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Giannij Stinson

Juventus Women 2017/2018 | La rosa, il calciomercato e tutte le news sulla squadra

Post in rilievo

Per la squadra maschile i problemi sono ben altri, in quanto si tratta di competere con altre società europee che hanno disponibilità economiche diverse dalle nostre.

Per la squadra femminile il problema è, semmai, quello di capire se la società voglia effettivamente impegnarsi il più possibile in questo progetto, entro i ristretti vincoli imposti dalle regole nazionali; e mi pare di capire che secondo te questa volontà non c'è.

 

Se c’è, o, meglio, ci sarà, perché al momento della fondazione della squadra non c’era, al di là di quel che possono dire ai genitori, sarà solo dovuto al formidabile successo, sportivo e non, che la squadra avrà avuto, cosa che francamente mi auguro (per questo dico che è importante vincere subito lo scudetto e anche la coppa Italia).

Ecco, se ci sarà questa volontà lo vedremo immediatamente questa estate con il mercato che faranno per affrontare la Champions league.

Se compreranno ragazze del profilo di quella di cui parliamo, evidentemente questa volontà non ci sarà, ma questo non posso saperlo, solo del passato posso parlare.

Le parole di Agnelli in occasione dell’approvazione del bilancio, dove ha detto candidamente che la squadra femminile è stata fatta perché glielo ha chiesto l’Uefa, senza poi spendere sulla squadra femminile nemmeno un’altra parola su presunti progetti di crescita di detta squadra, sono molto indicative ed a queste parole, allo stato, bisogna stare.

Non abbiamo elementi concreti per pensare che sulla squadra femminile ci siano progetti particolari.

Se ci saranno (ora dire che ci sono senza elementi reali è una illazione) ciò sarà, come detto, grazie ai successi, sportivi e non, della squadra, e, se reali, si verificheranno questa estate con le scelte di mercato.

Se comprano ragazze come quella sopra citata, evidentemente non ci saranno.

Lo sapremo presto

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Grazie Matty … appena recepito questa tua preziosa “soffiata” abbiamo immediatamente sguinzagliato i nostri “detective / segugi” uhuh… e questo è il “ dossier / report ” sulla fantomatica Zoë Van Eynde , testè consegnatoci dai nostri “scout “ reduci dalla loro segretissima missione in incognito in terra belgica hihi ..ih..ih..

 

 

zoe_van_heynde_03.jpg

 

Dunque intanto , partendo dalle “fredde cifre “, possiamo dire che trattasi di una giovane giocatrice del 1999 ( che ha compiuto 18 anni a fine settembre scorso ) che ha debuttato in prima squadra nello Standard Liegi già nel campionato 2015-16 ( giocando però soltanto 5 minuti di un unica partita ) .

Nello scorso campionato (2016-17) ha totalizzato in tutto 16 presenze , con un minutaggio totale di 783 min. , mettendo a segno 7 goals e 6 assists ( non male come nude cifre ) .

Questa stagione (2017-18) in campionato con lo Standard Liegi , invece , finora ha totalizzato 10 presenze su 12 partite ( partendo 6 volte titolare e subentrando 4 volte dalla panchina ) per un minutaggio totale di 519 min. , mettendo a referto soltanto 2 reti e 2 assists .

 

Dai filmati che ci è stato possibile visionare possiamo rilevare che trattasi di una giocatrice fisicamente abbastanza minuta ( e se vogliamo anche un po’ “tracagnotta” … un po’ stile Zelem , tanto per capirci uaua ..ih..ih.. ) , quasi tutta mancina di piede , che in pratica è stata impiegata , di volta in volta , sia come ala /attaccante esterno su entrambe la fasce sia come seconda punta centrale …

Il suo punto di forza è una buona velocità di corsa ed una certa capacità/abilità nel mettere le compagne in condizioni di battere a rete ( non pecca assolutamente di egoismo , almeno per quanto ci è dato da vedere ..) , tuttavia il suo fisico non certo “statuario” , ed anche tutto sommato una certa mancanza di un vero e proprio “istinto” del goal in area di rigore , in generale non la rendono comunque un’attaccante dalle spiccate capacità realizzative , specie in un campionato di buono/alto livello ( almeno a nostro umile parere ) .

