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Kobayashi

Coronavirus COVID-19 (topic unico)

LadyJay

È vietato parlare di politica e di religione.

Non postate fake news o cose che non hanno attinenza con l'argomento del topic.

Mettete video e articoli sotto quote. E mettete sempre la fonte di ogni notizia che riportate.

Evitate i battibecchi. Evitate di andare perennemente OT.

NOTA BENE: segnalate i post non consoni, non quotate e rispondete a tali post e, soprattutto, non pretendete che tali post vengano moderati nel giro di pochi secondi visto che lo staff non sta sul forum h24.

È VIETATO, come da regolamento generale, parlare della moderazione con post pubblici.

Messaggio di LadyJay

Post in rilievo

24 minuti fa, Angel&Devil ha scritto:

Oltre a dare la percentuale, che per qualcuno magari sembra bassa diamo anche i numeri assoluti che forse rendono meglio l'idea.

DAL SITO ANSA.IT

Ieri le forze di polizia hanno controllato 246.829 persone e 97.698 esercizi commerciali e attività. Le persone sanzionate per i divieti sugli spostamenti sono state 7.659; quelle denunciate per false attestazioni nell'autodichiarazione sono state 85 e quelle denunciate per violazione della quarantena 24.

I titolari di esercizi commerciali sanzionati sono stati 258 e 53 i provvedimenti di chiusura delle attività. Lo indica il Viminale.

Mercoledì, fa sapere il Viminale, le forze di polizia hanno controllato 246.365 persone e 95.881 esercizi commerciali e attività. Le persone sanzionate in via amministrativa per i divieti sugli spostamenti sono state 7.080; quelle denunciate per false attestazioni nell'autodichiarazione sono state 113 e quelle denunciate per violazione della quarantena 19.

Dall'11 marzo, data d'inizio delle prescrizioni, sono state controllate complessivamente 4.375.624 persone e 1.946.991 esercizi commerciali.

I denunciati sono stati circa 165mila. Quelli per violata quarantena negli ultimi 8 giorni sono stati 354: rischiano il carcere da 1 a 4 anni per aver attentato alla salute degli altri cittadini."

 

In sostanza 165000 persone. Cioè questi potrebbero portare il virus in giro e  eanche saperlo in quanto asintomatici. È superiore al numero di persone trovate positive ai tamponi in tutta Italia, così tanto per dire. 165000 potenziali untori. E se si considerare che i controllati (in più giorni, perché ogni giorno questo comporramento si può verificare) sono circa 4 milioni su 60 milioni che siamo si capisce bene la sottostima del problema pur essendo già numeri enormi. Il bacino potenziale sono 60 milioni ogni giorno da inizio epidemia. Ecco basta moltiplicare 60 milioni per ogni giorno di epidemia e ci si rende conto del rischio potenziale che potrebbe esserci stato che non è stato controllato. Considerando poi che basta che 1 solo si trovi a contatto con altri per contagiare potenzialmente almeno 4-5 persone e che poi queste facciano da incubatori in un nucleo familiare, vedete voi il danno che rischiano di avere creato alla comunità questi delinquenti "sociali"

il numero davvero assurdo è quello di chi ha violato la quarantena....

Allucinante

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15 minuti fa, Raikon ha scritto:

Tornando al discorso virus vi metto un link su uno studio, è possibile visualizzare il documento in più lingue anche se la versione inglese è quella aggiornata giornalmente.

 

https://swprs.org/a-swiss-doctor-on-covid-19/

 

Ora per evitare polemiche già in partenza prendetela come una lettura da un altro punto di vista che penso sia sempre interessante.

Grazie molto interessante.

 

Ieri sera vedevo un servizio su LA7, dove si diceva che fino ad inizio marzo in ospedali della bergamasca malati covid19 venivano messi in camerate con malati non infetti.

Ecco che logicamente tutto il reparto veniva contagiato in un amen.

Tutto ovviamente perché non si avevano più posti e nessuno prima si era preso la briga di creare appositi reparti dedicati esclusivamente al covid19.

Quindi è chiaro che i numeri incredibili della Lombardia soprattutto siano dovuti a questo, alla mancata chiusura di Nembro ed Alzano,a cui ieri Gallera ha fatto un po' scaricabarile.

Moltissimi contagi arrivano alle RSA in altre regioni per mancanza di dpi e di personale, fino ad arrivare al caso vergognoso di Soleto dove una donna è arrivata in condizioni di fin di vita, e successivamente morta DI STENTI in ospedale dopo che la direzione della RSA aveva di fatto abbandonato a se la struttura.

Non è certo per i runner e i padroni dei cani che in Italia abbiamo tutti questi morti.

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15 minuti fa, Raikon ha scritto:

Tornando al discorso virus vi metto un link su uno studio, è possibile visualizzare il documento in più lingue anche se la versione inglese è quella aggiornata giornalmente.

