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The Italian Giants

Viaggio nella testa di Andrea Agnelli: ecco perché adesso il numero uno è chiamato alla decisione più delicata del suo corso

Post in rilievo

Dopo lo choc di martedì si è giustamente detto e ridetto di tutto, disquisizioni tecnico-tattiche che si sprecano, caccia ai responsabili di un fallimento, identificabili per gran parte con un nome e cognome, quello dell'allenatore in prima battuta, e alcuni calciatori in seconda. La parola giusta, centrale, è proprio questa: fallimento. Lo è per i tifosi, lo è per i media. Lo è anche per la società Juventus? Ovvero per chi è abituato a valutare tutto freddamente e sempre in un'ottica puramente manageriale e scevra da ogni impulsività sentimentale?

 

Qui c'è da porre un primo paletto. La società, per bocca di Andrea Agnelli, è sempre stata chiara: l'obiettivo aziendale è scudetto e quarti di finale di Champions tutti gli anni. O se suona meglio, arrivare in primavera ancora in corsa su ogni fronte.

La tesi è che quando si approda ai quarti, si aprono scenari potenzialmente infiniti: una volta vinci, una vai in finale, un'altra esci ai quarti, un'altra ancora in semifinale, ma quello che conta è essere nel G8 stabilmente. E ovviamente non fallire gli appuntamenti nazionali, almeno fino a che persisterà questo gap di competizione così elevato. Per un discorso di visibilità e di crescita nel lungo periodo; perché solo così si rafforza sempre di più lo status di big nel tempo; per l'idea di solida affidabilità che si trasmette agli investitori e a chi guarda alla Juventus come potenziale fonte di guadagno (che sia un azionista o un partner commerciale); perché una logica alla base di qualsiasi azienda di medio spessore anche fuori dall'ambito sportivo è cristallizzare lo step che si è raggiunto, preoccuparsi di non tornare indietro prima ancora che di progredire. E per la Juventus quello guadagnato in questi anni, anche grazie alla filosofia gestionale del suo allenatore, è un grande anzi enorme punto di arrivo che va consolidato quanto più possibile prima di fissare un nuovo punto di partenza, almeno fino al 2024 quando si apriranno nuovi orizzonti nella competizione internazionale, e la Juventus ha deciso di arrivarci in primissima linea. Oggi, detto crudamente, un mancato passaggio di un ottavo o peggio ancora di un girone, avrebbe nel percorso di crescita un impatto negativo superiore anche a quello, inversamente proporzionale, che avrebbe una vittoria della Champions, che resta comunque l'obiettivo messo nel mirino e conseguibile solo se non sgarri mai prima. 

Che piaccia o no, Allegri questo tipo di risultato è stato in grado di garantirlo quattro volte su cinque nella sua gestione, e l'unica volta che non ha raggiunto i quarti è stato solo ai supplementari contro una delle tre migliori squadre al mondo in quel momento.

Anche concentrando le riflessioni sull'ultimo biennio, forse quello maggiormente messo in discussione di tutta la gestione allegriana, l'anno scorso ha eliminato agli ottavi una squadra che quest'anno è semifinalista, questa stagione ha sopravanzato l'Atletico che è stata una delle squadre protagoniste della CL degli ultimi anni e anche quest'anno super-accreditata ad arrivare in fondo. Dove si vuole arrivare con questo? Che raggiungere i quarti di finale comunque non era scontato né la stagione scorsa né questa, perché contro Tottenham e Atletico c'era il rischio anche di uscire teoricamente (e infatti si è rischiato), e non è scontato in generale perché, con la nuova formula Champions che fa accedere direttamente alla prima fase le prime quattro di ogni campionato, il rischio di big match già agli ottavi è più consistente, a prescindere dal piazzamento nel girone. Ma Allegri ha raggiunto l'obiettivo ugualmente e questo, sempre nella visione aziendale della nostra società, ha grandissimo valore.

 

Va tutto bene quindi? Ovviamente no. Quest'anno ci sono da registrare i primi due cocenti fallimenti dell'era allegriana, perché prima di martedì durante la gestione Allegri la Juve si era inginocchiata solo davanti alle solite Real, Barcellona e Bayern, ma in tutte le altre eliminatorie in cui partiva da favorita non aveva mai fallito, in serie: Dortmund, Monaco 2015, Porto, Monaco 2017, Tottenham, Atletico; e in un paio di occasioni anche partendo leggermente sfavorita: Real 2015, Barca 2017. Non solo, dopo quattro double di fila, è arrivato anche il primo duro stop in uno dei due obiettivi nazionali, seppur minore: la Coppa Italia, dove l'eliminazione è stata prematura e con modalità discutibili.

