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Tornado blackwhite

L'affondo di Agnelli: "Sistema obsoleto e da cambiare. La Juve sarà ancora protagonista"

Post in rilievo

52 minuti fa, Bansky ha scritto:

Giusto per fare delle figuracce pure li


 

l'unica cosa che non capisco è di quale squadra tu sia infiltrato... a naso credo Inter... il tenore dei tuoi interventi è pari a quelli tipo che si leggono su interfans.org...

Il tenore degli interventi in questo topic è la prova lampante che il forum è ormai preda di infiltrati, trolls e disagiati 

Uno schifo, un vomito... 🤮🤮🤮🤮

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l'unica cosa che non capisco è di quale squadra tu sia infiltrato... a naso credo Inter... il tenore dei tuoi interventi è pari a quelli tipo che si leggono su interfans.org...
Il tenore degli interventi in questo topic è la prova lampante che il forum è ormai preda di infiltrati, trolls e disagiati 
Uno schifo, un vomito... [emoji2961][emoji2961][emoji2961][emoji2961]
O di gente che magari non ha fette di prosciutto sugli occhi

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3 ore fa, Tornado blackwhite ha scritto:

La chiave sta nella capacità di intercettare il nuovo pubblico: "Da anni si parla della generazione Z, dei suoi valori, delle sue esigenze. Il calcio deve rimanere centrale nel suo tempo libero, nel suo mix di interessi. Nel mondo digitalizzato l’utente ha un potere di scelta enorme, che non può essere ignorato e, pertanto, egli sceglierà in base alle proprie inclinazioni e ai valori che lo rappresentano"

é un analisi lucida, ci mancherebbe, ma a mio avviso é un processo irreversibile, e nuove proposte come quella della superlega possono solo scalfire questo processo

io che non sono piú giovanissimo ho avuto modo di vivere in prima persona il cambiare dei tempi, il progresso che sempre in misura maggiore nel tempo ha portato un numero sempre maggiore di alternative in quello che puo´ essere considerato il mix di interessi da seguire nel proprio tempo libero proprio come dice il presidente

c´e´ poco da fare, il prodotto calcio una volta aveva una sorta di "quasi esclusiva".. nel mio percorso di vita il periodo adolescenziale ma anche quello dell´essere ventenne trentenne aveva il calcio e la partita come principale opzione, era a quel tempo effettivamente centrale

farlo rimanere centrale oggi diventa piú difficile...le alternative sono tante e i giovani di oggi soprattutto han una gran voglia di passare da un alternativa ludica all´altra magari senza avere tempi fissi (oltretutto lunghi) da dover dedicare alla cosa...trovano comoditá nel fare qualcosa nel loro tempo libero che sian liberi di decidere quanto far durare, quando cominciare e quando smettere... soprattutto poi non credo apprezzino i "tempi lunghi"... insomma il seguire una partita dedicandogli 2 ore consecutive é piú difficile farlo diventare centrale a chi é in questa generazione z rispetto a quanto non fosse in precedenza

giocoforza si deve prendere atto che nel mercato dell´ "entarteinment" boh se l´ho scritto bene oggi la concorrenza per il prodotto calcio é variegata e ha dei vantaggi

é inevitabile quindi cominciare a pensare che superlega o non superlega il margine di crescita degli introiti rispetto al passato non sará piú esponenziale vista la concorrenza che ha "il prodotto calcio" 

un´idea innovativa oltre a quella di alzare il livello della competizione e dell´interesse del singolo evento attraverso una competizione in cui ci sian singoli eventi (partite) che abbian molto piú spesso fascino e richiamo potrebbe essere quella di sfruttare i media moderni, la rete per coinvolgere piú attivamente lo spettatore, che ormai nel mondo in cui l´intrattenimento é dinamico grazie a rete e social vari va coinvolto attivamente nel vedere la partita

quindi oltre la superlega a mio avviso occorre un prodotto piú moderno, la possibilitá di avere chat collegate alla visione delle partite, la possibilitá di avere che so..concorsi a premi durante le stesse facendo partecipare attivamente gli spettatori facendoli scommettere (senza versamento di denaro ovviamente) su risultato, marcatori...magari appunto con classifiche e premi in palio per gli utenti stessi 

insomma non basta semplicemente mettere piú "juve-top team" e diminuire gli "juve-provinciale" occorre rendere il tutto piú coinvolgente e interattivo per un tipo di pubblico che ormai alla interattivitá si é abituato e si sente quasi spaesato quando manca

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Se prendi il nome di un grande artista, almeno scrivilo bene. È Banksy, non bansky 
E chi ti dice che il nome fosse riferito a lui?



