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Juventino!

Apre Starbucks a Milano

Post in rilievo

Passato l'effetto novità il caffè lo berranno i baristi quando montano di turno e qualche turista di passaggio.....

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C'è qualcosa, nelle catene di grandi marchi, nei punti vendita standardizzati e quasi uguali da una città all'altra, che attira il consumatore come api sul miele. 

Voglio dire, ognuno fa quello che vuole, ma non è proprio normale gente in coda dale 4 per l'apertura di uno Starbucks o per prendersi un iPhone, come non è normale che la gente passi ore intere a passeggiare, magari senza comprare nulla, nei vari Apple store, ikea, Tiger, ecc.

Sono modelli di vendita e di marketing che innescano evidentemente meccanismi per me inspiegabili nel cervello dei più.

Non voglio offendere nessuno, è il mio pensiero, ovviamente. 

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19 ore fa, Maxxo74 ha scritto:

Qui da me (zona varese milano) TUTTE.

Fino a 10 anni fa i miei avevano una gelateria... il prezzo del cono non dipendeva dal numero di gusti ma appunto dalla grandezza del cono (se il cono lo permetteva mia mamma ti metteva tutti i gusti che volevi). Oggi le cose sono cambiate purtroppo... anche se sul cono piccolo ci stanno 3 gusti te ne mettono 2.. anche se sul cono medio ci stanno piu di 4 gusti, ne mettono al massimo 3

Io non mischio mai più di 2 gusti in una coppetta(o cono),quindi ci guadagnerei sefz 

 

Però pensavo si pagasse ovunque in base alla grandezza;Piccolo/Medio/Grande

 

Chiuso ot .ok 

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3 ore fa, nostalgico del trio ha scritto:

Io non mischio mai più di 2 gusti in una coppetta(o cono),quindi ci guadagnerei sefz 

 

Però pensavo si pagasse ovunque in base alla grandezza;Piccolo/Medio/Grande

 

Chiuso ot .ok 

Riapro solo per un secondo: ancora contrario al pistacchio? :upss:

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28 minuti fa, nostalgico del trio ha scritto:

Assolutamente si .brr pistacchio,caffe e liquirizia gli unici gusti che mi farebbero odiare il gelato sefz

 

 

caffè e liquirizia anche io :D... il pistacchio non è uno dei miei gusti preferiti ma se c'è lo mangio senza problemi

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non capisco chi dice che in Italia se stai più di 5 minuti al bar o ti cacciano o te lo fan pesare.. nei paesini se te ne vai subito dopo aver bevuto il caffè, all'interno tutti si chiederanno chi ti abbia fatto incavolare .ghgh 

se vai piano non sei di milano .ghgh però farsi le ore di fila per una ciofeca si eh bella gente astuta sefz

 

PS. il gelato alla liquirizia,come il liquore alla liquirizia, come ogni cosa alla liquirizia non può esser criticata, credo sia l'11 comandamento .sisi 

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8 ore fa, Ste88 ha scritto:

C'è qualcosa, nelle catene di grandi marchi, nei punti vendita standardizzati e quasi uguali da una città all'altra, che attira il consumatore come api sul miele. 

Voglio dire, ognuno fa quello che vuole, ma non è proprio normale gente in coda dale 4 per l'apertura di uno Starbucks o per prendersi un iPhone, come non è normale che la gente passi ore intere a passeggiare, magari senza comprare nulla, nei vari Apple store, ikea, Tiger, ecc.

Sono modelli di vendita e di marketing che innescano evidentemente meccanismi per me inspiegabili nel cervello dei più.

Non voglio offendere nessuno, è il mio pensiero, ovviamente. 

