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29 MAGGIO 1985

Quando Davide ha la meglio su Golia: Juventus - Lucchese del 1° Gennaio 1950 e Roma - Lecce del 20 Aprile 1986

Post in rilievo

Nella vita, e nel " Giuoco del Calcio " in particolare, mai, ma proprio mai, dare qualcosa di scontato ed assodato fino al momento in cui l'Arbitro, e/o Direttore di Gara che dir si voglia, non abbia emesso il triplice " fischio finale " !

 

Le due partite di cui al titolo di questo topic, seppur temporalmente assai lontane l'una dall'altra, ne sono la " prova provata ", anche se, ed è giusto e doveroso sottolinearlo, alla fine di quei due Campionati, gli " effetti collaterali " per chi uscì sconfitto dal terreno di gioco ebbero un " peso specifico " assai diverso : uno fu un inaspettato ed improvvido " infortunio " nel corso di una fantastica stagione con un'unica. ahimè, assai pesante e sgradevole macchia ( Juve - Milan 1-7 ), nell'altro caso, invece, toni e connotati assursero al ruolo di una vera e propria deflagrante " Waterloo Calcistica " che frustrò e vanificò i " Sogni di Gloria " di chi, troppo presto e con incauta ed eccessiva enfasi, aveva già dato per assodata e certificata la conquista dello SCUDETTO ( il tutto per  la serie : " Mai dire gatto finchè non ce l'hai nel sacco " ...  ipse dixit  .... .ehm   il Filosofo " Giuanin Trap " da  Cusano Milanino .... :tsa:)

 

In entrambi i casi, la nostra Juventus si ritrovò chiamata in causa : in una circostanza in maniera " diretta " nella veste di di perdente, nell'altra, invece, in maniera " indiretta " per ovvia e graditissima " conseguenza " degli eventi di ROMA-LECCE che, di lì a breve, avrebbero portato la " VECCHIA SIGNORA " a fregiarsi dell'ennesimo titolo di CAMPIONI d'ITALIA !    

 

uum Ma cosa hanno in comune questi due match di veramente particolare, e probabilmente, quasi unico accadimento ? 

 

 Dai responsabili del " TOTOCALCIO " entrambe le partite furono considerate dall' " ESITO SCONTATO " così  " scontato " che, incredibile ma vero, JUVENTUS - LUCCHESE non fu neanche inserita nella " SCHEDINA " , mentre, per ciò che concerne ROMA - LECCE,  era previsto, solo ed esclusivamente, il risultato alla fine del " PRIMO TEMPO " ! 

 

Prima di addentrarmi in una più approfondita disamina di quelle due " anomali situazioni " mi sia concesso, specie per gli utenti più giovani, di esporre qualche " appunto " riguardo a ciò che rappresentò, anche da un punto di vista " sociale ", la " SISAL " ... che diverrà .... " TOTOCALCIO " nel 1948, in quell' Italia del dopoguerra tutta indaffarata a " leccarsi le ferite ", ma anche e soprattutto, assai attiva nella " ricostruzione " del nostro " Paese " !

 

 Alla " Schedina " milioni e milioni di italiani affidarono sogni e desideri, sia per ciò che riguardava la vittoria della squadra del cuore ( in tanti, se non tantissimi, proprio non riuscivano ad ipotizzare la sconfitta dei loro beniamini,e ciò limitava assai le teoriche possibilità dii poter realizzare qualche, più o meno cospicua, vincita.  Lo  .paceebene confesso, io rientro tra costoro : dare la Juve perdente per me era come andare contro natura), sia per, in maniera assai più pragmatica e concreta, augurarsi un auspicabile e benvenuto " Occhio Benevolo " da parte della Dea Bendata per portare a casa quel " gruzzoletto " che avrebbe potuto essere assai utile per , seppur in minima parte, far quadrare il " Bilancio Familiare " !

 

- Tratto da " Archivio " de " Il Giornale.it " - 2017 -  .ehm

 

Atto-fondazione-Sisal

 

  

“Hai fatto 13?”. Quando vincere
“alla Sisal” cambiava la vita

 

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- Massimo della Pergola - Fondatore " SISAL " - 

 

A metà pomeriggio di una domenica di tanti anni fa, in un salotto di Milano Emilio Biasetti fece un salto, poi si calmò, guardò con cura i risultati e fece un secondo, e questa volta definitivo, salto.
Aveva fatto 12, cioè aveva azzeccato i 12 risultati previsti nella prima schedina del Totocalcio – in realtà allora si chiamava Sisal – e aveva vinto 463.146 lire. Era il 5 maggio 1946, anche allora una domenica, quando uno stipendio medio si aggirava sulle 10mila lire al mese, capo dello Stato era ancora il re Vittorio Emanuele III, presidente del consiglio Alcide De Gasperi con Palmiro Togliatti ministro di Grazia e Giustizia. Un’altra Italia, un altro secolo.

 

Il 1945 per il Paese fu l’anno della rinascita. Ad aprile era finita una guerra sanguinosa e distruttiva, durata cinque interminabili anni. Lentamente si ricominciò a lavorare, ricostruire, divertirsi e giocare a calcio. Il campionato, di fatto sospeso nelle precedenti tre stagioni, riprese anche se in versione “spezzatino” con due Leghe: l’Alta Italia, 14 squadre, e la Centro Sud, 11 formazioni. La formula prevedeva che le prime 4 dei rispettivi gironi venissero ammesse a un secondo torneo, a cui parteciparono Torino, Inter, Juventus e Milan per l’Alta Italia, Bari, Napoli, Roma e Pro Livorno per il Centrosud. La stagione, iniziata il 14 ottobre 1945, si concluse il 28 luglio 1946 con la vittoria del “Grande Torino” che iniziò quell’assoluto dominio, altri tre scudetti, interrotto tragicamente dalla tragedia di Superga.

 

Il campionato è ampiamente iniziato quando Massimo Della Pergola, giornalista della Gazzetta dello Sport, nato a Trieste nel 1912, fonda con altri due colleghi, Fabio Jegher e Geo Molo, la Sisal, Sport Italia Società a Responsabilità Limitata. L’idea del concorso a pronostici l’aveva avuta e sviluppata nel periodo che aveva trascorso in campo di internamento in Svizzera dove si era rifugiato perché ebreo. E il gioco aveva una finalità importante: quella di far rinascere lo sport italiano e ricostruire gli impianti distrutti o danneggiati dalla guerra.

 

Il primo pronostico del 5 maggio coinvolge solo partite della Lega Alta Italia di A, B e C. Dodici gare in tutto, più due di riserva, 30 lire a colonna, il costo di “un bicchiere di vermouth”. Nei bar vengono distribuite, con molto ottimismo, 5 milioni di schedine. Ne vengono giocate poco più di 34mila. Per sbarazzarsi delle giacenze, la Sisal distribuisce le rimanenze ai barbieri che le impiegano per pulire i rasoi, felice intuizione di marketing perché erano luoghi dove di calcio si parlava in continuazione…Usanza proseguita poi per anni.

 

 

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La prima schedina del 5 MAGGIO 1946 !  Purtroppo l'esordio della " Juventus " sulla " schedina " non fu dei migliori

sconfitta per 1-0  a Milano contro i nerazzurri !  A seguire la prima schedina, del 21 GENNAIO 1951: da quella data i  

risultati da indovinare da 12 passarono a 13 !

