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MaxMontero

Intervista Braghin & Montemurro

Post in rilievo

2 ore fa, MaxMontero ha scritto:

La prossima stagione? Sarà la più difficile perché sarà più complicato confermarsi, per una serie di motivi. Perché partiremo dopo una stagione estenuante: ci sono l’Europeo e il preliminare di Champions il 18 agosto a eliminazione diretta. Perché non c’è più l’effetto novità-allenatore. Perché la concorrenza cresce moltissimo: Roma, Inter e Milan, più il Sassuolo outsider. Loro saranno più forti e noi più stanchi, giocando per due anni di fila”

In pratica ci aspettano tutti al varco... E allora come disse Leonida alle Termopili: "Molon labe!"

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Da ilbianconero

 

Stessa intervista, più dettagli

 

 

Il 16 giugno 2017 nascevano le Juventus Women, cinque anni dopo è tempo di bilanci... e di sorrisi.. Cinque scudetti, tre Supercoppe e due Coppe Italia in un progetto guidato da Stefano Braghin, che ne parla così a Tuttosport: "L’ultima stagione è andata oltre le aspettative, al di là dei tre titoli in Italia, una cosa che non eravamo riusciti a fare e che non potremo migliorare. L’approdo ai quarti di Champions l’ha resa straordinaria e inaspettata. È stato importante il cambio di passo in Europa: abbiamo vinto con il Lione, che sarebbe diventato campione, e a Wolfbsurg. Abbiamo acquisito molta più consapevolezza sul mantra del gap tra noi e le straniere, quando vai a vederlo da vicino non fa più tanta paura". 
 
MONTEMURRO - «È stato fondamentale in alcuni passaggi, soprattutto in Europa. Aveva già vissuto quel tipo di gare, e di avversarie, aveva l’abitudine a vincere: ha trasmesso la consapevolezza che non eravamo ospiti in Champions ma protagonisti. Ha dato una consapevolezza diversa alle ragazze, che già venivano da un percorso virtuoso di quattro anni a livello tecnico e tattico. Ha dato un nuovo metodo di lavoro e un nuovo stile di gioco, anche per l’Italia». 
 
UN SOLO ACQUISTO - «Le ragazze erano molto migliorate, mancava però un ultimo collegamento tra gambe e testa per la consapevolezza del loro livello di gioco. Peyraud-Magnin è uno dei portieri più forti al mondo e, al di là delle parate, ha la capacità di saper giocare con i piedi, interpretando al meglio le idee di Montemurro, che si è ritrovato una calciatrice in più nella fase di costruzione. Il resto lo ha dato il cambio di mentalità, con un gioco che ha valorizzato caratteristiche che si vedevano meno. E poi un calcio propositivo, non in difesa della porta ma alla ricerca della conclusione. Quasi 120 gol in 43 partite». 
 
GAP ESTERO - «C’è una differenza di fisicità, intensità e tecnica individuale con i Paesi top, è vero. Ma abbiamo capito di poter emergere con altre vie: organizzazione, intensità, stile, consapevolezza dei propri mezzi. E fa sperare che, quando avremo raggiunto una certa intensità e fisicità, con la nostra organizzazione saremo più competitivi». 
 
LO 0.6 A BARCELLONA - «Mi sentivo in buona compagnia, visto che poco prima ne avevano rifilate 4 al Chelsea in finale di Champions. È stato bravo Montemurro, dando un primo segnale sul 4-0: invece di pensare a limitare i danni, ha detto alle ragazze di andare avanti con il nostro gioco. Abbiamo capito che non saremmo mai stata una squadra che difende quello che ha acquisito». 
 
NOME SIMBOLO - «Tutte hanno vissuto una delle loro migliori stagioni. Lenzini però merita una menzione. È arrivata come un di più. In certe partite e momenti, e ruoli diversi, è stata spesso decisiva. Deve far riflettere i dirigenti, se fosse stata una straniera acquistata avremmo acceso i riflettori». 
 

PROSSIMO ANNO - «Sarà la più difficile perché sarà più complicato confermarsi, per una serie di motivi. Perché partiremo dopo una stagione estenuante: ci sono l’Europeo e il preliminare di Champions il 18 agosto a eliminazione diretta. Perché non c’è più l’effetto novità-allenatore. Perché la concorrenza cresce moltissimo: Roma, Inter e Milan, più il Sassuolo outsider. Loro saranno più forti e noi più stanchi, giocando per due anni di fila». 
 
