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Kobayashi

Aluko saluta la Juventus: contro la Fiorentina la sua ultima partita

Post in rilievo

dichiarazioni deliranti di una persona evidentemente facilmente manipolabile dal lavaggio del cervello che viene praticato dalla maggior parte dei media

 

per favore non tornare neanche per le ferie, le coste e il mare della GB sono una meraviglia, attenta a non farti accoltellare a Londra

 

 

 

 

 

 

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1 ora fa, Carlitos841 ha scritto:

Concordo con il tuo post, permettimi solo una annotazione sulla parte in grassetto, visto che sono un expat da molti anni ormai.

 

E' vero, quando si é all'estero o in generale fuori da casa si tende a fare comunella (diciamo cosi) con due tipologie di persone:

 

1) Con expat stessi che condividono la tua stessa situazione

2) Con gente che parla la stessa lingua

 

Ma questo perché integrarsi in un paese straniero con le persone locali é piú difficile, piú che altro perché queste ultime hanno giá la loro vita e i loro impegni.

 

Ovviamente questo dipende da paese a paese. Solitamente quelli del sud Europa sono un po piú calienti e ospitali, purtroppo é vero che in Italia l'uso dell'inglese é cosi limitato che de facto uno straniero deve imparare la lingua italiana per integrarsi bene (e la lingua italiana é una lingua difficilissima).

 

Questo per dire che un po capisco la situazione che ti ho evidenziato in grassetto.

 

Per il resto quoto tutto. Io sono e saró sempre contro il razzismo, odio il clima attuale di odio e razzismo in Italia (siamo tutti fratelli), e la cosa mi fa stare male, perché ogni volta che torno in Italia per un po di vacanze non faccio altro che sentire frasi di disprezzo contro chi non si conosce solo perché ha il colore della pelle diverso.

 

Peró in questo caso mi sembra che il caso della signora Aluko sia molto, ma molto esagerato, molte mi sembrano delle scuse. I cani negli aeroporti ci sono sempre stati, anzi piú di qualche volta mi é capitato di essere perquisito in dogana per via dei miei frequenti viaggi negli States, ma non ho mai pensato qualcosa di male come lo pensa la signora.

 

Torino é una bellissima cittá (ci ho studiato e vissuto per 11 anni, e tutt'ora vengo spesso inanzitutto per la Juve), ovvio che non si potesse aspettare una metropoli cosmopolita come Londra, quindi sinceramente fatico a capire cosa voglia dire.

 

Il resto della lettera per me é un grande boh .offeso

 

Se davvero ha avuto questa percezione mi spiace e le auguro buona fortuna.

diciamo anche che la signora vive in un ambiente diverso da quello tipico degli expat medi, le stesse italiane sono quasi tutte di fuori Torino/Piemonte (a suo modo sono expat pure loro) e diverse hanno fatto anche esperienze all'estero, lo stesso lavoro poi è un attività internazionale per definizone tra amichevoli, coppe, nazionali, sponsor, media. Da instagram mi pare di avere capito che poi, vedasi l'esempio Salvai-Ekroth, durante i ritiri/trasferte cerchino di abbinare una italiana ad una straniera, proprio per incentivare l'integrazione.

 

diciamo anche che, a differenza dell'expat medio che va all'estero per fare un lavoro normale che è per sua natura stabile e stanziale, l'essere una calciatrice professionista ti porta a dover cambiare squadra/città con una certa frequenza ergo una certa flessibilità e la volontà di ambientarsi dovrebbero far parte del concetto stesso di professionalità, che non è solo prendere soldi per tirare calci ad un pallone.

 

sia le ekroth che questa sono due anagraficamente nella parte calante della carriera e fino all'arrivo alla Juve avevano sempre giocato in patria, magari pure nella città di cui sono originarie o poco ci manca. Ambiscono ad essere equiparate in tutto e per tutto agli uomini ma la sensazione è che di strada a livello di mentalità l'ambiente femminile debba ancora farne parecchia, a partire magari proprio da chi come la Aluko ne è una delle esponenti più mediaticamente in vista.

