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29 MAGGIO 1985

4 Novembre 1918 - 4 Novembre 2019: ricordiamoli. Anche loro hanno amato la Juventus, come noi l'amiamo

Post in rilievo

23 ore fa, baudolino ha scritto:

Ti ringrazio per il saluto ( ma non c'è bisogno , lo so che tra Noi ... anta ci vogliamo bene .qualamano

Nel caso specifico ,

nella mia risposta mi sono limitato solo ai saluti , senza ulteriori aneddoti , perchè è un argomento che non conoscevo ,

ma  grazie alla Tua passione & alle Tue ricerche adesso posso dire : " C'ERO ANCH' IO !! .salute

.......  uum   sul Piave e/o sulle impervie .. fatali .. cruente Cime ? .ghgh

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Il 4/11/2019 Alle 20:18, johnmalkovich ha scritto:

Che belli questi racconti di vita e storia, spesso molto più genuini di quelli della pazza modernità, ancor più quando riguardano il bianconero.
@@ 
 

Onore a chi sacrificò la propria vita anche per le generazioni future, noi compresi!

.salve
 

Grandioso Stefano.

E che te lo dico a fare?!? .ehmsefz 
.juve 

 

Il 4/11/2019 Alle 22:45, Eleftherìa i Thànatos ha scritto:

Grazie del meraviglioso ricordo dei caduti.....onore ai caduti della Grande Guerra

 

Il 4/11/2019 Alle 23:47, odiointer73 ha scritto:

Auguro a tutti i Giusti che sono morti in ogni guerra la Gloria Eterna,

 

Forza Juve, sempre!

Cari Amici, se non sto prendendo " lucciole per lanterne ", voi dovreste essere ( uso il " condizionale " in quanto 

questo " viaggio a ritroso " nella " Leggenda Juventina " è stato piuttosto impegnativo ... sia in termini di ricerca

che di " gestione " specie dopo che esso è stato " proposto " in questo forum ) gli unici utenti a cui, finora, non 

avevo ancora esternato il mio dovuto e doveroso Ringraziamento per aver  letto .. gradito .. partecipato a questa

triste, ma nel contempo, emotivamente assai coinvolgente vicenda che ha vergato la Storia del nostro Paese, 

e di riflesso, anche quella della " Vecchia Signora " ! 

 

Ca va sans dire che, per Ringraziamento, non intendo una impersonale e sterile " reazione " ( mi piace .. grazie ..

viso triste ...e via dicendo ) ma bensì ... da obsoleto quale sono ... quando ne vale veramente la pena, esprimo

la mia Gratitudine affidandola alle mie  .scrittoremani ... ma soprattutto ... al cuore ! 

 

Un Cordiale e Sincero Saluto, .salveStefano 

 

p.s. - 

 

qualora avessi " preso un granchio ", e vi avessi già esternato la mia riconoscenza, don't worry :

com'erano soliti recitare i nostri antenati .... " Melius est abundare quam deficere " .....  ;)  

 

 

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3 minuti fa, 29 MAGGIO 1985 ha scritto:

 

 

Cari Amici, se non sto prendendo " lucciole per lanterne ", voi dovreste essere ( uso il " condizionale " in quanto 

questo " viaggio a ritroso " nella " Leggenda Juventina " è stato piuttosto impegnativo ... sia in termini di ricerca

che di " gestione " specie dopo che esso è stato " proposto " in questo forum ) gli unici utenti a cui, finora, non 

avevo ancora esternato il mio dovuto e doveroso Ringraziamento per aver  letto .. gradito .. partecipato a questa

triste, ma nel contempo, emotivamente assai coinvolgente vicenda che ha vergato la Storia del nostro Paese, 

e di riflesso, anche quella della " Vecchia Signora " ! 

 

Ca va sans dire che, per Ringraziamento, non intendo una impersonale e sterile " reazione " ( mi piace .. grazie ..

viso triste ...e via dicendo ) ma bensì ... da obsoleto quale sono ... quando ne vale veramente la pena, esprimo

la mia Gratitudine alle mie  .scrittoremani ... ma soprattutto ... al cuore ! 

 

Un Cordiale e Sincero Saluto, .salveStefano 

 

p.s. - 

 

qualora avessi " preso un granchio ", e vi avessi già esternato la mia riconoscenza, don't worry :

com'erano soliti recitare i nostri antenati .... " Melius est abundare quam deficere " .....  ;)  

 

 

Avanti tutta così, Stefano, non ti stancare mai di deliziarci con queste perle di vita e di Juve, devo dire, difficilmente reperibili, quasi introvabili, quindi ignote alla stragrande maggioranza della nostra tifoseria! 
Per quanto mi riguarda, continuerò a leggere le tue ricerche nei meandri bianconeri con questa espressione: @@ 

Un buon fine settimana a te! ;) .salve.juve 

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11 ore fa, johnmalkovich ha scritto:

Avanti tutta così, Stefano, non ti stancare mai di deliziarci con queste perle di vita e di Juve, devo dire, difficilmente reperibili, quasi introvabili, quindi ignote alla stragrande maggioranza della nostra tifoseria! 
Per quanto mi riguarda, continuerò a leggere le tue ricerche nei meandri bianconeri con questa espressione: @@ 

Un buon fine settimana a te! ;) .salve.juve 

......... tradotto : il tuo ... .martellate ... " Autolesionismo ", è ormai certificato, ha raggiunto un livello tale che, ahimè, travalica i confini  dell' Universo ....  :o 

 

......... e come  .scrittore scrisse tale .... Giovanni Verga  .. e/o .. Verga Giovanni che dir si voglia ....  .ehm

 

“La maggior parte dei nostri dolori ce li fabbrichiamo da noi.” ........   .sisi

 

Buon fine settimana a te e famiglia ( .... e per essere " veramente buono " speriamo che la " Vecchia Signora .... e qui mi taccio che è meglio .... .sisi  ) 

 

graziemille Stefano 

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2 ore fa, mathland ha scritto:

Per me è il contributo più bello nella storia del forum. Grazie. 

...... Caro Amico, mi sbaglierò ma temo che uum dopo un'audace e temeraria affermazione del genere l'incolumità della tua persona sia 

ad ... "  ALTISSIMO  .brr RISCHIO " .... .sisi 

 

...... .paceebene Dio non voglia che " tra il lusco ed il brusco ", sì, insomma, quando vi è quella " luce non luce "  tipica del crepuscolo e dell'alba, 

qualche " buontempone malintenzionato "  ( vero e proprio " ossimoro " ) si prendesse la briga di manifestarti, a modo suo, quanto egli abbia

( non ) gradito e  ( non ) condiviso ciò che hai  .scrittorescritto ed esternato appena  qui  .mandrillaccio sopra : ergo, ci sono altissime probabilità che, 

al termine dei  ripetuti e calorosissimi " complimenti ", tu possa ritrovarti in  queste ..  :vava: ..  .chebotta ... condizioni ... .sisi 

 

....... per carità, se tu avessi bisogno di aiuto, non esitare , fammi un fischio ed accorrerò in tuo soccorso, ci mancherebbe, anche se, lasciamelo

dire, vista e considerata " l'aria che tira " da un po' di tempo a questa parte alle nostre " latitudini ", fossi in te, quasi quasi, così come sta avvenendo

per Liliana Segre, farei di tutto affinchè mi venisse riconosciuta la " tutela " da parte delle " Forze dell'Ordine " .... .sisi 

 

........ sai com'è, viviamo in un " Paese " assai assai pericoloso ... basta guardarsi un po' in giro ... è pieno di " Infedeli " ! 

