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Leevancleef

Quei giornalisti che non si meritano Buffon capitano della Nazionale e quelli che dovrebbero chiedere scusa al calcio

Post in rilievo

La vittoria del 6° scudetto consecutivo che ci fa entrare (per l’ennesima volta eh… non siamo mica nuovi all’argomento) nella Leggenda del calcio è coincisa, per quanto mi riguarda, con uno di quei festeggiamenti old style che ti portano a passare la notte in bianco per strada, leggermente alticci, diciamo. Di conseguenza ho potuto seguire solo fino ad un certo punto il post-vittoria, risparmiandomi le trasmissioni sportive così come gran parte degli articoli scritti a margine del trionfo.

 

Poi però per curiosità qualcosa vai a spulciare, vai a rivedere, vai a leggere… e così scopri e trovi di tutto! Dai soliti tweet VERGOGNOSI di chi paragona la Juve agli imprenditori che esultavano per il terremoto, pennivendoli infami che dovrebbero chiedere scusa prima al calcio e poi al genere umano, (oltre al fatto che sarebbero dovuti essere già stati espulsi dall’Ordine dei giornalisti, se ne esistesse uno… ma il sindacato esiste solo quando deve proteggere Varriale da Zuliani), a chi, molto più “innocentemente” (doveroso sottolinearlo per prendere le distanze da certi infami), ma con una forte dose di comicità, entra anch’egli nella Leggenda rompendo la tradizione, e per la prima volta, dacché io ricordi, invece di iniziare la trasmissione serale post-scudetto parlando della squadra Campione d’Italia (e che a latere ha giusto un po' riscritto la storia del calcio), preferisce dedicare i primi 40 minuti di trasmissione all’Inter che aveva appena vinto una partita inutile contro la Lazio, salvo poi celebrare la Juve nientedimenoche per 20 minuti abbondanti con spunti che nemmeno il miglior Woody Allen (la perla: “Cuadrado e Mandzukic rendono perché la Serie A è povera di terzini adatti a contrastarli, altrimenti la musica sarebbe diversa. Fino a quando le dirigenze delle altre squadre ragioneranno così…” - poco conta che Cuadrado e Mandzukic siano anche in finale di Champions…). Firmato: Caressa & Sky Calcio Club, che in pratica dedicarono alla Juve molto più tempo quando si trattò di approntare le moviole (“che noi non trattiamo, ma questa volta dobbiamo farlo…”) dopo Juve-Inter e Juve-Milan.

 

Ad ogni modo… roba divertente, algominchiateritmiche, in sintesi.

 

Così come quando scopri che se alcuni giornalisti danno il meglio di sé durante l’anno (inutile citarli, li conosciamo tutti), altri aspettano proprio la fine del campionato per sfogare quell’amarezza che deriva dal vedere sempre gli altri vincere titoli, o come piace dire a loro, tituli.

Con tutto il bailamme sul numero 6, sul “sesto” scudetto, sugli hashtag che sfruttano (giustamente!) le assonanze grafiche per sottolineare l’impresa, è giusto rimarcare un aspetto che dà fastidio ancora a molti (il che a noi dispiace…), ovvero che questo è sì il sesto tricolore consecutivo, è sì un’impresa leggendaria, ma costituisce lo scudetto numero 35, TRENTACINQUE, per chi è poco bravo in aritmetica (cit. Crosetti sugli juventini).

La Juve vincendoli consecutivamente sta facendo in realtà un favore a tanti media che non sanno come districarsi dalla matassa, e che si salvano “neutralmente” in corner citando sempre “la serie” e non “il totale”. Per alcuni è anche un atteggiamento comprensibile, sotto certi punti di vista, perché piuttosto che impelagarsi in una lotta sanguigna si mantengono al di sopra delle parti citando la dicitura più diplomatica.

Non che a me (e, credo, a voi) interessi più di tanto chi o cosa ce ne attribuisce due in più o due in meno. Sentire, per l’appunto, Crosetti che fa un’affermazione come quella di cui sopra non mi fa né caldo né freddo, così come vedere su alcuni portali parlare di 33° scudetto (in altri addirittura di 32°… ma vabbè, non è la cosa peggiore che c’è toccata sentire da quei siti sefz) ha per me la valenza di un tweet di Pistocchi: il nulla mischiato al niente! Anzi, a parte il senso di viscido che scatenano alcuni, si prova quasi piacere a sbattergli in faccia il numero esatto.

 

Certo… spiace che persino su Tuttosport del lunedì per trovare una foto col 35 si debba arrivare a pagina 13 (ed è la foto di Licht con Chiello, non una grafica del giornale) quando in altri momenti il numero degli scudetti lo si sbatteva trionfalmente in copertina. Che lo stesso giornale faccia scrivere ai soliti noti un pezzo di completamento sul perché gli scudetti siano comunque 35… insomma… sì, ci sta, ma l’impatto “visivo” è diverso, e non vorremmo che si stesse strizzando l’occhio all’andazzo “neutrale” in voga da altre parti. Ma insomma… anche questa è roba soppiantata dalla goduria pornografica che stiamo vivendo.

