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Mormegil

Guerra di Siria e situazione mediorientale: news e commenti

Post in rilievo

da siciliano posso confermare che fù una sfortuna
in sicilia il massimo di splendore (dopo l'era greca)è stato toccato con gli arabi musulmani molto liberali per quei tempi e federico secondo non molto d'accordo con lecrociate e ilpapa
chiaramente non c'è controprova che ciò non sarebbe successo nuovamante dopo lepanto
Vabbè, ma va detto che gli imperi islamici arabi e quello turco ottomano furono molto diversi. Gli ottomani sotto molti aspetti rappresentarono un passo indietro in quanto a libertà di pensiero rispetto ad omayyadi e abbasidi.

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Uno dei tre libri che ho sul comodino (forse da troppo tempo, sto invecchiando) è uno straordinario saggio di Momigliano sulla civiltà greca. Diciamo che sobo una trentina d’anni che nutro una certa ammirazione per Atene. Gerusalemme l’ho scoperta dopo, quando avevo 23 anni; ed è stata una scoperta straordinaria. 
 
Se si affrontano gli argomenti con spirito critico e libertà di pensiero, si può dialogare anche da posizioni molto distanti. 
 
Se mi si dice che per la Sicilia - ma che dico....per l’intero Occidente - sarebbe stato meglio che a Lepanto - dove, ho scoperto stasera, si scontrarono due blocchi religiosi egualmente permeati di fanatismo - avessero vinto gli Ottomani perché i moreschi si erano dimostrati liberali, io non posso che prenderne atto e passare la mano. Come se mi si dice che l’Illuminismo fu un punto di rottura piovuto dal cielo, e non frutto di un background storico-culturale ultra millenario. 
 
Se poi constato che le minoranze cristiane in medioriente non sono state trucidate, depredate, deportate, stuprate, martirizzate, ma hanno sempre campato di connivenza coi regimi, allora mi sento anche disarmato. 
 
Ovviamente hai piena ragione quando affermi che la vera battaglia (per me persa in partenza) si giocherà in Iran, il vero baricentro nevralgico dell’intera area, per mille motivi. 
 
Buona notte. 
Mi sai elencare qualcosa di questi massacri, persecuzioni, ecc di cristiani nel Medio Oriente moderno PRIMA dell'avventura di Bush e Blair in Iraq.
Hai tutto il tempo che vuoi...

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Leggo con interesse ma credo si dovrebbe creare una nuova discussione di "approfondimento" perché qui di "news" è rimasto poco.

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10 ore fa, JuventusOnly ha scritto:

Se non ti rendi conto che Atene e Gerusalemme sono agli antipodi, che una è la negazione dell'altra, che l'Europa rinasce quando MOLLA Gerusalemme e torna ad Atene (che gli arabi avevano tradotto e recuperato) allora non è questione di cultura, letture, studio o altro, è questione di non sentirsela perché probabilmente la tua convinzione, la tua fede, il modo in cui hai costruito la tua identità, ti impedisce di ammetterlo. Gerusalemme e la sua eredità sono arrivate in decine di posti nel mondo, anche prima dell'Europa, come mai non hanno prodotto quei frutti che tu vedi come provenienti dall'albero di Gerusalemme? Semplice, perché i frutti sono di un altro albero, di Atene, un albero che gli altri figli di Gerusalemme non avevano.

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Tu non conosci né Gerusalemme, né Atene. 

 

Ed eccoci quindi arrivati al ben noto campionario: 

 

1 - si afferma una oscenità dal punto di vista storiografico, una panzana talmente clamorosa che non occorre conoscere (chiederei troppo) Dante, Giosuè Carducci, Benedetto Croce o Remi Brague per rendersi conto della sua totale falsità, basta una googlata con un minimo di granu salis (lo dico per i più giovani); 

 

2 - avendo il nulla a disposizione per sostenere una tale colossale panzana, si parte - come nella migliore tradizione dei dirigenti del p.c.i.: tu non hai diritto di parola, sei un nemico del popolo e della rivoluzione -  con la delegittimazione dell'avversario: tu parli in base alla tua fede, quindi non sei credibile (sarebbe tra l'altro curioso conoscere il mio background, ma lasciamo perdere). Un modus operandi che mi è chiarissimo; lo riterrei persino offensivo, se ne valesse la pane. E affanculo  cento anni di copiosa e concordante storiografia. 

 

La Civiltà Occidentale nasce e si sviluppa dall'INCONTRO tra Gerusalemme e Atene, il VERO evento RIVOLUZIONARIO della storia dell'Occidente, che ha radici greche e giudaico cristiane. Questo è un assunto incontrovertibile

 

Nemmeno il più incallito degli anticlericali arriverebbe a negare l'evidenza come fai tu; anzi: tu vai oltre, arrivando a propugnarci una verità capovolta, l'antistoria: l'Occidente è tale non grazie anche a, ma malgrado Gerusalemme, ed è diventato quello che è liberandosi del fardello proveniente da Gerusalemme. 

 

Siamo veramente alla follia pura, continua pure con le tue avvilenti e deliranti tesi; ti ricordo soltanto - ripeto - che quello che si scrive rimane agli atti. Te lo dico senza alcun rancore; non ho più l'età per incazzarmi. E purtroppo mi sei simpatico. 

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10 ore fa, JuventusOnly ha scritto:

Mi sai elencare qualcosa di questi massacri, persecuzioni, ecc di cristiani nel Medio Oriente moderno PRIMA dell'avventura di Bush e Blair in Iraq.
Hai tutto il tempo che vuoi...

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Domanda capziosa: tu sostiene una tesi ridicola e offensiva, e cioè che le minoranze cristiane in medio oriente sono state protette dai regimi per convenienza; questo non solo è falso, ma ignobilmente offensivo verso chi sta subendo da 25 anni ogni genere di umiliazione e violenza, e proprio queste umiliazioni e violenze, che hanno ridotto ai minimi termine, anche numericamente, le minoranze cristiane, è la prova provata dell'idiozia che sostieni. 

 

Il fatto che in tutto ciò Bush e Blair abbiano delle responsabilità, o che comunque esista una rapporto di causa effetto: 

1 - non toglie nulla alla gravità delle violazioni delle più elementari libertà fondamentali subite dai cristiani in medio oriente; 

2 - sconfessa la tua tesi spudorata: che i cristiani siano conniventi e quindi protetti dai despoti per apparire più accettabili agli occhi dell'occidente; ma ti rendi conto delle incredibili stupidità che sostieni per portare avanti (cross-posting e cross-topic) la tua personalissima battaglia? 

 

Va beh, da cristiano obnubilato dalla propria "fede" ti devo voler bene lo stesso... :d, quindi presterò il fianco al flagellatore e non controreplicherò più. 