 

Detto in parole povere ( tanto per fare un paragone con una nostra giocatrice che occupa zone di pertinenza in campo abbastanza simili ) Benny Glionna ha la stessa sua età , ma oggettivamente vale già almeno il doppio di lei , sotto tutti gli aspetti .sisi … Insomma , pur considerando i suoi possibili margini di crescita futura , ad occhio e croce , personalmente non credo affatto che questa Zoë Van Eynde sia una giocatrice in grado di arricchire cosi tanto la nostra rosa ( poi magari mi sbaglierò , per carità ) … per cui io , sinceramente , direi proprio di lasciarla tranquillamente continuare a zompettare allegramente sui prati belgici in fiore :siciao:…ih..ih..

 

p.s.: Per chi fosse eventualmente particolarmente interessato è possibile trovare qualche video di highlights delle partite dello Standard femminile anche su yt ( la Van Eynde indossa sempre la maglia n° 14 ) :

 

 

 

 

 

 

 

 

Fine Report

Sì, esatto. È la numero quattordici, mi avevano mandato i video ma dal telefono era difficile incollare. Grandissimo!
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Se c'è, o, meglio, ci sarà, perché al momento della fondazione della squadra non c'era, al di là di quel che possono dire ai genitori, sarà solo dovuto al formidabile successo, sportivo e non, che la squadra avrà avuto, cosa che francamente mi auguro (per questo dico che è importante vincere subito lo scudetto e anche la coppa Italia).

Ecco, se ci sarà questa volontà lo vedremo immediatamente questa estate con il mercato che faranno per affrontare la Champions league.

Se compreranno ragazze del profilo di quella di cui parliamo, evidentemente questa volontà non ci sarà, ma questo non posso saperlo, solo del passato posso parlare.

Le parole di Agnelli in occasione dell'approvazione del bilancio, dove ha detto candidamente che la squadra femminile è stata fatta perché glielo ha chiesto l'Uefa, senza poi spendere sulla squadra femminile nemmeno un'altra parola su presunti progetti di crescita di detta squadra, sono molto indicative ed a queste parole, allo stato, bisogna stare.

Non abbiamo elementi concreti per pensare che sulla squadra femminile ci siano progetti particolari.

Se ci saranno (ora dire che ci sono senza elementi reali è una illazione) ciò sarà, come detto, grazie ai successi, sportivi e non, della squadra, e, se reali, si verificheranno questa estate con le scelte di mercato.

Se comprano ragazze come quella sopra citata, evidentemente non ci saranno.

Lo sapremo presto

ecco, questa tesi "possibilista" mi trova già più d'accordo.

In ogni caso, la Juventus non è una società che fa le cose affidandosi al caso, della serie "vediamo come va e poi ci pensiamo...", per questo sono convinto che abbiano un progetto di crescita ben definito per questa squadra. Poi l'eventuale vittoria dello scudetto già quest'anno (sgrat...) significherebbe tutt'al più aver bruciato le tappe, per cui già dalla prossima stagione ci si dovrebbe attrezzare per difendere il titolo e provare a competere in Europa.

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Se c'è, o, meglio, ci sarà, perché al momento della fondazione della squadra non c'era, al di là di quel che possono dire ai genitori, sarà solo dovuto al formidabile successo, sportivo e non, che la squadra avrà avuto, cosa che francamente mi auguro (per questo dico che è importante vincere subito lo scudetto e anche la coppa Italia).

Ecco, se ci sarà questa volontà lo vedremo immediatamente questa estate con il mercato che faranno per affrontare la Champions league.

Se compreranno ragazze del profilo di quella di cui parliamo, evidentemente questa volontà non ci sarà, ma questo non posso saperlo, solo del passato posso parlare.

Le parole di Agnelli in occasione dell'approvazione del bilancio, dove ha detto candidamente che la squadra femminile è stata fatta perché glielo ha chiesto l'Uefa, senza poi spendere sulla squadra femminile nemmeno un'altra parola su presunti progetti di crescita di detta squadra, sono molto indicative ed a queste parole, allo stato, bisogna stare.

