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Juventino!

Apre Starbucks a Milano

Post in rilievo

5 ore fa, Lewis. ha scritto:

Mai capita l'esigenza di mettersi in fila in queste situazioni

Sono gli stessi che erano in fila al padiglione del Giappone sefz

 

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On 9/8/2018 at 9:15 PM, PR20 said:

In realta' starbucks e' nato proprio a partire dai bar italiani.

Hanno visto che una delle cose che piaceva di piu agli americani che andavano in vacanza in italia era il bar coi tavolini in piazza, il cappuccino (bevuto pure a fine pranzo), il latte macchiato e le varie altre possibilita' di scelta (con cacao, in vetro in tazza grande, macchiato ecc)  e hanno pensato giustamente di riproporlo in patria, all'americana, il che' significa standardizzando al massimo il prodotto / servizio per renderlo replicabile un numero illimitato di volte senza sensibili variazioni di gusto e con un buon ritorno economico.

 

Il risultato e' ovviamente diverso dal bar italiano, proprio per esigenza di standardizzazione e per adattamento ai gusti (piu grassi) degli americani.

Ma il motivo principale per cui si va da Starbucks non e' ne' il brand fighetto (fighetto di che poi) ne' la qualita' dei prodotti, quanto il fatto di poter andare ovunque nel mondo e ritrovare la stessa ordinazione cui sei abituato... che poi e' quello che fa la fortuna della maggiorparte delle catene di fast food. 

 

Orrore di caffè scopiazzato da noi

sgorbi ortografici e culinari insopportabili 

il mc Donald’s del caffè anche in Italia

 

orrore 

 

ma i peggiori sono gli italiani che ci vanno 

 

orrore 

 

 

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Si mettono in fila perché hanno del tempo libero e vogliono passarlo a fare qualcosa.
Quanti di noi non hanno fatto una fila che durava da quindici minuti in poi?
Chessò un museo? Dalla gioconda? Per entrare nella statua della libertà?
Io, ricordo, che qui in Sicilia avevo fatto la fila per circa 15-20 minuti per vedere un presepio vivente in una località di montagna.
L'abbiamo fatto semplicemente perché era un modo, come un altro, per passare del tempo tra una chiacchiera e un'altra...un po' come stare seduti al tavolino del bar o all'angolo della piazza a fare un cespolo.
Certo, un'ora o due di attesa son troppi ma dipende come lo passi: in compagnia facendo quattro chiacchiere? Allora, perché no?
Io una volta ho atteso 4 ore alla stazione di Roma ad aspettare un cespolo di treno che era fortemente in ritardo...e stavo da solo.
Poi...l'attesa dal dottore è ancora peggio. Meglio una fila, in compagnia, che stare ad aspettare dal dottore.

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2 ore fa, Trepere ha scritto:

Sono gli stessi che erano in fila al padiglione del Giappone sefz

 

Col tipo delle iene che è arrivato prima in Giappone prendendo l'aereo .asd 

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2 ore fa, Gidan73 ha scritto:

Si mettono in fila perché hanno del tempo libero e vogliono passarlo a fare qualcosa.
Quanti di noi non hanno fatto una fila che durava da quindici minuti in poi?

Chessò un museo? Dalla gioconda? Per entrare nella statua della libertà?
Io, ricordo, che qui in Sicilia avevo fatto la fila per circa 15-20 minuti per vedere un presepio vivente in una località di montagna.
L'abbiamo fatto semplicemente perché era un modo, come un altro, per passare del tempo tra una chiacchiera e un'altra...un po' come stare seduti al tavolino del bar o all'angolo della piazza a fare un cespolo.
Certo, un'ora o due di attesa son troppi ma dipende come lo passi: in compagnia facendo quattro chiacchiere? Allora, perché no?
Io una volta ho atteso 4 ore alla stazione di Roma ad aspettare un cespolo di treno che era fortemente in ritardo...e stavo da solo.
Poi...l'attesa dal dottore è ancora peggio. Meglio una fila, in compagnia, che stare ad aspettare dal dottore.

