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Senor Arribabien

Il preside - Massimiliano Allegri per The Players' Tribune

Post in rilievo

 

 

Un grandissimo allenatore non perde 4 a 1 una finale di Champions giocando una partita vergognosa!

I grandissimi sono altri: Happell, Michels, Brian Clough, Hitfeld...

 

Ma che assurdità.

Ha ragione lui...forse solo tra qualche anno ci si renderà conto di che miracolo e' stato fatto in questi anni.

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Mi spiace per te, ma non credo che si riferisse a quello.

Tra l'altro nell'intervista Allegri ha detto che non gli è mai piaciuto studiare, non penso abbia voglia di leggere i tuoi incartamenti enciclopedici :lol: .

 

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Può darsi che sia come dici tu, anzi lo penso anch'io, ma ho colto questa sua esternazione per vedere o capire se è la volta buona per il cambiamento da me citato e proposto più volte; se non gli è mai piaciuto studiare o meglio se Allegri non è capace di attuarlo aspettiamoci un altro anno sabbatico per vincere la CL, a me questo atteggiamento non va bene, non so a te che come me vorresti vincerla il prossimo anno, anche se il treno per Juma è già passato da tempo.

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Si, tutto bello, tutto giusto, però a Cardiff hai fatto un disastro! Come * ti è venuto in mente di giocare il secondo tempo con due zoppi in mezzo al campo, sapendo che il Real avrebbe sicuramente spinto sull'acceleratore. E soprattutto, quando hai visto che ci stavano sovrastando a centrocampo, perché non hai corretto subito la squadra? Se avessi messo subito dentro Marchisio e Cuadrado,forse avremmo perso lo stesso, perché il Real oggettivamente è più forte, ma di certo non avremmo fatto quella figura di * epocale! Adesso capisco anche perché la squadra non ha una filosofia di gioco, per poterla insegnare bisogna studiarla prima, e a te studiare proprio non ti garba, eh? Caro Max, i tuoi meriti sono sotto gli occhi di tutti, ma se vuoi migliorare te stesso e la nostra beneamata Juve, è arrivato il momento di mettersi a studiare!

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Nessuno, compreso Allegri preside, finora ha detto e suggerito come si fa a vincere le partite secche in campo europeo, incluse le finali, NON subendo gol evitabili che dati e registrazioni alla mano, rappresentano la causa principale se non esclusiva di tante sconfitte subite dalla Juventus, ultime quelle di Berlino, Monaco e Cardiff; insomma nessun intervento qui ha messo in evidenza che non bisogna prendere più gol evitabili se si vuole arrivare a Kiev alzando la coppa dalle grandi orecchie, eccetto il sottoscritto come noto; non è necessario aggiungere altro per precisare come si fa a risolvere questo problema, a ciò ho pensato io in maniera più che esauriente con i miei messaggi, anche se non ho avuto molti appoggi, condivisioni, salvo pochi; magari fossimo stati in tanti a sostenere questa mia proposta di nuova marcatura a uomo, a quest’ora la Juventus avrebbe in bacheca 2 coppe di CL in più e giocherebbe da qualche anno non più a zona ma con marcatura a uomo moderna, elastica, con il controllo visivo attivo.