 

Dopo la prima vincita di oltre 450mila lire, quattro anni di stipendio medio, la schedina conosce subito un successo clamoroso. I primi milionari arrivano già all’ottavo concorso: un disoccupato di Genova e una casalinga di Bologna intascano 1.696.000 lire a testa. Ma il primo a cambiar vita per davvero è Pietro Aleotti, da Treviso che nella primavera del 1947 vince 64 milioni. La “torta” comincia a far gola allo stato che nel 1948 decide di “nazionalizzare” la schedina e il gioco diventa Totocalcio. Della Pergola chiede l’indennizzo e intenta causa allo Stato, al ministero dello Sport, al Coni senza ottenere nulla. Lui rimane proprietario della Sisal, gestisce solo altri pronostici “inventati” in quegli anni come il Totip, sulle corse dei cavalli. Ma il calcio è andato per sempre. Così nel 1954 molla tutto e torna al giornalismo, caporedattore alla Gazzetta dello Sport diretta da Bruno Roghi.

 

La " Liberalizzazione " delle scommesse è stato l'inevitabile ed irreversibile " De Prufundis "  del  " Totocalcio " che, peraltro, già da molto tempo ormai, aveva smarrito quel suo particolare e coinvolgente fascino, quella sua innata capacità di aggregare legioni infinite di amanti del " Calcio ", e ciò, indipendentemente da quelli che erano i , più o meno, profondi sentimenti  d'affetto che  Tizio/Caio/Sempronio avvertivano nei confronti del tale o talaltro Club Calcistico !

 

Insomma, per usare un termine assai in voga al giorno d'oggi, un " MUST " imprescindibile di un' Epoca  di cui si sono smarrite le " coordinate " .. i " principi " ..  i " profumi " .. le " regole " .. i " Dogmi " più o meno " Guelfi e/o Ghibellini "  e/o  " Laici / Cattolici del tipo .ehm  :  

 

La " Schedina " al Sabato - La Messa alla Domenica mattina e qualche " pasticcino " acquistato nella Pasticceria sotto casa - Domenica pomeriggio : Stadio e/o Tutto il calcio minuto per minuto - Domenica tardo pomeriggio un " tempo " di una partita in TV - Domenica sera " La Domenica Sportiva " - e al Lunedì mattina la " Famiglia " si rimetteva in " moto " ognuno con le proprie ineluttabili e doverose incombenze e responsabilità !

 

 

- Ed ora veniamo a quelle due partite : cominciamo da JUVENTUS - LUCCHESE del " 1 GENNAIO 1950 " ( sì, perchè, ai Tempi si giocava con la neve .. acqua a catinelle .. nebbia .. ed anche nelle " FESTE COMANDATE " .. e soprattutto .. NESSUNO SI LAMENTAVA ! ) terminata, incredibile ma vero, con la vittoria dei toscani per  1 - 2  !

 

E' il CAMPIONATO del 1949/50 che la JUVENTUS vincerà con 5 punti di vantaggio sull'assai valido Milan del celeberrimo " GRE-NO-LI " ( la Juve arrivò ad avere 8 punti di vantaggio sui rossoneri, ma ebbe un periodo di " appannamento " ed il Milan, grazie a quel clamoroso 1-7 al Comunale si portò ad un solo punto dai bianconeri ! Al 42° del primo tempo Parola venne espulso. Era il 5 Febbraio del 1950 , e la RAI, per la prima volta, in via del tutto " sperimentale ", e solo per la zona di Torino, trasmise in diretta il match : si vede che, così come è accaduto per la " prima schedina ", la " VECCHIA SIGNORA " con le " prime volte " deve avere qualche problema . Tenete presente che, ai tempi, la TV potevano permettersela solo pochissimi " Eletti " ! Inoltre, in quel Campionato, avvenne un altro evento storico: dopo 100 partite, e cioè a partire dal 17 Gennaio del 1943, la nostra Juve riuscì ad espugnare il " Filadelfia " dei cuginastri granata che, in tutto quel lasso di tempo, nella loro " Casa ", avevano messo insieme ben 89 Vittorie e 11 Pareggi ! Ca va sans dire che era un " TORO " che faticosamente stava cercando di tornare a livelli accettabili, sia fisici che tecnici e mentali dopo la tremenda tragedia di Superga ! ) - PER GIAMPIERO BONIPERTI QUELLA E' STATA LA JUVENTUS PIU' FORTE IN ASSOLUTO DELLA STORIA BIANCONERA - io non so se effettivamente sia stata la " MIGLIORE IN ASSOLUTO ", ma non ho, e mai avrò dubbio alcuno nell'affermare che, un posto su un eventuale " IPOTETICO PODIO ", le spetta a PIENO DIRITTO ! 

 

La Lucchese navigava nei bassifondi della classifica, il risultato, in effetti, sembrava scontato, ed invece, sebbene il fuoriclasse argentino Martino portò in vantaggio la Juventus, Mazza riuscì a pareggiare ed il primo tempo terminò sul risultato di 1-1 ! Nella ripresa, ad un minuto dal termine, un nostro ex giocatore, l'Ungherese Kincses mise a segno il gol della vittoria per i toscani : sembrò un perfido sortilegio ... invece ... fu amara realtà !

 

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Kincses è il secondo da sx ... accosciato - Stagione 1947/48 

 

Le squadre partecipanti a quel Campionato furono 20 - Retrocedevano in " B " solo 2 squadre - i 2 punti conquistati a Torino furono fondamentali per la salvezza della Lucchese ! 

 

GIORNATA 18
Domenica 1 gennaio 1950
Torino - Stadio Comunale
Arbitro: Ferruccio BELLÈ di Venezia
 
Juventus JUVENTUS   1 2   LUCCHESE Lucchese
Rinaldo MARTINO 17'        
        28' Bruno MAZZA
        89' Mihaly KINCSES
TITOLARI TITOLARI
  Giovanni VIOLA 1         1 Duilio ZOTTI  
  Alberto BERTUCCELLI 2         2 Giovanni TOPPAN  
  Sergio MANENTE 3         3 Bruno PADULAZZI  
  Giacomo MARI 4         4 Menotti AVANZOLINI  
  Carlo PAROLA 5         5 Rino FERRARIO  
  Alberto PICCININI 6         6 Carlo SCARPATO  
  Ermes MUCCINELLI 7         7 Renato CATTANEO  
  Rinaldo MARTINO 8         8 Ferruccio VALCAREGGI  
  Gian Piero BONIPERTI 9         9 Bruno MAZZA  
  John HANSEN 10         10 Franco MORI  
  Karl Aage PRAEST 11         11 Mihaly KINCSES

 

 

Nella Lucchese, oltre alla presenza del nostro ex KINCSES, meritano una citazione " ad personam ", altri due giocatori :

 

FERRUCCIO VALCAREGGI  ... e soprattutto ... un altro nostro " grande " ( in tutti i sensi ) ex calciatore ... RINO FERRARIO

 

- VALCAREGGI :  oltre che ad essere stato un più che discreto giocatore,  è principalmente ricordato nella veste di Allenatore della Nazionale Italiana !

 

Sotto la sua guida gli " Azzurri " conquistarono il titolo di " CAMPIONI d'EUROPA " nel 1968 - e nei MONDIALI del 1970 in MESSICO raggiunsero la FINALE- 

che li vide  sconfitti da un immenso, e probabilmente ineguagliato, BRASILE ! Furono i Mondiali del celeberrimo ITALIA - GERMANIA 4-3 ! 

