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GobboNelMidollo

Le ultime forze della Juventus (analisi tattica)

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Quoto

 

Le ultime forze della Juventus

Inter-Juventus è stata una gara drammatica e dai mille volti.

 

La Juventus batte l’Inter per 3-2 e conquista l’intera posta grazie a un finale di partita che stavolta, contrariamente alle ultime volte, le sorride. È stata una partita frammentata, giocata sui nervi, di conseguenza non una bella partita sul piano dei contenuti tattici e tecnici, il cui sviluppo oltretutto è stato orientato dalle scelte dell’arbitro. Spalletti e Allegri hanno guidato i loro uomini attraverso la tempesta, mostrando però dei limiti nella loro capacità decisionale in una situazione di forte stress emotivo: Inter-Juve è una partita che va scomposta e riletta per riuscire a comprenderla fino in fondo.

 

Parte I: con le squadre in 11 contro 11

Spalletti e Allegri hanno sciolto le riserve sui rispettivi dubbi di formazione un’ora prima del calcio d’inizio. L’Inter è scesa in campo con Vecino al fianco di Brozovic, preferito a Borja Valero per contrastare la fisicità del centrocampo juventino e prediligere il controllo degli spazi davanti alla difesa. Nella Juventus Cuadrado ha trovato posto come terzino destro nella linea a quattro, completata da Rugani, Barzagli e Alex Sandro.

 

 

Per quanto riguarda la strategia difensiva delle due squadre, entrambe hanno cercato di ostacolare la prima impostazione dell’avversario, pur partendo da assetti differenti. L’Inter si muoveva dal 4-2-3-1 tenuto in fase di possesso al 4-4-2, con Rafinha che si alzava ad affiancare Icardi nella pressione ai due centrali bianconeri. Alle loro spalle, a seconda del movimento della palla, l’ala dal lato forte prendeva il terzino sulla sua fascia; quella sul lato debole, invece, stringeva verso la mezzala avversaria, con Pjanic marcato da Vecino. 

 

In questa configurazione, la Juventus ha avuto qualche difficoltà nella costruzione del gioco e ha dovuto appoggiarsi spesso su Buffon, come già accadde contro il Napoli, costretto al lancio lungo nella zona di Mandzukic e Alex Sandro.

 

 

Sono bastati solo 5 minuti di gioco perché i nerazzurri venissero meno alle consegne. Rafinha più basso rispetto ad Icardi, e il resto della squadra ancora più lontano, consentivano alla Juventus di avvantaggiarsi di una situazione di tre contro due dal lato della palla, che le ha permesso di risalire il campo più facilmente.

 

Dal punto di vista offensivo, anche, gli intenti delle due squadre sono stati abbastanza chiari da subito. All’Inter il possesso palla orizzontale tra i quattro difensori era mirato a liberare uno tra Candreva e Perisic ai lati di Pjanic, approfittando di un eventuale scivolamento laterale lento delle linee bianconere.

 

Nei minuti che hanno preceduto il gol di Douglas Costa, l’Inter ha avuto una predominanza nel possesso palla, anche se questa non si è concretizzata in uno sviluppo offensivo (sono stati solo 6 i passaggi completati con successo negli ultimi 30 metri). La catena di sinistra si è rivelata particolarmente efficace e Perisic e D’Ambrosio sono stati, in questa fase della partita, gli uomini più coinvolti in campo (rispettivamente 15 e 16 passaggi ricevuti).

 

Da parte sua la Juventus pensava a scaglionare gli uomini nelle diverse zone di campo per creare una crisi decisionale nella difesa dell’Inter. Soprattutto dal lato di Cancelo, la posizione più interna di Mandzukic doveva favorire il sovraccarico da parte di uno tra Matuidi e Alex Sandro, ponendo dei dubbi al terzino interista, il centrale difensivo più vicino e il centrocampista da quel lato.

 

Questa è stata la condizione che ha permesso alla Juventus di avere la prima occasione della partita, quando Mandzukic, da solo oltre il secondo palo, ha messo pericolosamente in mezzo di testa il cross teso di Cuadrado. E ha anche permesso alla Juventus di passare in vantaggio, con Douglas Costa che si è trovato dalla parte di Mandzukic dopo gli sviluppi di un corner.

 

Sul calcio d’inizio successivo alla rete del brasiliano, una palla persa da Cancelo, riconquistata da Miranda, ma a sua volta appoggiata male verso Vecino, ha portato il centrocampista uruguaiano all’intervento giudicato prima da giallo e poi da rosso da Orsato. Va detto che sia nell’occasione della rete che in quella dell’espulsione l’arbitro è ricorso al VAR, cosa che ha probabilmente reso ancora più tesa l’aria: altre decisioni arbitrali contestate sono state un contatto in area tra Skriniar e Higuain, il primo giallo a Pjanic per alcuni esagerato, il secondo giallo mancato a Pjanic, per altri necessario: detto di questi “bivi” decisi da Orsato, la partita in campo ha continuato a cambiare per ragioni tattiche e tecniche.