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By Massimiliano Allegri Quando ho visto il calcio di Mario Mandžukić volare sulla testa del portiere del Real Madrid ho pensato, Wow…. Forse forse. Poi, ha colpito la rete e ho pensato: Ok, forse abbiamo qualche possibilità . È stata un magnifica azione tecnica della squadra e un bellissimo gesto tecnico di Mandžukić. Per me un gol irripetibile, a dimostrazione di quello che ci vuole per andare in finale alla Champions League. Non basta essere grandi, si deve essere speciali. E noi abbiamo giocatori speciali. Sfortunatamente il Real Madrid ne ha molti di giocatori speciali. Nel secondo tempo ci sono mancati gli strumenti e i giocatori necessari. Avevamo due giocatori che a malapena riuscivano a stare in piedi e il Real Madrid ha giocato una partita intelligente. Erano rilassati e a loro agio. Per arrivare alla finale, devi avere talento e fortuna. Per vincerla devi essere la squadra migliore. Potrà sembrare strano ma alla fine della partita quella sera ero molto sereno, perché sapevo che noi non eravamo la squadra migliore. È semplicemente questo. Sono rientrato in Italia da Cardiff con la squadra. La sera successiva mi sono fatto delle domande difficili: ero arrivato alla fine del percorso? È il massimo che posso ottenere da questa squadra? Mi sono chiesto se era arrivato al capitolo finale della mia storia con la Juventus. Una parte di me pensava di andare al lavoro il lunedì e dare le dimissioni. Poi ho pensato alle ragioni per cui sono diventato un manager. Bisogna tornare indietro, a quando avevo 14 anni. È allora che le cose si sono complicate. Prima quando ero un bambino ricordo che la vita era piuttosto semplice. Ero felice e tranquillo. Le mie memorie più felici erano di mio nonno che mi portava alle corse di cavalli a Livorno. I ricordi che ho dei miei anni da bambino sono corse di cavalli, calcio e cene con mia mamma. Non mi piaceva la scuola, ma la scuola non era una cosa seria a quell’eta. Poi arrivato ai 14 anni, tutto si e’ fatto più serio. “Massi non puoi marinare la scuola! Devi fare i compiti! Devi stare seduto ad imparare la storia di Napoleone!” Detestavo la scuola. La detestavo. Ricordo in classe un giorno l’insegnante mi ha fatto arrabbiare e mi sono reso conto che non ero fatto per essere uno studente ma che avrei voluto fare il preside. Forse tutti i managers sognano di fare i presidi, chi lo sa?

PHOTO BY MATTHIAS HANGST/GETY IMAGES

Da ragazzino anche quando ero un giocatore sapevo che volevo insegnare. Ad essere sinceri, ero uno sregolato (un po’ matto potrebbero dire altri). Quando giocavo litigavo con tutti gli allenatori ma non perché non mi facevano giocare ma perche’ già avevo l’indole di fare l’allenatore e volevo gestire la squadra a modo mio. Quando ho smesso di giocare non c’erano molti che credevano che avrei potuto fare l’allenatore. Quando mi hanno offerto il contratto di allenatore alla Pistoiese una ventina di anni fa io ho rifiutato perché non volevo sedere in una classe. Per prendere il primo patentino bisognava andare a lezione per cinque ore ogni giorno . Mi tornava in mente la scuola e per me era un incubo. Allora sono andato al Settore Tecnico a Coverciano dove lavorando con i giocatori disoccupati ho potuto prendere il patentino in quindici giorni; le classi duravano solo due ore al giorno e il resto del tempo era dedicato all’allenamento. Forse sono testardo, ma credo ce n’è bisogno in questo momento, sopratutto considerando quanto è cambiato il gioco del calcio. I media parlano sempre delle formazioni, di matematica. 3-5-2. 5-4-1. 4-2-3-1. “Mister Allegri, cosa ha deciso? Dobbiamo saperlo.” Sul campo le cose sono molto più complicate. Un 3-5-3 funziona quando hai la palla e quando non controlli più la palla potresti aver bisogno di un 5-4-1. Oppure di chissà cos’altro. Quello che conta è la forma, la disciplina e l’istinto. L’istinto e’ la cosa più importante io credo. Quando non seguo il mio istinto, quando ho dubbi, allora faccio errori. Da manager, si impara molto di più dai fallimenti. Quando penso alla mia carriera il momento più importante della mia vita non ha avuto a che fare con lo scudetto o la Champions League. È stata la mattina in cui sono entrato negli uffici del Milan e sono stato esonerato. Era una cosa che mi aspettavo. Mi hanno comunicato in persona, con tatto che non ero più l’allenatore, ma questo non toglie che è stata una grande delusione. Essere esonerati fa parte della vita di un manager ma quando succede è inevitabile sentire nel fondo del cuore che si ha fallito. Quando ho lasciato il Milan l’ho visto come un fallimento del mio lavoro.

