorosamente lenta). Nei secoli fedele :beg:

Con le questioni dello Spirito non si scherza sefz

Se vedo per caso una Graphite spettro comp 90 ancora mi commuovo @@

Quella di Pat Cash in finale a Wimbledon 87 contro Ivanoe? 

 

Ricordo come fosse oggi quella finale... 

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13 ore fa, ronny80 ha scritto:

Ovviamente è peggio la prima ipotesi, visto che ha rischiato di far ammalare qualcuno, anche se poi c'è da dire che quelle stesse persone si sono prese un bel rischio entrando in un locale senza mascherina, senza distanze e magari nemmeno vaccinate, io al posto loro non l'avrei fatto.

Io credo più alla seconda ipotesi che hai fatto, con un medico che ha dichiarato il falso per farlo partecipare, ovviamente è una roba inaccettabile anche questa.

 

Al di la di tutto però, come ho già detto in qualche post sopra, SECONDO ME per gli eventi sportivi di breve durata si dovrebbe fare un eccezione visto che si tratta di atleti che provengono da paesi nei quali non c'è l'obbligo, e che comunque sono facilmente controllabili nei loro spostamenti giornalieri.

Discorso diverso se Djokovic fosse un calciatore (uno sport di contatto è già di suo più rischioso per il contagio) che si trasferisse in Australia per viverci ben 9 mesi per partecipare al campionato di calcio.

Ma questo è un altro discorso Bro; potrei anche essere d'accordo con te, io non entro nel merito della bontà o meno di una normativa, e nemmeno sulla questione pro-vax vs no-vax (io sono vaccinato con terza dose, ma non importa); il punto è un altro, e ha a che fare con la correttezza (per non scomodare parole importanti come etica ed onestà); ma credo ci siamo intesi benissimo. 

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46 minuti fa, Ronnie O'Sullivan ha scritto:

Quella di Pat Cash in finale a Wimbledon 87 contro Ivanoe? 

 

Ricordo come fosse oggi quella finale... 

Potrebbe essere....il modello è del 1986 @@

Pat Cash....e Pat Rafter....tra gli ultimi volleadori puri @@

 

Ps: Sei pronto per Melbourne? Come la vedi?

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3 ore fa, Godai ha scritto:

Potrebbe essere....il modello è del 1986 @@

Pat Cash....e Pat Rafter....tra gli ultimi volleadori puri @@

 

Ps: Sei pronto per Melbourne? Come la vedi?

Non saprei; se proprio devo sparare un nome, per me dall'estate scorsa Sasha Zverev ha fatto il salto di qualità ed è pronto per uno slam (più di uno); anche se il suo gioco mi entusiasma quanto le stelline in brodo vegetale. 

Poi il mefistelico russo, ovviamente. 

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Il 10/1/2022 Alle 17:06, Ronnie O'Sullivan ha scritto:

dall'interrogatorio emerge CHIARAMENTE che Djokovic ha fatto il tampone il giorno 16/12 alle ore 13:05, ricevendo il responso lo stesso giorno 16/12 alle ore 20:19. 

Da dove hai tratto questa informazione?

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Il 12/1/2022 Alle 09:06, Mormegil ha scritto:

Da dove hai tratto questa informazione?

Da Ubitennis, che si sono presi la briga di leggere i verbali dell'interrogatorio. E' stato dichiarato e documentato dai legali di Djokovic. 

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Ma si vaccini e amen

Sta rovinando la sua immagine con una triplice figura di mer*a

 

1. perché non è vaccinato ed è una pessima pubblicità no-vax per un campione come lui

2. perché cerca di passare come il solito raccomandato per cui le regole non devono valere

3. perché nonostante tutto questo ridicolo teatrino continua imperterrito a non volersi vaccinare

 

mi è sempre stato + simpatico lui di uno come Nadal, ma con le rispettive uscite su questa faccenda mi devo iniziare a ricredere

 

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da Virgilio Sport:

 

Dal Mirror arriva un’indiscrezione shock riguardante Novak Djokovic e che arricchisce di un nuovo capitolo una vicenda infinita e assurda: il serbo numero 1 del mondo del tennis rischia fino a cinque anni di carcere.

