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Bernardevski

[Ultimo Uomo] Come si allena un giovane della Juventus

Post in rilievo

Vi voglio segnalare una bella intervista a Stefano Baldini, coordinatore tecnico, e Giovanni Valenti, allenatore dell’Under 13.

Si parla di squadre B e primavera, ma soprattutto delle prime fasi delle giovanili, dai 6 fino ai 16 anni, quindi cerchiamo di tenere fuori le lamentele sulla primavera più scarsa della storia!!1!!

 

La trovate sul sito di Ultimo Uomo .com

Ne riporto solo uno stralcio perchè, data l'informazione di qualità rara che garantiscono, credo sia giusto non sottrargli visite al sito:

 

Quoto

Qual è la caratteristica più importante per te per capire che un bambino ha talento?

 

S.B.: «L’abilità tecnica, la qualità del primo controllo, la capacità di scelta veloce, l’assunzione della responsabilità delle giocate che contano. Sono cose che ti fanno capire che, a prescindere dal contesto, un bambino sa fare determinate cose perchè si sente padrone dei propri mezzi. Se non ti senti sicuro dal punto di vista tecnico, non ti assumi il rischio di certe giocate. È il tipo di contesto che incentiviamo».

 

 

G.V.: «Per me sono due le caratteristiche principali: la confidenza con la palla e la comprensione del gioco. Cercare di non penalizzare giocatori tardivi dal punto di vista fisico, è una mia premura. Se c’è del talento, bisogna avere coraggio e premiare il ragazzo con un minutaggio consistente».

 

 

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Bellissima intervista, ho appena finito di leggerla tutte e come al solito le problematiche sono sempre le stesse: precedenza al risultato e nessuna coordinazione tra i vari club a livello giovanile, ognuno pensa al proprio orticello. Sono contento che la Juve abbia dato direttive per prediligere la tecnica.

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Già, purtroppo i risultati sono difficili da misurare, anche fra diversi anni chissà che giocatori usciranno e per quali motivi gli altri non ce l'avranno fatta.

Ci vuole una gran passione e fiducia nel proprio lavoro di allenatore, per non puntare tutto sul risultato immediato per fare carriera.

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8 ore fa, fredp ha scritto:

Già, purtroppo i risultati sono difficili da misurare, anche fra diversi anni chissà che giocatori usciranno e per quali motivi gli altri non ce l'avranno fatta.

Ci vuole una gran passione e fiducia nel proprio lavoro di allenatore, per non puntare tutto sul risultato immediato per fare carriera.

Credo che una buona parte del lavoro vada fatto anche sulla testa dei ragazzi, evitare che si sentano già arrivati o che non abbiano più nulla da imparare e tenerli sempre concentrati. Chi riuscirà  ad aggiungere questo alla preparazione che gli sarà data avrà sicuramente più possibilità di giocare ad alti livelli.

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