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20 ore fa, takkino ha scritto:

ronnie, naturalmente gerusalemme ha un peso decisivo nella formazione dell'occidente moderno. ma non è equivalente al peso della grecità. se non altro, perché nessuna civiltà della storia umana è paragonabile a quella greca. spesso quando si parla di Atene non ci si rende conto di cosa continua a fare Atene per noi (e non parlo di fidia e saffo, ma di un'eredità molto più sottile e pervasiva)

Tu meriti una risposta (solo) un filo più articolata. Poi mi taccio. 

 

La cultura e civiltà greca è un uniqum nella storia dell'umanità; è imparagonabile a qualsiasi altra civiltà antica e moderna; ha toccato vette impensabili. Tagliando con l'accetta, ed in estrema sintesi, personalmente, e tra i mille possibili, se devo scegliere un simbolo, uno solo, dico Ulisse (e non mi riferisco al nome di "battesimo" del mio bouledogue francese :d). Odisseo ci trasmette lo spirito di curiosità, l'apertura mentale, l'esplorazione, la ricerca, la voglia di conoscenza che sono alla base della nascita di ogni scienza moderna e del concetto stesso di scienza e dell'idea di progresso umano, dinamico. 

 

Gerusalemme ha sublimato il pensiero platonico, ci ha trasmesso - anche qui tagliando con l'accetta e in estrema sintesi - la misericordiache è cosa altra dalla piètas di Ulisse (sconosciuta ad Achille). La misericordia culmina con Gesù di Nazareth, detto il Crìsto, il Dio stesso che si fa misericordia (un qualcosa di inaudito per i greci e di inaccettabile per gli stessi ebrei), ma ha radici lontane, in Abramo, in Davide (la cura dell'orfano e della vedova), nei profeti, in Mosé. 

Questa misericordia, che incontra il pensiero greco, dà il via a rivoluzioni copernicane, come la considerazione per il ruolo della donna e del bambino, la cura del più debole, l'accoglienza dello straniero (ma guarda un po'...), il senso di comunità che è diverso dal clan; porta alla nascita degli ospedali, dei ricoveri e delle case di cura, della mutua assistenza (di prima sussistenza e addirittura finanziaria, attraverso gli istituti di credito), delle scuole, delle università, di mille altre conquiste che caratterizzano la nostra civiltà. 

 

Se devo, infine, scegliere un simbolo, una rappresentazione plastica di straordinaria commistione tra cultura cristiana e greca, dico: il Rinascimento, la riscoperta dello splendore della cultura e dell'arte classica greca da parte di  persone che vivono in un contesto ambientale permeato di valori, principi e tradizione cristiana. 

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parzialmente ot

lepanto è una battaglia centrale a livello propagandistico, ma le sue ricadute pratiche sono minime (la lega cristiana nella sostanza si scioglie, i turchi rimettono in mare la flotta, cipro rimane turca, creta cadrà nel secolo successivo e soprattutto la pirateria non cala col conseguente declino del commercio mediterraneo)

 

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al mio modesto parere state dimenticando entrambi Roma

che nella formazione dell'occidente moderno ha un peso nettamente superiore ad atene e gerusalemme che centra molto poco

ma visto che qua finisce sempre a una disputa tra pro-israele(ronni etc etc) e contro israele(juventusonly) si focalizzail discorso su gerusalemme

 

in una mia ipotetica classifica

Roma

........

.......

......

Atene

..........

.......

.......

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........

.......

.......

gerusalemme

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5 ore fa, Ronnie O'Sullivan ha scritto:

Tu non conosci né Gerusalemme, né Atene. 

 

Ed eccoci quindi arrivati al ben noto campionario: 

 

1 - si afferma una oscenità dal punto di vista storiografico, una panzana talmente clamorosa che non occorre conoscere (chiederei troppo) Dante, Giosuè Carducci, Benedetto Croce o Remi Brague per rendersi conto della sua totale falsità, basta una googlata con un minimo di granu salis (lo dico per i più giovani); 

 

2 - avendo il nulla a disposizione per sostenere una tale colossale panzana, si parte - come nella migliore tradizione dei dirigenti del p.c.i.: tu non hai diritto di parola, sei un nemico del popolo e della rivoluzione -  con la delegittimazione dell'avversario: tu parli in base alla tua fede, quindi non sei credibile (sarebbe tra l'altro curioso conoscere il mio background, ma lasciamo perdere). Un modus operandi che mi è chiarissimo; lo riterrei persino offensivo, se ne valesse la pane. E affanculo  cento anni di copiosa e concordante storiografia. 

 

La Civiltà Occidentale nasce e si sviluppa dall'INCONTRO tra Gerusalemme e Atene, il VERO evento RIVOLUZIONARIO della storia dell'Occidente, che ha radici greche e giudaico cristiane. Questo è un assunto incontrovertibile

 

Nemmeno il più incallito degli anticlericali arriverebbe a negare l'evidenza come fai tu; anzi: tu vai oltre, arrivando a propugnarci una verità capovolta, l'antistoria: l'Occidente è tale non grazie anche a, ma malgrado Gerusalemme, ed è diventato quello che è liberandosi del fardello proveniente da Gerusalemme. 

 

Siamo veramente alla follia pura, continua pure con le tue avvilenti e deliranti tesi; ti ricordo soltanto - ripeto - che quello che si scrive rimane agli atti. Te lo dico senza alcun rancore; non ho più l'età per incazzarmi. E purtroppo mi sei simpatico. 

Direi che leggere qualcosa oltre a Marcello Pera e simili ti farebbe solo bene.

Per il resto è inutile perdere altro tempo, se affermi che una tesi su cui ci sono due schieramenti ben delineati e opposti nel mondo culturale e accademico è una verità storica è meglio fermarsi qui.

Tra l'altro nessuno sta dicendo che Gerusalemme non ha un ruolo nella formazione della cultura e del pensiero europeo (che c'entra Dante in quello che si sta dicendo? La Firenze di Dante era fondata su libertà, uguaglianza e diritti?), qui si sta dicendo solamente che non nascono a Gerusalemme i principi dell'Europa moderna, non si sta parlando di cultura europea.

Non nasce a Gerusalemme la democrazia, non nasce a Gerusalemme l'uguaglianza VERA tra gli individui (cavolate tipo siete tutti fratelli ci sono in TUTTE le religioni), non nasce a Gerusalemme la libertà (libertà e dogma sono agli antipodi). 

P.S: ecco, casomai come ha detto @Vonpalace l'Europa moderna si può vedere più come l'incontro di Roma e Atene. 

