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bob66

La magia di un proiettore super 8

Post in rilievo

Salve a tutti.

Sono secoli che non scrivo più sul forum.

Leggere Stefano, mi ha fatto venire voglia di ripubblicare un mio pezzo, postato circa dieci anni fa.

Lo so che non è la sezione apposita.

Chiedo cortesemente agli amministratori di non spostarlo subito di sezione, per permettere, così come nei post di Stefano, ad un maggior numero di utenti, per lo più giovani, di venire a conoscenza non solo degli eventi, ma dalle emozioni di noi un po' più datati, di quando eravamo bambini.

Il mio scopo è solo quello, di far riflettere su come un po' di DNA, di reminiscenze storiche, e senso di appartenenza, eviterebbero di leggere tante parole, e tanti giudizi pesanti, su calciatori, dirigenti, ed anche fra utente e utente.

Scritte forse, senza pensare che in fondo, facciamo parte tutti della stessa famiglia.

La Goeba.

 

LA MAGIA DI UN PROIETTORE SUPER 8

Papà e la Juve in bianco e nero nel salotto di casa

 

"Non so quanti di voi abbiano visto almeno una volta un filmino super otto.

Io ho avuto quella fortuna: da piccolo, quando il calcio in Tv significava esclusivamente Novantesimo minuto, il secondo tempo della partita più importante e la Domenica sportiva, ogni tanto, nei giorni di festa, mio padre tirava fuori dall'armadio della camera da letto il proiettore e convocava in salotto me e mio fratello.

Stava per andare in scena uno dei ricordi più belli dell'infanzia.

Momenti ricorrenti, quando forse mio papà sentiva già la nostalgia di uno sport che stava iniziando a perdere la sua purezza e il suo mistero, lui che aveva iniziato a tifare la Juve quando c'era il Grande Torino e la domenica mattina presto, negli anni '60, quando si giocava in trasferta, con le scuse più disparate caricava mia madre sulla Vespa per partire sparato verso Genova, Milano, addirittura Firenze, e Bologna, dove nel pomeriggio Charles e Sivori avrebbero dato puntualmente spettacolo.

Un amore senza fine il suo, che ci ha tramandato assieme a valori di vita importanti.

Il rispetto, la lealtà, l'orgoglio, il coraggio.

E quando montava il filmino, io andavo a chiudere gli scuri per creare il buio, mio fratello toglieva dal divano il lenzuolo che mia madre posava su di esso per preservarlo nel tempo ed in silenzio, come in un rituale, si iniziava prima a sentire il rumore del motore che partiva, poi nell'aria l'odore che produceva la pellicola scorrendo a ridosso della lampada, e di colpo, come per incanto, si vedevano apparire sullo schermo di tela i giocatori della Goeba che sbucavano dalla scaletta per scendere in campo.

E nella mia mente di bambino, piena zeppa di fervida immaginazione, avevo l'impressione che entrassero nella sala di casa mia, e mi veniva voglia di alzarmi dal divano ed incitarli uno ad uno con una pacca sulle spalle, mentre immancabilmente urlavo Forza Juve!!!

Mio padre quelle immagini le conosceva a memoria, non ne aveva tanti di filmini, saranno stati una decina, non di più, della durata massima di dieci minuti ognuno.

Con lui e mio fratello la domenica al Comunale, ed ogni tanto il profumo del glorioso passato nella sala di casa, centinaia di metri di pellicola per vedere un'ora complessiva di Boniperti, Stacchini, Mattrel, Nicolè, e la coppia più prolifica della storia juventina: Omar e John, con maglie a strisce bianche e grigie, perché il nero su pellicola è un miracolo divino.

Dico vedere, dico guardare, dico osservare, perché per fortuna il sonoro non c'era.

E mentre noi piccini tenevamo lo sguardo fisso alle immagini, sentivo quello di mio padre che ci osservava divertito ed estasiato: la sua voce iniziava a descrivere gli eventi narrati in video, ma soprattutto le sue emozioni di quando quelle imprese le aveva gustate dal vivo.

E quei dieci minuti, scanditi dal rumore cadenzato del proiettore, inebriati da quel profumo inconfondibile e dalla voce emozionata di mio padre, sembravano non finire mai.

Ed avevano un effetto tale su di me, da procurare amore.

Ebbene, sono passati trentacinque anni da quei giorni.

Io vado allo stadio, ogni tanto con mio figlio, un proiettore non ce l'ho.

Ho un televisore a schermo piatto ad alta definizione e le partite della Juve io e mio figlio le guardiamo lì, quando la Juve gioca fuori, ascoltando le fesserie di questo o quel telecronista.

