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Situazione Corea del Nord: storico incontro tra Trump e Kim Jong-un

Post in rilievo

Corea del Nord lancia tre missili a corto raggio

 

 

 

Caduti in Mare del Giappone dopo 250 km. Seul: avanti esercitazioni con Usa

 

 

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La Corea del Nord ha lancio "vari missili" balistico, tutti a corto raggio, che secondo le prime informazioni, sono caduti nel Mare del Giappone dopo un volo di 250 km circa in direzione nord-est. Lo scrivono l'agenzia di stampa sudcoreana, Yonhap, che cita lo stato maggiore interforze di Seul, e quella giapponese, Kyodo. L'intelligence militare sudcoreana sta ora esaminando le tracce radar e altre informazioni. Il presidente sudcoreano, Moon Jae-in, scrive Yonhap, è stato informato.

I militari americani sostengono che i missili lanciati fossero tre, compiuti nell'arco di 30 minuti, e afferma che sono sostanzialmente falliti. "Il primo e il terzo non sono riusciti a volare a lungo. Il secondo missile lanciato sarebbe invece esploso quasi subito", ha dichiarato - citato da Bbc - Dave Benham, comandante dello Us Pacific Command, secondo il quale non c'è stata la minima minaccia a Guam o al territorio degli Usa. Secondo Seul, i missili sono caduti dopo 250 km nel Mare del Giappone. I vari missili, secondo il ministero della Difesa sudcoreano, sono stati lanciato a partire dalle 6:49 locali (le 23:49 di ieri in Italia) dalla provincia nordcoreana di Gangwon. "I militari mantengono un'attenta sorveglianza sulla Corea del Nord nel caso di ulteriori provocazioni", fa sapere il ministero della difesa di Seul.

 

Lo staff presidenziali sudcoreano ha annunciato che le forze militari statunitensi e sudcoreane andranno avanti con le loro esercitazioni congiunte in corso ''anche piu' a fondo'' in risposta agli ultimi lanci di missili balistici da parte della Corea del Nord

ansa

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Corea del Nord, oggi riunione d'urgenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu

 

 

 

Missile nordcoreano sorvola Giappone e cade in mare. Manovree aeree di Seul

 

 

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Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu si riunirà oggi d'urgenza su richiesta di Usa, Corea del Sud e Giappone "sulle minacce a pace e stabilità" per l'ultimo missile balistico lanciato in mattinata dalla Corea del Nord. Lo riporta l'agenzia Yonhap, citando un funzionario del ministero degli Esteri di Seul. Il vettore ha sorvolato il Giappone finendo nel Pacifico al largo di Hokkaido. Il presidente Donald Trump e il premier nipponico Shinzo Abe hanno avuto una telefonata sulla vicenda, convenendo di tenere viva la pressione su Pyongyang.

 

La Corea del Sud, in risposta al missile di stamani lanciato da Pyongyang che ha sorvolato il territorio giapponese prima di cadere nelle acque a est di Hokkaido, ha tenuto manovre aeree con quattro caccia F-15 che hanno sganciato otto bombe MK-84 su target al Pilseung Range, campo militare sulla costa orientale: il portavoce presidenziale Park Su-hyun ha detto che il direttore della sicurezza nazionale Chung Eui-yong ha avuto un colloquio con la controparte americana H.R. McMaster sull'ultima "provocazione" del Nord

 

La Corea del Nord ha lanciato un missile, dalle caratteristiche per ora non individuate, verso il mar del Giappone. Lo ha reso noto l'agenzia di stampa sudcoreana Yonhap. Il premier giapponese Shinzo Abe ha affermato che il missile lanciato dalla Corea del Nord ha sorvolato lo spazio aereo giapponese, all'altezza dell'isola di Hokkaido, ed è poi caduto in mare spezzandosi in tre parti. La tv pubblica giapponese ha anche riferito non ci sono segni di danni sul territorio giapponese. Dal canto suo Abe ha dichiarato che farà il massimo sforzo per proteggere la popolazione del Giappone.

Gli ultimi lanci-provocazione del regime di Kim Jong-un risalgono a due giorni fa quando, nella notte tra venerdì e sabato in Europa (sabato mattina a Pyongyang) tre missili balistici a corto raggio sono stati lanciati nell'arco di 30 minuti: uno è esploso subito, gli altri due hanno percorso circa 250 chilometri.

