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29 MAGGIO 1985

Transfughi ed apostati calcistici: da una sponda all'altra del Po. A Torino tutto ebbe inizio a partire dal 3 Dicembre del 1906. Augusta Taurinorum ebbe il suo Derby

Post in rilievo

11 ore fa, PiazzaSanCarlo ha scritto:

Ottimo contributo come sempre. Grazie Stefano. 

Ps: bellissima la foto dell'hotel Fiorina/ birreria Voigt.
All'epoca il Fiorina immagino fosse considerato albergo di lusso per antonomasia, tanto che molte nonne torinesi (come la mia) erano solite ancora qualche anno fa rimproverare nipoti schizzinosi dicendo "Si ij soma pa' al Fiorina!".
 

 Caro Amico, simpatico ed assai gradito è l'aneddoto da te narrato e che rimanda alle " nonne torinesi " : le " Nonne " di una volta ... vere ed inossidabili colonne della famiglia .... ricche di interiore e profonda saggezza .... con l'innata predisposizione al donare ( a volte anche tutta sè stessa ) senza pretendere nulla in cambio se non un briciolo di gratitudine e un po' di affetto ! 

 

Grazie a te per la stima che, come ben sai, da sempre contraccambio senza indugio alcuno ! 

 

Cordialmente, .salve Stefano !

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14 ore fa, Mark92 ha scritto:

Sono uno juventino semplice: trovo un contenuto di Stefano su VS pianto in asso qualunque cosa sto facendo, rapporti sessuali compresi, per immergermi nei suoi racconti. 

 

la mia ragazza ti odia .... tu forse non lo sai ma io le mando .salveanzi che i cuoricini per la buonanotte

...... Amico mio, lo giuro, il tuo insolito, ma spiritosissimo messaggio, dopo circa 3 mesi di tensione ad altissimo livello ( soprav-vivo in una delle zone d'Italia più colpite in assoluto dal maledetto coronavirus ) è riuscito a scalfire in me la opprimente tensione che, da troppo tempo ormai, condiziona l'esistenza di tutti coloro che risiedono da queste parti :  ciò che hai scritto è talmente surreale che, lo confesso, non smettevo più di   sefz   ridere . 

 

Un Caro Saluto a Te , ma soprattutto, alla tua ragazza :  in fin dei conti, se le " girano " un po' non ha tutti torti .... relegarla momentaneamente in un angolo per " seguire " un tedioso e prolisso " vecchio bianconero " come il sottoscritto ... non è cosa buon e giusta ... .ghgh

 

 Anche se, a questo punto, non debbo esimermi dal Ringraziarti per l'eccessiva stima che mostri nei miei confronti ! 

 

Serena Notte a te ed alla tua carissima ragazza ...  :tsa:

 

  .salveStefano !

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I granata sono topi di fogna e fortunatamente dalle mie parti sono in via di estinzione.

Ricordo che erano ignobili, fastidisosi, odiosi, meschini, proprio degli infami.

.fuma

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11 ore fa, Morglum ha scritto:

Questo topic viene a smentire i dubbi su chi sia il CR7 di questo forum, anche se lui forse preferirebbe Sivori o Platini .sisi

Grazie infinite, Stefano, di questa perla @@

 

Amico mio, sei veramente troppo esagerato. La tua graditissima stima, che contraccambio, va ben oltre i miei reali e/o presunti meriti ! 

 

Ciò non toglie che io non possa e non debba esimermi dal sinceramente Ringraziarti ! 

 

E se proprio dovessi metaforicamente indossare  la maglia di uno dei tanti paladini bianconeri che nel corso della Storia Bianconera hanno

difeso ed onorato i nostri colori, rifacendomi alle mie " tenaci " ma non proprio " raffinate " doti balistiche, quelle che più sentirei " cucite " sulla

mia pelle, sarebbero quello di FRANCESCO MORINI ... CLAUDIO GENTILE ... GIORGIO CHIELLINI .....  ( anche se, Gentile, in pochi lo rammentano,

alla bisogna sapeva essere assai propositivo anche sulla sua fascia di competenza ) 

 

Grazie a te per aver apprezzato, e per aver lasciato il tuo piacevole e simpatico contributo ! 

 

Buona notte, .salveStefano !

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e tornando a  .....   .ehm           rabitti.jpg   ........  ERCOLE RABITTI ........  

 

ed al fatto che Egli non ebbe  l'opportunità di dimostrare appieno e con continuità le sue indubbie doti di Allenatore anche ad " Alti Livelli ", tratto da " IL PALLONE RACCONTA ", ripropongo qui quanto di lui mirabilmente  .scrittore    scrissero sia il " cantore bianconero " per antonomasia, VLADIMIRO CAMINITI , sia  lo " Storico - Addetto Stampa " della JUVENTUS, il mai dimenticato ALBERTO REFRIGERI , che, tra l'altro, ebbi modo e maniera, oltre che il piacere, di conoscere di persona, anche e soprattutto, nelle mie vesti di Fondatore e Responsabile di uno " JUVENTUS CLUB " ! 

 

 

All’alba degli anni settanta – racconta Vladimiro Caminiti – è riuscito ad arrivare alla prima squadra un maestro di calcio come monsù Rabitti. Fu un momento di fortuna, magari, oltre che specialissimo nella storia della Juventus, alla caduta del presidente oratore Catella all’inizio del regno del geometra Boniperti come dirigente unico responsabile, ecco l’allenatore delle squadre minori, il piccolo sanguigno, dalle orecchiette caprine, dagli occhi azzurri smerigliati, Ercole Rabitti riceve la squadra all’uscita dalla scena dell’hidalgo appassionato Luis Carniglia e la guida per mesi con mano tecnica audace e sicura, con idee modernissime e preparazione atletica di squillante novità, meritandosi la considerazione pur di professional navigati come Helmut Haller.
Gran momento oltre che per monsù, per il suo allievo prediletto Furino. Finalmente appagati e compensati, anche economicamente, i sacrifici di un maestro vero di calcio, nell’avviare, nell’educare, nel migliorare il calciatore in erba formandolo nel carattere oltre che nel fisico. Furino ha preso da lui, ha imparato i segreti del suo calcio.
La parentesi di Rabitti allenatore della Juventus si esaurì con uno stratagemma della società. Improvvisamente, Rabitti accusò dolorini intercostali e l’opinione anche dei sanitari fu che un periodo di riposo gli facesse assai bene. Tanto più che su suggerimento di Italo Allodi, arrivava come allenatore per la stagione ‘70-71 Armando Picchi. Ma si intuiva già che la parentesi bianconera Boniperti-Allodi non era destinata a vita lunga. Allodi, personaggio alquanto spettacolare e di eccentrica vivacità mentale, non riusciva a legare con Boniperti soprattutto sul piano delle valutazioni tecniche.
Rabitti giocatore aveva cominciato da ala destra e centravanti, diventando poi una mezzala. Aveva buone doti tecniche ma scarsa autonomia. Iniziò a giocare nell’Entella società giovanile torinese. Lavorava alla Fiat come disegnatore reparto autovetture e autocarri di Mirafiori sezione impiegati e ricorda quegli anni come una corsa sola a prendere tram sbocconcellando panini e saltando pasti. La passione era tanta e riuscì a colpire Berto Caligaris, il quale lo accompagnò dal gran dirigente Mazzonis cui disse testualmente: «“Questo ragazzino per me ha le doti a fior di pelle. Prendiamolo, non si può sbagliare”. E Mazzonis disse: “Cosa fa?” “Lavora alla Fiat” rispose Caligaris. E a me, Mazzonis chiese: “Quanto guadagni alla Fiat?” “450 lire al mese” ho risposto. “Alla Juve te ne daremo 600” rispose lui. “Non sono riuscito a dire di sì tanto ero contento...”».
Di sé come allenatore della Juventus in quella esperienza cruciale del torneo 69-70 parla con rancore e quasi rabbia. Rancore e rabbia anche nei propri confronti, la considera la grande occasione non sfruttata della vita professionale. «Diciassette risultati utili consecutivi, con otto vittorie di seguito. Purtroppo bo preso in mano la squadra in un momento di trasformazione della società. Mi si dice che bo mancato di capacità psicologica. Certo oggi non ripeterei certi atteggiamenti».
In realtà, Rabitti non riuscì a intendersi con Boniperti e non riuscì ad apprezzare Allodi. Fierissimo della sua parte tecnica di duca e stratega smarrì la calma operativa e non gli bastò avere lavorato sovranamente bene sul piano tecnico e della preparazione tecnica e atletica. Dovette dire addio alla sua Juventus e accasarsi al Torino come allenatore delle squadre minori. Il fatto di avere sempre lavorato con i ragazzi, modellandoli, plasmandoli, creandoli dal niente, lo fece apprezzare soltanto in campo e nei rapporti con i giocatori. Non compatendo i divi professional e pretendendo dai dorati pelandroni lo stesso impegno dei suoi ragazzi ebbe più di qualche pericoloso battibecco sedato a fatica dal presidente.
Prigioniero del suo concetto di allenatore unico responsabile della parte tecnica non ammetteva né interessamenti di Boniperti alla stretta vicenda tecnica, né ingerenze di estranei. Una strana lacuna psicologica gli impediva serenità nei rapporti con gran parte della stampa e la radiotelevisione; né poteva pretendere di isolare la squadra attorno a se stesso monsù del calcio giocato con tecnica e sentimento.
 