 

 

Parte II: il potere alla Juve

Dopo l’espulsione l’Inter si è sistemata in campo con il 4-4-1, nel quale Rafinha si è abbassato per prendere lo slot che era di Vecino. Spalletti ha chiesto ai suoi di tenere le linee strette sia in orizzontale che in verticale, allo scopo di proteggere il centro del campo davanti all’area di rigore, e lasciare così alla Juventus solo lo sfogo sulle fasce laterali.

 

La squadra di Allegri, anziché uccidere la partita e le residue speranze dei nerazzurri cercando il raddoppio, è andata in modalità gestione: ha rallentato la circolazione del pallone, ha ridotto via via i cambi di gioco che avrebbero potuto scoprire l’Inter molto compatta in zona palla e annullato i movimenti senza palla a favorire la scelta del portatore. Dall’espulsione di Vecino alla fine del primo tempo, la Juventus ha tirato 5 volte verso la porta di Handanovic, tanti tentativi quanti ne ha fatti l’Inter nello stesso periodo, pur in inferiorità numerica. Delle 5 conclusioni, una sola è stata presa dall’interno dell’area di rigore (un colpo di testa di Matuidi fuori equilibrio, finito alto) e nessuna di queste ha centrato lo specchio della porta.

 

L’Inter, infatti, ha trovato un buono sviluppo offensivo grazie alla posizione accentrata di Perisic e Candreva, in una sorta di 4-2-2-1, nel quale l’italiano poteva abbassarsi per aiutare la squadra a superare il centrocampo avversario, ricevendo palla nei mezzi spazi, mentre il croato saliva per affiancare Icardi.

 

In qualche modo la Juventus ha agevolato l’Inter con la sua passività, mantenendo lo stesso atteggiamento tattico di inizio partita, con il 4-3-3 che in fase di non possesso mutava nel 4-5-1, grazie all’abbassamento di Mandzukic e Douglas Costa. Per esempio, se Allegri avesse considerato di difendersi col 4-4-2, chiedendo a Mandzukic di affiancare Higuain e a Matuidi di scivolare sull’out sinistro, avrebbe messo in ambasce Spalletti, che a sua volta avrebbe dovuto decidere se accettare il due contro due tra gli attaccanti della Juventus e i centrali dell’Inter, o se coprirsi di più.

 

Parte III: l’Inter in vantaggio

Con l’Inter in svantaggio, all’intervallo Spalletti si è assunto la responsabilità del primo cambio tattico della partita. I nerazzurri sono tornati in campo con un centrocampo a rombo, nel quale Brozovic ne era il riferimento basso, Rafinha il vertice alto, Candreva e Perisic le mezzali.

 

Questa mossa aveva due scopi: il primo era mantenere la compattezza al centro del campo in fase di non possesso; il secondo era riportare Perisic nella zona di Cuadrado, elemento debole della difesa bianconera anche perché già ammonito. Allegri non ha reagito al cambio di Spalletti e il centrocampo juventino, appiattito in una linea da cinque, ha perso i riferimenti su quello interista.

 

Dall’inizio del secondo tempo fino all’autorete di Barzagli, che è valsa il momentaneo vantaggio interista, i nerazzurri hanno dominato il controllo del pallone, con la percentuale di possesso che è stata del 60%, in dieci contro undici. Completamente in balia degli avversari, gli juventini hanno commesso tanti errori tecnici (la percentuale di passaggi riusciti è crollata dal 92% del primo tempo al 82%) e soprattutto sono stati incapaci di recuperare il pallone per imbastire una loro azione offensiva (2 recuperi palla per i bianconeri, tanti quanti l’Inter in inferiorità numerica).

 

Nel mezzo c’è stato il gol del pareggio firmato da Icardi, ed è curioso notare che l’argentino, uno specialista dei colpi di testa, non è stato preso in consegna da un difensore sul calcio di punizione, ma è stato lasciato tra Mandzukic e Higuain. Dettagli che possono costare gli sforzi di un’intera stagione.

 

In possesso palla, la Juventus ha diviso male gli spazi. Nell’azione raffigurata nell’immagine, si vede Higuain scattare verso la profondità, anche se è già al limite dell’area di rigore e lo spazio tra sé e Handanovic è davvero poco per poter controllare un eventuale spiovente. Alle spalle dell’argentino, nessuno detta il passaggio a Pjanic andando ad occupare lo spazio che si è liberato tra le linee sul giro palla.

 

Allegri non solo ha temporeggiato su un eventuale cambio d’assetto, ma non è nemmeno intervenuto sui singoli. Mandzukic, chiaramente debilitato dall’intervento di Vecino del primo tempo, ha commesso il fallo che ha portato all’azione del pareggio siglato da Icardi. Cuadrado, caricato dall’ammonizione, era impossibilitato dal limitare l’azione di Perisic, che nel secondo tempo è diventato un fattore determinante (l’autogol di Barzagli è conseguenza di un suo cross). L’ingresso di Dybala, e il conseguente passaggio al 4-2-3-1, avvenuto quattro minuti prima del 2-1, è stato deciso nella logica di aumentare il tasso tecnico in campo e le opportunità offensive, quasi in maniera esogena rispetto a quello che era lo sviluppo tattico della gara in quel momento.