Perchè si tratta di non-luoghi. E i non-luoghi si adattano perfettamente alla società liquida. Anzi, ne sono il prodotto più caratteristico ed in qualche modo ricoprono il ruolo che avevano le osterie nella società contadina di una volta. Paradossalmente, i non-luoghi sono diventati in qualche modo dei centri di pseudo-aggregazione dove però l'aggregazione non è tra un insieme di simili che si ritrovano tra di loro per condividere qualcosa (fede, politica, svago...), ma da una somma di individualità ciascuna rinchiusa nel proprio spazio personale. Ambienti come i centri commerciali, le grandi catene, gli spazi di transito come aeroporti, stazioni o autogrill,  esasperatamente antropizzati, ma di per sè anonimi e privi di una loro identità precisa perchè devono andare bene un po' a tutti, sono in pratica diventati nella società attuale, ciò che una volta poteva essere (in un certo tipo di società), la canonica o la bocciofila, oppure (in un altro tipo di società) la casa del popolo o il circolo del dopolavoro: ambienti dove trascorrere parte del proprio tempo libero riconoscendosi fra simili. Solo che mentre la riunione in canonica chiamata dal parroco, o quella al circolo politico o anche solo in bocciofila a giocare a carte presupponevano una certa forma di partecipazione attiva e condivisa, vale a dire un rapporto multiplo tra le  persone che frequentavano queii luoghi, nei non-luoghi della società liquida (anzi a questo punto direi molecolare), si è passati alla più semplice fruizione passiva di un prodotto offerto e di uno spazio che è si condiviso da molti, ma nel quale la relazione tra persona e persona è stata sostituita dalla relazione tra persona ed ambiente circostante.

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48 minuti fa, sol invictus ha scritto:

Perchè si tratta di non-luoghi. E i non-luoghi si adattano perfettamente alla società liquida. Anzi, ne sono il prodotto più caratteristico ed in qualche modo ricoprono il ruolo che avevano le osterie nella società contadina di una volta. Paradossalmente, i non-luoghi sono diventati in qualche modo dei centri di pseudo-aggregazione dove però l'aggregazione non è tra un insieme di simili che si ritrovano tra di loro per condividere qualcosa (fede, politica, svago...), ma da una somma di individualità ciascuna rinchiusa nel proprio spazio personale. Ambienti come i centri commerciali, le grandi catene, gli spazi di transito come aeroporti, stazioni o autogrill,  esasperatamente antropizzati, ma di per sè anonimi e privi di una loro identità precisa perchè devono andare bene un po' a tutti, sono in pratica diventati nella società attuale, ciò che una volta poteva essere (in un certo tipo di società), la canonica o la bocciofila, oppure (in un altro tipo di società) la casa del popolo o il circolo del dopolavoro: ambienti dove trascorrere parte del proprio tempo libero riconoscendosi fra simili. Solo che mentre la riunione in canonica chiamata dal parroco, o quella al circolo politico o anche solo in bocciofila a giocare a carte presupponevano una certa forma di partecipazione attiva e condivisa, vale a dire un rapporto multiplo tra le  persone che frequentavano queii luoghi, nei non-luoghi della società liquida (anzi a questo punto direi molecolare), si è passati alla più semplice fruizione passiva di un prodotto offerto e di uno spazio che è si condiviso da molti, ma nel quale la relazione tra persona e persona è stata sostituita dalla relazione tra persona ed ambiente circostante.

Io non mi riconosco per nulla in tutto questo e penso sia lo stesso per molti altri. Però diverrà il modello prevalentemente nei prossimi anni. Penso si andrà verso una netta divisione tra conformati e disadattati sefz

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11 ore fa, AndrésdeFonollosa ha scritto:

non capisco chi dice che in Italia se stai più di 5 minuti al bar o ti cacciano o te lo fan pesare.. nei paesini se te ne vai subito dopo aver bevuto il caffè, all'interno tutti si chiederanno chi ti abbia fatto incavolare .ghgh 

se vai piano non sei di milano .ghgh però farsi le ore di fila per una ciofeca si eh bella gente astuta sefz

 

PS. il gelato alla liquirizia,come il liquore alla liquirizia, come ogni cosa alla liquirizia non può esser criticata, credo sia l'11 comandamento .sisi 

Se devi starci poco, lo bevi al banco. Se ti siedi, ci stai un bel po'.  Regola non scritta.

Penso però che @Fimow si riferisse ad altro, cioè quando sei solo e ti serve un tavolo per lavorare. 