ALBERTO REFRIGERI, “HURRÀ JUVENTUS” NOVEMBRE 1969
Ercole Rabitti è un juventino purosangue: nato a Torino il 24 agosto 1921, è entrato fin da ragazzo, quindici anni, a far parte della famiglia bianconera; dopo avere fatto la trafila nelle squadre giovanili, debuttò in prima squadra nel ruolo di centravanti, nel campionato 1940-41: avversaria la Sampdoria, che allora si chiamava Sampierdarenese: risultato 3 a 0, con un gol del «nostro». Dopo aver giocato sei partite come titolare, fu poi dato in prestito al Casale, quindi al Cuneo in serie B, allo Spezia, al Viareggio sempre nella serie cadetta. Nel 1948 fu ceduto al Como, dove, vincendo il campionato inferiore, tornò in serie A: tre anni nella squadra lariana e poi altrettanti al Fanfulla: ancora due campionati al Cecina e all’Anconitana, ed infine, nel 1959, epilogo della carriera come giocatore nell’Asti.
La Juventus, che aveva stipulato con il Pordenone una convenzione per il prelievo di giovani calciatori, lo inviò nella città veneta come istruttore. L’anno dopo Rabitti è a Torino, dove gli viene affidato tutto il settore giovanile della Società, carica che manterrà per sei anni consecutivi, con un intermezzo (fine ‘64) nella prima squadra dopo la partenza di Monzeglio (due partite nella Coppa Città di Torino, con Dukla, Torino e Stella Rossa e una di Coppa Italia).
Dopo avere svolto fino a pochi mesi fa il compito di osservatore, ai primi di agosto è di nuovo chiamato a dirigere i giovani bianconeri; e ora lo ritroviamo nuovamente come allenatore in prima.
Conosciamo da parecchi anni Rabitti: è un trainer preparato, serio, che sa profondamente di calcio; intransigente nel lavoro e nella disciplina, riesce a spremere il meglio da ogni elemento e ha la grande dote di saper dare la carica, negli allenamenti e prima delle partite. I giocatori, sia i giovanissimi emersi sotto la sua guida (i vari Zigoni, Roveta. Rinero, Furino, Tancredi, Piloni, Pandolfi), sia i cosiddetti «grandi», gli vogliono bene e lo ascoltano perché non si dà arie, lavora con loro e più di loro, li sostiene nei momenti di crisi recuperandoli al meglio, e traendo sempre il massimo da ognuno.
Rabitti non crede troppo nella tattica della panchina: «Secondo me non ha un’importanza determinante come qualcuno vorrebbe far credere: la partita si prepara giorno per giorno durante la settimana, e la domenica sul campo vediamo rispecchiate le risultanze di questo lavoro; naturalmente bisogna che il tecnico in panchina sia preparato all’imponderabile, vedi infortunio con relativa entrata del tredicesimo, vedi mossa dell’avversario da combattere, vedi suggerimenti ai ragazzi sull’esatta posizione da assumere o sul marcamento; ma ripeto, sono soltanto sfumature: tutto è già stato studiato e predisposto prima, alla lavagna e sul campo».
«D’altra parte», prosegue l’allenatore, «dalla panchina, con tutto il vociare che ti ritrovi intorno, anche se ti metti a gridare è difficile che ti capiscano; e quand’anche, se magari rinfacci a caldo a un giocatore l’errore appena commesso, finisci che lo deprimi ancora di più, per cui in definitiva la cosa è controproducente; diciamo piuttosto che mi torna utile un cosiddetto giocatore “faro”, che ho designato in Del Sol: questo, durante l’incontro, deve ogni tanto guardare verso di me in panchina, e ricevere qualche piccola istruzione, qualche ritocco alle marcature, da comunicare poi ai compagni; i quali naturalmente sono a conoscenza dei compiti di portavoce di questo elemento; mi viene così più facile controllare la situazione in campo, ma sempre, ripeto, per cose marginali».
Chiediamo a Rabitti se per lui ha maggior valore la tecnica artistica dell’ingegnere, oppure la volontà dell’operaio. «Prima di tutto il giocatore, ingegnere o operaio che sia, deve essere un atleta, nel pieno senso della parola; voglio dire che al giorno d’oggi anche un “grande” che magari col pallone riesce a fare ciò che vuole, se non è al massimo della forma atletica non tocca palla o quasi. È logico che in una squadra vi sia chi pensa di più e chi meno, chi fa lavorare di più il cervello e chi di più le gambe; l’importante è amalgamare questi due diversi elementi, e cercare di fonderli in un solo, unico blocco; parlo sia della domenica sul campo, che durante la settimana negli allenamenti, come pure nella vita privata: tutti amici insomma, pronti a darsi una mano reciproca a favore della squadra come complesso; quello insomma che avete visto contro l’Inter».
È ottimista Rabitti? «Senza rubbio, e a ragion veduta, senza sbruffonerie: ho dei ragazzi che non sono inferiori a nessuno, so di lavorare con un materiale pregiato, che ha solo bisogno di essere mantenuto al massimo livello di condizione per rendere al massimo: i ragazzi sanno che io non chiedo loro cose impossibili, ma solo quello che ritengo possano dare; già dai primi contatti hanno dimostrato di capirmi, e così non ci sono state inutili perdite di tempo; siamo tutti dei professionisti pagati dalla Società, e con alle spalle milioni di tifosi che ci appoggiano e attendono da noi il meglio; abbiamo un solo traguardo e dobbiamo arrivarci insieme: da questa collaborazione reciproca sono certo avremo tutti grosse soddisfazioni».
 