Non abbiamo elementi concreti per pensare che sulla squadra femminile ci siano progetti particolari.

Se ci saranno (ora dire che ci sono senza elementi reali è una illazione) ciò sarà, come detto, grazie ai successi, sportivi e non, della squadra, e, se reali, si verificheranno questa estate con le scelte di mercato.

Se comprano ragazze come quella sopra citata, evidentemente non ci saranno.

Lo sapremo presto

Sniff... mi sento come il bimbo al quale è stato appena rivelato che Babbo Natale non esiste. Scherzi a parte spero proprio che sull'onda dell'entusiasmo e dei successi (incrociamo le dita) il progetto sia "a crescere".
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Non avendo la sezione che a tutti piace in un'altra parte di questo forum

a dire il vero io la ritengo ridicola

 

ma sono gusti personali

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Le parole di Agnelli in occasione dell'approvazione del bilancio, dove ha detto candidamente che la squadra femminile è stata fatta perché glielo ha chiesto l'Uefa, senza poi spendere sulla squadra femminile nemmeno un'altra parola su presunti progetti di crescita di detta squadra, sono molto indicative ed a queste parole, allo stato, bisogna stare.

anche Antonio Conte arrivò alla juventus un po' per caso e contro il parere della dirigenza scettica

 

a volte le cose succedono per caso e gli svilupppi fanno cambiare idee e previsioni

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Se c’è, o, meglio, ci sarà, perché al momento della fondazione della squadra non c’era, al di là di quel che possono dire ai genitori, sarà solo dovuto al formidabile successo, sportivo e non, che la squadra avrà avuto, cosa che francamente mi auguro (per questo dico che è importante vincere subito lo scudetto e anche la coppa Italia).

Ecco, se ci sarà questa volontà lo vedremo immediatamente questa estate con il mercato che faranno per affrontare la Champions league.

Se compreranno ragazze del profilo di quella di cui parliamo, evidentemente questa volontà non ci sarà, ma questo non posso saperlo, solo del passato posso parlare.

Le parole di Agnelli in occasione dell’approvazione del bilancio, dove ha detto candidamente che la squadra femminile è stata fatta perché glielo ha chiesto l’Uefa, senza poi spendere sulla squadra femminile nemmeno un’altra parola su presunti progetti di crescita di detta squadra, sono molto indicative ed a queste parole, allo stato, bisogna stare.

Non abbiamo elementi concreti per pensare che sulla squadra femminile ci siano progetti particolari.

Se ci saranno (ora dire che ci sono senza elementi reali è una illazione) ciò sarà, come detto, grazie ai successi, sportivi e non, della squadra, e, se reali, si verificheranno questa estate con le scelte di mercato.

Se comprano ragazze come quella sopra citata, evidentemente non ci saranno.

Lo sapremo presto

 

No mi dispiace. Non dipende dal prossimo mercato cosa vuol fare la Juve in Europa perché prima ci sono ostacoli giganti da oltrepassare è quasi tutti non dipendono dalla Juventus.

Primo su tutti il professionismo: senza questo cambio radicale per il calcio femminile, in Italia anche con Juve, Inter, Milan, Roma ecc ecc il movimento rimarrà agli occhi dell’europa di secondo piano e nessuna big avrà mai interesse a venire. Sia sul piano economico (perché i paletti esistono come spiegato più volte) sia sulla competitività del campionato. Se vai a leggerti l’intervista dell’agente dell’Isaksen è spiegato benissimo.

Secondo: per il motivo citato sopra il calcio italiano è distante nella migliore delle ipotesi 8/10 anni dalle top squadre europee quindi il processo che porterà a competere verso l’alto ha bisogno di tempo e francamente sarebbe controproducente fare una squadra quasi completamente di straniere sia a livello sportivo che economico.

Quindi per questi due principali motivi e per tanti altri, dove voglia arrivare la Juve con la squadra femminile lo si capirà quando avrà gli strumenti per competere davvero e le atlete italiane alzeranno il livello è questo non succederà prima di 2/3 anni nella migliore delle ipotesi.