 

ansa

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Non credo ci sarà mai una guerra nucleare ma, se dovesse capitare spero che avvenga solo dopo che la Juventus vinca la sua champions.

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Pyongyang: "Missile sul Giappone solo preludio, ora puntiamo su Guam"

 

Minaccia della Corea del Nord agli Stati Uniti. Nel mirino di Kim Jong-un la base militare americana nell'isola. Consiglio di Sicurezza dell'Onu all'unanimità: "Nord Corea smetta subito queste provocazioni". Ma Russia e Cina chiedono agli Usa di non dispiegare il sistema antimissile nella Corea del Sud

 

dal nostro corrispondente ANGELO AQUARO

 

PECHINO - Era soltanto un anticipo? Il missile Hwasong-12 che vola per 2700 chilometri e 14 minuti, disintegrandosi in tre sull'Oceano dopo essere passato sulla testa degli spaventatissimi giapponesi, è solo "il preludio". Parola di Kim Jong-un che affida a un comunicato (in inglese) diffuso dalla tv di stato la sua personalissima dichiarazione di guerra: o di offerta per l'ultima, estrema, disperatissima trattativa?

 

La retorica del leader duella con quella tutta "fuoco e fiamme" di Donald Trump, che insiste: "Tutte le opzioni sono sul tavolo", quindi anche quella militare. Ma il Giovane Maresciallo dosa le parole come i missili che dall'inizio dell'anno ha distribuito di mese in mese fino a raggiungere martedì mattina la temibile soglia del numero 18. Certo: silenzio sui media del Nord sul fallimento, qualche giorno prima, del triplice lancio dei missili a corta gittata, due volati solo per 250 chilometri e il terzo esploso. Ma adesso che il razzo a medio raggio fa paura al mondo, sorvolando per la prima volta dal 2009 uno stato straniero, il Rodong Sinmun mostra in technicolor la potenza del regime, e il leader stesso annuncia che "questo lancio balistico è un anticiposignificativo dell'arginamento di Guam, la base avanzata dell'invasione". Ci risiamo? Torna la minaccia di "circondare di fuoco" l'isola americana nel Pacifico, visto che mai il regime si spinge a dire di essere pronto a colpire direttamente l'avamposto: sarebbe la sua fine, e probabilmente - per usare le sue stesse parole - il "preludio" anche a quella del mondo. Ma il problema adesso è: come fermarlo?

 

La "forte condanna" del Consiglio di sicurezza dell'Onu alla "vergognosa" azione è arrivata puntuale come i missili di Kim, e all'unanimità fra tutti i 15 membri, anche se non ha imposto nuove sanzioni: Cina e Russia, che hanno diritto di veto, le bloccherebbero, riconoscendole solo per punire i test a lungo raggio. L'impegno è dunque quello per una "soluzione pacifica, diplomatica e politica". E dov'è dunque quell'"azione seria" che reclama l'ambasciatrice Usa Nikki Haley, sostenendo che "quando è troppo è troppo"?

 

Pechino e Russia sono preoccupati per la corsa ai sistemi antimissili, naturalmente made in Usa, che dalla Corea del Sud, già dotata del contestatissimo Thaad, arriva fino al Giappone, dove ieri il sistema J-Alert è finito sotto accusa: va bene l'allarme sui telefonini e l'invito a salvarsi chi può, ma Tokyo adesso ha davvero paura. E non è un caso che poche ore dopo il brivido di Hokkaido, anche i giapponesi hanno dato il via alle prime esercitazioni, già precedentemente programmate, per le prove di funzionamento del sistema antimissile ASDF di Patriots.

 

Il missile di Kim cade infatti nel bel mezzo di un dibattito che divide il Giappone. Il premier Shinzo Abe sta cercando di cambiare la costituzione pacifista per permettere a Tokyo di armarsi - magari anche di quella stessa atomica di cui, unica nazione al mondo, porta ancora le stimmate: e intanto di difendersi con un altro sistema ancora, sempre americano, Aegis Ashore, che il governo ha promesso di acquistare. Il web di lì si scatena: perché non abbiamo abbattuto quel maledetto missile, come funzionano i nostri sistemi di difesa? Fosse semplice. Il comando Usa nel Pacifico assicura di averlo "seguito" per tutta la traiettoria, ma un missile lo abbatti se vedi che ti cade addosso: se ti sta passando sopra puntando oltre, e lo fai, ti ritrovi già in guerra.