 
.... e visto che ci siamo,  così lo ricorda il mai dimenticato ..... Sempavor Italia: Prodi come Matrecano: a Cuccureddu l'incarico di ...  ANTONELLO CUCCUREDDU  
 
 
Il suo debutto fu incredibile.
“Sì, proprio a Cagliari, nella mia Sardegna. Contro il grande Cagliari di Riva che era in testa alla classifica e avrebbe vinto lo scudetto, mentre la Juve era in un momento difficile, aveva appena cambiato allenatore, mandarono via Carniglia e affidarono la squadra a Rabitti. Mi fece giocare da mezzala e a 3 minuti dalla fine segnai il gol del pari”.
Insomma, il sogno continuava. Ma qual è stata la sua partita indimenticabile?
“Beh, la prima di sicuro. Però anche quella del gol scudetto nel ‘73. Giocavamo con la Roma all’Olimpico e il Milan stava perdendo a Verona: anche noi eravamo sotto, ma Altafini pareggiò e poi io segnai il gol del 2-1”.
E quella da dimenticare?
“La finale di Coppa Campioni a Belgrado, contro l’Ajax. Una partita che purtroppo io nemmeno giocai perché avevano fatto delle scelte tattiche che poi si dimostrarono un errore”.
Qual è l’allenatore a cui deve di più?
“Ricordo Ercole Rabitti come un padre”.

Qui siamo noi a chiedere spiegazioni a Cuccureddu, perché Rabitti subentrò al Toro, nell’80-’81 e magari non tutti lo ricordano alla Juve.
“Fu esonerato l’argentino Carniglia e allora Boniperti prese dal settore giovanile Rabitti. Prima di arrivare al Torino, era stato per molto tempo alla Juve”.
 
 
 
 
 
 

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Carissimo Stefano, complimenti davvero per il tuo al solito eccellente lavoro di ricerca del tutto incentrato sull'intreccio di storie , e non solo quelle relative ai trasferimenti , tra la nostra amata Vecchia Signora e i cugini granata. La tua narrazione è di livello decisamente superiore, da grande “Storico e Divulgatore” della grande vicenda, nonché autentica “storia infinita”, a tinte Bianconere. Solo chi della Juve è innamorato pazzo e completamente perso, arriva a saper “divulgare” , con così generosa e gradita dovizia di particolari, a beneficio di noi “comuni tifosi mortali” bianconeri ( anche se un tifoso bianconero non è mai “comune” ma sempre “speciale” ) i variegati aspetti della nostra gloriosa storia, anche sotto questo aspetto. Io , in tutta onestà, non essendo uno Juventino di Torino, ma bensì di una terra anch'essa ricca di Juventinità , come quella della Brianza Lecchese, non avverto in maniera spiccata la c.d. rivalità cittadina col Toro. I nostri competitors , sono Milanisti e Interisti, di cui riconosco la “Rivalità” sportiva solo ai rossoneri. I cartonati no, non sono nemmeno degni d' esser considerati rivali, nei loro confronti nutro solo indifferenza.  Per questo motivo non seguo molto le vicende del rapporto tra noi e i granata, ma credo d' aver sbagliato, perché si tratta di una parte importantissima della nostra storia che tu hai molto sapientemente narrato e divulgato. Per ciò ti ringrazio infinitamente, e resto in attesa della tua prossima perla. Di nuovo complimenti, infiniti ringraziamenti, e un grande abbraccio, con sempre maggior stima e simpatia  dal fratello bianconero Gianfranco da Lecco.

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8 ore fa, alex65viareggio ha scritto:

Finito di leggere in questo momento 

Complimenti

Grazie a te per l'impegno, per il tempo dedicato, per aver apprezzato ! 

 

Buona giornata, .salveStefano !

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16 ore fa, ronny80 ha scritto:

Bellissimo topic come sempre, soprattutto per chi come me è molto attratto dal calcio del passato, bravissimo Stefano !!

Caro Amico , il fatto che tu abbia apprezzato, mi gratifica assai ! 

 

Senza esitazione alcuna ed in maniera impavida, quando c'è da " farsi del male " con le mie elucubrazioni mentali a tinte bianconere , in sfregio al, tutt'altro che latente e remoto, pericolo di recare seri danni alla propria incolumità sia fisica che mentale, ecco che. com'è sua consuetudine, il " Fratello Bianconero .. @ronny80  ..  è da sempre  .. in prima linea "  e non fa mai mancare la sua preziosa e gradita presenza :  GRAZIE  !

 

Buona giornata, .salveStefano !

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Il 28/5/2020 Alle 11:57, Fabiuski ha scritto:

Letto tutto d’un fiato! Una bella carrellata di storia ci voleva proprio. Mi ha affascinato molto la parte su Alberto Barberis, possiamo considerarlo come la nostra prima bandiera!

Amico, grazie per aver gradito e per aver lasciato il tuo contributo !

 

Come noterai, non c'è una grande " affluenza " da queste parti : in questo forum, incredibile ma vero, il discernere di " STORIA BIANCONERA " , per la maggior parte degli utenti, è percepito come una fastidiosa " orticaria " .... si nutrono solo del presente e solo di esso  vivono. Tutto ciò che è stato, e che ha portato la nostra JUVENTUS F.C. AD ESSERE UNO DEI CLUB PIU' PRESTIGIOSI AL MONDO ... per costoro .... HA LO STESSA VALENZA DI UNA MONETA DA " 3  EURO " .

 

E, vabbè, contenti loro ... contenti tutti !  Noi, emulando le gesta dei " CARBONARI RISORGIMENTALI ", non molleremo la presa, e finchè Dio vorrà, continueremo a proporre e divulgare il ... " VERBO BIANCONERO "  .... a 360° ! 

 

Buon proseguimento, .salveStefano !

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Il 28/5/2020 Alle 12:35, Vendetta Bianconera ha scritto:

post fantastico ( anche se poi finisce per andare nella direzione "volemose bene" nei riguardi del toro e perde un po' l'intento iniziale). Secondo me bisogna sottolineare di più il fatto che l'uscita di Dick fu catastrofica per le finanze e l'esistenza stessa della Juve. Il Toro è un club nato dopo, nato male, nato con il dna del livore e per di più ci stava facendo scomparire. Non ci può essere "rispetto" per un club del genere da parte juventina. 

 

In generale aggiungo che è un post molto difficile da capire e da far digerire al 90% dei ragliatori del forum, privi di senso della storia e delle origini. E soprattutto difficile per tutti gli italiani che stanno sotto Genova. Capisco che la Juve sia diventata nazionale dagli anni 30' e qui sul forum non sono amati i campanilismi di chi tifa la squadra della propria città.

 

Ma esagerando in questo, si finisce per dimenticare l'identità e l'appartenenza di un club e ciò contribuisce anche ad indirizzare ( secondo me negativamente) il modo di tifare e di analizzare la storia di un club. Volenti o nolenti, la Juve è di Torino ( con la mentalità che le è propria) e noi piemontesi e torinesi la tifiamo primariamente per questo. 

Caro amico, per prima cosa grazie per aver partecipato ... apprezzato .... e per aver lasciato il tuo gradito e prezioso contributo, e di tutto ciò ti Ringrazio ! 

 

Riguardo a ciò che del tuo post ho evidenziato in grassetto, mi par d'intuire che, seppur in maniera garbata, tu mi fai notare che in alcuni " passaggi ", secondo il tuo punto di vista e la tua intima e personale percezione/sensibilità, probabilmente  sono stato un po' troppo " ecumenico " nei confronti di chi, fin dagli albori, ha nutrito nei confronti della " Vecchia Signora "  sentimenti assai prossimi a quelli che vengono mirabilmente narrati da Alessandro Manzoni  nei confronti di coloro che il volgo riteneva fossero  " Untori  di letale peste bubbonica " ....  .ghgh 

 

E, tutto sommato, potrei anche riconoscere che, seppur in parte, c'è del vero in ciò che hai scritto, anche perchè, come recita un vecchio proverbio, piaccia o non piaccia, " SI NASCE INCENDIARI ... SI MUORE POMPIERI " ....... .ghgh

 

Diciamo che, in altri Tempi, .... vedi i Derby con Ferrini & C. .... i Derby con Agroppi ... Pulici ... Graziani ... o ... perchè no.... quelli con Bruno in maglia granata, il mio modo d'intendere e percepire la rivalità con i torinisti era accompagnata e sorretta da ben altri impulsi che, definire, assai poco amichevoli, è un vero e proprio eufemismo . 