 

magari poi pensano anche che il calcio femminile in italia sia più arretrato che a casa loro e quindi per il solo fatto di essere straniere debbano essere portate in palmo di mano e vivere di rendita, poi scoprono che il mondo è un po' più complesso e nessuno gli regala nulla e da qui frustrazione e risentimento.

 

poi c'è questa nuova moda, spesso paracula, per cui ci si riempe la bocca con grande nonchalance con termini quali razzismo, sessismo, maschilismo, per cui ogni qual volta c'è qualcosa che urta la tua sensibilità è perchè il cattivone di turno è per l'appunto un uomo o la società in generale che è razzista, maschilista ecc. a volte è effettivamente così, ma molto spesso è solo il normale attrito che il mondo pone nei confronti della vita di chiunque. solo che se sei maschio, etero e bianco non hai diritto a  fare la vittima e lo vedi per quello che è, tutti le altre categorie invece hanno assunto negli ultimi anni un istinto pavloviano e paraqulo all'ergersi vittima anche quando non lo si è manipolando la realtà delle cose. e fare leva su questa manipolazione per fare carriere o ottenere cose che non meriterebbero. insomma, siamo al razzismo al contrario.

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Oltre che tirchi, sono anche sfortunati nella scelta delle giocatrici straniere: quella che arriva cercando di fare la dieta e portandosi dietro la fidanzata e facendola assumere, quella che pensava di fare la modella, poi l’attivista dei diritti umani e sociali...

Mai nessuna che venga per giocare a pallone, poveri loro

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24 minuti fa, Mark Caltagirone ha scritto:

diciamo anche che la signora vive in un ambiente diverso da quello tipico degli expat medi, le stesse italiane sono quasi tutte di fuori Torino/Piemonte (a suo modo sono expat pure loro) e diverse hanno fatto anche esperienze all'estero, lo stesso lavoro poi è un attività internazionale per definizone tra amichevoli, coppe, nazionali. Da instagram mi pare di avere capito che poi, vedasi l'esempio Salvai-Ekroth, che durante i ritiri/trasferte cerchino di abbinare una italiana ad una straniera, proprio per incentivare l'integrazione.

 

diciamo anche che, a differenza dell'expat medio che va all'estero per fare un lavoro normale che è per sua natura stabile e stanziale, l'essere una calciatrice professionista ti porta a dover cambiare squadra/città con una certa frequenza ergo una certa flessibilità e la volontà di ambientarsi dovrebbero far parte del concetto stesso di professionalità, che non è solo prendere soldi per tirare calci ad un pallone.

 

sia le ekroth che questa sono due anagraficamente nella parte calante della carriera e fino all'arrivo alla Juve avevano sempre giocato in patria, magari pure nella città di cui sono originarie o poco ci manca. Ambiscono ad essere equiparate in tutto e per tutto agli uomini ma la sensazione è che di strada a livello di mentalità l'ambiente femminile debba ancora farne ancora parecchia, a partire magari proprio da chi come la Aluko ne è una delle esponenti più mediaticamente in vista.

 

magari poi pensano anche che il calcio femminile in italia sia più arretrato che a casa loro e quindi per il solo fatto di essere straniere debbano essere portate in palmo di mano e vivere di rendita, poi scoprono che il mondo è un po' più complesso e nessuno gli regala nulla e da qui frustrazione e risentimento.