Alle 4 di mattina? .fuma

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3 minuti fa, Ste88 ha scritto:

Alle 4 di mattina? .fuma

Non conosco le abitudini delle persone in questione ma "alle 4 del mattina", leggo, erano cinesi. Gli italiani sono arrivati più tardi per le sei...io mi alzo alle 5 per andare al lavoro. Altri, piú lontani, addirittura alle 3 del mattino. Questo per dire che nella nostra società c'è sempre gente sveglia a tutte le ore.

Ovviamente chi ha fatto la fila non aveva un cavolo da fare e hanno voluto provare questa esperienza come un qualcosa di nuovo.

Tra qualche mese la fila scomparirà.

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Passato l'effetto novità il caffè lo berranno i baristi quando montano di turno e qualche turista di passaggio.....
Più o meno.
Quest'estate sono andato a Marsiglia due settimane a trovare la mia ragazza e durante le sue ore di lavoro andavo a "lavorare" anche io a uno Starbucks vicino al vecchio porto.
Non stra-pieno ma con un discreto flusso a ogni ora. Ad andarci ci andranno, poi a Milano è una specie di luxury store.

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Io non mi riconosco per nulla in tutto questo e penso sia lo stesso per molti altri. Però diverrà il modello prevalentemente nei prossimi anni. Penso si andrà verso una netta divisione tra conformati e disadattati sefz
Ma è sempre stato così.
Se il Seicento inglese è stato il secolo dei grandi commerci, non vuol dire che tutti gli inglesi erano corsari o marinai o mercanti.
I grandi paradigmi delle epoche hanno sempre generalizzazioni.
Nei gloriosi anni 60 tutte le ragazze portavano le minigonne? Ovvio che no, eppure sono ricordati come il decennio delle minigonne.

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chiaro la mia era una battuta sefz dipende dai posti, se ti metti ad occupare un bar del centro di una metropoli col pc ti mandano via probabilmente; se lo fai in un paesotto o in periferia son più tolleranti. Diciamo che questa è un'abitudine moderna che non ci apparteneva a cui si abitueranno anche i gestori, poi è un po' difficile "lavorare" perchè al bar c'è spesso casino da noi sefz 
Eh ma Starbucks non lo aprono mica a Rocca di Papa...

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8 minuti fa, Fimow ha scritto:

Ma è sempre stato così.
Se il Seicento inglese è stato il secolo dei grandi commerci, non vuol dire che tutti gli inglesi erano corsari o marinai o mercanti.
I grandi paradigmi delle epoche hanno sempre generalizzazioni.
Nei gloriosi anni 60 tutte le ragazze portavano le minigonne? Ovvio che no, eppure sono ricordati come il decennio delle minigonne.

Non credo che sia mai stata così "disturbante" una moda o una tendenza sociale.

Oggi, parlando di persone che non hanno preoccupazioni di natura economica, di salute, ecc., si distingue nettamente, a differenza del passato, chi riesce a vivere bene dentro a questo modello da chi non ce la fa.

In una società in cui tutti tendenzialmente abbiamo la potenzialità per stare bene e vivere senza preoccupazioni questo non è normale.

Dal mio punto di vista, ad esempio, vivendo da dentro il sistema produttivo delle grandissime aziende (sono un piccolo fornitore di alcune componenti di corollario, ma chiave, per aziende facenti parte di gruppi che fatturano miliardi) vivo con una sorta di conflitto interiore questo nuovo modello nel quale bloccare per 2h una linea produttiva sembra quasi più grave che ammazzare una persona o nel quale un lavoratore non specializzato è più inutile della carta straccia a lungo termine o ancora un modello nel quale si professano principi quali il rispetto ambientale/etico/comunitario per poi vedere che è tutta una facciata senza alcuna sostanza.

