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Ann

Parole per...

Post in rilievo

Questo non sarà un topic molto popolare, temo. Qui non si danno giudizi e non serve discutere. Semplicemente qui si prende atto del fatto che talvolta le parole migliori per noi, per esprimere i nostri sentimenti e sensazioni, le ha scritte qualcun altro. Certe volte può essere la pagina di un libro, altre volte una poesia, ed altre volte ancora è una canzone.
In ognuno di questi casi, se vi va, potete condividere il momento.

 

Inizio io, con una canzone... perché ce n’è una che mi suona in testa da stamattina.

 

 

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topic molto interessante per quanto mi riguarda,

dal momento che le parole sono un mio hobby (leggo e scrivo);

 

lascio il mio contributo con quella che è una poesia che ritengo molto profonda ed attuale (e che porto anche in firma):

 

Forse un mattino andando in un'aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore da ubriaco.

Poi, come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto
alberi, case, colli per l'inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.

 

E.Montale

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Topic interessante, le parole e la musica, diceva qualcuno, sono la trama per ogni romanzo.

E cosa c'è di più affascinante che essere l'eroe di un romanzo? Dove l'avventura ti rincorre e l'Amore ti stupisce dopo tante illusioni e miraggi?

E proprio da uno dei miei romanzi preferiti, Il Conte di Montecristo di Dumas, traggo queste parole, tristi ma bellissime, tra Edmond e Mercedes, dove lui dice:

 

“Non è colpa mia, signora. A Malta amavo una donna e stavo per sposarla, quando giunse la guerra che mi portò lontano da lei, come un turbine. Credevo che lei mi amasse abbastanza per aspettarmi, per restarmi fedele fino alla tomba; ma quando ritornai era sposata. Questa è la storia di tutti gli uomini che hanno superato i vent'anni. Avevo forse il cuore più debole degli altri e ho sofferto più di quello che altri avrebbero sofferto al mio posto.”

La contessa si fermò un momento, come se ne avesse avuto bisogno per respirare.

“Si,” disse “e quest'amore vi è rimasto nel cuore... Non si ama che una sola volta... E avete mai più rivisto quella donna?”

“Mai!”

“Mai?”

“Non sono più tornato nel paese dove lei stava.”

 

Edmond troverà consolazione, forse, fra le braccia della bellissima principessa greca Haydee, mentre io stanotte guarderò le stelle.

Le stesse stelle che scintillano proprio fino ai cieli ed ai mari della Grecia, dove sono nate le storie più antiche e più belle del mondo.

 

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Parole, aforismi, massime: molto spesso rapide come il fulmine, dirette come sentenze e pesanti come macigni.

Ne scelgo due, adatte a questi tempi liquidi e dealfabetizzati: privi di riferimenti precisi ma ricchi di verità soggettive e realtà percepite.

La prima la porto in firma: 

 

Non devo essere io ad insegnarvi

che avete nemici, ed in grande numero,

che non sanno perché lo siano:

ma che come cani bastàrdi di villaggio,

si mettono ad abbaiare

quando tutti i loro simili lo fanno.

 

William Shakespeare

 

La seconda è di un personaggio piuttosto oscuro e malevolo, a suo modo geniale, che fece uso delle parole come fossero armi di distruzione di massa.

 

Ripetete una bugia dieci, mille, un milione di volte: diventerà la verità.

 

Joseph Goebbles

 

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Da un testo per me molto significativo, di un autore che apprezzo molto. Un personaggio con cui condivido il nome... non solo il nome. Oggi. Sempre.

 

Poi non è che la vita vada come tu te la immagini. Fa la sua strada. E tu la tua. E non sono la stessa strada. Così... io non è che volevo essere felice, questo no. Volevo... salvarmi, ecco: salvarmi. Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente: il dovere, l’onestà, essere buoni, essere giusti. No. Sono i desideri che salvano. Sono l’unica cosa vera. Tu stai con loro, e ti salverai. Però troppo tardi l’ho capito. Se le dai tempo, alla vita, lei si rigira in un modo strano, inesorabile: e tu ti accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male. È lì che salta tutto, non c’è verso di scappare, più ti agiti più si ingarbuglia la rete, più ti ribelli più ti ferisci. Non se ne esce. Quando era troppo tardi, io ho iniziato a desiderare. Con tutta la forza che avevo. Mi sono fatta tanto di quel male che tu non te lo puoi nemmeno immaginare.

