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Sylar 87

Calcio in lutto: è morto Paolo Rossi

Post in rilievo

Adesso, ughito1970 ha scritto:

Ho lanciato una petizione su change.org per dedicare il nome del trofeo di capocannoniere della serie A a Paolo rossi. 

 

Adesso vi chiedo una mano a tutti voi per far conoscere e firmare questa petizione che a mio avviso è un omaggio al grande Campione.

 

se la riuscite a condividere, se qualcuno si può interessare a farla comparire in prima pagina o magari se merita un Topic dedicato, magari proviamo anche a spingerla attraverso i giornali sportivi on-line di modo che si conosca il piu possibile e spero che chi può ( penso sial la lega di serie A, o il coni ) possano fargli questa doverosa ( a mio avviso ) dedica.

 

link della petizione http://chng.it/yLgyt4ty 

 

ringrazio anticipatamente chi darà una mano .ok

penso che non ci sia nemmeno bisogno....gia le istituzioni si sono mosse malago e gravina si sono detti daccordo.manca solo la lega..ma penso sia una formalita a sto punto

trofeo Pablito.

 

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27 minuti fa, Hoolk ha scritto:

penso che non ci sia nemmeno bisogno....gia le istituzioni si sono mosse malago e gravina si sono detti daccordo.manca solo la lega..ma penso sia una formalita a sto punto

trofeo Pablito.

 

Deve diventare un neologismo, come in Spagna hanno il pichichi noi avremo il pablito. 

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2 ore fa, 29 MAGGIO 1985 ha scritto:

Amico, premessa

com'è giusto e doveroso che sia, anche il sottoscritto, sinceramente ed intimamente dispiaciuto per la prematura perdita di un giocatore che ha saputo scrivere prestigiose ed indelebili " Pagine Calcistiche ", sia a livello di " Nazionale Azzurra " .. che a .. " Tinte Bianconere ",  a Pag. 24 di questo " Topic alla Memoria " ha avvertito la necessità, anzi, L' OBBLIGO " di rendere il dovuto " OMAGGIO " sia all' UOMO che al CALCIATORE ( la nota e triste vicenda " Scommesse " .. condannati dai " Tribunali Sportivi " .. tutti assolti dalla " Giustizia Ordinaria " ---- amaro e triste  " PARADIGMA " di come, sebbene si sia ormai giunti all'A.D. 2020, probabilmente, uno degli anni più " nefasti "in assoluto per l'Umanità intera a partire dalla fine della " SECONDA GUERRA MONDIALE ", il concetto di  - in - " GIUSTIZIA " nel nostro PAESE sia ancora assai " volubile " come la celeberrima " .. qual piuma al vento " di Verdiana memoria ! E la nostra JUVENTUS, nel 2006, con riferimento alla " FARLOCCA GIUSTIZIA SPORTIVA ", sulla propria pelle, ahimè, toccò con mano quanto essa possa essere .. INIQUA .. ARTEFATTA E CONDIZIONATA DA ASSURDI E PRETESTUOSI " PRECONCETTI " DA COLLOCARE IN AMBITO :  "SIETE COLPEVOLI A PRESCINDERE .... ANCHE PERCHE' COSI' VUOLE E PRETENDE IL  POPOLO .... BUE " ) 

 

Però, da supporter juventino quale io sono sin dai tempi in cui " Berta filava "( tradotto, arco temporale che risale a quando il pallone era di " vero cuoio " con robuste cuciture che andavano ammorbidite con grasso di bue e che, soprattutto, non cambiava direzione ad ogni refolo di vento) devo altresì rammentare che, fatta salva l'acclarata e certificata stima, e perchè no, l'affetto che ho sempre avvertito nei suoi confronti, il suo rapporto con la JUVENTUS F.C. 1897, mi è sempre parso principalmente e prettamente " Professionale ", nel senso più Nobile del termine, ma, nel contempo, con un non proprio esplicito e profondo senso di appartenenza alla " FAMIGLIA BIANCONERA " !

 

Tanto per fare un pratico esempio

senza scomodare  Campioni del calibro di Boniperti-Charles-Sivori , PIETRO ANASTASI, per il suo modo di esternare la sua " Indefessa Juventinità ", ha lasciato un segno assai più tangibile e profondo in milioni e milioni di supporters bianconeri ... insomma ... il cosiddetto " PELE' BIANCO ", da tutta la tifoseria bianconera, era ed è a pieno titolo avvertito come .. " UNO DI NOI " . 

 

Tratto da Wikipedia

 

Nel 1972, a sedici anni, passò alla Juventus nonostante in famiglia fossero contrari, come ricordò lo stesso Rossi in un'intervista: «Non è stato facile, ai miei genitori non è che l'idea andasse molto. Sono rimasti scottati dall'esperienza di mio fratello, anche lui in bianconero, che dopo un anno è stato rispedito a casa. Mia madre non ne vuole sapere di mandare a Torino un altro figlio così giovane, mio padre consiglia al dottor Nesticò, un dirigente della Cattolica, di sparare una cifra alta, per dissuadere quelli juventini, ma non c'è verso. Italo Allodi viene a casa nostra, fa opera di mediazione e alla fine per quattordici milioni e mezzo [di lire, ndr] faccio la valigia» 

 