Questo è il sistema che alimenta tutto il baraccone dei centri commerciali, delle grandi catene, ecc. ed io non vivo bene o non mi adeguo a molti schemi che lo compongono. E come me molte maestranze, molti concorrenti, molti buyer, qualche manager di livello medio-alto... non è normale a mio parere in una società che ha raggiunto un tale potenziale livello di benessere.

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1 ora fa, Fimow ha scritto:

Più o meno.
Quest'estate sono andato a Marsiglia due settimane a trovare la mia ragazza e durante le sue ore di lavoro andavo a "lavorare" anche io a uno Starbucks vicino al vecchio porto.
Non stra-pieno ma con un discreto flusso a ogni ora. Ad andarci ci andranno, poi a Milano è una specie di luxury store.

Ero in Luna di miele a San Francisco,soggiornavamo in market street a 100 mt dallo starbucks e tutte le mattine facevamo colazione lì,ti assicuro affluenza uguale a qualsiasi normalissimo bar.....ed eravamo in pieno centro.....

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23 ore fa, Ste88 ha scritto:

modello nel quale si professano principi quali il rispetto ambientale/etico/comunitario per poi vedere che è tutta una facciata senza alcuna sostanza.

 

Non so se sia quello che intendi tu, forse in parte.

 

Però ho notato la tendenza sempre più diffusa a mitizzare i ceo di queste grandi aziende come fossero dei guru, maestri di vita, grandi sapienti in missione per conto di Dio.

 

Leggo ora che il fondatore di Starbucks ha dichiarato di essersi dato agli affari  "per ispirare e prendersi cura dello spirito umano”.

 

Jobs viene quasi venerato, ha dichiarato che avrebbe barattato tutto il suo denaro "per mezz'ora di conversazione con Socrate" (se nel frattempo avesse eluso meno tasse ci sarebbero stati molti più soldi per scuole dove studiarlo, Socrate, o ospedali).

 

Benetton ingaggia Toscani per variopinte fotografie con uomini di ogni sesso e razza,  dichiara di voler difendere i migranti, poi delocalizza in Bangladesh dando in appalto la produzione ad altre aziende  che non pagano un * chi lavora

 

Apple fa propaganda gay friendly e produce a FOxConn o come si chiama (numerosi casi di suicidio tra operai per condizioni di lavoro)

 

Nike ha ingaggiato adesso come uomo immagine un giocatore di football che si è schierato contro Trump in una campagna per il rispetto dei diritti di tutti ed intanto produce palloni sfruttando la manodopera in Pakistan

 

 

Potrei fare decine e decine di esempi. Marketing ed ipocrisia allo stato puro. 

 

 

 

 

 

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Il 10/9/2018 Alle 16:32, Gidan73 ha scritto:

Si mettono in fila perché hanno del tempo libero e vogliono passarlo a fare qualcosa.
Quanti di noi non hanno fatto una fila che durava da quindici minuti in poi?
Chessò un museo? Dalla gioconda? Per entrare nella statua della libertà?
Io, ricordo, che qui in Sicilia avevo fatto la fila per circa 15-20 minuti per vedere un presepio vivente in una località di montagna.
L'abbiamo fatto semplicemente perché era un modo, come un altro, per passare del tempo tra una chiacchiera e un'altra...un po' come stare seduti al tavolino del bar o all'angolo della piazza a fare un cespolo.
Certo, un'ora o due di attesa son troppi ma dipende come lo passi: in compagnia facendo quattro chiacchiere? Allora, perché no?
Io una volta ho atteso 4 ore alla stazione di Roma ad aspettare un cespolo di treno che era fortemente in ritardo...e stavo da solo.
Poi...l'attesa dal dottore è ancora peggio. Meglio una fila, in compagnia, che stare ad aspettare dal dottore.

La vedo diversamente.