 

poi c'è questa nuova moda, spesso paracula, per cui ci si riempe la bocca con grande nonchalance con termini quali razzismo, sessismo, maschilismo, per cui ogni qual volta c'è qualcosa che urta la tua sensibilità è perchè il cattivone di turno è per l'appunto un uomo o la società in generale che è razzista, maschilista ecc. a volte è effettivamente così, ma molto spesso è solo il normale attrito che il mondo pone nei confronti della vita di chiunque. solo che se sei maschio, etero e bianco non hai diritto a  fare la vittima e lo vedi per quello che è, tutti le altre categorie invece hanno assunto negli ultimi anni un istinto pavloviano e paraqulo all'ergersi vittima anche quando non lo si è. e fare leva su questo per fare carriere o ottenere cose che non meriterebbero. insomma, siamo al razzismo al contrario.

Come non darti ragione! Si cavalca il finto moralismo e perbenismo per ottenere vantaggi del tutto personali! Siamo una società eticamente e moralmente allo sbando!

Comunque sempre un piacere leggere i tuoi post!

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Sul corriere c'è scritto che entrando in un minimarket le è stato chiesto di lasciare lo zaino all'ingresso. Per esperienza personale, usando lo zaino, è capitato anche a me in diversi supermercati (bennet, carrefour, coop...).

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8 minuti fa, ghappyBN ha scritto:

Sul corriere c'è scritto che entrando in un minimarket le è stato chiesto di lasciare lo zaino all'ingresso. Per esperienza personale, usando lo zaino, è capitato anche a me in diversi supermercati (bennet, carrefour, coop...).

"Un giorno a Torino sono entrata in un minimarket sotto casa. Appena ho iniziato a fare la spesa, ho sentito una donna chiedermi se potevo lasciare il mio zaino all'ingresso. Lì per lì non avevo capito e ho continuato con la spesa: un pacco di pasta, un vasetto di pesto. Notando nel frattempo che nessun cliente aveva lasciato le borse all'ingresso (...). Allora sono andata dalla donna e le ho detto: “Vedo che non ci sono altre borse all'ingresso e ci sono altre persone nel negozio. Perché mi ha chiesto di lasciare il mio zaino qui?”. Lei ha risposto: “È la regola del negozio”. Ho replicato: “No, no, no, non è la regola. Lei pensava che io volessi rubare la pasta e il pesto”. Poi le ho mostrato il logo della Juventus sul mio zaino e le ho spiegato che è la squadra in cui gioco. E solo a quel punto lei ha realizzato che non avrei rubato niente. “Oddio, mi dispiace tanto”. Ma per me non era abbastanza. Le ho detto: “Ascolti, lei non può fare una cosa del genere. Ci saranno tante altre persone che verranno qui e non saranno della Juventus, ma meritano di essere trattate come ogni altro cliente”. Era mortificata. Ma ve lo garantisco: se un’altra ragazza nera entrerà in quel negozio, una cosa del genere non le succederà più"

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4 minuti fa, Broke. ha scritto:

"Un giorno a Torino sono entrata in un minimarket sotto casa. Appena ho iniziato a fare la spesa, ho sentito una donna chiedermi se potevo lasciare il mio zaino all'ingresso. Lì per lì non avevo capito e ho continuato con la spesa: un pacco di pasta, un vasetto di pesto. Notando nel frattempo che nessun cliente aveva lasciato le borse all'ingresso (...). Allora sono andata dalla donna e le ho detto: “Vedo che non ci sono altre borse all'ingresso e ci sono altre persone nel negozio. Perché mi ha chiesto di lasciare il mio zaino qui?”. Lei ha risposto: “È la regola del negozio”. Ho replicato: “No, no, no, non è la regola. Lei pensava che io volessi rubare la pasta e il pesto”. Poi le ho mostrato il logo della Juventus sul mio zaino e le ho spiegato che è la squadra in cui gioco. E solo a quel punto lei ha realizzato che non avrei rubato niente. “Oddio, mi dispiace tanto”. Ma per me non era abbastanza. Le ho detto: “Ascolti, lei non può fare una cosa del genere. Ci saranno tante altre persone che verranno qui e non saranno della Juventus, ma meritano di essere trattate come ogni altro cliente”. Era mortificata. Ma ve lo garantisco: se un’altra ragazza nera entrerà in quel negozio, una cosa del genere non le succederà più"

Sì è proprio questo il riferimento. Succede anche a me, infatti non entro più con lo zaino, lo lascio in macchina. Volevo solo riportare la mia esperienza perchè questo non penso sia un caso di razzismo, è un pregiudizio su chi porta lo zaino ed è anche fastidioso.