 

L’Inter ha compiuto uno sforzo enorme ma è riuscita a ribaltare il banco. Avrebbe potuto essere premiata ulteriormente, quando a Icardi, solo davanti a Buffon, è mancato un passo di corsa per mettere dentro il pallone del 3-1. L’Inter avrebbe anche potuto giocare l’ultima fase della partita di nuovo in parità numerica, se l’arbitro avesse deciso di comminare la seconda ammonizione a Pjanic.

 

 

Parte IV: la rimonta della Juventus

Subito dopo il gol del 2-1, Allegri ha piazzato il suo secondo cambio, sostituendo Mandzukic con Bernardeschi e allargando Douglas Costa sulla fascia sinistra, con compiti da ala pura. Il pallino del gioco è passato di nuovo dai nerazzurri ai bianconeri: da un lato, la Juventus ha iniziato a trovare qualche ricezione tra le linee in più, grazie a Dybala e a Bernardeschi; dall’altro, l’Inter ha iniziato a pagare lo sforzo fisico (la prima sostituzione di Spalletti è arrivata solo al 81′).

 

Proprio da una ricezione di Dybala davanti alla difesa nerazzurra è nato il gol del 2-2 della Juventus. L’argentino scambia il pallone con Cuadrado, che si butta nella cuore della difesa dell’Inter, Santon ne perde le tracce, e il cross di Cuadrado dalla linea di fondo intercetta il piede di Skriniar e finisce alle spalle di Handanovic.

 

Nei minuti precedenti al gol, l’Inter si era schiacciata fino a difendere il limite dell’area di rigore con una linea da sei. Le poche speranze di risalire il campo e di impensierire la Juventus sono state eliminate dalla sostituzione di Icardi con Santon, avvenuta al 85′. L’idea iniziale di Spalletti, almeno da quello che si è capito dalle riprese televisive, era di sostituire Perisic, che ormai era di fatto il terzino sinistro della squadra, spinto in basso da Cuadrado. Spalletti ha concesso ulteriore tempo-partita al croato che, pare, avesse rifiutato il cambio. Con Perisic in posizione di centravanti, l’Inter ha perso ogni riferimento offensivo e ha concesso un’intera metà campo alla Juventus.

 

Il gol della vittoria è arrivato sugli sviluppi di un calcio di punizione, un’azione molto simile a quella concretizzata da Icardi nel primo tempo. La punizione è stata guadagnata da Bernardeschi su Cancelo, ma in precedenza Dybala aveva aperto il gioco sulla sinistra dopo aver saltato in dribbling Borja Valero e Brozovic, nonostante fosse spalle alla porta. 

 

Sulla punizione, Higuain parte staccato dalla linea interista, appostata sul limite dei sedici metri. Nella ricorsa verso la porta, Miranda perde il contatto con l’attaccante argentino, che gli scivola alle spalle; Santon, che può vederlo davanti a sé, non è abbastanza veloce da frapporsi tra l’attaccante e la porta.

 

 

L’Inter ha visto svanire una vittoria dieci contro undici che sarebbe stata leggendaria e il rammarico più grande per i nerazzurri è quello di non essere più artefici del proprio destino nella corsa per la Chiampions League, neanche vincendo eventualmente lo scontro diretto con la Lazio all’ultima giornata. I biancocelesti, vittoriosi a Torino, hanno portato a 4 i punti di vantaggio e faranno di tutto per non sprecarli contro Atalanta e Crotone nelle prossime due settimane.

 

La Juventus torna da San Siro con i tre punti, ma è l’unica buona notizia della serata. Sembra che dal momento in cui l’arbitro Oliver ha fischiato il rigore a Madrid nella Juventus le certezze abbiano iniziato a crollare. I bianconeri sembrano aver perso la loro più grande qualità: quella forza mentale, granitica e costante sull’intero arco dei 95 minuti di gioco, che li portava ad avere grande controllo della partita e degli avversari, addirittura scegliendo di avere maggior presa sulla palla o sugli spazi, o di aggredire alti o sedere bassi, a seconda dei momenti.

 

In una partita tesa, confusa e grandemente dilatata (102 minuti in tutto), sabato a San Siro, per la prima volta da quando è alla Juventus, Massimiliano Allegri è sembrato incerto di fronte alle difficoltà della sua squadra. Nel dopo-partita, Allegri ha ribadito il concetto che gli è più caro, che nel calcio i giocatori contano più degli schemi e che nelle fasi decisive di un campionato, per i giocatori la tecnica individuale conta più della testa, che a sua volta conta più delle gambe.

