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Bob Kelso

Il CIO è pronto a sospendere l'Italia

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Nella prossima riunione del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), in programma mercoledì 27 gennaio, l’Italia potrebbe essere sanzionata con una sospensione per aver violato le regole contenute nella Carta Olimpica, il documento che determina principi e statuti del movimento olimpico. Tutto nasce dalla contestata riforma dello sport approvata in Italia dal primo governo Conte – sostenuto da Movimento 5 Stelle e Lega – nonostante i pareri contrari del Comitato Olimpico Italiano (CONI), ente profondamente riorganizzato per mano del governo. Da allora, secondo il CIO, ne è stata compromessa l’autonomia richiesta espressamente dal regolamento.

Dopo quasi due anni di discussioni che non hanno portato a nessun risultato concreto, ora l’Italia ha meno di un mese per risolvere la questione: nel peggiore dei casi, la probabile sospensione che verrà eventualmente decisa il 27 gennaio potrebbe costringere la delegazione italiana a presentarsi senza simboli nazionali alle Olimpiadi estive di Tokyo, un po’ come la Russia (nel suo caso però c’entra il doping).

 

Già un anno e mezzo fa, dopo l’approvazione della riforma, il CIO di Losanna aveva espresso la propria preoccupazione scrivendo in una lettera:«Il CONI non dovrebbe essere riorganizzato mediante decisioni unilaterali da parte del governo. La sua governance interna e le sue attività devono essere stabilite e decise nell’ambito del proprio statuto, e la legge non dovrebbe avere per obiettivo un micromanaging della sua organizzazione interna e delle sue attività. Le entità che compongono il CONI dovrebbero rimanere vincolate agli statuti del comitato, della Carta Olimpica e agli statuti delle organizzazioni sportive internazionali alle quali sono affiliate».

La parte più contestata della riforma riguarda il riordino del CONI tramite una netta divisione tra il Comitato Olimpico e l’ex CONI Servizi Spa, l’azienda che si occupava dello sviluppo dello sport in Italia distribuendo il maggior numero di finanziamenti annuali provenienti dallo Stato. Nel 2019 il vecchio CONI Servizi è stato sostituito da un nuovo ente: la società pubblica Sport e Salute Spa, attualmente presieduta da Vito Cozzoli e ancora a “mezzo servizio” in attesa di chiarimenti sulle sue competenze.

La riforma prevede che il 32 per cento delle entrate fiscali derivate dallo sport che lo Stato versa annualmente al CONI (il quale un tempo era solito finanziare a sua volta il CONI Servizi) vengano ora divise tra CONI e Sport e Salute in sede ministeriale, quindi prima del versamento. I 408 milioni di euro distribuiti l’anno scorso, per esempio, sono stati divisi tra i 40 milioni versati al CONI per il finanziamento della preparazione olimpica di alto livello e della giustizia sportiva, e i 368 milioni dati a Sport e Salute per il mantenimento dei vari organismi sportivi, dell’antidoping, delle strutture territoriali e della promozione sportiva.

In concomitanza con l’approvazione della riforma, l’allora sottosegretario del governo Giancarlo Giorgetti aveva minimizzato le preoccupazioni del CIO: sosteneva che l’emanazione dei decreti legislativi e attuativi avrebbe risolto la questione in breve tempo. Cosi però non è stato, anche dopo i recenti interventi del ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, e del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, i quali non sono riusciti a far approvare dalla maggioranza i decreti a causa di incomprensioni legate al numero massimo di mandati per i presidente federali (tre) e all’incompatibilità delle cariche sportive e pubbliche (proposta avanzata dal Movimento 5 Stelle ma respinta da Partito Democratico e Italia Viva).

Il presidente del CONI Giovanni Malagò ha spiegato: «Tutta questa vicenda dell’autonomia del CONI è cominciata alla fine del 2018: noi adesso siamo illegittimi nell’ordinamento internazionale, io sono molto preoccupato. È una forma di autolesionismo, mi auguro che tutto si sistemi prima del prossimo esecutivo del CIO: atleti e tecnici sono preoccupati, è dire poco… Quello che succede è una follia». In caso di sospensione a gennaio, l’Italia avrà tempo fino al Comitato esecutivo del CIO in programma a marzo per evitare di presentarsi a Tokyo senza simboli nazionali.

 

Il Post

 

 

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GIOCHI OLIMPICI, L'INDISCREZIONI DI REPUBBLICA, CIO HA DECISO: "ITALIA SENZA BANDIERA"

OLIMPIADI - Secondo quello che riporta Repubblica, "il Comitato Olimpico internazionale ha pronto il documento di sospensione del Coni". Con questa decisione, l'Italia arriverebbe a Tokyo senza simboli nazionali e sarebbe una sanzione senza precedenti. Mercoledì alle ore 17:30 si conoscerà la verità.



"IL COMITATO OLIMPICO INTERNAZIONALE HA PRONTO IL DOCUMENTO DI SOSPENSIONE DEL CONI: UN ATTO CHE PER L’ITALIA NON HA PRECEDENTI E CHE IMPEDIREBBE AGLI ATLETI AZZURRI DI GAREGGIARE ALLE OLIMPIADI DI TOKYO AL VIA IL 23 LUGLIO SOTTO LA BANDIERA DEL NOSTRO PAESE"

A rilanciare l'indiscrezione è l’edizione odierna di Repubblica. Il CIO potrebbe decidere per l’esclusione dei simboli nazionali italiani dai Giochi Olimpici di Tokyo in programma questa estate. Mercoledì alle ore 17:30 verrà resa nota la decisione ufficiale del Comitato Olimpico Internazionale.