Si può dire quindi senza ombra di dubbio alcuna che questa, dal punto di vista dei freddi risultati, sia la peggiore stagione dell'era Allegri: per la prima volta è stato mancato un obiettivo nazionale e per la prima volta c'è stato un tracollo in Champions in uno scontro dove si partiva nettamente coi favori del pronostico (si ragiona sempre su valori teorici sulla carta, chiaro che l'Ajax ha dimostrato sul campo valori che vanno oltre il pedegree internazionale dei loro singoli). C'è inoltre un'aggravante che non si può trascurare: questo peggioramento è avvenuto in una stagione per ovvie ragioni particolare, la stagione in cui è stato comprato Cristiano Ronaldo, sono stati aggiunti ad una base già fortissima Cancelo, Bonucci ed Emre Can, per la prima volta sono stati trattenuti tutti i top player centrali nel progetto (eccetto il solo Higuain comunque tagliato fuori dall'arrivo dell'asso portoghese). Insomma, un mercato che ha avuto una sola parola d'ordine: ambizione. Non soltanto, però, non è stato fatto il logico ultimo step (in termini di mentalità, gioco e autorevolezza dimostrata) ma, come detto, c'è stato un oggettivo passo indietro rispetto alle annate precedenti. In Champions, non si può neanche parlare tanto di "incidente episodico": gli stop bruschi nella competizione sono stati quattro in dieci partite, tutti nelle ultime sette addirittura. Tradotto: l'Ajax ha fatto spegnere il motore ad una macchina che già aveva sbandato varie volte nel suo tragitto.

 

Dunque, nella testa di Andrea Agnelli, Fabio Paratici e Pavel Nedved, come si mischiano queste due componenti? Da un lato la capacità di Allegri di non mancare quello che è considerato l'obiettivo aziendale minimo e inderogabile (scudetto+quarti di finale CL), dall'altro la crescita non avvenuta e addirittura l'arretramento nello sviluppo del progetto tecnico allegriano? Quale delle due componenti incide di più nelle riflessioni? La batosta con l'Ajax viene considerata un fisiologico stop all'interno di un percorso a lunga scadenza o sintomatico di un qualcosa di più serio e che potrebbe portare a quel famoso indietreggiamento nello status acquisito che la società cerca di proteggere strenuamente? E su quale procedimento mentale si arriva ad appurare una cosa o l'altra?

 

C'è poi una componente esterna, di emotività ambientale, che non va altrettanto trascurata, perché la Juventus è giustamente trattata e gestita da azienda a 360 gradi, ma non tutti gli aspetti di un'azienda caratterizzano una società calcistica. L'ambiente è svilito, depresso, frustrato, negativo al massimo, guarda allo scudetto come un qualcosa di soltanto dovuto e ormai neanche più tanto da festeggiare. Il territorio su cui confrontarsi è diventato unicamente quello europeo e pesa, inevitabilmente, il lunghissimo digiuno e la fila di delusioni brucianti, molte delle quali nemmeno associabili all'attuale società, ma ogni anno senza coppa è un macigno sulle spalle di una tifoseria che vive il suo tifo quasi unicamente in funzione delle partite europee. Non bisogna avere il timore di utilizzare la parola "ossessione", la pazienza è sempre di meno.

Alla squadra, inutile dirlo, penetra dall'esterno tutta la negatività, che in campo europeo al momento del dunque si trasforma in impotenza. Gli anni precedenti si è ripartiti nella delusione ma anche nella consapevolezza che si era caduti solo dinanzi a dei mostri, e che il futuro avrebbe presto sorriso, specie se uno di quei mostri lo hai portato dalla tua parte. Ma l'Ajax ha spiattellato in faccia in modo quasi violento una realtà diversa, e la rassegnazione che la Juventus non sarà mai all'altezza di raggiungere il suo sogno, neanche se prendi il Re della Champions League. Ossessione permanente, questo è il destino che oggi vede il tifoso bianconero.

Non è chiaramente così, la Juventus quella coppa la rivincerà perché l'ha già alzata due volte e succederà ancora, ha tutto, ma proprio tutto, per farcela. Anche più di una volta. Ma oggi la società deve fare i conti con una sfiducia e una rabbia che rischia di travolgere tutto e tutti come un ciclone, e la sensazione è che stavolta difficilmente il mercato potrà riaccendere l'entusiasmo. 

