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Rhyme

Occhio allo schermo!

Post in rilievo

Coi pargoli sono in rassegna fratelli Coen (per ora: Il Grinta, Non è un paese per vecchi, Fargo, Il grande Lebowsky; ovviamente tutti piaciutissimi), e a tal proposito vi chiedevo un consiglio: 

 

La ballata di Buster Scruggs; lo avete visto? Vi è piaciuto? val la pena guardarlo? 

 

 

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5 ore fa, Ronnie O'Sullivan ha scritto:

Coi pargoli sono in rassegna fratelli Coen (per ora: Il Grinta, Non è un paese per vecchi, Fargo, Il grande Lebowsky; ovviamente tutti piaciutissimi), e a tal proposito vi chiedevo un consiglio: 

 

La ballata di Buster Scruggs; lo avete visto? Vi è piaciuto? val la pena guardarlo? 

 

 

Guarda, per combinazione ho appena finito di guardarlo.

In questi giorni mi sacrifico e faccio una capata dal Nemico per qualche film che rimando da un po' e che mi interessava.

Oggi mi sono dedicato a Annihilation e proprio a La ballata di Buster Scruggs.

Sul fatto se vale la pena guardarlo, secondo me a prescindere dal giudizio la risposta è sì...per me vale la pena a prescindere guardare i film degli autori che più ci piacciono e che più meritano, poi possiamo anche non apprezzare il film in seguito.

Il film comunque a me è piaciuto, si vede che doveva essere una Serie TV o comunque ho avvertito una precisione inferiore al solito nella ripresa e una resa più televisiva in certi momenti...ma anche in questo modo si nota la sensibilità di due grandi autori.

E' un film formato da 6 episodi che diventa una sorta di antologia del west, c'è veramente tutto...duello, pistoleri, banditi, rapinatori, impiccagioni, saloon, cercatori d'oro, diligenze, carovane, indiani, artisti di strada e chi più ne ha più ne metta.

E come al solito con loro, anche nel genere c'è un mischiarsi continuo...musical, dramma, commedia, grottesco, avventura, western.

E' inferiore ad altri loro film, non è tra i migliori e alcuni episodi sono meno riusciti ma io ho percepito un'intima malinconia un po' diversa rispetto al loro solito, una tenerezza che mi ha scaldato (complici anche le musiche del solito meraviglioso Burwell). Si nota, secondo me, uno sguardo di grande affetto dei Coen nei confronti dei personaggi e del genere stesso.

Va affrontato sin da subito non come un film, ma come un insieme di brevi fiabe anche strampalate. E nella loro delicatezza imperfetta ci sono per me anche dei grandi momenti, che siano ironici, drammatici o teneri. Ma anche delle ottime interpretazioni inaspettate, come quella dell'attore che in Harry Potter interpretava Dudley, che in questo film non avevo nemmeno riconosciuto.

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Grazie Rhyme, stasera procedo. 

Il "vale la pena" era riferito al fatto di farlo vedere ai pargolotti; ovvio che un film dei Cohen, per quanto mi riguarda, va visto a prescindere. 

 

PS La sera dell'Utimo mi sono rivisto Tre manifesti a Ebbing, Missouri, per far contenta la moglie che non l'aveva ancora visto. Mi è piaciuto più della prima volta; per me è quasi da annoverare tra i capolavori; non voglio riaprire vecchie polemiche, ma è una vergogna, lo dico a chiare lettere, che gli sia stata preferita quella paraculata de la forma dell'acqua, che non sono nemmeno riuscito a finire di guardare.

Frances McDormand stre-pi-to-sa; migliore che in Fargo. Bravissimi Sam Rockwell e Woody Harrelson, che migliora invecchiando. 