MERCATO - «Conservativo: annoia un po’ i tifosi, ma è la mia filosofia. Al massimo tre innesti. Rientra Cantore da Sassuolo, poi un volto a centrocampo e uno in attacco. Staskova? Era in scadenza. Le abbiamo proposto di rimanere legata a noi, con eventuale prestito. Ha preferito andare via. Con le altre non ci sono state problemi, rinnovando con quasi tutte fino al 2024. Non abbiamo percepito nessuna difficoltà nel voler rimanere, sono curiose di vedere fin dove possiamo arrivare». 
 
IN EUROPA - «Purtroppo il ranking della nostra federazione non ci evita il preliminare: due gare secche per raggiungere il secondo turno. È una trappola. Mi arrabbio quando parlano di fase a gruppi: servono 4 partite per arrivarci. Le affronteremo nelle condizioni peggiori, fisiche e di riposo. Ma un anno fa, di questi tempi, non avevamo ancora vinto in Europa. Noi varremo i quarti di Champions quando li avremo fatti tre volte, una non basta». 
 
PROFESSIONISMO - «L’avvento del professionismo ha generato la necessità di creare maggiore attrattiva per generare ricavi che supportino i costi del professionismo. Per le ragazze è una conquista storica, ma il prezzo deve essere sostenuto - come in Spagna e in Inghilterra - anche dalle istituzioni. Per rendere il campionato più attrattivo e provare ad avvicinarci a certi ricavi tv servono partite equilibrate e un livello più alto: meno squadre per gare più competitive». 
 
PROGETTO CONTINASSA-BIS - «Era molto attuale prima della pandemia. Resta nell’agenda del club: non è stato abbandonato né ridimensionato». 

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Mah, la questione del presunto calendario complesso e degli europei e dei preliminari mi sembra francamente una scusa.

L’Italia ha zero speranze di arrivare in semifinale, a scanso di sorprese clamorose: dovrebbe farcela agevolmente con Belgio e Islanda mentre, chiaramente, ha zero speranze contro Olanda o Svezia nei quarti (l’incrocio è quello) e la partita si gioca il 22 luglio, un mese prima dei preliminari che si giocano il 18 agosto, contro peraltro delle squadre assolutamente inconsistenti, come abbiamo visto l’anno scorso.

Non la farei lunga

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55 minuti fa, SuperGobbo94_ ha scritto:

:risata3:

Beh, se non ce la fanno agevolmente con Belgio e Islanda, allora il discorso è ancor più valido, ovviamente, perché allora tornano anche ben prima del 22 luglio.

Insomma, fossi in Braghin non mi preoccuperei proprio, immagino che siano dichiarazioni di facciata

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da jnews24

 

Braghin: «Così ho scelto la Juventus Women. E per il futuro…». Le parole del responsabile della squadra

Stefano Braghin ha rilasciato un’intervista a Goal.

Le parole del responsabile della Juventus Women.

L’ARRIVO ALLA JUVE – «Sono arrivato allo Juventus nel 2012. Ho diretto la Primavera maschile fino al 2018, nel frattempo è partito il progetto femminile e poi ho dovuto scegliere tra i due. Ad un certo punto era necessario fare una scelta. Alla fine scelgo la squadra femminile. Sono da parecchio tempo nel club, ma da poco nel campo femminile. Nel 2015 la Federazione ha deciso che ogni club professionistico maschile doveva avere una squadra femminile. Era uno dei requisiti per partecipare alla Serie A al momento dell’iscrizione, quindi era proprio obbligatorio. Così siamo partiti di punto in bianco. Abbiamo organizzato degli open day. Una storia divertente è che al primo open day c’erano tre ragazze, una con le infradito. Si è partiti da qui e poi dopo sette anni abbiamo più o meno 200 giovani. Abbiamo nove squadre dall’under 9 all’under 19. Tutte le categorie sono in coperte. Ciò significa molto in 7 anni. Credo che stiamo offriamo loro un ottimo servizio, ma probabilmente significa anche che il calcio femminile sta crescendo molto velocemente nel nostro paese».

LA SCELTA DEL PROGETTO FEMMINILE – «Era qualcosa di veramente nuovo. Penso che ci fosse più futuro. Idealmente, dopo 25 anni in questo settore, sento davvero di poter essere più d’aiuto sul lato femminile nel trasferire ciò che ho imparato nella mia carriera, più che sul lato maschile. Probabilmente l’aiuto che posso dare ai ragazzi è inferiore a quello che posso fare per le ragazze. È un modo per restituire al calcio ciò che il calcio mi ha dato».