Che poi la Juve femminile sia nata per un “suggerimento” della UEFA sono stata la prima a dirlo ma ti ripeto che secondo me è nata 1/2 anni prima di quanto avevano programmato (perché lo stesso Braghin lo ha detto nella prima conferenza stampa), sfruttando una situazione favorevole ovvero la dismissione del cuneo che avrebbe rinunciato alla A per manca di fondi e contemporaneamente un gruppo italiano della nazionale che se ne sarebbe andato da Brescia perché il ciclo era finito.

 

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anche Antonio Conte arrivò alla juventus un po' per caso e contro il parere della dirigenza scettica

 

a volte le cose succedono per caso e gli svilupppi fanno cambiare idee e previsi

 

 

 

Verissimo, penso anche io così

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No mi dispiace. Non dipende dal prossimo mercato cosa vuol fare la Juve in Europa perché prima ci sono ostacoli giganti da oltrepassare è quasi tutti non dipendono dalla Juventus.

Primo su tutti il professionismo: senza questo cambio radicale per il calcio femminile, in Italia anche con Juve, Inter, Milan, Roma ecc ecc il movimento rimarrà agli occhi dell'europa di secondo piano e nessuna big avrà mai interesse a venire. Sia sul piano economico (perché i paletti esistono come spiegato più volte) sia sulla competitività del campionato. Se vai a leggerti l'intervista dell'agente dell'Isaksen è spiegato benissimo.

Secondo: per il motivo citato sopra il calcio italiano è distante nella migliore delle ipotesi 8/10 anni dalle top squadre europee quindi il processo che porterà a competere verso l'alto ha bisogno di tempo e francamente sarebbe controproducente fare una squadra quasi completamente di straniere sia a livello sportivo che economico.

Quindi per questi due principali motivi e per tanti altri, dove voglia arrivare la Juve con la squadra femminile lo si capirà quando avrà gli strumenti per competere davvero e le atlete italiane alzeranno il livello è questo non succederà prima di 2/3 anni nella migliore delle ipotesi.

Che poi la Juve femminile sia nata per un "suggerimento" della UEFA sono stata la prima a dirlo ma ti ripeto che secondo me è nata 1/2 anni prima di quanto avevano programmato (perché lo stesso Braghin lo ha detto nella prima conferenza stampa), sfruttando una situazione favorevole ovvero la dismissione del cuneo che avrebbe rinunciato alla A per manca di fondi e contemporaneamente un gruppo italiano della nazionale che se ne sarebbe andato da Brescia perché il ciclo era finito.

A mio avviso occorrerebbe indagare sulla reale volontà degli addetti ai lavori - giocatrici a parte - in merito al professionismo nel calcio femminile. Considerato che questo risultato implicherebbe un aumento a dismisura dei costi, quante delle società attualmente impegnate nel calcio femminile potrebbero permetterselo? Realtà storiche come Brescia e Tavagnacco probabilmente ne uscirebbero con le ossa rotte. La stessa Juventus, per quanto sia la società più ricca in Italia, si troverebbe a fare i conti con impegni di spesa nettamente superiori a quelli attuali. Siamo sicuri che, al di la delle dichiarazioni di facciata, questo sia realmente ciò che tutti vogliono? (ripeto: giocatrici a parte, loro certamente lo vogliono...). In ogni caso, se anche ci fosse una reale volontà in tal senso, l'approdo al professionismo dovrebbe essere un qualcosa di molto graduale e meditato, tutt'altro che semplice.
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A mio avviso occorrerebbe indagare sulla reale volontà degli addetti ai lavori - giocatrici a parte - in merito al professionismo nel calcio femminile. Considerato che questo risultato implicherebbe un aumento a dismisura dei costi, quante delle società attualmente impegnate nel calcio femminile potrebbero permetterselo? Realtà storiche come Brescia e Tavagnacco probabilmente ne uscirebbero con le ossa rotte. La stessa Juventus, per quanto sia la società più ricca in Italia, si troverebbe a fare i conti con impegni di spesa nettamente superiori a quelli attuali. Siamo sicuri che, al di la delle dichiarazioni di facciata, questo sia realmente ciò che tutti vogliono? (ripeto: giocatrici a parte, loro certamente lo vogliono...). In ogni caso, se anche ci fosse una reale volontà in tal senso, l'approdo al professionismo dovrebbe essere un qualcosa di molto graduale e meditato, tutt'altro che semplice.