Da me iniziano a permetterlo in qualche bar, ma direi che non è abitudine della clientela farlo e per questo molti bar non si sono ancora adeguati. 

 

@sol invictus complimenti per l'espressione non luoghi. È tua? 

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20 minuti fa, L.O.V.E. ha scritto:

Se devi starci poco, lo bevi al banco. Se ti siedi, ci stai un bel po'.  Regola non scritta.

Penso però che @Fimow si riferisse ad altro, cioè quando sei solo e ti serve un tavolo per lavorare. 

Da me iniziano a permetterlo in qualche bar, ma direi che non è abitudine della clientela farlo e per questo molti bar non si sono ancora adeguati. 

 

@sol invictus complimenti per l'espressione non luoghi. È tua? 

Io ricordo che il nostro prof di filosofia in terza liceo, lontano 2004 sefz, riuscì a farsi approvare dalla preside un'uscita, cito testualmente il prof, sui non luoghi e ci portò a vedere vari centri commerciali della zona. Ovviamente, allora, a 15-16 anni, non potevamo comprendere in pieno la cosa, anche perché questo fenomeno era probabilmente solo agli albori, non ancora alienante come oggi. Però ci vedeva lungo, infatti era un prof di filosofia fuori dal normale, purtroppo l'anno dopo ottenne un trasferimento e lo cambiarono con il classico frustrato figlio di sessantottini con le toppe sui gomiti che ti dava 5 se non la pensavi come lui e che ti faceva odiare la materia sefz

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16 minuti fa, Ste88 ha scritto:

Io ricordo che il nostro prof di filosofia in terza liceo, lontano 2004 sefz, riuscì a farsi approvare dalla preside un'uscita, cito testualmente il prof, sui non luoghi e ci portò a vedere vari centri commerciali della zona. Ovviamente, allora, a 15-16 anni non potevamo comprendere in pieno la cosa, anche perché questo fenomeno era probabilmente solo agli albori, non ancora alienante come oggi. Però ci vedeva lungo, infatti era un prof di filosofia fuori dal normale, purtroppo l'anno dopo ottenne un trasferimento e lo cambiarono con il classico frustrato figlio di sessantottini con le toppe sui gomiti che ti dava 5 se non la pensavi come lui e che ti faceva odiare la materia sefz

I centri commerciali invece io li studiai per un esame di sociologia. L'espressione non-luoghi mi dice qualcosa, quindi credo di averla studiata. :d

La mia solita cattiva memoria!

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39 minuti fa, L.O.V.E. ha scritto:

complimenti per l'espressione non luoghi. È tua? 

No, magari! :d  E' stata coniata dall'antropologo francese Marc Augé in un suo saggio sulla modernità e poi ripresa da quel gigante che è stato Bauman: gente che ci vedeva lungo da prima (si parla dell'ultimo decennio degli anni Novanta) che le cose cominciassero a cambiare, così come sono poi cambiate negli ultimi 15-20 anni... D'altra parte, col senno di poi, i fatti dell'89 non potevano non essere epocali ed è da lì, in fondo, che è partito tutto, nel bene e nel male: solo che pochi allora ebbero la capacità di capire la dinamica globale che si era innescata dopo la caduta del Muro...

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27 minuti fa, sol invictus ha scritto:

No, magari! :d  E' stata coniata dall'antropologo francese Marc Augé in un suo saggio sulla modernità e poi ripresa da quel gigante che è stato Bauman: gente che ci vedeva lungo da prima (si parla dell'ultimo decennio degli anni Novanta) che le cose cominciassero a cambiare, così come sono poi cambiate negli ultimi 15-20 anni... D'altra parte, col senno di poi, i fatti dell'89 non potevano non essere epocali ed è da lì, in fondo, che è partito tutto, nel bene e nel male: solo che pochi allora ebbero la capacità di capire la dinamica globale che era innescata dopo la caduta del Muro...

La mia nascita infatti è un evento epocale.