 

Diverso è il caso di un articolo del Corriere della Sera (cioè del primo quotidiano nazionale) a firma di Tommaso Pellizzari che scrive (“senza polemica”) una lettera di risposta a Buffon, il quale aveva affermato, sin da pochi minuti dopo il trionfo, che questo appena vinto è il suo 10°scudetto (motivandone anche le ragioni in un equilibrato articolo su La Stampa).

Pellizzari (sempre “senza polemica”) dice chiaramente a Buffon non avrebbe dovuto scrivere quanto ha scritto, che ha commesso un errore.

Ma va oltre. Gli dice anche (sempre “senza polemica”) che non sono frasi degne del Capitano della Nazionale.

Arriva cioè alla delegittimazione di un monumento dello sport (ma facendolo “senza polemica” eh) solo perché ha affermato che questo è il suo 10°scudetto vinto (tra l’altro affermazione correttissima anche da un punto di vista logico-grammaticale, perché persino per chi pensa il contrario è impossibile negare che lui ne abbia vinti 10 e che poi 2, dal -LORO- punto di vista, gli siano stati tolti dall’ingiustizia sportiva).

 

Per fare ciò Pellizzari usa dei paragoni che per gentilezza possiamo definire senza senso:

“che cosa penserebbe se l’ambasciatore statunitense in Italia dicesse che il suo presidente è Hillary Clinton, perché ha preso più voti?”

Paragone che ovviamente c’entra come Carlo Alvino in una facoltà universitaria, dato che nelle elezioni americane non vince chi prende più voti totali (a differenza dei punti totali di un campionato di calcio che premiano il vincitore); sarebbe come se io paragonassi Bruno Peres a Dani Alves, ma questo passava il convento, un paragone più sensato non è riuscito a partorirlo.

 

Poi Pellizzari va oltre, e spara la cartuccia del tormentone molto in voga: “A togliere gli scudetti del 2005 e del 2006 alla Juventus sono stati i tribunali della giustizia sportiva, cioè quelli facenti capo alla Federcalcio e al Coni, di cui la nazionale italiana di calcio è in qualche modo l’emanazione diretta. Attribuendosi due scudetti cancellati, lei nega valore e legittimità agli organi giudiziari delle strutture per le quali lei stesso lavora.”

 

Ecco Buffon, siccome “lo dice una sentenza” (questo è il tormentone), lei non può dire che quegli scudetti li sente suoi. Siccome “lo dice una sentenza” (di un processo fatto in 20 giorni in modo osceno, non ribaltabile 5 anni dopo pena il crollo di tutto il calcio italiano), nessuno ha il diritto di urlare la propria innocenza. Nemmeno se leggendo le carte, (consiglio che dovrebbe valere sempre) viene detto che quei campionati risultano regolari. Siccome “lo dice una sentenza”… in tutti i casi giudiziari del mondo chi crede nella propria buonafede non può continuare a farlo, non può professarla, no. Ce lo dice Pellizzari. Devono uniformarsi al “pensiero” di quella sentenza. Non conta se ti sei fatto la Serie B dando seguito (quello sì, doverosamente, secondo la legge) ad una sentenza, così come non conta se ti fai il carcere ingiustamente (anche lì obbedendo alla legge, anche se ti senti vittima di un’ingiustizia). E mi fermo qui per non arrivare ad esempi ben più gravi, purtroppo. No, anche in quei casi non puoi continuare a professare ciò in cui credi, nonostante tu abbia pagato. Non puoi dire al mondo che non sei un assassino, non puoi dire che non credi al modo in cui ti viene “raccontata” la morte di un tuo caro, non puoi dire che non hai rubato, non puoi dire di essere vittima di un torto, non puoi dire al mondo, rapportandolo al calcio, che quegli scudetti li senti tuoi. Perché “lo dice una sentenza”. La frase che nasconde tutte le ipocrisie.

E’ inutile elencare la lunga sfilza di sentenze ingiuste degli “organi giudiziari” secondo le quali, per Pellizzari, dovremmo stare muti difronte al supremo giudizio… “umano”! Si va da stupri giustificati perché una donna portava i jeans, a mancati risarcimenti ai familiari di morti sul lavoro che fanno accapponare la pelle (e in mezzo c’è il mondo, ovviamente). Con alcune, o tante, di queste bestialità giuridiche sarà in disaccordo lo stesso Pellizzari, ma quando si parla di calcio no, non si riesce a discernere, non si riesce a fare la differenza tra il “dare seguito” ad una sentenza (quindi giocare in Serie B nonostante un processo-farsa, lo smembramento della squadra, ecc), e il dover essere d’accordo con la stessa.