 

PIANI FUTURI – «Quello che ho chiesto è che nelle categorie inferiori, Under 9, Under 10, Under 11, bisogna fare ancora quantità. Perché in Italia abbiamo solo più o meno 30.000 giocatori iscritti e gli altri paesi ne hanno 300.000. Quindi, dai 9 al 12/13 anni, proviamo davvero a reclutare tutti coloro che vogliono giocare nel club. Poi, a partire dai 14 anni, quello che vorremmo fare – è alzare la qualità e iniziare ad avere dei rapporti con le squadre locali».

PROFESSIONISMO – «Si migliorerà in termini di sviluppo del gioco e, si spera, di sostenibilità, perché ora professionalità significa anche molti costi per i club. Non è stato sviluppato esattamente un piano aziendale su come sostenere tutto ciò. Sono un po’ preoccupato per come potrà funzionare senza l’aiuto degli organi di governo. Siamo un po’ in difficoltà in termini di numeri. Anche se siamo molto felici, ovviamente, per le nostre giocatrici».

ATTRATIVA SULLE BAMBINE – «Iniziano a imparare, a fare paragoni tra la Champions League maschile e quella femminile, a sperare un giorno di giocarci. Possono vedere le diverse fasi. Quando si gioca in certi stadi o con un determinato numero di spettatori. Le giovani calciatrici vogliono iniziare a giocare. I numeri stanno crescendo molto velocemente, a dire il vero. Ora dobbiamo essere bravi come sistema a mantenere alti gli standard e a farle crescere velocemente come giocatrici»

EUROPEO – «Speriamo che l’Italia faccia un buon Europeo. Hanno una squadra molto buona. Hanno un girone difficile perché sono con Islanda, Belgio e Francia. Ma credo che se supereremo almeno la fase a gironi, in una fase a eliminazione diretta la gente sarà molto interessata. Speriamo. La squadra è buona».

L’ESEMPIO DI CARUSO – «La giocatrice che ha più presenze nella Juventus è Arianna Caruso, che ha 22 anni. Ha iniziato a giocare qui a 17 anni e ha disputato 136 partite, quindi non abbiamo paura di dare la possibilità ai giovani. Quello che dico spesso nelle mie interviste è che non capisco davvero questa differenza che si fa tra giocatori vecchi e giovani, perché per me l’unica differenza nel calcio è buona o non buona. Se sei bravo e giovane ancora meglio. Nella prima partita di Champions League contro il Servette a Ginevra avevamo otto giocatori under 23 in campo. Per una squadra molto nuova, non è male».

BIANCONERE ALL’EUROPEO U19 – «Ce ne sono sette o otto, perché noi iniziamo da subito a investire sui giovani. Altri club – non dico che sia meglio o peggio – preferiscono andare magari a comprare giocatori stranieri e sono molto concentrati sulla prima squadra. Noi preferiamo pensare a un progetto a lungo termine. Certo, dobbiamo vincere perché quando sei in questo club devi vincere. Ma d’altra parte, lasciamo una parte del budget per giovani e partiamo da calciatrici nati nel 2003, e nel ’04, ’05, ’06, iniziamo a portare qui tutte le migliori calciatrici del Paese. La maggior parte di loro rimane ed è per questo che ne abbiamo molte. Credo che tutti i goal del girone di qualificazione siano stati segnati da giocatori della Juventus. È una buona cosa. Ora dobbiamo essere costanti perché la Juventus, fin dall’inizio, ha sempre fatto cose molto buone. Questa è la nostra prossima sfida».

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Mi permetto di inserire quest'intervista a Braghin che non mi pare sia stata riportata in altri topic.

Mi scuso se viceversa me la sono persa...

Parla in maniera schietta del calcio femminile in generale e del modello JW in particolare. Ho evidenziato in rosso le parti che a mio parere credo siano più rilevanti...

 

Intervistato da GOAL, l’Head of Juventus Women Stefano Braghin ha parlato del progetto femminile in casa bianconera:

Quand'è arrivato alla Juventus?

"Sono arrivato allo Juventus nel 2012. Ho diretto la Primavera maschile fino al 2018, nel frattempo è partito il progetto femminile e poi ho dovuto scegliere tra i due. Ad un certo punto era necessario fare una scelta. Alla fine scelgo la squadra femminile. Sono da parecchio tempo nel club, ma da poco nel campo femminile".