- A Torino, tuttavia, il suo percorso nelle varie selezioni giovanili fu spesso interrotto da una serie impressionante di infortuni: addirittura tre operazioni di menisco nel giro di due stagioni. Nonostante ciò il 1º maggio 1974 esordì in prima squadra in un incontro di Coppa Italia a Cesena; non ancora diciottenne, in questa gara Rossi giocò per la prima volta con nomi come Dino Zoff, Claudio Gentile e Franco Causio, con cui poi si sarebbe laureato campione del mondo

 

 

- Rossi pensò di lasciare il paese a seguito della squalifica: «Provavo disgusto per il calcio. Ho pensato di andar via dall'Italia, di smettere. Dissi: "Non mi vedrete più in nazionale". Mi diedi all'abbigliamento sportivo, con Thoeni. Le cose peggiori? Il sospetto della gente, quegli sguardi... e le notti del sabato, sapendo che al risveglio non c'erano partite ad aspettarmi». Sandro Mazzola, all'epoca dirigente dell'Inter, si interessò subito a lui, ma all'ultimo momento si tirò indietro. Boniperti ritornò a interessarsi al giocatore e riuscì, stavolta, a portarlo con sé in bianconero, nonostante i dodici mesi di squalifica ancora da scontare. Rossi ricordò così la fiducia del presidente della Juventus: «Boniperti mi chiamò: "Verrai con noi in ritiro, ti allenerai con gli altri, anzi più degli altri". Mi sono sentito di nuovo calciatore. La lettera di convocazione adesso farebbe ridere. Diceva di presentarsi con i capelli corti, indicava cosa mangiare e cosa bere. Boniperti era un mago in queste cose. Quando arrivai mi disse: "Paolo, se ti sposi è meglio, così sei più tranquillo". Mi sono sposato a settembre. L'avrei fatto lo stesso, diciamo che sono stato un po' spinto. Comunque devo ringraziare lui, Trapattoni e Bearzot».

 

 

- La pena relativa al Totonero terminò nell'aprile 1982, sicché Rossi fece in tempo a giocare le ultime tre partite di campionato coi piemontesi, realizzando anche un gol all'Udinese e conquistando così lo scudetto, il 20º nella storia del club torinese. Il suo ritorno fu commentato così dal giocatore: «Non ricordavo più l'emozione di una partita vera. Due anni di silenzio mi hanno maturato. Proprio in questo momento mi dico: non c'è solo il calcio». Alla fine dell'anno solare, dopo aver vinto il mondiale di cui fu anche capocannoniere, Rossi fu insignito del Pallone d'oro di France Football, terzo italiano a riuscirci dopo Gianni Rivera e Omar Sívori. In quell'anno si recò da Boniperti per farsi rinnovare il contratto: a proposito della necessità di allevare i figli, Rossi chiese al presidente di aumentargli lo stipendio e a questa frase Boniperti si infuriò con il giocatore, rifiutandosi di firmargli il contratto; alla contestazione di Rossi si unirono anche i compagni Tardelli e Gentile, motivo per cui, dopo qualche anno, Boniperti deciderà di cederli a loro volta.

 

 

-La pena relativa al Totonero terminò nell'aprile 1982, sicché Rossi fece in tempo a giocare le ultime tre partite di campionato coi piemontesi, realizzando anche un gol all'Udinese e conquistando così lo scudetto, il 20º nella storia del club torinese. Il suo ritorno fu commentato così dal giocatore: «Non ricordavo più l'emozione di una partita vera. Due anni di silenzio mi hanno maturato. Proprio in questo momento mi dico: non c'è solo il calcio». Alla fine dell'anno solare, dopo aver vinto il mondiale di cui fu anche capocannoniere, Rossi fu insignito del Pallone d'oro di France Football, terzo italiano a riuscirci dopo Gianni Rivera e Omar Sívori. In quell'anno si recò da Boniperti per farsi rinnovare il contratto: a proposito della necessità di allevare i figli, Rossi chiese al presidente di aumentargli lo stipendio e a questa frase Boniperti si infuriò con il giocatore, rifiutandosi di firmargli il contratto; alla contestazione di Rossi si unirono anche i compagni Tardelli e Gentile, motivo per cui, dopo qualche anno, Boniperti deciderà di cederli a loro volta.

 

Il giocatore ricordò così la sua esperienza a Torino: «In bianconero ho vissuto dei momenti molto belli, ma anche alcuni molto brutti. Ad un certo punto ero stufo di calcio, andavo agli allenamenti perché ero costretto. Mi sembrava che attorno a me mancasse totalmente la fiducia, quando dovevano sostituire un giocatore, toccava sempre a Rossi. Mi sembrava una scelta fatta a tavolino, ci restavo male. Con i tifosi juventini non mi sono mai trovato bene, forse ha rovinato il rapporto la faccenda dell'ingaggio, quando avevo chiesto qualche soldo in più. Oltretutto nella Juventus giocavo in una posizione poco congeniale alle mie caratteristiche, ma mi sono adattato, anche sacrificandomi. Alla Juventus ho imparato tantissime cose, la società voleva confermarmi ma io, ormai, mi sentivo come un leone in gabbia. Meglio cambiare aria». 

 

- Fermo restando che porterò PAOLO ROSSI sempre e comunque nel mio cuore, sia per le indicibili emozioni che mi/ci ha donato sia con la Maglia Bianconera che con la Maglia Azzurra, magari sbagliando, ritengo che qualche " espressione " un po' più calorosa nei confronti di chi, LA SOCIETA' BIANCONERA ... ed il suo " Mentore " per antonomasia ... GIAMPIERO BONIPERTI, con mente ed azioni concrete scevre da qualsivoglia pregiudizio, gli aveva offerto la prestigiosa e concreta opportunità di rientrare nel " CALCIO CHE VERAMENTE CONTA, E LA JUVENTUS E' DA SEMPRE UNA DELLE MASSIME ESPRESSIONI IN ASSOLUTO DI TALE CALCIO " , sarebbe stata cosa buona e giusta ! 