 

da Oceano Mare.

A. Baricco

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Stanotte mi sento come il protagonista di Scaramouche, un bellissimo romanzo d'Amore ed avventura di Rafael Sabatini.

Le parole che ho scelto sono quelle del protagonista Andrè-Luis che rivolge ad Aline, la donna che ama e che invece ora sembra voglia sposare un altro:

 

"E' perchè soffro. Oh, Aline, mia piccola cugina, pensa bene a ciò che fai; pensa bene alla realtà che sta barattando in cambio di queste apparenze - una realtà che non conoscerai mai, poichè quelle apparenze maledette di impediranno di viverla. quando monsieur La Tour d'Azyz viene a farti la corte, osservalo bene; consulta il tuo fine istinto; lascia alla tua nobile natura la libertà di giudicare con le sue intuizioni questo animale. Sappi che..."

 

Cos'altro dirà Andrè-Luis ad Aline?

Si consolerà con la bella musa comica Climene?

Aline è forse un fantasma, una visione, mentre Climene è una donna reale, vicina e disponibile?

Chissà.

Non voglio certo svelarvi il finale del romanzo e di sicuro non mi toglierò neanche la mashera stanotte.

Ci sono infatti troppi misteri fra la Luna e le stelle ed io, stanotte almeno, voglio farne parte.

 

 

 

 

 

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Ogni vita è inspiegabile, continuavo a ripetermi. Per quanti fatti si riferiscano, per quanti dettagli vengano forniti, il nocciolo resiste alla rappresentazione. Riferire che tizio è nato qui e si è recato là, che ha fatto questo o quello, che ha sposato la tale donna e ha avuto i tali figli, che è vissuto, che è morto, che si è lasciato alle spalle quei libri o quella battaglia o quel ponte... Niente di tutto ciò ci dice molto. Tutti vogliamo che ci raccontino delle storie, e le ascoltiamo come facevamo da bambini. Dietro le parole immaginiamo la vera vicenda, e a tal fine ci sostituiamo ai personaggi fingendoci capaci di comprenderli perché comprendiamo noi stessi. E' una mistificazione. Noi esisitiamo per noi stessi, forse, e talora cogliamo anche un barlume della nostra identità, ma alla fine non siamo mai sicuri, e col passare delle nostre vite diventiamo sempre più opachi al nostro sguardo, più consci della nostra disorganicità. 

 

Trilogia di New York - Paul Auster

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Non è una canzone, non è una poesia. É il "Pale Blue Dot" dell'astronomo Carl Sagan.

Un discorso che mi ha fatto cambiare completamente prospettiva e che continua ad ispirarmi ogni giorno.

Vi lascio un video dove viene tradotto e doppiato in italiano.

 

 

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"Voi che vivete sicuri

nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.

Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi"

- Primo Levi - 

 

"Ognuno sta solo
sul cuore della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera"

- Quasimodo -

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La mia canzone preferita usa molte parole significative  che mi toccano molto , spero capiate tutti il francese

 

Des yeux qui font baiser les miens, 
Un rire qui se perd sur sa bouche, 
Voila le portrait sans retouche 
De l'homme auquel j'appartiens

 

Quand il me prend dans ses bras
Il me parle tout bas,
Je vois la vie en rose.

 

Il me dit des mots d'amour,
Des mots de tous les jours,
Et ca me fait quelque chose.

 

Il est entré dans mon coeur
Une part de bonheur
Dont je connais la cause.

 

C'est lui pour moi. Moi pour lui
Dans la vie,
Il me l'a dit, l'a jure pour la vie.

 

Et des que je l'apercois
Alors je sens en moi
Mon coeur qui bat

 

Des nuits d'amour a ne plus en finir
Un grand bonheur qui prend sa place
Les enuis les chagrins, s’effacent
Heureux, heureux a en mourir.