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22 ore fa, Ronnie O'Sullivan ha scritto:

Coi pargoli sono in rassegna fratelli Coen (per ora: Il Grinta, Non è un paese per vecchi, Fargo, Il grande Lebowsky; ovviamente tutti piaciutissimi), e a tal proposito vi chiedevo un consiglio: 

 

La ballata di Buster Scruggs; lo avete visto? Vi è piaciuto? val la pena guardarlo? 

 

 

Ti chiedo onestamente, i tuoi figli, che se non erro son adolescenti ancora, come possono capire il senso (o forse meglio il non senso) dei film dei Coen?

Cioe' mi spiego meglio, ok che alcune scene fanno ridere a prescindere o sono di impatto, ma secondo me alcune le potranno comprendere solo da adulti imho

Oh almeno io ero cosi', alcune parole e il loro senso erano per me sconosciute, alcune scene simboliche idem

 

Magari ero io ritardato eh ahah

4 ore fa, Ronnie O'Sullivan ha scritto:

Grazie Rhyme, stasera procedo. 

Il "vale la pena" era riferito al fatto di farlo vedere ai pargolotti; ovvio che un film dei Cohen, per quanto mi riguarda, va visto a prescindere. 

 

PS La sera dell'Utimo mi sono rivisto Tre manifesti a Ebbing, Missouri, per far contenta la moglie che non l'aveva ancora visto. Mi è piaciuto più della prima volta; per me è quasi da annoverare tra i capolavori; non voglio riaprire vecchie polemiche, ma è una vergogna, lo dico a chiare lettere, che gli sia stata preferita quella paraculata de la forma dell'acqua, che non sono nemmeno riuscito a finire di guardare.

Frances McDormand stre-pi-to-sa; migliore che in Fargo. Bravissimi Sam Rockwell e Woody Harrelson, che migliora invecchiando. 

ti seguo a ruota...a casa, nella mia intimita', ho apprezzato ancora piu' Tre Manifesti rispetto alla visione al cinema...e come tu dici, alcune scene e dialoghi sono entrate o entreranno sicuramente e di diritto nel cult

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14 ore fa, POLARMAN ha scritto:

Ti chiedo onestamente, i tuoi figli, che se non erro son adolescenti ancora, come possono capire il senso (o forse meglio il non senso) dei film dei Coen?

Cioe' mi spiego meglio, ok che alcune scene fanno ridere a prescindere o sono di impatto, ma secondo me alcune le potranno comprendere solo da adulti imho

Oh almeno io ero cosi', alcune parole e il loro senso erano per me sconosciute, alcune scene simboliche idem

E' un discorso un po' articolato e dipende dalla sensibilità di ognuno. Premetto che sono rispettivamente in quarta e terza liceo, quindi non proprio dei bambini, e che io ricordo molto bene film visti a quindici, sedici, diciassette anni. 

 

Io credo che il cinema di qualità sia un'arte, e che l'arte (musica, pittura, poesia, letteratura ecc.) vera abbia un linguaggio universale, cioè possa raggiungere tutti. Ovvio che più vissuto ed esperienza hai, meglio è; che una base culturale solida ti dia delle chiavi ermeneutiche che ti aprano le porte ad una lettura maggiore; meglio ancora se, oltre a cultura ed esperienza, ci sono anche studi/basi "tecniche", che ti permettano di cogliere aspetti che un semplice appassionato (come me) non potrà mai apprezzare in pieno. 

 

Insomma, un bel film, per me, è come una sorgente d'acqua pura in montagna; basta avere sete, cioè essere interessati all'acqua, avere una certa sensibilità di fondo; poi, ovviamente, a seconda del recipiente con cui vai alla fontana, potrai portarti via più o meno acqua; c'è che vi arriva con le semplici mani, chi con un bicchiere, chi con un pentolino, chi con un secchio, chi addirittura con una damigiana da 54 litri; la capacità del recipiente dipende dal tuo background - esperienza di vita, sensibilità, cultura generale, basi tecniche ecc. -  e più è ampio, più acqua raccoglierai; ma l'importante, è che il tuo recipiente, piccolo o grande che sia, possa essere riempito fino all'orlo di acqua buona. 