 

- Ciò detto, Paolo Rossi, manca e mancherà al sottoscritto, così come manca e mancherà a milioni e milioni di " Italiani " un po' datati che hanno avuto il piacere e la fortuna di apprezzarne le sue ottime " doti balistiche " ! 

 

- Ciao Paolo, il " resto " ce lo siamo già confidati a pag.24 di questo, ahimè, doloroso ma doveroso " Omaggio alla tua Memoria " ! 

 

.salveStefano !

Carissimo, ti leggo sempre molto volentieri.

Volevo puntualizzare qualcosa in merito alla delusione di Pablito manifestata nei confronti dei tifosi juventini.

Purtroppo ho gli anni (e gli abbonamenti) per ricordare cosa accadeva in quelle stagioni al Comunale.

Pablito arrivò a giocarsi l'82/83 da Re del mondo.

Ci si aspettava da lui la vittoria nella classifica marcatori con 30 gol.

Purtroppo per lui la squadra-dopo iniziali resistenze- venne (finalmente) affidata a Platini, abbandonando "tutela"  di Furino.

Michel era il padrone della squadra, tutti giocavano per lui, e Pablito dovette girare al largo per dar modo al francese di sfogare il proprio istinto realizzativo.

Rossi faceva un lavoro preziosissimo ma dispendioso, sfiancante, giocando spesso defilato, picchiato selvaggiamente da avversari che gli rovinavano le caviglie.

Ma quando contava, soprattutto in Europa, incideva.

Ma si sa che il tifoso non è molto equilibrato: se Rossi ha vinto il Mondiale e il Pallone d'Oro DEVE segnare 1 gol a partita, minimo.

E in tribuna i mugugni salivano, fino a farsi fastidiosi, ingiusti ed esagerati.

Ho sentito con le mie orecchie di ragazzino salve di insulti rabbiosi, feroci, irridenti e pesantissimi all'indirizzo di Pablito, che non ha mai fatto polemiche, non ha mai reagito alle tantissime botte ricevute.

Sempre con tanta, tantissima umiltà al servizio della squadra.

Se ha dichiarato quanto oggetto del nostro confronto, ha solo detto la verità. 

 

 

 

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3 ore fa, 29 MAGGIO 1985 ha scritto:

Amico, premessa

com'è giusto e doveroso che sia, anche il sottoscritto, sinceramente ed intimamente dispiaciuto per la prematura perdita di un giocatore che ha saputo scrivere prestigiose ed indelebili " Pagine Calcistiche ", sia a livello di " Nazionale Azzurra " .. che a .. " Tinte Bianconere ",  a Pag. 24 di questo " Topic alla Memoria " ha avvertito la necessità, anzi, L' OBBLIGO " di rendere il dovuto " OMAGGIO " sia all' UOMO che al CALCIATORE ( la nota e triste vicenda " Scommesse " .. condannati dai " Tribunali Sportivi " .. tutti assolti dalla " Giustizia Ordinaria " ---- amaro e triste  " PARADIGMA " di come, sebbene si sia ormai giunti all'A.D. 2020, probabilmente, uno degli anni più " nefasti "in assoluto per l'Umanità intera a partire dalla fine della " SECONDA GUERRA MONDIALE ", il concetto di  - in - " GIUSTIZIA " nel nostro PAESE sia ancora assai " volubile " come la celeberrima " .. qual piuma al vento " di Verdiana memoria ! E la nostra JUVENTUS, nel 2006, con riferimento alla " FARLOCCA GIUSTIZIA SPORTIVA ", sulla propria pelle, ahimè, toccò con mano quanto essa possa essere .. INIQUA .. ARTEFATTA E CONDIZIONATA DA ASSURDI E PRETESTUOSI " PRECONCETTI " DA COLLOCARE IN AMBITO :  "SIETE COLPEVOLI A PRESCINDERE .... ANCHE PERCHE' COSI' VUOLE E PRETENDE IL  POPOLO .... BUE " ) 

 

Però, da supporter juventino quale io sono sin dai tempi in cui " Berta filava "( tradotto, arco temporale che risale a quando il pallone era di " vero cuoio " con robuste cuciture che andavano ammorbidite con grasso di bue e che, soprattutto, non cambiava direzione ad ogni refolo di vento) devo altresì rammentare che, fatta salva l'acclarata e certificata stima, e perchè no, l'affetto che ho sempre avvertito nei suoi confronti, il suo rapporto con la JUVENTUS F.C. 1897, mi è sempre parso principalmente e prettamente " Professionale ", nel senso più Nobile del termine, ma, nel contempo, con un non proprio esplicito e profondo senso di appartenenza alla " FAMIGLIA BIANCONERA " !

 

Tanto per fare un pratico esempio

senza scomodare  Campioni del calibro di Boniperti-Charles-Sivori , PIETRO ANASTASI, per il suo modo di esternare la sua " Indefessa Juventinità ", ha lasciato un segno assai più tangibile e profondo in milioni e milioni di supporters bianconeri ... insomma ... il cosiddetto " PELE' BIANCO ", da tutta la tifoseria bianconera, era ed è a pieno titolo avvertito come .. " UNO DI NOI " . 