"Senza un intervento del governo, Federica Pellegrini o Gregorio Paltrinieri potrebbero concorrere soltanto come atleti indipendenti – precisa l’articolo pubblicato da Repubblica.

Il presidente del CIO Thomas Bach ha scritto per ben due volte al Governo italiano (14 ottobre e 2 dicembre), ma il Presidente del Consiglio non ha mai dato alcuna risposta. Nelle lettere Bach scriveva: "al Coni non è consentito di rispondere in pieno del suo ruolo di Comitato olimpico e di operare in accordo con la Carta Olimpica".

"A dirla tutta, un decreto esiste già: è stato scritto in accordo tra gli uffici del ministero dello Sport e quelli del Mef, e in poche righe determina garanzie per l’autonomia funzionale e gestionale del Coni trasferendogli la pianta organica dei dipendenti che ha in uso da Sport e Salute. Ma il decreto giace in un cassetto, bloccato da ostruzioni politiche. L’ufficio sport sta provando a portare il decreto in approvazione in tempo. Ma basterebbe approvarlo prima dei Giochi, per permettere al Cio di ritirare la sospensione in tempo: bastano 24 ore", ha detto Giovanni Malagò.

GIANNI PETRUCCI (PRESIDENTE CONI 1999-2013) RIMANE POSITIVO
"Non credo che il Cio abbia deciso, però è grave, perché siamo alla vigilia dell'Esecutivo del 27 e i casi sono due: o non c'è la volontà, o non c'è autorità. Non si è mai arrivati a un punto tale per cui il primo Comitato olimpico del mondo, di un Paese che è ai primi posti del posto per risultati sportivi e olimpici, debba essere umiliato, perché ancora non si è data la completa autonomia al Coni. Io non so cosa costi. S'è perso tempo facendo ironia sui mandati dei presidenti che, peraltro, sono stati confermati al 100%, almeno quelli che si sono ricandidati".

Petrucci, attuale presidente della FIP, ha poi proseguito.

"Cosa costi dare autonomia al Coni è un mistero: per cambiare lo sport bisogna conoscerlo. Certo che lo Stato ha il diritto-dovere di intervenire, ma voglio ricordare che, negli ultimi 15-16 anni, abbiamo avuto cinque riforme: tre quando c'ero io (Tremonti, Meladri, Pescante), due con Malagò (Lotti e Giorgetti), adesso serviva tutto questo bailamme per dire che il Coni può perdere la sua autonomia? È venuta fuori questa riforma, si, ma dia autonomia al Coni. Sugli interventi che ha fatto adesso il Parlamento, non è mai uscita la parola sport. Questi sono i segnali allarmanti. Non c'è più quella cultura sullo sport".

"Malagò non è un passante".

"Non so cosa farà il premier Conte, è vero che siamo in precrisi, ma si tratta di un decreto legge, non ci vuole nulla. È una cosa semplicissima. Dunque, ripeto: o non c'è volontà o non c'è autorità. Intanto, Malagò sarà confermato tranquillamente fra qualche mese, è un presidente che ha gestito bene. Secondo me, fra oggi e domani faranno un consiglio dei Ministri, perché non possiamo avere quest'onta che farà il giro del mondo. Peraltro, si scordano che Malagò è un membro del Cio, non un passante. Malagò è entrato a pieno diritto e, anche quando - fra 100 anni - non sarà più al Coni, rimarrà membro del Cio".

Eurosport


Mi scuso per il maiuscolo, ma l'articolo era scritto già così

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il tutto per metter le mani sui soldi dello sport da parte di "sedicenti" politici italiani

sport e salute è solo una porcata per togliere il 70% dei soldi al CONI e gestirli direttamente

 

fatta la legge appena istituito il governo conte 1, era sicuramente una delle priorità del paese

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A questo punto proporrei di boicottare le olimpiadi 
Glielo spieghi tu agli atleti che aspettano da 4 anni, in questo caso 5, di potersi esibire nel palcoscenico più grande e poter essere premiati come i migliori al mondo nella loro disciplina?

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Non potendo parlare di politica, non posso commentare questa notizia.

 

Quello che posso dire è che se anche faranno un decreto di corsa in fretta e furia per ovviare alla loro cialtroneria, spero il salvataggio non vada in porto e che gli atleti gareggino come atleti indipendenti.

 

Sperando che una vicenda tanto triste svegli noi italiani dall’inspiegabile torpore che ci ha avvolto...

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Approvato decreto d'urgenza che ridà autonomia al Coni. C'è da dire che la precedente riforma che toglieva autonomia al Coni era stata fortemente voluta da chi adesso sta dall'altra parte della barricata. Comunque hanno avuto un anno e mezzo per metterci la pezza e hanno aspettato fino all'ultimo dopo una minaccia concreta. Detto questo spero di non rivedere più un certo tizio a capo del ministero dello sport

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36 minuti fa, marcomazzoli87 ha scritto:

Alla fine,ci siamo salvati,ma la figuraccia resta e spero di non vedere più certi soggetti a decidere le sorti dello sport italiano.

Spadafora lo farà passare come un successo dopo che è stato mesi a blaterare su Ronaldo .ghgh conoscendo i miei polli e la loro spocchia sarà così .ghgh

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