 

https://swprs.org/a-swiss-doctor-on-covid-19/

 

Ora per evitare polemiche già in partenza prendetela come una lettura da un altro punto di vista che penso sia sempre interessante.

un articolo che si rifà di dati vecchi e che sembra scritto settimane fa. dopo che ha iniziato a morire anche qualche ragazzino in tutto il mondo, leggere certe cose fa ancora più pena di prima.

ripeto le stesse cose, la diatriba del con/per la può fare solo un profano, o un medico deficiente, e far passare l ipertensione come grave patologia cardiovascolare è.... imbarazzante

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2 minuti fa, Minor threat ha scritto:

Comunque leggendo i numeri dei vari paesi è evidente come ci siano metodi molto diversi di raccolta dati... ci sono situazioni che non hanno alcuna spiegazione di altro tipo (sistema sanitario, età popolazione, etc.). 

La cosa più assurda è che non esista un protocollo dettato dall'OMS che indichi come effettuare certi conteggi per garantire uniformità di giudizio e avere un quadro reale della situazione, e dire che dal 2000 in poi ci sono stati già diverse situazioni, per esempio l'influenza suina è stata una vera e dichiarata pandemia nel 2009 (arrivata fino a categoria 6 di allerta che è il massimo) eppure a soli 11 anni di distanza sembra che ogni stato faccia a modo suo, qualunque dato che andiamo a prendere pare in qualche modo parziale.

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30 minuti fa, effe1986 ha scritto:

beato te che credi che i diffusori del contagio siano le 165mila persone uscite senza motivo... ti ricordo che se io esco e sto 6  ore in giro senza incontrare nessuno posso avere anche l'ebola ma non contagerò nessuno. 

il contagio lo sta diffondendo chi va al lavoro autorizzato dalla politica ed è positivo e non viene controllato!

Certo 6 ore in giro senza incontrare nessuno. Veritiero come una moneta da 3 euro. Se tutti ragioniamo così usciremmo tutti e non ci sarà nessuna strada vuota. Lo volete capire?

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11 minuti fa, Olof Mellberg ha scritto:

il numero davvero assurdo è quello di chi ha violato la quarantena....

Allucinante

Quoto

Coronavirus, parla la iena Alessio Politi: "Dopo un mese ancora pienamente positivo"

Un primato non lusinghiero ma che dà il polso di come è cambiata la televisione italiana da quel momento in avanti. Il pubblico era già stato bandito dagli studi milanesi di ogni emittente in ottemperanza della legge regionale promulgata da Attilio Fontana alla fine di febbraio. Conte aveva da poche ore emesso il decreto con il quale chiudeva la Lombardia, il Veneto, l'Emilia Romagna e il Piemonte. Da quel momento c'è stato un vero e proprio boom di casi in Italia e, di conseguenza, anche in tv e in politica. Una vera e propria reazione a catena che ha portato alla chiusura momentanea di programmi come Quarta Repubblica, per la positività di Porro o anche alla sospensione di Porta a Porta per i contatti avvenuti tra Nicola Zingaretti e Bruno Vespa prima che si scoprisse la positività del governatore della Regione Lazio.

Era l'8 marzo quando Mediaset ha annunciato lo stop de Le Iene per la positività di un non ben identificato membro della redazione. Oggi, con un comunicato stampa, il programma di Italia Uno ha reso noto che la prima persona colpita dal coronavirus nella redazione è stata Alessio Politi, che in un video ha raccontato la sua esperienza con il Covid-19. "Il 5 marzo mi sono svegliato con un forte mal di testa, febbre alta e un po' di tosse", ha raccontato la iena, tutti sintomi riconoscibili al coronavirus che ben conosciamo. A quel punto, Alessio Politi chiede di essere sottoposto a un tampone ma dall'ospedale rifiutano la sua domanda, perché la sintomatologia non è così marcata. Solo quanto la iena riferisce di essere un giornalista e di avere avuto contatti con tante persone, non senza qualche indecisione, i sanitari acconsentono al tampone. Il risultato è positivo.

A quel punto, l'azienda decide di sospendere il programma e viene avviata la proceduta di isolamento fiduciario per tutti quelli che nei giorni precedenti sono entrati in contatto con Alessio Politi, conduttori inclusi. "La cosa sorprendente è che la sera stessa, con una tachipirina, la febbre è passata. Il giorno successivo avevo meno sintomi e al terzo giorno non avevo più niente. Se non avessi fatto il tampone, avrei pensato di avere un'influenza", continua Alessio Politi nel video pubblicato nel sito de Le Iene. Ovviamente, il giornalista trascorre il suo periodo di quarantena in isolamento e al 17esimo giorno ha effettuato il tampone di controllo. Ancora positivo. L'esame gli è stato ripetuto lo scorso 3 aprile e, sorprendentemente, dopo un mese Alessio Politi risulta ancora positivo al coronavirus. "Ormai è quasi un mese che sono senza sintomi, ma l'esito è sempre lo stesso: pienamente positivo. Ho chiesto se è normale, i medici hanno ipotizzato che potrei aver preso una carica virale più aggressiva. Il mio corpo la sta gestendo bene ma ci vuole più tempo per debellarla", ha spiegato Alessio Politi.