 

- FERRARIO : soprannominato il " Leone di Belfast ", indossò la Maglia Bianconera dal 1950 al 1955  .. e dal .. 1957 al 1959 !

 

Nel suo " Palmerès " 

 

N° 2 Campionati  - 1951/52 -  e - 1957/58 

 

N° 1 Coppa Italia - 1958/59 

 

Per la sua mole era anche detto ... " MUBILIA " ... e/o  ... " MOBILIA " : insomma, un arcigno ed assai valido Stopper con una stazza simile ad un armadio !

 

Disputò 10 partite in Nazionale - Giocò anche un anno nel Torino ove, in più occasioni, ricoprì il ruolo di punta ( un po' l'inverso di John Charles che terminò

la sua carriera italiana ricoprendo il ruolo di stopper nella Roma )   - 

 

Ebbe la fortuna/sfortuna di trovare davanti a sè l'immenso Campione CARLO PAROLA che, inutile negarlo, un po' gli " tarpò le ali " visto e considerato che il nostro ineguagliato ed indimenticato  centromediano vestì la Maglia Bianconera fino al 1954 !

 

 Ciò non toglie che RINO FERRARIO una " Stella " alla sua memoria se la meriterebbe, e non sarebbe affatto uno scandalo, anzi, si tratterebbe di un giusto e doveroso riconoscimento a chi, senza indugio e remora alcuna, ONORO' LA MAGLIA BIANCONERA .. SEMPRE E COMUNQUE .. CON IL MASSIMO IMPEGNO !

 

Tratto dal " Corriere della Sera " del  2 Aprile 1994 - a firma ... Fiumi Cesare ...  .ehm

 

 

 Cesare Ferrario, detto Rino, oggi e' un uomo tranquillo. Un signore dai modi garbati, felicemente indaffarato. Capitano d' azienda (pubblicitaria), capitale ancora intatto di un calcio un po' dimentico di se' , quello grande e generoso, ruvido e buono. Di spalle larghe come le vedute. Di piedi che non facevano melodie, pero' entravano a tempo: sapevano far bene. E anche far male. Ma Cesare Ferrario, detto Rino, un giorno di dicembre del ' 57 fu anche un uomo tranquillo d' altro genere, finendo dentro un remake involontario che consegno' alla storia del calcio azzurro una foto memorabile, un soprannome e una sonora, prodigiosa, scazzottatura. In una gelida serata irlandese Rinone Ferrario rifece John Wayne nella parte del pugile Sean Thornton, come nel film di John Ford, girato proprio in Irlanda, sei anni prima: Un uomo tranquillo. Irlanda del Nord Italia era finita 2 2, con l' invasione di campo e la caccia all' italiano. E Ferrario, mentre guadagnava l' uscita, si trovo' di fronte, stupito, una frotta di VictorMcLaglen su di giri e con una gran voglia di menar le mani. Lui ne usci' con un paio di costole incrinate, ma gli irlandesi al tappeto, respinti con perdite. Gia' allora lo chiamavano Mubilia e non solo perche' era figlio del signor Isacco, mobiliere di Lissone. Ferrario era un pezzo di centromediano da far paura, Mubilia, appunto: un armadio che quel giorno sbatte' le ante in faccia al prossimo, in uno stadio pentolone dove era saltato il coperchio di rancorosi conflitti religiosi. "Cominciavano allora a Belfast le prime sommosse, ma noi ne eravamo all' oscuro: nessuno ci aveva spiegato la situazione, il clima, gli scontri tra protestanti e cattolici. Scoprii tutto dopo la partita, quando lessi i resoconti che spiegarono l' aggressione contro noi italiani, identificati come cattolici e papisti. Ci bastava un pareggio per la qualificazione mondiale, ma l' arbitro designato non arrivo' mai. E noi non accettammo che dirigesse un irlandese. Sbagliammo perche' un arbitro e' sempre un arbitro. Giocammo percio' una partita inutile, e quella vera la perdemmo un mese piu' tardi. Ma forse neppure mi dissero che era diventata un' amichevole, di certo il pubblico lo ignorava. Fu una battaglia dal principio alla fine. Allora non c' era il fallo sul portiere, la carica era lecita, per noi una novita' . E fu piu' difficile difendere Bugatti che giocare la palla. Volarono colpi proibiti. Non c' era recinzione e alla fine il pubblico entro' in campo. Credevo fosse un' abitudine, una cosa normale. Ma di li' a poco arrivarono spinte e pugni. Vidi un poliziotto e corsi a raggiungerlo, facendomi largo, si' , a cazzotti. Chi avrebbe mai immaginato un' aggressione a sfondo religioso..." Storie di un calcio ancora naif, che lambiva appena la Storia, mandato allo sbaraglio, una terra di confine tra ingenuita' e ignoranza. Oggi e' difficile intravvedere in questo raffinato signore di 67 anni, torinese acquisito, il "leone del Windsor Park". La storia di Mubilia Ferrario ne uscirebbe sminuita, se lasciata sotto il lampione fioco di quella pagina oscura fatta di pruriti alle mani e di pruderie di leggenda. Anche perche' Mubilia fu esattamente l' opposto, un Garrone del calcio, un gigante buono che attraverso' la sua stagione di campione . due scudetti con la Juve di Praest e dei due Hansen, e poi di Boniperti e Sivori . senza perdere quell' entusiasmo che gli veniva da un tempo calcistico che s' era perso da un pezzo. Ferrario con quel fisico sembrava catapultato nel calcio degli anni ' 50 da una rovesciata di Parola (l' uomo di cui prese il posto, la maglia, il destino azzurro): avrebbe potuto essere un terzinaccio della Pro Vercelli d' antan. Era, il suo, un calcio semplice e pieno di cuore. E pionieristico nell' animo. "Sbulinato di gambe, con strane asincronie fra gli arti inferiori e superiori, le ginocchia vaccine, le punte dei piedi divergenti", cosi' Brera raccontava Ferrario . e pure aveva a cuore quel "gallo da combattimento" . seguendo il solco tracciato, anni prima, dallo scettico presidente della Pro Lissone: se quello diventa un giocatore sul serio, mi mangio un cavallo. "Non lo disse solo lui. Gipo Viani