 

Io mi rifiuto di guardare put.tanate insieme ai miei figli; quelle se le possono guardare da soli, e già lo fanno, come si ascoltano quella mer.da di musica rap di terzo livello da soli; con me, se vogliono (e pare che siano molto interessati), si guardano Non è un paese per vecchi e Il grande Lebowsky dei fratelli Coen, e si ascoltano  The Joshua treeAchtung Baby degli U2. 

Così è se vi pare. :d

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23 ore fa, Ronnie O'Sullivan ha scritto:

PS La sera dell'Utimo mi sono rivisto Tre manifesti a Ebbing, Missouri, per far contenta la moglie che non l'aveva ancora visto. Mi è piaciuto più della prima volta; per me è quasi da annoverare tra i capolavori; non voglio riaprire vecchie polemiche, ma è una vergogna, lo dico a chiare lettere, che gli sia stata preferita quella paraculata de la forma dell'acqua, che non sono nemmeno riuscito a finire di guardare.

Frances McDormand stre-pi-to-sa; migliore che in Fargo. Bravissimi Sam Rockwell e Woody Harrelson, che migliora invecchiando. 

 

18 ore fa, POLARMAN ha scritto:

ti seguo a ruota...a casa, nella mia intimita', ho apprezzato ancora piu' Tre Manifesti rispetto alla visione al cinema...e come tu dici, alcune scene e dialoghi sono entrate o entreranno sicuramente e di diritto nel cult

Io devo ancora vederlo, ce l'ho pure in dvd, è lì che mi aspetta ma non trovo il momento. E' come se volessi tenerlo da parte per chi sa quale momento e gustarmelo con calma sefz 

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8 ore fa, Ronnie O'Sullivan ha scritto:

E' un discorso un po' articolato e dipende dalla sensibilità di ognuno. Premetto che sono rispettivamente in quarta e terza liceo, quindi non proprio dei bambini, e che io ricordo molto bene film visti a quindici, sedici, diciassette anni. 

 

Io credo che il cinema di qualità sia un'arte, e che l'arte (musica, pittura, poesia, letteratura ecc.) vera abbia un linguaggio universale, cioè possa raggiungere tutti. Ovvio che più vissuto ed esperienza hai, meglio è; che una base culturale solida ti dia delle chiavi ermeneutiche che ti aprano le porte ad una lettura maggiore; meglio ancora se, oltre a cultura ed esperienza, ci sono anche studi/basi "tecniche", che ti permettano di cogliere aspetti che un semplice appassionato (come me) non potrà mai apprezzare in pieno. 

 

Insomma, un bel film, per me, è come una sorgente d'acqua pura in montagna; basta avere sete, cioè essere interessati all'acqua, avere una certa sensibilità di fondo; poi, ovviamente, a seconda del recipiente con cui vai alla fontana, potrai portarti via più o meno acqua; c'è che vi arriva con le semplici mani, chi con un bicchiere, chi con un pentolino, chi con un secchio, chi addirittura con una damigiana da 54 litri; la capacità del recipiente dipende dal tuo background - esperienza di vita, sensibilità, cultura generale, basi tecniche ecc. -  e più è ampio, più acqua raccoglierai; ma l'importante, è che il tuo recipiente, piccolo o grande che sia, possa essere riempito fino all'orlo di acqua buona. 

 

Io mi rifiuto di guardare put.tanate insieme ai miei figli; quelle se le possono guardare da soli, e già lo fanno, come si ascoltano quella mer.da di musica rap di terzo livello da soli; con me, se vogliono (e pare che siano molto interessati), si guardano Non è un paese per vecchi e Il grande Lebowsky dei fratelli Coen, e si ascoltano  The Joshua treeAchtung Baby degli U2. 