 

Tratto da Wikipedia

 

Nel 1972, a sedici anni, passò alla Juventus nonostante in famiglia fossero contrari, come ricordò lo stesso Rossi in un'intervista: «Non è stato facile, ai miei genitori non è che l'idea andasse molto. Sono rimasti scottati dall'esperienza di mio fratello, anche lui in bianconero, che dopo un anno è stato rispedito a casa. Mia madre non ne vuole sapere di mandare a Torino un altro figlio così giovane, mio padre consiglia al dottor Nesticò, un dirigente della Cattolica, di sparare una cifra alta, per dissuadere quelli juventini, ma non c'è verso. Italo Allodi viene a casa nostra, fa opera di mediazione e alla fine per quattordici milioni e mezzo [di lire, ndr] faccio la valigia» 

 

- A Torino, tuttavia, il suo percorso nelle varie selezioni giovanili fu spesso interrotto da una serie impressionante di infortuni: addirittura tre operazioni di menisco nel giro di due stagioni. Nonostante ciò il 1º maggio 1974 esordì in prima squadra in un incontro di Coppa Italia a Cesena; non ancora diciottenne, in questa gara Rossi giocò per la prima volta con nomi come Dino Zoff, Claudio Gentile e Franco Causio, con cui poi si sarebbe laureato campione del mondo

 

 

- Rossi pensò di lasciare il paese a seguito della squalifica: «Provavo disgusto per il calcio. Ho pensato di andar via dall'Italia, di smettere. Dissi: "Non mi vedrete più in nazionale". Mi diedi all'abbigliamento sportivo, con Thoeni. Le cose peggiori? Il sospetto della gente, quegli sguardi... e le notti del sabato, sapendo che al risveglio non c'erano partite ad aspettarmi». Sandro Mazzola, all'epoca dirigente dell'Inter, si interessò subito a lui, ma all'ultimo momento si tirò indietro. Boniperti ritornò a interessarsi al giocatore e riuscì, stavolta, a portarlo con sé in bianconero, nonostante i dodici mesi di squalifica ancora da scontare. Rossi ricordò così la fiducia del presidente della Juventus: «Boniperti mi chiamò: "Verrai con noi in ritiro, ti allenerai con gli altri, anzi più degli altri". Mi sono sentito di nuovo calciatore. La lettera di convocazione adesso farebbe ridere. Diceva di presentarsi con i capelli corti, indicava cosa mangiare e cosa bere. Boniperti era un mago in queste cose. Quando arrivai mi disse: "Paolo, se ti sposi è meglio, così sei più tranquillo". Mi sono sposato a settembre. L'avrei fatto lo stesso, diciamo che sono stato un po' spinto. Comunque devo ringraziare lui, Trapattoni e Bearzot».

 

 

- La pena relativa al Totonero terminò nell'aprile 1982, sicché Rossi fece in tempo a giocare le ultime tre partite di campionato coi piemontesi, realizzando anche un gol all'Udinese e conquistando così lo scudetto, il 20º nella storia del club torinese. Il suo ritorno fu commentato così dal giocatore: «Non ricordavo più l'emozione di una partita vera. Due anni di silenzio mi hanno maturato. Proprio in questo momento mi dico: non c'è solo il calcio». Alla fine dell'anno solare, dopo aver vinto il mondiale di cui fu anche capocannoniere, Rossi fu insignito del Pallone d'oro di France Football, terzo italiano a riuscirci dopo Gianni Rivera e Omar Sívori. In quell'anno si recò da Boniperti per farsi rinnovare il contratto: a proposito della necessità di allevare i figli, Rossi chiese al presidente di aumentargli lo stipendio e a questa frase Boniperti si infuriò con il giocatore, rifiutandosi di firmargli il contratto; alla contestazione di Rossi si unirono anche i compagni Tardelli e Gentile, motivo per cui, dopo qualche anno, Boniperti deciderà di cederli a loro volta.

 

 

-La pena relativa al Totonero terminò nell'aprile 1982, sicché Rossi fece in tempo a giocare le ultime tre partite di campionato coi piemontesi, realizzando anche un gol all'Udinese e conquistando così lo scudetto, il 20º nella storia del club torinese. Il suo ritorno fu commentato così dal giocatore: «Non ricordavo più l'emozione di una partita vera. Due anni di silenzio mi hanno maturato. Proprio in questo momento mi dico: non c'è solo il calcio». Alla fine dell'anno solare, dopo aver vinto il mondiale di cui fu anche capocannoniere, Rossi fu insignito del Pallone d'oro di France Football, terzo italiano a riuscirci dopo Gianni Rivera e Omar Sívori. In quell'anno si recò da Boniperti per farsi rinnovare il contratto: a proposito della necessità di allevare i figli, Rossi chiese al presidente di aumentargli lo stipendio e a questa frase Boniperti si infuriò con il giocatore, rifiutandosi di firmargli il contratto; alla contestazione di Rossi si unirono anche i compagni Tardelli e Gentile, motivo per cui, dopo qualche anno, Boniperti deciderà di cederli a loro volta.