sentenzio' : "Se fa gol Ferrario e' impossibile". E invece da centravanti del Torino con una rete eliminai il Milan dalla Coppa Italia. E lui si arrabbio' . Sono stati divertenti gli ultimi anni di carriera da mezzala e attaccante. Mi dava un senso di liberta' enorme giocare avanti, avrei pagato di tasca mia per poterlo fare: che fossero gli altri a curarsi di me. Avevo passato tutta la vita calcistica a fare il guardiano. "Il calcio mi ha conquistato quando e' diventato una splendida forma di liberta' . E successo ad Arezzo, alla fine della leva: mi hanno chiesto di rimanere. Di giocare in serie C. Il calcio era correre, l' aria in faccia, vincere. E se non vincevi, pazienza. Si immagini un ragazzo che veniva da giorni difficili ed era fin troppo esuberante". Perche' Mubilia prima di diventare Garrone a suo modo era stato Franti: topi morti nel cassetto della maestra, pece spalmata sulla sua bacchetta punitiva. Poi la guerra si era presa quel ribellismo e gli aveva messo la cavezza. "Mio padre che era un maggiore della guardia di frontiera mi aveva mandato in collegio, a Saronno. Li' ho cominciato a giocare. La guerra si sentiva di riflesso, non bombardavano come a Milano: eravamo protetti. Essere in tanti, fare gruppo, forse mi dava sicurezza. I giorni di guerra lasciarono il segno: persi mio fratello e mia madre. Mio fratello era un ragazzo stupendo, di 21 anni, si chiamava Bruno. Mori' per una peritonite. Bastava che gli americani fossero arrivati un mese prima con la penicillina e si salvava". Dopo la guerra, giorni oziosi e soli, sbandati tra il pallone e le carte: calciatore svogliato a Lissone, giocatore avvelenato nei bar. Poi militare ad Arezzo: spesso consegnato in caserma, raccontano i ricordi. "Pero' ho potuto giocare nella squadra del battaglione, e Hajos, l' ungherese che allenava l' Arezzo, mi prese con se' . Poi arrivo' Andreoli che mi istrui' , mi spiego' il calcio vero. Da terzino diventai centromediano e l' anno dopo ero in A, alla Lucchese. "E quella e' stata una rivelazione, la mia infanzia di calciatore dentro un' Italia che diventava sempre piu' bella. Siamo stati perfino in testa alla classifica, vincemmo anche in casa della Juve. Calcio spensierato. Avevamo voglia tutti di fare conoscenza, di stare insieme, mi ricordo quelle sale da ballo all' aperto, piene di gente, le feste di paese con le lampadine sull' aia a Fucecchio, a Pescia. Giocare al calcio era tornare a giocare. Non pensavo ai soldi. Dal campo tornavo sul biroccio di Quartuccio, gran bevitore di rosso, e la cavalla conosceva la strada. Si immagini la primavera a Lucca, i colori, la partita vinta: un piacere enorme. Sentivo che bisognava godere dei momenti felici e metterli in cascina. "Conobbi un critico d' arte che mi porto' a vedere le chiese e gli affreschi, e poi le gallerie che si inauguravano, i nuovi pittori. E uno dei miei primi lavori, alla fine della carriera, e' stato far cataloghi d' arte. E poi la musica... Vicino a Lucca c' era Tombolo, il deposito degli americani: camion, materiali e sopratutt montagne di dischi. Quando al mattino mettevo un pezzo di Armstrong, ero innamorato del jazz, tutti dicevano: "Si e' svegliato Ferrario". "Il calcio e' stato una scuola e la Toscana il primo giorno, quello dell' entusiasmo e della curiosita' . L' anno seguente venni a Torino: alla Juve. E poi Inter, ancora Juve e Torino. La Toscana era l' anarchia, Torino un taglio netto: serieta' , carriera, risparmio, futuro. Sempre ordinati, educati, precisi. E le gallerie d' arte esponevano pittori piu' severi. Qui arrivo' la maglia azzurra, esordio a Firenze contro l' Inghilterra e il centravanti era ancora Piola, 39 anni, un fenomeno. Qui ho imparato tanto: Charles con la sua generosita' che era un po' la mia, correre per il campo, dove un compagno aveva bisogno di aiuto. E Sivori con una dote e un difetto eccezionali: era il piu' bravo di tutti, anche troppo piu' bravo. Ne approfittava, a volte irrideva: nello sport non e' bene. Con me, in allenamento, sapeva di non poterselo permettere, non era il caso. "Sono uscito dal calcio che ero uomo fatto. E subito un incontro importante: Gianni Mazzocchi, l' editor che aveva inventato l' Europeo e Quattroruote e che mi fece partecipare alla nascita di Quattrosoldi, il primo magazine dalla parte del consumatore. Ho salutato il pallone e preso la mia strada. Ma le regole sono rimaste le stesse: nel calcio e nel lavoro ho sempre creduto al gioco di squadra, perche' l' egoismo finisce per nuocerti. Lo dice la vita, e anche la storia. "Sono un divoratore di volumi di storia, anche se il libro che piu' mi ha affascinato e' stato l' Ulisse di Joyce, ma non mi va di parlarne. Dovrei dire i miei tormenti e non e' giusto perche' tutti hanno i loro. E i miei non sono piu' importanti e forse neppure differenti. Certo, quella lettura mi ha sconvolto". Gli anni sono trascorsi anche per Ferrario, che ha cambiato Mubilia: l' armadio possente di un tempo ha lasciato il posto a un secre' taire pieno di ricordi. "Sono andato a cercare i luoghi di Joyce, mi sono messo davanti alla sua finestra per scoprire cosa vedeva, cosa lo ha spinto a scrivere un libro simile. Il ritorno in Irlanda da ex calciatore era un modo per capire quella terra bellissima e la sua gente". Allora, manco' il tempo di spiegarsi. John Wayne fu di poche parole. Ero robusto mi chiamavano Mubilia: correvo sempre in aiuto dei compagni Sivori? Fin troppo bravo ma irrideva gli avversari ! Non era giusto !