 

Tutto giusto, secondo me.

La mia speranza, per accorciare i tempi, è che la situazione gli scoppi in mano, vale a dire che la squadra sia talmente forte, e susciti così grande interesse fuori dal campo, da stupire loro stessi e da incoraggiarli a insistere.

Al di là delle dichiarazioni (così vuoi che ti dicano nell interviste? Ovvio che dicano certe cose), al momento non abbiamo elementi per capire le loro reali intenzioni.

Ogni previsione ottimistica, così come ogni pessimistica, allo stato è nel rango delle speranze e delle illazioni.

Aspettiamo e vediamo, tenendo a mente quello che diceva Gianni Agnelli, che qualcosa nella Juve contava: non sono rimasto deluso perché non mi sono illuso.

Non illudiamoci e speriamo

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A mio avviso occorrerebbe indagare sulla reale volontà degli addetti ai lavori - giocatrici a parte - in merito al professionismo nel calcio femminile. Considerato che questo risultato implicherebbe un aumento a dismisura dei costi, quante delle società attualmente impegnate nel calcio femminile potrebbero permetterselo? Realtà storiche come Brescia e Tavagnacco probabilmente ne uscirebbero con le ossa rotte. La stessa Juventus, per quanto sia la società più ricca in Italia, si troverebbe a fare i conti con impegni di spesa nettamente superiori a quelli attuali. Siamo sicuri che, al di la delle dichiarazioni di facciata, questo sia realmente ciò che tutti vogliono? (ripeto: giocatrici a parte, loro certamente lo vogliono...). In ogni caso, se anche ci fosse una reale volontà in tal senso, l'approdo al professionismo dovrebbe essere un qualcosa di molto graduale e meditato, tutt'altro che semplice.

 

In realtà in figc si sono rotti le scatole e sanno benissimo che nel futuro prossimo il calcio femminile avrà sempre più rilevanza. Per questo motivo hanno fatto delibere per favorire l’entrata delle squadre maschile e sarà per questo motivo che queste società spingeranno per il professionismo.

Tavagnacco e Brescia non è che adesso hanno costi irrisori è... manterranno o aumenteranno il proprio budget perché ci saranno più entrate.

L’unica differenza è che, se non si accorpano anche loro alle società maschili, finiranno nel giro di qualche anno a centro classifica lavorando sulle giovani da lanciare in prima squadra per poi venderle alle big.

Che poi se pensi che il Lione femminile che ha almeno 7/8 giocatrici delle prime 15 del mondo e la squadra costa all’incirca 8/9 milioni di euro all’anno, sono cifre ridicole anche per chi fattura come la Fiorentina.

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In merito al professionismo, ricordo che in Italia PER LEGGE è vietato lo sport professionistico femminile......

 

LO SPORT

 

Il problema non è sportivo o politico, è costituzionale

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In merito al professionismo, ricordo che in Italia PER LEGGE è vietato lo sport professionistico femminile......

 

LO SPORT

 

Il problema non è sportivo o politico, è costituzionale

 

Hai ragione ma è facilmente aggirabile: io parlo di professionismo ma nulla vieta che la figc deliberi una lega autonoma femminile che non dipenda dalla LND e che possa, quindi, avere regole proprie (per esempio aumentando il limite degli ingaggi) e ad doc per il sistema italiano.

Questo è quello che interessa alle atlete che poi le continuino a chiamarare dilettanti o pinco pallo importa poco tanto l’uguaglianza non esisterà mai.

Poi visto citi la legge, il professionismo riguarda davvero poche discipline “regola il professionismo sportivo, esclusivamente chi pratica calcio, golf, pallacanestro, motociclismo, pugilato e ciclismo viene riconosciuto - e tutelato - come professionista”.

Per esempio Luca Dotto, nuotatore, anche per la legge italiana è un dilettante infatti in queste discipline gli atleti e le atlete sono tutti tesserati per società sportive di enti statali: esercito, forestale, carabinieri...