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1 ora fa, Juventinocomasco ha scritto:

A me sale il crimine a sentire parlare di generazione z, sarò vecchio, ma se il futuro del calcio ad alto livello è quello che preconizza AA, seguirò il Como nelle serie inferiori, per me il calcio è passione, non business

Non sei tu ad essere vecchio: è AA che parla in avvocatese.
Stai tranquillo che il calcio rimarrà passione, a prescindere dal business.

AA pensi piuttosto a fidelizzare i tifosi che ha gia adesso in numero ben più che abbondante, che per capire l'avvocatese basta conoscere qualche avvocato.

Altro che queste * sulla generazione Z.

🔲

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Se la Juve è in difficoltà non è colpa del sistema obsoleto, o comunque in misura decisamente marginale. D'altronde nel sistema sono immersi tutti gli altri club, non vedo come possa rappresentare una zavorra solo per la Juve o pochi altri. Idem dicasi per la pandemia, presa come causa principale del dissesto nell'assemblea degli azionisti di qualche settimana fa. 

Sembrano quei discorsi dei politici sconfitti e ormai fuori tempo massimo. Concordo con chi sostiene un avvicendamento al vertice societario.  

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ma bastaaa...mammamia.da anni ossessionato con sta menata...e intanto non si accorge che ha buttato in pochi anni un vantaggio enorme in italia, su tutte.con scelte dirigenziali risibili.....

ma intanto dopo le figuracce  carbonare, insiste pure, per lui i tifosi sono mucche da mungere, e sta superlega ideata dai geni del debito miliardario.....basta...che e' meglio.

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LA LETTERA DEL PRESIDENTE AGLI AZIONISTI 

27 SETTEMBRE 2021

 

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LA LETTERA DEL PRESIDENTE AGLI AZIONISTI 

Cari Azionisti,

 

le vittorie di questi ultimi 10 anni sono state accompagnate da uno straordinario sviluppo della Società in termini di ricavi, affermazione del brand nel panorama globale, infrastrutturale (Stadium e Village), progettualità sportiva (Women e U23) e di organico. Sono convinto che la Juventus abbia, oggi, le caratteristiche adatte per affrontare le sfide future. È giusto sottolineare, tuttavia, che nel momento di massima tensione verso lo sviluppo, con imponenti mezzi finanziari messi a disposizione della Società, il calcio e la Juventus in particolare, hanno subito un durissimo colpo a causa della pandemia Covid-19. I danni causati sono stati ingenti. Intere linee di ricavo sono scomparse da un momento all’altro, mentre la base dei costi è rimasta immutata. Si stima che la carenza di liquidità complessiva del sistema ammonti a €8,5 miliardi.

 

Gli stadi vuoti per quasi due anni sono il simbolo di quanto è successo e la loro riapertura non deve distrarre dai limiti che il calcio ha palesato crudamente, mettendo a nudo tutte le proprie debolezze strutturali.

 

Il calcio, abituato nell’ultimo ventennio a crescere in doppia cifra in modo totalmente inelastico rispetto a tutte le crisi che hanno, nello stesso periodo, colpito l’economia e la società, ha sviluppato al proprio interno un’eccessiva fiducia che si è tradotta in un’eccessiva confidenza con il rischio. La crisi ha, inoltre, interrotto la costante crescita del valore complessivo delle transazioni per l’acquisizione e cessione delle prestazioni dei calciatori (circa -50% nel 2021 vs 2019), che per molti club erano diventate una componente rilevante del modello di business per mitigare il rischio sportivo, che nella nostra industria coincide al rischio economico-finanziario.

 

La complessiva instabilità e quindi debolezza del comparto calcistico non possono però, e non devono, essere attribuite esclusivamente alla pandemia.

 

Le grandi istituzioni del calcio, che agli albori svolgevano la funzione di terze parti indipendenti e garanti dell’applicazione corretta delle regole, hanno progressivamente aggiunto al ruolo di regolatori quello di organizzatori, broker, distributori del prodotto calcio e infine percettori e distributori dei proventi.

 

La programmazione sana e credibile di una Società non può basarsi su obsolete impalcature di sistema, pena il ridimensionamento collettivo del comparto, cioè quanto di meno auspicabile per il calcio, lo sport più popolare del mondo.