 

........ uum scusa,  cosa  stai dicendo ? NO .. NO .. non mi riferisco a quel genere di " Infedeli " ... intendo individui assai più pericolosi .. tipo ...   .ehm

 

ROSSONERAZZURRI - VIOLACEI - GRANATA - GIALLOROSSI - AZZURRO VESUVIANO ... tutta gente che è meglio perderla che trovarla .... .uffa 

 

 

 

 

Ciò premesso, e tornando a noi, cosa devo scrivere e rispondere davanti ad un intenso .. eccessivo .. immeritato COMPLIMENTO di tale portata ?

 

Non essendo in grado di elaborare parole e pensieri che siano in grado di esprimere in maniera consona e compiuta la mia gratitudine nei tuoi 

confronti, mi affido ad un banale ma profondo e sincero " Grazie di Cuore " ... a cui aggiungo un ... " Sei veramente troppo gentile ! " . 

 

Buon fine settimana a te e famiglia !

 

.salve Stefano

 

    

 

 

 

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...... ancora su ..... BENIGNO DALMAZZO .....  .ehm

 

dalmazzo-benigno.jpg?w=490

 

 

......il campionato viene sospeso e Benigno finisce ad Asiago. Il torinese,al tempo ventunenne, diventa tenente del 162° reggimento fanteria della " Brigata Ivrea " .

 

il 1° Luglio 1916, mezza mattina, località Rossastòn, Benigno si affaccia alla trincea sul fronte che divide l'Italia dall' Impero Austro-Ungarico, sull'altopiano di 

Emilio Lussu e Mario Rigoni Stern. Le rocce millenarie e gli abeti sempreverdi osservano mute le raffiche di mitra che corrono tra la boscaglia del Monte " Interrotto " e colpiscono alla testa il giocatore della JUVENTUS .

 

E' metà mattina quando il bomber bianconero cade nella " Grande Guerra " !

 

I suoi compagni di trincea aspettano che faccia buio, poi lo seppelliscono in quel bosco.

 

Altri 130.000 cadranno dispersi su quel tragico altopiano, raccolti nell'ossario del Leiten, o inghiottiti dalla terra.

 

Dai suoi tiri veloci come fucilate, alla mitragliata che lo uccide. La vita del bomber bambino sfiorisce in u attimo e per oltre un secolo persino il suo nome resta 

disperso tra quegli abeti. 

 

Non c'è tomba col suo nome, solo una vecchia lapide in memoria. A Torino, dove UNA TARGA RICORDA I 170 TESSERATI DELLA JUVENTUS SACRIFICATI SUL

FRONTE ! 

 

Nessuno cerca Benigno, semplicemente perche' è " ORFANO ", non ha fratelli, ed a ventun anni non ha nè una compagna nè discendenti .

 

Poche le foto che lo ricordano : copie di copie, quasi sempre le stesse.

 

Poi, nel 2016, i volontari della " Contrada Bosco ", avviano le ricerche in Archivi e Musei sulla " Grande Guerra " per restaurare quella tomba misteriosamente

sfuggita alle riesumazioni degli anni 30 . Incrociato date, immagini e rapporti militari. E finalmente riannodano un nome con la sua vita. 

 

 

La " Storia " del Tenente DALMAZZO riemerge all'improvviso dalla terra che l'aveva inghiottita. Uno dei tantissimi ragazzi morti inseguendo un ideale  di 

" Amor Patrio "  che la storia rinnegherà !

 

In fondo, anche il Tenente BENIGNO DALMAZZO, avrebbe preferito giocare un'altra bella partita con la MAGLIA DELLA ( sua e nostra ) JUVENTUS ! 

 

( ... " Tutto quello che avresti voluto sapere sulla Juventus "  di Claudio Moretti )

 

 

..... e giusto ed doveroso appare alla Mia Mente .. alla Mia Anima .. al Mio Cuore  dedicare ...... .ehm

 

-  A TUTTI COLORO CHE PERIRONO NEL CORSO DELLA " GRANDE GUERRA " 

 

- A BENIGNO DALMAZZO 

 

- AI 170  " SOCI - CALCIATORI - ADDETTI VARI " della  " JUVENTUS F.C. 1897 " CHE NON RIVIDERO PIU' I LORO CARI - LE LORO CASE - LE LORO " TERRE "-

I LORO AMICI - I LORO AMORI -

 

- e perchè no, anche ai " 3 VIGILI DEL FUOCO " INGIUSTAMENTE E TRAGICAMENTE VITTIME DI UN DOLOSO ED INFAME EPISODIO 

 

.... il commovente ed assai coinvolgente  ....  .ehm 

 

 

 

 

 

 

 

 

 RIPOSINO IN PACE !   .salveStefano  

 

 

 

 

 

 

 

p.s. - come noterete, anche in questo " testo " si fa  accenno a quella " LAPIDE CON 170 NOMI "

 

uum E' ma possibile che nessuno, specie se di Torino, riesca a " passarci " qualche informazione un po' più dettagliata in merito ! 

 

- Rinnovo il mio " APPELLO " : se qualcuno ha qualche notizia in merito ( che non sia quella da me riportata in precedenza ) non

esiti ad inserirla in quseta discussione " ! Grazie in anticipo !

 

 

 

 

 

 

 

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3 ore fa, 29 MAGGIO 1985 ha scritto:

...... Caro Amico, mi sbaglierò ma temo che uum dopo un'audace e temeraria affermazione del genere l'incolumità della tua persona sia 

ad ... "  ALTISSIMO  .brr RISCHIO " .... .sisi 

 

...... .paceebene Dio non voglia che " tra il lusco ed il brusco ", sì, insomma, quando vi è quella " luce non luce "  tipica del crepuscolo e dell'alba, 

qualche " buontempone malintenzionato "  ( vero e proprio " ossimoro " ) si prendesse la briga di manifestarti, a modo suo, quanto egli abbia

( non ) gradito e  ( non ) condiviso ciò che hai  .scrittorescritto ed esternato appena  qui  .mandrillaccio sopra : ergo, ci sono altissime probabilità che, 

al termine dei  ripetuti e calorosissimi " complimenti ", tu possa ritrovarti in  queste ..  :vava: ..  .chebotta ... condizioni ... .sisi 

 

....... per carità, se tu avessi bisogno di aiuto, non esitare , fammi un fischio ed accorrerò in tuo soccorso, ci mancherebbe, anche se, lasciamelo

dire, vista e considerata " l'aria che tira " da un po' di tempo a questa parte alle nostre " latitudini ", fossi in te, quasi quasi, così come sta avvenendo

per Liliana Segre, farei di tutto affinchè mi venisse riconosciuta la " tutela " da parte delle " Forze dell'Ordine " .... .sisi 

 

........ sai com'è, viviamo in un " Paese " assai assai pericoloso ... basta guardarsi un po' in giro ... è pieno di " Infedeli " ! 

 

........ uum scusa,  cosa  stai dicendo ? NO .. NO .. non mi riferisco a quel genere di " Infedeli " ... intendo individui assai più pericolosi .. tipo ...   .ehm

 

ROSSONERAZZURRI - VIOLACEI - GRANATA - GIALLOROSSI - AZZURRO VESUVIANO ... tutta gente che è meglio perderla che trovarla .... .uffa 

 

 

 

 

Ciò premesso, e tornando a noi, cosa devo scrivere e rispondere davanti ad un intenso .. eccessivo .. immeritato COMPLIMENTO di tale portata ?

 

Non essendo in grado di elaborare parole e pensieri che siano in grado di esprimere in maniera consona e compiuta la mia gratitudine nei tuoi 

confronti, mi affido ad un banale ma profondo e sincero " Grazie di Cuore " ... a cui aggiungo un ... " Sei veramente troppo gentile ! " . 

 

Buon fine settimana a te e famiglia !

 

.salve Stefano

 

    

 

 

 

Sono un amante della Storia (oltre che studente e laureato, anche se in storia medievale) e della Juventus. E considero la Prima Guerra Mondiale uno dei temi storici più dolorosi e affascinanti in assoluto. Ammetto tranquillamente che mi sono commosso leggendo il threat.