Alla luce della sua esperienza, la iena si pone una domanda più che legittima: "Perché le istituzioni permettono a persone che hanno avuto i miei stessi sintomi di uscire di casa dopo 15 giorni senza aver avuto un tampone?" Ancora nessuno sa quale sia davvero il lasso temporale entro il quale un soggetto positivo è ancora contagioso. "Come si è deciso che i 15 giorni siano sufficienti, se io dopo 30 giorni sono ancora positivo?", continua Alessio Politi, che ipotizza possa essere questa scelta una delle cause di un rallentamento non così importante del contagio.

Le Iene, comunque, a differenza di quanto indicato qualche giorno fa, si dicono pronte a tornare in onda il prossimo 23 aprile, a più di un mese e mezzo dallo stop imposto dall'azienda. Sarà confermata questa data o potrebbe slittare ulteriormente?

https://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/coronavirus-parla-iena-alessio-politi-mese-ancora-pienamente-1850384.html?utm_term=Autofeed&utm_medium=Social&utm_source=Facebook&fbclid=IwAR094aXCKFwdmvl6w7LVccOoNbqgqa0oYVZoxjqHQ5AWL9_h4x_2oLrCv1M#Echobox=1586111569

ci sono migliaia di positivi che escono autorizzati dallo stato!

2 minuti fa, Angel&Devil ha scritto:

Certo 6 ore in giro senza incontrare nessuno. Veritiero come una moneta da 3 euro. Se tutti ragioniamo così usciremmo tutti e non ci sarà nessuna strada vuota. Lo volete capire?

hai mai sentito parlare di iperboli? evidentemente non hai capito il messaggio, non ti preoccupare non perderò tempo a spiegartelo. Grazie, ciao.

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11 minuti fa, effe1986 ha scritto:

 

guarda un conto è avere la certezza di essere infetto, un conto risultare positivo dopo 3 settimane dalla fine dei sintomi. non è proprio la stessa cosa se era quello che intendevi dire.

sto facendo la guerra con mia madre che ha avuto sintomi per quasi 3 settimane, e ora che sta meglio pensa di poter uscire (tra una settimana magari). il tampone non lo vedrà mai nella vita. ma se tra un mese è potenzialmente positiva e esce di casa che colpe ne ha?

anche qui ne ho lette di robe, capisco il confondere l incubazione con la durata della malattia (o mio dio...), c'è tanta ignoranza a riguardo ma incredibilmente in tv, che è il canale di comunicazione d eccellenza per un certo target, dicono ben poco a quanto pare.

ancora rido al pensiero di chi riceva "chiudiamo tutto due settimane e si riparte" prendendo solo in considerazione i 14 di incubazione .doh

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27 minuti fa, Crêuza de mä ha scritto:

Tutto ovviamente perché non si avevano più posti e nessuno prima si era preso la briga di creare appositi reparti dedicati esclusivamente al covid19.

Il San Martino di Genova è stato uno dei primi ospedali ad attivare al PS  un percorso di triage dedicato e protetto: e questo è avvenuto dopo il famoso episodio della vecchietta impanicata di Torino che tanto scandalo aveva sollevato tra i forcaioli ed i sottuttoio di qui dentro.

Dopodiché di questi episodi ce ne sono stati altri ancora a lungo.

Tutto questo per dire che è troppo facile additare come untore il comune cittadino (e perché non mettere anche una colonna infame, magari virtuale con foto e indirizzo per soddisfare la sete di sangue dei moralizzatori da tastiera?), quando molto spesso è lo stesso sistema a non organizzarsi per primo in modo da evitare inutili rischi.

Certo, affinché  il sistema possa riorganizzarsi occorre che siano state previste delle procedure attuative d'emergenza: ed allora si ritorna al punto di partenza. Per quale ragione non sono stati previsti dei protocolli sanitari automatici di sicurezza da attivare immediatamente dopo il verificarsi di una emergenza, che fosse covid, peste bubbonica o invasione aliena?

 

Eh ma il cittadino irresponsabile e criminale... :tsa:

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Quoto

Alzano e Nembro, sei giorni di rinvii. L’inchiesta sull’ecatombe da coronavirus nella Bergamasca

Alzano e Nembro, sei giorni di rinvii. L'inchiesta sull'ecatombe da coronavirus nella Bergamasca

Nella foto Ansa, i militari durante una disinfestazione ad Alzano Lombardo 

Francesco Zambonelli ha visto il paziente uno, ma anche il numero 2, e il tre. «Eravamo tutti insieme, nello stesso reparto di medicina, al terzo piano. E con i rispettivi familiari facevamo due chiacchiere nell’atrio d’ingresso». Sua madre, la signora Angiolina, viene ricoverata il 12 febbraio nell’ospedale Pesenti Fenaroli di Alzano Lombardo. Ha avuto uno scompenso cardiaco, ma non è in cattive condizioni. Una decina di giorni sotto osservazione, qualche flebo, e poi sarebbe tornata a casa, come sempre. Invece dopo una settimana arriva una febbre a 39, e poi la polmonite, le crisi respiratorie, la sensazione di avere un peso che schiaccia sul petto. Muore alle due della notte tra venerdì 21 e sabato 22 febbraio. 