Così è se vi pare. :d

te lo chiedevo perche' ricordo come ieri l'uscita del grande lebowski e con mia madre che era peggio di te ( ahah ) lo guardammo immediatamente all'uscita cinema e nonostante avessi 20 anni, riguardandolo 10 anni piu' tardi te lo gusti mooooooooolto di piu' sotto ogni aspetto, quindi il mio augurio e' che i tuoi ragazzi abbiano la voglia tra dieci anni di riguardarselo per comprendere dove sta il "capolavoro" in quel film

tra quelli citati per dire adoro non e' un paese per vecchi, ma comprendere il senso cinico del film imho non e' facile

cioe' la mia paura e' che il messaggio possa essere travisato, faccio quindi conto su di te per le spiegazioni di sorta ai tuoi figli

p.s. mi vien da ridere che hai citato l'album degli U2 con cui son cresciuto in quanto comprendeva un paio di canzoni che sono state colonna sonora della mia prima volta ahah

4 ore fa, Alessandro29 ha scritto:

 

Io devo ancora vederlo, ce l'ho pure in dvd, è lì che mi aspetta ma non trovo il momento. E' come se volessi tenerlo da parte per chi sa quale momento e gustarmelo con calma sefz 

capisco perche' come te alcuni film li ho li da mesi e mi devono ispirare

tre manifesti va guardato con attenzione cogliendo sfacettature psicologiche da ogni personaggio e non di facile interpretazione se non con il mettersi dentro il personaggio

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Durante le feste ho visto Old Man and the Gun, l'ultimo film di Robert Redford che alla veneranda età di 82 anni ha deciso chiudere qui la sua carriera.
Ispirato da una storia vera, quella del rapinatore di banche Forrest Tucker.

 

Film leggero, carino, non di piu; si regge quasi solo sulla bravura di Robert Redford, finale per me improvviso e veloce.
In diversi punti quasi un omaggio all'attore, con qualche immagine credo presa direttamente da suoi vecchi film.

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Ho visto Vice - L'uomo nell'ombra di Adam McKay.

McKay segue la strada che aveva intrapreso con l'ottimo La grande scommessa.

Da regista di commedie demenziali ha fatto un notevole cambiamento sia come temi trattati che come approccio e devo dire che si è creato un suo stile parecchio netto e deciso, prendendo molto da personaggi come Michael Moore e dallo stile documentaristico e televisivo americano ma adattandolo a modo suo.

Con La grande scommessa parlava della crisi economica del 2007, con Vice parla del politico Dick Cheney e lo fa, come dicevo, con lo stesso stile del film precedente.

E io lo trovo, onestamente, a tratti davvero geniale e incredibile...sia per il modo in cui parla di argomenti così complessi, per come va nel profondo di questi temi, sia per il modo che ha McKay di parlare direttamente e indirettamente con lo spettatore, ponendolo al centro in uno scambio reciproco di ruoli.

Lo trovo davvero geniale...magari in America lo percepiscono differentemente perché con Moore e altri personaggi sono più abituati ad un certo tipo di comunicazione, ma nel cinema credo che McKay abbia fatto qualcosa di davvero interessante.

Se devo trovare qualche difetto, in Vice (a differenza di La grande scommessa che ho trovato più equilibrato nel suo folle incedere) ho avuto la sensazione che in alcuni punti sia scivolato un po' eccedendo e facendosi prendere eccessivamente la mano da questo stile comunicativo, ad esempio nella rappresentazione del personaggio di Bush che ho trovato troppo macchiettistico e in 2/3 passaggi comprensivi di metafore, sullo stile del film precedente. E il finale l'ho trovato troppo frammentato.

Ma complessivamente lo trovo un gran film, con parecchi momenti che secondo me sono geniali e che non voglio anticipare.