Quando ha scelto il progetto femminile?

"Nel 2015 la Federazione ha deciso che ogni club professionistico maschile doveva avere una squadra femminile. Era uno dei requisiti per partecipare alla Serie A al momento dell'iscrizione, quindi era proprio obbligatorio. Così siamo partiti di punto in bianco. Abbiamo organizzato degli open day. Una storia divertente è che al primo open day c'erano tre ragazze, una con le infradito. Si è partiti da qui e poi dopo sette anni abbiamo più o meno 200 giovani. Abbiamo nove squadre dall'under 9 all'under 19. Tutte le categorie sono in coperte. Ciò significa molto in 7 anni. Credo che stiamo offriamo loro un ottimo servizio, ma probabilmente significa anche che il calcio femminile sta crescendo molto velocemente nel nostro paese. Probabilmente le persone iniziano a fidarsi di più del progetto. Non è difficile in Italia avere persone che giocano a calcio. Quello che mancava era la situazione giusta per farlo. Questo è un paese molto cattolico, vecchio stile, quindi forse il pregiudizio nei confronti del calcio femminile era ancora molto forte. Giocare a calcio in un ambiente del genere, in un club del genere, rimuove probabilmente la maggior parte dei pregiudizi delle persone".

Perché ha scelto il progetto femminile?

"Era qualcosa di veramente nuovo. Penso che ci fosse più futuro. Idealmente, dopo 25 anni in questo settore, sento davvero di poter essere più d'aiuto sul lato femminile nel trasferire ciò che ho imparato nella mia carriera, più che sul lato maschile. Probabilmente l'aiuto che posso dare ai ragazzi è inferiore a quello che posso fare per le ragazze. È un modo per restituire al calcio ciò che il calcio mi ha dato".

I grandi open day. È così che è iniziato tutto?

"No, partiamo dall'inizio. Abbiamo comprato i diritti per la partecipazione alla Serie A da una squadra locale, perché era una cosa che le regole consentivano in quel periodo. È iniziato tutto da lì. Abbiamo iniziato a lavorare sul nostro reclutamento delle giocatrici. Considera che questa zona, il Piemonte, è una zona abbastanza difficile in questo senso perché abbiamo la montagna. Abbiamo molti, molti altri sport, come la pallavolo, il basket, e ci sono poche squadre. Le ragazze di solito iniziano con un altro sport e poi, come seconda scelta, arrivano al calcio. Questo non aiuta molto in termini di qualità del reclutamento".

Le ragazze dell'Academy non vivono lì, vero?

"No, non c'è abbastanza spazio. Si allenano e giocano in un paio di strutture in questa zona, a un paio di chilometri da qui. Ci sono due diversi centri di allenamento che condividiamo con altri club e questo è un peccato perché, ovviamente, dobbiamo forzare un po' il programma degli allenamenti e adeguarlo. Qui non c'è abbastanza spazio. Siamo gli ultimi arrivati, quindi dobbiamo adattarci".

Quali sono i suoi piani?

"Quello che ho chiesto è che nelle categorie inferiori, Under 9, Under 10, Under 11, bisogna fare ancora quantità. Perché in Italia abbiamo solo più o meno 30.000 giocatori iscritti e gli altri paesi ne hanno 300.000. Quindi, dai 9 al 12/13 anni, proviamo davvero a reclutare tutti coloro che vogliono giocare nel club. Poi, a partire dai 14 anni, quello che vorremmo fare è alzare la qualità e iniziare ad avere dei rapporti con le squadre locali".

Le squadre femminili giocano contro squadre maschili?

"Sì, al momento lo stiamo facendo perché non c'è molta competitività nei nostri campionati. Di solito le nostre squadre, soprattutto nelle competizioni regionali, vincono ad esempio per 20-0. Quindi gli Under 15 giocano il campionato Under 17 e gli Under 17 giocano il campionato Under 15 maschile. L'Under 19 deve invece giocare il campionato Under 19. La nostra Under 16 sta attualmente giocando una competizione maschile".

Ci sono dei vantaggi in tutto ciò?