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1 minuto fa, ghappyBN ha scritto:

Sì è proprio questo il riferimento. Succede anche a me, infatti non entro più con lo zaino, lo lascio in macchina.

Nel portabagagli, spero. 

Se no passa Aluko, lo vede, rompe il vetro e lo ruba .ghgh

 

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13 minuti fa, ghappyBN ha scritto:

Sì è proprio questo il riferimento. Succede anche a me, infatti non entro più con lo zaino, lo lascio in macchina. Volevo solo riportare la mia esperienza perchè questo non penso sia un caso di razzismo, è un pregiudizio su chi porta lo zaino ed è anche fastidioso.

Piú di qualche volta a Torino mi é capitato, durante gli anni universitari, di dover fare la spesa con lo zaino dopo le lezioni.

 

Una volta mi hanno fermato in 3 pensando che stessi rubando e mi hanno costretto ad aprire lo zaino, in cui ovviamente non c'era niente se non dispense universitarie.

 

Concordo infatti col fatto che sia un pregiudizio, qui in Olanda non mi é mai capitato, anzi, col fatto che tutti vanno in bici da queste parti, fare la spesa con lo zaino é la normalitá. Ma immagino si tratti soltanto di cultura differente, in cui ci si fida molto del prossimo.

 

 

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27 minuti fa, ghappyBN ha scritto:

Sul corriere c'è scritto che entrando in un minimarket le è stato chiesto di lasciare lo zaino all'ingresso. Per esperienza personale, usando lo zaino, è capitato anche a me in diversi supermercati (bennet, carrefour, coop...).

A me, è capitato addirittura con un ombrello....Senza contare le volte che mi hanno chiesto di aprire il giaccone per vedere se avevo occultato qualcosa.....

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2 minuti fa, Broke. ha scritto:

"Un giorno a Torino sono entrata in un minimarket sotto casa. Appena ho iniziato a fare la spesa, ho sentito una donna chiedermi se potevo lasciare il mio zaino all'ingresso. Lì per lì non avevo capito e ho continuato con la spesa: un pacco di pasta, un vasetto di pesto. Notando nel frattempo che nessun cliente aveva lasciato le borse all'ingresso (...). Allora sono andata dalla donna e le ho detto: “Vedo che non ci sono altre borse all'ingresso e ci sono altre persone nel negozio. Perché mi ha chiesto di lasciare il mio zaino qui?”. Lei ha risposto: “È la regola del negozio”. Ho replicato: “No, no, no, non è la regola. Lei pensava che io volessi rubare la pasta e il pesto”. Poi le ho mostrato il logo della Juventus sul mio zaino e le ho spiegato che è la squadra in cui gioco. E solo a quel punto lei ha realizzato che non avrei rubato niente. “Oddio, mi dispiace tanto”. Ma per me non era abbastanza. Le ho detto: “Ascolti, lei non può fare una cosa del genere. Ci saranno tante altre persone che verranno qui e non saranno della Juventus, ma meritano di essere trattate come ogni altro cliente”. Era mortificata. Ma ve lo garantisco: se un’altra ragazza nera entrerà in quel negozio, una cosa del genere non le succederà più"

A Londra il sindaco Khan abolì i controlli della polizia (misura detta stop and search) sulle attività delle gang perché colpivano in maniera sproporzionata persone di colore. Il risultato è che ha dovuto reintrodurli dopo che gli accoltellamenti sono raddoppiati. La Aluko dovrebbe capire che se i giapponesi si rendessero protagonisti di furti sopra la media, ci sarebbe più attenzione verso di loro. Negli Stati Uniti (che hanno i neri da secoli) da poco i supermercati hanno dovuto abolire misure anti-furto extra su prodotti cosmetici dedicati ai neri, che usano tante lozioni. I padroni del supermercato attuavano quella politica perché odiano i neri? No. Semplicemente perché secondo i dati erano i prodotti più a rischio furto.