 

Tumulto di pensieri e sensazioni. Ma anche la necessità di tenere fede ad una logica aziendale. Oggi, Andrea Agnelli, non può sbagliare scelta.

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non sono né allegriano, né anti allegriano, ma bisogna avere il coraggio di capire quando un ciclo è finito, probabilmente andava fatto già dopo Cardiff, non farlo ora sarebbe una follia.

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Io sono un "allegriano", ma il suo ciclo è finito.

La cosa che da fastidio a noi tifosi, che nessuno paga l'enorme fallimento della partita dell'altra sera, ci sta non vincere la champions, ma perdere cosi no.

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Penso che non fara niente, ma spero con tutto il mio cuore di avere al minimo dei preparatori che fanno correre le giocatori per 90 minuti.

Se cambiamo anche allenatore meglio e (e voglio uno che non dice di smettere di attaccare dopo essere andato in vantaggio)

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non sono né allegriano, né anti allegriano, ma bisogna avere il coraggio di capire quando un ciclo è finito, probabilmente andava fatto già dopo Cardiff, non farlo ora sarebbe una follia.
Esattamente, anch'io sono delle stesse idee

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Allegri fa comodo, fa da parafulmine, non si lamenta, porta il risultato minimo (ed è lì che verte tutto...) e la società ha incassato quanto le serviva.

Questo prima ancora di tutti i sacrosanti discorsi tecnici. La conclusione viene da sé, temo.

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Ciclo finito a Cardiff.. squadra che da quella annata ha iniziato una lenta involuzione.. cominciando dai giocatori snaturati e svogliati.. dybala e Alex Sandro su tutti.. ora sta toccando a cancelo e d costa

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Non ho ben capito...

Andrea Agnelli dovrebbe tener conto della rabbia dei tifosi? Di chi crede di saper fare l'allenatore quanto o addirittura meglio di un professionista?

Dovrebbe basarsi sul fatto che la gente accecata dalla rabbia e dalla delusione esaspera la realtà dei fatti urlando di cicli finiti ed ere chiuse?

 

 

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Ci vuole coraggio, un coraggio a livelli molto più elevati, ci vuole il coraggio di interrompere drasticamente la tradizione di famiglia dentro la quale ogni singolo Agnelli è stato cresciuto, pane e scudetto, pane e Italia

 

siamo nel XXI secolo e il calcio è cambiato, almeno 3 delle 4 semifinaliste di Champions sono la vittoria del gioco del calcio, sono la vittoria di principi ben precisi, sono la vittoria di allenatori che si fanno un mazzo tanto per insegnare i movimenti e per migliorare la tecnica

 

non c'è una ricetta perfetta che ti permette di perdere il campionato e vincere la coppa, sicuramente nel 2019 le squadre che speculano, improvvisano, non corrono, non pressano, si spaccano, gestiscono gli 1-0 per vincere le 38 partite sul suolo nazionale poi in Europa vanno giustamente a casa 

 

prima lo si capisce, meglio sarà per tutti noi, se non lo si vuole capire, si prosegua su questa linea sabauda da anni 30 e a una certa si raccoglieranno i frutti anche economici del fallimento

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2 minuti fa, Roland Deschain ha scritto:

Allegri fa comodo, fa da parafulmine, non si lamenta, porta il risultato minimo (ed è lì che verte tutto...) e la società ha incassato quanto le serviva.

Questo prima ancora di tutti i sacrosanti discorsi tecnici. La conclusione viene da sé, temo.

Ragionamento che non fa una piega.

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Razionalmente scudetto e quarti di Champions sono effettivamente gli obiettivi da provare a raggiungere ogni anno. Chiedere a PSG, Bayern, Real e City per i passaggi successivi (ma pure United che è la squadra più ricca del mondo). Però, visto che il calcio non è solo razionalità, credo che un cambiamento sia necessario. Altrimenti si rischia di trascinare questa situazione di "scazzo" generalizzato che non fa bene a nessuno... 

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Uno che non ha avuto tante remore nel liquidare, DEL PIERO, MAROTTA, 

ma perché mai dovrebbe farsi delle remore a NON prendere (perdonatemi) a calci nel sedere Allegri, dopo lo scempio degli ultimi tempi? proprio non saprei spiegarmelo.

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Adesso, Roland Deschain ha scritto:

Allegri fa comodo, fa da parafulmine, non si lamenta, porta il risultato minimo (ed è lì che verte tutto...) e la società ha incassato quanto le serviva.

Questo prima ancora di tutti i sacrosanti discorsi tecnici. La conclusione viene da sé, temo.

Da parafulmine a cosa?