46 minuti fa, Vonpalace ha scritto:

al mio modesto parere state dimenticando entrambi Roma

che nella formazione dell'occidente moderno ha un peso nettamente superiore ad atene e gerusalemme che centra molto poco

ma visto che qua finisce sempre a una disputa tra pro-israele(ronni etc etc) e contro israele(juventusonly) si focalizzail discorso su gerusalemme

 

in una mia ipotetica classifica

Roma

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Atene

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gerusalemme

Inverto Atene con Roma nella classifica ma sostanzialmente sono d'accordo, ci siamo dimenticati di Roma. 

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5 ore fa, Ronnie O'Sullivan ha scritto:

Domanda capziosa: tu sostiene una tesi ridicola e offensiva, e cioè che le minoranze cristiane in medio oriente sono state protette dai regimi per convenienza; questo non solo è falso, ma ignobilmente offensivo verso chi sta subendo da 25 anni ogni genere di umiliazione e violenza, e proprio queste umiliazioni e violenze, che hanno ridotto ai minimi termine, anche numericamente, le minoranze cristiane, è la prova provata dell'idiozia che sostieni. 

 

Il fatto che in tutto ciò Bush e Blair abbiano delle responsabilità, o che comunque esista una rapporto di causa effetto: 

1 - non toglie nulla alla gravità delle violazioni delle più elementari libertà fondamentali subite dai cristiani in medio oriente; 

2 - sconfessa la tua tesi spudorata: che i cristiani siano conniventi e quindi protetti dai despoti per apparire più accettabili agli occhi dell'occidente; ma ti rendi conto delle incredibili stupidità che sostieni per portare avanti (cross-posting e cross-topic) la tua personalissima battaglia? 

 

Va beh, da cristiano obnubilato dalla propria "fede" ti devo voler bene lo stesso... :d, quindi presterò il fianco al flagellatore e non controreplicherò più. 

Il Medio Oriente moderno mi sa che lo conosci poco e questa risposta banale lo dimostra. Il Levante del pre-Bush non era fatto di persecuzioni, di martiri cristiani e nulla di tutto ciò. In Iraq i cristiani stavano benissimo, in Siria idem, in Giordania pure (e ancora oggi, finché non arriverà qualcuno a portarci la democrazia con gli F-16). 

Le violazioni delle libertà fondamentali che avrebbero subito i cristiani (quali?) sono cose che casomai che hanno subito TUTTI in Medio Oriente, si chiama dittatura, se ti opponi al regime finisci sotto terra, che tu sia cristiano, musulmano, bianco o nero. 

I regimi "laici" del Medio Oriente hanno sempre dato privilegi alla minoranze cristiana per un tornaconto personale a livello di immagine e "credito" presso le potenze occidentali, è un dato di fatto, basta usare Google come dici tu. Nessuno sta dando colpe, si sta dicendo che tra i tanti problemi del Medio Oriente ci sono caste religiose (islamica e cristiana) colluse con i regimi. Quindi riportare la testimonianza di un rappresentante di questa casta su Assad è come riportare il parere di un banchiere su un governo che salva le banche, lascia il tempo che trova.

 

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50 minuti fa, JuventusOnly ha scritto:

Il Levante del pre-Bush non era fatto di persecuzioni

Prova a leggere, mi pare di avere scritto 25 anni: in che anno è stato invaso il Kuwait con conseguente reazione?

Resta ovviamente lampante l'diozia delle minoranze cristiane "protette" dai dittatori per farsi belli con l'Occidente, quella è una perla incastonata nella marea di vaccate che hai scritto e che resteranno agli atti. Takkino, dopo averti smerdato, è ancora lì che aspetta una risposta sensata da te.

 

Poi, se  vogliamo allargare il discorso, non esiste paese al mondo a maggioranza mussulmana dove siano rispettati i diritti fondamentali più elementari, figuriamoci quello delle minoranze.  Te l'ha fatto presente Sol Invictus il problema dell'incompatibilità dell'Islam con concetti come democrazia, stato di diritto, laicità, ma non hai ovviamente risposto perché a forza di arrampicate hai finito le unghie. Anche lui è in attesa, e anche con lui da mesi (mesi perché è da poco che leggo questo angolo del forum) fai costantemente figure da peracottaro. 

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1 ora fa, JuventusOnly ha scritto:

Direi che leggere qualcosa oltre a Marcello Pera e simili ti farebbe solo bene.

Per il resto è inutile perdere altro tempo, se affermi che una tesi su cui ci sono due schieramenti ben delineati e opposti nel mondo culturale e accademico è una verità storica è meglio fermarsi qui.

Certo, ci sono due schieramenti che, numeri alla mano, sono simili alla contrapposizione tra coloro che sostengono che l'attuale fase di global warming ha una parte sicuramente antropogenica e chi nega assolutamente ogni coinvolgimento delle attività umane in questo processo perché il clima è sempre cambiato. 

Sono due schieramenti contrapposti, assolutamente; peccato che le proporzioni, e soprattutto le analisi che portano a supporto delle proprie tesi non siano esattamente equilibrate. E' un parallelo che ci sta. D'altra parte, che tu fossi tra coloro che riscrivono la storia e la realtà (basta leggere le fandonie che scrivi sull'immigrazione) era già lapalissiano. 

 

Io ti invito a smetterla di coprirti di ridicolo, te lo stanno facendo notare in tanti, ma se vuoi continuare - non essendo ancora l'Italia un paese islamizzato - lo puoi fare liberamente. Io davvero, adesso, raccolgo il famoso invito e non replico più.

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48 minuti fa, Ronnie O'Sullivan ha scritto:

Certo, ci sono due schieramenti che, numeri alla mano, sono simili alla contrapposizione tra coloro che sostengono che l'attuale fase di global warming ha una parte sicuramente antropogenica e chi nega assolutamente ogni coinvolgimento delle attività umane in questo processo perché il clima è sempre cambiato. 

Sono due schieramenti contrapposti, assolutamente; peccato che le proporzioni, e soprattutto le analisi che portano a supporto delle proprie tesi non siano esattamente equilibrate. E' un parallelo che ci sta. D'altra parte, che tu fossi tra coloro che riscrivono la storia e la realtà (basta leggere le fandonie che scrivi sull'immigrazione) era già lapalissiano. 

 

Io ti invito a smetterla di coprirti di ridicolo, te lo stanno facendo notare in tanti, ma se vuoi continuare - non essendo ancora l'Italia un paese islamizzato - lo puoi fare liberamente. Io davvero, adesso, raccolgo il famoso invito e non replico più.

Guarda che su Gerusalemme siete in 3 che la pensate in un certo modo, uno è "di origini ebraiche", poi c'è Sol (e con lui vado d'accordo su moltissime cose che dice sul resto del Medio Oriente) che è un fan sfegatato d'Israele e tu, che se ho capito bene hai più o meno le stesse simpatie. Basta fare 1+1 per capire perché Gerusalemme per voi DEVE essere l'origine dell'Europa moderna, probabilmente per voi dovrebbe anche entrare nell'UE. 