 

Il giocatore ricordò così la sua esperienza a Torino: «In bianconero ho vissuto dei momenti molto belli, ma anche alcuni molto brutti. Ad un certo punto ero stufo di calcio, andavo agli allenamenti perché ero costretto. Mi sembrava che attorno a me mancasse totalmente la fiducia, quando dovevano sostituire un giocatore, toccava sempre a Rossi. Mi sembrava una scelta fatta a tavolino, ci restavo male. Con i tifosi juventini non mi sono mai trovato bene, forse ha rovinato il rapporto la faccenda dell'ingaggio, quando avevo chiesto qualche soldo in più. Oltretutto nella Juventus giocavo in una posizione poco congeniale alle mie caratteristiche, ma mi sono adattato, anche sacrificandomi. Alla Juventus ho imparato tantissime cose, la società voleva confermarmi ma io, ormai, mi sentivo come un leone in gabbia. Meglio cambiare aria». 

 

- Fermo restando che porterò PAOLO ROSSI sempre e comunque nel mio cuore, sia per le indicibili emozioni che mi/ci ha donato sia con la Maglia Bianconera che con la Maglia Azzurra, magari sbagliando, ritengo che qualche " espressione " un po' più calorosa nei confronti di chi, LA SOCIETA' BIANCONERA ... ed il suo " Mentore " per antonomasia ... GIAMPIERO BONIPERTI, con mente ed azioni concrete scevre da qualsivoglia pregiudizio, gli aveva offerto la prestigiosa e concreta opportunità di rientrare nel " CALCIO CHE VERAMENTE CONTA, E LA JUVENTUS E' DA SEMPRE UNA DELLE MASSIME ESPRESSIONI IN ASSOLUTO DI TALE CALCIO " , sarebbe stata cosa buona e giusta ! 

 

- Ciò detto, Paolo Rossi, manca e mancherà al sottoscritto, così come manca e mancherà a milioni e milioni di " Italiani " un po' datati che hanno avuto il piacere e la fortuna di apprezzarne le sue ottime " doti balistiche " ! 

 

- Ciao Paolo, il " resto " ce lo siamo già confidati a pag.24 di questo, ahimè, doloroso ma doveroso " Omaggio alla tua Memoria " ! 

 

.salveStefano !

 

31 minuti fa, ventinove ha scritto:

Carissimo, ti leggo sempre molto volentieri.

Volevo puntualizzare qualcosa in merito alla delusione di Pablito manifestata nei confronti dei tifosi juventini.

Purtroppo ho gli anni (e gli abbonamenti) per ricordare cosa accadeva in quelle stagioni al Comunale.

Pablito arrivò a giocarsi l'82/83 da Re del mondo.

Ci si aspettava da lui la vittoria nella classifica marcatori con 30 gol.

Purtroppo per lui la squadra-dopo iniziali resistenze- venne (finalmente) affidata a Platini, abbandonando "tutela"  di Furino.

Michel era il padrone della squadra, tutti giocavano per lui, e Pablito dovette girare al largo per dar modo al francese di sfogare il proprio istinto realizzativo.

Rossi faceva un lavoro preziosissimo ma dispendioso, sfiancante, giocando spesso defilato, picchiato selvaggiamente da avversari che gli rovinavano le caviglie.

Ma quando contava, soprattutto in Europa, incideva.

Ma si sa che il tifoso non è molto equilibrato: se Rossi ha vinto il Mondiale e il Pallone d'Oro DEVE segnare 1 gol a partita, minimo.

E in tribuna i mugugni salivano, fino a farsi fastidiosi, ingiusti ed esagerati.

Ho sentito con le mie orecchie di ragazzino salve di insulti rabbiosi, feroci, irridenti e pesantissimi all'indirizzo di Pablito, che non ha mai fatto polemiche, non ha mai reagito alle tantissime botte ricevute.

Sempre con tanta, tantissima umiltà al servizio della squadra.

Se ha dichiarato quanto oggetto del nostro confronto, ha solo detto la verità. 

 

 

 

Ciao Stefano e Ventinove,

scusate se mi intrometto,

mi pare molto più significativo, perché maturato con il tempo, e non frutto delle amarezze di qualche contestatore dell’epoca, il pensiero espresso da Paolorossi nel documentario andato in onda l’altro giorno su raidue ....

 

un Paolorossi maturo che a domanda su cosa sia stata la Juventus per lui ha risposto più o meno così: “come una mamma”.

 

Non vi nascondo che sentirlo mi ha fatto sentire molto orgoglioso della nostra comune appartenenza alla famiglia bianconera.

 

Buona serata.... E’ un piacere leggervi... .salve

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14 ore fa, ventinove ha scritto:

Carissimo, ti leggo sempre molto volentieri.

Volevo puntualizzare qualcosa in merito alla delusione di Pablito manifestata nei confronti dei tifosi juventini.

Purtroppo ho gli anni (e gli abbonamenti) per ricordare cosa accadeva in quelle stagioni al Comunale.

Pablito arrivò a giocarsi l'82/83 da Re del mondo.

Ci si aspettava da lui la vittoria nella classifica marcatori con 30 gol.

Purtroppo per lui la squadra-dopo iniziali resistenze- venne (finalmente) affidata a Platini, abbandonando "tutela"  di Furino.

Michel era il padrone della squadra, tutti giocavano per lui, e Pablito dovette girare al largo per dar modo al francese di sfogare il proprio istinto realizzativo.

Rossi faceva un lavoro preziosissimo ma dispendioso, sfiancante, giocando spesso defilato, picchiato selvaggiamente da avversari che gli rovinavano le caviglie.

Ma quando contava, soprattutto in Europa, incideva.