Il figlio, 55 anni, disegnatore grafico, la veglia fino all’ultimo. E si accorge che quella notte non è come tutte le altre. Tutte le infermiere infatti portano sul volto delle mascherine, cosa inusuale. Ma non le solite, «di colore azzurro che si usano dal dentista». Sono quelle professionali, le FFP2 senza valvola. È appena cominciato tutto, con la scoperta dei focolai di Codogno e di Vo’ Euganeo. Al Pesenti Fenaroli, intanto, sono stati appena scoperti i primi due pazienti positivi al Covid-19. Franco Orlandi, ex camionista di Nembro, e Samuele Acerbis, rappresentante di commercio di Nembro, sono entrambi ricoverati da almeno una settimana nello stesso reparto della signora Angiolina, ma solo nelle ultime ore sono stati sottoposti al tampone. È domenica. Nel pomeriggio il Pronto soccorso viene chiuso. Ma dopo alcune ore tutto riapre, senza alcuna sanificazione, neppure al Pronto soccorso. Senza la creazione di alcun triage differenziato, di alcun percorso alternativo tra i pazienti. E senza alcuna spiegazione. 

«Dall’ospedale di Alzano qualcuno avrebbe dovuto almeno avvisare dell’esistenza di un pericolo micidiale. Invece hanno lasciato che la gente andasse avanti e indietro ancora per un’altra settimana, dal Pronto soccorso agli ambulatori. Era pieno di anziani che andavano a fare l’esame del sangue. Hanno fatto una ecatombe». Zambonelli usa parole tanto semplici quanto essenziali. Suo padre Gianfranco è deceduto di coronavirus il 13 marzo. Sua zia Luciana, 72 anni, che in quei giorni si alternava con lui in ospedale, lo ha seguito due giorni dopo. Orlandi e Acerbis sono entrambi morti. Come la donna che aveva il letto di fronte, come quasi tutti gli altri. 

Il primo ritardo sull’ospedale

Nessuno vuole intestarsi la colpa della mancata chiusura dell’ospedale di Alzano Lombardo, da cui si è propagato il virus che ha fatto strage in quel paese, e in tutta la Val Seriana. A oggi, Alzano Lombardo ha 177 contagi, Nembro 207. In tutta la provincia di Bergamo i morti sono 2.378. Non esiste un vero e proprio protocollo che preveda un evento così estremo. Ma sono due le istituzioni che hanno l’autorità per decidere la serrata. La prima è l’Ats locale, alla quale spetta un parere non vincolante, la seconda, superiore per autorità, è la Regione, della quale ogni istituto di cura rappresenta un presidio territoriale e come tale viene classificato. 

A quella vicenda è legata un’altra decisione mancata, forse ancora più importante, almeno come peso politico. Perché non è mai stata istituita una zona rossa nella provincia di Bergamo? Le uniche risposte finora sono state molto generiche. Il distretto industriale di Alzano-Nembro è uno dei primi cinque d’Italia per Comuni sotto i trecentomila abitanti. Secondo i dati di Confindustria Bergamo, una eventuale zona rossa avrebbe riguardato 376 aziende, con una forza lavoro che varia dai 120 agli ottocento dipendenti, per complessivi 850 milioni di euro annuali di fatturato. Ma l’ultima parola spetta sempre alla politica. Al governo regionale, a quello nazionale. Avevano entrambi la possibilità di intervenire. Ma per sei giorni, dal 3 al nove marzo, nessuno si è assunto l’onere di farlo. 

Una decisione che spettava alla politica

La corrispondenza privata governo-Regione, e una nota interna a Palazzo Chigi, consentono di ricostruire quanto è avvenuto. E aiutano a capire come mai per istituire la zona rossa intorno a Codogno ci siano volute meno di 24 ore, con l’ordinanza firmata dal presidente della Lombardia Attilio Fontana e dal ministro dalla Sanità Roberto Speranza che blindava in entrata e in uscita dieci paesi del lodigiano, mentre per la provincia di Bergamo non sia bastata una settimana, a fronte di dati molto più allarmanti. A questo ritardo non è estraneo lo spirito di quel breve lasso di tempo. Ancora lo scorso 2 marzo l’assessore al Welfare lombardo, Giulio Gallera, esprimeva forti dubbi sull’utilità di una zona rossa. Ma sono molti i casi di esponenti politici che hanno adottato un doppio registro. Lo stesso Fontana mette la sua firma su richieste molto prudenti, mentre in pubblico usa spesso toni più interventisti. Meglio stare alle carte, quindi. I primi cinque report quotidiani che a partire dalla mattina del 21 febbraio la Regione Lombardia invia alla Protezione civile non fanno alcun cenno alla situazione della provincia di Bergamo. Per quasi una settimana, in calce al documento verranno indicati i focolai identificati fino a quel momento. Ne sono sempre citati quattro, tutti nel lodigiano. Eppure già il 27 febbraio appare evidente che in provincia di Bergamo qualcosa sta andando come peggio non potrebbe. Settantadue nuovi casi di positività, diciannove dei quali, e tre decessi, fanno di Nembro il quarto Comune più colpito di Lombardia, alla pari con Casalpusterlengo, che insieme agli altri tre è nella zona rossa.