 

P.S: il fatto è proprio che segui da poco questa parte del forum, perché ho chiarito DECINE di volte che confondere Occidente con "mondo cristiano" e Medio Oriente con "mondo islamico" è una banalizzazione del discorso storico che si fa solo su forum, social, ecc, perché di certo in un ateneo non funziona così.

La democrazia e la laicità sono prodotto dell'Occidente, di Atene, del secolo dei lumi, quello manca ad altre realtà (anche cristiane), perché Gerusalemme volendo c'è pure in Uganda, in Etiopia e nelle Filippine, non è mica una peculiarità dell'Europa.

Banalizzare la questione assenza di democrazia e diritti in Medio Oriente con cause esclusivamente religiose è come se, 30 anni fa, qualcuno avesse attribuito l'assenza di democrazia in quasi tutti i paesi cristiani ortodossi, dai balcani alla Russia, al credo ortodosso. Si possono analizzare seriamente le cause, le dinamiche, ci sono decine e decine di trattati sul tema, di autori arabi e non, ma di certo non funziona che "leggono il Corano = non può nascere una società democratica". 

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4 ore fa, Vonpalace ha scritto:

qua finisce sempre a una disputa tra pro-israele(ronni etc etc) e contro israele(juventusonly)

Cioè...fammi capire: noi ce le siamo date di santa ragione come Marvin Hagler e John Mugabi (questa è per intenditori), a colpi di noble art, con vostro sommo godimento, e tu riduci il tutto ad una banale lite tra un sionista e un collettivo da centri sociali? uum 

 

Capito, caro @JuventusOnly , cosa ci abbiamo guadagnato? :d

 

PS Roma è importantissima, ma senza Atene e senza cristianità non sarebbe esistita per come la conosciamo. Su Gerusalemme ovviamente sbagli in pieno. La sua importanza è fondamentale per lo sviluppo dell'Occidente. 

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48 minuti fa, Ronnie O'Sullivan ha scritto:

Cioè...fammi capire: noi ce le siamo date di santa ragione come Marvin Hagler e John Mugabi (questa è per intenditori), a colpi di noble art, con vostro sommo godimento, e tu riduci il tutto ad una banale lite tra un sionista e un collettivo da centri sociali? uum 

 

Capito, caro @JuventusOnly , cosa ci abbiamo guadagnato? :d

 

PS Roma è importantissima, ma senza Atene e senza cristianità non sarebbe esistita per come la conosciamo. Su Gerusalemme ovviamente sbagli in pieno. La sua importanza è fondamentale per lo sviluppo dell'Occidente. 

l'impressione è questa e penso di non sbagliarmi

cmq

la maggiorparte del diritto recente prende spunto da quello romano,il latino è alla base delle lingue europee e quindi occidentali,la burocrazia solo per dirne 3  che penso non siano di poco conto nella crisitanità roma è senza dubbio centrale probabilemnte più di gerusalemme(chiesa cattolica romana),perchè può anche esserenata a gerusalemme masi è sicuramente fortificata , sviluppata ed evoluta  a roma

sul contributo di gerusalemme o grossissimi dubbi

nessuno neanche lontanamente a dato un contributo quanto roma elaciviltà romana nenahce lontanamente

 

p.s. chiaramente se dovessimo andare indietro nel tempo si può chiaramente dire che più di tutti i sumeri,sono stati iprimi con la scrittura e numeri

spiegami gerusalemme senza la scrittura o atene per dire

 

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Il 27/2/2018 Alle 13:50, JuventusOnly ha scritto:

Il punto di base è capire il momento storico, il Medio Oriente degli anni 60-90 è finito, non esiste più. Le tv di stato che raccontano il mondo delle favole non le guarda più nessuno, l'essere oppositori non è più una cosa che fa paura. Qualche oppositore di spicco cristiano in Siria (Michel Kilo su tutti) aveva colto tutto ciò e si era schierato apertamente a favore della rivolta nel 2011, il problema è che l'hanno seguito in pochi. In tutto ciò siamo di fronte ad un cane che si morde la coda, perché tu cristiano dici di appoggiare il regime per "paura" del dopo, gli estremisti invece usano il tuo appoggio al regime per aizzare la folla contro di te, accusandoti di avere le mani sporchi di sangue. Senza contare poi che in Medio Oriente è tutto il contrario di tutto, spesso sono i regimi stessi ad usare e alimentare lo spauracchio per stare ben saldi sulla poltrona, arrivando perfino a organizzare attentati e poi attribuirli a qualche gruppo estremista (vedi Alessandria nel 2011).

In Egitto per dire ormai non sono poche le voci copte che si sono stancate della Chiesa schierata apertamente con il regime, più che altro perché hanno capito che lo schierarsi in modo incondizionato con un regime che reprime TUTTI, non solo estremisti o terroristi, alla fine diventa un boomerang perché poi rischi di perdere le simpatie della maggioranza silenziosa, dell'uomo di strada che non ha mai avuto nulla contro di te ma inizia a vederti come parte del problema. 

sì ma l'uomo della strada è anche il cristiano che vive ad aleppo non ha particolari simpatie per assad, ma vede che il fsa accetta l'alleanza con al nusra e nel frattempo vede un dall'oglio che si era espresso duramente su assad (e tra parentesi la reazione del regime era stata molto blanda perché non è siriano) che rientra clandestinamente in siria e viene sequestrato dagli estremisti e non si sa ancora oggi che fine abbia fatto

era chiaro a tutti in siria che legarsi al regime fosse un rischio, ma l'altra strada era ancora più dubbia. L'alternativa alla stragrande maggioranza dei cristiani è parsa tra sopravvivenza e una speranza di un dopo dai contorni incerti.

e nella scelta gioca anche la storia recente, perché, correggimi se sbaglio, ma la radicalizzazione contro i cristiani (crociati) ha interessato negli ultimi 30 anni più il mondo sunnita che quello sciita

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Il 27/2/2018 Alle 12:08, sol invictus ha scritto:

Per come la vedo io, le cose in Siria sono andate storte fin dall'inizio, ma non certo per un caso del destino, bensì perché ci sono stati elementi formidabili, taluni formidabilmente voluti, talaltri più indiretti, che hanno contribuito ad alimentare il caos fino a renderlo un groviglio inestricabile. E due di questi elementi sono facilmente "personificabili": quello diretto è Assad, che ha perseguito una spregiudicata strategia di sopravvivenza ad ogni costo, scommettendo sul fatto che il caos avrebbe giocato a suo favore; il secondo, più indiretto è l'ex premier iracheno (sciita) Al Maliki che ha creato i presupposti per la rinascita di Al Quaida in Iraq (AQI) e quindi in Siria. In questo senso, la strategia spregiudicata di Assad è diretta conseguenza degli errori di Al Maliki,  o meglio è stata modellata proprio per sfruttare gli errori di Al Maliki e tentare così un clamoroso azzardo. Che in effetti ha pagato, sia pure con effetti tremendi sulla popolazione siriana che probabilmente all'Alawita Assad non dispiacciono affatto.