 

Forse Allegri ci sta dicendo che nei momenti di massimo stress, fisico, mentale e emotivo, i giocatori si affidano a ciò che hanno di più istintivo, si affidano al gesto tecnico che hanno interiorizzato in anni di addestramento. Ma non è forse vero che attraverso l’allenamento è possibile introiettare anche un’organizzazione di gioco che funzioni da salvagente nelle situazioni di crisi? 

 

È un argomento che può aprire un dibattito culturale, persino filosofico, sul quale si potrebbe discutere per anni senza giungere ad alcuna conclusione definitiva. Allegri ha comunque dimostrato in questi anni di essere maestro delle letture a gara in corso, e i risultati sono dalla sua parte, indipendentemente se vincerà o no questo titolo. 

 

Molti ricorderanno il monologo iniziale di Match Point, film di Woody Allen del 2005: «Chi disse: “Preferisco avere fortuna che talento”, percepì l’essenza della vita. La gente ha paura di ammettere quanto conti la fortuna nella vita. Terrorizza pensare che sia così fuori controllo. A volte in una partita la palla colpisce il nastro e per un attimo può andare oltre o tornare indietro. Con un po’ di fortuna va oltre e allora si vince. Oppure no e allora si perde».

 

Sabato sera, la pallina è saltata sul nastro e, dopo aver fluttuato in aria per un po’, è ricaduta nel campo del Napoli. La Juventus adesso ha il match point, ma deve essere in grado di trasformarlo.

 

 

 

 

ultimouomo

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Il finale dell'articolo è interessante, e a quanto si apprende Allegri pare averci capito poco nell'evoluzione della partita

 

Quoto

n una partita tesa, confusa e grandemente dilatata (102 minuti in tutto), sabato a San Siro, per la prima volta da quando è alla Juventus, Massimiliano Allegri è sembrato incerto di fronte alle difficoltà della sua squadra. Nel dopo-partita, Allegri ha ribadito il concetto che gli è più caro, che nel calcio i giocatori contano più degli schemi e che nelle fasi decisive di un campionato, per i giocatori la tecnica individuale conta più della testa, che a sua volta conta più delle gambe.

 

Forse Allegri ci sta dicendo che nei momenti di massimo stress, fisico, mentale e emotivo, i giocatori si affidano a ciò che hanno di più istintivo, si affidano al gesto tecnico che hanno interiorizzato in anni di addestramento. Ma non è forse vero che attraverso l’allenamento è possibile introiettare anche un’organizzazione di gioco che funzioni da salvagente nelle situazioni di crisi? 

 

È un argomento che può aprire un dibattito culturale, persino filosofico, sul quale si potrebbe discutere per anni senza giungere ad alcuna conclusione definitiva. Allegri ha comunque dimostrato in questi anni di essere maestro delle letture a gara in corso, e i risultati sono dalla sua parte, indipendentemente se vincerà o no questo titolo. 

 

Molti ricorderanno il monologo iniziale di Match Point, film di Woody Allen del 2005: «Chi disse: “Preferisco avere fortuna che talento”, percepì l’essenza della vita. La gente ha paura di ammettere quanto conti la fortuna nella vita. Terrorizza pensare che sia così fuori controllo. A volte in una partita la palla colpisce il nastro e per un attimo può andare oltre o tornare indietro. Con un po’ di fortuna va oltre e allora si vince. Oppure no e allora si perde».

 

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Adesso, princeps ha scritto:

Bella analisi, molto ben scritta. Ultimouomo è una rivista sportiva di nicchia? Non l'avevo mai sentito

e' un blog che parla di calcio e sport, con articoli scritti molto bene IMHO

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1 minuto fa, GobboNelMidollo ha scritto:

e' un blog che parla di calcio e sport, con articoli scritti molto bene IMHO

Grazie, in realtà poi cercando su Google l'avevo trovato, stavo anche leggendo l'articolo sul Napoli

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32 minuti fa, GobboNelMidollo ha scritto:

La squadra di Allegri, anziché uccidere la partita e le residue speranze dei nerazzurri cercando il raddoppio, è andata in modalità gestione: ha rallentato la circolazione del pallone, ha ridotto via via i cambi di gioco che avrebbero potuto scoprire l’Inter molto compatta in zona palla e annullato i movimenti senza palla a favorire la scelta del portatore

Mentalità sparagnina e provinciale. Da cacciare quanto prima

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1 minuto fa, Maratbianconero ha scritto:

Mentalità sparagnina e provinciale. Da cacciare quanto prima

mistero inspiegabile quel frangente della partita. 

 

A onor del vero credo che lo stesso Allegri non fosse soddisfatto in quel momento (se non ricordo male si sbracciava a bordo campo o sbaglio?)