 

La faccia di Abe in tv dopo che il missile gli era passato sulla testa era visibilmente, e comprensibilmente, tesa: al telefono con lui per 40 minuti, Trump gli assicura che l'America sosterrà il Giappone "al 100 per 100". Ma è la stessa espressione usata quando l'ha ricevuto in Florida, a maggio, all'inizio del mandato, e Kim ha esploso il primo missile dell'anno. Il Giappone annuncia dunque sanzioni unilaterali, già promosse dagli Usa un paio di settimane fa. La Russia dice invece che il lancio di martedì è la prova che non funzionano neppure quelle dell'Onu: occorre qualcosa che porti a uno scambio con Kim. Anche la Cina condanna le sanzioni unilaterali, e qualcosa che porti a uno scambio ce l'ha in mente da tempo, e lo ripete: "Suspension for suspension", americani e sudcoreani fermino le esercitazioni congiunte e i nordcoreani fermino i test.

 

Il Dottor Stranamore di Pyongyang continua a dirlo: il lancio sopra il Giappone, "che non ha recato alcun rischio ai paesi vicini", è stato condotto come "prova di forza per contrastare le esercitazioni Ulchi Freedom Guardian". La Corea del Nord le considera prove di invasione, e sono in programma fino a giovedì: siamo ancora in tempo allora per un altro test da brivido, che naturalmente può arrivare anche dopo, secondo la volontà del Giovane Maresciallo. Un missile verso Guam? O il test atomico per perfezionare la bomba da montare su un vettore intercontinentale capace di arrivare fino agli Usa?

 

L'unica buona notizia arriva proprio dall'altra parte del Pacifico. Trump si sarebbe deciso, dopo 6 mesi di vuoto, a nominare il nuovo ambasciatore a Seul. È Victor Cha, esperto di Corea del Nord e già parte della delegazione che negli anni scorsi provò a mediare con Kim. Altro che "fuoco e fiamme": questo sì che sarebbe un colpo sparato a dovere, questo sì che potrebbe essere il vero "preludio" non verso l'inferno del fuoco intorno a Guam ma magari del limbo del dialogo in cui tutto il mondo non vede l'ora di rifugiarsi.

 

Repubblica

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Non credo ci sarà mai una guerra nucleare ma, se dovesse capitare spero che avvenga solo dopo che la Juventus vinca la sua champions.

 

Allora possiamo stare tranquilli.......sefz

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Se attaccano Guam si scatena la guerra....definiamola cosi..basta che l'america manda 2 bombe e quel paese sparisce.

 

Credo che Kim non sia così stupido. Sa benissimo che se attacca Guam o la Corea del Sud o il Giappone, verrà annientato in men che non si dica e anche i suoi "amici" cinesi lo molleranno senza alcun indugio. Sta alzando il livello delle provocazioni perché vuole ottenere qualcosa di tangibile subito (tipo l'alleggerimento delle sanzioni economiche e la cessazione delle manovre militari USA-Corea del Sud) ma non credo che firmerà il suicidio suo e del suo Paese attaccando la più grande potenza al mondo.

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Razzi è pronto a partire per la Corea: "Trump mi dica cosa riferire a Kim"

 

Il senatore si presenta come mediatore fra i due leader. "Per il bene del Pianeta, questo e altro"

 

Al centro della scena politica e mediatica, il senatore Antonio Razzi rivendica da tempo l'impegno speso a favore della pace fra i Paesi: prima fra le due Coree e ora anche fra la Corea del Nord del dittatore Kim e l'America di Trump. "Sono pronto a fare da tramite e da mediatore tra le parti. Per il bene del Pianeta", ha affermato ai microfoni di Radio Cusano Campus.

 

Nonostante l'escalation di tensione che caratterizza le relazioni diplomatiche fra USA e Corea - l'ultimo episodio risale ad appena qualche ora fa - la missione del senatore italiano appare piuttosto semplice e chiara: mediare fra le due potenze mondiali al fine di ristabilire un clima di pace. E per fare ciò, propone: "Fatemi parlare con Trump, sono a disposizione, così poi riferisco a Kim il messaggio che vuole mandare il presidente degli Usa".

 

Deputato del centro-destra e membro della Commissione Affari Esteri, Razzi farà infatti nuovamente in visita al Paese asiatico e si dice pronto a presentarsi come interlocutore privilegiato di Kim Jong-Un: "Il 20 settembre sarò in Corea del Nord. Cercherò di impegnarmi per far capire ai vertici del Paese quanto può essere importante mediare".