 

1) Partiamo dal primo. Al Maliki.

Il governo di Al Maliki in Iraq coincide con due eventi importanti,  collegati uno all'altro: ii primo è il "surge" americano di Petraeus (2007),  strategia politico militare per uscire dalla palude irachena lasciandosi  dietro un paese più o meno "pacificato" o meglio, un po'  meno caoticizzato rispetto agli anni dell'insurgence antiamericana; il secondo è  il cosiddetto "risveglio sunnita" dell'Anbar, la "Sawha"  o "Awakening", che attraverso il "surge" puntava alla  deconflittualizzazione della guerra civile irachena mediante un patto di "riconciliazione nazionale" che prevedeva la cooptazione delle milizie tribali sunnite nell'esercito iracheno e dei loro leader nell'apparato burocratico-amministrativo del governo (sciita) di Al Maliki,  in cambio del ritiro dell'appoggio delle tribù sunnite dell'Anbar agli jihadisti salafiti,  in gran parte foreign fighters di AQI del ben noto terrorista  (giordano) al Zarkawi. 

La cosa funziona e l'Iraq viene più o meno pacificato. Privata del sostegno sunnita AQI (che aveva fatto della conflittualità tra sciiti e sunniti un punto di forza della sua strategia del caos) viene sconfitta militarmente. Al Zarkawi viene ucciso da un drone e  così i suoi due successori (2010). AQI è dispersa e  i superstiti si rifugiano in una remota zona desertica ai confini con la Siria. Altri passano  direttamente in Siria, dove trovano ad accoglierli gli agenti del Mukhabarat di Assad. A questo punto, mission accomplished,  gli americani lasciano l'Iraq (fine 2011) con Al Maliki relativamente saldo in sella. Il diavolo però ci mette lo zampino. 

Pressato dagli iraniani (che invece l'Iraq non lo avevano lasciato affatto a differenza degli americani) Al Maliki viene meno all'accordo della Sawha,  emargina i sunniti, mette fuorilegge le loro milizie (anziché cooptarle nell'esercito) e lascia campo libero alle milizie sciite sponsorizzate dal generale iraniano Suleimani. In altre parole, tradisce gli accordi faticosamente raggiunti da Petraeus e così facendo, prepara il terreno alla rinascita di AQI: rinascita ovviamente agevolata dal comprensibile risentimento dei sunniti, che si ritrovano con sciiti e iraniani a spadoneggiare nei loro territori.

Siamo adesso nel 2012.

Consapevole  che il vento sta nuovamente cambiando a suo favore, il nuovo leader di AQI, al Baghdadi, ancora arroccato ed isolato nel deserto iracheno, tenta la mossa del cavallo e per rinvigorire la propria armata allo sbando, gioca la carta siriana: tenta cioè di infiltrarsi in Siria dove nel frattempo le cose stavano precipitando.

 

2) Passiamo adesso al secondo.  Assad.

Facciamo un passo indietro e ritorniamo agli anni del "surge" (2007-2011). Come già detto, privati dell'appoggio delle tribù sunnite irachene, centinaia di foreign fighters e tagliagole di AQI, cercano scampo in territorio siriano, dove però i servizi segreti di Assad (quegli stessi servizi segreti che ne avevano a suo tempo favorito il passaggio in Iraq e rifornito di armi e denari in funzione antiamericana) li bloccano e li neutralizzano sbattendoli in galera,  sottoponendoli a torture e perseguitandone le famiglie (si tratta per la maggior parte di FF siriani): il terrore di Assad infatti è che questi combattenti (sunniti), radicalizzati da anni di guerra in Iraq e dall'odio e dai massacri contro gli sciiti iracheni (la strategia del caos di al Zarkawi) possano ora diventare una minaccia per il suo regime alawita (corrente dello sciismo). Da qui la necessità per il regime di Assad di impedire a questa gente di fare danni. Le galere siriane si riempono così di veterani jihadisti.

Arriva il 2011  e scoppia la "primavera siriana". In questa fase la protesta è popolare, non settaria,  nel senso che non è ancora inquinata da istanze religiose ma solo civili e sociali. Il fatto, però è che la protesta dilaga e minaccia di travolgere il regime.

Ritorniamo ad Al Baghdadi ed all'AQI. 

Come già detto, per sopravvivere alla Sahwa,  Al Baghdad dal deserto siriano lancia la sua "campagna irachena": incarica cioè uno dei suoi luogotenenti,  il siriano Abu Mohamed al Jewlani di passare in Siria con un pugno di combattenti per preparare il terreno, guadagnare spazi  e reclutare combattenti. Nell'adempiere alla sua missione però al Jewlani, che non è uno stupido, non punta alla conflittualità settaria e jihadista, bensì a radicarsi sul terreno, cercando l'appoggio delle tribù sunnite siriane che poi sono le stesse che si trovano in Iraq. Per tutto il 2012 al Jewlani si rafforza in Siria attraverso la sua nuova organizzazione,  che non è più AQI, bensì Al Nusra ed è formata praticamente solo da siriani. Per aumentare il proprio appeal tra i sunniti, al Jewlani con al Nusra entra a far parte del fronte anti-Assad. Allo stesso tempo, Al Jewlani entra in conflitto con Al Baghdadi il quale a sua volta era entrato in conflitto con Al Zawahiri di Al Quaida.  I progetti strategici di Baghdadi e Zawahiri sono diversi ed al Jewlani,  rifiutandosi di dichiarare la propria fedeltà ad al Baghdadi si schiera con Zawahiri il quale conta su appoggi tra i sauditi.

Al Nusra in Siria entra quindi in conflitto con quello che nel frattempo è diventato l'ISIS. 

Assad a questo punto si trova di fronte ad un problema: la protesta che dilaga e che forma territori liberi in varie parti della Siria: tra queste la regione dell'Eufrate che nel frattempo è diventata campo di battaglia tra al Nusra e l'ISIS: non si tratta però della "Siria che conta" ma di un territorio semidesertico che si può anche sacrificare. Spregiudicato com'è Assad ritira le sue guarnigioni da tutta la Siria orientale e  le concentra ad ovest. La Siria orientale passa così, senza colpo ferire, sotto il dominio dell'ISIS che nel frattempo ha sconfitto al Nusra. L'ISIS, che predica uno jihadismo millenarista/internazionalista inizia a reclutare FF (cosa che almeno inizialmente al Nusra, sunnita nazionalista, non faceva).