La frase di Benigno Dalmazzo sulle "dimissioni di Cecco Beppe" è per me la perfetta rappresentazione di quell'ironia, quel coraggio, quello spirito di squadra e sacrificio che danno (secondo il mio modesto parere) il sapore tipico della juventinità.

Rinnovo i complimenti e ricambio l'augurio di un sereno fine settimana. 

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... e visto che di " PRIMA GUERRA MONDIALE " ... E DI RIFLESSO ... DI " GIUOCO DEL CALCIO "  si sta narrando, desidererei " spendere " qualche riga per altri 

due Uomini che amavano il " FOOT-BALL " e che presero parte a quell'acerrimo ed impietoso conflitto

 

- L'Inglese  JAMES SPENSLEY , figura di " primissimo piano " di quello che comunemente viene definito il " Calcio Eroico " !

 

- L'Italiano CARLO BIGATTO !

 

- SPENSLEY perse la vita a Magonza in Germania il 10 Novembre 1915 

 

durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e per molti anni si era pensato che le spoglie del medico inglese fossero andate perdute, anche perché al tempo il quotidiano Il Secolo XIX aveva riportato la notizia della caduta di Spensley nelle trincee di Gallipoli, in Turchia, depistando le ricerche per più di novant’anni. Tuttavia, dopo alcuni anni di ricerche condotte da Franco Savelli, la sua tomba è stata scoperta nell’agosto 1993, a cento anni dalla fondazione del Genoa, nel cimitero militare britannico di Niederzwehren, vicino a Kassel in Germania, da due tifosi del Genoa, lo stesso Franco Savelli (scout del CNGEI) e Mario Riggio (scout dell’AGESCI). ( tratto da : Storie di Calcio )

 

Come un altro personaggio legato alla storia del Genoa, Luigi Ferraris, morì durante la prima guerra mondiale.

Spensley era stato ferito sul campo di battaglia durante lo svolgimento delle sue mansioni mediche, si racconta, infatti, che Spensley stesse portando soccorso ad un nemico ferito. Fatto prigioniero, in quanto ufficiale veniva portato nella fortezza di Magonza, in Germania, dove moriva in seguito alle ferite. ( Tratto da Wiki )

 

 

 

- BIGATTO, colui che può essere definito a tutti gli effetti il " 1° Vero Capitano della Juventus " fu aggregato alla Brigata di Fanteria " PINEROLO " che venne

inviata su quasi tutti fronti facendosi onore ! Quando si giunse all'Armistizio la Brigata Pinerolo era di stanza a Pola ! 

( tratto da " La Storia della Juventus " di Peruca - Romeo - Colombero - 

 

 

- Da " Alle origini del Calcio " di Giovanni Tarantino del 01/03/2019 ho estrapolato quella che, a mio avviso, è una piacevolissima lettura

tra l'altro, nello stesso articolo, si narra sia di BIGATTO che  di  SPENSLEY  (  a mio parere, vale proprio la pena di dedicare qualche 

minuto a questa piacevolissima narrazione ! ) 

 

 

 

Secondo Eduardo Galeano «ogni volta che un bambino prende a calci qualcosa lì ricomincia la storia del calcio». Vale allora la pena prendere per mano questo bambino immaginario e condurlo fino alle origini del football. Per scoprire che il calcio è roba da dilettanti. Almeno ai suoi primordi.

«Il pericolo, per noi moderni, sta nella tendenza a considerare tutte le teorie degli altri tempi e dovute ad altre condizioni come assolutamente prive di valore e nel ritenere valevoli solo le nostre. Noi ci consideriamo come quelli che primi raggiunsero nuovi ed originali punti di vista, ma “nihil sub sole novum”, dice il vecchio adagio, e non dobbiamo dimenticare la critica di Mefistofele: “Nulla si può pensar di dritto o torto che pensato non abbia il mondo antico”».

È una frase di James Richardson Spensley, tra le tante cose fondatore della sezione football (avviata nel 1896) del Genoa Cricket & Football club 1893. La frase di Spensley compare in epigrafe al sontuoso L’età dei pionieri. Football 1898-1908, curato dalla Fondazione Genoa, ed è tratta da Teosofia moderna, un libretto dello stesso Spensley – che oltre a essere footballer, fu anche medico, filantropo, studioso di lingue, filosofie e religioni antiche, e tra i padri dello scoutismo – recentemente ristampato dall’editore genovese Fabrizio Calzia. L’eclettismo di Spensley, valutato oggi, traccia differenze abissali con l’immagine che noi abbiamo dei calciatori.

 

 

James_Spensley-1.jpg

L’eclettismo fatto persona, rimasto nella storia di Genova

 

 

 

Genera curiosità scoprire che Spensley, nei suoi anni da calciatore, ha ricoperto posizioni in campo indicativamente corrispondenti (non esisteva ancora una precisa numerazione delle maglie) ai numeri 5, 3, 1. Mediano, difensore, soprattutto portiere: questo era lecito nel calcio dilettantistico dell’età dei pionieri. Emilio Colombo, quando Spensley morì in guerra nel novembre 1915, lo ricordò così sullo Sport illustrato:

“Sembrava un uomo maturo, lento nei movimenti, invece, giuocava bene, era agilissimo, fortissimo. Un preciso colpo d’occhio; un’ottima presa, un sicuro coraggio. Fu il primo ad insegnare ai  nostri portieri la respinta. Guidava la sua squadra, l’allenava, la capitanava. Giocatore amava presentarsi in maglia bianca e molte volte anche in leggera maglietta rosa”.

Ma non solo, perché in perfetta linea con lo spirito dilettantistico del tempo, Spensley «quando si decise ad abbandonare il campo di giuoco diventò un arbitro apprezzato e desiderato, perché preciso e imparziale. Arbitro, appariva in campo in costume blu scuro, filettato in rosso». Ritiratosi in Campetto, nelle camere dell’hotel Union in cui viveva, «tra i suoi bronzi, le sue miniature, a studiare, a ricercare, a vivere tutta la sua profonda vita d’artista», Spensley ha anche ispirato una poesia di Edoardo Sanguineti.

 

Fu arbitro e anche allenatore dell’Andrea Doria. Perché in quel contesto, dove forse fu lo spontaneismo più che il dilettantismo a farla da padrone, Spensley arbitrò tra le altre anche una Andrea Doria-Torino (0-0) e una Torino-Milan (1-1) del campionato 1907. Non diversamente da Herbert Kilpin, fondatore del Milan, e Franz Calì dell’Andrea Doria, primo capitano della Nazionale. Calciatori e arbitri allo stesso tempo.
 
Emergeva, in generale, lo spirito che ha contraddistinto l’epoca dei gentleman-amateur, come lo hanno descritto gli storici Antonio Papa e Guido Panico nella loro Storia sociale del calcio in Italia, «di uno sportsman, eroe dell’athleticism, impastato di agonismo e di fair play, un insieme di vitalità e di correttezza, di spensieratezza e di eleganza».
 
lapide-Spensley-Genova.png

 

 

 

Quando nel 1895 Thomas M.M. Hemy dipinse Calcio d’angolo, uno dei primi quadri dedicati al calcio, raffigurò un gruppo di giocatori di Sunderland e Aston Villa raggruppati alla rinfusa all’interno di un’area di rigore semicircolare. Il calcio dei pionieri, giova ricordarlo, era solo «calci». I vecchi reportage raccontano non di due squadre schierate in campo ma di due gruppi, di undici uomini ciascuno, senza alcuno schema degno di questo nome.