 

Da anni, inoltre, si parla della generazione Z, dei suoi valori, delle sue esigenze. Il mondo dopo il Covid-19 appartiene a questa nuova generazione che oscilla ormai tra i 12 e i 21 anni d’età. Il calcio deve rimanere centrale nel suo tempo libero, nel suo mix di interessi. Le opportunità fornite dalla rivoluzione digitale possono certamente contribuire ad avvicinare questi giovani. In questo senso, il dibattito e le critiche sulla fruizione delle partite “live” con mezzi diversi dalla tv tradizionale sono anacronistici e destinati a scomparire. Nel mondo digitalizzato l’utente ha un potere di scelta enorme, che non può essere ignorato e, pertanto, egli sceglierà in base alle proprie inclinazioni e ai valori che lo rappresentano.

 

Non è questa la sede opportuna per tornare sulle cause della nascita della Super League, ma è opportuno darvi conto del fatto che questa nuova competizione, che si propone di offrire al mondo il miglior spettacolo calcistico, ha nelle sue regolamentazioni tre valori essenziali per la stabilità dell’industria calcistica: (i) un nuovo framework condiviso per il controllo dei costi, che contribuisca, contrariamente a quanto affermato anche in sedi autorevoli, all’equilibrio competitivo delle competizioni; (ii) un forte impegno alla solidarietà e alla mutualità; (iii) la centralità delle prestazioni dei club nelle competizioni europee e del contributo di questi allo sviluppo dei talenti come elementi fondanti di un nuovo concetto di “meritocrazia” sportiva (concetto che non può basarsi esclusivamente sulle performance domestiche in ossequio a equilibri geopolitici e commerciali che dovrebbero rimanere estranei all’essenza dello sport).

 

In sintesi: un nuovo paradigma meritocratico ed un ritorno ai fondamentali: controllo dei costi e trasparenza, con tre categorie di stakeholder al centro del progetto: (i) tifosi, che dettano la domanda del prodotto; (ii) calciatori, i protagonisti degli spettacoli – sia per le competizioni dei club che delle nazionali; (iii) investitori, che assumono tutto il rischio imprenditoriale dell’industria calcistica. Un nuovo paradigma che il calcio non può continuare a trascurare e sulla base dei quali il dialogo politico dovrà riprendere.

 

Niente deve essere dato per scontato, tutto può essere migliorato, ripensato. Come disse Edoardo Agnelli ormai quasi un secolo fa: “Dobbiamo impegnarci a far bene, ma ricordandoci che una cosa fatta bene può essere sempre fatta meglio”.

 

Il calcio è lo sport più popolare del mondo, i colori bianconeri come quelli di tantissimi altri club, partecipano a questo spettacolo da sempre. È preciso dovere di chi rappresenta la Società, garantire il massimo della professionalità, dell’impegno e dell’integrità perché la Juventus tenga fede alla propria storia.

 

La Juventus ci sarà e il sostegno della mia famiglia, da ormai quasi un secolo, sono la testimonianza più tangibile e la migliore garanzia per continuare a ricoprire un ruolo di vertice nel grande spettacolo del calcio: condividendo la stessa passione con centinaia di milioni di tifosi in tutto il mondo.

 

Fino alla fine

 

Andrea Agnelli

 

Relazione finanziaria annuale al 30 giugno 2021 [PDF]

 

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Il futuro del calcio ormai e' chiaro che sara' in mano ai fondi di investimento, come ormai lo sono diventati molti grandi gruppi industriali. Non so se Elkann vorra' continuera' a sperperare soldi nella Juventus oppure decidera' anche lui di fare entrare qualche fondo, se non cedere del tutto.

Visto il risanamento duro che ha iniziato non mi meraviglierei se nel giro di un paio d'anni ci sara' qualche sorpresa.

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Al di là dei vari programmi quello che traspare che dalla parte della società c’è voglia di vedere ancora una juve protagonista, non lo davo affatto per scontato almeno nell immediato, sentirselo dire comunque è di conforto. 

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Una cosa va capita ed e' ormai chiara, i fissati del pallone, quelli che guarderebbero 5 partite al giorno, che poi sono quelli che si stracciano le vesti per la SL, sono una netta minoranza nel mondo, palcoscenico a cui si deve rivolgere il prodotto calcio se vuol sopravvivere.

Ma il problema e' proprio questo, al 99% delle nuove generazioni del calcio cosi' come e' oggi frega il giusto o niente. Il calcio ha una sola via d'uscita, ridurre i costi, gli ingaggi, le partite e tornare ad essere un prodotto di passione locale prima di tutto. Boiate come la SL non agguanteranno mai giovani come quelli di oggi. E iniziative come questa (cosi' come l'incommentabile nuova formula della CL) faranno perdere di passione anche alle generazione come la mia, io seguo la Juve all'interno delle rivalita' del campionato, di una competizione come la SL me ne sbatto altamente, anche se arrivassero a farla non mi informerei neanche dei risultati., roba da Nation League.