Perché Djokovic rischia cinque anni di reclusione

Djokovic in una dichiarazione giurata ha ammesso di aver scoperto di essere risultato positivo a un controllo il 16 dicembre, ma in seguito ha dichiarato pubblicamente di aver saputo della positività il giorno dopo, quando ha pubblicato delle foto su Instagram che lo ritraggono presente ad alcuni eventi. Se la sua dichiarazione giurata al tribunale dovesse risultare fuorviante o falsa Nole rischierebbe, appunto, cinque anni di reclusione. Tutto il quadro è stato ulteriormente aggravato dalla dichiarazione rilasciata oggi da Djokovic nella quale ammette di aver rilasciato un’intervista a L’Equipe quando sapeva già di essere positivo al Covid-19 e nella quale dice anche che il suo agente ha spuntato la casella sbagliata nella documentazione del viaggio precedente al suo arrivo in Australia.

Per Djokovic anche il rischio di squalifica di tre anni

Avendo ammesso di essere stato visto in giro da consapevolmente positivo, Djokovic ha anche violato le regole anti-Covid, come ha dichiarato recentemente alla BBC il primo ministro Ana Brnabic. Chiunque non rispetti le norme sanitarie durante l’epidemia rischia fino a tre anni di carcere. Per giunta, l’Australian Border Force sta indagando sul fatto che il numero 1 del mondo ha dichiarato di non aver viaggiato per due settimane prima della sua partenza per l’Australia, ma anche qui c’è un’incongruenza perché pare che sia stato in Spagna, perché proprio da lì è partito il 4 gennaio per Melbourne. Ma c’è anche l’ipotesi di Der Spiegel secondo la quale la positività sarebbe del 26 dicembre e non del 16, cosa che gli avrebbe impedito in ogni caso di andare in Australia perché ancora sotto quarantena, e dato che l’Associazione Tennisti Professionisti (ATP) prevede, in caso di falsificazione del risultato o della data di un tampone, una squalifica di tre anni, questa sarebbe un’altra mannaia sulla carriera del serbo.

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Ma come si fa ad essere così ottuso? 

Ma bastava non andate in Australia ed evitare di montare questo teatrino ridicolo....

 

Perché è chiaro a tutto il mondo che lui il covid non lo ha mai preso il 16, e poi, se anche lo avesse preso non capisco perché questo debba averlo esonerato dal non vaccinarsi a novembre... 

 

O casualmente, lui voleva vaccinarsi il 17 dicembre e l'8 gennaio (in Australia?)??

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Il 12/1/2022 Alle 18:57, effe1986 ha scritto:

anche lo avesse preso non capisco perché questo debba averlo esonerato dal non vaccinarsi a novembre... 

Questo non ha senso

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24 minuti fa, Mormegil ha scritto:

Questo non ha senso

Cosa non ha senso? 

 

Lui è partito per l'Australia il 6 Gennaio. 

E al 16.12 non era ancora vaccinato. 

 

A meno che non vogliamo credere che aveva prenotato la prima dose il 17.12 e la seconda proprio il 6.01 (21 gg dopo) 5 minuti prima di imbarcarsi per l'Australia non capisco perché dice che è stato esonerato proprio per il contagio il 16....

 

È una scusa, e le date lo dimostrano. 

Lui è un no vax. E non si sarebbe mai vaccinato. 

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21 ore fa, effe1986 ha scritto:

Cosa non ha senso? 

 

Lui è partito per l'Australia il 6 Gennaio. 

E al 16.12 non era ancora vaccinato. 

 

A meno che non vogliamo credere che aveva prenotato la prima dose il 17.12 e la seconda proprio il 6.01 (21 gg dopo) 5 minuti prima di imbarcarsi per l'Australia non capisco perché dice che è stato esonerato proprio per il contagio il 16....

 

È una scusa, e le date lo dimostrano. 

Lui è un no vax. E non si sarebbe mai vaccinato.