 

 

Si passò in breve tempo al cosiddetto “dribbling game”, la cui invenzione si deve al Corinthian, una delle due squadre che diede vita al Corinthian Casuals, basato esclusivamente sull’azione personale, sulla forza più che sulla tecnica. Escluso il portiere, tutti i giocatori erano ammassati in mezzo al campo senza un criterio ben preciso, fino a quando la fase primordiale dell’«uno contro tutti» venne superata grazie agli scozzesi del Queen’s Park di Glasgow, con l’evoluzione al “passing game”. Fine dei lanci alla viva il parroco e inizio di un gioco basato su un’idea più razionale. Ma nemmeno per sogno questo significò un avvicinamento al professionismo: anzi, quelli del Queen’s Park professionisti non lo vollero diventare mai.

 

 

La più antica squadra scozzese, fondata nel 1867, è rimasta fedele al proprio motto latino (sui motti latini nel mondo anglosassone cfr😞 Ludere causa ludendi, giocare per il gusto del gioco. Perché risale alla fondazione del club, che ha tuttora diritto a giocare ad Hampden Park, stadio della Nazionale scozzese, la regola per cui i calciatori non sarebbero mai stati pagati per giocare. Regola che fa del Queen’s Park l’unica società amatoriale della Scottish Professional Football league. Idee che resistono nel tempo: ispirandosi a Ludere causa ludendi,il Palermo calcio popolare, squadra di Prima categoria, ha avviato nel 2019 la propria campagna tesseramenti.

 

Se oggi, in qualunque parte del mondo si assista a una partita di calcio, esiste la regola del fuorigioco, una porta delimitata da una traversa, il calcio d’angolo, la rimessa in gioco, il calcio di punizione, la durata della gara fissata a novanta minuti, tutto questo lo si deve ad amatori (fieri di essere rimasti tali). Lo Sheffield Football club, fondato nel 1857, oggi militante nell’ottava divisione del calcio inglese, è il club calcistico più antico al mondo. Nathaniel Creswick e William Prest, tra i fondatori del club, varando le Sheffield rules, hanno dato un codice universale al calcio moderno per come noi lo conosciamo.

«Not for money, but for the love of the game»,

ripete ancora oggi il presidente Richard Tims, intervistato dal filmmaker Victor Vegan nel documentario Where it all began. Da dove tutto ebbe inizio. In Inghilterra fino al 1880 le finaliste di FA Cup erano formate da ex allievi dei college. Già dagli anni Settanta dell’800, tuttavia, il denaro aveva iniziato a circolare sotto forma di rimborsi spese e premi di trasferimento, e il professionismo in Inghilterra venne sdoganato nel 1885.

 

 

 

 

sheffield_fc.jpg

Da dove tutto è partito, 162 anni or sono

Da noi bisognerà aspettare ufficialmente il 2 agosto 1926, la riforma dell’ordinamento calcistico italiano introdotta con la Carta di Viareggio che in primis apriva al professionismo. Il documento divideva infatti i calciatori in due categorie, dilettanti e non-dilettanti. Dietro la definizione “non-dilettanti”, si celava quello che fino a quel momento era stato percepito come un malcostume di ambiguità diffuso, ovvero il riconoscimento di numerosi precedenti di calciomercato avvenuti clandestinamente. Il primissimo, il passaggio di Renzo De Vecchi dal Milan al Genoa nel 1913 per 24 mila lire, poi quello di Virginio Rosetta dalla Pro Vercelli – che era rimasta fedele ai valori del dilettantismo – alla Juventus, nel 1923, per 50 mila lire. Perfino il Guerin Sportivo reagì con sarcasmo:

“Da oggi, mercé gli sforzi combinati juventino-vercellesi, è possibile determinare il valore di una squadra: quella vercellese vale 550.000 lire” (50.000 × 11).

 

 

Se è vero, come ha scritto Eduardo Galeano, che laddove un bambino prende a calci qualcosa lì «ricomincia la storia del calcio», è altrettanto vero che, simbolicamente, da quelle 50 mila lire pagate per il professionista Rosetta riparte la storia del calcio moderno, così come oggi lo conosciamo.

 

Bigatto-Hurra%CC%80.png

 

Per ricordarci da dove veniamo, anche se oggi parliamo solo di Juventus e CR7

 

 

 

Oppure, se tifoso juventino, che un giorno vedesse una foto di un vecchio capitano bianconero, che campeggiava anche sulla copertina della rivista Hurrà: Carlo Bigatto, posa da guerriero, baffi da pirata e in testa uno strano copricapo alato. Prima centravanti, poi mediano, fu soprannominato “l’ultimo dei dilettanti”. Rifiutò sempre di essere stipendiato dalla Juventus, non volle mai premi. Una scelta di autonomia forse dettata dal vizio del fumo, «una condizione privilegiata che gli permetteva di fare quello che voleva». Ebbene Bigatto fa parte della storia della Juventus. Da molto, molto tempo prima di Cristiano Ronaldo.

 

 

 

 

- Insomma, una parziale " divagazione sul tema ", anche se, quando si narra di Guerra - Morte - , ahimè, anche se si vuole " alleggerire "  un po', 

sempre lì siamo ... e tutto ciò è, anche e soprattutto, per tentare di allentare un po' la " tensione " che certi tragici eventi portano con sè ( e se 

qualcuno fosse interessato alla " versione completa " di questo racconto la può trovare nel WEB senza fatica alcuna ) 

 

Serena Notte a tutti !  

 

.salveStefano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Il 9/11/2019 Alle 19:30, mathland ha scritto:

Sono un amante della Storia (oltre che studente e laureato, anche se in storia medievale) e della Juventus. E considero la Prima Guerra Mondiale uno dei temi storici più dolorosi e affascinanti in assoluto. Ammetto tranquillamente che mi sono commosso leggendo il threat.

La frase di Benigno Dalmazzo sulle "dimissioni di Cecco Beppe" è per me la perfetta rappresentazione di quell'ironia, quel coraggio, quello spirito di squadra e sacrificio che danno (secondo il mio modesto parere) il sapore tipico della juventinità.

Rinnovo i complimenti e ricambio l'augurio di un sereno fine settimana. 

 

 

Panem nostrum cotidianum da nobis hodie," e sebbene il sottoscritto abbia avuto un " percorso didattico " di altra natura, anch'io fin dalla tenera età sono sempre stato attratto dalla " STORIA " in senso lato, fino al punto ( augurandomi di non essere irriverente ) di elevarla al ruolo di " PANE NOSTRO QUOTIDIANO " .

 

In compenso, in famiglia, ho un figlio laureato in " LETTERE CLASSICHE " .. e .. ca va sans dire .. " JUVENTINO "  ( e guai così non fosse stato : avrei immediatamente richiesto un esame del .. " DNA " ..  .ghgh ) 

 

Grazie del piacevole colloquio !  

 

Buona Domenica, .salve Stefano

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... tratto da " STORIE  DI  CALCIO  " : S T U P E N D O ..... non  .giornale leggerlo sarebbe ..... GRAVE PECCATO  MORTALE !

 

Quando il calcio andò in guerra: la tregua di Natale

calcio-guerra-tregua-3

 

«Per Natale saremo tutti a casa e festeggeremo la vittoria!» mi disse Stefan mentre firmava la lista dei volontari.
«Jawohl mein freund, e tutti insieme berremo birra e canteremo!» gli risposi facendo altrettanto.

 

A pensarci ora, non so se ridere o piangere. Il mio nome è Karl Aldag, soldato dell’Esercito Imperiale Germanico e, come molti miei coetanei, mi sono arruolato convinto che la guerra fosse una faccenda di poche settimane. Da quel giorno sono passati circa quattro mesi, quattro maledetti mesi rinchiusi in un solco nel terreno prendendo parte a un sadico gioco dove vince chi arriva dall’altra parte senza essere colpito. Come quando da piccolo ci divertivamo con un-due-tre-stella. Solo che ora non devi evitare la vista di chi conta, ma la pioggia di pallottole e granate. E se per caso ce la fai, il premio è una trincea piena di nemici: non c’è vittoria in un gioco del genere.