 

Quand il me prend dans ses bras
Il me parle tout bas,
Je vois la vie en rose.

 

Il me dit des mots d'amour,
Des mots de tous les jours,
Et ca me fait quelque chose.

 

Il est entré dans mon coeur
Une part de bonheur
Dont je connais la cause.

 

C'est toi pour moi. Moi pour toi
Dans la vie,
Il me l'a dit, l'a jure pour la vie.

 

Et des que je l'apercois
Alors je sens en moi
Mon coeur qui bat

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Se non ti spaventerai con le mie paure,

un giorno che mi dirai le tue

troveremo il modo di rimuoverle.

In due si può lottare come dei giganti

contro ogni dolore

e su di me puoi contare per una rivoluzione.

Tu hai l'anima che io vorrei avere.

 

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Ora ti dirò una cosa scontata: "Guarda che il mondo non è tutto rose e fiori... è davvero un postaccio misero e sporco e per quanto forte tu possa essere se glielo permetti ti mette in ginocchio e ti lascia senza niente per sempre!!! ne io ne tu nessuno può colpire duro come fa la vita perciò andando avanti non è importante come colpisci l'importante è come sai resistere ai colpi come incassi e se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti... così sei un vincente!"
 
tratto dal dialogo Rocky-figlio in "Rocky Balboa"

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Richard Feynman
Fisico USA 11/05/1918 - 15/02/1988

UN ATOMO NELL’UNIVERSO

Ci sono onde che si frangono
montagne di molecole
ciascuna stupidamente intenta ai fatti suoi
milioni di milioni, divise,
eppure formano spuma bianca, all'unisono.
Un'era dopo l'altra
prima che occhi potessero vederle
anno dopo anno
rimbombare contro la riva come ora.
Per chi, per cosa?
Su un pianeta morto
senza nessuno da intrattenere.
Senza posa
torturate dall'energia
sprecata prodigiosamente dal Sole
riversata nello spazio.
Una pulce fa ruggire il mare.
Nelle profondità marine
tutte le molecole ripetono
la struttura delle altre
finché se ne formano di nuove e più complesse.
Queste ne creano altre come loro
e una nuova danza ha inizio.
Crescendo in dimensioni e complessità
esseri viventi
masse di atomi
DNA, proteine,
danzano in strutture sempre più intricate.
Fuori dalla culla
sulla terra asciutta
eccolo
in piedi:
atomi con la coscienza
materia con la curiosità.
Di fronte al mare
stupito dallo stupore: io
un universo di atomi
un atomo nell'universo.

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Avevo circa 13 anni quando ho letto questa poesia, e da quel tempo (molto lontano .ghgh ) la leggo e rileggo almeno una volta al mese senza stancarmi.

Scritta nel 1910 ma di un'attualità pazzesca.

 

 RUDYARD KIPLING, Rewards and Fairies, 1910.

Se

 

Se riesci a tenere la testa a posto quando tutti intorno a te
l'hanno persa e danno la colpa a te,
se puoi avere fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te,
ma prendi in considerazione anche i loro dubbi.
Se sai aspettare senza stancarti dell'attesa,
o essendo calunniato, non ricambiare con calunnie,
o essendo odiato, non dare spazio all'odio,
senza tuttavia sembrare troppo buono, né parlare troppo da saggio;

Se puoi sognare, senza fare dei sogni i tuoi padroni;
se puoi pensare, senza fare dei pensieri il tuo scopo,
se sai incontrarti con il Successo e la Sconfitta
e trattare questi due impostori allo stesso modo.
Se riesci a sopportare di sentire la verità che hai detto
Distorta da imbroglioni che ne fanno una trappola per gli ingenui,
o guardare le cose per le quali hai dato la vita, distrutte,
e piegarti a ricostruirle con strumenti usurati.

Se puoi fare un solo mucchio di tutte le tue fortune
e rischiarlo in un unico lancio di una monetina,
e perdere, e ricominciare daccapo
senza mai fiatare una parola sulla tua perdita.
Se sai costringere il tuo cuore, nervi, e polsi
a sorreggerti anche quando sono esausti,
e così resistere quando in te non c'è più nulla
tranne la Volontà che dice loro: "Resistete!"