L'aver abbandonato la Siria orientale non è però una mossa sufficiente ad Assad per riprendere il controllo della situazione: ed infatti il rais tenta la carta della disperazione, un azzardo spregiudicato per cercare di dividere il fronte delle opposizioni (nel quale c'è al Nusra ma non c'è l'Isis). Tra il 2011 ed il 2012 migliaia di jihadisti radicalizzati detenuti nelle carceri di  Assad vengono improvvisamente lasciati liberi: scopo di Assad è che vadano ad inquinare l'opposizione siriana, la quale fino a  quel momento era rimasta sostanzialmente laica, fatta salva al Nusra che tuttavia era di tendenza nazionalista. La scommessa riesce in pieno: gli jihadisti liberati affluiscono in massa parte nell'ISIS e parte in Al Nusra o in altri gruppi e dall'interno (complici le indecisioni dell'Occidente che a giorni alterni blandisce e scarica l'opposizione siriana) iniziano la loro opera di "evangelizzazione" jihadista tra i gruppi laici, fornendo così un formidabile assist (voluto e ricercato) al regime di Assad per poter dichiarare "terroristi" tutti i gruppi dell'opposizione ed inserendo una formidabile alternativa nelle tenere coscienze occidentali: la scelta tra "il male" (lui, Assad) ed "il peggio" (il mostro jihadista).

A questo punto, complice  l'offensiva dell'isis in Iraq (giunta alle porte di Baghdad) e complici anche alcuni sanguinosi attentati in Europa molto opportunamente arrivati al momento giusto (ricordo come il regime di Assad e l'Isis non si siano mai combattuti apertamente ed abbiano anzi collaborato in traffici di petrolio e di armi) l'Occidente, ottuso ed imbelle,  finisce per farsi letteralmente ipnotizzare dalla terribilissimissima minaccia terroristico-jihadista e quindi scarica definitivamente le opposizioni anti-Assad,  a cui non resta altro che votarsi al radicalismo sunnita.

Il resto è contorno.  Assad vince perché ha giocato sporco ed ha saputo sfruttare le debolezze occidentali, che lui conosce bene avendo vissuto per molti anni a Londra, vince perché dispone di alleati criminali  e spregiudicati come lui (Russia, Iran, Hezbollah), e vince perché al contrario degli occidentali (incluso l'ondivago Obama prigioniero della sua storia e delle sue "linee rosse") aveva fin dall'inizio un obiettivo: sopravvivere con qualunque mezzo ed a qualunque costo.

Costi e mezzi che le fighette occidentali pesano col bilancino e con la loro superiorità morale immacolata e suicida.

quadro storico completo

ripeto la definizione criminale a mio avviso lascia il tempo che trova, ma, al netto del giudizio morale che si ha di assad, si deve riconoscere che le carte che aveva in mano le ha giocate tutte perfettamente e sarà il re di una collina di macerie, ma resta con la corona in testa

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1 ora fa, nelnomedelpaolo ha scritto:

sì ma l'uomo della strada è anche il cristiano che vive ad aleppo non ha particolari simpatie per assad, ma vede che il fsa accetta l'alleanza con al nusra e nel frattempo vede un dall'oglio che si era espresso duramente su assad (e tra parentesi la reazione del regime era stata molto blanda perché non è siriano) che rientra clandestinamente in siria e viene sequestrato dagli estremisti e non si sa ancora oggi che fine abbia fatto

era chiaro a tutti in siria che legarsi al regime fosse un rischio, ma l'altra strada era ancora più dubbia. L'alternativa alla stragrande maggioranza dei cristiani è parsa tra sopravvivenza e una speranza di un dopo dai contorni incerti.

e nella scelta gioca anche la storia recente, perché, correggimi se sbaglio, ma la radicalizzazione contro i cristiani (crociati) ha interessato negli ultimi 30 anni più il mondo sunnita che quello sciita

a) L'uomo di strada siriano cristiano non è un fesso, conosce bene il paese in cui è cresciuto e se non è intriso di ideologia baathista del regime sa anche lui che "o io o l'Isis" è essenzialmente una forma di propaganda, una strategia ben studiata, su cui Assad (e tutti i regimi mediorientali) lavorano da anni, far passare l'idea che in MO bisogna scegliere tra i regimi sanguinari e i terroristi. Con tutto rispetto per Afghanistan, Somalia, ecc, ma la Siria è un'altra cosa a livello sociale, culturale e politico. Assad ci ha messo ANNI per arrivare a questa situazione, a far fuori tutti gli altri gruppi e arrivare alla situazione regime vs terroristi, perché l'inizio della rivolta, quando di qua non se la filava nessuno, era una cosa ben diversa. Che poi ci siano, tra i cristiani come tra i musulmani in Siria, dei baathisti convinti, gente che crede in Assad e in ciò che rappresenta, è fuori discussione, non è che un regime si tiene in piedi da solo, tutti i regimi hanno bisogno di un minimo di popolarità per sopravvivere. Io comunque non contesto il siriano che, per paura del dopo, preferisce rimanere nella situazione attuale, contesto chi fa propaganda in modo spudorato per il regime, raccontando che un massacro contro un'area di 400 mila abitanti è "contro i terroristi". In Siria sono avvenute delle mostruosità allucinanti, veri e propri genocidi studiati a tavolino, intere zone svuotate dai sunniti per metterci componenti più filo-regime, questo non è un combattere il terrorismo, è un'altra cosa. E solo chi conosce bene la geopolitica del MO e le strategie iraniane nella regione sa di cosa parlo (su questo forum uno che sa bene di cosa parlo è Sol). 

 

b) La radicalizzazione contro i cristiani riguarda essenzialmente il mondo sunnita perché il mondo sunnita ha subito certe guerre negli ultimi 30 anni, è caduta Baghdad, capitale degli abbasidi, non Qom. Anzi, volendo gli sciiti ci hanno solo guadagnato visto che in Iraq hanno preso il potere! Non mi risultano guerre occidentali contro l'Iran. Falla e ti posso garantire che la reazione della parte fanatica del mondo sciita non sarà molto diversa da quella che ha avuto la parte fanatica del mondo sunnita, anzi, considerando che il terrorismo di matrice islamista è un'invenzione dell'Iran khomeinista mi sa che sarà ben peggiore. 