 

23 dicembre 1914, tardo pomeriggio. Siamo ancora qui, sotto l’acqua incessante e coi piedi risucchiati dal fango in una trincea che solca le Fiandre parallelamente a quella nemica, a 50 metri di distanza da noi. È così vicina che sentiamo le loro voci e la mattina, vento permettendo, possiamo intuire cosa stanno mangiando per colazione. Stranamente oggi si spara meno e più le ore passano più una quiete irreale avvolge la nostra zona, mentre da lontano continuano a tuonare fucili e cannoni. C’è troppo silenzio, forse è un trappola.

 

24 dicembre 1914. È l’alba e uno spettacolo incredibile sta accadendo davanti ai miei occhi: qualche inglese ci ha chiamato e qualcuno dei nostri dopo un’indecisione iniziale ha risposto.

 

«Come stai?»
«Tutto bene»
«Vieni qua, Fritz!»
«No. Se vengo lì, mi sparate»
«Non succederà. Vieni!»
«Non se ne parla»
«Vieni a prendere delle sigarette, Fritz!»
«No. Io vengo a metà strada e tu mi raggiungi»
«Ok!»  

 

 

calcio-guerra-tregua-1.jpg

 

 

Uno dei nostri, lentamente, ha scavalcato il parapetto ed è uscito dalla trincea. In mezzo alla Terra di Nessuno ha incontrato il soldato inglese, si sono stretti la mano e si sono scambiati quello che avevano: sigarette e formaggio. Sono senza parole. Dopo di lui, altri soldati da ambo le linee escono per incontrare il nemico e scambiare quello che hanno a portata di mano: vino, sigari, cibo eccetera

 

Passano le ore, la luce è svanita ma l’incredibile ancora sta accadendo. La nostra trincea è illuminata da candele poste su piccoli alberi di Natale e, a turno, le due linee intonano i canti della propria tradizione, seguiti da un applauso della controparte, il tutto mentre l’ultimo bollettino di guerra della giornata parla di centinaia di morti poco lontano da dove ci troviamo e di un nostro bombardamento aereo su Dover.

 

25 dicembre 1914, Natale. La tregua spontanea ci dà l’occasione per recuperare i corpi dei commilitoni caduti e onorarli con esequie e sepoltura. Nelle retrovie vengono arrangiati dei pranzi di Natale dentro le poche baracche che ci sono. Qui, in prima linea, quasi tutti sono usciti dalla trincea e ancora una volta sono andati incontro agli inglesi. Per festeggiare, noi prima abbiamo portato loro le nostre salsicce in cambio di sigarette, poi abbiamo intonato “God Save The King”. Nel frattempo avevamo scoperto un birrificio abbandonato poco distante, per cui, durante la giornata, qualcuno dei nostri si è presentato con due barili di birra, divisa tra i presenti mentre i soldati scozzesi suonavano le loro cornamuse.

 

Poi, di colpo, salta fuori un pallone da calcio. Silenzio generale. Come quando senza preavviso ti capita davanti una donna bellissima, e in quel momento quell’ammasso mezzo sgonfio di cuoio era indiscutibilmente la cosa più bella che c’era, il miglior regalo di Natale possibile. Non so chi l’avesse buttato in campo, ma non ci interessava. Rapidamente abbiamo fatto le squadre: noi, in grigio, da una parte e gli inglesi nelle loro uniformi khaki dall’altra. Di divise da gioco manco a parlarne. Il campo? La Terra di Nessuno, coperta da uno spesso strato di ghiaccio e occupata da circa cinquanta giocatori per parte. Le linee del campo? Tutti gli altri soldati. Le porte? Due elmi per terra; di certo non ci siamo fatti troppi problemi. Anche io ho giocato, dando il meglio che potevo: già non mi considero un maestro del gioco, in più gli scarponi ai piedi di certo non aiutano. Per fortuna non ero l’unico in quelle condizioni, anzi ero certo che fossimo tutti sulla stessa barca.

 

A un certo punto riusciamo a segnare il primo gol della partita e scoppia il delirio nelle nostre fila. Ci abbracciamo, urliamo, c’è chi canta e salta; gli avversari aspettano pazientemente che ci diamo una calmata e rimettono la palla a centrocampo. Via, si ricomincia. Gioco non bello da vedere, ma di sicuro il più possibile corretto e leale; se penso che solo tre giorni prima facevamo carte false per riuscire ad ammazzarne anche solo uno in più! 2-0! Ah, che vittoria stiamo costruendo! i tedeschi che battono gli inventori del gioco: qualsiasi cosa si tratti, noi la facciamo meglio! Oggi su un improvvisato campo da calcio, domani sul campo di battaglia! Siamo così euforici che il vento gelido che ci sferza la faccia non ci scalfisce minimamente.

 

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Ci pensano allora gli avversari, riportandoci coi piedi per terra con un gol in mischia: 2-1. Scheisse. Lo ammetto, subiamo il colpo: adesso l’inerzia è tutta dalla loro. Noi ci proviamo, ce la mettiamo tutta, ma non riusciamo a resistere e i khakis vanno a rete per la seconda volta. Non può essere così, non può finire così! Ci incoraggiamo a vicenda, c’è ancora tempo prima della fine. Passano i minuti e a poco a poco ci riprendiamo dallo sbandamento. Tempus fugit, diceva qualcuno, e in questo caso lo fa con particolare facilità. Improvvisamente con pochi rapidi tocchi partiamo in contropiede; io sono in difesa e posso solo spingere a voce i miei compagni verso la porta. Urlano anche gli inglesi, non capisco bene il perché ma sotto sotto non mi interessa: ci stiamo involando verso la porta avversaria! Trattengo il fiato, ci siamo! La palla, calciata maldestramente, scivolando e rimbalzando sul ghiaccio entra in porta! 3-2!

 

All’unisono tutti i presenti urlano, come fossero tutti dalla stessa parte, ci sono attimi di discussione sul rettangolo di gioco ma io mi tengo defilato, non mi voglio immischiare. Alla fine vedo che gli avversari riportano il pallone a centrocampo e il gioco finalmente riparte. Non fa in tempo a concludersi l’azione che uno dei nostri calcia la palla troppo alta facendola passare sopra la testa degli spettatori. La sua corsa si ferma contro le punte del filo spinato, le quali non possono far altro che trafiggere il cuoio. Finisce così la partita di Natale; in effetti un campo di battaglia non è precisamente il luogo più indicato per fare sport. Con nostro grande disappunto siamo costretti a far terminare la partita e allora cogliamo l’occasione per scambiare due parole con l’avversario: vengo avvicinato da uno di loro che mi stringe la mano e si complimenta per la vittoria. Poi si blocca, mi fissa e alla fine esclama: «Sì, bravi, ma l’ultimo gol era in fuorigioco…» 

 

 

calcio-guerra-tregua-366.jpg

 

 

(  Testo di Matteo Azzimonti )  

 

 

- NON HO PAROLE ... E PER UNO COME ME ... E' TUTTO DIRE ! 

 

- ALTRO NON MI RESTA DA FARE CHE AFFIDARMI ALL' ATAVICO, MA SEMPRE DI MODA ,  "  CHAPEAU  .salve !  "

 

 

 

 

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7 minuti fa, 29 MAGGIO 1985 ha scritto:

... tratto da " STORIE  DI  CALCIO  " : S T U P E N D O ..... non  .giornale leggerlo sarebbe ..... GRAVE PECCATO  MORTALE !