 

In compenso, da diversi anni ormai, almeno per ciò che mi concerne, accanirsi sui granata è un po' come sparare  alla" Croce .. Rossa "  ... e/o ... agire come " Maramaldo che infieriva sui morti " . 

 

Ciò non toglie che, con ogni probabilità, chi è juventino, vive a Torino, e magari quotidianamente  deve " confrontarsi/scontrarsi " con l'opposta e pruriginosa tifoseria, percepisce con ben altro spirito il seccante ed insano rapporto con gli assai  molesti " Vicini di Casa " . 

 

Buon fine settimana, .salveStefano !

 

 

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23 ore fa, RINUSLEX ha scritto:

I granata sono topi di fogna e fortunatamente dalle mie parti sono in via di estinzione.

Ricordo che erano ignobili, fastidisosi, odiosi, meschini, proprio degli infami.

.fuma

infatti ricordi bene.

Non sono cambiati, semmai peggiorati

 

io sono figlio unico.

E NON HO CUGINI

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7 ore fa, SSS71 ha scritto:

infatti ricordi bene.

Non sono cambiati, semmai peggiorati

 

io sono figlio unico.

E NON HO CUGINI

Ero entrato per scrivere la stessa cosa .ghgh

 

 

 

E anche per dire che ho finito di leggere tutto sefz

C'ho troppi compiti da fare chiedo venia .ghgh

Grazie mille Stefano

Mi ripeto ma è doveroso

 

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Il 28/5/2020 Alle 18:32, DoctorBianconero86 ha scritto:

Molte cose le conoscevo già ma il caro Stefano fa sempre bene a rinfrescare la memoria ad alcuni e soprattutto insegnare qualcosa alle nuove generazioni.

 

Questa volta Stefano ha voluto raccontare una storia incentrata sul derby della Mole che per me piemontese è da sempre LA partita anche se devo ammettere che pur essendo juventino al midollo un po’ il fascino del Toro lo subisco. Se la Juve non esistesse probabilmente tiferei per loro! 
 

Infatti mi piacerebbe che il derby tornasse ad essere una partita che conta davvero e per fare questo ci vorrebbe un Toro forte cosa che io non ho mai vissuto. 

Caro amico, com'è peraltro tua acclarata consuetudine, al di là  della più o meno condivisione della tale o talaltra vicenda in questione, il tuo modo di esprimerti e rapportati è sempre gradevole, direi, degno d'encomio !

 

Per il resto, uum che dire ? Prendendo spunto da ciò che hai scritto, mi limito ad esprimere  quanto segue ....  .ehm 

 

A ) " First of all " : Grazie per aver apprezzato, gradito, e per aver lasciato il tuo contributo 

 

B  ) Come noterai dalla scarsissima " affluenza ", in quello che è il " FORUM DELLA JUVENTUS PIU' FREQUENTATO IN ASSOLUTO DL WEB ", sia per ciò che concerne le " NUOVE GENERAZIONI " ( in assoluto la " maggioranza " degli iscritti ) ..... sia per ciò che riguarda le "  DIVERSAMENTE GIOVANI GENERAZIONI " .... della GLORIOSA STORIA DELLA JUVENTUS .... e di conseguenza .... DI TUTTO CIO' CHE IN MANIERA PIU' O MENO DIRETTA AD ESSA RIMANDA .... INTERESSA POCO O NULLA ! 

 

Per carità, tentare di " imporre "  qualcosa a qualcuno che " non sente nelle proprie vene ", oltre ad essere una " mission impossible ", non sarebbe cosa buona e giusta ... " Libertà di Pensiero .. e di .. Scelta " , ci mancherebbe , però, cosa vuoi che ti dica, ma probabilmente sbaglio io, non riesco a mentalmente realizzare come si possa essere epidermicamente  attratti da un " Club Calcistico " se, nel contempo, ignori le sue origini ed il suo infinito percorso che l'ha portato ad essere .. UNO DEI ... se non ... IL ... CLUB PIU' PRESTIGIOSO AL MONDO !

 

E ciò che, ancor più e meglio, aiuta a " comprendere " cosa in realtà significhi  essere la " JUVENTUS F.C. 1897 " nel PANORAMA CALCISTICO MONDIALE, lo si acquista ... solo ed esclusivamente .... attraverso un perpetuo " percorso " di approfondimento e conoscenze ! 

 

C ) Lo .. .paceebene.. confesso : per ciò che mi concerne, mai e poi mai, azzarderei anche il solo pensiero che nella mia vita sarei potuto un giorno diventare un sostenitore granata ... così come ... di nessuna altra squadra ( nutro una "  leggera simpatia " per la squadra nella città in cui sono nato, am niente di più ... anzi ... quando essa era in " SERIE A "... anche in quegli anni, non ho mai avuto remora alcuna a " tifare " Juventus : andare " contro " la mia amata " Vecchia Signora " , proprio non ce la faccio, per me sarebbe come andare contronatura ... :tsa:) .... anzi, ti dirò, se la Juve non fosse esistita, con ogni probabilità mi sarei dedicato ... al ... " Curling " ..... .ghgh 

 

D ) Ed anch'io,che di " DERBY ALL'ULTIMO SANGUE " , intesi come "  ACERRIME  SFIDE " in cui alla fine vinceva chi aveva il maggior numero di giocatori " ANCORA IN PIEDI " , non so quanti ne ho vissuti in prima persona ( tante " soddisfazioni " .. ed anche una, in particolare .. " cocente delusione " ) , ma, cosa vuoi che ti dica, quegli " INCONTRI/SCONTRI ... MAI SCONTATI PER CIO' CHE CONCERNE L'ESITO FINALE " MI MANCANO ... ECCOME SE MI MANCANO .... ma perchè essi possano ancora riproporsi, ovviamente, non dipende solo ed esclusivamente dalla nostra Juve ! 

 

E )  e per chiudere, ti devo fare una .segreto confidenza : SEBBENE SIANO PASSATI TANTI ANNI .... IO ED UN' ALTRA PERSONA ... NON ABBIAMO ANCORA DIGERITO E METABOLIZZATO QUELLO " SCUDETTO " CHE NEL CAMPIONATO 1975/76  " LETTERALMENTE .. REGALAMMO AI GRANATA ! 

 

uum E sai chi è quella " PERSONA " ?  Costui ....  .ehm 

 

 LA STORIA DELLA JUVENTUS F.C.- GIAMPIERO BONIPERTI - LIBRO CALCIO ...  ....  dire che GIAMPIERO BONIPERTI ... non la prese " affatto bene " ... è un vero e proprio eufemismo ! 

 

Buon fine settimana a te e famiglia ! 

 

.salve Stefano !

 

 

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Caro Stefano, da anni ti ammiro perchè sei una fonte appassionata e inesauribile di notizie, foto e aneddoti vari. La tua è vera juventinità, quella che affonda nelle nostre radici, passione per lo sport del calcio, per la cavalleria e per le battaglie combattute con ardore che, fino alla fine, bisogna voler vincere ma che, dopo il fischio finale, vanno onorate, sia che siano state vinte, sia siano state perse. Ed ogni battaglai persa mette le basi per la battaglia successiva vinta.