 

Gli eroi in bianconero: Rino FERRARIO

 

venne a mancare il 19 Settembre del 2012  - R.I.P. -  .salve

 

Tratto da " Stampa Sera " del 2 Gennaio 1950 - resoconto andamento match - ( gli errori di battitura che troverete sono imputabili alla ovvia ed inevitabile scarsa qualità di pagine di giornale che risalgono a tanti anni orsono e che, di conseguenza, rendono assai problematica un'eventuale postuma riproduzione e riproposizione ! Tuttavia, da ciò che è narrato e che traspare da queste righe, mi par d'intuire che fu proprio una giornata in cui la " DEA EUPALLA ", non so per quale ragione, era in collera con la " VECCHIA SIGNORA " : fu una di quelle partite in cui tutto ti gira storto, e potresti stare lì per ore ed ore, ma il pallone non ne vuol sapere di violare la porta altrui ... neanche se tu ci provassi con le mani .... )  

 

IL FATTO CLAMOROSO DEL CAMPIONATO - IL FATTO CLAMOROSO DEL CAMPIONATO- Colpo dì coda della Lucchese sul campo dei bianconeri ! E' capitato alla Juventus quello che può accadere al pugile il quale, per abbattere un avversario già barcollante, trascura ogni preoccupazione di difesa e cerca solo il colpo duro che metta fine al combattimento: ad un certo momento lo coglie un violentissimo pugno d'incontro e viene steso sul tappeto. Questo, appunto, è accaduto alla Juventus: è stata colta da un colpo d'incontro. La mazzata di Kincses è caduta sulla squadra juventino a due minuti dalla fine, quindi praticamente in un momento in cui non era più possibile rimediare. Immaginatevi l'ansia di questi due ultimi minuti: giocatori già col fiato corto che tentano l'ultimo arrembaggio, difensori lanciati come catapulte su ogni palla, folla imbronciata e sbalordita che non sa più se incoraggiare o fischiare, la sensazione di trovarsi di fronte ad un grave sinistro. Era infatti deragliata nientemeno che la locomotiva del campionato!  - Un minuto prima di questo episodio risolutivo, la Juventus aveva ricevuto un avvertimento che avrebbe dovuto metterla in stato d'allarme. Una fuga di Cattaneo, a difesa del tutto scoperta, era stata neutralizzata da Praest che, avvertito tata, Kineses ebbe forse- l'intenzione di passare al compagno che appariva pure smarcato, ma continuo ad ogni modo da solo, chiuse verso il centro e mentre Viola stava per uscire, scoccò un traversone da una dozzina di metri. Restano poche doti a Kineses, che non è più ormai un giocatore fresco, ma il tiro è ancora il suo «do» di petto. La palla filò come un razzo e andò ad insaccarsi nella rete. Qui appare improvvisamente lo spettro della sconfitta. Chi di voi lo aveva pensato ? Nessuno, nemmeno noi. Eravamo increduli, evidentemente la difesa juventina non dava credito agli attaccanti lucchesi. Fu invece proprio sulla sinistra dello schieramento lucchese, e quindi nel settore di Bertuccélli, che a due minuti dalla fine sfrecciò la volata di Kineses. I lucchesi uscivano da un calcio d'angolo che aveva radunato nella loro metà campo tutta la Juventus. Erano le fasi ultime di un corpo a corpo affannoso, di una stretta che pareva dovesse togliere il respiro agli avversari. Trovatasi dieci volte con l'acqua alla gola, dieci, volte Il centromedlano lucchese Ferrarlo è stato ler.i uno .del migliori in campo nell'Incontro con la Juventus. Eccolo ohe respinge di testa prevenendo Hansen (foto Moisio) tanto abituati a vedere la Juventus uscire vittoriosa dalle situazioni più intricate che aspettavamo anche questa volta lo scoccare del minuto fatale alla squadra ospite. Perchè non bisogna credere che la Juventus abbia giocato così male da meritarsi questa sconfitta. Sarebbe facile e comodo ora farne una stroncatura, perchè di solito succede cosi: ma commetteremmo una la Lucchese era riuscita a ritornare a galla, un poco intontita, come il pugile che avendo già un ginocchio a terra riesce a risollevarsi; ma tenace, ostinata, di una combattività ammirevole. Kineses raccolse il pallone ohe gli era giunto dalle retrovie e scattò in area libera. Dal lato opposto seguiva i suoi movimenti Cattaneo: una coppia sola da- vanti ad una difesa disorien- iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii.'iiiiiiiii imi imi ingiustizia se lo facessimo anche noi. Sapete com'è la Juventus: una partita come quella di ieri ha potuto perderla in casa, ma non l'avrebbe 'perduta in campo avversario. Il gioca troppo confidente diventa un tranello. In casa ci si concedono licenze che fuori sono accuratamente evitate, subisce un rilassamento la vigilanza della difesa, all'attacco si vuol strafare e si perde la cadenza giusta, non tanto ai' fa gioco quanto invece sì fa ressa. Aggiungete che il pubblico di-casa impegna e la Juventus è invece, una squadra che gli impegni distiano, non è una compagine emotiva, ''gioca meglio a freddo, deve restare insomma nel suo clima. Dobbiamo ora- rifarci all'inizio del gioco per completare il quadro della giornata. La Juventus ha premuto fin dai primi minuti. Sembrava tanto facile. Le azioni filtravano, i giocatori irrompevano decisi sulla palla, l'autorità del gioco bianconero prendeva spicco. Al 15' un gol di Hansen era annullato per fuori gioco. Due minuti dopo su una lunga rimessa laterale di Praest, Boniperti deviava dt testa la palla, Martino vi balzava sopra, irrompeva in area e segnava da una decina di metri. Tutto bello nell'azione di Martino: tempestività d'azione, scatto, sicurezza e potenza, di tiro. La Lucchese subiva la pressione bianconera e contrattaccava a strappi, ma ogni contrattacco sembrava celare un pericolo, n palleggio di Mazza e sornione, manca di incisività, ma è morbido, tutto in controtempo, tende a prendere di contropiede l'avversario. Mazza lo si direbbe un uomo capace di palleggiare fino a due metri dalla porta, sempre un po' indeciso. Che volete, ingannano anche i temperamenti che sembrano più scoperti. Al 28' raccogliendo un ' passaggio di Cattaneo, da una trentina di metri, Mazza scagliava improvvisamente un tiro di eccezionale potenza. Viola tentò la parata al'limite della traversa, ma le mani gli si piegarono: gol. A nostro giudizio è stato un po' un infortunio di Viola. Da trenta metri qualunque tiro è parabile. Sarebbe stato sufficiente per Viola deviarlo alto ma l'errore suo è stato forse, di aver voluto non deviarlo ma pararlo. Le conseguenze Ai questo infortunio durarono fino a due minuti dalla fine, poi, come abbiamo visto, venne il peggio. La Juventus tempestò netta ripresa, ebbe occasioni numerose, alcune le mancò per un soffio, altre per caso. Ma era difficile passare attraverso quel muro. La Lucchese si difendeva ordinatissima con un' energìa che sembrava crescere ad ogni minuto. Abbiamo pensato in questi momenti al povero Barbieri. Squadra magnificamente allenata, fresca di slancio, resistente, pronta nei capovolgimenti del gioco. Egli non vote vedere la più bella partita dei suoi uomini, ma il pensiero dei rossoneri è andato certamente a lui nel momento in cui l'arbitro sanzionava, col fischio finale, la magnifica vittoria. Di una squadra c'è generalmente più da dire quando le cose vanno male che non quando vanno bene. Da ieri la Juventus è sotto, il bersaglio delle critiche dei suoi tifosi. Il troppo amore'induce talvolta a essere ingiusti ! Ettore Berrà JUVENTUS: Viola; Berruccelll. Mainente: Mari. Parola. Piccinini; Miicclnelll, Martino, Boniperti. Hansen, Praest. LUCCHESE; ZottI; Toppan, Padulazzl; Avanznllnl. Ferrarlo. Scarpaio; Cattaneo, Valcainggl, Mazza. Mori, Kineses. ARBITRO: Belle, di Venezia. SPETT.: 9100 - INC.: 3.240.000.

 

 

-Ed eccoci infine a quel ROMA - LECCE  di Domenica 20 APRILE del 1986 !  

 

GIORNATA 29
Domenica 20 aprile 1986
Roma - Stadio Olimpico
Arbitro: Rosario LO BELLO di Siracusa
 
Roma ROMA   2 3   LECCE Lecce
Francesco GRAZIANI 7'        
        34' Alberto DI CHIARA
        42' Juan Alberto BARBAS (rig.)
        53' Juan Alberto BARBAS
Roberto PRUZZO 82'        
TITOLARI TITOLARI
  Franco TANCREDI 1       29' uscito 1 Stefano CIUCCI  
  Emidio ODDI 2         2 Rodolfo VANOLI  
  Manuel GEROLIN 3         3 Giuseppe COLOMBO  
  Zbigniew BONIEK 4         4 Giorgio ENZO  
  Sebastiano NELA 5         5 Stefano DI CHIARA  
  Ubaldo RIGHETTI 6         6 Carmelo MICELI  
  Francesco GRAZIANI 7         7 Maurizio RAISE  
  Giuseppe GIANNINI 8 uscito  53'       8 Juan Alberto BARBAS  
  Roberto PRUZZO 9         9 Pedro PASCULLI  
  Carlo ANCELOTTI 10       65' uscito 10 Salvatore NOBILE  
  Antonio DI CARLO 11 uscito  68'       11 Alberto DI CHIARA  
A DISPOSIZIONE A DISPOSIZIONE
  Attilio GREGORI 12       29' entrato 12 Giordano NEGRETTI  
  Settimio LUCCI 13         13 Luigi GARZYA  
  Bruno CONTI 14 entrato  53'       14 Franco CAUSIO  
  Stefano DESIDERI 15       65' entrato 15 Ricardo PACIOCCO  
  Sandro TOVALIERI 16 entrato  68'       16 Roberto RIZZO  
ALLENATORE ALLENATORE
Sven Goran ERIKSSON (D.T.)         Eugenio FASCETTI

 

 

 

 

 

 

 

Tratto dal libro - " Calcio ( poco ) Romantico " di Federico Greco e Daniele Felicetti 

 

CLAMOROSO AL CIBALI, ANZI ALL’OLIMPICO

 

Clamoroso al Cibali, anzi all’Olimpico

  

“Clamoroso al Cibali di Catania, l’Internazionale ha perso 2-0! ” La voce di un giovane Sandro Ciotti annuncia dai microfoni di Tutto il calcio minuto per minuto che il campionato 1960/61 si è chiuso prima del previsto:  il recupero Juventus-Inter non serve più, il campo da gioco non può essere unico giudice della “sana” rivalità scoppiata tra le due squadre.