 

mi viene da pensare che la squadra ha talmente tanto introiettato il gestire i risultati in quel modo (in pieno stile Allegri) che ormai sta con il pilota automatico

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40 minuti fa, GobboNelMidollo ha scritto:

Forse Allegri ci sta dicendo che nei momenti di massimo stress, fisico, mentale e emotivo, i giocatori si affidano a ciò che hanno di più istintivo, si affidano al gesto tecnico che hanno interiorizzato in anni di addestramento. Ma non è forse vero che attraverso l’allenamento è possibile introiettare anche un’organizzazione di gioco che funzioni da salvagente nelle situazioni di crisi? 

Secondo me il punto più importante è questo.

In questo finale di stagione si sente proprio la mancanza di quell'organizzazione di gioco che potrebbe supplire alla scarsa verve dei nostri giocatori più decisivi

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4 minuti fa, GobboNelMidollo ha scritto:

mistero inspiegabile quel frangente della partita. 

 

A onor del vero credo che lo stesso Allegri non fosse soddisfatto in quel momento (se non ricordo male si sbracciava a bordo campo o sbaglio?)

 

mi viene da pensare che la squadra ha talmente tanto introiettato il gestire i risultati in quel modo (in pieno stile Allegri) che ormai sta con il pilota automatico

Pensi che gente come Sandro, Costa, Cuadrado, Higuain siano portati a difendere anziché essere portati naturalmente a spingersi in avanti? La risposta ce la dà candidamente Cuadrado:“Il mister mi chiedeva di difendere, Chiellini diceva di attaccare”

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Adesso, Maratbianconero ha scritto:

Pensi che gente come Sandro, Costa, Cuadrado, Higuain siano portati a difendere anziché essere portati naturalmente a spingersi in avanti? La risposta ce la dà candidamente Cuadrado:“Il mister mi chiedeva di difendere, Chiellini diceva di attaccare”

Dove hai letto questa cosa? se è vera domani vado a Vinovo a picchiare Allegri

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6 minuti fa, sheere kan ha scritto:

Secondo me il punto più importante è questo.

In questo finale di stagione si sente proprio la mancanza di quell'organizzazione di gioco che potrebbe supplire alla scarsa verve dei nostri giocatori più decisivi

Guarda io con tutta l'epica della partita di sabato, a mente fredda dico che l'abbiamo vinta perchè se Allegri si gira in panchina trova Dybala e Bernardeschi, Spalletti Pinamonti e Santon (che si è perso due marcature)

 

Sull'impianto di gioco tralascio perchè è così evidente che non ce n'è uno che ormai è inutile commentare, lo stesso Allegri nelle sue sfuriate contro gli "schemi" ha fatto capire come la pensa a riguardo

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Articolo scritto bene, sì.

In particolare, nella concitazione della partita, non mi ero accorto del 4-rombo-1 che Spalletti ha varato nella ripresa.

Allo stesso tempo, si nota che l'autore dell'articolo è un "tattico" e di conseguenza dà particolare attenzione... alla tattica. Nulla di male, intendiamoci. 

Però, allo stesso tempo, la tattica è solo parte della partita. Personalmente, non credo affatto che Allegri volesse che la squadra "gestisse" la partita dopo il vantaggio. Lo ha anche spiegato nel dopo-partita. E non credo che la disposizione in campo della squadra sia all'origine di questo arretramento, visto che nel primo quarto d'ora, con quello steso modulo, la partita la facevamo noi. E' vero invece che il nostro 4-3-3, che dà equilibrio alla squadra, manca di mezz'ali capaci di inserirsi. Khedira e Matuidi ci provano, ma non sono certo all'altezza di Pogba o Vidal, per dire. E quindi le partite viaggiano sull'onda della psiche collettiva delle rispettive squadre. Il casino combinato dall'Inter, al momento delle sostituzioni, è il segnale di una squadra che, nel momento della possibile vittoria cui non sono più abituati, si ritrova col braccino corto. Concordo con la lettura di un momento cruciale: Perisic si rifiuta di uscire e Icardi, da capitano, accetta di farlo senza tante storie. Devo dire la verità: apprezzo Icardi per come si è comportato. Lo stesso Spalletti sa di aver cannato, a posteriori, e lo ha onestamente dichiarato nel post-partita. Ma bisogna anche dire che "la zebra" ci ha messo lo zampino, perché il 2-2 è frutto di una carambola davvero fortunata. E qui mi riallaccio al finale di Woody Allen. A volte, la fortuna, ha una sua bella fetta di "responsabilità".

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9 minuti fa, GobboNelMidollo ha scritto:

Guarda io con tutta l'epica della partita di sabato, a mente fredda dico che l'abbiamo vinta perchè se Allegri si gira in panchina trova Dybala e Bernardeschi, Spalletti Pinamonti e Santon (che si è perso due marcature)

 

Sull'impianto di gioco tralascio perchè è così evidente che non ce n'è uno che ormai è inutile commentare, lo stesso Allegri nelle sue sfuriate contro gli "schemi" ha fatto capire come la pensa a riguardo

D'accordo sulla prima frase (vinceremo il campionato per una rosa complessivamente superiore alle altre), meno sulla seconda.