Un calcio che pare non esista più, invece esiste ancora nel DNA della nostra Juventus, che è quel che è proprio perchè cent'anni e più fa, alcuni ragazzi hanno impiegato soldi ed energie per costruire le vittorie di una nobile e lunghissima tenzone sportiva.

Se mi permetti, proprio perchè il tuo è un infaticabile lavoro di appartenenza bianconera, meritorio e indispensabile, vorrei aggiungere qualche lieve limata che renda più bello il già splendente diamante.

Come tu ben sai, le notizie sono rare e spesso contraddittorie riguardo a questi amabili dilettanti di centoquindici anni fa, ma la forte passione dei topi di biblioteca ancora oggi aggiunge qualche novità.

Grazie a questi ricercatori, posso affermare con certezza che Diment non si chiamava Jack, ma John, era inglese, FORSE nato (comunque in Inghilterra) da genitori inglesi trasferitisi in precedenza in Scozia. NON lavorava per Dick ma, come Squair, per un'azienda di trasporti che si chiamava Walter & Becker.

Gli unici dipendenti di Dick erano Bollinger, Barberis (che comunque ancora studiava all'Università e lo faceva per sostenersi) e, pare, Streule.

Dick affittò il Velodromo Umberto I con i fondi juventini, ma intestando a se stesso il contratto, proprio perchè aveva un caratteraccio accentratore e già qui si capisce da che presupposti siano nati i tremendisti. Il colpo della fuoriuscita fu effettivamente molto grande e si dovettero reperire fondi un po' ovunque, i soci calarono e, addirittura, nel 1912 la squadra dovette scendere in campo a Milano, col Milan, in dieci uomini!

Grazie alla provvidenza, in seguito arrivò Hess, giocatore mediocre ma ottimo presidente, che seppe far evolvere lo spirito cavalleresco e un po' guascone degli inizi in una forza canalizzata e organizzata!

Tornando agli eredi di Dick, nati svizzeri, livorosi, invisiosi e dispettosi, a loro comunque dobbiamo la più antica rivalità del calcio italiano e un po' viene da volergli bene per questo, per darci la possibilità in ogni caso di fare la Storia e per avere una nostra nemesi dai cattivi sentimenti. Un po' come vuoi bene alla pecora nera di famiglia. In fondo, sono juventini che sbagliano, sono sempre quelli che ti amano tanto, vorrebbero essere te, ma non lo sono, quelli che ti odiano di più.

ça suffì, la pianto qui e transeat la panchina che era di legno e non di pietra grezza... ...sono licenze poetiche!

A presto e grazie!

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P.S. Volevo solo postare, ad onore dello spirito degli inizi e del forte sentimento di indentità, la lettera che Benedetto Umberto Malvano, uno dei soci fondatori, scrisse al presidente Agnelli nel 1956, anno in cui giravano forti voci su una fusione con l'altra squadra cittadina per poter ovviare in fretta ad una crisi economica (e, forse, anche per togliersi di mezzo un fastidio, chissà):

 

«Abbiamo letto nella stampa di ieri la chiara smentita che ella ha dato alle voci nuovamente circolanti di una fusione col Torino. Dio sia lodato! Speriamo che non se ne parli mai più. Per noi che da tanti, tanti anni, ci sentiamo orgogliosi dei nostri colori sarebbe stato come se la Juventus, nostra amorosa madre sportiva, abbandonasse noi, suoi figli di sempre, per sposare uno sconosciuto, che non potremmo mai, assolutamente mai, amare neanche in minimissima parte. La preghiamo tanto: ci preservi da così grande jattura e voglia scusare questo sfogo dettato dal cuore»

 

Amen. Questi siamo noi, juventini di Torino!

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9 ore fa, Tre di Tre ha scritto:

Caro Stefano, da anni ti ammiro perchè sei una fonte appassionata e inesauribile di notizie, foto e aneddoti vari. La tua è vera juventinità, quella che affonda nelle nostre radici, passione per lo sport del calcio, per la cavalleria e per le battaglie combattute con ardore che, fino alla fine, bisogna voler vincere ma che, dopo il fischio finale, vanno onorate, sia che siano state vinte, sia siano state perse. Ed ogni battaglia persa mette le basi per la battaglia successiva vinta.

Un calcio che pare non esista più, invece esiste ancora nel DNA della nostra Juventus, che è quel che è proprio perchè cent'anni e più fa, alcuni ragazzi hanno impiegato soldi ed energie per costruire le vittorie di una nobile e lunghissima tenzone sportiva.

Se mi permetti, proprio perchè il tuo è un infaticabile lavoro di appartenenza bianconera, meritorio e indispensabile, vorrei aggiungere qualche lieve limata che renda più bello il già splendente diamante.

Come tu ben sai, le notizie sono rare e spesso contraddittorie riguardo a questi amabili dilettanti di centoquindici anni fa, ma la forte passione dei topi di biblioteca ancora oggi aggiunge qualche novità.

Grazie a questi ricercatori, posso affermare con certezza che Diment non si chiamava Jack, ma John, era inglese, FORSE nato (comunque in Inghilterra) da genitori inglesi trasferitesi in precedenza in Scozia. NON lavorava per Dick ma, come Squair, per un'azienda di trasporti che si chiamava Walter & Becker.

Gli unici dipendenti di Dick erano Bollinger, Barberis (che comunque ancora studiava all'Università e lo faceva per sostenersi) e, pare, Streule.

Dick affittò il Velodromo Umberto I con i fondi juventini, ma intestando a se stesso il contratto, proprio perchè aveva un caratteraccio accentratore e già qui si capisce da che presupposti siano nati i tremendisti. Il colpo della fuoriuscita fu effettivamente molto grande e si dovettero reperire fondi un po' ovunque, i soci calarono e, addirittura, nel 1912 la squadra dovette scendere in campo a Milano, col Milan, in dieci uomini!

Grazie alla provvidenza, in seguito arrivò Hess, giocatore mediocre ma ottimo presidente, che seppe far evolvere lo spirito cavalleresco e un po' guascone degli inizi in una forza canalizzata e organizzata!

Tornando agli eredi di Dick, nati svizzeri, livorosi, invidiosi e dispettosi, a loro comunque dobbiamo la più antica rivalità del calcio italiano e un po' viene da volergli bene per questo, per darci la possibilità in ogni caso di fare la Storia e per avere una nostra nemesi dai cattivi sentimenti. Un po' come vuoi bene alla pecora nera di famiglia. In fondo, sono juventini che sbagliano, sono sempre quelli che ti amano tanto, vorrebbero essere te, ma non lo sono, quelli che ti odiano di più.

ça suffì, la pianto qui e transeat la panchina che era di legno e non di pietra grezza... ...sono licenze poetiche!

A presto e grazie!

 

9 ore fa, Tre di Tre ha scritto:

P.S. Volevo solo postare, ad onore dello spirito degli inizi e del forte sentimento di indentità, la lettera che Benedetto Umberto Malvano, uno dei soci fondatori, scrisse al presidente Agnelli nel 1956, anno in cui giravano forti voci su una fusione con l'altra squadra cittadina per poter ovviare in fretta ad una crisi economica (e, forse, anche per togliersi di mezzo un fastidio, chissà):

 

«Abbiamo letto nella stampa di ieri la chiara smentita che ella ha dato alle voci nuovamente circolanti di una fusione col Torino. Dio sia lodato! Speriamo che non se ne parli mai più. Per noi che da tanti, tanti anni, ci sentiamo orgogliosi dei nostri colori sarebbe stato come se la Juventus, nostra amorosa madre sportiva, abbandonasse noi, suoi figli di sempre, per sposare uno sconosciuto, che non potremmo mai, assolutamente mai, amare neanche in minimissima parte. La preghiamo tanto: ci preservi da così grande jattura e voglia scusare questo sfogo dettato dal cuore»

 

Amen. Questi siamo noi, juventini di Torino!