"Al 100%. In termini di intensità nel gioco, di forza. Devi giocare più velocemente, prendere decisioni più rapidamente a causa della pressione a cui non sei abituato. A 15 anni preferisco che giochino contro ragazze, magari più grandi ma ragazze, perché siamo ancora in quella fase in cui si impara il gioco, come si gioca, la posizione. Nell'Under 17 si ha probabilmente imparato la maggior parte di quello che si deve sapere, però bisogna farlo più velocemente. E in questo senso, probabilmente quello maschile è l'ambiente giusto".

Il campionato sta migliorando.

"C'è ancora un enorme divario con le prime tre o quattro squadre, ma le altre si stanno avvicinando. Sono fiducioso che tra un paio d'anni ci saremo".

Anche il professionismo aiuterà.

"Si migliorerà termini di sviluppo del gioco e, si spera, di sostenibilità, perché ora professionalità significa anche molti costi per i club. Non è stato sviluppato esattamente un piano aziendale su come sostenere tutto ciò. Sono un po' preoccupato per come potrà funzionare senza l'aiuto degli organi di governo. Siamo un po' in difficoltà in termini di numeri. Anche se siamo molto felici, ovviamente, per le nostre giocatrici".

Ha visto un incremento dei numeri rispetto al 2019?

"Sì, al 100%. Grazie a due fattori. In primis, il fatto che club professionistici possono far parte della competizione. In un certo senso, la fan base del calcio maschile inizia in qualche modo a sentirsi coinvolta. L'altro è la Coppa del Mondo, una fantastica opportunità per l'Italia perché nell'estate del 2019 non c'erano partite. Sul fronte maschile non c'erano competizioni e come ho detto in precedenza, in questo paese se c'è una partita in tv la gente la segue. Ha iniziato a conoscere i giocatori, i nomi, le storie. E' stato il momento chiave. L'altro punto di svolta è stato il nostro percorso in Champions League in questa stagione, perché le persone iniziano a conoscere una nuova competizione europea. Credo sia stato un fattore importante".

Perché magari c'è una bambina di cinque anni che va a vedere la Juventus in Champions League e vuole poi giocare...

"Iniziano a imparare, a fare paragoni tra la Champions League maschile e quella femminile, a sperare un giorno di giocarci. Possono vedere le diverse fasi. Quando si gioca in certi stadi o con un determinato numero di spettatori. Le giovani calciatrici vogliono iniziare a giocare. I numeri stanno crescendo molto velocemente, a dire il vero. Ora dobbiamo essere bravi come sistema a mantenere alti gli standard e a farle crescere velocemente come giocatrici".

E c'è l'Europeo quest'estate, e di nuovo non c'è nessun altro torneo.

"Esattamente. Speriamo che l'Italia faccia un buon Europeo. Hanno una squadra molto buona. Hanno un girone difficile perché sono con Islanda, Belgio e Francia. Ma credo che se supereremo almeno la fase a gironi, in una fase a eliminazione diretta la gente sarà molto interessata. Speriamo. La squadra è buona".

Quanto è importante l'integrazione dei giovani in prima squadra, non solo per questa squadra o per Joe, ma per l'intero club?

"Per noi è molto importante. La giocatrice che ha più presenze nella Juventus è Arianna Caruso, che ha 22 anni. Ha iniziato a giocare qui a 17 anni e ha disputato 136 partite, quindi non abbiamo paura di dare la possibilità ai giovani. Quello che dico spesso nelle mie interviste è che non capisco davvero questa differenza che si fa tra giocatori vecchi e giovani, perché per me l'unica differenza nel calcio è buona o non buona. Se sei bravo e giovane ancora meglio. Nella prima partita di Champions League contro il Servette a Ginevra avevamo otto giocatori under 23 in campo. Per una squadra molto nuova, non è male".

Avete alcune giovani molto brave.

"Sono tutte attaccanti, quindi lottano per gli stessi posti! Questo sarà un problema di Joe, ovviamente, non mio. Ma abbiamo tre o quattro profili di punta tra il 2004 e il 2006. Ci sono tre o quattro profili davvero importanti, internazionali. Poi abbiamo una base molto buona, non al top, ma molto buona. Possono ancora migliorare. In un paio d'anni, ci sono sempre più giocatrici cresciute in casa che possono giocare in squadra".

Ci sono più giocatrici della Juventus in nazionale per l'Europeo Femminile Under 19 di qualsiasi altra squadra...