Sarà per il clamoroso epilogo del campionato, sarà per la particolare enfasi con cui la frase viene pronunciata, sarà forse per quel nome, Cibali,  quartiere di Catania che quasi sempre sa di miseria, ma che quel 4 giugno 1961 sa di rivincita, fatto sta che la frase Clamoroso al Cibali diventa emblema di tutti quegli episodi che nel corso della storia della serie A hanno inaspettatamente deciso le sorti di un intero campionato. La sconfitta dell’Inter a Mantova nel 1967 o quella dalla Juventus a Perugia nel 2000 ne sono un esempio. Quanto accaduto all’Olimpico di Roma il 20 aprile 1986 resta, però, l’episodio più clamoroso in assoluto.

È la 29° giornata e si gioca Roma-Lecce. La Roma è in formissima, a differenza dell’Inter del 1967, della Juventus del 2000 o, dando un’occhiata oltre confine, del Real Madrid del 1992. Terza alla fine del girone d’andata a -8 dalla Juventus, la compagine capitolina nelle prime tredici partite del girone di ritorno lascia sul campo solo tre punti,[1] tritura gli avversari, asfalta 3-0 la Juventus nello scontro diretto all’Olimpico e la aggancia a due giornate dalla fine in vetta al campionato.
Il Lecce, invece, è retrocesso già da settimane e in 14 trasferte ha raccolto la miseria di un punto (2-2 a Verona alla prima giornata), ha segnato 6 gol e ne ha subiti 33.

Concorso Totocalcio n44 bisLa partita dell’Olimpico sembra segnata, mentre più arduo sembra il compito della Juventus che ospita il Milan. La Roma passa subito con Graziani, ma smette di giocare e alla fine del primo tempo grazie ai gol di Alberto Di Chiara e di Barbas su rigore il Lecce si ritrova incredibilmente in vantaggio.

Al 66′ Michael Laudrup porta avanti i bianconeri a Torino. Da Roma arriva finalmente la notizia di un gol, ma è ancora di Barbas: 1-3! La Roma accorcia le distanze, ma non va oltre. Stadio ammutolito e scudetto che se ne va.
E pensare che per rendere le cose meno ovvie nella schedina del concorso n°44 del Totocalcio era richiesto solo il risultato del primo tempo di Roma-Lecce. Un po’ quello che era accaduto nel gennaio 1950. Quella volta era stata esclusa dalla schedina dell’allora concorso SISAL la partita Juventus-Lucchese, perché ritenuta dall’esito scontato. E infatti i toscani vinsero 1-2 !

 

Quel giorno ero sugli spalti del Comunale : non ho parole per descrivervi cosa accadde sui gradoni del nostro caro ... vecchio ...ma mai dimenticato " Stadio Comunale " quando LAUDRUP mise a segno il GOL che, con la successiva nostra VITTORIA proprio in quel di LECCE, ci permise di conquistare il nostro ennesimo titolo di " CAMPIONI d' ITALIA " .... per la precisione ... il NOSTRO 22° SCUDETTO !

 

  

 

 

Ancora godooooooooooooooooooooo ! 

E qui mi fermo perchè, oltre al fatto che le mie " sinapsi cerebrali " sono un po' in riserva, con ogni probabilità vi ho oltremodo tediato ! 

Tuttavia, se qualcuno di voi ha avuto il tempo e la pazienza di arrivare sin qui, merita un sincero " Encomio " da parte di mia, anzi, dirò di più : vista e considerata " L'Eroica costanza ", gli auguro di fare un " 13 " plurimilionario al TOTOCALCIO ! 

uum Cosa dite ? IL Totocalcio, in pratica, non esiste più ? Perdonate il " lapsus " avete ragione , e nel tentativo di porre rimedio alla mia gaffe " altro non mi resta da fare che ... RINGRAZIARVI IN ANTICIPO PER LA VOSTRA EVENTUALE GRADITA ED APPREZZATA " ATTENZIONE " A QUESTO MIO ENNESIMO     "VIAGGIO A RITROSO " NELLA GLORIOSA STORIA BIANCONERA ... OLTRE CHE ... COM'E' GIUSTO E DOVEROSO CHE SIA, PORGERE A VOI, ED A TUTTI COLORO CHE AVETE A CUORE, I MIEI MIGLIORI E PIU' SENTITI AUSPICI AFFINCHE', QUELLO CHE E' IL BENE PIU' IMPORTANTE IN ASSOLUTO ... CA VA SANS DIRE ... " LA SALUTE " ... SIA AL VOSTRO FIANCO AL PIU' A LUNGO POSSIBILE ! 

.salve Stefano 

 

- ops ... dimenticavo : video da vedere " ASSOLUTAMENTE " ! Trattasi di quel 2-2 del 1957 tra Irlanda del Nord  vs  Italia a cui ho fatto accenno in precedenza : è il match in cui il nostro RINO FERRARIO diventò il  "  LEONE di BELFAST " ! 

Vi consiglio di " GUARDARLO NE VALE VERAMENTE LA PENA " ( tra gli altri " beceri aspetti " è da condannare in maniera assoluta il " vigliacco e violento " comportamento degli Nord-Irlandesi nei confronti del nostro portiere BUGATTI ! ) 

 

 

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ciao Stefano, meravigliosi questi ricordi... devi assolutamente pubblicarli tutti insieme, un sito, un blog, un libro, devi trovare il modo! 

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Grande Stefano...interessantissimo.  specialmente per me che sono nato a Lucca e seguo via internet le vicende attuali di quella Lucchese che se all'epoca se la giocava con la Nostra, purtroppo il calcio ha relegato in serie D...

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Grande Stefano , sei il migliore .allah

uum....C'è un detto in dialetto  che dice : -  A Lucca si mangia , si beve e... si " cucca "  !! - ( ai "miei tempi" le ragazze di Lucca

erano famose per essere le più belle & "facili " della Toscana ;) ) ;

(( ma la partita del 1° Gennaio del '50 non la ricordavo proprio . )) 

 

.uhm A proposito  di risultati "a sorpresa " : c'è una partita che rimarrà nella Storia della Cavese e  .... in quella Mia !!.ghgh

 

A ) Nella Storia della Cavese Calcio ...: 

 

7 / Novembre / 1982 , 

si gioca Milan - Cavese ( Cava dei Tirreni prov. di Salerno ) a San Siro , la partita era tra le 13 della schedina ( anche se era una partita di serie B)

La Cavese che saliva a Milano

quell’anno era al suo secondo anno di Serie B si presentava come Davide al cospetto di Golia.

