Vai al contenuto

Benvenuti su VecchiaSignora.com

Benvenuti su VecchiaSignora.com, il forum sulla Juventus più grande della rete. Per poter partecipare attivamente alla vita del forum è necessario registrarsi

Archiviato

Questa discussione è archiviata e chiusa a future risposte.

Mátyás

Dialetti del Bel Paese

Post in rilievo

Ciao, in famiglia o con gli amici parlate qualche forma di dialetto? Io con i miei parlo il patois (dialetto franco-provenzale), dato che abito in Valle d'Aosta, ma parlo pure (e capisco bene) il piemontese canavesano.

 

Essendo della parte meridionale della regione (da casa mia al Piemonte sono meno di 15 km) ci sono molte parole affini al piemontese e infatti i miei zii parlano piemontese.

 

Per chi vuole farsi un'idea sul patois/dialetto valdostano consiglio questo bel sito: http://www.patoisvda.org/it/

 

E voi, parlate o capite i dialetti locali? :)

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Sono cresciuto a Caltanissetta. Teoricamente parlerei siciliano, ma il dialetto nisseno è abbastanza diverso e per certi versi più simile al calabrese che al siciliano. Al posto della e finale si usa la i, al posto della o finale la u. Nella stessa provincia di Caltanissetta le parlate già cambiano da comune a comune in pochi chilometri. In realtà io non ho mai parlato dialetto e non lo parlo anche se potrei benissimo farlo. Innanzitutto perché casa a mia si parlava italiano e solo a volte mio padre usava il dialetto, mentre a casa dei miei nonni si parla solo in dialetto. Ma anche perché ne ho sempre fatto una questione sociale, l'uso del dialetto l'ho associato fin da piccolo a classi sociali più basse (contadini, operai, muratori). Mi è rimasto però un forte accento terrone che non ho problemi ad usare. Vi do un esempio di nisseno dal sottoscritto.

 

Aieri m'inni iu a chiazza e incuntraiu Micheli. Ni vasammu, ni pigghiamu u cafè ni Garzì e mi cuntò ca su mugghieri avia avuto n'infartu. Arrisantaiu a notizia picchì a vitti l'antra jurnata e ni salutammu. Aora mi dissi ca un potti caminari cchiù. (Ieri sono andato in piazza e ho incontrato Michele. Ci siamo baciati, ci siamo presi un caffè da Garzia e mi ha raccontato che sua moglie ha avuto un infarto. Sono rimasto scioccato alla notizia perché l'ho vista l'altro giorno e ci siamo salutati. Ora mi ha detto che non può più camminare)

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Salentino del Capo di Leuca. Mio figlio parla il leccese di città come mia moglie, che è albanese....

Ca ci tenfuga diu spiegame ce voi dici.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

 

no seriamente, hai posto la virgola in una parte un po' ambigua della frase, quindi potrebbe sembrare che il leccese diciamo cittadino sembra albanese :d . Niente contro tua moglie, anche la mia è "forestiera" :)

Hai ragione, volevo dire che pure mia moglie, che è albanese, parla il leccese di città..... ;)

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Sono cresciuto a Caltanissetta. Teoricamente parlerei siciliano, ma il dialetto nisseno è abbastanza diverso e per certi versi più simile al calabrese che al siciliano. Al posto della e finale si usa la i, al posto della o finale la u. Nella stessa provincia di Caltanissetta le parlate già cambiano da comune a comune in pochi chilometri. In realtà io non ho mai parlato dialetto e non lo parlo anche se potrei benissimo farlo. Innanzitutto perché casa a mia si parlava italiano e solo a volte mio padre usava il dialetto, mentre a casa dei miei nonni si parla solo in dialetto. Ma anche perché ne ho sempre fatto una questione sociale, l'uso del dialetto l'ho associato fin da piccolo a classi sociali più basse (contadini, operai, muratori). Mi è rimasto però un forte accento terrone che non ho problemi ad usare. Vi do un esempio di nisseno dal sottoscritto.

 

Aieri m'inni iu a chiazza e incuntraiu Micheli. Ni vasammu, ni pigghiamu u cafè ni Garzì e mi cuntò ca su mugghieri avia avuto n'infartu. Arrisantaiu a notizia picchì a vitti l'antra jurnata e ni salutammu. Aora mi dissi ca un potti caminari cchiù. (Ieri sono andato in piazza e ho incontrato Michele. Ci siamo baciati, ci siamo presi un caffè da Garzia e mi ha raccontato che sua moglie ha avuto un infarto. Sono rimasto scioccato alla notizia perché l'ho vista l'altro giorno e ci siamo salutati. Ora mi ha detto che non può più camminare)

ti vasasti cu micheli? Ma non si masculu?

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Sono cresciuto a Caltanissetta. Teoricamente parlerei siciliano, ma il dialetto nisseno è abbastanza diverso e per certi versi più simile al calabrese che al siciliano. Al posto della e finale si usa la i, al posto della o finale la u. Nella stessa provincia di Caltanissetta le parlate già cambiano da comune a comune in pochi chilometri. In realtà io non ho mai parlato dialetto e non lo parlo anche se potrei benissimo farlo. Innanzitutto perché casa a mia si parlava italiano e solo a volte mio padre usava il dialetto, mentre a casa dei miei nonni si parla solo in dialetto. Ma anche perché ne ho sempre fatto una questione sociale, l'uso del dialetto l'ho associato fin da piccolo a classi sociali più basse (contadini, operai, muratori). Mi è rimasto però un forte accento terrone che non ho problemi ad usare. Vi do un esempio di nisseno dal sottoscritto.