Hai scritto che non capisci perché aver preso il covid a dicembre lo avrebbe esonerato dal vaccinarsi a novembre. Non ha senso, in primo luogo per quanto concerne i piani temporali (essere stato contagiato, per poi negativizzarsi, a dicembre, gli garantisce per un certo periodo di tempo SUCCESSIVO, e non ovviamente ANTERIORE, di godere delle stesse agevolazioni - variabili da Paese a Paese - che sono riconosciute ai vaccinati: per esempio, in Australia, disputare gli AO), e soprattutto perché Djokovic non ha bisogno di alcun esonero per non vaccinarsi, visto che non vi è costretto, ma può bensì scegliere liberamente di non farlo.

 

La tua risposta ha ancor meno senso, visto che Djokovic non ha prenotato alcuna dose. Per ripassare i punti salienti della vicenda (e rispondere quindi anche alla tua invettiva: "Ma come si fa ad essere così ottuso? Ma bastava non andare in Australia ed evitare di montare questo teatrino ridicolo..."), allego la prima parte di un articolo tratto da rivistaundici.com, che inoltre: 1) sgombra meritoriamente il campo da insinuazioni indimostrabili, e difatti indimostrate dagli organi competenti; 2) ben dipinge il contorno politico-mediatico della vicenda.

Quoto

 

Siccome non può essere accusato di ignoranza, nel mare magnum di opinioni traballanti sul caso di Novak Djokovic vale la pena conoscere il rendiconto sulla vicenda fornito, per il quotidiano The Age, da un ex ufficiale del dipartimento immigrazione australiano. L’Australia omnia divisa est in partes septem: ci sono i sette Stati e poi c’è lo Stato federale, che ha competenze sia esclusive, sia in concorrenza con i componenti la federazione. In via esclusiva, controlla gli ingressi nel Paese. Esclusiva vuol dire che non esiste altro organo che possa mettere becco sullo status giuridico di un essere umano che si presenta alla frontiera e vuole entrare in Australia. Salvo la magistratura, in caso di ricorso, come accadrà lunedì prossimo al numero uno del tennis [...]

Novak Djokovic aveva sottoposto il suo stato di salute (di non vaccinato, evidentemente) alle commissioni mediche del Victoria, ottenendo un responso positivo, cioè l’esenzione dall’obbligo vaccinale. Il non detto era che quel certificato non significava automaticamente l’immunità alla frontiera: difatti, il serbo si è trovato una mano sul petto in discesa dall’aereo, dopodiché è stato condotto in uno stanzino e interrogato, al fine di stabilire se sussistessero o meno i requisiti per accettare il suo ingresso in Australia. Con risposta negativa e annesso trasferimento in un residence piuttosto squallido, in compagnia di richiedenti asilo e altre persone in attesa di respingimento. Una brutta figura collettiva.

Eppure, il clan Djokovic si era informato lo scorso novembre sulle condizioni di ingresso e, su mandato del giocatore, sulle possibilità di ottenere un’esenzione vaccinale. Lo Stato che ospita il torneo ne prevede quattro: tre, legate a condizioni che si possono serenamente escludere nel suo caso (infiammazioni cardiache gravi, imminenti operazioni chirurgiche, stati mentali alterati). L’unica percorribile restava la prova di aver contratto negli ultimi mesi il covid, e quindi di dovere-potere rinviare la prossima dose di vaccino per qualche tempo [n.d.r.: formulazione capziosa e fuorviante]. In conseguenza di ciò, il giocatore ha presentato una istanza di dispensa dal vaccino. Accettata. E allora: o chi ha giudicato il contenuto della sua cartella clinica si è venduto (ma i dossier erano anonimi, il che rende la possibilità ancora più remota), o il tennista di Belgrado ha presentato documenti contraffatti (implausibile) oppure – ed è ovvio scegliere questa terza via – è tutto vero: Djokovic è guarito dal covid da poco e, quindi, era titolare di una causa legittima di non vaccino. Ma allora, come è stato possibile che martedì scorso, all’ora di pranzo, il nove volte campione degli Australian Open sia partito alla volta dell’Happy Slam per poi essere trattenuto dai frontalieri prima e vedersi negare il visto di ingresso poi?