Non ci sono odori, non ci sono rumori, io non racconto di Vespe senza carburante o della partita con la Doria a Marassi in mezzo a marinai inferociti: insomma, non c'è mistero, non c'è passione, solo nitidissime immagini a colori, così senza sbavature da sembrare tridimensionali.

Ma fredde, così fredde, che mi hanno fatto giungere ad una conclusione.

Così mio figlio non potrà mai innamorarsi: così difficilmente, mentre si vede la Juve, si potrà parlare di valori come il rispetto, la lealtà, l'orgoglio, il coraggio.

Tutti valori che, sin da bimbo, quando vedevo quella maglia, ne erano espressione e pura manifestazione.

Domani è il giorno in cui mio figlio andrà a trovare i suoi nonni.

Domani farò leggere queste righe a mio padre, e lo farò felice, con la certezza che saprà già cosa fare.

Magari non da subito, ma in futuro: di sicuro il proiettore avrà bisogno di una revisione.

Nel frattempo, andrò in cantina a recuperare chissà dove la collezione completa delle videocassette da me registrate dell'anno della Champions a Roma.

Peruzzi, Torricelli, Conte, Del Piero, più Fabrizio e Gianluca saranno per lui i miei Mattrel, Stacchini, Boniperti, più Omar e Charles.

Farò resuscitare un caro, vecchio televisore a tubo catodico.

Videocassetta nel VHS, via il colore, via il sonoro.

E poi col mio bambino, in braccio, seduti, raccontando la Juve come se fosse una favola.

Senza mistero, senza epopea, la passione, i valori, non nascono mai.

Mi piacerebbe che un giorno mio figlio provasse le stesse emozioni che mio padre é riuscito a farmi provare, tramite la Juve, nel profondo del cuore, guardando immagini di campo commentate dalle sue storie.

Basta, null'altro, né presentazioni dei nuovi acquisti, né moviole, o altre varie porcherie televisive.

Perché la Juve è una fiaba, è una leggenda, perché la Juve è amore.

E l'amore non s'insudicia.

Mai."

 

bob66

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Nel 1986, in gita scolastica a Firenze, io e un mio compagno avevamo una Canon Super8 con la quale fingevamo di essere di Videomusic e intervistavamo le ragazze locali.

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le partite negli anni 70 con mio padre le sentivamo alla radio......una mega-radio di legno rauca e stonata......ma ad ogni goal ed ogni vittoria era una festa..... Momenti magici......di 40 anni fá.......mai dimenticati.....

 

p.s. Mai andato allo stadio in vita mia.....

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Lacrimoni!!!

 

se penso a mio nonno e ai suoi racconti su Gaetano Scirea, non c'era il Super 8 ma le oramai obsolete VHS. Altri tempi, altro sport. I nostri valori rimangono però immutati. 

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14 minuti fa, ughito1970 ha scritto:

le partite negli anni 70 con mio padre le sentivamo alla radio......una mega-radio di legno rauca e stonata......ma ad ogni goal ed ogni vittoria era una festa..... Momenti magici......di 40 anni fá.......mai dimenticati.....

 

p.s. Mai andato allo stadio in vita mia.....

Non sai che ti perdi....

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2 ore fa, bob66 ha scritto:

Perché la Juve è una fiaba, è una leggenda, perché la Juve è amore.

E l'amore non s'insudicia.

Mai."

.allah.allah

.juve

.juve.juve

 

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Io un Padre non l'ho avuto, (l'ho perso in tenera età purtoppo), la passione è sorta dentro il mio cuore in maniera naturale e ancora oggi mi accompagna quotidianamente in tutto cio' che faccio...
Seppur nemmeno paragonabile, personalmente non posso negarti, che allo Stadium rimpiango la pessima visuale del Delle Alpi e il caos generale del Comunale...tempi che furono, tempi splendidi...
Complimenti Bob66

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Quelle tramandate da padre in figlio o comunque all'interno di un contesto familiare sono delle emozioni particolari... talmente forti che ti rimangono appiccicate addosso per sempre. Semplici storie in bianconero ma ricche di caldissimi colori.

 

Molto emozionante.

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3 ore fa, ughito1970 ha scritto:

p.s. Mai andato allo stadio in vita mia.....

cerca di andarci prima o poi, io ci vado pochissimo ma quello che ti da una partita dal vivo

nessun televisore a 50000 pollici in 40K HHHHDDDD te lo puo dare

va bene la nostalgia per i bei tempi andati, il vintage, etc pero' certe cose bisogna provarle nella vita,

specie se si ama il calcio:)

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1 ora fa, eternobianconero ha scritto:

Quelle tramandate da padre in figlio o comunque all'interno di un contesto familiare sono delle emozioni particolari... talmente forti che ti rimangono appiccicate addosso per sempre. Semplici storie in bianconero ma ricche di caldissimi colori.