 

Non aiuta il fatto che i leader neri da anni si battano per depenalizzare il furto nei grandi negozi perchè secondo loro, visto che c'è l'assicurazione sul furto, rubare a chi è assicurato non causa alcun danno. I vari Sharpton, Jesse Jackson, la parlamentare Maxine Waters non arrivano a capire che il costo delle polizze aumenta in relazione ai furti subiti. Spesso le assicurazioni (che mirano a stare sul mercato non al razzismo) si rifiutano di assicurare le attività commerciali in determinati quartieri. Questo provoca che in posti come sud est Chicago ci sia il deserto commerciale ed i neri siano costretti a percorrere 10 chilometri per procurarsi una bottiglia di liquore.

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2 minuti fa, Carlitos841 ha scritto:

Piú di qualche volta a Torino mi é capitato, durante gli anni universitari, di dover fare la spesa con lo zaino dopo le lezioni.

 

Una volta mi hanno fermato in 3 pensando che stessi rubando e mi hanno costretto ad aprire lo zaino, in cui ovviamente non c'era niente se non dispense universitarie.

 

Concordo infatti col fatto che sia un pregiudizio, qui in Olanda non mi é mai capitato, anzi, col fatto che tutti vanno in bici da queste parti, fare la spesa con lo zaino é la normalitá. Ma immagino si tratti soltanto di cultura differente, in cui ci si fida molto del prossimo.

 

 

Non ne faccio una colpa ai proprietari dei negozi o ai commessi: più di una volta ho assistito a persone sorprese a rubacchiare capi di abbigliamento o cosmetici occultandoli nei posti più impensabili

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1 minuto fa, atlante68 ha scritto:

Non ne faccio una colpa ai proprietari dei negozi o ai commessi: più di una volta ho assistito a persone sorprese a rubacchiare capi di abbigliamento o cosmetici occultandoli nei posti più impensabili

La maggior parte dei supermercati chiude per i furti. Le catene hanno margine basso e mettono in conto già di perdere il 2 per cento del valore della loro merce per furto. Se arrivi al 3-4 per cento c'è la chiusura che causa la perdita di decine di posti di lavoro.

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7 minuti fa, atlante68 ha scritto:

Non ne faccio una colpa ai proprietari dei negozi o ai commessi: più di una volta ho assistito a persone sorprese a rubacchiare capi di abbigliamento o cosmetici occultandoli nei posti più impensabili

Si si purtroppo i ladri esistono ed esisteranno sempre uum quindi capisco il loro punto di vista, piú che altro sono i modi che lasciano a volte un po a desiderare.

 

In quel caso mi avevano fermato in 3, manco avessi fatto una rapina a mano armata .chebotta

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1 minuto fa, Carlitos841 ha scritto:

Si si purtroppo i ladri esistono ed esisteranno sempre uum quindi capisco il loro punto di vista, piú che altro sono i modi che lasciano a volte un po a desiderare.

 

In quel caso mi avevano fermato in 3, manco avessi fatto una rapina a mano armata .chebotta

Hai ragione sui modi. Alcuni della vigilanza si comportano in modo alquanto arrogante

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4 ore fa, carasau68 ha scritto:

 

ecco, non solo ci siamo beccati le fandonie di questa signorotta viziata, ora pure la sindaca che le dà ragione....complimenti itaglia, queste sono le istituzioni che invece di fare il loro mestiere e difendere l'onorabilità dei cittadini, vanno a fare i ruffiani coi benpensanti del political correct.