L’inizio di campionato prometteva bene, visti i 10 punti conquistati prima di quella nona giornata

ma la sfida di Milano appariva proibitiva. I vari Baresi, Evani, Tassotti, Jordan ,  Serena & Co. mettevano timore.

 

Milan-Cavese 1-2: il tabellino
MILAN: Piotti ;  Icardi, Evani, Pasinato, Tassotti, Baresi, Cuoghi, (61′ Incocciati), Battistini, Jordan, Verza (38′ Romano), Serena.

A disp.: 12 Nuciari, 13 Benetti, 18 Damiani.
All.: Ilario Castagner

 

CAVESE: Paleari ;  Gregorio, Pidone, Bitetto, Guida, Guerini, Cupini, Piangerelli, Di Michele (88′ Bilardi), Pavone, Tivelli (84′ Puzone).

A disp.: 12 Assante, 13 Magliocca, 15 Caffarelli.
All.: Piero Santin.

Arbitro: Falzier di Treviso
Marcatori: 23′ Jordan (M), 26′ Tivelli (C), 55′ Di Michele (C).

 

 

 

 

B) :  ... & in quella Mia :

Non ricordo i dati e le cifre ma La vittoria della Cavese , ovviamente , non la pronosticò quasi nessuno ( ci furono solo 3 o 4 tredici ... ) ,

ma anche i 12 non furono molti ,

per farLa breve .... : IO fui ( forse ) uno dei pochi  in italia a dare una " chance" alla Cavese , "solo " che giocai l'1- X ... !!! ( invece di 1 - 2 ) 

& feci .... 2 dodici ,... !! bah !! che però pagarono abbastanza bene ( non ricordo la cifra ) .

Ricordo "solo" che , appena ricevetti la vincita  ,  cambiai la moto .... & mi avanzarono anche i soldi , ... !!  

( la moto , se non ricordo male costava , a quel tempo , intorno ai 6 miln. : Honda CB 550 F2 :)

Phil Hall on his CBX doing travelling marshall duties, Oran Park 1984......... .ok

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Carissimo Stefano

Ti ringrazio tantissimo per questo tuo lavoro nel Libro dei Ricordi. Utilissimo ai giovani. Utile pure a me, sebbene giovane non lo sono più :d

Leggerò il tutto con la dovuta calma e attenzione, merita.

Io sono del '62, non posso quindi ricordarmi del 1950, ma del 1986 mi ricordo molto bene. E godo ancora come un riccio, a distanza di tanti anni.

Un affettuoso abbraccio .juve

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2 ore fa, AlenJu ha scritto:

ciao Stefano, meravigliosi questi ricordi... devi assolutamente pubblicarli tutti insieme, un sito, un blog, un libro, devi trovare il modo! 

 

2 ore fa, Francesco Juve 2000 ha scritto:

Caro Stefano, sono arrivato alla fine grazie dell'augurio di fare 13 sefz

 

Un saluto e forza Juventus  .salve

 

 

1 ora fa, pablito77! ha scritto:

Grazie @29 MAGGIO 1985 , quando ho letto il titolo non ho avuto il minimo dubbio su chi fosse l’autore. Lo leggeró con calma. 
 

Buona serata fratello!

 

1 ora fa, italiauno61 ha scritto:

Grande Stefano...interessantissimo.  specialmente per me che sono nato a Lucca e seguo via internet le vicende attuali di quella Lucchese che se all'epoca se la giocava con la Nostra, purtroppo il calcio ha relegato in serie D...

 

1 ora fa, Olof Mellberg ha scritto:

Stefano sei sempre in mito ❤️

 

 

1 ora fa, baudolino ha scritto:

Grande Stefano , sei il migliore .allah

 

43 minuti fa, ronny80 ha scritto:

Sempre bello leggere racconti su questi eventi storici !!

 

40 minuti fa, eternobianconero ha scritto:

Mitico Stefano! Gran bel lavoro!

 

Vista la lunghezza mi prenderò un po' di tempo per leggerlo con la calma dovuta, per adesso grazie!

 

29 minuti fa, Lincoln ha scritto:

Carissimo Stefano

Ti ringrazio tantissimo per questo tuo lavoro nel Libro dei Ricordi. Utilissimo ai giovani. Utile pure a me, sebbene giovane non lo sono più :d

Leggerò il tutto con la dovuta calma e attenzione, merita.

Io sono del '62, non posso quindi ricordarmi del 1950, ma del 1986 mi ricordo molto bene. E godo ancora come un riccio, a distanza di tanti anni.

Un affettuoso abbraccio .juve

 

4 minuti fa, Italian Football ha scritto:

Molto interessante!

Ancora una volta: Grande Stefano! 

 

Grazie a Tutti Voi ! Siete veramente troppo troppo .. ed ancora .. troppo munifici nei miei confronti ! 

 

Evidentemente qualcosa vi .. e .. ci accomuna

 

con ogni probabilità avete ( abbiamo ) in dote quel pizzico di " masochismo bianconero " che ci rende un po' particolari .... :tsa:

 

In fin dei conti, a pensarci bene, se sei juventino fin nel midollo, una seppur minima dose di " masochismo " deve essere insita

nel tuo " DNA " ... altrimenti, spiegatemi un po' voi, come potremmo, seppur a fatica .. molta fatica, far finta di accettare il fatto

che su " 9 " ... diconsi ... " NOVE "  Finali di Coppa dei Campioni ne abbiam perse ben " 7 " ... diconsi ... " SETTE " ....  .uffa 

 

ed una delle due " vinte " .... purtroppo .... e qui mi .segreto taccio perchè, più che intristirmi, un po' mi ilpcrendenervosi irrito anche perchè, 

andando avanti di questo passo, non so se farò ancora in tempo ad avere la possibilità per godermi questo " EVENTO " che,

da troppo tempo ormai, sembra esserci precluso da un perfido e malefico " Incantesimo " ....  .grr 

 

Buon fine settimana a Voi ed ai vostri cari ! 

 

.salveStefano

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molti anni dopo, su internet, lessi la teoria del complotto che circonda quel roma-lecce. Chissà se ci sarà qualcosa di vero...

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17 minuti fa, kafudda ha scritto:

Davide contro Golia???


Davide-e-Golia-Caravaggio-Roma-analisi.j

 

Scusate, mi sa che sono andato off-topic uhuh

 

Don't Worry  .... sei il " Benvenuto " a prescindere ! 

 

Un po' di simpatica ironia non porta danno ... e non guasta mai , ci mancherebbe ! 

 

Buon proseguimento !  .salveStefano

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Molto belli i ricordi di Stefano.

Stavolta mi ha colpito la parte finale, la rissa di Belfast....anche 70 anni fa i giornalisti fomentavano gli animi causando episodi violenti.....😶

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11 minuti fa, runner ha scritto:

molti anni dopo, su internet, lessi la teoria del complotto che circonda quel roma-lecce. Chissà se ci sarà qualcosa di vero...