Per un museo o un monumento c'è sempre fila, dal dottore (tranne rari casi) anche. Mettersi in fila dalle 4 o dalle 6 del mattino lo capisco per qualcosa che è numericamente limitato (biglietti per partite o concerti).

Ma farla per un caffè o per prendere il nuovo iphone, quando basta andare nel pomeriggio o il mattino successivo per evitarsi l'attesa, per me è inconcepibile .boh 

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4 ore fa, Lewis. ha scritto:

La vedo diversamente.

Per un museo o un monumento c'è sempre fila, dal dottore (tranne rari casi) anche. Mettersi in fila dalle 4 o dalle 6 del mattino lo capisco per qualcosa che è numericamente limitato (biglietti per partite o concerti).

Ma farla per un caffè o per prendere il nuovo iphone, quando basta andare nel pomeriggio o il mattino successivo per evitarsi l'attesa, per me è inconcepibile .boh 

Ok, ma tu al museo e al concerto la fila per cosa la fai?
Per l'evento o per altro?
Suppongo per l'evento e lo Starbucks è da annoverare tra gli eventi simili a quelli di quando esce il nuovo smartphone e gli americani si mettono in fila per essere i primi a comprarlo.
 

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1 ora fa, Gidan73 ha scritto:

Ok, ma tu al museo e al concerto la fila per cosa la fai?
Per l'evento o per altro?
Suppongo per l'evento e lo Starbucks è da annoverare tra gli eventi simili a quelli di quando esce il nuovo smartphone e gli americani si mettono in fila per essere i primi a comprarlo.
 

Il concerto però è in data unica o fai la fila o ti appendi

Da starbucks puoi tornarci quando vuoi, così come lo smartphone puoi acquistarlo sempre

 

Certo se la fila è per assistere all'inaugurazione del locale, ok...

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Non può funzionare.
Per quanti siano i fighetti la maggior parte dell'anziana popolazione italiana va al bar.
I giovani buongustai vanno dove ti sanno fare un cappuccino decente e un croissant vuoto come si deve, in entrambi i casi non da Starbucks.
Può funzionare giusto a Milano.

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Al di là del fatto che sia un locale di sicuro alla moda personalmente non sono mai entrato in uno starbucks per un espresso o per un cappuccino "normale".
Mi è capitato spesso di entrare per caricare lo smartphone, per avere il wifi, per usare il pc. Non ci sono tanti locali uguali, lo trovo molto rilassante, inoltre a me bevande e dolci piacciono, oltre all'ambiente che vi è e che me lo fa preferire a tanti altri.

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On 9/8/2018 at 11:26 AM, Fimow said:

Comunque ragazzi, io per un breve periodo di tempo ho fatto il freelance a Roma.
Dietro il Senato c'è la copia esatta di Starbucks all'italiana, si chiama Arnold e una volta l'ho vista pure a Firenze.
Mi appoggiavo lì un sacco di volte, alla fine se consideri una spesa anche di 4.5 euro (e molte volte andavo a prendere solo un espresso quindi la media è meno), è come stare in uno spazio di coworking al centro di Roma a meno di 100 euro.
Se vado in un qualsiasi altro bar di Roma da solo a lavorare ti cacciano dopo mezz'ora, ma letteralmente. E quelli che non lo fanno ti creano una sensazione di imbarazzo allucinante.

Vero questo, a me  successo in Inghilterra parecchi anni fa, sapevi che se dovevi studiare potevi metterti lì, ti prendevi un caffè e potevi starci tutto il giorno senza che nessuno ti rompesse le scatole.

Vicino a casa mia anni fa c'era un bar che in un certo senso offriva lo stesso servizio, aveva una saletta interna dove fuori dall'ora di pranzo potevi occupare un tavolo per studiare/lavorare diverse ore con un solo caffè.

 

 

Ma in generale preferisco stare in un posto dove spendo un poco di più ma posso stare quanto voglio a parlare o guardare una partita alla tv con amici.