Io personalmente lo sento come una nuova sfumatura di satira, un nuovo modo di comunicare e rivolgersi allo spettatore, un nuovo modo non solo di affrontare, come dicevo, temi della storia contemporanea che sono estremamente complessi in un modo fresco ed efficace ma anche un modo di stravolgere, di ribaltare, di ironizzare sul cinema stesso, sulla comunicazione, sui media.

E ci va giù anche parecchio pesantemente McKay e in modo meno sottile di quanto sembri.

Credo che La grande scommessa e Vice siano film da riguardare in futuro e da analizzare con attenzione.

Qualcuno ci ha visto una prosecuzione modernizzata di alcune sfumature Wellesiane ed è una chiave interessante.

C'è un Christian Bale mostruoso probabilmente nella sua migliore interpretazione ed anche il resto del cast è egregio con Amy Adams, Steve Carrell (anche lui da qualche anno ha intrapreso un cambiamento inaspettato e piacevole) e Sam Rockwell (anche se rientra nel personaggio di Bush che non ho apprezzato particolarmente).

 

Mi fa comunque molto piacere che Roma di Cuaron stia continuando ad ottenere riconoscimenti.

I due Golden Globes di ieri sera, i tantissimi premi dalla critica americana e le prime nomination nei premi di categoria: sceneggiatura, montaggio, produttori, fotografia (qui è stato nominato anche Cold War).

Mi fa veramente piacere.

 

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Guardando 'L'uomo che uccise Don Chisciotte' ed arrivato abbondantemente avanti con la visione non ho potuto di far a meno di pensare, anzi mi è venuto proprio di istinto, a 'La leggenda del re pescatore', rendendomi conto circa 4 secondi dopo che trattasi sempre di un film di Terry Gillian, che fra l'altro l'ultima volta che l'ho visto risale a tanti anni fà...che abbia tratto spunto da quest'ultimo mi pare evidente, almeno per me, anche per indole, istinto e memorie d'autore…questa cosa dei "richiami" nel cinema, e non capita mica spesso, da spettatore è una cosa splendida.

 

Per il film in se non aggiungo nient'altro, a me è piaciuto sebbene mi sarei aspettato un altro tipo di finale.

p.s. che bravissimo attore sta diventando, cioè già lo è, Adam Driver.

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41 minuti fa, Smartengine ha scritto:

Guardando 'L'uomo che uccise Don Chisciotte' e ad arrivato abbondantemente avanti con la visione non ho potuto di far a meno di pensare, anzi mi è venuto proprio di istinto, a 'La leggenda del re pescatore', rendendomi conto circa 4 secondi dopo che trattasi sempre di un film di Terry Gillian, che fra l'altro l'ultima volta che l'ho visto risale a tanti anni fà...che abbia tratto spunto da quest'ultimo mi pare evidente, almeno per me, anche per indole, istinto e memorie d'autore…questa cosa dei "richiami" nel cinema, e non capita mica spesso, da spettatore è una cosa splendida.

 

Per il film in se non aggiungo nient'altro, a me è piaciuto sebbene mi sarei aspettato un altro tipo di finale.

p.s. che bravissimo attore sta diventando, cioè già lo è, Adam Driver.

Sono pienamente d'accordo.

Il miglior attore emergente, per me.

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10 ore fa, Rhyme ha scritto:

Ho visto Vice - L'uomo nell'ombra di Adam McKay.

McKay segue la strada che aveva intrapreso con l'ottimo La grande scommessa.

Da regista di commedie demenziali ha fatto un notevole cambiamento sia come temi trattati che come approccio e devo dire che si è creato un suo stile parecchio netto e deciso, prendendo molto da personaggi come Michael Moore e dallo stile documentaristico e televisivo americano ma adattandolo a modo suo.

Con La grande scommessa parlava della crisi economica del 2007, con Vice parla del politico Dick Cheney e lo fa, come dicevo, con lo stesso stile del film precedente.