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1 ora fa, JuventusOnly ha scritto:

b) La radicalizzazione contro i cristiani riguarda essenzialmente il mondo sunnita perché il mondo sunnita ha subito certe guerre negli ultimi 30 anni, è caduta Baghdad, capitale degli abbasidi, non Qom. Anzi, volendo gli sciiti ci hanno solo guadagnato visto che in Iraq hanno preso il potere! Non mi risultano guerre occidentali contro l'Iran. Falla e ti posso garantire che la reazione della parte fanatica del mondo sciita non sarà molto diversa da quella che ha avuto la parte fanatica del mondo sunnita, anzi, considerando che il terrorismo di matrice islamista è un'invenzione dell'Iran khomeinista mi sa che sarà ben peggiore. 

Questa è un risposta condivisibile. 

 

Nella fattispecie della parte quotata, mi permetto una considerazione seguita da una domanda: 

 

se c'è una componente/istituzione del mondo occidentale che si è apertamente schierata (a torto o a ragione, non entro nel merito) contro l'intervento armato in Iraq (e non solo in Iraq), questa è storicamente stata la Chiesa Cattolica, che non è totalmente sovrapponibile alla cristianità ma ne rappresenta la maggioranza. 

 

Come è possibile che questo piccolo "particolare" sia sfuggito a chi ha propagandato e implementato la radicalizzazione anticristiana? Non è una domanda retorica o sarcastica; lo chiedo a un conoscitore di un certo mondo e di certe dinamiche. 

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3 minuti fa, Ronnie O'Sullivan ha scritto:

Questa è un risposta condivisibile. 

 

Nella fattispecie della parte quotata, mi permetto una considerazione seguita da una domanda: 

 

se c'è una componente/istituzione del mondo occidentale che si è apertamente schierata (a torto o a ragione, non entro nel merito) contro l'intervento armato in Iraq (e non solo in Iraq), questa è storicamente stata la Chiesa Cattolica, che non è totalmente sovrapponibile alla cristianità ma ne rappresenta la maggioranza. 

 

Come è possibile che questo piccolo "particolare" sia sfuggito a chi ha propagandato e implementato la radicalizzazione anticristiana? Non è una domanda retorica o sarcastica; lo chiedo a un conoscitore di un certo mondo e di certe dinamiche. 

Perché di base il problema è che, nonostante la globalizzazione e il mondo divenuto un piccolo villaggio, i due mondi si conoscono ancora molto poco. 

Se l'europeo medio, teoricamente quindi quello cresciuto nella parte istruita e colta del mondo, fa ancora fatica a distinguere sunniti e sciiti, arabi e musulmani, ecc, dall'altra parte è altrettanto facile buttarla in caciara con termini come crociati, mondo cristiano, ecc, senza rendersi conto che le posizioni della banda (e sottolineo banda) neocon che circondava Bush erano lontane anni luce dalle posizioni del Papa o anche di altre correnti cristiane negli USA. Indubbiamente anche di là sopravvive (soprattutto nei ceti meno istruiti) un'immagine piuttosto stereotipata e superficiale del "mondo cristiano". 

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2 ore fa, JuventusOnly ha scritto:

L'uomo di strada siriano cristiano non è un fesso, conosce bene il paese in cui è cresciuto e se non è intriso di ideologia baathista del regime sa anche lui che "o io o l'Isis" è essenzialmente una forma di propaganda, una strategia ben studiata, su cui Assad (e tutti i regimi mediorientali) lavorano da anni, far passare l'idea che in MO bisogna scegliere tra i regimi sanguinari e i terroristi. Con tutto rispetto per Afghanistan, Somalia, ecc, ma la Siria è un'altra cosa a livello sociale, culturale e politico. Assad ci ha messo ANNI per arrivare a questa situazione, a far fuori tutti gli altri gruppi e arrivare alla situazione regime vs terroristi, perché l'inizio della rivolta, quando di qua non se la filava nessuno, era una cosa ben diversa. Che poi ci siano, tra i cristiani come tra i musulmani in Siria, dei baathisti convinti, gente che crede in Assad e in ciò che rappresenta, è fuori discussione, non è che un regime si tiene in piedi da solo, tutti i regimi hanno bisogno di un minimo di popolarità per sopravvivere. Io comunque non contesto il siriano che, per paura del dopo, preferisce rimanere nella situazione attuale, contesto chi fa propaganda in modo spudorato per il regime, raccontando che un massacro contro un'area di 400 mila abitanti è "contro i terroristi". In Siria sono avvenute delle mostruosità allucinanti, veri e propri genocidi studiati a tavolino, intere zone svuotate dai sunniti per metterci componenti più filo-regime, questo non è un combattere il terrorismo, è un'altra cosa. E solo chi conosce bene la geopolitica del MO e le strategie iraniane nella regione sa di cosa parlo (su questo forum uno che sa bene di cosa parlo è Sol). 

Si, quoto questa lettura. Ci sono stati interi villaggi letteralmente svuotati della popolazione sunnita ed al loro posto insediati elementi combattenti pro-regime molto spesso non siriani,  ma afghani,  iracheni, pakistani. La stessa tattica di allontanare dalle aree sotto assedio la popolazione civile di osservanza anti-Assad trasferendola nelle aree (sempre più ridotte) sotto controllo dei ribelli risponde a due ragioni principali: 1) consente al regime di guadagnare punti tra l'opinione pubblica occidentale perché lo fa apparire "conciliante" e 2) lo svuotamento dal nemico è propedeutico al ripopolamento con elementi amici a normalità ripristinata.

Io credo che in tutto questo ci sia lo zampino di Suleimani, che è un elemento estremamente esperto nelle dinamiche diciamo così etnico strategiche.  Credo abbia sperimentato qualcosa del genere anche in Iraq, attorno a Tikrit, dove ha usato le milizie sciite per terrorizzare la popolazione sunnita intrappolata nelle zone di combattimento con l'ISIS: tanto è vero che durante l'assedio di Mossul  gli americani hanno premuto sul governo di Baghdad per impedire alle milizie sciite di mettere piede in città, spingendole ad operare nell'area desertica ad ovest della periferia. Anche così tuttavia, si è parlato di massacri e di veri e propri campi di concentramento con centinaia di civili sunniti prigionieri.  In Iraq l'unica cosa che ancora limita lo strabordare del potere iraniano è la presenza dell'Ayatollah (iracheno) Al Sistani,  che  è avverso all'Iran (lui è della scuola di irachena di Najaf,  rivale di quella iraniana di Qom) ma che è un intoccabile. Quindi a Teheran stanno solo aspettando che Al Sistani (che ha una novantina di anni) si ricongiunga con Allah  per imporsi definitivamente nel paese.

In Siria Suleimani non ha tutte queste limitaziioni (americani, Al Sistani...) quindi può tranquillamente dare il meglio di sé. 