Caro Amico,  uum che dire ? 

 

Oltre alla " Prosa " forbita, elegante,appassionata che accompagna e sostenta il tuo erudito discernere di " Juventus ", appieno si evince quanto dotto, ardente, e nel contempo romantico, sia il tuo il tuo profondo e maturo senso di appartenenza alla " Famiglia Bianconera " .

 

Per me è un onore, oltre che un piacere, il rapportarmi con persone come te che, così come è per il sottoscritto, nel loro subconscio, seppur con accezione metaforica e simbolica, hanno elevato la " Vecchia Signora " a virtuale ed inseparabile " Compagna di Vita " .

 

Ti Ringrazio, e senza indugio alcuno, contraccambio e rilancio un doveroso, sincero e meritatissimo " attestato di stima " da parte mia nei  tuoi confronti . 

 

E venendo a ciò che concerne " l'oggetto/contenuto " dei tuoi messaggi, che assai ho gradito e che non ho dubbio e/o problema alcuno a collocare in ambito " preziosa e benvenuta collaborazione ", mi permetto  di esternare un paio di mie banali riflessioni a margine .... .ehm 

 

A ) Chi ha la Juventus nel cuore, nell'anima, nella mente, ed in maniera a volte " bulimica ", è sempre alla ricerca di qualche " tassello a tinte bianconere" che, in un modo o nell'altro, possa aiutare, seppur in parte, a dipanare dubbi  e/o rimodulare accadimenti che da sempre venivano, erroneamente, dati per scontati e certificati, fa fatica assai a stare " al passo " con il perpetuo " working in progress "  dei contemporanei e tecnologici, come tu li hai definiti, " topi di biblioteca " . 

 

Per carità, apprezzabile, lodevole,encomiabile, è la loro ricerca ( se fossi di Torino, compatibilmente coi i miei enormi limiti legati alle " moderne tecnologie ", con ogni probabilità, penso proprio che mi sarei " sbattuto " .. qui e là .. al fine di addivenire a qualcosa di misconosciuto che,in maniera più o meno diretta, rimanda alle infinite vicissitudini che rimandano alla nostra Juventus ) ... e ben venga, ci mancherebbe, ma avere " sotto e controllo " .. sempre e comunque .. la " Leggenda Bianconera " , almeno per me, è una vera e propria " mission impossible " . 

 

Sono in possesso di una discreta " JUVETECA ", ogni tanto, nonostante i " mugugni della Signora che da .. illo tempore .. si  .lazy corica con me, aggiungo qualche tomo, ma oltre, considerando l'incontrovertibile dato anagrafico che da tempo ormai mi colloca tra i " Diversamente Giovani ", non mi è possibile andare : un po' i libri .. un po' i video .. un po' " Hurrà "  et similia ... un po' i miei innumerevoli " flash back mnemonici " a tinte bianconere ... qualche " nastro " ... e qualche vinile  45  e/o  33 giri  ... da sempre sono il mio " Doping " quando mi avventuro ad elaborare i miei viaggi a ritroso nel tempo nella Unica ... Ineguagliata ... Gloriosa Storia Bianconera !

 

B) Per ciò che concerne quella .. a volte definita " Panchina " .. altre " Panca "  ( simili nella funzione ... ma diverse nella sostanza ) 

ne ho sempre lette e sentite di tutte le fogge e di tutti i colori .

 

- così scrive  Renato Tavella nel suo ... " Nasce un Mito : Juventus "  .... .ehm

 

La panchina all'ombra degli ippocastani da molte stagioni non c'è più. E' scomparsa. Ceduto il passo al nuovo che avanza,messa da parte, rimane custodita gelosamente nel ricordo  che si è fatto leggenda. Un mito tramandatosi di bocca in bocca,di padre in figlio,narrato da teneri  e preziosi racconti d'antan. Tocca dunque immaginarla, in piena Torino,lungo il viale,all'angolo dove il Corso Re Umberto incrocia il Corso Vittorio Emanuele.

Era lì, a pochi passi dalla strada, sempre libera e disponibile a cullare i sogni di uno scalpitante  gruppo di adolescenti. 

 

Dritta e solida nella sua struttura di traversine di legno verde, accogliente, soprattutto pratica e comoda, era stata individuata e scelta dai ragazzi come ideale punto di incontro all'uscita della scuola ! 

 

- così scrive VLADIMIRO CAMINITI ( ripreso da Stefano Bedeschi  .. in .. " Il Pallone Racconta "  )  .... .ehm 

 

 La Juventus nasce su una panca di pietra rugosa di Corso Re Umberto a Torino. Attorno a questa panca si ritrova la brigata di studenti, tra i quali Gioachino Armano, i fratelli Eugenio ed Enrico Canfari, Rolandi, Secondi, Umberto Malvano, Guido Botto, Luigi Gibezzi, Ettore Corbelli, Domenico Donna, Giovanni Goccione, Bino Hess. Piccoli, paffuti, spilungoni, coi calzoni a zuava, figli di papà della Torino sormontata di elmi, sciabole e cimieri: la città di Fieramosca; con i suoi eroi e le sue esposizioni, le panche di pietra rugosa, le strade ampie e luminose, le case solide e quadrate, coi balconi pomposi.

 

- personalmente sono più propenso ad ipotizzare che quella " celebre panchina " fosse di legno, ma se una " fonte autorevole " com'era quella di Vladimiro Caminiti arriva ad affermare che essa fosse di " pietra rugosa " , volente o nolente, qualche uum dubbio che lui possa aver ragione, non lo nego, mi viene ... :tsa:

 

- la maggior parte di coloro che si sono inoltrati a narrare la " Storia della Juventus " fin dai suoi albori, invece, non entra nel merito e si limita a ricorrere all'utilizzo dei vocaboli panca e/o panchina !

 

C ) Grazie per la lettera di Malvano, che  lessi tanto tempo fa, ma che le mie sinapsi avevano relegato in chissà quale anfratto della mia corteccia cerebrale . In effetti, i Campionati 1955/56  &  1956/57 ( la certezza matematica della salvezza arrivò alla penultima giornata grazie ad una sofferta Vittoria per 4-3 al Comunale .. vs .. Triestina ) ... per usare un eufemismo ... non furono all'altezza ! L' Avvocato, preso da sconforto, o chissà da quale altro insano e fuorviante pensiero, pubblicamente esternò il suo disagio, e parola più .. parola meno, fors'anche in maniera improvvida, diede in pasto ai giornali le seguenti sconcertanti dichiarazioni ( tratto da " La Storia della Juventus " di Perrucca-Romeo-Colombero )  ....  .ehm 

 

" La Città di Torino non merita  due squadre di calcio , una sarebbe  più che sufficiente a soddisfare le voglie calcistiche dei torinesi. Uno spettacolo quindicinale sarebbe abbastanza. " 

 

Fu un vero e prorpio diluvio di proteste a cominciare dallo " staff dirigenziale della Juventus ", appoggiato dai tifosi, e dalla stampa sportiva e non . Lo stesso accadeva sul fronte granata. Questo altro non era che il preambolo a quanto sarebbe accaduto il giorno dopo.

 

Pressato dai giornali, l'Avvocato invitò i rappresentanti delle rubriche di calcio nel suo ufficio personale in Corso Vittorio Emanuele.