Oppure, se vogliono davvero conquistare quella che chiamano generazione Z, dovranno fare un'operazione come fece a suo tempo la pallavolo, con l'eliminazione del cambio palla e introduzione di regole tecniche da beach volley. In pratica dovranno studiare e cambiare radicalmente questo sport, e gli "anziani" dovranno farsene una ragione.

 

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Il calcio va riformato completamente. 

Un sistema in continua perdita, fatto di sfruttatori vari, in cui i giovanissimi faticano ad affermarsi e giocano il proprio futuro sul tavolo di qualche procuratore. 

Sport non è denaro. 

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"pena il ridimensionamento collettivo del comparto" del comparto o di alcuni? Stonano queste parole con quanto visto sul mercato questa estate. 

Sempre dato il fatto che questo comparto ridimensionato, per quanto riguarda la Juve, propone prezzi extralusso, attualmente, per i tifosi, ad esempio.

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9 ore fa, aiace ha scritto:

La prima squadra vince da dieci anni, forse dovresti cominciare a capire che NESSUNO VINCE PER SEMPRE e ogni tanto vincono anche gli altri. Detto questo l’ultimo trofeo è stato vinto a maggio se non erro.

Le donne poi vincono da quando hanno creato la squadra femminile e quest’anno è entrata nel girone di UWCL 

Credo che non hai capito il senso del post. 

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7 ore fa, kaedes ha scritto:

A me ad occhio e croce pare la solita supercazzola per fuffeggiare un po di niente.

almeno accennare al fatto che per esempio il Real poteva offrire quasi 200 milioni per un giocatore in scadenza, che la Premier - che fa parte del sistema calcio- mai come ora sembra un mondo lontano, che alcune squadre più di altre sembrano soffrire anche sul campo questa crisi (noi per esempio) e altre non particolarmente (anche qui in Italia). Tutte cose su cui non si fanno mai distinguo. A me da tifoso, del comparto frega poco. Pago prezzi altissimi... più di questo...

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Ok. Tutto molto bello. Ma aldilà delle soliti frasi che ormai leggiamo da diversi anni.... quali sono le proposte per rinnovare il format oltre l'istituzione della SuperLega? Ad una intervista ragionava dei figlioli che non riuscivano ad essere concentrati più di 20 minuti a guardare le partite... Vuole cambiare anche la durata della partita? I campionati nazionali come penserebbe di gestirli? Playoff anche per vincerli? 

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8 ore fa, Daniele B. ha scritto:

Io vedo un processo di cambiamento inesorabile dovuto al cambiamento di fruizione dei media, che porta con se varie altre rivoluzioni. Il calcio puo adattarsi o scomparire lentamente, questo AA l'ha capito. Adattarsi vuol dire fare scontento, perche lo stadio diventa necessariamente caro, come lo è negli Stati Uniti e quindi di elite. Perche un certo tifo fatto di animosità e eccessivo fervore non puo essere parte di questo futuro. Perche avvicinando un pubblico piu interessato allo spettacolo si perde l'appeal per un certo pubblico tradizionale.

 

Come sempre nei cambiamenti una buona parte dei convolvi rimarrà scontenta, si chiama natura umana.Io penso che con questo formato il calcio abbia lo stesso futuro del motore a scoppio, la stessa generazione che non compra la macchina, non va allo stadio non guarda la tv e non compra i giornali sotterrerà questo sport per vecchi (come me), a meno di non cambiare.  

È possibile. Ma questi processi vedono il tifoso soltanto come una mucca da mungere. A mio parere questa modalità porterà sempre più tifosi ad allontanarsi dal calcio. Sulla generazione Z bisognerebbe fare delle analisi molto complesse. Non so quanto possa essere interessata al calcio, in generale. A casa mia ad oggi sono io alla soglia dei 50 a guardare le partite. I miei figli se capita le guardano, ma spesso fanno altro. Così come tutti i loro amici. Comunque quello che a me interessa è il progetto calcistico che oggi non vedo. 

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A prescindere da cosa scrive il nostro Presidente, durante le partite dovrebbe, se non gli costa troppo.., assumere un atteggiamento “un po’ più sveglio” ed interessato allo “spettacolo “, invece contro la Samp, inquadrato più volte, appariva annoiato ed alieno all’evento come un non amante della lirica costretto ad assistere ad un’opera di Wagner, in tedesco e con scena nuda, che dura 4 ore...,

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