 

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Lunedì prossimo, Netanyahu sarà in visita ufficiale negli States: scopo della visita, tastare il polso a Trump sulle intenzioni americane in M.O. ed in particolare in Siria, alla luce sia dell'evoluzione della situazione sul terreno, sia del palese disimpegno di Washington nella regione,  recentemente ribadito dal comandante del Centcom,  secondo il quale la priorità americana "rimane la guerra allo Stato islamico". 

A questo punto, visto che lo Stato Islamico non esiste più ed attualmente non rappresenta alcuna minaccia oggettiva se ne ricava che ora come ora Washington non ha intenzione di ampliare il proprio impegno in Siria al di là di quanto sta facendo e che quindi ha di fatto appaltato la soluzione della questione siriana alla triade Russia-Iran-Turchia. 

Ergo, Netanyahu, rientrerà a casa con un problema in più (l'attuale disimpegno americano pur nell'ottica di una solida amicizia con Washington - ed a questo punto, in ogni caso, provvederanno le lobbies al congresso a lavorarsi la parte intelligente dell'amministrazione Trump) ma con una incertezza di meno: quella che nella futura sistemazione della Siria, l'Iran avrà la parte del leone, forse non così appariscente ma di sostanza. Infatti, gli verrà consentito di muoversi liberamente in Siria, dove cercherà di rendere effettivo sul campo quello che finora è un disegno strategico ambizioso: il cosiddetto "asse della resistenza" che passando da Hezbollah sul fronte della Galilea, alle milizie sciite in Siria sul fronte del Golan, magari ad Hamas sul fronte sud (che è sunnita, ma che non disdegna i rapporti con Teheran), cercherà di stringere Israele in una specie di assedio, contando sulla profondità strategica che il dominio del Siraq offre all'Iran e che invece manca fisicamente allo stato ebraico. 

Per  come la vedo io, Teheran sta cercando di replicare contro Israele, ma su scala enormemente più ampia, la tattica utilizzata contro le sacche ribelli in Siria per indurle alla resa: progressivo accerchiamento,  isolamento, indebolimento e quindi bombardamento indiscriminato (Aleppo, Goutha. ..), questa volta però attraverso l'utilizzo di decine di migliaia di razzi sparati dal sud-Libano,  Siria  e Gaza (se Hamas accettasse il rischio), allo scopo di saturare le difese ABM israeliane.

A quel punto,  sotto pesante pressione, per Israele sarebbe inevitabile una risposta durissima, magari contro lo stesso territorio iraniano (raid contro i terminal petroliferi e pioggia di Harpoon dai sottomarini, forse anche contro la centrale di Busher)  con conseguente incendio di tutta l'area mediorientale.

 

Tempistica prevista, imho: due/tre anni a partire dalla fine della fase "calda" della guerra civile in Siria.

Spero ovviamente di sbagliarmi, ma salvo un ritorno di Washington sulla scena siriana per limitare l'overpowering di Teheran (magari in accordo con Mosca,  a Putin rieletto), temo andremo verso una escalation militare, preludio ad una nuova guerra mediorientale.

 

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5 ore fa, sol invictus ha scritto:

Lunedì prossimo, Netanyahu sarà in visita ufficiale negli States: scopo della visita, tastare il polso a Trump sulle intenzioni americane in M.O. ed in particolare in Siria, alla luce sia dell'evoluzione della situazione sul terreno, sia del palese disimpegno di Washington nella regione,  recentemente ribadito dal comandante del Centcom,  secondo il quale la priorità americana "rimane la guerra allo Stato islamico". 

A questo punto, visto che lo Stato Islamico non esiste più ed attualmente non rappresenta alcuna minaccia oggettiva se ne ricava che ora come ora Washington non ha intenzione di ampliare il proprio impegno in Siria al di là di quanto sta facendo e che quindi ha di fatto appaltato la soluzione della questione siriana alla triade Russia-Iran-Turchia. 

Ergo, Netanyahu, rientrerà a casa con un problema in più (l'attuale disimpegno americano pur nell'ottica di una solida amicizia con Washington - ed a questo punto, in ogni caso, provvederanno le lobbies al congresso a lavorarsi la parte intelligente dell'amministrazione Trump) ma con una incertezza di meno: quella che nella futura sistemazione della Siria, l'Iran avrà la parte del leone, forse non così appariscente ma di sostanza. Infatti, gli verrà consentito di muoversi liberamente in Siria, dove cercherà di rendere effettivo sul campo quello che finora è un disegno strategico ambizioso: il cosiddetto "asse della resistenza" che passando da Hezbollah sul fronte della Galilea, alle milizie sciite in Siria sul fronte del Golan, magari ad Hamas sul fronte sud (che è sunnita, ma che non disdegna i rapporti con Teheran), cercherà di stringere Israele in una specie di assedio, contando sulla profondità strategica che il dominio del Siraq offre all'Iran e che invece manca fisicamente allo stato ebraico. 

Per  come la vedo io, Teheran sta cercando di replicare contro Israele, ma su scala enormemente più ampia, la tattica utilizzata contro le sacche ribelli in Siria per indurle alla resa: progressivo accerchiamento,  isolamento, indebolimento e quindi bombardamento indiscriminato (Aleppo, Goutha. ..), questa volta però attraverso l'utilizzo di decine di migliaia di razzi sparati dal sud-Libano,  Siria  e Gaza (se Hamas accettasse il rischio), allo scopo di saturare le difese ABM israeliane.

A quel punto,  sotto pesante pressione, per Israele sarebbe inevitabile una risposta durissima, magari contro lo stesso territorio iraniano (raid contro i terminal petroliferi e pioggia di Harpoon dai sottomarini, forse anche contro la centrale di Busher)  con conseguente incendio di tutta l'area mediorientale.

 

Tempistica prevista, imho: due/tre anni a partire dalla fine della fase "calda" della guerra civile in Siria.

Spero ovviamente di sbagliarmi, ma salvo un ritorno di Washington sulla scena siriana per limitare l'overpowering di Teheran (magari in accordo con Mosca,  a Putin rieletto), temo andremo verso una escalation militare, preludio ad una nuova guerra mediorientale.

 

la verità è che bibi andra da trump a chiedere il via libera alla guerrain quanto è l'unica cosa che può salvare la sua carriera politica e se stesso dalla galere in suguito agli scandali considerando problemi di trump possibile un suo appoggio oltre che il lascia passare

tutto il resto sono chiacchere

se c'è un paese assediato quello è l'iran da 100.000 soldati USA nelle varie basi dei paesi del golfo

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ma israele questa volta deve fare molta attenzione in quanto l'ultima guerra non è stata vinta è putin mi sembra un politico di parola che non tradirà i suoi alleati eneanche può permetterselo per far crescere il suo prestigio e affidabilità

gli israeliani devono capirlo e far fuori quelpazzo di bibi

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