A volte sono percepito come freddo ma la forza di un allenatore è anche essere distaccato dal proprio lavoro.

Ho una grande passione per il mio lavoro e mi diverto a farlo – altrimenti non potrei andare in ufficio ogni mattina – ma non mi piace vivere 24 ore al giorno pensando al calcio. Il momento più importante del giorno arriva alle 9 del mattino. Beh, a dire il vero alle 7 del mattino quando mi bevo il primo espresso. E alle nove quando porto mio figlio Giorgio all’asilo. Io non sono un manager costruito. Ci sono managers che vivono il calcio in un altro modo. Io non posso fare quello che non so. Posso sole essere chi sono. Quando sono arrivato alla Juventus tre anni fa, ho cambiato poco all’inizio. La squadra funzionava bene sotto Conte. Poi con l’arrivo di nuovi giocatori ho cominciato a cambiare il sistema di gioco e a costruire la squadra che volevo – trovando giocatori che lavorano in sintonia, rafforzando il gioco d’attacco, cercando di essere tatticamente flessibili. E alla fine della stagione siamo arrivati alla finale della Champions League insieme. Andare alla finale in Champions è come andare alla prima alla Scala. Il lavoro che ci vuole per arrivarci. Il numero enorme di persone che la vedono. L’atmosfera, l’emozione. Le aspettative. Non c’è niente di simile. È come andare ad una prima. Se solo non fosse finita con la perdita al Barcellona. Era una delusione enorme però credevo di aver imparato lezioni da quella sconfitta. Quando siamo arrivati alla seconda finale quest’anno contro il Real Madrid pensavo di aver capito di cosa avevamo bisogno, tecnicamente e tatticamente. Sopratutto quando Mario ha fatto quel gol straordinario e io ho pensato Forse è il nostro momento. Ovviamente, non lo era. Quando sono tornato a casa dopo la sconfitta a Cardiff ho pensato seriamente se continuare. Ho anche pensato al perche’ sono diventato un manager. E ho pensato a mio nonno. Era un muratore e ha lavorato sodo. Quando ero un ragazzo veniva a tutte le mie partite. Non gli importava se vincevamo o perdevamo. Non gli importava gran che del calcio. Mi diceva: “Bel gioco, Massi. Ora vuoi andare a vedere i cavalli?” Non parlavamo di calcio. A lui importava che io mi divertissi ed era contento di vedermi giocare. Sono questi i valori che ho dentro. C’è tanta pressione a questo livello del calcio, ovviamente, ma io non dimentico perché faccio questo lavoro. Non mi definisco un manager. Mi considero un allenatore del settore giovanile. Faccio questo perché mi piace insegnare. Mi diverto e ho passione. E mi piace migliorare i giocatori . Quando ho pensato a questa Juventus, la mia decisione di restate è stata personale. Io ho ancora molto da dimostrare. E so di aver ancora tanto da insegnare. Cosi’ quella sera prima di andare a dormire ho deciso che se la societa’ era d’accordo con la mia strategia, sarei rimasto. Il giorno dopo avevo la mente lucida. Sono andato in ufficio alle sette e ho preso un espresso. Cominciava una nuova stagione con nuove opportunità. Si e’ detto tanto nei media su questa squadra e sui giocatori. Cosa possiamo fare e cosa non possiamo fare. Io guardo Paulo Dybala e Gigi Buffon che sono il simbolo di questa squadra. Vedo Dybala come un ragazzino che inizia le scuole superiori. Buffon come uno che sta per prendere la laurea. Uno con una carriera davanti e uno alla fine della sua. Uno che deve dimostrare che in Europa e’ uno dei migliori giocatori. L’alto che è già grande ma che vuole chiudere la carriera al meglio. So che possiamo toglierci le scorie di Cardiff. So che possiamo fare un grande campionato. So che possiamo tornare alla Champions League. So cosa ci aspetta domani, e il giorno dopo, e il giorno dopo ancora. Allora continuiamo a lavorare sodo. Cercando di tornare alla prima alla Scala. La cosa bella nella vita è che c’è una stagione di teatro ogni anno. Theplayertribune.com