Ma si sa che il tifoso non è molto equilibrato: se Rossi ha vinto il Mondiale e il Pallone d'Oro DEVE segnare 1 gol a partita, minimo.

E in tribuna i mugugni salivano, fino a farsi fastidiosi, ingiusti ed esagerati.

Ho sentito con le mie orecchie di ragazzino salve di insulti rabbiosi, feroci, irridenti e pesantissimi all'indirizzo di Pablito, che non ha mai fatto polemiche, non ha mai reagito alle tantissime botte ricevute.

Sempre con tanta, tantissima umiltà al servizio della squadra.

Se ha dichiarato quanto oggetto del nostro confronto, ha solo detto la verità. 

 

 

 

Caro Amico, con riferimento a ciò che del tuo gradito messaggio ho evidenziato in rosso, non posso e non devo esimermi

dal Ringraziarti : sei veramente troppo gentile ! 

 

Anzi, vista e considerata la tua esperienza, la tua piacevole e dotta " fluidità " nell'esprimere il tuo pensiero, a mio parere, 

cosa " buona e giusta " sarebbe che tu entrassi nell'ordine di idee di proporti sempre più in questa che presumo essere la

più ampia, variegata e virtuale " Agorà " a tinte bianconere  del web !

 

Ciò premesso, volente o nolente, anche la mia  " Carta Identità - anagrafica/calcistica " ahimè o per fortuna ( dipende dai punti di vista) 

è piuttosto datata, per non dire, obsoleta, ed essendo io stato il fondatore ed il responsabile di uno " Juve Club " per circa 30 anni, 

( nel corso degli anni gli " iscritti " , più o meno, furono 300 ) al Comunale, sebbene la sede del Club non fosse proprio " dietro l'angolo "

per raggiungere Torino, la mia .. anzi .. nostra presenza nel Caro Vecchio Stadio era piuttosto assidua ( la mia " posizione ", attenuati

e ricondotti a più miti consigli gli inevitabili " bollori giovanili ", per anni .. anni .. anni era nei " Distinti " con leggero " smarcamento a sx "

verso la nostra curva ) ed ho ancora ben presente alcune " dinamiche " che, in un modo o nell'altro, potevano indirizzare la simpatia e/o

l'antipatia dei supporters bianconeri verso il tale o talaltro giocatore  !

 

Ma, si sa, l'affetto ed il rispetto dei tifosi, " IL GIOCATORE ", e non mi riferisco a Rossi ma parlo in generale, te lo devi conquistare, 

sia sul terreno di gioco con il tuo atteggiamento, sia al di fuori di esso, anche con un piccolo ed all'apparenza banale gesto ma che,

nel contempo, sia palesemente significativo per ciò che concerne il tuo " senso di appartenenza " alla Maglia che indossi in quel momento !

 

Rammento ancora adesso quando Anastasi andò all'Inter e Boninsegna giunse alla Juve : per tutti i sostenitori bianconeri era qualcosa di

inaccettabile e contro natura .... ed invece Bonimba, Interista dichiarato e certificato, tanto che non ebbe remora alcuna a " castigare " la sua Inter,

seppe conquistarsi, se non l'affetto, la stima incondizionata di tutto il popolo bianconero !

 

Ciò non toglie che Paolo Rossi sia stato un ottimo giocatore ma, per millanta ragioni, quel " feeling " viscerale con la tifoseria bianconera, 

al di là delle questioni prettamente tecniche legate alla sua posizione sul terreno di gioco, non si instaurò mai .... anche se, almeno per ciò

che mi concerne, il rispetto verso la sua persona, sia nel ruolo di calciatore che di uomo, non è mai e poi mai mancato, ci mancherebbe !

 

Cordialmente, .salve Stefano !

 

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Se ne va una parte di me, di una Italia di cui esser fieri e un modo di essere che non ci appartiene più. Addio campione 

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1 ora fa, bianconero75 ha scritto:

 

Ciao Stefano e Ventinove,

scusate se mi intrometto,

mi pare molto più significativo, perché maturato con il tempo, e non frutto delle amarezze di qualche contestatore dell’epoca, il pensiero espresso da Paolorossi nel documentario andato in onda l’altro giorno su raidue ....

 

un Paolorossi maturo che a domanda su cosa sia stata la Juventus per lui ha risposto più o meno così: “come una mamma”.

 

Non vi nascondo che sentirlo mi ha fatto sentire molto orgoglioso della nostra comune appartenenza alla famiglia bianconera.

 

Buona serata.... E’ un piacere leggervi... .salve

Carissimo, 

di nulla, ma proprio di nulla, di devi scusare : " intrometterti  " è un tuo diritto/dovere .. oltre che .. almeno per ciò che mi concerne, un gran piacere !

 

Vero ciò che hai scritto, come peraltro si evince anche dalle parole della moglie rilasciate pochi giorni orsono  ..e cioè ...  .ehm 

 

Oggi è un giorno molto triste per tutta Italia. La morte di Paolo Rossi ha sconvolto amici, parenti, colleghi, ex compagni e tifosi, ma soprattutto la moglie Federica Cappelletti, giornalista e scrittrice, che ha voluto ricordare suo marito attraverso un’intervista rilasciata al ‘Corriere dello Sport’: “L’altro giorno aveva visto il derby Juve-Torino alla tv come un tifoso. Era ricoverato nel reparto di neurochirurgia e accanto aveva il primario Giuseppe Oliveri, lo stesso medico che ha operato Alex Zanardi, una persona speciale. Il professore Oliveri stavolta non era solo un dottore con il suo paziente, ma un appassionato di calcio. Lui tifava Torino e Paolo Juventus. Si sono divertiti molto”.