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Il verbale e le richieste del Comitato

La progressione sembra inarrestabile. Le denunce pubbliche e le richieste di aiuto dagli ospedali bergamaschi si moltiplicano. Il 29 febbraio Nembro conta 25 nuovi casi, Alzano altri dodici, l’intera provincia sfonda quota cento. Quel giorno, la Confindustria di Bergamo pubblica il video «Bergamo is running», rilanciato dal sindaco Giorgio Gori. Ma è l’intera classe dirigente del Nord, con poche eccezioni, a essere in modalità «riapriamo tutto, o quasi». La Regione Lombardia invoca misure più restrittive, ma non giunge mai a chiedere in modo ufficiale l’istituzione di una zona rossa. Sembra che ci si arrivi di comune accordo il 3 marzo, 423 contagiati nella provincia, 58 a Nembro e 26 ad Alzano, con una scelta affidata comunque al parere degli scienziati. 

Dal verbale di quel giorno del Comitato tecnico scientifico (Cts) che segue per il governo l’emergenza Covid-19: «Nel tardo pomeriggio sono giunti all’Istituto superiore di Sanità i dati relativi ai due Comuni sopramenzionati, poi esaminati dal Cts. Al proposito sono stati sentiti al telefono l’assessore Giulio Gallera e il direttore generale Luigi Cajazzo di Regione Lombardia che confermano i dati (…) Ciascuno dei due paesi ha fatto registrare attualmente oltre 20 casi, con molta probabilità ascrivibili a un’unica catena di trasmissione. Ne risulta, pertanto, che l’R0 è sicuramente superiore a 1, il che costituisce un indicatore di alto rischio di ulteriore diffusione del contagio. In merito il Comitato propone di adottare le opportune misure restrittive già adottate nei Comuni della “Zona Rossa” al fine di limitare la diffusione dell’infezione nelle aree contigue. Questo criterio oggettivo potrà, in futuro, essere applicato in contesti analoghi». L’Unità di crisi della Lombardia invia una mail a Silvio Brusaferro, direttore dell’Istituto superiore di Sanità, con una mappa dettagliata della diffusione del virus in tutta la provincia di Bergamo. Quella sera, appaiono in Val Seriana alcune camionette dell’esercito. Sembra il preludio alla chiusura totale. 

Invece non succede niente. Il 4 marzo, quando le vittime in Italia superano quota cento, il premier Giuseppe Conte firma un nuovo decreto che prevede in tutto il Paese lo stop fino al 15 marzo per università, scuole, teatri, cinema. «Con specifico riferimento alla proposta avanzata dal Comitato tecnico-scientifico relativa ai due Comuni della Provincia di Bergamo», comunque già «assoggettati» a misure più restrittive di quelle applicate sul territorio nazionale con il decreto varato il primo marzo, il presidente del Consiglio chiede ai suoi esperti «di approfondire» le ragioni della loro richiesta di una zona rossa per Alzano e Nembro. Cosa è accaduto di nuovo? Che in Lombardia sta andando tutto male: «Il quadro epidemiologico dei giorni 3 e 4 marzo restituiva una situazione ormai critica in diverse aree della regione». A Bergamo 33 casi, a Lodi 38, a Cremona già 76, a Crema 27, nel comune di Zogno altri 23, a Soresina e Maleo diciannove. Eppure a Palazzo Chigi «appariva necessario acquisire ulteriori elementi per decidere se estendere la “zona rossa” a questi due soli comuni oppure, in presenza di un contagio ormai diffuso in buona parte della Lombardia, estendere il regime all’intera Regione Lombardia e alle altre aree interessate».

L’ultima riunione per il decreto

Brusaferro risponde nella serata del 5 marzo, con una nota scritta. E insiste. «Pur riscontrandosi un trend simile ad altri Comuni della Regione, i dati in possesso rendono opportuna l’adozione di un provvedimento che inserisca Alzano Lombardo e Nembro nella zona rossa». Venerdì 6 marzo Conte va di persona alla Protezione civile, dove incontra i membri del Comitato scientifico per la decisione definitiva. Non se ne fa nulla. Passa infatti la linea di «superare la distinzione tra “zona rossa”, “zona arancione” e resto del territorio nazionale in favore di una soluzione ben più rigorosa». Si arriva così al 7 marzo, con l’annuncio alle due di notte della chiusura dell’Italia intera, e il decreto firmato la sera dell’8 marzo ed entrato in vigore il giorno seguente, quando Alzano conta 55 contagiati, Nembro 107, la provincia di Bergamo 1245, per tacere dei morti. La Lombardia è zona rossa, come il resto del Paese. Da quella prima richiesta sono passati ormai sei giorni. 