 

tutto bello, vero, romantico, ma se non la vinci non conta un *

 

VINCIAMOLA

E POI RIVINCIAMOLA E POI ANCORA E ANCORA

e poi vedremo

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Non bisogna mai arrendersi caro Massimiliano. È sicuramente dura aver fallito due su due in tre anni, dopo Berlino c'era tanto orgoglio, dopo Cardiff tanta delusione, amarezza...

Ma si vince e si perde nello sport, noi siamo abituati a vincere ma quando perdiamo le nostre sconfitte lasciano il segno...vedi Monaco, Perugia, Cardiff......

Ma proviamoci di nuovo con ancora più voglia. Come recitava un nostro striscione a Perugia l'anno dopo la sconfitta....non può piovere per sempre.

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Comunque questa stagione si gioca il posto. Deve mettere a posto una difesa senza Bonucci, un centrocampo incompleto ed un attacco tutto da inventare

 

Tanto, anche se non ci riuscira' ci saranno tante scuse pronte. Lui non ha mai colpa di niente. Come un vero Capo che si rispetti si addossa le responsabilità anche delle sconfitte...... aspe'.......... credevo io stessi parlando di Spalletti.

:d

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La squadra verrà completata: con Keita, un centrocampista centrale di buon livello e arriverà pure un centrale di difesa.

In attacco ha poco da inventare, ad oggi abbiamo tante alternative per ogni ruolo.

 

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A me preoccupa il terzino destro

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Pure io a fine gara mi dissi che c era poco da recriminare

Nel 2 tempo nn eravamo scesi e quelli hanno azzannato la preda come chi è grande sa fare

Vediamo cosa ci porta questo mercato e come andrà la stagione

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Dopo 3 anni un allenatore diventa stagnante, inoltre a me sarebbe piaciuto vedere questa rosa con un allenatore che fa un calcio piu' offensivo, cosi', per vedere l'effetto che fa.

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Dopo 3 anni un allenatore diventa stagnante, inoltre a me sarebbe piaciuto vedere questa rosa con un allenatore che fa un calcio piu' offensivo, cosi', per vedere l'effetto che fa.
Mah dipende, Ferguson è stato tanto allo Utd con ottimi risultati.

Dipende dal tipo di tecnico, Allegri evidentemente crede di poter dare ancora tanto.

 

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Ma che assurdità.

Ha ragione lui...forse solo tra qualche anno ci si renderà conto di che miracolo e' stato fatto in questi anni.

 

Ma quale miracolo????

Vincere in Italia con la rosa nettamente più forte della serie A????

 

(l'Europa non la calcolo nemmeno: il secondo è il primo degli sconfitti e nella Juventus "Vincere non è importante, è l'unica cosa che conta", di conseguenza....)

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Ma quale miracolo????

Vincere in Italia con la rosa nettamente più forte della serie A????

 

(l'Europa non la calcolo nemmeno: il secondo è il primo degli sconfitti e nella Juventus "Vincere non è importante, è l'unica cosa che conta", di conseguenza....)

 

Bravo non la calcolare l'Europa...il secondo primo degli sconfitti ...chi ragiona così e' quanto di più lontano ci sia dal tifo e dallo sport...

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Bravo non la calcolare l'Europa...il secondo primo degli sconfitti ...chi ragiona così e' quanto di più lontano ci sia dal tifo e dallo sport...