Se riesci a parlare alle folle e conservare la tua virtù,
o passeggiare con i Re, senza perdere il contatto con la gente comune,
se non possono ferirti né i nemici né gli amici affettuosi,
se per te ogni persona conta, ma nessuno troppo.
Se riesci a riempire ogni inesorabile minuto
dando valore a ognuno dei sessanta secondi,
tua è la Terra e tutto ciò che contiene,
e - cosa più importante - sarai un Uomo, figlio mio!

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Ci sono parole che leggi un giorno, per caso, e ti rimangono impigliate nella mente. Magari lì per lì non dai loro molto peso... forse perché sei giovane, forse perché sei distratta, o forse perché sei ancora beatamente ingenua. Non dai comunque loro il giusto peso, quello che meritano. Eppure la tua mente, per qualche ragione, le registra. E restano impigliate lì, da qualche parte.

Poi un giorno... un giorno in cui sei meno giovane, meno distratta e in qualche modo meno ingenua... beh, eccole lì. All’improvviso quelle parole ti si squadernano in mente, e ti si spalanca di fronte il loro Universo. All’improvviso le senti tue, e le senti pesanti. All’improvviso acquisiscano un senso nuovo per te, e ti fanno tremare.

È così per me oggi, con queste parole:

 

Ben oltre le idee di Giusto e di Sbagliato, c’è un prato.

Ti aspetterò laggiù.

- Jalal ad-Din Rumi -

 

 

Che maledizione è la trappola del giudizio, dei preconcetti e delle sentenze. Se vi è un luogo, oltre questo, lì è la pace. E lì potremmo dare appuntamento ai nostri sogni.

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Forse oggi tocca a me scrivere in questa discussione e lo farò attraverso una bellissima scena tratta dal film del 1934 “La Primula Rossa”, un classico dell'avventura e del romanticismo.

La scena mostra un malinconico dialogo tra ser Percy e la sua bellissima moglie Margherita, la quale avverte e soffre la freddezza e l'apparente indifferenza di suo marito per lei.

Pur amandola alla follia Percy è rimasto profondamente deluso dalla donna che, lui crede, pare essere stata responsabile della morte di un nobile francese dopo averlo denunciato al bieco Robespierre.

L'eroe mascherato che combatte il Terrore e gli orrori della Rivoluzione Francese come può più fidarsi di lei, delle sue promesse e dei suoi giuramenti d'Amore?

Forse alla fine ha immaginato tutto ciò?

Questo grande sogno d'Amore è solo stato un'illusione? Ha forse idealizzato quella donna?

Naturalmente non vi svelerò il finale di questo bellissimo film e nemmeno quello del romanzo da cui è tratto, lasciando al sognante ed ovattato bianco e nero di questa scena raccontare e descrivere i sentimenti ed i tormenti di Percy e della sua amata Margherita, ricordando che non esistono stelle avverse, ma solo cuori talvolta incapaci di poter raggiungere con i propri battiti quei sogni racchiusi nel più alto e splendente firmamento...

 

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In questa cupa e silente notte continua a tornarmi alla mente il grande Pablo Neruda:

 

Piena di te è la curva del silenzio.

 

...del mio silenzio, almeno.

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Il silenzio...

Per i poeti ed i romanzieri è spesso un luogo magico, sognante, ma a volte il silenzio, come scriveva un vecchio filosofo giapponese, può essere causa di immani sciagure, come quando per non fuggire da esso si tace una parola o un pensiero rubato alla noiosa quotidianità.

Per questo stanotte invece che del silenzio voglio parlare del suo opposto, ossia l'irruento caos, come può esserlo un formidabile uragano delle Antille, quando i venti tropicali e le furiose mareggiate dei tropici possono portarsi via tutto e solo il cuore osa sfidarli.

