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Jean Ravais

In ricordo di Angelo Caroli

Post in rilievo

Quoto

17 Novembre 2020

 

IN RICORDO DI ANGELO CAROLI

 

All'età di 83 anni ci ha lasciato Angelo Caroli.

Angelo è una delle persone che maggiormente in Italia ha saputo coniugare la pratica sportiva con la narrazione. Perché oltre a giocare a calcio, lui lo ha raccontato nella sua attività di giornalista, di scrittore e di romanziere.

 

Caroli arriva alla Juventus nel 1955, proveniente dall'Aquila. Fa il suo esordio in una gara a Bologna e riesce nell'impresa di siglare la rete che decide la partita. Ma Angelo è ancora uno studente, il giorno dopo – insieme alla lettura dei resoconti che sui giornali lo celebrano – è impegnato a scuola in un compito di greco nel liceo dove è nata la Juventus, il Massimo D'Azeglio.

 

La sua esperienza in bianconero avviene in due riprese distinte. Nel primo biennio milita in una squadra piena di ragazzi lontana da ambizioni di vertice. Torna poi nel 1960 a vivere l'ultimo scudetto della squadra con Boniperti, Charles e Sivori, per poi chiudere con ancora 3 apparizioni nel 1961-62.

 

 

Mazzia Nicolè Caroli

Dopo aver appeso le scarpette al chiodo, Caroli diventa un narratore dello sport (e non solo: la sua grande felicità di scrittura lo ha portato anche a una produzione di intriganti gialli). Lavora a Tuttosport e a Stampa Sera, racconta la Juve del presente in svariati articoli e ne celebra la storia in diversi libri (nella foto è a destra, insieme agli ex compagni Mazzia e Nicolé).

 

Ben più di una generazione di lettori è cresciuta ammirandone la competenza e la passione. Indimenticabili ed estremamente raffinati i ritratti dei calciatori che ha pubblicato su Hurrà Juventus.

 

La Juventus lo ricorda con grandissimo affetto e porge le più sentite condoglianze alla famiglia.

Juventus.com 

 

Quoto

...Nel 1960 il ritorno nella Juve dello scudetto: quell'anno Caroli giocò solo cinque partite, ma fece un assist a Sivori durante il derby con il Torino.

torino.repubblica.it 

 

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Quoto

Lascio la sede  dopo aver respirato per l’ennesima volta l’atmosfera bianconera, piena del fragrante profumo del successo, che è il succo della filosofia del club e che, insieme con lo stile, è il distintivo che la Signora non si toglie mai.
(Angelo Caroli)

 

tratto da Ho conosciuto la Signora, Graphot Editrice, 1987

 

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Che brutta notizia, ho un ricordo molto vivido delle sue apparizioni in qualche TV privata, tra chiacchiere di Juve e riferimenti letterari. Evidentemente il tempo passa anche troppo in fretta, non sapevo avesse superato gli 80 e che avesse questi problemi di salute.

Persona veramente squisita a pelle, colta e gentile nei modi.

Riposa in pace

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ANGELO CAROLI, oltre che calciatore e scrittore / giornalista, è stato un dotto narratore onnisciente di tutto ciò che, 

in maniera più o meno diretta, rimandava alla sua " JUVENTUS " .. ed a .. " L'EMISFERO BIANCONERO " in senso lato ! 

 

image.jpeg.706699bbd9f1cda29a20f27822c551ee.jpeg  Da sinistra ANGELO CAROLI con il padre, GIAMPIERO COMBI ed un giovane UMBERTO AGNELLI !

 

 

caroli%2Be%2Bcharles.jpg   ......... tratto da ...... " IL PALLONE RACCONTA " ...... .ehm

 

 

 

 