 

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On 9/12/2018 at 3:41 AM, Juventino! said:

Non so se sia quello che intendi tu, forse in parte.

 

Però ho notato la tendenza sempre più diffusa a mitizzare i ceo di queste grandi aziende come fossero dei guru, maestri di vita, grandi sapienti in missione per conto di Dio.

 

Leggo ora che il fondatore di Starbucks ha dichiarato di essersi dato agli affari  "per ispirare e prendersi cura dello spirito umano”.

 

Jobs viene quasi venerato, ha dichiarato che avrebbe barattato tutto il suo denaro "per mezz'ora di conversazione con Socrate" (se nel frattempo avesse eluso meno tasse ci sarebbero stati molti più soldi per scuole dove studiarlo, Socrate, o ospedali).

 

Benetton ingaggia Toscani per variopinte fotografie con uomini di ogni sesso e razza,  dichiara di voler difendere i migranti, poi delocalizza in Bangladesh dando in appalto la produzione ad altre aziende  che non pagano un * chi lavora

 

Apple fa propaganda gay friendly e produce a FOxConn o come si chiama (numerosi casi di suicidio tra operai per condizioni di lavoro)

 

Nike ha ingaggiato adesso come uomo immagine un giocatore di football che si è schierato contro Trump in una campagna per il rispetto dei diritti di tutti ed intanto produce palloni sfruttando la manodopera in Pakistan

 

 

Potrei fare decine e decine di esempi. Marketing ed ipocrisia allo stato puro. 

 

 

 

 

 

Quoto anche la virgole

 

in particolare Starbucks è un male terribile per L Italia perché scimmiotta e mescola la nostra cultura del cibo e la tritura ad uso e consumo usa 

 

ripeto Starbucks e’ osceno per ogni italiano di rispetto 

 

O.S.C.E.N.O

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Il 10/9/2018 Alle 16:32, Gidan73 ha scritto:

Si mettono in fila perché hanno del tempo libero e vogliono passarlo a fare qualcosa.
Quanti di noi non hanno fatto una fila che durava da quindici minuti in poi?
Chessò un museo? Dalla gioconda? Per entrare nella statua della libertà?
Io, ricordo, che qui in Sicilia avevo fatto la fila per circa 15-20 minuti per vedere un presepio vivente in una località di montagna.
L'abbiamo fatto semplicemente perché era un modo, come un altro, per passare del tempo tra una chiacchiera e un'altra...un po' come stare seduti al tavolino del bar o all'angolo della piazza a fare un cespolo.
Certo, un'ora o due di attesa son troppi ma dipende come lo passi: in compagnia facendo quattro chiacchiere? Allora, perché no?
Io una volta ho atteso 4 ore alla stazione di Roma ad aspettare un cespolo di treno che era fortemente in ritardo...e stavo da solo.
Poi...l'attesa dal dottore è ancora peggio. Meglio una fila, in compagnia, che stare ad aspettare dal dottore.

Capisco il tuo discorso ma paragonare una fila per entrare da Starbucks (o in un qualsiasi locale alla moda) con quella per entrare a vedere monumenti/opere d'arte che probabilmente vedrai una volta nella vita (e forse neanche) mi fa un po' brutto :d

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Il 13/9/2018 Alle 02:25, teioh ha scritto:

Non può funzionare.
Per quanti siano i fighetti la maggior parte dell'anziana popolazione italiana va al bar.
I giovani buongustai vanno dove ti sanno fare un cappuccino decente e un croissant vuoto come si deve, in entrambi i casi non da Starbucks.
Può funzionare giusto a Milano.

uè uè ... io non sono cosi "anziano" e vado comunque al bar .uah:d

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Io sono andato una sola volta da Starbucks... all'estero... a Norimberga dove, a poca distanza, ce ne sono addirittura 3...

Bene, per quel che si paga... non vale la pena... Tranne qualche dolce... il resto, a partire dai vari caffè, fa tutto abbastanza schifo...

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