"Ce ne sono sette o otto, perché noi iniziamo da subito a investire sui giovani. Altri club - non dico che sia meglio o peggio - preferiscono andare magari a comprare giocatori stranieri e sono molto concentrati sulla prima squadra. Noi preferiamo pensare a un progetto a lungo termine. Certo, dobbiamo vincere perché quando sei in questo club devi vincere. Ma d'altra parte, lasciamo una parte del budget per giovani e partiamo da calciatrici nati nel 2003, e nel '04, '05, '06, iniziamo a portare qui tutte le migliori calciatrici del Paese. La maggior parte di loro rimane ed è per questo che ne abbiamo molte. Credo che tutti i goal del girone di qualificazione siano stati segnati da giocatori della Juventus. È una buona cosa. Ora dobbiamo essere costanti perché la Juventus, fin dall'inizio, ha sempre fatto cose molto buone. Questa è la nostra prossima sfida".

Avete in programma di espandere l'Academy femminile?

"Sì, dobbiamo farlo. Sto ancora pensando all'opportunità di creare un club, o magari di avere un secondo club in cui possano crescere e poi eventualmente tornare. Perché con i grandi numeri si rischia la mancanza di qualità. D'altra parte, bisogna considerare che questo Paese è molto giovane per quanto riguarda il calcio femminile e non è molto facile trovare buoni allenatori. Stiamo anche sviluppando gli allenatori internamente. Ho una squadra di allenatori molto giovane e voglio costruire il loro percorso all'interno del club, quindi ci vuole un po' più di tempo. Avere molte squadre, ma non gli allenatori giusti, non ha molto senso".

Siete riusciti a portare molti allenatori dalla squadra maschile?

"All'inizio, sì. Ne abbiamo molti. Ora iniziamo a guardarci intorno. Cominciamo a essere più attraenti, perché il nostro progetto è attraente. Ma sì, il 60-70% sono allenatori provenienti dall'Academy maschile. È facile perché l'ho diretta per molti anni e quindi, ovviamente, se devo pensare a un allenatore, lo conosco così bene che è facile per me andare direttamente da lui, magari invece di guardarmi intorno. Ma in ogni caso, devono essere formati mentalmente e tecnicamente per allenare le ragazze. Non c'è una vera e propria generazione di allenatori femminili e, personalmente, penso che ci sia davvero bisogno di allenatori dedicati alle donne perché il gioco è uno, il modo di giocare è diverso. La declinazione del modello maschile a quello femminile non funziona. Bisogna sfruttare il proprio modello per le donne".

Quando qualcuno si ritirerà dalla prima squadra femminile, dovrete inserirlo...

"Ho già messo sotto contratto alcune di loro, devono restare! Cresciamo una generazione di allenatori".

È riuscito a portare con sé molta della sua esperienza dalla squadra maschile?

"Sì, sì. In campo, sì. Per il calcio, sì, perché ci sono molte cose che i giocatori non facevano in passato e quindi puoi trasferire la tua esperienza. La parte più difficile è stata proprio il rapporto con lo spogliatoio femminile, perché quello maschile è completamente diverso, la mentalità. Devo imparare. Non posso pretendere che siano loro a cambiare. Sono io che devo cambiare. Dopo cinque anni, ho capito le dinamiche e ho imparato molto da quel punto di vista e probabilmente ho trasferito qualche conoscenza dall'altro lato, quello tecnico".

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9 minuti fa, MaxMontero ha scritto:

Stefano Braghin ha rilasciato un’intervista a Goal.

Le parole del responsabile della Juventus Women.

Ops... Stavo finendo di evidenziare i punti salienti quando hai inviato il tuo post...

Immaginavo riguardasse l'intervista, ma l'ho inviato comunque.

Cancella pure il mio doppione :d 

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14 ore fa, sheere kan ha scritto:

Una storia divertente è che al primo open day c'erano tre ragazze, una con le infradito. Si è partiti da qui e poi dopo sette anni abbiamo più o meno 200 giovani.

Sarei curioso di chiedere a Braghin che fine ha fatto, dopo sette anni, la ragazza con le infradito :d 
 

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Bella e interessante intervista, sul contenuto della quale si può concordare, a parte alcuni scivoloni che si possono definire solo grotteschi (come il fatto che siamo un paese cattolico, una assurdità che non c’entra ovviamente nulla; oppure lui preoccupato per la sostenibilità, quando si pensa alle decine di milioni di Euro buttati via in operazioni assurde nella prima squadra maschile e soprattutto nelle squadre giovanili maschili, under 23 compresa).