 

Il lato pruriginoso di questo modo di pensare emerge nell’ultima parte dell’articolo (ricordiamolo: del principale quotidiano nazionale, uno dei più importanti al mondo), da cui traspare come l’essere tifoso spesso venga prima del buon senso. Peccato che mentre noi questo atteggiamento lo conosciamo, la gran parte dei lettori del Corriere della Sera non lo consideri affatto (e dietro questa “autorevolezza” della fonte, che la si reputi tale o meno, cresce e si fomenta il sentimento antijuventino e le * che ne conseguono). Pellizzari conclude così:

“Rivendicare le vittorie della Juve moggiana (ora diventa tutta la “Juve moggiana”, non più quella dei due scudetti revocati, ndr) non è il modo migliore di celebrare i trionfi del ciclo di Andrea Agnelli. Nell’era dei sei scudetti consecutivi, gli episodi arbitrali discutibili si contano sulle dita di una mano - quelle che non bastano per enumerare le vostre vittorie recenti. Tanto che nessuno si sogna di metterne in dubbio la legittimità. Non a caso, questa Juve è diventata una grande d’Europa, in grado di giocarsi due possibili triplete in tre stagioni. Quella di Moggi vinceva molto in Italia, ma i triplete non li ha mai nemmeno sfiorati. Nemmeno con lei fra i pali. Qualcosa vorrà dire. Lo hanno detto le sentenze di Calciopoli. Sportive e della magistratura ordinaria”.

Ecco… a testimonianza dell'ignoranza di questo pezzo basti ricordare che quella Juve "fuori dall'Italia" fece 6 finali europee di cui 5 consecutive (4 di Champions, record assoluto nella storia), venendo più volte nominata squadra più forte al mondo in quel decennio e fungendo da ispirazione per un certo Alex Ferguson e il suo Manchester United (ammesso che Pellizzari li conosca).

 

Detto così, "senza polemica”, Tommaso, ma solo basandosi sui fatti: sei tu a non meritarti uno come Gigi Buffon Capitano della Nazionale!

 

E detto sempre così, “senza polemica”: è anche grazie al grande calderone giornalistico in cui viene “cucinato” questo modo di trattare la Juve, nel quale si trovano tutti gli ingredienti possibili… dall’odio spudorato di alcuni infami, al viscidume di chi ha forse paura che i colleghi lo mettano da parte in redazione, alla parzialità mediatica su tv e giornali, al livore fomentato sui media locali (e l’Italia è una “summa” di media locali), al prurito ipocrita o finto-intellettuale di alcune firme che non conoscono nemmeno ciò di cui parlano…

Ecco: è anche per tutto questo che noi godremo sempre il triplo ad ogni nostra vittoria!

Ma sempre facendolo “senza polemica”.

 

 

- Leevancleef -

 

---------------

 

Nello spoiler il delir… l’articolo di Pellizzari.

 

 

Juventus campione d’Italia: quei 10 scudetti che sono 8, lettera aperta (e senza polemica) a Gigi Buffon

 

Le tre ragioni per le quali il post su Facebook del portiere, in cui rivendica i titoli tolti dai processi di Calciopoli, è un errore non da capitano (anche) della nazionale

 

di Tommaso Pellizzari

 

Caro Gigi Buffon, permetta la domanda un po’ strana, soprattutto all’indomani della conquista di uno scudetto: visto che siamo alla vigilia dell’arrivo di Donald Trump in Italia, che cosa penserebbe se l’ambasciatore statunitense in Italia dicesse che il suo presidente è Hillary Clinton, perché ha preso più voti? Probabile che si sentirebbe un po’ spiazzato, come molti di noi leggendo le parole che lei ha scritto domenica pomeriggio, dopo la vittoria del sesto scudetto consecutivo della Juventus, sulla sua pagina Facebook: «2006/2007 - 2016/2017. 10 anni esatti. Come i 10 scudetti che ho vinto». Inserendo cioè nel conto totale i due scudetti tolti ai bianconeri dalle sentenze di Calciopoli.

Non è la prima volta e non sarà l’ultima che un calciatore o un dirigente della Juve rivendica quelle vittorie. Ed è giusto riconoscere che, in un suo successivo intervento sul quotidiano «La Stampa», lei ha meglio chiarito (e con una dolcezza non banale) il suo pensiero: «Sì, dieci. Non mi vergogno a dirlo (...). La Federazione, Wikipedia o la Lega dicono che sono otto. Io non discuto arbitri, giudici e leggi. Ma nessuno può negarmi il diritto di sentirli tutti miei. Il mio primo amore è stata una ragazzina incontrata alle medie. Era un sentimento non corrisposto. Ma cosa importa, per me era amore».