Un’altra nota interna di palazzo Chigi sembra fare riferimento proprio a possibili dispute sul mancato provvedimento. «Quanto alle competenze e ai poteri della Regione Lombardia, si fa presente che le Regioni non sono mai state esautorate del potere di adottare ordinanze contingibili e urgenti». E di seguito si citano i provvedimenti con misure ancora più restrittive varati di recente dalla giunta di Fontana. Un modo per dire che se la Lombardia pensava davvero che la zona rossa di Alzano e Nembro andasse creata prima, avrebbe potuto farlo in piena autonomia, così come l’hanno fatto Lazio, Basilicata, Emilia-Romagna, con ordinanze limitate al territorio di specifici comuni. A Zambonelli e alla sua famiglia non è mai stato fatto alcun tampone. La Regione e la Ats locale non hanno ancora risposto alle domande rivolte dal Corriere di Bergamo sulla mancata chiusura dell’ospedale di Alzano Lombardo.

Corriere.it

 

Colpa dei cittadini.

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1 minuto fa, Olof Mellberg ha scritto:

guarda un conto è avere la certezza di essere infetto, un conto risultare positivo dopo 3 settimane dalla fine dei sintomi. non è proprio la stessa cosa se era quello che intendevi dire.

sto facendo la guerra con mia madre che ha avuto sintomi per quasi 3 settimane, e ora che sta meglio pensa di poter uscire (tra una settimana magari). il tampone non lo vedrà mai nella vita. ma se tra un mese è potenzialmente positiva e esce di casa che colpe ne ha?

anche qui ne ho lette di robe, capisco il confondere l incubazione con la durata della malattia (o mio dio...), c'è tanta ignoranza a riguardo ma incredibilmente in tv, che è il canale di comunicazione d eccellenza per un certo target, dicono ben poco a quanto pare.

ancora rido al pensiero di chi riceva "chiudiamo tutto due settimane e si riparte" prendendo solo in considerazione i 14 di incubazione .doh

infatti il singolo non ha nessuna colpa. gli assassini sono i politici regionali che non stanno facendo nulla per fermare e aiutare queste persone positive. 

se ne lavano le mani con i 14gg, in realtà 14 gg sono veri se e solo se al 14esimo gg fanno il tampone. 

Altrimenti non risolvi nulla. 

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1 minuto fa, SuperT ha scritto:

Quella sera, appaiono in Val Seriana alcune camionette dell’esercito. Sembra il preludio alla chiusura totale. 

Ecco, vi confermo che non dico *.

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Adesso, effe1986 ha scritto:

in lombardia hanno le mani sporche di sangue. e in tutto questo gallera ha anche la faccia tosta di candidarsi a sindaco di Milano. non sanno nemmeno dove sta di casa la vergogna. 

Andrebbero tutti presi a calci nel *. 
 

Che schifo.

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3 minuti fa, effe1986 ha scritto:

infatti il singolo non ha nessuna colpa. gli assassini sono i politici regionali che non stanno facendo nulla per fermare e aiutare queste persone positive. 

se ne lavano le mani con i 14gg, in realtà 14 gg sono veri se e solo se al 14esimo gg fanno il tampone. 

Altrimenti non risolvi nulla. 

più che altro i 14 giorni di quarantena sono d incubazione (e appunto serve il tampone), se sei stato infettato e fai la malattia i 14 giorni non hanno alcun senso (e la dottoressa ha detto la stessa cosa, assurda, a mia madre, difatti mi sono incazzato perché lei poi, giustamente, pensava di poter uscire di casa)

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Adesso, Olof Mellberg ha scritto:

più che altro i 14 giorni di quarantena sono d incubazione (e appunto serve il tampone), se sei stato infettato e fai la malattia i 14 giorni non hanno alcun senso (e la dottoressa ha detto la stessa cosa, assurda, a mia madre, difatti mi sono incazzato perché lei poi, giustamente, pensava di poter uscire di casa)

si ma se sei stato infettato e nessuno ti fa il tampone e sei un asintomatico come fai a decidere tu di chiuderti in casa per un altro mese?