 

Forse alla signora appendino bisognerebbe spiegare che, per esempio, anche per entrare allo stadio ti controllano i documenti e ti perquisiscono.... anche se ti ferma la municipale per strada ti fa aprire il bagagliaio.... anche se prelevi tanti soldi (tuoi) in banca in contanti sei segnalato alle autorità.... e tutto questo anche se sei bianco, biondo, rosso, moro, con gli occhi verdi, blu  o castani....

 

per quel che riguarda la storia dei negozi mi sono già espresso... se qualcuno ha le manie di persecuzione esistono ottimi psicologi che possono aiutare a superare il problema 

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5 ore fa, leoforzajuve ha scritto:

Bravo a cogliere quello che voleva dire, ora se hai il suo stesso impatto mediatico prova a farlo capire agli altri.

no, non ho interpretato quello che voleva dire, ho semplicemente tradotto quello che ha scritto. Ripeto: se avesse detto "Torino fa schifo come città, non posso fare shopping come vorrei, non mi offre niente, Milano o Londra sono10 volte meglio", allora commenteremmo quello. Ma non lo ha detto. E lo evidenziavo.

5 ore fa, leoforzajuve ha scritto:

Perché se scrivi Aluko oggi su Google, su Twitter, ovunque on line appare il trinomio Aluko, Turin, Racism? 

guarda, sull'esperienza personale vissuta da una persona, nera, nè io nè te, possiamo commentare. Sull'esperienza personale vissuta da una persona, nera, che si è sentita oggettivamente discriminata, non possiamo. E nemmeno, in quanto bianchi, possiamo comprenderlo. Bisogna solo metterci un punto, riflettere e cercare di far meglio.

 

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3 minuti fa, Leonardo. ha scritto:

 

guarda, sull'esperienza personale vissuta da una persona, nera, nè io nè te, possiamo commentare. Sull'esperienza personale vissuta da una persona, nera, che si è sentita oggettivamente discriminata, non possiamo. E nemmeno, in quanto bianchi, possiamo comprenderlo. Bisogna solo metterci un punto, riflettere e cercare di far meglio.

 

continuare con questo atteggiamento non fa altro che alimentare quello che, nella maggior parte delle volte, è solo vittimismo spinto

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10 minuti fa, Federico87 ha scritto:

IMG_20191129_192658.png

A posto, ha spiegato. 

Di sicuro un post sullo stato di Instagram ha lo stesso impatto mediatico di un articolo sul Guardian  .ghgh

 

 

Almeno ha scritto bianco su nero, simpatica. 

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30 minuti fa, Leonardo. ha scritto:

no, non ho interpretato quello che voleva dire, ho semplicemente tradotto quello che ha scritto. Ripeto: se avesse detto "Torino fa schifo come città, non posso fare shopping come vorrei, non mi offre niente, Milano o Londra sono10 volte meglio", allora commenteremmo quello. Ma non lo ha detto. E lo evidenziavo.

 

guarda, sull'esperienza personale vissuta da una persona, nera, nè io nè te, possiamo commentare. Sull'esperienza personale vissuta da una persona, nera, che si è sentita oggettivamente discriminata, non possiamo. E nemmeno, in quanto bianchi, possiamo comprenderlo. Bisogna solo metterci un punto, riflettere e cercare di far meglio.

 

 

 

Personalmente trovo molto più scandaloso l'atteggiamento verso napoletani e partenopei. Ci sono aziende che non vendono i loro servizi a gente della Campania, o imponendo (es noleggio auto) franchigie più alte o comunque condizioni più difficili. 

Perché? 

Per la stessa ragione per cui magari si tende a diffidare del "diverso", senza per questo essere per forza razzisti. 