La spiegazione, finora mai smentita, è che nessuno si era preso la briga di specificare al campione serbo che il sì di una commissione medica non potesse sostituire il visto. Che non è un referto clinico compilato da un gruppo di esperti sanitari ma un atto amministrativo, che valuta in maniera indipendente e sovrana la situazione di un richiedente. Solo che, quando Djokovic ha presentato ai federali le carte per ottenere il visto, settimane fa, non gli sono state poste domande sul suo stato vaccinale. Difatti, gli è stato concesso senza problemi. Mentre saliva a bordo né l’autorità di frontiera, che è sempre presente nel caso di voli diretti verso l’Australia, direttamente o per interposta persona, né lo staff della compagnia ha avvisato il tennista del fatto che il suo ingresso nel Paese non fosse garantito, a dispetto della deroga sanitaria concessa. E questa dormita collettiva è una colpa non indifferente del sistema australiano. Anche perché è emerso che pure Tennis Australia, la federazione che organizza il torneo, sapeva: esistono agli atti due lettere che la federtennis locale ha ricevuto a novembre, da parte dello stesso panel che ha esentato Djokovic dal vaccino. Il testo è chiaro: occhio, perché questo nostro pass medico non è un pass frontaliero. E allora, per quale motivo tutto ciò non è stato riferito al giocatore, anzi, agli altri giocatori e accompagnatori (tre o quattro in tutto) che hanno ottenuto l’esenzione?

Ci si è svegliati solo a bomba esplosa, mentre Novak era ormai in volo sopra l’oceano. E se non si fosse trattato di uno degli atleti più celebri al mondo e più vittoriosi di sempre in Australia, forse non sarebbe capitato nulla: tanto è vero che gli altri esentati del torneo non hanno subìto alcun interrogatorio all’atterraggio, anche perché nessuno di loro aveva dichiarato pubblicamente di essere stato esonerato. Sono entrati e solo adesso i frontalieri stanno, ex post, indagando sul loro ingresso.

Alla fine, dopo che politici locali, statali, e pure il primo ministro del Commonwealth Scott Morrison hanno sentito il bisogno di pronunciarsi sul caso Djokovic, ribadendo il fatto che nessuno è al di sopra della legge né può ottenere privilegi rispetto a qualunque altro individuo (perché, è mai stato in discussione?) è finita con la scena, francamente patetica, di Djokovic trasportato contro la sua volontà in un hotel per richiedenti asilo, un casermone grigio in periferia, come un furbastro che prova a saltare i controlli alla dogana e viene pinzato dalla polizia. I suoi avvocati hanno ottenuto di prolungare il soggiorno fino a lunedì prossimo e hanno fatto appello a una corte competente per chiedere il ripristino del visto.

Eppure esistevano tempi e modi per evitare tutto ciò: se Djokovic avesse saputo che il suo visto sarebbe stato giudicato, una volta atterrato, da una autorità che aveva il potere di rimandarlo a casa (la legge parla di chiunque rechi «una condizione che rappresenti un rischio per la salute pubblica o un pericolo per la comunità»), c’è da supporre che avrebbe condotto da remoto la trattativa che si è trovato ad affrontare, del tutto sprovveduto, all’atterraggio. Dopodiché, se Djokovic avesse agito più furbescamente (per esempio non dichiarando di aver ottenuto un’esenzione: non era obbligato a farlo, né i panel sanitari avevano la libertà di rilasciare dichiarazioni sul suo stato di salute) se la sarebbe anche potuta sfangare da esentato, perché è stata l’onda di polemiche susseguenti il suo comunicato sui social a spingere i federali australiani a procedere a un fermo per immigrazione irregolare. E se la vicenda fosse accaduta in un altro momento, e cioè non con le elezioni politiche alle porte e l’ondata di contagi Omicron in pieno galoppo in Australia con forte allarme sociale e frustrazione per sicuri e ulteriori sacrifici imposti ai cittadini, è altresì possibile che non si sarebbe arrivati a nulla di quanto sta capitando.