 

Un ruolo di cui Razzi sottolinea l'importanza dal momento che, pur non condividendo "le prove di forza" di Kim, talvolta lo vede costretto a farle perché "nessuno vuole parlare di lui".

 

Huffington post

 

Tutto a posto .sisi

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Tutto a posto .sisi

 

Un ruolo di cui Razzi sottolinea l'importanza dal momento che, pur non condividendo "le prove di forza" di Kim, talvolta lo vede costretto a farle perché "nessuno vuole parlare di lui".

 

:| :| no dai... mi rifiuto di credere che possa aver detto una cosa del genere... ahah.asd

 

sarebbe troppo anche per Razzi... .uah .uah

 

O forse no... uum

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Come ho già scritto, non succederà nulla, gli americani non sanno nemmeno su chi possono fare affidamento e chi si schiererà contro di loro....non sono sicuri nemmeno dell'alleanza col Sud.

Il Giappone militarmente è debole, non prenderà mai nessuna iniziativa, il sud teme il nord e col nuovo presidente probabilmente preferirebbero sottomettersi piuttosto che fargli guerra.

 

L'ultima volta la guerra fini' pari, dopo che morirono 3 milioni di persone, non c'erano le armi di oggi, e la cina non era ancora una potenza...oggi sarebbe tutto diverso e le conseguenze sarebbero 1000 volte più drammatiche.

 

Ripeto, nessuno sarebbe cosi masochista, è sempre e solo il solito gioco propagandistico da ambo le parti.

Potrebbe succedere qualcosa di "reale" solo se il nordcoreano causa qualche incidente non voluto, come ad esempio abbattere un aereo per sbaglio, durante uno dei suoi stupidi test intimidatori.

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:| :| no dai... mi rifiuto di credere che possa aver detto una cosa del genere... ahah.asd

 

sarebbe troppo anche per Razzi... .uah .uah

 

O forse no... uum

Io non ho nemmeno capito cosa intendesse dire. .boh

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Io non ho nemmeno capito cosa intendesse dire. .boh

 

Che secondo Razzi, il buon Kim ogni tanto sparacchia missili in giro perché si sente solo ed ignorato e ha bisogno di attenzioni...

Un po' come i bambini che strillano perché vogliono essere presi in braccio...

 

Che ribaltando questa cosa su Kim ne viene fuori un'immagine tra l'agghiacciante e il grottesco... .uah .uah

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A questo proposito, riporto il divertente commento di Gramellini nel consueto "Caffè" del Corriere della Sera:

 

Razzi antimissile

Al culmine della crisi atomica il senatore Razzi si offre come mediatore tra Kim e Trump. Perché no? In fondo ha il cognome adatto e dei tre non è neppure il più ignorante. Spende per truccatori e parrucchieri la metà di Macron senza averne l’insopportabile prosopopea. E conosce venti parole di inglese: cinque meno di Trump, ma tre più del ministro Alfano. Inoltre è un grandissimo esperto di calcio nordcoreano, l’unico argomento capace di distrarre Kim dalla sua passione per i missili intercontinentali e gli sgozzamenti dei parenti prossimi. In attesa di salire sul volo Pescara-Pyongyang — o di trasformarsi in un Razzi missile con circuiti di mille valvole, come nella sigla di Ufo Robot — ha già colto il punto debole del bombarolo asiatico. «Si comporta così perché nessuno parla di lui». Ma certo, Kim è un narcisista bisognoso di affetto. Spara missili come un bimbo grissini: per attirare l’attenzione dei grandi seduti a tavola. Basterà farlo sentire importante e ubriacarlo di complimenti iperbolici in una lingua incomprensibile a entrambi, per esempio l’italiano. Trump, Kim e Razzi. Nella crisi dei missili di cinquant’anni fa c’erano Kennedy, Kruscev e papa Giovanni. Ma il tempo dilata il peso dei protagonisti (o rimpicciolisce quello dei successori) e può darsi che tra cinquant’anni anche questo terzetto verrà ricordato con rimpianto. Una cosa è sicura. Ignoro se esista il governo mondiale-ombra di cui parlano i grillini, che muoverebbe i fili del pianeta da dietro le quinte. Ma, visto chi sta sul palcoscenico, ogni tanto viene quasi da augurarselo

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Corea, Trump manda i caccia al confine. E Pechino avverte: "Non è un war game"