E' ridicolo pensare che Allegri non sappia impostare il gioco di una squadra. In questi quattro anni, ha giocato con tutti i moduli possibili e immaginabili. Solo che a lui non va quella certa propensione tutta italiana a leggere le partite solo esclusivamente sotto l'occhio della "tattica". Questo suo "amore" per la tehniha, unito al suo tono spesso scanzonato, induce molti di voi nell'errore di pensare che possa essere uno sprovveduto, tatticamente parlando. E' un'idiozia, questa. Allegri è bravissimo nel preparare le partite, nel leggerle, ecc ecc. Solo che ha l'umiltà di dire che le partite, in fin dei conti, le vincono i giocatori. Questa è la differenza principale, tra pragmatici e guru della panchina.

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Mister acciuga salata un gioco non lo sa dare. Anche se volesse, non ci riuscirebbe perché è scarso.

Però è intelligente e quindi si è inventato tutta una serie di * filosofiche sull inutilità degli schemi e sul suo concetto di calcio basato sui singoli. 

Lui è intelligente, chi gli crede però è discretamente cretino...ma appena appena.

 

Dobbiamo ringraziare questi ragazzi speciali. Un'altra squadra si sarebbe ammutinata. Dybala a quest'ora, con un altro allenatore, sarebbe ad un livello dieci volte superiore.

Vedrete che se resta l'acciuga salata, il prossimo anno peggiorerà anche Costa. È il punto debole Allegri, la società ne prenda atto e regali un allenatore ai nostri campioni.

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3 minuti fa, velas ha scritto:

D'accordo sulla prima frase (vinceremo il campionato per una rosa complessivamente superiore alle altre), meno sulla seconda.

E' ridicolo pensare che Allegri non sappia impostare il gioco di una squadra. In questi quattro anni, ha giocato con tutti i moduli possibili e immaginabili. Solo che a lui non va quella certa propensione tutta italiana a leggere le partite solo esclusivamente sotto l'occhio della "tattica". Questo suo "amore" per la tehniha, unito al suo tono spesso scanzonato, induce molti di voi nell'errore di pensare che possa essere uno sprovveduto, tatticamente parlando. E' un'idiozia, questa. Allegri è bravissimo nel preparare le partite, nel leggerle, ecc ecc. Solo che ha l'umiltà di dire che le partite, in fin dei conti, le vincono gli allenatori. Questa è la differenza principale, tra pragmatici e guru della panchina.

mai pensato che Allegri sia un brocco o un incompetente di calcio.

 

Il discorso è più complesso: partiamo dall'assunto che (ipotesi) tu mi domandassi come giocano le squadre di Guardiola, Klopp o Sarri  ti saprei dare qualche indicazione, su Allegri sarebbe più complicato.

 

Come dici te Allegri è un pragmatico, lavora su quello che ha, si adatta ai contesti e cerca di influenzare gli andamenti con decisioni contingenti. Questo è il calcio di Allegri, il che tradotto vuol dire che un calcio di Allegri non esiste,  Che è cosa ben diversa da dire che non capisca nulla di calcio.

 

Un po' si sintetizza tutto nella frase "datemi giocatori buoni poi vedo io come metterli in campo" che più o meno ogni estate ripete. 

 

Ora al di là se questo tipo di mentalità ti piaccia o no (e a me non piace) ritengo che Allegri sia soprattutto un ottimo "gestore",e fino a che gestisci la squadra di gran lunga più ricca e forte del campionato è chiaro che la strada ce l'hai in discesa, come si è visto sabato, dove siamo stati messi sotto da una squadra in dieci (inaccettabile come cosa) per poi rimontare grazie alla qualità superiore della panchina.

15 minuti fa, var-oberto ha scritto:

dopo 3 righe un post non si puo leggere.

mi spiace

cioè tu dopo tre righe non riesci a leggere più nulla? :risata3:

 

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2 minuti fa, GobboNelMidollo ha scritto:

mai pensato che Allegri sia un brocco o un incompetente di calcio.

 

Il discorso è più complesso: partiamo dall'assunto che (ipotesi) tu mi domandassi come giocano le squadre di Guardiola, Klopp o Sarri  ti saprei dare qualche indicazione, su Allegri sarebbe più complicato.

 

Come dici te Allegri è un pragmatico, lavora su quello che ha, si adatta ai contesti e cerca di influenzare gli andamenti con decisioni contingenti. Questo è il calcio di Allegri, il che tradotto vuol dire che un calcio di Allegri non esiste,  Che è cosa ben diversa da dire che non capisca nulla di calcio.

 

Un po' si sintetizza tutto nella frase "datemi giocatori buoni poi vedo io come metterli in campo" che più o meno ogni estate ripete. 