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7 minuti fa, Olof Mellberg ha scritto:

un articolo che si rifà di dati vecchi e che sembra scritto settimane fa. dopo che ha iniziato a morire anche qualche ragazzino in tutto il mondo, leggere certe cose fa ancora più pena di prima.

ripeto le stesse cose, la diatriba del con/per la può fare solo un profano, o un medico deficiente, e far passare l ipertensione come grave patologia cardiovascolare è.... imbarazzante

Sull'ipertensione dipende. Se tu hai l'ipertensione da un paio d'anni va bene. Ma se te la porti da, per dire 10 anni e magari anche non controllata bene con una terapia appropriata, questa fa dei danni tremendi. È una patologia multisistemica, con danno d'organo. Alcuni esempi di cosa può comportare l'ipertensione: encefalopatia ipertensiva, ictus emorragico (con questo nella maggior parte dei casi si va incontro ad exitus subito), nefropatia per danno glomerulare, retinopatia, coronaropatia ed infarto, a livello polmonare alterazione del rapporto ventilazione/perfusione con deficit negli sgambi gassosi. In linea generale tutto questo è causato da una cosa che si chiama shear stress (è come se avessi un tubo dove ad un certo punto il flusso invece di scorrere in maniera costante, scorre in modo turbolento e irregolare creando delle microfissurazioni che nel caso di un vaso possono generare l'attivazione della coagulazione con rischio trombo e ischemia o un'emorragia in acuto o alla lunga un'alterazione funzionale di quella parete che magari svolgeva una funzione importante come nei capillari polmonari, dove non viene semplicemente trasportato sangue ma viene ricaricato per diffusione di O2 e scaricato di CO2).

Per cui è molto diverso dal dire la semplice ipertensione. Stesso discorso si potrebbe fare per il diabete che non è un semplice aumento di zucchero nel sangue. Ma evito perché il post mi sembra già abbastanza lungo.

Sono d'accordo però sul fatto che queste considerazioni siano un po troppo semplicistiche. Cioè di fatto da questo articolo emerge che se i pazienti giovani si fossero presi l'influenza sarebbero deceduti lo stesso perché avevano tutti qualcosa anche se non lo sapevano (tipo il ragazzo con leucemia occulta). Ma francamente è un discorso semplicistico e irresponsabile secondo me. E faccio un ulteriore esempio. Ci sono persone che non hanno nessuna patologia ma magari hanno una difficoltà di risposta a determinate infezioni (nemmeno tutte) maggiore rispetto ad altri. Come li vogliamo chiamare questi qui? Malati? Per me è sbagliato, altrimenti non esisterebbe nessun sano perché ognuno avrebbe qualcosa che non potrebbe farlo rientrare a pieno nella definizione. 

Il motivo per cui si muore di più anche ad età giovani è che il sars cov2 è più virulento di un'influenza, non ce ne sono altre scappatoie e giustificazioni. 

Che poi, anche in tempi normali, tutta questa sottovalutazione dell'influenza è dovuto al fatto che la si confonda con un raffreddore. Un raffredore però non causa febbre fino anche a 40 gradi. Per cui, come al solito, si vive di slogan.

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3 minuti fa, effe1986 ha scritto:

si ma se sei stato infettato e nessuno ti fa il tampone e sei un asintomatico come fai a decidere tu di chiuderti in casa per un altro mese?

guarda, dovresti aver capito che io su come si sta gestendo la cosa in Lombardia sono ancor più critico di te...

 

(e comunque tutto sto discorso nn giustifica i criminali, perché lo sono, che escono durante la quarantena)

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32 minuti fa, effe1986 ha scritto:

ci sono migliaia di positivi che escono autorizzati dallo stato!

hai mai sentito parlare di iperboli? evidentemente non hai capito il messaggio, non ti preoccupare non perderò tempo a spiegartelo. Grazie, ciao.

Le iperboli non servono in questo caso, così come non servono i casi speciali come le iene per fare polemica. Le decisioni si prendono sulla base della mediana o della media non delle iperboli! Altrimenti staremmo chiusi in casa nel dubbio fino all'anno successivo e poi arriveresti sempre tu a dire che facciamo tutti schifo perché non abbiamo capito niente e affamiamo le persone.

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Coronavirus, sette anziani morti e operatori decimati in una Rsa di Prato. Sindaci locali: “Regione ha impiegato tre settimane per i test”

A tamponi eseguiti, 14 ospiti e 14 tra infermieri e personale tecnico sono risultati positivi. “Se la Regione si fosse mossa un mese fa, non saremmo arrivati a questo punto – dice il sindaco di Poggio a Caiano, Francesco Puggelli – Prima o poi si dovranno individuare anche le responsabilità di quello che è successo”

 

6 APRILE 2020

 

Quoto

Tre lettere, la prima risalente al 12 marzo, per chiedere alla Regione Toscana e alla Asl Toscana Centro di fare i tamponi a tappeto nella Rsa di Comeana, struttura tra i comuni di Carmignano e Poggio a Caiano (Prato), dove la situazione stava diventando difficile a causa del coronavirus, con un operatore e otto anziani contagiati. E invece, dopo i primi quindici test iniziali, più niente per tre settimane, fino ai nuovi tamponi di giovedì, quando ormai la situazione nella Residenza era già esplosa: sui 53 tra ospiti e operatori, sette anziani sono morti mentre più della metà sono risultati positivi, 14 ospiti e 14 tra infermieri e personale tecnico. Per non parlare dei contatti esterni – in particolare, familiari e fornitori della Rsa – che non sono ancora stati tracciati. “Se la Regione si fosse mossa un mese fa, non saremmo arrivati a questo punto, con tutti questi contagi – dice al fattoquotidiano.it il sindaco di Poggio a Caiano, Francesco Puggelli – Prima o poi si dovranno individuare anche le responsabilità di quello che è successo”.