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11 minuti fa, Caesar Juventinus erat ha scritto:

come il fatto che siamo un paese cattolico, una assurdità che non c’entra ovviamente nulla

No, assolutamente. Ci mancherebbe.

Ma non penso che lo ha detto disprezzando. Secondo me, si è spiegato male. Voleva dire che, magari, alcuni hanno ancora principi troppo retrogradi, secondo il quale la donna non può giocare a calcio, ma fare altro nella vita. Da cattolico, non mi sono offeso. Mi offendo, e anche molto, più che altro quando leggo dementi su Twitter parlare di questo argomento, anche perché in Italia c'è il luogo comune che, avendo il Papa, sia un paese estremamente cattolico, quando in realtà è, per la maggior parte, purtroppo, ignorante (nel senso che ignora) e ateo. Basterebbe uscire dalla porta di casa e fermare la prima persona che si incontra e chiedere la religione in cui crede e ti risponderà, molto probabilmente, che è ateo. Ecco, per queste cose, c'è da cambiare e molto. Ma il discorso di Braghin non era questo e non mi ha toccato più di tanto perché penso, appunto, che si sia espresso non perfettamente su quello che realmente volesse dire.

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Braghin carica la Juventus Women: «Curioso di vedere se ci ripeteremo»

 

20 Luglio 2022

JuventusNews24

 

Braghin carica la Juventus Women: «Curioso di vedere se ci ripeteremo» ha detto ai microfoni di Sky Sport 24

 

BRAGHIN – «Io credo che si debba ripartire dalla realtà dei fatti. Il mondiale è stato un momento straordinario, con un gruppo che si è compattato che è andato oltre al potenziale tecnico che ha.

 

Il mondo del calcio è pieno di questi esempi. La sensazione è che ai mondiali c’è stato una chimica che non si compra e questo ci ha portato a pensare di essere un po’ più forti di quello che in realtà siamo, è esattamente quello che potrebbe accadere il prossimo anno a noi in Champions League dopo una cavalcata sensazionale come quest’anno: io sono curioso di vedere se ci ripeteremo, perché solo se ci ripeteremo vorrà dire che abbiamo raggiunto quel livello.

 

Oggi non lo so.

 

Siamo bravi ma non bravissimi, probabilmente ce lo siamo detti tutti. Adesso le squadre europee non ci affrontano più come una simpatica squadra, perché il campo in questi anni ha detto tanto.

 

Quella che sta arrivando sarà per noi una stagione molto complicata, non sarà semplice ripartire e il campionato è cresciuto a livello di competitività: confermarsi è sempre molto complicato».

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Mi ero sommessamente premurato di rassicurarlo sul fatto che le nostre sarebbero tornate presto dagli europei (anche se non pensavo così presto), circostanza che non consigliava di mettere le mani avanti sul cosiddetto calendario compresso, anche in considerazione del fatto che i preliminari di Champions sono contro squadre materasso.

Direi che avevo ragione

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juventusnews24.com

1 agosto 2022

 

Intervistato dai microfoni de La Stampa, Stefano Braghin ha parlato così del progetto Juventus Women.

 

VINCERE – «I titoli fanno piacere ma la constatazione della competitività in tutte le annate è il segnale del buon lavoro. Non dimentichiamo che il nostro obiettivo è la crescita delle giovani in modo che possano arrivare in prima squadra. Come Arcangeli o Beccari che hanno debuttato in A e in Champions».

 

VIVAIO – «L’Under 12 è l’entusiasmo, l’Under 15 la passione, l’Under 17 il talento e l’Under 19 la qualità. Noi replichiamo in tutto e per tutto la gestione del settore maschile: 16 ragazze arrivano da fuori regione, vivono in convitto e sono seguite da due tutor. Frequentano il Liceo al J-College in quanto cultura e autonomia critica sono fondamentali per la loro crescita. Quest’anno sei di loro hanno superato la Maturità».

 

CALCIATRICI – «Gli staff hanno libertà nel sistema di gioco per le giovanili. Mi piacerebbe che la giocatrice della Juve fosse riconosciuta per il suo coraggio, la sua mentalità propositiva, una giocatrice che pensa, insomma. Gli scudetti servono per gli almanacchi ma baratterei un titolo con la presenza delle nostre giovani in prima squadra. Il nostro scopo è creare identità e creare giocatrici da Juve già nel mondo Juve. Penso ad Alice Giai, classe 2003, arrivata in bianconero a dodici anni. Non dimentichiamo poi che per le ragazze giocare a pallone significa vivere sempre controvento».