 

Ora al di là se questo tipo di mentalità ti piaccia o no (e a me non piace) ritengo che Allegri sia soprattutto un ottimo "gestore",e fino a che gestisci la squadra di gran lunga più ricca e forte del campionato è chiaro che la strada ce l'hai in discesa, come si è visto sabato, dove siamo stati messi sotto da una squadra in dieci (inaccettabile come cosa) per poi rimontare grazie alla qualità superiore della panchina.

Guarda, a mio parere c'è un solo allenatore che potrei riconoscere al buio, della serie: mettimi davanti a un televisore, cambia il colore delle maglie e chiedimi chi è.

Si chiama Jurgen Klopp. Tra alti e bassi, gioca sempre allo stesso modo, chiede ai suoi di giocare sempre in verticale, sopratutto i centrocampisti. E' identico a Zeman, in questo senso, pur essendo molto più bravo perché è riuscito a portare questo genere di calcio a livelli molto più alti, vincendo qualcosa.

Ma alla fine dei conti... è così importante riconoscere quale allenatore ci sia in panchina? Zidane è forse diverso da Allegri, da Ancelotti, da Heinckes, Wenger, Ferguson, Mourinho? Sapresti riconoscere uno di questi col giochino al buio? No. E chissenefrega dico io. Preferisco guardare i trofei in bacheca. 

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14 minuti fa, GSR600 ha scritto:

Mister acciuga salata un gioco non lo sa dare. Anche se volesse, non ci riuscirebbe perché è scarso.

Però è intelligente e quindi si è inventato tutta una serie di * filosofiche sull inutilità degli schemi e sul suo concetto di calcio basato sui singoli. 

Lui è intelligente, chi gli crede però è discretamente cretino...ma appena appena.

Se permetti, da cretino quale io sarei, le Czate filosofiche le inventano i Sacchi, non gli Allegri.

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3 minuti fa, velas ha scritto:

Guarda, a mio parere c'è un solo allenatore che potrei riconoscere al buio, della serie: mettimi davanti a un televisore, cambia il colore delle maglie e chiedimi chi è.

Si chiama Jurgen Klopp. Tra alti e bassi, gioca sempre allo stesso modo, chiede ai suoi di giocare sempre in verticale, sopratutto i centrocampisti. E' identico a Zeman, in questo senso, pur essendo molto più bravo perché è riuscito a portare questo genere di calcio a livelli molto più alti, vincendo qualcosa.

Ma alla fine dei conti... è così importante riconoscere quale allenatore ci sia in panchina? Zidane è forse diverso da Allegri, da Ancelotti, da Heinckes, Wenger, Ferguson, Mourinho? Sapresti riconoscere uno di questi col giochino al buio? No. E chissenefrega dico io. Preferisco guardare i trofei in bacheca. 

Per carità i trofei piacciono a tutti. io non saprei riconoscere gli allenatori al buio ma so riconoscere quando una squadra manca di organizzazione, quando il tecnico specula eccessivamente, quando i giocatori vengono impiegati solo parzialmente per le loro capacità, e l'Allegri dell'ultimo anno a mio parere di questi errori piuttosto gravi ne ha commessi diversi. 

 

senza contare che sì i trofei sono belli, ma quando mi vedo una partita della mia squadra vorrei vedere anche uno spettacolo decente, cosa che la Juve di quest'anno poche partite a parte non ha quasi mai dato.

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4 minuti fa, GobboNelMidollo ha scritto:

Per carità i trofei piacciono a tutti. io non saprei riconoscere gli allenatori al buio ma so riconoscere quando una squadra manca di organizzazione, quando il tecnico specula eccessivamente, quando i giocatori vengono impiegati solo parzialmente per le loro capacità, e l'Allegri dell'ultimo anno a mio parere di questi errori piuttosto gravi ne ha commessi diversi. 

 

senza contare che sì i trofei sono belli, ma quando mi vedo una partita della mia squadra vorrei vedere anche uno spettacolo decente, cosa che la Juve di quest'anno poche partite a parte non ha quasi mai dato.

L'avrò detto mille volte qui dentro. La scarsa capacità di fare un gioco fluido, quest'anno, dipende sostanzialmente dalla qualità non eccelsa del nostro cc. 

Metti Vidal e Pogba in questa squadra e sono abbastanza convinto che vedremo un gioco stellare. Con Khedira e Matuidi si fa quel che si può. Che non è poi così male, eh... Andiamo verso il quarto double...

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20 minuti fa, velas ha scritto:

D'accordo sulla prima frase (vinceremo il campionato per una rosa complessivamente superiore alle altre), meno sulla seconda.

E' ridicolo pensare che Allegri non sappia impostare il gioco di una squadra. In questi quattro anni, ha giocato con tutti i moduli possibili e immaginabili. Solo che a lui non va quella certa propensione tutta italiana a leggere le partite solo esclusivamente sotto l'occhio della "tattica". Questo suo "amore" per la tehniha, unito al suo tono spesso scanzonato, induce molti di voi nell'errore di pensare che possa essere uno sprovveduto, tatticamente parlando. E' un'idiozia, questa. Allegri è bravissimo nel preparare le partite, nel leggerle, ecc ecc. Solo che ha l'umiltà di dire che le partite, in fin dei conti, le vincono i giocatori. Questa è la differenza principale, tra pragmatici e guru della panchina.