Come in questo brano del celebre “Il Corsaro Nero” di Emilio Salgari, dove la bella contessa Fiamminga sfida uno di questi uragani pur di restare accanto al suo amato pirata:

 

Una donna era uscita allora dal quadro e saliva sul cassero aggrappandosi alla rampa della scala con suprema energia, onde non venire rovesciata dalle scosse disordinate della nave. Era tutta avvolta da un pesante vestito di panno di Catalogna, però aveva il capo scoperto ed il vento faceva volteggiare in aria i suoi superbi capelli biondi.

“Signora!” Gridò il corsaro che aveva subito riconosciuto in quella donna la giovane Fiamminga. “Non vedete che qui vi è la morte?”

La duchessa non rispose.

Gli fece un cenno con la mano che pareva volesse dire “non mi fa paura!”.

“Ritiratevi, signora!” Disse il corsaro che era diventato più pallido del solito.

Invece di obbedire la coraggiosa Fiamminga si issò sul cassero, lo attraversò tenendosi aggrappata alla barra della randa e si rincartocciò tra la murata e la poppa della grande scialuppa, la quale era stata calate dalle grue per impedire allo onde di portarla via.

Il corsaro le fece cenno di ritirarsi, ma ella fece con il capo un energico gesto di diniego.

 

Questa bellissima scena, così intrisa di esotico romanticismo e selvaggia passione, mi fa capire che l'eroe per essere tale non ha solo bisogno di un nemico da combattere ed un ideale da difendere, ma anche di una donna da amare e pronta a sfidare con lui le tempeste e gli uragani della vita.

Forse, al di là di mille versi e parole, l'Amore, quello Vero, non è altro che questo.

Perciò non è per tutti.

 

 

 

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PABLO NERUDA, Non t'amo come se fossi rosa di sale (Cento sonetti d'amore, XVII).

Non t'amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t'amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l'ombra e l'anima.

T'amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.

T'amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t'amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti

che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.

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Non sapete che arriva un’ora della notte in cui tutti hanno l’esigenza di togliersi la maschera?

 

S. Kierkegaard

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5 ore fa, Ann ha scritto:

Non sapete che arriva un’ora della notte in cui tutti hanno l’esigenza di togliersi la maschera?

 

S. Kierkegaard

Il coraggio sta nel togliersela di giorno

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"Alcuni vedranno la Luna solo riflessa sul fondo di un pozzo, perchè nessuno ha insegnato loro come guardare in alto."

 

(Proverbio Persiano)

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beh le parole per... che mi vengono in mente ora sono la chiosa con cui l'agenzia immobilare ha risposto all'avvoltoio straniero "sui cadaveri dei leoni festeggiano i cani, ma i leoni rimangono leoni e i cani rimangono

 cani"

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In questi strani strani giorni, che non avrei forse mai immaginato di vedere, in cui sento troppo spesso parlare solo per sommi sistemi, mi è tornata spesso alla mente una cosa che diceva un mio insegnante, tanto tempo fa. Lo diceva talvolta, citando uno scrittore americano, Eric Hoffer...

 

La prova basilare della libertà non è tanto in ciò che siamo liberi di fare quanto in ciò che siamo liberi di non fare.

 

Penso che forse avremmo tutti dovuto vederlo così questo lockdown: non una privazione di libertà... ma, al contrario, la mia libera scelta di non uscire e non incontrare persone perché tengo al bene mio e degli altri.

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1 ora fa, Ann ha scritto:

In questi strani strani giorni, che non avrei forse mai immaginato di vedere, in cui sento troppo spesso parlare solo per sommi sistemi, mi è tornata spesso alla mente una cosa che diceva un mio insegnante, tanto tempo fa. Lo diceva talvolta, citando uno scrittore americano, Eric Hoffer...

 

La prova basilare della libertà non è tanto in ciò che siamo liberi di fare quanto in ciò che siamo liberi di non fare.

 

Penso che forse avremmo tutti dovuto vederlo così questo lockdown: non una privazione di libertà... ma, al contrario, la mia libera scelta di non uscire e non incontrare persone perché tengo al bene mio e degli altri.

Apprezzabile tentativo di vedere il lato positivo delle cose. 

Temo tuttavia che sia facilmente confutabile con quest'altra citazione (mia :d ) : la massima aspirazione di chi opprime è convincere l'oppresso ad amare le proprie catene...

:d

 

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