Sviluppi successivi: la Corte Federale australiana ha annullato il ritiro del visto di Djokovic, ritenendolo "irragionevole". In seguito, l'esecutivo australiano ha nuovamente cancellato il visto, con una decisione unilaterale e arbitraria dettata da presunti "motivi di salute e ordine pubblico, in quanto era nell’interesse della popolazione farlo". Insomma, vietare l'ingresso di Djokovic, contagiato e negativizzato da meno di un mese, nel Paese rappresenterebbe un interesse primario di salute e ordine pubblico per la popolazione australiana. Assunto la cui assurdità è di per sé auto-evidente.

 

Concludo con un altro stralcio del succitato articolo.

Quoto

 

Novak ha potuto scegliere: vaccinarsi o no. E ha scelto. Ma pure l’Australia, come il resto del mondo, ha scelto. È un Paese democratico i cui rappresentanti hanno, fin da subito, agito con la massima violenza possibile contro l’infezione. Melbourne, da sola, ha totalizzato 262 giorni di lockdown. Hanno chiuso i confini anche ai loro cittadini, lasciandone a migliaia sparsi per il mondo e impossibilitati a tornare a casa, per un anno e mezzo. E uno Stato che ha messo in chiusura coatta una metropoli da quasi un milione e mezzo di persone perché un pizzaiolo non aveva informato di essere positivo al covid, figurarsi se si fa il problema di respingere al portone di ingresso una persona che non può dimostrare di non essersi vaccinata per cause di forza maggiore. 

 

Si giudichi dunque di cosa sarebbe rilevante discorrere. Se di Djokovic, che fino a prova contraria ha tutte le carte in regola richieste per entrare in Australia e disputare il torneo, o se della prassi anti-immigrazionistica abitualmente esercitata dallo Stato australiano, che - casomai non fosse chiaro - è indissolubilmente legata alla fanatica e mono-maniacale strategia anti-covid adottata in quel Paese.

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33 minuti fa, Mormegil ha scritto:

Hai scritto che non capisci perché aver preso il covid a dicembre lo avrebbe esonerato dal vaccinarsi a novembre. Non ha senso, in primo luogo per quanto concerne i piani temporali (essere stato contagiato, per poi negativizzarsi, a dicembre, gli garantisce per un certo periodo di tempo SUCCESSIVO, e non ovviamente ANTERIORE, di godere delle stesse agevolazioni - variabili da Paese a Paese - che sono riconosciute ai vaccinati: per esempio, in Australia, disputare gli AO), e soprattutto perché Djokovic non ha bisogno di alcun esonero per non vaccinarsi, visto che non vi è costretto, ma può bensì scegliere liberamente di non farlo.

 

La tua risposta ha ancor meno senso, visto che Djokovic non ha prenotato alcuna dose. Per ripassare i punti salienti della vicenda (e rispondere quindi anche alla tua invettiva: "Ma come si fa ad essere così ottuso? Ma bastava non andare in Australia ed evitare di montare questo teatrino ridicolo..."), allego la prima parte di un articolo tratto da rivistaundici.com, che inoltre: 1) sgombra meritoriamente il campo da insinuazioni indimostrabili, e difatti indimostrate dagli organi competenti; 2) ben dipinge il contorno politico-mediatico della vicenda.

Sviluppi successivi: la Corte Federale australiana ha annullato il ritiro del visto di Djokovic, ritenendolo "irragionevole". In seguito, l'esecutivo australiano ha nuovamente cancellato il visto, con una decisione unilaterale e arbitraria dettata da presunti "motivi di salute e ordine pubblico, in quanto era nell’interesse della popolazione farlo". Insomma, vietare l'ingresso di Djokovic, contagiato e negativizzato da meno di un mese, nel Paese rappresenterebbe un interesse primario di salute e ordine pubblico per la popolazione australiana. Assunto la cui assurdità e di per sé auto-evidente.

 

Concludo con un altro stralcio del succitato articolo.