 

E ciò gli fa onore, ci mancherebbe, però, cosa vuoi che ti dica, al di là del numero di gol realizzati, al di là del ruolo in campo, quel " feeling " epidermico con la tifoseria bianconera non è  mai scattato , e sono e resto convinto che sarebbe bastato assai poco perchè ciò avvenisse : si ebbe sempre l'impressione che, invece di fare " mezzo passo avanti " .. lui ne facesse " uno indietro ", probabilmente, chissà, anche la nota e triste vicenda, da questo punto di vista, lo aveva un po' segnato e reso un po' diffidente ! 

 

Ciò detto, poichè il mondo è pieno di imbe.cilli,  ( la " mamma " di tali soggetti, ahimè, è sempre gravida ) se qualcuno era ricorso ad espressioni irriguardose nei suoi confronti, l'unica cosa da fare sarebbe stata quella di stimare e valutare da quale infima bocca .. anzi .. cloaca provenivano quegli insulti e dare ad essi il reale valore/spessore ... e cioè ... " meno di niente " . 

 

Buon proseguimento, .salve

 

 

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11 minuti fa, BaroneBirra87 ha scritto:

Ladri in casa di Paolo Rossi nel giorno del funerale; certa gente non ha il minimo ritegno, mai

Inviato dal mio SM-A315G utilizzando Tapatalk
 

Che schifo di mondo, mamma mia.

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10 ore fa, chigen ha scritto:

Va beh  io più entro su sto topic più mi commuovo 

Io continuo a pensarci, sarà perché quell'82 è stato un anno per me indimenticabile nelle gioie e nei dolori della vita. 

Quel gruppo ci ha regalato la favola e l'eroe di quella favola se ne è appena andato, e... mi si contorce tutto....

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11 ore fa, Dallas Cowboys ha scritto:

Vero...sono passati tanti anni...fu soprattutto il circo di Biscardi (antesignano di quelli odierni) a toccare punte di squallore giornalistico senza precedenti.

Anche allenatori come Fascetti e radiocronisti come Ameri non ci andarono leggeri, soprattutto con Bearzot, trattato alla stregua di un minus. Il primo addirittura dichiarò di vergognarsi di fare la stessa professione.

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La famiglia oltre al dolore immenso per la scomparsa del proprio caro la sera al rientro tra le proprie mura domestiche ha scoperto di essere stata derubata... Inutile aggiungere altro.

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8 ore fa, Helmut Haller ha scritto:

Anche allenatori come Fascetti e radiocronisti come Ameri non ci andarono leggeri, soprattutto con Bearzot, trattato alla stregua di un minus. Il primo addirittura dichiarò di vergognarsi di fare la stessa professione.

Fascetti Fascetti.. Uno che non ha mai vinto nulla.. Forse qualche promozione dalla b col bari o col varese che si permette di giudicare bearzot.. Che brutti ricordi mi hai risvegliato

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Il 12/12/2020 Alle 12:31, Ronnie O'Sullivan ha scritto:

Fortunato te che te la sei gustata dal vivo...Io, abitando a Verona, venivo in pullman qualche volta. 
La prima partita in assoluto vista al Comunale fu  quarto di Coppa Campioni 84/85 contro lo

Sparta Praga, 3-0, con secondo goal di Paolorossi. 
 

La forza di quella Juve era oggettivamente straordinaria; solo quella del primo ciclo Lippi le si avvicina. 
È un’eresia che nei primi cicli Trap e Lippi non abbiamo fatto due triplette di Champions Cup/League. 

Ora ne avremmo ALMENO 6 in bscheca, come la nostra storia e il nostro blasone meriterebbero; ma tutto sommato va bene anche così; le nostre ciambelle sono le più belle anche se quelcuna è uscita senza il buco. 
E vedrete che prima o poi passeremo all’incasso anche lì. 
 

In bacheca, tra l’altro, noi dovremmo esporre anche un paio di mondiali vinti dall’Italia...

Puoi anche dire tutti e 4, alla faccia di questo Paese assurdo che per la parte non bianconera ci odia

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On 12/10/2020 at 1:42 AM, Buffon75 said:

Se è vero è una perdita allucinante per il calcio italiano ma soprattutto per la Juventus!!!!

 

io mi ricordo pablito a Birmingham contro l Aston Villa.......che meraviglia... Ma con il vostro exclamation mark mi ha venuto in mente se veramente Rossi ha giocato con la nostra amata squadra....perche incredibilmente il corr, la gazza sky e tanti altri sembra per loro che Rossi giocava solamente con la maglia azzura ed allora era vincitore solamente con la maglia della nazzionale...invece la storia dice tante altre cose.  Oltre tutto la storia e' la storia......povera gente giornalai......

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17 minuti fa, saxon ha scritto:

Fascetti Fascetti.. Uno che non ha mai vinto nulla.. Forse qualche promozione dalla b col bari o col varese che si permette di giudicare bearzot.. Che brutti ricordi mi hai risvegliato

E' sempre stato un personaggio viscido...e gli facemmo pure vincere uno scudetto da giocatore.  

 

 

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12 ore fa, 29 MAGGIO 1985 ha scritto:

Caro Amico, con riferimento a ciò che del tuo gradito messaggio ho evidenziato in rosso, non posso e non devo esimermi

dal Ringraziarti : sei veramente troppo gentile ! 