..... Amico mio, a Roma, città che amo ed in cui ho vissuto per 10 anni ( dal 1958 al 1968 ) quando la mia famiglia lì si trasferì 

per ragioni legate all'attività di mio padre, specie sulla " sponda giallorossa " del Tevere, sono sempre stati " specialisti " ad 

elaborare " complotti .. congiure .. tranelli ed affini " per giustificare i loro insuccessi e/o le loro malefatte ( passaporti falsi ..

bilanci truccati e chi più ne ha più ne metta ... )

 

..... Uno su tutti ... il " Caso .. TURONE " : nonostante che il moviolista di quell'epoca, Carlo Sassi, alcuni anni orsono ebbe a

dichiarare che la " moviola " ( ai tempi , se non erro, si chiamava " telebeam " ) fu appositamente " tarata " per fare apparire

il giocatore giallorosso in posizione regolare, ancora al giorno d'oggi continuano a ribadire che il gol era valido ... .doh 

 

.... tratto da " Libero " del 20 Marzo 2013 .... a firma G. Pollicelli .... .ehm

 

 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
 
 
 

Calcio, Sassi: "Moviola falsata, il gol di Turone era in fuorigioco"

Il mitico "moviolista" della Domenica sportiva rivela il retroscena su quel Juve-Roma del 10 maggio 1981: "Nella Capitale con un marchingegno particolare modificarono le immagini"

 

 
Calcio, Sassi: "Moviola falsata, il gol di Turone era in fuorigioco"
 
 
 

 

 

"Ma è una storia vecchia di trent’anni", protesta simpaticamente Carlo Sassi. Non sa, questo signorile giornalista tifoso della Cremonese, il quale ha il merito o la colpa (dipende dai punti di vista) di avere introdotto nel 1967 la moviola in Italia, che per centinaia di migliaia di tifosi, specialmente a Roma, il gol annullato dall’arbitro Bergamo al difensore giallorosso Maurizio Turone durante una sfida al vertice tra Juventus e Roma è storia ancora attualissima, come se fosse accaduta non trent’anni (trentadue, per la precisione, era il 10 maggio 1981) ma trenta giorni fa. 

 

 

 


Il gol di Turone appartiene alla mitologia del calcio italiano: è considerato una delle prime prove certe delle ruberie juventine, c'è chi gli ha dedicato un libro (Er go' de Turone di Massimo Zampini, noto opinionista romano di provata fede bianconera) e a Roma molti bambini lo citano sapendo solo vagamente di cosa si tratti ma senza che gli passi per la testa discuterlo, trattandosi di un dogma tramandato dai padri. Invece, un po’ di giorni fa, proprio una voce autorevole come quella di Carlo Sassi è giunta a infrangere certezze che parevano di granito. 

Durante la puntata del 24 febbraio della trasmissione di Radiodue Rai Circo Massimo, Sassi, dinnanzi a un interdetto Massimo De Luca, ha affermato: "La moviola dimostrò che il gol era irregolare, che Turone era oltre Prandelli (all'epoca difensore della Juve, ndr), poi però a Roma con un marchingegno particolare dimostrarono che invece non era in fuorigioco, il che non era vero". Stranamente, quest'esplosiva dichiarazione era passata inosservata, ma lunedì qualcuno l'ha rilanciata su Internet e ora il caso è esploso.

Sassi, come andò? 
"Noi che ci occupavamo della moviola, dato che solitamente all'epoca si disponeva di un'unica inquadratura (obliqua e dall'alto), sapevamo che quel particolare punto di vista (lo stesso da cui è stato immortalato il gol di Turone) falsava di parecchio - addirittura fino a due metri - la reale dinamica dell'azione. Se lei fa un esperimento a casa sua con una telecamerina può verificare di persona che con la prospettiva funziona così. Era quindi pacifico che quella di Turone fosse una posizione di offside, e il guardalinee della partita, giustamente, come tale la valutò, segnalandola a Bergamo che annullò la rete".
Nel 1981 quante erano le telecamere della Rai che riprendevano un incontro?
"A seconda dei casi, si andava da una sola telecamera a un massimo di tre per le partite di cartello. Due erano collocate in basso, vicino alle porte, e una in alto, in corrispondenza del centrocampo. Oggi di telecamere ce n'è una ventina e tutto viene mostrato in tempo reale. La moviola post partita, in effetti, non serve più a nessuno se non a coloro che il match se lo sono visto allo stadio".
Come e da chi il gol di Turone venne spacciato per regolare?
"Questa lettura non corretta venne accreditata negli ambienti della Rai di Roma, io stavo a Milano. Ricordo che non fu tirata fuori subito ma qualche tempo dopo il verificarsi dell’episodio. Mi pare attorno al 1983, quando Roma e Juve si disputarono di nuovo lo scudetto, conquistato in quel caso dai giallorossi"

 

Grazie per aver partecipato !   .salveStefano !

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Che ricordi che mi hai fatto venire a mente. Noi che avevamo lo scudetto in tasca con 5 punti di vantaggio,  poi sconfitta con la Roma, qualche giornata dopo sconfitta a Firenze, e poi pareggio alla terzultima con le squadre a pari punti quando mancavano 2 giornate al termine del campionato. Noi Milan in casa e Lecce fuori, la Roma Lecce in casa e Como fuori. Per noi, se tutto andava bene, si arrivava allo spareggio.

Invece, io e mio fratello nella 131 ad ascoltare la radio e ad esultare al gol di Michelino Laudrup e ad attendere il risultato finale da Roma: che poi andava bene anche il pareggio. Nell'ultima giornata noi vincemmo a Lecce 3 a 2 conquistando lo scudetto, ma potevamo anche perdere in quanto da Como le notizie che arrivarono furono di una sconfitta della Roma.

Grazie Stefano.

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42 minuti fa, SuperEagle ha scritto:

Molto belli i ricordi di Stefano.

Stavolta mi ha colpito la parte finale, la rissa di Belfast....anche 70 anni fa i giornalisti fomentavano gli animi causando episodi violenti.....😶

Grazie per aver letto e partecipato : il gradimento di una Persona a modo quale tu hai ampiamente dimostrato d'essere, specie in un contesto

come un forum calcistico ove i capziosi " pregiudizi " sono il pane quotidiano di chi si nutre e si sostenta di effimere e sterili polemiche, è per

me fonte di onore ed intima soddisfazione ! 

 

Serena notte !  .salveStefano

 

 

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gli ultimi minuti 15 minuti di roma-lecce 1-3 e juve-milan 1-0 avevo spento la radiolina...

 

la riaccesi al 90' per sentire i finali... per fortuna ci fu solo un gol della roma :) 

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3 minuti fa, Moonlitknight ha scritto:

Grazie Stefano !! ....pensare che la mia Lucchese che oggi annaspa in serie D ai tempi sfidava la Juve mi ha commosso...

..... e che " JUVENTUS " ... UNA DELLE PIU' FORTI IN ASSOLUTO .... :tsa:

 

Grazie a te per aver partecipato ed apprezzato ! 

 

Serena notte ! .salveStefano !

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27 minuti fa, Luigi Vampa ha scritto:

gli ultimi minuti 15 minuti di roma-lecce 1-3 e juve-milan 1-0 avevo spento la radiolina...

 

la riaccesi al 90' per sentire i finali... per fortuna ci fu solo un gol della roma :) 

..... io ero nei " Distinti " del Comunale ... e tanta e tale era la " tensione/incredulità " che a moltissimi tifosi, ed io tra costoro, stavano per 

" spegnersi " le coronarie. Ciò che accadde sugli spalti al triplice fischio finale, se non l'hai vissuto in prima persona, è impossibile da 

descrivere : " roba " che oggi verrebbe definita da immediato ricovero in " T. S. O. " per tempo indefinito ....  .imb 

 

Grazie per aver partecipato ! 

 

Serena Notte !  .salveStefano 

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