Anche Augè e Bauman mi dicono qualcosa. Sono sicura di averlo studiato, ma che mi sia rimasto più il concetto. uaua

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7 minuti fa, L.O.V.E. ha scritto:

La mia nascita infatti è un evento epocale.

Anche Augè e Bauman mi dicono qualcosa. Sono sicura di averlo studiato, ma che mi sia rimasto più il concetto. uaua

.asd.asd

Diciamo allora che hai avuto l'imprinting di un anno che ha segnato la storia del mondo. Un evento raro. Nel secolo scorso ne ricordo solo tre: 1914, 1945 e, appunto 1989... .ok

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10 minuti fa, sol invictus ha scritto:

.asd.asd

Diciamo allora che hai avuto l'imprinting di un anno che ha segnato la storia del mondo. Un evento raro. Nel secolo scorso ne ricordo solo tre: 1914, 1945 e, appunto 1989... .ok

Forse si potrebbe citare anche il 1968. Nonostante le tue - per restare su una terminologia con struttura non+sostantivo - non simpatie per certe ideologie. :d

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22 minuti fa, Fra The Best ha scritto:

Forse si potrebbe citare anche il 1968. Nonostante le tue - per restare su una terminologia con struttura non+sostantivo - non simpatie per certe ideologie. :d

:d  forse si, obtorto collo. Anche se mi resta il dubbio su quanto sia stato davvero propulsivo di per sè e quanto invece abbia in qualche modo seguito un momento di cambiamento del costume che stava già avvenendo da circa un decennio, quantomeno negli USA: in fondo il celebre rifiuto di Rosa Parks è del '55, la rivoluzione algerina della fine degli anni '50, quella cubana del '59.

Sicuramente la sua importanza il '68 la ha avuta, impossibile negarlo: ma il 1914 è stato l'ultimo anno dell'800 e ha segnato, in modo brutale, l'ingresso nel modernismo del '900; con il 1945 abbiamo l'era atomica, con il 1989 la fine dello schema inaugurato nel 1945 e l'inizio della globalizzazione. Al '68, secondo me, manca invece quella dirompenza totale che rende epocale un evento. Sarajevo è un "mito", Hiroshima è un "mito", la caduta del Muro è un "mito": miti che hanno aperto una strada nuova nella Storia.

Il '68 ha invece sfruttato dei "miti" che già c'erano: Che Guevara, M.L.King, i Vietcong, Mao.... In fondo in fondo, quale mito ha creato il '68 a parte Woodstock? Io credo che il '68 sia stato l'apogeo di un momento e che non abbia aperto alcuna strada, ma che, paradossalmente l'abbia chiusa: un punto di arrivo e non di partenza.

Ed infatti dopo c'è stato il riflusso.

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3 ore fa, L.O.V.E. ha scritto:

Se devi starci poco, lo bevi al banco. Se ti siedi, ci stai un bel po'.  Regola non scritta.

Penso però che @Fimow si riferisse ad altro, cioè quando sei solo e ti serve un tavolo per lavorare. 

Da me iniziano a permetterlo in qualche bar, ma direi che non è abitudine della clientela farlo e per questo molti bar non si sono ancora adeguati. 

 

@sol invictus complimenti per l'espressione non luoghi. È tua? 

chiaro la mia era una battuta sefz dipende dai posti, se ti metti ad occupare un bar del centro di una metropoli col pc ti mandano via probabilmente; se lo fai in un paesotto o in periferia son più tolleranti. Diciamo che questa è un'abitudine moderna che non ci apparteneva a cui si abitueranno anche i gestori, poi è un po' difficile "lavorare" perchè al bar c'è spesso casino da noi sefz 

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Peccato, il frappuccino è l'unico motivo per cui ci sarei andato (in un momento più calmo magari) , solo per curiosità pur immaginando che mi farebbe schifo :d

 

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6 ore fa, Fra The Best ha scritto:

Forse si potrebbe citare anche il 1968. Nonostante le tue - per restare su una terminologia con struttura non+sostantivo - non simpatie per certe ideologie. :d

Ringraziamo il 68 se oggi ci sono i genitori che picchiano i professori perchè danno le note ai figli sefz

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