 

Aieri m'inni iu a chiazza e incuntraiu Micheli. Ni vasammu, ni pigghiamu u cafè ni Garzì e mi cuntò ca su mugghieri avia avuto n'infartu. Arrisantaiu a notizia picchì a vitti l'antra jurnata e ni salutammu. Aora mi dissi ca un potti caminari cchiù. (Ieri sono andato in piazza e ho incontrato Michele. Ci siamo baciati, ci siamo presi un caffè da Garzia e mi ha raccontato che sua moglie ha avuto un infarto. Sono rimasto scioccato alla notizia perché l'ho vista l'altro giorno e ci siamo salutati. Ora mi ha detto che non può più camminare)

non è vero che è simile al calabrese,il problema è che non esiste piu il dialetto arcaico che si parlavo 40-50anni fà.

quello che conosciamo e parliamo noi è molto italianizzato che tende piu a "struppiari"i varii termini piu che riproporli nella loro versione originale

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Io sono canavesano....... Lo capisco, ma lo parlo male. Francamente credo che l'ostinata volontà italica di rimanere ancorati ai dialetti sia un problema e non una risorsa......

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Sono lucano e parlo il montalbanese, dialetto di Montalbano Jonico. Qui da me ogni paese ha il suo dialetto.. E per quanto simili fra di loro spesso cambiano tante parole e la cadenza

 

Inviato dal mio Redmi Note 4 utilizzando Tapatalk

 

 

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

I dialetti in Italia sono purtroppo destinati a estinguersi, prima al Nord e poi nel resto dell'Italia. Sopravviveranno solo toscano e romano, che poi entrambi sono italiano con varianti locali

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Purtroppo sì :d

Dico purtroppo perché non è una cosa che faccio in maniera conscia, mi viene naturale utilizzare diversi termini dialettali mentre parlo con amici o in famiglia, e mi rendo conto che dovrei cercare di diminuirli.

Sono di Avellino, quindi dialetto avellinese, che è abbastanza diverso dal napoletano. Certo, un veneto o un romano non noterebbero la differenza, infatti quando vado fuori mi scambiano sempre per napoletana, ma un avellinese si accorge sempre se ha di fronte un napoletano e viceversa. Non cambia solo il dialetto, ma proprio la cadenza. Devo dire che forse il nostro accento è un tantino più cafone come inflessione rispetto al napoletano :d, più paesano diciamo.

Però come termini dialettali L'avellinese non ha nulla da invidiare al napoletano, anzi, quasi quasi lo preferisco. I termini che uso di più? Sicuramente al primo posto pari merito "sine" e "none", impiegati per dare un maggior vigore alla propria affermazione o negazione .ghgh

Poi "stordo", l'insulto avellinese più famoso insieme al sinonimo "pepe", che non è la spezia, ma la traduzione avellinese di scemo, idiota: es: "Si proprio no' pepe", o "sto stordo tutto quanto".

Ovviamente capita anche, purtroppo, di usare le coniugazioni in maniera dialettale. In avellinese le coniugazioni dei vari verbi sono molto simili al napoletano, se non fosse che i napoletani non pronunciano l'ultima vocale, mentre noi sì, assolutamente, e con grande forza anche.

Oppure altra differenza, in napoletano spesso i verbi non vengono troncati, per esempio credere diventa "crerere", mente in avellinese è "crere". "E nun me crere, che t'aggia rice".

Per fortuna non parlo sempre così, eh. Solo in situazioni strettamente confidenziali, dove mi viene naturale.

Parola preferita: "NGIONGIO". Vediamo se riuscite a decifrarla :d

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

I dialetti in Italia sono purtroppo destinati a estinguersi, prima al Nord e poi nel resto dell'Italia. Sopravviveranno solo toscano e romano, che poi entrambi sono italiano con varianti locali

Non penso proprio, anzi è più difficile mantenere l'italiano che i dialetti.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Non penso proprio, anzi è più difficile mantenere l'italiano che i dialetti.

spero tu stia scherzando. Anche solo per la presenza di immigrati sempre più massiccia sono destinati a estinguersi. Pensa a quello che è successo al Nord: ormai i lombardi doc sono davvero pochi e anche loro (parlo del milanese) parlano ormai esclusivamente italiano. Ciò è stato "causato" dall'arrivo di molti meridionali e per questo qui da me si parla solamente la lingua italiana. Poi ora ci sono anche gli stranieri che nel giro di qualche decennio diverranno la maggioranza in provincia di Milano ahimè. E quindi anche al centro-sud si ridurrà sempre più il dialetto. Ripeto: nel giro 100 anni si parlerà solo italiano, o magari inglese, chi lo sa, ma di certo non dialetto

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Parlo un po' di bergamasco, ma non sarei capace di imbastire un intero discorso in dialetto, come mia nonna. Le influenze sul mio parlato sono soprattutto gli intercalari (pota über alles) e alcuni tratti caratteristici come l'articolo determinativo davanti ai nomi propri di persone conosciute (il Giulio, il Francesco, la Miriam, la Teresa).

 

Francamente credo che l'ostinata volontà italica di rimanere ancorati ai dialetti sia un problema e non una risorsa......

Perché?

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

×

Informazione Importante

Utilizziamo i cookie per migliorare questo sito web. Puoi regolare le tue impostazioni cookie o proseguire per confermare il tuo consenso.