 

Seul avverte: "Possibili nuovi lanci e il sesto test nucleare". Pyongyang intanto minaccia: "Giappone alleato con gli Usa rischia autodistruzione". E Tokyo si prepara ad aumento record del bilancio per la Difesa

 

Dopo il lancio del missile balistico di Pyongyang che martedì ha sorvolato il Giappone finendo poi nel Pacifico, Donald Trump reagisce spedendo caccia Usa a lanciare bombe sul confine tra le due Coree per mettere pressione a Kim Jong-un. Una dimostrazione di forza che alza ancora il livello di tensione. E da Pechino arriva un richiamo: "La situazione è seria e la penisola coreana non è un gioco di guerra", ammonisce Pechino contestando anche le sanzioni emesse da Washington.

 

Intanto, l'agenzia ufficiale nordcoreana ha diffuso, attraverso un inusuale messaggio video sulla Tv di Pyongyang, nuove minacce contro il Giappone. "Tokyo alleata con gli Usa, sta rischiando l'autodistruzione". E nel comunicato si nomina direttamente l'isola di Hokkaido, sorvolata martedì scorso dal missile a medio raggio lanciato proprio dalla Corea del Nord. Minacce accolte a Tokyo con una corsa al riarmo: il ministero della Difesa giapponese ha chiesto un aumento record del proprio bilancio nell'anno fiscale 2018. L'importo, di 5.200 miliardi di yen (40,5 miliardi di euro), è pari a un incremento del 2,5%, e gran parte servirebbe a coprire le spese per le nuove batterie di missili intercettori terra aria e sistemi navali di contraerea. Se il parlamento lo approvasse, sarebbe il sesto aumento annuale consecutivo sotto la guida del premier Shinzo Abe, dopo 10 anni di riduzioni.

 

Il missile lanciato martedì sul Giappone è stato lanciato a metà della sua gittata potenziale: è l'ultima ipotesi dei militari sudcoreani contenuta in un'analisi sulla vicenda depositata presso il parlamento di Seul. Il vettore Hwasong-12 a medio raggio è partito con un angolo definito "normale" e, malgrado la potenza ridotta, ha seguito la traiettoria di circa 2.700 km con un'altitudine massima di 550 chilometri.

 

Se fosse stato programmato a piena gittata, quindi, avrebbe potuto coprire 4.500-5.000 km. Ma il nodo sulla pericolosità dei vettori della Corea del Nord è legato soprattutto alla capacità di rientro in atmosfera. Illustrando un rapporto dettagliato sull'ultima intemperanza di Pyongyang, il vice ministro della Difesa sudcoreano Suh Choo-suk ha spiegato in un'audizione parlamentare che "è necessaria un'attenta analisi sul punto" aggiungendo di ritenere basate su "speculazioni" le ricostruzioni di media secondo cui il missile di Pyongyang si sarebbe spezzato in tre pezzi, quale fallimento della parte finale del test.

 

Inconsueta inoltre la base di lancio scelta: il campo d'aviazione di Sunan, alle porte di Pyongyang. "C'è la possibilità di provocazioni strategiche, inclusi i lanci aggiuntivi di missili balistici e un sesto test nucleare", evidenzia il rapporto, rinnovando i timori sull'imprevedibilità di Pyongyang. Il tutto allo scopo di "mostrare i miglioramenti

 

 

nelle capacità sul fronte delle testate nucleari e dei relativi strumenti di consegna". Il Nord, ricorda l'agenzia Yonhap, resta sempre pronto a effettuare la detonazione di un ordigno atomico in ogni momento al sito dei test nucleari di Punggye-ri.

 

Repubblica

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Non credo ci sarà mai una guerra nucleare ma, se dovesse capitare spero che avvenga solo dopo che la Juventus vinca la sua champions.

Le priorità della vita. sefz

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Che secondo Razzi, il buon Kim ogni tanto sparacchia missili in giro perché si sente solo ed ignorato e ha bisogno di attenzioni...

Un po' come i bambini che strillano perché vogliono essere presi in braccio...

 

Che ribaltando questa cosa su Kim ne viene fuori un'immagine tra l'agghiacciante e il grottesco... .uah .uah

 

il buon Kim lancia Razzi .ghgh

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Comunque la vita è proprio strana...

 

Vi rendete conto che un bamboccio (sì lo chiamo così, perché per fortuna non sono coreano altrimenti sarei già morto) tiene in tensione i paesi più importanti del mondo?