Nasce a L’Aquila il 7 aprile 1937; è uno dei ragazzi che Puppo, l’allenatore che a metà dei ‘50 cerca di traghettare la Juventus verso orizzonti più prestigiosi, lancia in prima squadra, per imparare dai Viola e dai Boniperti.
Di buona tecnica e abbastanza grintoso, Caroli gioca in attacco nelle formazioni giovanili. «Ero un atleta, ramo salto in lungo; dicevano che potevo diventare un buon giocatore. Puppo, occhialuto filosofo dall’aria pacata e solenne, allenava la Juventus; mi fece debuttare, come centravanti, a Bologna. Me la cavai bene e segnai il gol del successo bianconero; fu un caso, ma fu così. Disputai altre quattro partite in Serie A, prima del derby; erano tempi durissimi per la squadra preseduta da Umberto Agnelli. La società stava uscendo da un ciclo nebuloso, occorrevano dei restauri; perciò, fu realizzato un lancio, in massa, di giovani. Ci chiamavano Puppanti; vissi momenti di celebrità, il mio autografo era richiesto, forse perché ero uno studente calciatore».
Così l’immenso Vittorio Pozzo su “Stampa Sera” racconta quel gol: «Impadronitosi della palla la mezz’ala juventina Bartolini scopriva un corridoio trasversale sulla sua sinistra al quale stava accorrendo il compagno di centro Caroli. Il passaggio rasoterra partiva pronto e preciso. Caroli, il diciottenne esordiente, non si faceva pregare: partiva deciso, inseguito da un paio di avversari li batteva in velocità, penetrava in area e giunto a distanza adeguata spediva con calma e precisione nella rete sguarnita. Tutto frutto del lavoro dei due novellini inseriti nella squadra bianconera per darle l’apporto di un po’ di sangue giovane, questa rete che doveva decidere delle sorti della giornata. Bartolini aveva iniziato l’azione con prontezza di percezione, Caroli l’aveva completata con la punta di velocità, caratteristica dei giovani. Una mossa riuscita. Combi ha dichiarato: “L’esperimento dei giovani può ritenersi riuscito… Non dico che tutto sia andato alla perfezione, ma possiamo essere soddisfatti. Perciò bisognerà insistere su Caroli”».

 

Tratto da " STAMPA SERA " del 30/Gennaio/1956 .....  .ehm

 

Il diciottenne esordiente Caroli l'occasione buona: 1 - 0 COSI' I BIANCONERI SI SONO AFFERMATI A BOLOGNA -   Il punto per cui la Juventus ha battuto il Bologna è saltato fuori inopinatamente poco dopo l'inizio del secondo tempo. Fino a quel momento il Bologna, pur senza giocare gran che bene, aveva giocato meglio della Juventus. Aveva attaccato più a lungo, aveva fatto maturare, pur sbagliandole tutte, le maggiori e le migliori occasioni da rete, aveva colpito un palo, aveva dato l'impressione che se una squadra avrebbe finito per imporsi all'altra, quella sarebbe stata il Bologna. Ripreso il giuoco, dopo cinque minuti, durante i quali il Bologna aveva ricominciato a dominare e la Juventus aveva corso anche seri pericoli di capitolare, di colpo, su un pallido tentativo di avanzata bianconero, una situazione confusa nasceva verso il centro del terreno nello spazio che intercorre tra l'area di rigore dei petroniani e la linea di centro del campo. In duello con un avversario per intercettare un passaggio alto, il centro mediano Greco perdeva la palla. Con i due terzini dell'undici petroniano proiettato in avanti, nasceva un piccolo guazzabuglio. In esso si precipitava, a capofitto, uscendo in fretta e furia, il portiere Giorcelli. Impadronitosi della palla la mezzala inventina Bartolini scopriva un corridoio trasversale sulla sua sinistra al quale stava accorrendo il compagno di centro Caroli. Il passaggio rasoterra partiva pronto e preciso. Caroli, il diciottenne esordiente, non si faceva pregare: partiva deciso, inseguito da un paio di avversari li batteva in velocità, penetrava in area e giunto a distanza adeguata spediva con calma e precisione nella rete sguarnita. Tutto frutto del lavoro dei due novellini inseriti nella squadra bianconera per darle l'apporto di un po' di sangue giovane, questa rete che doveva decidere delle sorti della giornata. Bartolini aveva iniziato fazione con prontezza di percezione, Caroli l'aveva completata con velocità, una caratteristica dei giovani. Una mossa riuscita. Perche il Bologna, così come non aveva saputo andare in vantaggio prima, così non seppe risalire lo svantaggio dopo. Cielo leggermente velato e freddo intenso nella vecchia città emiliana per l'occasione. Ma campo erboso e in condizioni più che discrete per le circostanze. . Gli sportivi petroniani tengono il broncio alla squadra del cuore: per la sua posizione in classifica, per il suo comportamento in campo, per la incomprensibilità generica del suo contegno.. I due contendenti scendono sul terreno in formazione incompleta come previsto: Bonafin, Cervellati e Bonifaci l'uno, privo di Viola, Montico, Colombo e Vairo l'altro. La Juventus per colmare i vuoti ricorre ai giovani  e questi la compenseranno facendole vincere l'incontro. Allora l'undici bianconero acquista quello slancio e quella combattività che gli mancavano. Prende a lottare con animo, e rintuzza energicamente le offensive avversarie, e ne conduce coraggiosamente delle proprie. Due dure botte alla stessa gamba — la seconda botta casuale, la prima un po' meno — si becca Emoli da parte dello stesso avversario, Randon. E Caroli rimane a terra per crampo a una gamba dopo un tiro, e quando si rialza manca, perchè non può correre, l'occasione per una seconda bella rete su altra uscita a vuoto di Giorcelli. E poi nel periodo finale, una lunga e nutrita offensiva bolognese che vede Pivatelli, Cappello e Valentinuzzi in ottima posizione intralciarsi a vicenda, e che assiste al duro lavoro di Nay, ài Corradi, di Garzena e di Vavassori per respingere tutto. E a coronamento di ogni cosa, i pochi fischi e il pietoso avvilimento con cui il pubblico locale saluta, sfollando, la decima sconfitta della più sfortunata e più enigmatica squadra di tutto il campionato nostro. 