Si giudichi dunque di cosa sarebbe rilevante discorrere. Se di Djokovic, che fino a prova contraria ha tutte le carte in regola richieste per entrare in Australia e disputare il torneo, o se della prassi anti-immigrazionistica abitualmente esercitata dallo Stato australiano, che - casomai non fosse chiaro - è indissolubilmente legata alla fanatica e mono-maniacale strategia anti-covid adottata in quel Paese.

Tutto molto interessante. 

 

Quindi mi stai dicendo che Djokovic a novembre aveva deciso di non fare l'Australian Open e che quindi il contagio il 16, ammesso che sia vero, e se è vero rischia il carcere in Serbia per aver violato la 40ena, è stata la manna dal cielo che aspettava per chiedere il visto australiano? 

 

Ps: oltre ad essere un grandissimo ignorante è un farabutto perché girava da positivo e senza mascherina. La gente ancora muore per il covid. 

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Il 11/1/2022 Alle 20:33, BaroneBirra87 ha scritto:

L'unica cosa che avrebbe dovuto fare il serbo era un comunicato dove dichiarava: "Essendo contrario al vaccino, io non giocović"

Esattamente. Alla fine bisogna prendersi la responsabilità delle proprie scelte, accettandone le conseguenze. 

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Aslan Karatsev vince il 250 di Sidney demolendo in finale il redivivo Andy Murray. L'AK47 russo, tra gennaio e marzo, entra, misticamente, in modalità demonio e si abbatte come un uragano sui campi del circuito.

Vediamo a Melbourne che torneo tira fuori...

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Il 15/1/2022 Alle 08:31, Granpasso ha scritto:

Esattamente. Alla fine bisogna prendersi la responsabilità delle proprie scelte, accettandone le conseguenze. 

Djokovic aveva tutte le carte in regola per giocare in Australia. La decisione di impedirgli l'ingresso è solo e soltanto politica, non giudiziaria né dettata da motivi sanitari. È il solito abuso di potere discrezionale che l'esecutivo australiano esercita grazie a una legislazione anti-immigrazionistica, che in periodo pandemico - se possibile - conosce un'ulteriore recrudescenza.

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Il 14/1/2022 Alle 11:57, effe1986 ha scritto:

Quindi mi stai dicendo che Djokovic a novembre aveva deciso di non fare l'Australian Open e che quindi il contagio il 16

Non lo sto dicendo io. Però sei tu a fare dietrologia.

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Djokovic o peggio la sua cricca , perché la colpa è sempre dell entourage, hanno tirato per la giacca il governo Australiano mettendoci in mezzo pure la politica della Serbia .
Nessuno stato , al di là della situazione sanitaria e della maldestra gestione burocratica che ha fatto con le sue certificazioni, con la schiena dritta lo avrebbe accontentato.

Men che meno un paese anglosassone .
Per di più uno che fa del controllo , non del divieto, ma del controllo stretto dell immigrazione , un suo caposaldo .
E a livello sanitario di conseguenza.

In Australia ci può andare chiunque .
Chiunque ne ha i requisiti.

Se avessero avuto un atteggiamento più collaborativo forse sarebbe andata diversamente

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1 ora fa, Mormegil ha scritto:

Djokovic aveva tutte le carte in regola per giocare in Australia. La decisione di impedirgli l'ingresso è solo e soltanto politica, non giudiziaria né dettata da motivi sanitari. È il solito abuso di potere discrezionale che l'esecutivo australiano esercita grazie a una legislazione anti-immigrazionistica, che in periodo pandemico - se possibile - conosce un'ulteriore recrudescenza.

Se Djokovic ha tutte le carte in regola per giocare l'australian open vuol dire che il 16.12 era veramente positivo. 

E visto che nei giorni successivi è uscito liberamente, incontrato gente, partecipato a eventi, spero che la magistratura serba lo indaghi per violazione della quarantena (si rischiano fino a 3 anni di carcere per la legge serba)... 

 

Comunque la giri, è un criminale (che ha commesso un crimine: o ha mentito al governo australiano, o ha violato l'isolamento).

 

Beh, se la decisione è politica, io la sposo in pieno... Personaggi del genere devono stare lontani dal mondo dello sport. 

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