Cioè una persona, UNA, dà un ordine di buttare delle bombe e riesce a creare 'sto casino.

 

E' una cosa spaventosa vedere così tanto potere in mano ad una persona. Cioè questo è nato così, già capo di un paese, già dio per i suoi cittadini...

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Ma perché del regime statunitense ne vogliamo parlare quelli che pretendono di comandare ovunque persino a casa degli altri

 

 

 

 

 

 

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Kim contro Kim

 

di VITTORIO ZUCCONI

 

La totale, irridente indifferenza del satrapo nordcoreano Kim alle minacce e alle lusinghe di Donald Trump, come alle sempre sdentatissime risoluzioni Onu, dimostra ancora una volta che il solo, vero nemico in grado di abbatterlo è lui stesso.

 

Con il lancio di un missile balistico che ha attraversato il cielo dell’Hokkaido, la grande isola nel nord del Giappone, che ha scatenato il secondo allarme aereo nella storia del dopoguerra, Kim Jong-un ha corso un rischio del quale neppure si è reso conto: se quell’ordigno, di dubbia affidabilità come tutto l’arsenale missilistico nordcoreano, si fosse spezzato in volo alla maniera degli Scud di Saddam Hussein e rottami fossero precipitati sulla popolazione dell’Hokkaido uccidendo sfortunati e casuali bersagli, il segnale di via per un’azione militare di rappresaglia militare sarebbe stato dato.

 

Ma è soltanto con un attacco e con vittime, casuali o deliberate, che il regime di Pyongyang si esporrebbe alla rappresaglia degli Stati Uniti e dei suoi alleati, Giappone e Corea del Sud. La “Linea Rossa” che Kim sa di non potere attraversare, se non vuole suicidarsi, è l’aggressione, diretta o accidentale. In assenza, non c’è nulla che Trump possa fare, non ci sono operazione di forza preventiva che sarebbero giustificabili e come lo sa Kim, così sa lui. Siamo tornati a un classico paradosso degli anni della Guerra Fredda, quando i mostruosi arsenali di Urss e Usa erano del tutto inutili nei conflitti locali, come dimostrarono gli americani sconfitti in Vietam e i russi in Afghanistan: la “Impotenza della Superpotenza”.

 

Attraverso i canali semiufficiali che tutti i governi usano e che i governi totalitari prediligono, Pechino ha fatto sapere a Washington che nessun attacco preventivo sarebbe accettabile per la Cina e che la sola strada aperta è quella della pressione economica e diplomatica. Ma quegli stessi canali hanno chiarito - e come lo hanno fatto a Washington hanno fatto certamente a Pyongyang - che qualsiasi azione aggressiva nordcoreana lascerebbe Kim, la sua cricca e la sua forza armata completamete soli, in balia della immensa e schiacciante furia militare Usa.

 

"Non c’è nessuna opzione militare praticabile" si era fatto sfuggire Steve Bannon, il ‘Rasputin’ ideologico della Casa Bianca cacciato poco dopo avere spifferato questa ovvia verità, non quando le armate di Kim hanno 10 mila bocche da fuoco puntate sulla capitale Seul e pronte a compiere una strage nella densissima metropoli del Sud.

 

Se Kim decide di suicidarsi e di trascinare con sè migliaia e migliaia di coreani, a Sud come a Nord di quel 38esimo parallelo che segna la linea dell’armistizio – mai divenuto trattato di pace – da 60 anni deve soltanto colpire un bersaglio reale, come le basi americane, giapponesi o coreane, a portata dei suoi missili e firmerebbe il proprio certificato di morte.

 

Una guerra calda, che ormai porta in sè la possibilità di uno scontro nucleare nell’Asia Orientale, dipende dall’istinto di sopravvivenza del più squilibrato dei protagonisti del dramma. E dalla speranza che uno di quei missili sparacchiati per intrattenere il piccolo despota non piombi, per errore o per guasto, su una città.

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Le priorità della vita. sefz

la prima bomba nucleare esploderà quando saremo in finale con un vantaggio di 5 a 0 a cinque minuti dal fischio finale.....Partita sospesa e competizione annullata .sisi

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la prima bomba nucleare esploderà quando saremo in finale con un vantaggio di 5 a 0 a cinque minuti dal fischio finale.....Partita sospesa e competizione annullata .sisi

Quindi possiamo stare tranquilli. .asd

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