E io lo trovo, onestamente, a tratti davvero geniale e incredibile...sia per il modo in cui parla di argomenti così complessi, per come va nel profondo di questi temi, sia per il modo che ha McKay di parlare direttamente e indirettamente con lo spettatore, ponendolo al centro in uno scambio reciproco di ruoli.

Lo trovo davvero geniale...magari in America lo percepiscono differentemente perché con Moore e altri personaggi sono più abituati ad un certo tipo di comunicazione, ma nel cinema credo che McKay abbia fatto qualcosa di davvero interessante.

Se devo trovare qualche difetto, in Vice (a differenza di La grande scommessa che ho trovato più equilibrato nel suo folle incedere) ho avuto la sensazione che in alcuni punti sia scivolato un po' eccedendo e facendosi prendere eccessivamente la mano da questo stile comunicativo, ad esempio nella rappresentazione del personaggio di Bush che ho trovato troppo macchiettistico e in 2/3 passaggi comprensivi di metafore, sullo stile del film precedente. E il finale l'ho trovato troppo frammentato.

Ma complessivamente lo trovo un gran film, con parecchi momenti che secondo me sono geniali e che non voglio anticipare.

Io personalmente lo sento come una nuova sfumatura di satira, un nuovo modo di comunicare e rivolgersi allo spettatore, un nuovo modo non solo di affrontare, come dicevo, temi della storia contemporanea che sono estremamente complessi in un modo fresco ed efficace ma anche un modo di stravolgere, di ribaltare, di ironizzare sul cinema stesso, sulla comunicazione, sui media.

E ci va giù anche parecchio pesantemente McKay e in modo meno sottile di quanto sembri.

Credo che La grande scommessa e Vice siano film da riguardare in futuro e da analizzare con attenzione.

Qualcuno ci ha visto una prosecuzione modernizzata di alcune sfumature Wellesiane ed è una chiave interessante.

C'è un Christian Bale mostruoso probabilmente nella sua migliore interpretazione ed anche il resto del cast è egregio con Amy Adams, Steve Carrell (anche lui da qualche anno ha intrapreso un cambiamento inaspettato e piacevole) e Sam Rockwell (anche se rientra nel personaggio di Bush che non ho apprezzato particolarmente).

 

Mi fa comunque molto piacere che Roma di Cuaron stia continuando ad ottenere riconoscimenti.

I due Golden Globes di ieri sera, i tantissimi premi dalla critica americana e le prime nomination nei premi di categoria: sceneggiatura, montaggio, produttori, fotografia (qui è stato nominato anche Cold War).

Mi fa veramente piacere.

 

ottimo, la grande scommessa l'avevo trovato un ottimo film dinamico, quindi mi guardero' sicuramente anche Vice, visto anche il cast

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6 ore fa, POLARMAN ha scritto:

ottimo, la grande scommessa l'avevo trovato un ottimo film dinamico, quindi mi guardero' sicuramente anche Vice, visto anche il cast

Sì, ricordo che anche a te era piaciuto molto e anche ad altri di noi, se non sbaglio.

Quindi anche Vice è da guardare, indubbiamente.

Non è proprio perfetto ma sto adorando McKay.

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Il 2/1/2019 Alle 21:26, Ronnie O'Sullivan ha scritto:

Coi pargoli sono in rassegna fratelli Coen (per ora: Il Grinta, Non è un paese per vecchi, Fargo, Il grande Lebowsky; ovviamente tutti piaciutissimi), e a tal proposito vi chiedevo un consiglio: 

 

La ballata di Buster Scruggs; lo avete visto? Vi è piaciuto? val la pena guardarlo? 

 

 

Si. Alcuni episodi sono davvero splendidi e in generale è il west dei Coen. sefz

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6 minuti fa, Rhyme ha scritto:

Sì, ricordo che anche a te era piaciuto molto e anche ad altri di noi, se non sbaglio.

Quindi anche Vice è da guardare, indubbiamente.