 

"Vincere non è importante, è l'unica cosa che conta". Stop.

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Simeone era anche per me fattibile,anche se non mi piace il tipo di gioco che applica,ma è un vincente Carrera invece non mi entusiasma molto gli preferisco Di Francesco tutta la vita

Scusami eh, ma se è un vincente Simeone allora è un vincente pure Allegri.

Entrambi due finali di Champions (perse) in un arco di 3 anni.

Allegri poi ha centrato 3 double nazionali consecutivi, oltre alle due finali di CL.

Cosa renderebbe Simeone un vincente al cospetto di Max?

Il fatto che l'Atletico è definito scarso rispetto a noi?

L'Atletico ogni anno il Liga se la gioca con Barca e Real. E Simeone quantomeno ha sempre i giocatori funzionali al suo impianto di gioco (ovvero catenaccio e contropiede all'italiana).

Ora tutti che incensano Zidane come il nuovo tecnico più forte dell'universo, fenomeno prima e ancora più fenomeno ora in panchina, genio del calcio, e bla bla bla ... li avete visti i giocatori che ha il Real Madrid in panchina?

L'avete vista la Società del Real Madrid cos'è in confronto alla nostra, seppur noi si stia venendo parecchio alla ribalta in quest'ultimo quinquennio?

Questi tengono in panchina e blindano gente come Isco, J Rodriguez, Morata (prima che andasse al Chelsea), Bale, Casemiro, lo stesso CR7 sta giocando quasi sempre da subentrante da dopo Cardiff.

Questi dalla cantera tirano su Asensio, noi l'ultimo buono che è uscito dalla nostra primavera è stato Marchisio (31 anni in questa stagione).

Noi appena viene uno e ci dice che vuole andar via, subito lo cediamo se arriva una buona offerta, perché altrimenti non ci stiamo dentro ad autofinanziarci per fare il mercato per restare ai vertici.

Per completare un reparto ne smembriamo un altro, e via così ogni anno a sperare che l'allenatore faccia il miracolo.

 

Valutiamo le cose nel loro giusto peso. Non sto dicendo che Zidane sia una schiappa immonda con l'unico dono di essere baciato dalla fortuna (un po' quello che pensano in molti su Ancellotti, ad esempio): sono molte le varianti che entrano in gioco, e spesso e volentieri bisogna vedere anche quali siano gli ordini di scuderia. Il Real è pronto a sacrificare qualsiasi cosa per una Champions in più (e ne hanno 12, mica 2), così come lo era il milan dell'epoca berlusconiana, per esempio, o il Barcellona. Noi siamo pronti a fare un passo simile? Secondo me NO, nonostante sia evidente che con Andrea Agnelli sono stati fatti grossi passi avanti in questa direzione.

Ma il trofeo italiano è sempre lì: 5° scudetto storico, 6° leggendario, 7° planetario ... coppa italia ci teniamo, è un trofeo importante e via discorrendo.

La Champions invece è il sogno: la perdiamo in finale, ci si riprova l'anno dopo però ... vuoi mettere l'8° scudetto divino, la 13^ coppa italia 4 di fila iperbolica ...

Sembra che i nostri siano bravi a trovare motivazioni esclusivamente per fare gli exploit nelle competizioni nazionali. In Europa in qualche modo si aspetta sempre l'intervento divino o soprannaturale, e così facendo ci si arriva male di testa.

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"Vincere non è importante, è l'unica cosa che conta". Stop.

 

 

Dovresti chiederti cosa significa questa frase...invece di ripeterla meccanicamente.

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Il preside del catenaccio

 

Allegri è bravo, fatevene una ragione

A far catenaccio é bravino però senza i Nesta e Thiago Silva gli é andato male, ora voglio vederlo senza Bonucci e con Barzagli e Chiellini bolliti é un pippone come Benatia

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