Le partite le vincono sempre i giocatori , ma se inseriti in uno spartito , in uno schema di gioco , sicuramente renderanno meglio; del gioco di Allegri le cose che oramai la maggior parte dei tifosi della Juve non sopportano sono essenzialmente tre :

- in fase di impostazione, se la squadra avversaria ci pressa un pochino lo schema è giro palla trai difensori , lancio di Buffon per mandzukic, non c è uno schema per liberare un centrocampista o un giocatore più  avanzato ( dybala o costa); esemplari a questo proposito la partite col Napoli in casa , dove non siamo riusciti a superare una volta la metà campo ( zero tiri in porta)

-Il gestire ogni volta i momenti di vantaggio giochicchiando senza mai affondare per ammazzare la partita , atteggiamenti visti con Crotone , Real Madrid dopo lo 0-3 è inter sabato addirittura in superiorità numerica ; 

-la fase difensiva che prevede 11 giocatori rintanati negli ultimi 30 metri , con Higuaín , dybala e costa costretti a difendere sui terzini avversari , roba da Nereo Rocco . In Europa nessuna grande squadra difende in questo modo , forse solo lo united di mourinho ; 

Questi sono i motivi principali per cui dobbiamo cambiare guida tecnica il prossimo anno prendendo un allenatore con una mentalità più Europea che alleni la squadra ad uscire dalla pressione di un Benevento qualsiasi , che non si accontenti di stare in vantaggio e gestire e che non si difenda in 11 dentro L area di rigore ma cerchi attraverso il pressing di conquistare palla e ripartire in velocità .

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Spero che la gara di ieri del napoli abbia fatto riflettere molti.

Il pluriosannato, pluricelebrato, napoli, annichilito e umiliato nel gioco e nel risultato da una modesta Fiorentina testimonia quanto incida il fattore psicologico giunti a questo epilogo della stagione.

Io lo so che tutti vorremmo una squadra in grado di fare pressing alto su ogni avversario con gioco arioso e occasioni a grappoli, ma in questo momento bisogna prendere il massimo da quello che questa squadra può ancora dare.

Mancano 3 gare di campionato e una finale di Coppa Italia e pensare di cambiare il gioco a questo punto della stagione è utopico.

Poi, a stagione terminata, se ne può (e se ne deve) giustamente riparlare.

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3 minuti fa, gigle ha scritto:

le cose che oramai la maggior parte dei tifosi della Juve non sopportano

 

Potrai forse essere "la maggior parte qui dentro", il web: luogo tipico e utile a chi contesta o fa le punte agli spilli. 

Là fuori, ti assicuro che non è così, o almeno questo è il mio sentore. 

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2 minuti fa, velas ha scritto:

L'avrò detto mille volte qui dentro. La scarsa capacità di fare un gioco fluido, quest'anno, dipende sostanzialmente dalla qualità non eccelsa del nostro cc. 

Metti Vidal e Pogba in questa squadra e sono abbastanza convinto che vedremo un gioco stellare. Con Khedira e Matuidi si fa quel che si può. Che non è poi così male, eh... Andiamo verso il quarto double...

Mi vengono in mente le parole di Conte sull'Inter post triplete, quando disse che si può continuare a vincere per inerzia e si può vincere senza costruire. 

 

Per me la Juventus di quest'anno, con questo finale di campionato così incerto (e per altri fattori che trascendono lo stesso Allegri) mi pare sia su questo tipo di dinamica. 

 

Dopo quattro anni, e al di là dei gusti personali e delle considerazioni tecniche, è auspicabile un cambio in panchina e un rinnovamento generale dell'organico e magari un tecnico che non sia solo un gestore ma anche in grado di far giocare a calcio la squadra in maniera decente. 

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3 minuti fa, velas ha scritto:

L'avrò detto mille volte qui dentro. Ma la scarsa capacità di fare un gioco fluido, quest'anno, dipende sostanzialmente dalla qualità non eccelsa del nostro cc. 

Metti Vidal e Pogba in questa squadra e sono abbastanza convinto che vedremo un gioco stellare. Con Khedira e Matuidi si fa quel che si può. Che non è poi così male, eh... Andiamo verso il quarto double...

Ancora con sta storia, la Fiorentina palleggia meglio di noi , con benassi , badeli, veretout, L Atalanta con Cristante freuler e de roon , squadre come Crotone e Benevento ci sono state superiori nel palleggio.... il problema è che nessuno alla Juve sa a chi passare la palla perché non ci sono movimenti che puntino a dare più soluzioni di passaggio , è tutto improvvisato , la Juve è la squadra che fa più passaggi indietro della serie A , non riesce mai a far giocare i centrocampisti neanche contro squadre come spal o Cagliari .....

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