Non è proprio perfetto ma sto adorando McKay.

Vorrei spendere due parole per Carrel, che sta sempre più diventando un attore di rara bravura.

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10 minuti fa, unfabio ha scritto:

Si. Alcuni episodi sono davvero splendidi e in generale è il west dei Coen. sefz

Finora ho visto i primi tre; il primo è spassosissimo, il terzo mi ha colpito visto in 4k dolby vision per la fotografia; paesaggi evocativi, meravigliosi. Poi ovviamente, c'è tutto il repertorio western. Il secondo, quello con Liam Neeson, mi ha lasciato perplesso, ma di quella perplessità che spesso pervade i film (od episodi dei film) dei Coen. Più che perplesso, direi, stranito. 

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14 minuti fa, Rhyme ha scritto:

Sì, ricordo che anche a te era piaciuto molto e anche ad altri di noi, se non sbaglio.

Quindi anche Vice è da guardare, indubbiamente.

Non è proprio perfetto ma sto adorando McKay.

imho, ottimo che non sia perfetto ahah

i film perfetti a volte sono per me indigesti, so' strano

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Adesso, Ronnie O'Sullivan ha scritto:

Finora ho visto i primi tre; il primo è spassosissimo, il terzo mi ha colpito visto in 4k dolby vision per la fotografia; paesaggi evocativi, meravigliosi. Poi ovviamente, c'è tutto il repertorio western. Il secondo, quello con Liam Neeson, mi ha lasciato perplesso, ma di quella perplessità che spesso pervade i film (od episodi dei film) dei Coen. Più che perplesso, direi, stranito. 

Ma sai, quei due ci squazzano nello humor nero e sopratutto nello spiazzare lo spettatore.

Ho adorato quell'episodio, così poetico, ma così cattivo. :d

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15 ore fa, Rhyme ha scritto:

Sono pienamente d'accordo.

Il miglior attore emergente, per me.

al momento l'ho visto solo in star wars, ed aldila' del suo personaggio nel film, ho da subito notato una capacita' espressiva notevole, capace di passare in un secondo da un espressione dolce (ma veramente dolce tendente al tenero), ad espressioni maligne e furenti

in parte mi ricorda, a livello di pura somiglianza, Keanu Reevs

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11 minuti fa, unfabio ha scritto:

Vorrei spendere due parole per Carrel, che sta sempre più diventando un attore di rara bravura.

assolutamente d'accordo...e attenzione, per me era bravissimo anche in quei film demenziali...ultimamente veste panni piu' seriosi e riesce ad entrarci dentro come un calzino...eclettico ed anche lui multi espressivo

 

non vogliatemene, trovo anche l'attore che intepreta Thor molto bravo sotto questo aspetto

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Adesso, POLARMAN ha scritto:

assolutamente d'accordo...e attenzione, per me era bravissimo anche in quei film demenziali...ultimamente veste panni piu' seriosi e riesce ad entrarci dentro come un calzino...eclettico ed anche lui multi espressivo

 

non vogliatemene, trovo anche l'attore che intepreta Thor molto bravo sotto questo aspetto

Si, bravissimo anche nelle commedie.

In quache modo si conferma, che il grande attore comico è anche un grande attore drammatico!

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Adesso, unfabio ha scritto:

Si, bravissimo anche nelle commedie.

In quache modo si conferma, che il grande attore comico è anche un grande attore drammatico!

guarda, seconod me e' piu' difficile far ridere che piangere, quindi per me e' intrinseco

mi riallaccio ad un discorso musicale in ambito rock

spesso, coloro che han fatto rock puro e duro, sono coloro che ha scritto le piu' belle ballate romantiche di tutti i tempi

se uno ha la capacita' di estremizzare da un lato, significa che e' anche capace di andare sull'estremo opposto imho

 

p.s. anche l'attore di x men che ha fatto Split, sti cavoli eh

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