 

Molto emozionante.

mica  sempre.... 

un figlio mi è diventato col tempo milanista

e l'altro rifiuta di guardarsi la juve di Allegri... é in sciopero  

 

sefz

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tutto bellissimo, io ho 56 anni e certi ricordi rimangono impressi pero non esageriamo.

oggi rimpiangi il super8,  50 anni fa si rimpiangeva quando c era solo la radio, e quando c era solo la radio si rimpiangeva

quando avevano inventato la juve e quando hanno invaentato la juve e il calcio moderno si

rimpiangeva il calcio fiorentino......tra 40 anni rimpiangeranno il tv oled 8k hd 3d 80 pollici a schermo curvo......

in questo modo non se ne esce piu' dai .doh

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1 ora fa, Dino64 ha scritto:

mica  sempre.... 

un figlio mi è diventato col tempo milanista

e l'altro rifiuta di guardarsi la juve di Allegri... é in sciopero  

 

sefz

Tu chiamale, se vuoi... emozioni uhuh

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La Juve è la più "tradizionale" delle squadre di tutto il mondo.

Nel 2018 si parla ancora di stile-Juve,di soldatini,di camicie bianche il giorno della presentazione.

La Juve fa innamorare ancora oggi,nonostante il calcio-business e un giornalismo morto e sepolto.

La Juve ti fa essere orgoglioso perché juventino,non quando vince qualcosa.

 

 

 

Complimenti all'autore del topic !!!

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21 ore fa, Antojuve66 ha scritto:

Un mi piace non basta. Non ne basterebbero cento!

Racconto che trasuda emozioni incredibili. Grazie!!!! 

Grazie a te, per avermi letto! Siamo coscritti...:)

20 ore fa, Black Sabbath ha scritto:

Bello!

 

 

Grazie grazie...

20 ore fa, ElBrujo ha scritto:

Nel 1986, in gita scolastica a Firenze, io e un mio compagno avevamo una Canon Super8 con la quale fingevamo di essere di Videomusic e intervistavamo le ragazze locali.

Furbacchioni! :siciao:

20 ore fa, Lincoln ha scritto:

Un vecchietto come me apprezza il tuo bellissimo post. Grazie bob66. E felice di rileggerti.

Grazie a te vecchietto, per avermi dedicato del tempo. E per esserti ricordato di me...

 

20 ore fa, ughito1970 ha scritto:

le partite negli anni 70 con mio padre le sentivamo alla radio......una mega-radio di legno rauca e stonata......ma ad ogni goal ed ogni vittoria era una festa..... Momenti magici......di 40 anni fá.......mai dimenticati.....

 

p.s. Mai andato allo stadio in vita mia.....

Vero, verissimo. Ma allo stadio ci devi andare...

20 ore fa, Scirea1982 ha scritto:

Lacrimoni!!!

 

se penso a mio nonno e ai suoi racconti su Gaetano Scirea, non c'era il Super 8 ma le oramai obsolete VHS. Altri tempi, altro sport. I nostri valori rimangono però immutati. 

Conosciuto Gaetano, ero proprio un bocia.

Conosciuto a Villar Perosa.

Ti conto questa, per dirti chi fosse.

Abitava vicinissimo all'oratorio che frequentavamo io e i miei amici.

E sovente lo vedevo passeggiare nei paraggi con sua moglie Mariella.

Ma non mi osavo mai a fermarlo, proprio perché avevo paura di disturbarlo.

In ritiro a Villar, andammo mio padre, mio fratello ed io.

Tanto per farti capire che dimensione aveva il calcio dell'epoca.

Finito l'allenamento, riuscimmo ad entrare nell'albergo, mio padre era del Juventus Club 77.

Bastò che ricordasse al Trap una cena sociale del club a cui il mister aveva partecipato come ospite d'onore.

Gli chiese se ci poteva far entrare in albergo a conoscere qualche giocatore.

Il mister lo accontentò.

Io vidi per primo Gaetano e andai verso di lui, raccontandogli di tutte le volte che lo vedevo camminare per strada in via Caboto.

E gli dissi che avrei voluto fermarlo, ma la presenza della mogli e mi inibiva.

mi sorrise, mi chiese il mio nome, e scattammo diverse fotografie.

Così come con altri calciatori.

Passato neanche un mese, ci incrociammo per strada.

Era sempre con Mariella.

Dal mio nome no, ma del mio viso incantato di fronte al mio eroe, forse si ricordò.

Si fermò, e raccontò a Mariella la storia di Villar.

Sorrisero entrambi, io ero un po' in imbarazzo.

Da quel giorno, per strada, ci si salutava, quando ci si incrociava.

Un signore, una persona meravigliosa.

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