 

Gli " invitati " erano : VITTORIO POZZO per LA STAMPA - CARLO BERGOGLIO .. alias .. CARLIN  del TUTTOSPORT - PIERO MOLINO per la " GAZZETTA del POPOLO ". Così riporta e narra l'episodio Piero Molino :  L' Avvocato non ebbe neanche il tempo di ribadire i concetti che l'avevano spinto a fare quelle dichiarazioni. Carlin non gli lasciò aprire bocca e subito lo investì con parole che mi lasciarono stupito, in quanto, anche un po' irriguardose! Carlo Bergoglio, così cominciò la sua reprimenda : " CON QUALE VESTE LEI SI ARROGA IL DIRITTO DI CANCELLARE LA VITA GLORIOSA DI DUE SOCIETA' ? SE LEI NON VUOLE FARE IL PRESIDENTE SI ACCOMODI E TENGA PRESENTE CHE LA JUVENTUS PUO' VIVERE ANCHE SENZA GLI AGNELLI " . CARLIN SE NE ANDO'  INFURIATO SENZA PROFERIR PAROLA ... ED ANCHE L'AVVOCATO NON ESTERNO' VOCABOLO ALCUNO  QUANDO BERGOGLIO, IN MANIERA  VIGOROSA ED ASTIOSA, DECLAMO'  QUELLA FOCOSA ED ASTIOSA REPRIMENDA NEI SUOI  CONFRONTI !

 

A fine stagione Gianni lasciò la Presidenza della Juve che, com'è notorio, passò nelle mani del fratello, il Dott. Umberto Agnelli, il quale, tra l'altro, un giorno del mese di Giugno del 1957 tornò sull'argomento, facendo intendere che quella del fratello non era stata una " boutade " : erano già stati fatti degli studi sulla fattibilità di quell'eventuale ... INSANO ... progetto . Si pensava ad una " Polisportiva " ed altre amenità del genere, progetto che poi era stato del tutto abbandonato circa un mese prima a causa dell'assoluta e determinata contrarietà di tutta la città di Torino .. sia quella bianconera ,che quella granata !

 

Tra l'altro, seppur in maniera più velata, alla fine degli anni 80, senza oltremodo " affondare il colpo ", Umberto Agnelli, a modo suo, con modalità tipiche di colui che non ha mai troppo amato la " scena della ribalta " ... en passant ..  fece " scivolare  un sassolino " che, per fortuna, nessuno raccolse ...... ( tratto da " La Repubblica " del 02/10/ 1989 ) .....  .ehm

 

Persino gli Agnelli devono attraversare un momento di sconforto calcistico se uno di loro, Umberto, ha rispolverato l' ipotesi della fusione tra la Juve e il Toro, che sarebbe la sconfitta più terribile per il calcio di questa città. Il professionismo attuale ha dichiarato rende problematico, se non addirittura difficile il dovere sopportare il peso di due squadre. Se guardiamo gli incassi di Juventus e Torino, bastano da soli a testimoniare che, volendo due grandi squadre, si rischia di non averne neppure una. Evidentemente i 6 mila 800 paganti di domenica per Juventus-Pescara e il calo costante di pubblico che segue il Torino inducono a riflettere. E qualcuno ha considerato quello di Umberto come un messaggio della Famiglia. E in questa città non accade mai che le parole degli Agnelli cadano nel vuoto. L' impressione però è che il fratello dell' Avvocato abbia parlato a titolo personale estraniandosi in ruolo di imprenditore al di sopra delle parti, che, nel caso specifico, non gli appartiene 

 

Cordialissimi saluti, .salve Stefano !

 

 

 

 

 

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Caro Stefano che dire ormai non so più come esprimere la mia stima nei tuoi confronti,posso solo dirti Grazie ed ancora Grazie per questi tuoi racconti di Storia bianconera che sono talmente dettagliati e magistralmente scritti che sembra proprio di rivivere il clima dell'epoca.

Ho sempre sostenuto che senza memoria non può esservi comprensione del presente,ed è per questo che i tuoi racconti sono e non esagero pietre miliari del forum che andrebbero lette da tutti...per quanto mi riguarda io continuerò ad essere tuo assiduo lettore.

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3 ore fa, 29 MAGGIO 1985 ha scritto:

- personalmente sono più propenso ad ipotizzare che quella " celebre panchina " fosse di legno, ma se una " fonte autorevole " com'era quella di Vladimiro Caminiti arriva ad affermare che essa fosse di " pietra rugosa " , volente o nolente, qualche uum dubbio che lui possa aver ragione, non lo nego, mi viene ... :tsa:

Caro Amico,

non v'è nulla di più semplice del verificare la fattezza e la materia di quella panchina. Infatti, essa è "sparita" perchè spostata ed attualmente esibita al JMuseum!

Il buon cantore Vlad.Cam. (come talvolta si firmava) spesso amava fare più prosa, se non poesia, che storia e più e più volte è stata evidenziata qualche "pecca" nei suoi resoconti, non perfettamente attinenti alla realtà. Ciononostante, un pensiero va anche a lui, grande penna Juventina.

Seppur anche Tavella sia stato saltuariamente colto in fallo da alcune nuove ricerche, per esempio quelle del sempre puntiglioso Principio Paolino, in questo caso ha pienamente ragione.

Grazie per il tuo ennesimo approfondimento sulla "jattura" della possibile fusione che abbiamo avuto la ventura di risparmiarci.

Ai prossimi complimenti!

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2 ore fa, J Solo ha scritto:

Si vantano che la loro forza è giocare col cuore

 

Il loro problema è che ogni volta glielo mangiamo

 

Più che altro non lo sbandieriamo come loro, ma di cuore ne abbiamo più di loro !!

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15 ore fa, Tre di Tre ha scritto:

Caro Amico,

non v'è nulla di più semplice del verificare la fattezza e la materia di quella panchina. Infatti, essa è "sparita" perchè spostata ed attualmente esibita al JMuseum!

Il buon cantore Vlad.Cam. (come talvolta si firmava) spesso amava fare più prosa, se non poesia, che storia e più e più volte è stata evidenziata qualche "pecca" nei suoi resoconti, non perfettamente attinenti alla realtà. Ciononostante, un pensiero va anche a lui, grande penna Juventina.

Seppur anche Tavella sia stato saltuariamente colto in fallo da alcune nuove ricerche, per esempio quelle del sempre puntiglioso Principio Paolino, in questo caso ha pienamente ragione.

Grazie per il tuo ennesimo approfondimento sulla "jattura" della possibile fusione che abbiamo avuto la ventura di risparmiarci.

Ai prossimi complimenti!

Amico mio, Buona giornata ! 

 

Verissimo ciò che hai scritto riguardo qualche imprecisione, magagna, imperfezione che a volte accompagnano i vari testi che narrano e si addentrano nella " Leggenda Bianconera ". Libri che, nella maggior parte dei casi, sono accompagnati e sorretti dall'improbo ed assai arduo intento di aggiungere e/o rettificare qualche ulteriore tassello che fa,  o dovrebbe far parte, della " Storia Juventina ". E mai, come quando ci si avventura in vicende simili a queste, che risalgono e rimandano agli albori di quei Tempi Eroici in cui la magica ed empatica sfera di vero cuoio e robuste cuciture iniziò a " rotolare " sugli Italici prati (che col tempo diverranno " terreni di gioco " ) ..  per la serie " Verba volant Scripta manent " .. sempre e comunque obbligatorio è il ricorrere all'utilizzo del condizionale ! 