 

Anzi, vista e considerata la tua esperienza, la tua piacevole e dotta " fluidità " nell'esprimere il tuo pensiero, a mio parere, 

cosa " buona e giusta " sarebbe che tu entrassi nell'ordine di idee di proporti sempre più in questa che presumo essere la

più ampia, variegata e virtuale " Agorà " a tinte bianconere  del web !

 

Ciò premesso, volente o nolente, anche la mia  " Carta Identità - anagrafica/calcistica " ahimè o per fortuna ( dipende dai punti di vista) 

è piuttosto datata, per non dire, obsoleta, ed essendo io stato il fondatore ed il responsabile di uno " Juve Club " per circa 30 anni, 

( nel corso degli anni gli " iscritti " , più o meno, furono 300 ) al Comunale, sebbene la sede del Club non fosse proprio " dietro l'angolo "

per raggiungere Torino, la mia .. anzi .. nostra presenza nel Caro Vecchio Stadio era piuttosto assidua ( la mia " posizione ", attenuati

e ricondotti a più miti consigli gli inevitabili " bollori giovanili ", per anni .. anni .. anni era nei " Distinti " con leggero " smarcamento a sx "

verso la nostra curva ) ed ho ancora ben presente alcune " dinamiche " che, in un modo o nell'altro, potevano indirizzare la simpatia e/o

l'antipatia dei supporters bianconeri verso il tale o talaltro giocatore  !

 

Ma, si sa, l'affetto ed il rispetto dei tifosi, " IL GIOCATORE ", e non mi riferisco a Rossi ma parlo in generale, te lo devi conquistare, 

sia sul terreno di gioco con il tuo atteggiamento, sia al di fuori di esso, anche con un piccolo ed all'apparenza banale gesto ma che,

nel contempo, sia palesemente significativo per ciò che concerne il tuo " senso di appartenenza " alla Maglia che indossi in quel momento !

 

Rammento ancora adesso quando Anastasi andò all'Inter e Boninsegna giunse alla Juve : per tutti i sostenitori bianconeri era qualcosa di

inaccettabile e contro natura .... ed invece Bonimba, Interista dichiarato e certificato, tanto che non remora alcuna a " castigare " la sua Inter,

seppe conquistarsi, se non l'affetto, la stima incondizionata di tutto il popolo bianconero !

 

Ciò non toglie che Paolo Rossi sia stato un ottimo giocatore ma, per millanta ragioni, quel " feeling " viscerale con la tifoseria bianconera, 

al di là delle questioni prettamente tecniche legate alla sua posizione sul terreno di gioco, non si instaurò mai .... anche se, almeno per ciò

che mi concerne, il rispetto verso la sua persona, sia nel ruolo di calciatore che di uomo, non è mai e poi mai mancato, ci mancherebbe !

 

Cordialmente, .salve Stefano !

 

Hai ragione, Stefano.

Probabilmente il fatto di non avere mai avuto l'indole da capopopolo, di non aver mai condotto battaglie da "bandiera" ne hanno fatto un calciatore rispettato ma non amato come altri.

D'altronde, lo raccontava lui stesso, amava giocare, amava stare con i compagni di squadra ma non impazzita per riflettori, non andava davanti ai microfoni a sparare a zero.

Nulla che suscitasse reazioni orgogliose da parte del popolo juventino.

Era fatto così, una persona semplice che giocava per lavoro, una volta finita la partita preferiva starsene in disparte.

Non coltivava amicizie interessate per avere un mezzo voto in più in pagella, non polemizzava, non era neppure uso alle battute ironico-sarcastiche tipo Platini.

E tutto ciò, si badi bene, non significa fosse freddo e distaccato. Semplicemente si proteggeva, dalla sua fragilità interiore.

Fragilità non significa debolezza caratteriale, perché uno che ha un vissuto come Pablito se di una cosa non può essere accusato é la mancanza di "huevos", come direbbero gli spagnoli. 

Disgrazie come l'asportazione di tre menischi e la carriera a rischio (negli anni Settanta un menisco era affare complicato), il cambio di ruolo, la bufera scommesse, le contestazioni feroci all'inizio del Mondiale spagnolo, e nel contempo l'esplosione in provincia, i due titoli di capocannoniere col L.R. Vicenza (B e A), il Mondiale argentino, le magie iniziate al Sarrià, il palmarés pieno con la Juve (e molti di quei trofei portano la sua firma).

Credo che il più grande problema del tifoso sia la mancanza di obiettività e la superficialità nell'affibbiare etichette.

Rossi é stato fondamentale per noi nei suoi 3 anni e pochi mesi di militanza, molti non l'hanno compreso fino in fondo, forse perché si aspettavano un trascinatore dentro e fuori dal campo.

Ma se in campo spesso lo era -gol, giocate, movimenti-, fuori non lo é mai stato.

Perché era fatto così, era un uomo riservato, gentile e assolutamente poco interessato allo star system

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Ho visto le immagini di sfuggita in tv. Mi è dispiaciuto non vedere sciarpe o maglie bianconere. Ne ho viste di altre squadre ma se Pablito è diventato leggenda è stato rinascendo da noi 

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Effettivamente una delegazione della società Juventus  di adesso poteva esserci......come ci è andato Maldini ai funerali poteva andarci benissimo Agnelli o almeno Nedved 

Ci sono rimasto male 

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