Nella tarda serata di sabato, la Asl Toscana Centro si è difesa facendo sapere di aver “adottato fin da subito le dovute misure per gestire i casi di positività rilevati all’interno delle residenze sanitarie assistenziali”. Poi, nella nota, ha replicato ai sindaci della provincia di Prato che da giorni denunciano la situazione: “Sorprende inoltre la presa di posizione di alcuni sindaci della zona, a partire da quello di Carmignano, stante il continuo coinvolgimento sui passi assunti e sulle decisioni adottate – fa sapere la Asl – Ci si attende che, al posto di affermazioni ad effetto, ma discutibili nell’aderenza alla verità, ci sia dedizione e spirito di sacrificio nel cercare soluzioni che non possono essere soltanto attese”.

Le lettere di allarme – Tutto era iniziato ai primi di marzo, quando un giovane infermiere della struttura, di ritorno da un concerto vicino a Milano, aveva accusato i primi sintomi ed era risultato positivo al coronavirus. Poi il test ad altri 15 anziani, di cui otto positivi. Ma ne restavano ancora 15 e per questo il 12 marzo i sindaci di Poggio a Caiano e Carmignano, Francesco Puggelli ed Edoardo Prestanti, hanno scritto una prima lettera al governatore Enrico Rossi, all’assessore alla Sanità Stefania Saccardi e alla Asl Toscana Centro per chiedere tamponi a tutti, ospiti, operatori e contatti esterni. E invece niente. Il 20 marzo, con il peggiorare della situazione, sono tornati alla carica con una nuova lettera (firmata anche dal sindaco di Prato, Matteo Biffoni), ma anche questa è caduta nel nulla fino alla terza missiva sottoscritta da tutti i sindaci della provincia di Prato che lanciavano l’allarme chiedendo uno screening a tappeto per contenere i contagi.

La risposta della Regione Toscana però è arrivata solo domenica scorsa, con l’ordinanza in cui il Presidente Rossi ha deciso di fare test a tappeto nelle Rsa toscane, obbligando i direttori a dividere le strutture in zone “Covid” e “No Covid”. Ma ormai era troppo tardi: giovedì 1 aprile sono stati fatti tutti i tamponi e la situazione a Comeana era già esplosa. Sette morti (cinque positivi al tampone) e ventotto contagiati tra operatori e ospiti. Ora di infermieri ne sono rimasti in servizio solo due e anche il personale Oss è decimato. “È un fatto di una gravità inaudita – dice Prestanti – non siamo stati ascoltati”.

La nuova ordinanza – Nelle ripetute missive, i sindaci della provincia di Prato avevano anche chiesto alla Regione di seguire il “modello Veneto” allargando il più possibile la platea dei test per contenere i contagi: “Abbiamo chiesto di fare i controlli almeno a tutti gli operatori sanitari, ai volontari e ai contatti esterni delle Rsa” spiega Puggelli. E la giunta regionale sembra averlo ascoltato perché proprio i soggetti in prima linea sul fronte della lotta al Covid-19 sono oggetto dell’ordinanza di sabato: a tutti loro nei prossimi giorni sarà fatto il tampone. Ma potrebbe essere troppo tardi e soprattutto, conclude Puggelli, “non c’è ancora una strategia chiara e precisa a livello regionale”.

 

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24 minuti fa, Olof Mellberg ha scritto:

guarda un conto è avere la certezza di essere infetto, un conto risultare positivo dopo 3 settimane dalla fine dei sintomi. non è proprio la stessa cosa se era quello che intendevi dire.

sto facendo la guerra con mia madre che ha avuto sintomi per quasi 3 settimane, e ora che sta meglio pensa di poter uscire (tra una settimana magari). il tampone non lo vedrà mai nella vita. ma se tra un mese è potenzialmente positiva e esce di casa che colpe ne ha?

anche qui ne ho lette di robe, capisco il confondere l incubazione con la durata della malattia (o mio dio...), c'è tanta ignoranza a riguardo ma incredibilmente in tv, che è il canale di comunicazione d eccellenza per un certo target, dicono ben poco a quanto pare.

ancora rido al pensiero di chi riceva "chiudiamo tutto due settimane e si riparte" prendendo solo in considerazione i 14 di incubazione .doh

Ma perché da un programma come le Iene che fomenta la disinformazione con inchieste tipo Stamina che manco ali babà e i 40 ladroni spacciato per "quello che i poteri forti non ci dicono, curiamo tutto con 4 vitamine" che cosa ti potevi aspettare? "Ecco sono ancora positivo dopo 1 mese, nessuno ha capito niente".

Un modo di fare televisione e comunicazione semplicemente insopportabile

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