 

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Hai ragione ma è facilmente aggirabile: io parlo di professionismo ma nulla vieta che la figc deliberi una lega autonoma femminile che non dipenda dalla LND e che possa, quindi, avere regole proprie (per esempio aumentando il limite degli ingaggi) e ad doc per il sistema italiano.

Questo è quello che interessa alle atlete che poi le continuino a chiamarare dilettanti o pinco pallo importa poco tanto l'uguaglianza non esisterà mai.

Poi visto citi la legge, il professionismo riguarda davvero poche discipline "regola il professionismo sportivo, esclusivamente chi pratica calcio, golf, pallacanestro, motociclismo, pugilato e ciclismo viene riconosciuto - e tutelato - come professionista".

Per esempio Luca Dotto, nuotatore, anche per la legge italiana è un dilettante infatti in queste discipline gli atleti e le atlete sono tutti tesserati per società sportive di enti statali: esercito, forestale, carabinieri...

 

Non voglio dilungarmi in OT, però pur covenendo sulla possibilità di aggirare agevolmente il problema, ogni volta che ritorno su quest'argomento, non riesco a non indignarmi.

 

Vero che in Italia ci sono tanti problemi, ma ci rendiamo conto della gravità di questa vicenda?

 

Questa legge è praticamente anti-costituzionale, e nessuno fa niente.

 

 

 

(ora mi taccio, chiedo ancora scusa per l'OT)

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In merito al professionismo, ricordo che in Italia PER LEGGE è vietato lo sport professionistico femminile......

 

LO SPORT

 

Il problema non è sportivo o politico, è costituzionale

Hai ragione ma è facilmente aggirabile: io parlo di professionismo ma nulla vieta che la figc deliberi una lega autonoma femminile che non dipenda dalla LND e che possa, quindi, avere regole proprie (per esempio aumentando il limite degli ingaggi) e ad doc per il sistema italiano.

Questo è quello che interessa alle atlete che poi le continuino a chiamarare dilettanti o pinco pallo importa poco tanto l'uguaglianza non esisterà mai.

Poi visto citi la legge, il professionismo riguarda davvero poche discipline "regola il professionismo sportivo, esclusivamente chi pratica calcio, golf, pallacanestro, motociclismo, pugilato e ciclismo viene riconosciuto - e tutelato - come professionista".

Per esempio Luca Dotto, nuotatore, anche per la legge italiana è un dilettante infatti in queste discipline gli atleti e le atlete sono tutti tesserati per società sportive di enti statali: esercito, forestale, carabinieri...

 

In realtà la legge in questione (L. n. 91 del 1981) non vieta lo sport professionistico femminile: una cosa del genere sarebbe semplicemente assurda prima ancora che radicalmente incostituzionale.

 

Questa legge fa qualcosa di diverso: demanda alle singole federazioni, in ottemperanza ai regolamenti del Coni, il potere di riconoscere un settore di attività specificamente regolato in forma professionistica. Solo alcune federazioni lo hanno fatto (il calcio, ovviamente, è una di queste) ma limitatamente al settore maschile.

 

Quindi, se, come dice Mameo, la Figc domani deliberasse la nascita di una lega professionistica femminile, slegata dalla LND, farebbe cosa perfettamente lecita e rispettosa della legge 91/1981, la quale verrebbe automaticamente ad applicarsi anche alle calciatrici.

 

Serve solo la volontà politica.

 

Sinceramente non so quanto questa volontà esista davvero (al di là delle chiacchiere di circostanza): il professionismo farebbe lievitare di molto i costi, un tasto dolente per molti presidenti.

 

Resta la discriminazione indegna di un paese civile.

Se la Figc non si svegliasse, si potrebbe forzare la situazione con un ricorso alla Corte di Giustizia europea: insomma, qualche calciatrice italiana potrebbe anche decidere di imitare quel che fece (per ragioni diverse) circa vent'anni fa un certo Jean-Marc Bosman.

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Il 10/1/2018 Alle 08:54, JUVEXIT ha scritto:

 

In realtà la legge in questione (L. n. 91 del 1981) non vieta lo sport professionistico femminile: una cosa del genere sarebbe semplicemente assurda prima ancora che radicalmente incostituzionale.