 

 

CAMPIONATO 1960/61 - 19 MARZO 1961 : JUVENTUS - TORINO  1-0 - gol di OMAR SIVORI su assist di CAROLI  .... .ehm 

 

 

 

 

E' la " Stagione Calcistica " del celeberrimo " CLAMOROSO AL CIBALI ", e grazie anche a questa importantissima vittoria, 

la nostra JUVENTUS riuscì a vincere il suo " 12° SCUDETTO " ( già allora i " Meneghini Nerazzurri " cercarono di fare i furbi,

ma, quella volta gli andò male : pensavano che, in maniera " antisportiva ", sarebbero riusciti a vincere il Campionato ma,

sbagliarono i loro calcoli, e " Giustizia " venne ristabilita ! - Furono superati anche dal Milan e conclusero al 3° posto.   

A Campionato già deciso, patetica fu la loro decisione di inviare a Torino la squadra " De Martino ": 

Morale della favola ... JUVENTUS - INTER 9-1 ..  .con 6 gol di Sivori ) 

 

 

 

 

Caro Angelo, ti ricorderò con affetto ! 

 

Sentite Condoglianze a tutti coloro che l'hanno avuto e l'hanno a cuore !  .salveStefano !

 

 

 

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Dispiace molto. È un pezzo di Juventus, in particolare di "narrazione" juventina (concetto tanto importante quanto sottovalutato), che se ne va. 

Ha raccontato la Juve con passione vera, vivendola da dentro, e tanti aneddoti che oggi si conoscono su questo o quel giocatore sono dovuti a lui. 

Soprattutto per questo (che è davvero tanto) Grazie Angelo! Hai un po' di gente da salutarci. 

 

RIP

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17 ore fa, Il Demone ha scritto:

Bei tempi, bei ricordi, bel calcio......più vero di molte falsità di oggi.....

Verissimo, e per chi come il sottoscritto, l'ha vissuto e goduto in prima persona, i ricordi sono e per sempre resteranno indelebili.La " Nostalgia "di quel " Calcio ",

il " Rimpianto " di quelle magiche e genuine atmosfere e di quelle semplici, impalpabili , ma nel contempo, assai intense emozioni,  è sempre presente nella mente

e nel cuore di chi ha avuto l'opportunità , e perchè no, la fortuna, di bearsi ed assaporare le magiche suggestioni di un " FOOT-BALL " che non esiste più ! 

 

... Tuttavia, anche allora, e mi riferisco in particolare al Campionato 1960/61, per ciò che concerne " Falsità & dintorni ", c'era già che tentava di " fare il furbo ", 

violentando le non scritte regole della " Sportività " millantando torti e soprusi subiti 

ogni riferimento ad un Club con le " MAGLIE NERAZZURRE " , e non mi riferisco all' Atalanta e/o al Pisa, E' FORTISSIMAMENTE VOLUTO !

 

.salveStefano !

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