La magia del calcio, questa si che è una bellissima storia  @@

 

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1 ora fa, eternobianconero ha scritto:

La magia del calcio, questa si che è una bellissima storia  @@

 

Il " FOOT-BALL " , così come lo definivano e scrivevano i nostri avi, è aggregazione .. passione .. confronto .. sfida .. gioia e dolori,

è un " collante " della Società , è il " rifugio " a cui affidiamo le nostre speranze e le nostre disillusioni, è metaforica " Madre putativa "

dei nostri sogni, è " rivalsa " per le ingiustizie che la vita ci propina .... è una " SFERA DI CUOIO " che, nella sua capricciosa irrazionalità,

a volte ci lusinga e conforta ... altre ... ci inganna e ci tradisce. 

 

Peccato solo che, a tutte le latitudini, sia negli " STADI " che al " DI FUORI DI ESSI " ( tradotto : " Media " in generale ) ci siano dei miseri e squallidi individui il cui unico intento è solo quello di scientemente lordare ( con " atti grondanti di ignoranza e violenza " --- " parole intrise  di falsità e veleno " ---  " .scrittorescarabocchi mendaci e volutamente artefatti il  cui unico intento è quello di distorcere verità e giustizia " ) quello che da sempre, e per antonomasia, è il " GIUOCO  più seguito ed amato  all over the world ! " 

 

Buon proseguimento, Amico mio !  .salveStefano

 

 

 

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1 ora fa, 29 MAGGIO 1985 ha scritto:

... tratto da " STORIE  DI  CALCIO  " : S T U P E N D O ..... non  .giornale leggerlo sarebbe ..... GRAVE PECCATO  MORTALE !

 

Quando il calcio andò in guerra: la tregua di Natale

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«Per Natale saremo tutti a casa e festeggeremo la vittoria!» mi disse Stefan mentre firmava la lista dei volontari.
«Jawohl mein freund, e tutti insieme berremo birra e canteremo!» gli risposi facendo altrettanto.

 

 

 

Si, qualche anno fa ne hanno fatto anche un film: Joyeux Noel, una coproduzione anglo-franco-tedesca. ;)

 

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47 minuti fa, sol invictus ha scritto:

 

Si, qualche anno fa ne hanno fatto anche un film: Joyeux Noel, una coproduzione anglo-franco-tedesca. ;)

 

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Carissimo, Ti Ringrazio !

 

Quando ho letto la, a mio parere, splendida narrazione di cui sopra, non lo nego, qualcosa che rimandava a quell'episodio mi " frullava in testa ", ma non riuscivo

a " collocarlo "  ove e quando , e soprattutto, a mettere in fila e riordinare gli " imput " in me suscitati  da quella, seppur malinconica, ma piacevole e toccante lettura !

 

Ora, grazie a te, ho dipanato il " nodo gordiano " e ricaricato le mie, ormai, obsolete ed usurate " sinapsi cerebrali " ! 

 

Grazie per il tuo prezioso e gradito intervento ! 

 

Buon proseguimento, .salve Stefano ! 

 

 

p.s. - per chi fosse VERAMENTE interessato a quell'evento storico allego un più che esaustivo " riassunto del film " tratto da Wikipedia  ...   .ehm

 

La storia è incentrata prevalentemente su sei personaggi: Gordon (un tenente dei Royal Scots Fusiliers), Audebert (un tenente francese del 26º fanteria e riluttante figlio di un generale), Horstmayer (un ebreo tedesco ufficiale del 92º Fanteria); Palmer (un religioso scozzese, che lavora come barelliere) e il tenore tedesco Nikolaus Sprink e la sua compagna danese, il soprano Anna Sørensen (due famose stelle dell'opera). Il film inizia con scene di tre scolari - uno francese, uno inglese e uno tedesco - che nelle rispettive scuole pronunciano un discorso patriottico di lode del proprio Paese e di condanna del nemico. In Scozia, due giovani fratelli, Jonathan e William, si arruolano e partono per il fronte, seguiti dal loro parroco, padre Palmer, che diventerà cappellano militare. In Germania, Sprink viene interrotto durante una rappresentazione da un ufficiale tedesco che legge un appello con cui l'imperatore chiama tutti alle armi. Audebert guarda una fotografia di sua moglie incinta che egli ha dovuto lasciare in patria e si prepara ad uscire dalle trincee. Pochi giorni prima di Natale, le truppe scozzesi e francesi conducono un assalto combinato alle trincee tedesche in Francia. L'attacco provoca pesanti perdite da entrambe le parti, ma non interrompe la situazione di stallo della guerra di trincea. Uno dei fratelli scozzesi, William, viene ferito a morte durante l'attacco e suo fratello Jonathan è costretto ad abbandonarlo nella terra di nessuno durante la ritirata. Audebert, nella confusione, perde il portafogli (con la foto di sua moglie) nella trincea tedesca.

In Germania, Anna riesce a ottenere il permesso di esibirsi per il principe ereditario Guglielmo di Prussia e Sprink è autorizzato ad accompagnarla. Passano una notte insieme e poi inizia l'esibizione; Sprink esprime amarezza per il lusso in cui vivono i generali presso le loro sedi e decide di tornare al fronte a cantare per le truppe. Sprink, inizialmente, è contro la decisione di Anna di andare con lui, ma poco dopo accetta.

La tregua non ufficiale inizia quando gli scozzesi iniziano a cantare le canzoni tradizionali di Natale, accompagnate da cornamuse. Sprink e Sørensen arrivano sulla prima linea tedesca e Sprink canta per i suoi compagni. Non appena Sprink intona Stille Nacht, viene accompagnato da un suonatore di cornamusa della prima linea scozzese; Sprink risponde al suonatore ed esce dalla sua trincea con un piccolo albero di Natale cantando Adeste fideles.

Seguendo l'esempio di Sprink, gli ufficiali francesi, tedeschi e scozzesi si incontrano nella terra di nessuno e si accordano per una notte di tregua. I vari soldati si incontrano e si augurano l'un l'altro "Joyeux Noël", "Frohe Weihnachten" e "Merry Christmas"(cioè buon natale). Si scambiano cioccolato, champagne e le fotografie dei propri cari. Horstmayer restituisce ad Audebert il portafoglio, con la fotografia di sua moglie, perso durante l'attacco pochi giorni prima, e ricorda i giorni antecedenti alla guerra. Palmer e gli scozzesi celebrano una breve Messa per i soldati (in latino come era la prassi nella Chiesa cattolica, a quel tempo) e i soldati si ritirano profondamente commossi. Tuttavia, Jonathan rimane totalmente indifferente agli eventi intorno a lui, scegliendo di rimanere in lutto per il fratello. Il giorno di Natale gli ufficiali prendono un caffè insieme e decidono di "seppellire i loro morti il giorno in cui * è nato”. Il giorno seguente giocano una partita di calcio gli uni contro gli altri, mentre i comandanti decidono che è giunto il momento per tutti loro di andare per la loro strada.

I militari francesi, scozzesi, tedeschi ora devono affrontare le inevitabili conseguenze dai propri superiori. Non appena i tedeschi tornano alle loro trincee sotto il fuoco degli Alleati, Sprink e Anna tranquillamente rimangono con i francesi e chiedono ad Audebert di essere fatti prigionieri, in modo da restare insieme. Padre Palmer riceve l'ordine di ritornare nella sua parrocchia: nonostante abbia enfatizzato l'umanità e la buona volontà della tregua, il parroco viene rimproverato dal vescovo, che predica alle reclute un sermone anti-tedesco, in cui descrive i tedeschi come il male e ordina alle reclute di uccidere ognuno di loro. Padre Palmer ascolta la predica, poi si toglie la croce cristiana e se ne va.