 

Questa legge fa qualcosa di diverso: demanda alle singole federazioni, in ottemperanza ai regolamenti del Coni, il potere di riconoscere un settore di attività specificamente regolato in forma professionistica. Solo alcune federazioni lo hanno fatto (il calcio, ovviamente, è una di queste) ma limitatamente al settore maschile.

 

Quindi, se, come dice Mameo, la Figc domani deliberasse la nascita di una lega professionistica femminile, slegata dalla LND, farebbe cosa perfettamente lecita e rispettosa della legge 91/1981, la quale verrebbe automaticamente ad applicarsi anche alle calciatrici.

 

Serve solo la volontà politica.

 

Sinceramente non so quanto questa volontà esista davvero (al di là delle chiacchiere di circostanza): il professionismo farebbe lievitare di molto i costi, un tasto dolente per molti presidenti.

 

Resta la discriminazione indegna di un paese civile.

Se la Figc non si svegliasse, si potrebbe forzare la situazione con un ricorso alla Corte di Giustizia europea: insomma, qualche calciatrice italiana potrebbe anche decidere di imitare quel che fece (per ragioni diverse) circa vent'anni fa un certo Jean-Marc Bosman.

Vabbè, volevo fermarmi, ma ritorno sull'argomento. una legge che dà DE FACTO  la libertà alle federazioni e al CONI di concedere il professionismo non alle singole discipline in toto, ma anche differienziando la variante maschile/femminile è incostituzionale, almeno in questa parte.  Tutto qui.

 

Io mi accontenterei (a fatica) se la legge venisse modificata in modo tale che, in nome dell'autonimia dello sport, il CONI, dialogando con le federazioni, decida quale sia il percorso migliore per le varie discipline, ma poi tale autonomia deve essere controbilanciata dal principio di parità dei diritti.

 

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Il 9/1/2018 Alle 15:57, Mameo ha scritto:

 

Hai ragione ma è facilmente aggirabile: io parlo di professionismo ma nulla vieta che la figc deliberi una lega autonoma femminile che non dipenda dalla LND e che possa, quindi, avere regole proprie (per esempio aumentando il limite degli ingaggi) e ad doc per il sistema italiano.

Questo è quello che interessa alle atlete che poi le continuino a chiamarare dilettanti o pinco pallo importa poco tanto l’uguaglianza non esisterà mai.

Poi visto citi la legge, il professionismo riguarda davvero poche discipline “regola il professionismo sportivo, esclusivamente chi pratica calcio, golf, pallacanestro, motociclismo, pugilato e ciclismo viene riconosciuto - e tutelato - come professionista”.

Per esempio Luca Dotto, nuotatore, anche per la legge italiana è un dilettante infatti in queste discipline gli atleti e le atlete sono tutti tesserati per società sportive di enti statali: esercito, forestale, carabinieri...

 

Il volley no?

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Logico che finché giocano in A squadre dilettanti anche le giocatrici siano dilettanti.

Stanno aspettando che anche le altre squadre maschili di A scendano in campo, Inter, Milan, Napoli, Roma, Bologna ecc.

Passare adesso al professionismo sarebbe anche ingiusto per i 2/3 delle squadre, che professioniste non sono

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5 hours ago, Divin Pinturicchio said:

Dirette in chiaro per domani ne abbiamo?  uum

Jtv           Juve - chievo

rai sport    Res Roma - fiorentina

 FB LND    Bari - Tavagnacco 

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Il 10/1/2018 Alle 08:54, JUVEXIT ha scritto:

 

In realtà la legge in questione (L. n. 91 del 1981) non vieta lo sport professionistico femminile: una cosa del genere sarebbe semplicemente assurda prima ancora che radicalmente incostituzionale.

 

Questa legge fa qualcosa di diverso: demanda alle singole federazioni, in ottemperanza ai regolamenti del Coni, il potere di riconoscere un settore di attività specificamente regolato in forma professionistica. Solo alcune federazioni lo hanno fatto (il calcio, ovviamente, è una di queste) ma limitatamente al settore maschile.

 

Quindi, se, come dice Mameo, la Figc domani deliberasse la nascita di una lega professionistica femminile, slegata dalla LND, farebbe cosa perfettamente lecita e rispettosa della legge 91/1981, la quale verrebbe automaticamente ad applicarsi anche alle calciatrici.