Feelings are facts, i sentimenti sono fatti, ha scritto uno psicologo americano. Quindi massimo rispetto. Però lei è anche il capitano della nazionale. Colui che rappresenta quindi non solo i tifosi juventini, ma quelli di un intero Paese. Per tornare al lessico della politica, lei un po’ «il capitano di tutti», compreso l’80% di italiani che non tifano Juve.

Ma il punto non è nemmeno questo. A togliere gli scudetti del 2005 e del 2006 alla Juventus sono stati i tribunali della giustizia sportiva, cioè quelli facenti capo alla Federcalcio e al Coni, di cui la nazionale italiana di calcio è in qualche modo l’emanazione diretta. Attribuendosi due scudetti cancellati, lei nega valore e legittimità agli organi giudiziari delle strutture per le quali lei stesso lavora.

Non il massimo per un giocatore che nei suoi interventi (fuori dal campo) ama insistere sul rispetto di determinati valori: lo ha fatto di recente, con un bellissimo post in difesa della memoria del Grande Torino sparito nell’incidente di Superga (qui il commento di Massimo Gramellini). Ma anche il rispetto delle sentenze e della legalità è un valore. Lo è in generale. E lo è in particolare se esse provengono da organismi inseriti all’interno di una struttura di cui non solo si fa parte, ma che si rappresenta con la fascia di capitano. Non crede?

Infine, e tra parentesi, permetta un piccolo consiglio, non richiesto come tutta questa lettera aperta. Rivendicare le vittorie della Juve moggiana non è il modo migliore di celebrare i trionfi del ciclo di Andrea Agnelli. Nell’era dei sei scudetti consecutivi, gli episodi arbitrali discutibili si contano sulle dita di una mano - quelle che non bastano per enumerare le vostre vittorie recenti. Tanto che nessuno si sogna di metterne in dubbio la legittimità. Non a caso, questa Juve è diventata una grande d’Europa, in grado di giocarsi due possibili triplete in tre stagioni. Quella di Moggi vinceva molto in Italia, ma i triplete non li ha mai nemmeno sfiorati. Nemmeno con lei fra i pali. Qualcosa vorrà dire. Lo hanno detto le sentenze di Calciopoli. Sportive e della magistratura ordinaria).

Nel congratularmi per le vittorie della Juve, sue personali e per la sua inimitabile carriera, la saluto.

 

Corriere della Sera

 

 

 

 

In quest'altro spoiler i tweet di un esponente di quel giornalismo italiano (scrive regolarmente su un quotidiano nazionale) che dovrebbe chiedere scusa al calcio, e poi al genere umano per l'aria sottratta al prossimo

 

 

Ziliani_VERGOGNOSO_commento_dopo_il_sesto_scudet.jpg

 

Ziliani_che_chiama_ladra_pubblicamente_la_juvent.jpg

 

 

 

 

In quest’altro spoiler… la realtà dei fatti.

 

 

Sudetto_35_img_resize.png ]

 

 

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Gran pezzo, complimenti.

 

Giusto per inciso, per me, prima o poi, Ziliani lo trova qualcuno che lo suona di brutto. E' un misto tra un auspicio e una sensazione... :patpat:

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Gran pezzo, complimenti.

 

Giusto per inciso, per me, prima o poi, Ziliani lo trova qualcuno che lo suona di brutto. E' un misto tra un auspicio e una sensazione... :patpat:

 

Confido molto nella notte del 3 giugno, magari farà tutto da solo..

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Lee, di Pellizzari lo avevo letto Lunedi. D'altra parte aspettarsi qualcosa di intelligente dal gruppo rcs è come confidare in un incontro ravvicinato con gli alieni.

 

Per gli altri: moriranno affogati, e io godo come un riccio. E poi Ziliani è già stato condannato per diffamazione.... magari segnaliamolo...

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Per carità, apprezzo anch'io il pezzo. Ma, se Supergigi stesso non si è sentito in dovere di replicare, perchè dobbiamo onorare di cotanta attenzione certa spazzatura ?

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Che dire, non abbiamo "amici" in Italia

il che è strano, la squadra più vincente del proprio paese, che non ha la maggioranza assoluta di tifosi? o forse si, ma non sono adeguatamente rappresentati dai media....

 

Lo meriteresti tu uno spazio sul più grande quotidiano nazionale.

Lo dico "senza polemica"... :d

d'accordissimo

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Gran bel pezzo e condivido tutto, l'avevo poi letto anch'io quell'articolo di Pellizzari, un calderone di idiozie e superficialità.

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Nulla mischiato col vuoto? .svengo

Non me lo dovevi fare Leev, si dice nulla mischiato col niente... da buon siciliano ci tengo a queste cose .mandrillaccio

 

 

:p

 

A parte le battute (fino ad un certo punto sefz), grandissimo e pezzo! .allah

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