E ti ripeto, io non parlo per me, io non guardo male nessuno. A me è capitato di trovarmi in situazioni in cui sono stato guardato con diffidenza o sospetto, ma non mi sono sentito né insultato né ghettizzato né niente, dispiaciuto al più per l'idiozia della gente. 

Aluko ha sollevato un polverone di cui francamente non si sentiva il bisogno. 

Assurdo tutto questo "politicamente corretto". La gente ci marcia. 

Il razzismo è una parola messa in bocca, il razzismo io credo sia tutt'altro. 

Se la commessa fosse stata razzista non le chiedeva scusa quando aveva capito che non era una potenziale ladra ma una calciatrice della Juventus. La Juventus non ti cambia il colore della pelle. 

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2 ore fa, Leonardo. ha scritto:

no, non ho interpretato quello che voleva dire, ho semplicemente tradotto quello che ha scritto. Ripeto: se avesse detto "Torino fa schifo come città, non posso fare shopping come vorrei, non mi offre niente, Milano o Londra sono10 volte meglio", allora commenteremmo quello. Ma non lo ha detto. E lo evidenziavo.

 

guarda, sull'esperienza personale vissuta da una persona, nera, nè io nè te, possiamo commentare. Sull'esperienza personale vissuta da una persona, nera, che si è sentita oggettivamente discriminata, non possiamo. E nemmeno, in quanto bianchi, possiamo comprenderlo. Bisogna solo metterci un punto, riflettere e cercare di far meglio.

 

 

 

L'Italia non e' mai stato un paese razzista,adesso un po' lo sta diventando a causa delle menti bacate di una parte della politica italiana,schiava e collusa con il mainstream immigrazionista,che discrimina spesso e volentieri gli italiani a casa loro

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23 minuti fa, Fox Vega ha scritto:

continuare con questo atteggiamento non fa altro che alimentare quello che, nella maggior parte delle volte, è solo vittimismo spinto

rimane una tua opinione

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16 minuti fa, Leonardo. ha scritto:

rimane una tua opinione

fortunatamente mi accorgo di non essere il solo ad averla

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2 ore fa, Broke. ha scritto:

"Un giorno a Torino sono entrata in un minimarket sotto casa. Appena ho iniziato a fare la spesa, ho sentito una donna chiedermi se potevo lasciare il mio zaino all'ingresso. Lì per lì non avevo capito e ho continuato con la spesa: un pacco di pasta, un vasetto di pesto. Notando nel frattempo che nessun cliente aveva lasciato le borse all'ingresso (...). Allora sono andata dalla donna e le ho detto: “Vedo che non ci sono altre borse all'ingresso e ci sono altre persone nel negozio. Perché mi ha chiesto di lasciare il mio zaino qui?”. Lei ha risposto: “È la regola del negozio”. Ho replicato: “No, no, no, non è la regola. Lei pensava che io volessi rubare la pasta e il pesto”. Poi le ho mostrato il logo della Juventus sul mio zaino e le ho spiegato che è la squadra in cui gioco. E solo a quel punto lei ha realizzato che non avrei rubato niente. “Oddio, mi dispiace tanto”. Ma per me non era abbastanza. Le ho detto: “Ascolti, lei non può fare una cosa del genere. Ci saranno tante altre persone che verranno qui e non saranno della Juventus, ma meritano di essere trattate come ogni altro cliente”. Era mortificata. Ma ve lo garantisco: se un’altra ragazza nera entrerà in quel negozio, una cosa del genere non le succederà più"

Che *, mia morosa abita in corso Francia a Torino, anche a lei chiedono spesso di lasciare lo zaino all'entrata o di guardarci dentro quando arriva alla cassa in vari negozi o supermercati, è bianca e argentina, cos'è, ce l'hanno con gli argentini?

Da un'altra parte ho letto che si lamentava che all'aeroporto di Torino i cani antidroga ti annusano come fossi escobar, non mi sembrano dichiarazioni lucide, eh. 

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