Una volta tornato in trincea, un maggiore furioso (che si indigna per la tregua) ordina agli scozzesi di sparare a un soldato tedesco che sta entrando nella terra di nessuno, di passaggio verso le linee francesi. I soldati si rifiutano di ucciderlo e sparano un colpo di avvertimento sopra la testa del soldato. Tuttavia, il vendicativo Jonathan spara al tedesco, ferendolo mortalmente. Il soldato si rivela essere il francese Ponchel, aiutante di campo di Audebert, travestito da tedesco. Audebert, riconosciuto il suono familiare dell'orologio, si precipita a vedere Ponchel. Con le sue ultime parole, Ponchel rivela di aver ottenuto l'aiuto dei soldati tedeschi per visitare sua madre e di aver bevuto un caffè con lei. Egli informa, inoltre, Audebert che ha un figlio di nome Henri.

Come punizione Audebert viene inviato a Verdun, dove riceve una lavata di capo dal padre, un generale. Il giovane Audebert rimprovera suo padre, affermando di non provare alcun rimorso per la fraternizzazione al fronte ed esprime anche il suo disgusto per i civili e per i superiori che parlano di sacrificio, ma non sanno nulla della lotta in trincea. Egli informa anche il generale della nascita di suo nipote Henri; il generale auspica che entrambi tentino di sopravvivere a questa guerra anche per lui. Horstmayer e le sue truppe, che sono confinati in un treno, vengono informati dal principe ereditario che sono destinati ad essere spediti al fronte orientale, senza il permesso di vedere le loro famiglie. Quest'ultimo, prima di andarsene, calpesta l'armonica di Horstmayer. Mentre il treno parte, i tedeschi iniziano a canticchiare una "carol" scozzese che hanno imparato

 

 

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1 ora fa, regina ha scritto:

Dirti grazie è poco, mi sono commossa!

Cara Amica, grazie a te per aver letto .. partecipato .. gradito ! 

 

La tua presenza , come al solito, è a me assai gradita ! 

 

Sei veramente ( troppo ) gentile ! 

 

Non lo nego, ma alcune " esposizioni " di questa narrazione, hanno commosso anche il sottoscritto ! 

 

Cordialmente, .salveStefano

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23 maggio 1915: il calcio va alla guerra

23 maggio 1915: la Prima Categoria, antesignana di quella che oggi conosciamo come la Serie A, si avvia alle sue battute conclusive. Il Genoa, dominatore dei primi campionati pionieristici, si trova per la prima volta dopo dieci anni a un passo dalla conquista del titolo di campione nazionale.

 

Si prepara ad ospitare il Torino secondo, gli basterà un pari per tornare ad essere il club più forte d’Italia. Poi, improvvisamente, tutto si ferma.

 

“Poi accadde qualcosa che nessuno aveva mai visto succedere: gli arbitri, trasfigurati in gravi banditori dei tempi andati, presero la parola all’unisono sui diversi campi per annunciare al pubblico, desideroso più che mai di distrazioni, e ai giocatori attoniti, che la festa era finita.

 

Diedero pubblica lettura, le giacchette nere, del comunicato col quale la Federazione Italiana Giuoco Calcio deliberava la sospensione immediata dei tornei di ogni ordine e grado in vista dell’entrata in guerra contro l’Austria-Ungheria.

All’inizio la gente non capì che nel provvedimento erano incluse anche le partite del pomeriggio, e iniziò a realizzare cosa stava succedendo solo quando gli arbitri, da Nord a Sud, rientrarono negli spogliatoio portando con sé i palloni.” [1]

Dal campo alla trincea

L’Italia, dopo aver mantenuto a lungo la propria neutralità, si era decisa ad entrare in guerra e il giorno dopo, il 24 maggio, dichiarava ufficialmente la propria ostilità all’Austria. Scoppiava così la Prima Guerra Mondiale anche per noi, un conflitto tremendo, che non avrebbe risparmiato dolore e sofferenze ad un Paese che si era illuso che il tutto sarebbe durato poco.

Essendo il calcio ancora un gioco e poco più in tutto il pianeta, non pochi furono i Paesi che videro i propri primissimi eroi del football perire in guerra al fianco di persone comuni: l’Inghilterra, patria del gioco che stava conquistando lentamente tutto il globo, pagò con la decimazione di intere squadre, arruolatesi tutte insieme nei famosi “Pals Battalion“, reggimenti dove in cambio dell’adesione volontaria avevi la garanzia che avresti combattuto insieme ai tuoi amici.

Anche in Italia scomparvero numerosi calciatori, tra cui numerosi assi dell’epoca, figure storiche e indimenticabili senza le quali l’intera storia del football italiano sarebbe stata completamente diversa  

 

 

Anche l’inglese James Spensley, figura chiave del calcio italiano come dello scautismo e della beneficenza, cadde, pur se lontano dall’Italia. Arruolatosi volontario per il proprio Paese, aveva continuato a svolgere in guerra la professione quotidiana di medico, e per questo era stato ferito gravemente, mentre si accingeva a soccorrere un soldato nemico in fin di vita.

Morì nella fortezza di Magonza per le ferite riportate, e anche se si trattava di un soldato straniero il calcio italiano lo pianse come il padre fondatore del foot-ball sui nostri lidi, riconoscendone l’importanza fondamentale nello sviluppo della disciplina: uomo estremamente generoso, quel che guadagnava lo utilizzava per sfamare i bambini orfani di Genova, e si era battuto con i suoi soci inglesi per far si che il gioco fosse permesso anche agli italiani. 

 

Una follia da non dimenticare

In guerra cadde come tanti, troppi, ma quanto fatto in vita gli ha permesso di restare per sempre nel cuore degli appassionati come noi, che oggi, esattamente un secolo dopo, vogliamo ricordare quel giorno nefasto per rendere omaggio a chi di quella conseguenza di eventi è stato vittima. ( si parla di JAMES SPENSLEY, figura che, lo .paceebene confesso, conoscevo solo per il fatto per essere stato il " DEUS EX MACHINA " del " GENOA CRICKET and FOOTBALL CLUB " ma, da ciò che ci narrano le " Cronache dell'Epoca ", non sapevo che fosse stato un UOMO di GRANDISSIMO SPESSORE, SIA UMANO CHE PROFESSIONALE, ANCHE E SOPRATTUTTO AL DI LA' DEL TERRENO DI GIOCO ! " ) 

 

 

Camminando, tra la folla, alle partite di calcio e in guerra, i profili si fanno vaghi; le cose reali divengono irreali e una nebbia si distende sul cervello.

Tensione ed eccitamento, stanchezza, movimento, tutto si perde in un gran sogno grigio, così che, quando è finito, è difficile ricordare come fu quando si sono uccisi degli uomini o si è dato l’ordine di ucciderli.

Quindi gli altri che non c’erano vi dicono com’è andata e voi rispondete vagamente: “Già, dev’essere proprio stato così.”

 

........ Qualche mese dopo moriva un altro socio fondatore della Juventus, Luigi Forlano, bersagliere: in carriera aveva giocato anche per il Milan, segnando il primo gol nella storia dei “derby della Madonnina”. Un sadico e cinico destino gli avrebbe poi portato via anche il figlio Bruno, giovane di belle speranze nel Novara caduto nella Campagna di Russia, durante la seconda guerra mondiale.

 

 

 

 

( tratto da " Uomini nel Pallone "  - Storie di Uomini e Calcio - a firma Simone Cola - 29 0ttobre 2015 )

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Risultato immagini per MANIFESTO JUVENTUS DI DOMENICO DURANTE"
 
E per " alleggerire "   e   " stemperare " un po' il nostalgico e  dolente " RICORDO " che ci lega a coloro che avevano la " J U V E N T U S " nel cuore e che persero la Vita e rimasero gravemente feriti e/o menomati in quei tragici e cruenti scontri, sperando di farvi cosa gradita, quale ultima immagine di questo nostro viaggio a ritroso nella infinita " LEGGENDA BIANCONERA ", vi porgo la splendida ed emotivamente assai intensa immagine di cui sopra ! 
 