 

Serve solo la volontà politica.

 

Sinceramente non so quanto questa volontà esista davvero (al di là delle chiacchiere di circostanza): il professionismo farebbe lievitare di molto i costi, un tasto dolente per molti presidenti.

 

Resta la discriminazione indegna di un paese civile.

Se la Figc non si svegliasse, si potrebbe forzare la situazione con un ricorso alla Corte di Giustizia europea: insomma, qualche calciatrice italiana potrebbe anche decidere di imitare quel che fece (per ragioni diverse) circa vent'anni fa un certo Jean-Marc Bosman.

stai sbagliando. invece è proprio così: la legge 91 impedisce alle donne di praticare sport professionistico (di qualsiasi disciplina). la riprova è che nessuna donna in Italia è sportiva professionista, in nessuno sport!

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1 ora fa, GhigoTrieste ha scritto:

stai sbagliando. invece è proprio così: la legge 91 impedisce alle donne di praticare sport professionistico (di qualsiasi disciplina). la riprova è che nessuna donna in Italia è sportiva professionista, in nessuno sport!

Se mi indichi l'articolo della legge il quale stabilisce che alle donne è vietato fare sport da professioniste, sono pronto a fare ammenda e a darti ragione. Però prima voglio leggere questa assurdità con i miei occhi. Non mi basta il riportato di qualche sito: sono curioso di vedere proprio il testo normativo.

 

Se le atlete non sono professioniste è solo perché le federazioni sportive a cui sono affiliate non prevedono questa possibilità.

Ci sono federazioni che non prevedono il professionismo per nessuno dei due sessi (es. il nuoto o il pugilato). Altre che l'ammettono solo per una divisione (il basket, A1 maschile).

Il calcio lo prevede per la Serie A, la Serie B e la Lega Pro, e soltanto per gli uomini: al di sotto sono tutti dilettanti.

 

Ti invito, inoltre, a considerare l'art. 9 proprio della legge 91/1981 che, nel regolare il trattamente pensionistico degli sportivi professionisti iscritti al fondo speciale, fa esplicito riferimento alle donne che abbiano conseguito il quarantesimo anno di età. A mio giudizio, questo è il segno che la legge non vieta e non esclude affatto che le donne possano praticare sport da professioniste.

 

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36 minuti fa, JUVEXIT ha scritto:

Se mi indichi l'articolo della legge il quale stabilisce che alle donne è vietato fare sport da professioniste, sono pronto a fare ammenda e a darti ragione. Però prima voglio leggere questa assurdità con i miei occhi. Non mi basta il riportato di qualche sito: sono curioso di vedere proprio il testo normativo.

 

Se le atlete non sono professioniste è solo perché le federazioni sportive a cui sono affiliate non prevedono questa possibilità.

Ci sono federazioni che non prevedono il professionismo per nessuno dei due sessi (es. il nuoto o il pugilato). Altre che l'ammettono solo per una divisione (il basket, A1 maschile).

Il calcio lo prevede per la Serie A, la Serie B e la Lega Pro, e soltanto per gli uomini: al di sotto sono tutti dilettanti.

 

Ti invito, inoltre, a considerare l'art. 9 proprio della legge 91/1981 che, nel regolare il trattamente pensionistico degli sportivi professionisti iscritti al fondo speciale, fa esplicito riferimento alle donne che abbiano conseguito il quarantesimo anno di età. A mio giudizio, questo è il segno che la legge non vieta e non esclude affatto che le donne possano praticare sport da professioniste.

 

Art. 2. Professionismo sportivo Ai fini dell'applicazione della presente legge, sono sportivi professionisti gli atleti, gli allenatori, i direttori tecnico-sportivi ed i preparatori atletici, che esercitano l'attivita' sportiva a titolo oneroso con carattere di continuita' nell'ambito delle discipline regolamentate dal CONI e che conseguono la qualificazione dalle federazioni sportive nazionali, secondo le norme emanate dalle federazioni stesse, con l'osservanza delle direttive stabilite dal CONI per la distinzione dell'attivita' dilettantistica da quella professionistica.

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