 

Talmente ampio e disomogeneo è lo " scibile calcistico ", specie se ci avventuriamo in quelli che furono gli italici primordi dell'infinita e perpetua avventura del " Foot-Ball " alle nostre latitudini che, il più delle volte, assai arduo, se non impossibile ( specie se non siamo in possesso di avallata e certificata  testimonianza, di qualunque natura essa sia) risulta essere l'affermare che .. " conditio sine qua non " .. il tale o talaltro evento/episodio .. la tale o talatra circostanza/vicenda .. si svolsero esattamente come noi supponiamo/crediamo possano essersi manifestati/e ! 

 

Ribadendo che anch'io sono più propenso a credere che quella " panchina " ( magari .. chissà .. una delle tante panchine che li si trovavano locate ) probabilmente fosse di legno, ( io, ma non solo io, nutro seri dubbi che sia proprio quella esposta al " JMUSEUM " ... ma qui preferisco non entrare nel merito ) tuttavia, con l'intento di dare a Caminiti ciò che è di Caminiti, al di là della sua inconfondibile " lirica ", per la serie " Cui Prodest ", non riesco a comprendere quale vantaggio egli avrebbe potuto eventualmente trarre dall'artatamente modificare quello che è un risvolto primario, romantico e , perchè no, a suo modo fondamentale per ciò che  riguarda l' ineguagliata " Storia Bianconera " . 

 

Caminiti era del 1932, la Juve nacque nel 1897 ( anche se, da un po' di tempo a questa parte, c'è una " corrente " di pensiero che sostiene che, in realtà, il Club Bianconero venne alla luce nel 1898 :  forse, e sottolineo forse , tra " SPORT-CLUB JUVENTUS " .. & .. " FOOT-BALL CLUB JUVENTUS " , qualcuno fa un po' di confusione  .. ma per dirla alla Antonio Sciesa, celebre Eroe Risorgimentale .. " Tirèmm Innànz " .. che è meglio ..  :tsa:) non escluderei  a priori che possa essere entrato in contatto con qualcuno che all'Epoca era assai giovane ... qualcuno che magari era proprio lì, oppure, perchè no, che abbia avuto modo e maniera di visionare storiche immagini di quella zona della città ... oppure ... oppure ... oppure ... le ipotesi potrebbero essere infinite ! 

 

Un sola cosa è però certa : quando ci si inoltra in lontani, ed in parte inesplorati, meandri di cui si son smarrite e/o non sono mai esistite esaustive " mappe chiarificatrici " propedeutiche a farci ritrovare la metaforica " via d'uscita " , il celeberrimo " Del doman non v'è certezza " ... dovrebbe essere declinato con altra impostazione .. e cioè .. " Del passato non v'è certezza " ...  :tsa:

 

E' stato un piacere, cordialmente, .salveStefano !

 

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Come sempre non ci si può esimere dal ringraziare il nostro Stefano per il suo lavoro, perché dietro ogni suo thread c'è un lavoro pazzesco, atto ad accrescere la nostra cultura juventina.
Grazie, grazie di cuore.

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Caro amico, com'è peraltro tua acclarata consuetudine, al di là  della più o meno condivisione della tale o talaltra vicenda in questione, il tuo modo di esprimerti e rapportati è sempre gradevole, direi, degno d'encomio !
 
Per il resto, uum che dire ? Prendendo spunto da ciò che hai scritto, mi limito ad esprimere  quanto segue ....  .ehm 
 
A ) " First of all " : Grazie per aver apprezzato, gradito, e per aver lasciato il tuo contributo 
 
B  ) Come noterai dalla scarsissima " affluenza ", in quello che è il " FORUM DELLA JUVENTUS PIU' FREQUENTATO IN ASSOLUTO DL WEB ", sia per ciò che concerne le " NUOVE GENERAZIONI " ( in assoluto la " maggioranza " degli iscritti ) ..... sia per ciò che riguarda le "  DIVERSAMENTE GIOVANI GENERAZIONI " .... della GLORIOSA STORIA DELLA JUVENTUS .... e di conseguenza .... DI TUTTO CIO' CHE IN MANIERA PIU' O MENO DIRETTA AD ESSA RIMANDA .... INTERESSA POCO O NULLA ! 
 
Per carità, tentare di " imporre "  qualcosa a qualcuno che " non sente nelle proprie vene ", oltre ad essere una " mission impossible ", non sarebbe cosa buona e giusta ... " Libertà di Pensiero .. e di .. Scelta " , ci mancherebbe , però, cosa vuoi che ti dica, ma probabilmente sbaglio io, non riesco a mentalmente realizzare come si possa essere epidermicamente  attratti da un " Club Calcistico " se, nel contempo, ignori le sue origini ed il suo infinito percorso che l'ha portato ad essere .. UNO DEI ... se non ... IL ... CLUB PIU' PRESTIGIOSO AL MONDO !
 
E ciò che, ancor più e meglio, aiuta a " comprendere " cosa in realtà significhi  essere la " JUVENTUS F.C. 1897 " nel PANORAMA CALCISTICO MONDIALE, lo si acquista ... solo ed esclusivamente .... attraverso un perpetuo " percorso " di approfondimento e conoscenze ! 
 
C ) Lo .. .paceebene.. confesso : per ciò che mi concerne, mai e poi mai, azzarderei anche il solo pensiero che nella mia vita sarei potuto un giorno diventare un sostenitore granata ... così come ... di nessuna altra squadra ( nutro una "  leggera simpatia " per la squadra nella città in cui sono nato, am niente di più ... anzi ... quando essa era in " SERIE A "... anche in quegli anni, non ho mai avuto remora alcuna a " tifare " Juventus : andare " contro " la mia amata " Vecchia Signora " , proprio non ce la faccio, per me sarebbe come andare contronatura ... :tsa:) .... anzi, ti dirò, se la Juve non fosse esistita, con ogni probabilità mi sarei dedicato ... al ... " Curling " ..... .ghgh 
 
D ) Ed anch'io,che di " DERBY ALL'ULTIMO SANGUE " , intesi come "  ACERRIME  SFIDE " in cui alla fine vinceva chi aveva il maggior numero di giocatori " ANCORA IN PIEDI " , non so quanti ne ho vissuti in prima persona ( tante " soddisfazioni " .. ed anche una, in particolare .. " cocente delusione " ) , ma, cosa vuoi che ti dica, quegli " INCONTRI/SCONTRI ... MAI SCONTATI PER CIO' CHE CONCERNE L'ESITO FINALE " MI MANCANO ... ECCOME SE MI MANCANO .... ma perchè essi possano ancora riproporsi, ovviamente, non dipende solo ed esclusivamente dalla nostra Juve ! 
 
E )  e per chiudere, ti devo fare una .segreto confidenza : SEBBENE SIANO PASSATI TANTI ANNI .... IO ED UN' ALTRA PERSONA ... NON ABBIAMO ANCORA DIGERITO E METABOLIZZATO QUELLO " SCUDETTO " CHE NEL CAMPIONATO 1975/76  " LETTERALMENTE .. REGALAMMO AI GRANATA ! 
 
uum E sai chi è quella " PERSONA " ?  Costui ....  .ehm 
 
 images?q=tbn:ANd9GcSqbW-YC0BTJJ6hMWC0cHmnY8eWMArBIXNGQwlgxA6LDCZsff3k%26usqp=CAU&key=feaa7a325ab2f67362950cc1a8dd183ff5624f8426209050a6a6f7df84777af4  ....  dire che GIAMPIERO BONIPERTI ... non la prese " affatto bene " ... è un vero e proprio eufemismo ! 
 
Buon fine settimana a te e famiglia ! 
 
.salve Stefano !
 
 
Poi però arrivarono i 51 punti...la vendetta è un piatto che va servito freddo...

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