Si tratta di un " PREGEVOLE MANIFESTO D'EPOCA " ... a firma ... Durantin .... pensato e realizzzato con l'intento di " Pubblicizzare le partite della JUVENTUS F.C. 1897 " ! 
 
" Durantin " altro non era che lo pseudonimo di DOMENICO MARIA DURANTE ( alcuni, non so il perchè, lo citano anche come Luigi ) calciatore di ruolo " Portiere " , e nel contempo, Pittore / Artista di buon livello ! 
 
Si " aggregò " alla Juventus  alla fine del 1899 ... e sebbene dal 1910 al 1912 le sue presenze in campo furono assai rare ( qualche amichevole ed 1 sola " partita ufficiale " ) restò legato all'ambiente bianconero ! 
 
Fu il portiere del nostro primo " Scudetto ", e cioè, quello del 1905 !
 
Proveniente da " famiglia altolocata ", stando alla cronaca, è passato alla storia anche per un paio di  " peculiarità " :
 
- era " assai attivo " nel manifestare il suo " dissenso " quando riteneva che la tale o talaltra decisione arbitrale fosse ingiusta ed iniqua, sia per la sua squadra in generale, che per lui in quella che era la sua veste di portiere ( si narra che quando il pallone era lontano dalla sua porta era solito esternare tutto il suo disaccordo agli spettatori discutendo animatamente con essi che, tra l'altro, erano separati dal terreno di gioco solo da una corda tesa ! ) 
 
- ed inoltre, " vox populi " ci ha tramandato una consuetudine e/o vezzo che dir si voglia riservato a pochi eletti : sembra che ( e l'ho letto più e più volte ) tra il primo ed il secondo tempo del match il " buon e valido Domenico " ristorasse anima e corpo con qualche " Flute di   .salute   Champagne "  
 
" Appese le scarpe da gioco al classico - chiodo - ", tra l'altro, divenne collaboratore di  " HURRA' , il primo notiziario" Ufficiale " di un Club Calcistico Italiano ... che venne alla " Luce " nel 1915  per tenere i contatti tra la JUVENTUS ed i NUMEROSI SOCI IMPEGNATI AL FRONTE  NEL CORSO DELLA  " GRANDE GUERRA " ! 
 
 
COLGO L'OCCASIONE PER RINGRAZIARE TUTTI .. NESSUNO ESCLUSO .. COLORO CHE HANNO INTESO MANIFESTARE IL LORO GRADIMENTO PER QUESTA " ASSAI PARTICOLARE NARRAZIONE "  e/o CHE HANNO ATTIVAMENTE PARTECIPATO MANIFESTANDO IL LORO PENSIERO ! 
 
A Dio piacendo, se vorrete, ci ritroveremo in " UN'ALTRA PAGINA "  della nostra  " INEGUAGLIATA STORIA ! " 
 
Cordiali Saluti, .salveStefano !
 
 

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... AND ... THE LAST ... BUT NON THE LEAST , lo .paceebene confesso, in me continua ad angosciarmi ed affliggermi un intimo e profondo cruccio che, 

ciò che ora andrò a proporvi, ancor più acuisce ed accresce il mio rammarico per l'impossibilità di avere notizie ed informazioni più precise e dettagliate inerenti quella " LAPIDE " ( alla quale ho fatto più volte accenno in questa narrazione) sulla quale sono riportati i NOMI di 170 .. diconsi .. "CENTOSETTANTA UOMINI/RAGAZZI " CHE, IN UN MODO O NELL' ALTRO, ERANO DIRETTAMENTE LEGATI ALLA " JUVENTUS F.C. " ! 

 

 uum Ed a cosa mi sto riferendo ? A quanto riportato da Sergio Donna, il 2 Agosto 2018, su " Piemonte Top News " nel seguente approfondimento .ehm

Cento anni fa: dalle casacche azzurre al grigioverde, dai campi di calcio alla trincea

piacevole ed interessante .giornale  lettura dalla quale mi permetto di estrapolare solo un breve stralcio in quanto molti appunti presenti in questo articolo sono già stati trattati In questa nostra metaforica immersione in quelli che furono quei tragici e funesti anni

 

 

E il Football Club Torino? Il suo tributo fu pesantissimo. Su questo tema, ci viene in aiuto il libro di Gian Carlo Morino Il Fila, edizioni Priuli  & Verlucca, Torino, 2017, che è una fonte di informazioni davvero preziosa ed esaustiva. In esso si legge che al Filadelfia, “sulla sommità della scala centrale di accesso alla Tribuna centrale era posta una targa a ricordo dei giocatori granata caduti durante la Prima guerra mondiale”. Quella targa è stata successivamente asportata e sostituita con una nuova lapide dedicata agli Immortali caduti a Superga nel 1949. Morino ha condotto un’attenta ricerca, sfogliando giornali e riviste d’epoca, e i necrologi commemorativi dei caduti pubblicati dal FC Torino. Così che oggi è nuovamente possibile ricomporre quel tragico elenco di nomi pubblicato sulla lapide: Amilcare Bardi; Pierino Berra; Leopoldo Bertagnoli: Ademaro Biano; Ettore Biano; Alessandro Brunelli; Pier Luigi Caldelli; Ettore Campioni; Annibale Del Piano; Gino Goggio; Francesco Marchisio; Ferdinando Motta; Guglielmo Peani; Giuseppe Sacco; Domenico Testa.

 

uum Ora, io mi chiedo mi domando, com'è possibile che da allora , correva l'ANNO 1920, esattamente il 10 GENNAIO, QUANDO LA LAPIDE " ALLA MEMORIA " di quelle " 170 PERSONE " FU  APPOSTA SULLE PARETI DELLO " STADIO DI CORSO SEBASTOPOLI " ( 1908 - 1922 )  NESSUNO, MA PROPRIO NESSUNO, ABBIA PIU' AVUTO E/O TENTATO DI REPERIRE NOTIZIE IN MERITO QUELLA PREZIOSISSIMA " TESTIMONIANZA DELL'ESTREMO SACRIFICIO " DI UOMINI CHE AVEVANO LA JUVE NEL CUORE ? 

 

PER L'ENNESIMA VOLTA " RIBADISCO E RILANCIO UN APPELLO " AFFINCHE' CHI HA TEMPO .. PASSIONE .. POSSIBILITA' ( specie se risiede a Torino e dintorni ) SI ATTIVI PER, NEI LIMITI DEL POSSIBILE, PER REPERIRE NOTIZIE PIU' PRECISE IN MERITO ! 

 

Qualcuno mi potrebbe obiettare : uum E se la " Lapide" fosse stata distrutta ? Guai così fosse : sarebbe stato un gesto da veri e propri scellerati !

 

Come da quanto riportato qui .mandrillaccio sopra, sebbene l'elenco sia assai più ridotto rispetto al nostro, ci sono riusciti quelli del TORO ... E NOI ... A COMINCIARE DALLA NOSTRA SOCIETA' .... uum cosa aspettiamo ... che si arrivi ad una ennesima Guerra Mondiale ? 

 

Certo, ci vogliono " Pazienza e Determinazione "  ( so solo io, nel mio" piccolo ", quanto è stato " arduo " mettere insieme nomi ed accadimenti che rimandano a quei Drammatici eventi ) ma se intimamente e fortemente avvertiamo  " Profondo Affetto ed Intenso Interesse per la Vecchia Signora " da qualche parte, non importa come, questa " Nobile Ricerca " va iniziata ..... .sisi 

 

E ripeto e riconfermo : se qualcuno avesse qualche seppur minima informazione in merito non esiti a segnarla , se lo riterrete opportuno ad inserirla in questa discussione !

 

Grazie in anticipo e scusate per il disturbo ! 

 

.salve Stefano

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