 

il 99% degli allenatore farebbe il parafulmine di una società che ti permette di allenare Ronaldo, che in un mercato non vende nessuno e prende il giocatore più forte al mondo + Cancelo Can e Bonucci, che in 5 anni che l'alleni anni ti ha portato:

 

SZCZESNY

SANDRO

EVRA

CANCELO

BENATIA

KHEDIRA

PJANIC

MATUIDI

BENTANCUR

CAN

BERNARDESCHI

CUADRADO

COSTA

DYBALA

MORATA

COMAN

MANDZUKIC

RONALDO

HIGUAIN

 

cedendo i soli Pogba e Vidal più i giocatori che si sono ritirati dal calcio che conta.

 

Di cosa dovrebbe lamentarsi ??

 

Fin quando porti i risultati bene, oppure saluti, è la normalità, altro che aziendalista parafulmine.

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1 minuto fa, Roland Deschain ha scritto:

A costo di ripetermi, il pesce puzza dalla testa.

invece andrebbe ripetuto spesso, perchè la gente non l'ha ancora capito. .nono  O fa finta di non capirlo... .sisi 

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2 minuti fa, sempresoloforzajuventus ha scritto:

Non ho ben capito...

Andrea Agnelli dovrebbe tener conto della rabbia dei tifosi? Di chi crede di saper fare l'allenatore quanto o addirittura meglio di un professionista?

Dovrebbe basarsi sul fatto che la gente accecata dalla rabbia e dalla delusione esaspera la realtà dei fatti urlando di cicli finiti ed ere chiuse?

Io non sono di sicuro per il populismo, ma i tifosi hanno grande importanza nello sport. Anche per la gestione societaria, perché sono la fonte di reddito della Juventus spa. E non c'entrano nulla i fenomeni da tastiera. Se hai tifosi scontenti vendi meno magliette, meno biglietti, hai meno interesse in giro per il mondo, etc. etc. 

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21 minuti fa, The Italian Giants ha scritto:

Si può dire quindi senza ombra di dubbio alcuna che questa, dal punto di vista dei freddi risultati, sia la peggiore stagione dell'era Allegri

.sisi

 

22 minuti fa, The Italian Giants ha scritto:

In Champions, non si può neanche parlare tanto di "incidente episodico": gli stop bruschi nella competizione sono stati quattro in dieci partite, tutti nelle ultime sette addirittura. Tradotto: l'Ajax ha fatto spegnere il motore ad una macchina che già aveva sbandato varie volte nel suo tragitto.

.ehm

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6 minuti fa, phoenix ha scritto:

Per me non hanno capito che il rapporto tra allegri e i tifosi è ormai rotto.

Esatto. Sabato si dovrebbe provare a farlo capire, sono uno a cui queste cose non piacciono sinceramente ma ad un certo punto se sono necessarie è meglio farlo.

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4 minuti fa, sempresoloforzajuventus ha scritto:

E scusa tanto di questo a loro cosa dovrebbe importare?

Ma perchè è mai iniziato un rapporto?

È iniziato invece. Già dal primo anno, ovviamente grazie ai risultati soprattutto in Europa. E poi il secondo con la rimonta in campionato. E il terzo di nuovo con la finale. Io ti parlo di gente normale, persone che frequentano lo stadio, non certo di pluribannati e reiscritti qui sul forum. 

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Il problema che Agnelli deve porsi è se la squadra il prossimo anno ancora con Allegri saprà avere ancora stimoli, e se il tecnico oltre al gioco saprà stimolarli al punto giusto, personalmente credo che tutto l'ambiente abbia bisogno di una scossa  e se lo scorso anno lo si è cercato di fare con Ronaldo  quest'anno se non si vuole fare una rivoluzione di squadra credo cambiare guida tecnica sarebbe un toccasana soprattutto in virtù del fatto che nello spogliatoio ci sono parecchi scontenti della gestione di Allegri. E' giusto che Agnelli voglia dare continuità al progetto andando sul sicuro con Allegri ma è anche vero che  dopo 5 anni è arrivato il momento di  cambiare  soprattutto per il bene dei calciatori in quanto a molti di essi la gestione Allegri ha fatto più male che bene

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7 minuti fa, phoenix ha scritto:

Per me non hanno capito che il rapporto tra allegri e i tifosi è ormai rotto.

come fanno a capirlo se allo Stadium (banco di prova reale) una delle poche cose che fa la curva sono cori e striscioni per Allegri e la maggioranza del resto dello stadio è fatto da turisti maniaci di selfie che manco sanno trovare il proprio seggiolino?

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