 

INCARICO ALLA JUVENTUS WOMEN – «Non avevamo squadra, allenatore, campi. Quando Marotta mi diede l’incarico ho pensato subito a Rita Guarino: aveva grande considerazione nel movimento, lei sarebbe stata la garanzia del nostro progetto. La chiamai e le dissi che aveva un’ora di tempo per accettare. Nella storia della Juve lei è stata la pietra miliare e poi è di Torino: la Juve è un marchio globale ma le sue radici rimangono nella nostra città».

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MONTEMURRO: "Le ragazze hanno creato un gruppo molto unito, uno dei miei idoli è Scirea"

22.11.2022 16:20 tuttojuve.com
 

Ospite di Dazn Talks, l'allenatore della Juventus Women Joe Montemurro si è espresso così. 

 

 

Sta guardando il Mondiale?
"Ho visto qualche partita, vediamo cosa farà stasera l'Australia. Qualche pub australiano di Torino mi ha invitato, vediamo se mia moglie mi lascia andare (ride, ndr). Sono nato in Australia da genitori italiani e tifavo gli azzurri. Quando l'Italia giocava i Mondiali, supportavo l'Italia con la sciarpa. Ora devo stare più tranquillo a causa dell'età". 

 

Antivigilia della gara di Women's Champions League: la Juventus affronterà l'Arsenal, squadra che lei conosce bene.
"La sensazione di far parte di questa Champions è veramente speciale. Non è solamente la gara, ma anche i giorni prima. Sono contentissimo di essere qui, stiamo facendo delle prestazioni importanti. Per me è importante essere sempre lì a giocare con i migliori". 

 

Cosa prova a ritrovare l'Arsenal?
"Tirandomi fuori dal ruolo di allenatore della Juventus, è una sensazione incredibile. Non so se nella carriera di un allenatore hai l'opportunità le squadre per cui tifavi. Dobbiamo pensare solo a come andare avanti e come affrontare una squadra che sta facendo molto bene nel campionato inglese. Le sensazioni sono un po' incredibili: è un privilegio essere qui e avere l'opportunità di vedere il mio vecchio staff. Sono cose bellissime, ma c'è una partita importante e come allenatore della Juve devo cercare di fare la prestazione migliore per noi. E' una settimana che non sento nessuno di loro, ma è normale. Di solito mi sento con lo staff, mi fa piacere vederli domani". 

 

Quali idoli hanno influito sul suo tipo di gioco?
"Oltre ad argentina '78, mi ricordo Spagna '82. Il mio idolo era Gaetano Scirea, che per me è stato un personaggio di classe per come si comportava. Ho seguito molto anche Trapattoni e Bearzot, ma anche Sacchi e il suo grande Milan. Questi personaggi influito sul mio tipo di calcio". 

 

Contro il Parma avete trovato la vittoria negli ultimi minuti, Boattin e Girelli si sono commosse. Che cosa ha provato?
"Dal primo minuto che sono entrato a Vinovo, ho sempre parlato di fare un calcio moderno. L'ho fatto con una maniera umile in modo che tutte fossero coinvolte. Lo dico con una parola: altruista. E' importante fare qualcosa per un altro senza voler nulla indietro. Questo è un gruppo fantastico, tutti sono coinvolti. Durante un campionato ci sono cose che non vanno bene, ma è normale. Abbiamo sempre cercato di giocare bene, ma quando le cose non vanno, è una cosa nuova per queste ragazze. Nel cammino di una squadra è normale. Quei gol ci hanno tolto dei dubbi, dobbiamo continuare su questa strada". 

 

Si ricorda le sensazioni quando ha ricevuto la chiamata della Juventus?
"Ho conosciuto il direttore Braghin nel 2019 perché la Juventus era venuta in Inghilterra a fare un'amichevole. Ci siamo scambiati i contatti e qualche volta ci siamo scambiati dei consigli sulle giocatrici. Nel 2021 ho deciso di terminare l'avventura all'Arsenal e volevo prendermi un anno sabbatico perché ero stanco dopo dieci anni di fila. Era stancante, avevo bisogno di staccare. Quando c'è stato l'annuncio, una delle prime telefonate è stata quella di Braghin che mi ha esposto il progetto. Da quando hanno deciso di non andare avanti con Rita Guarino, c'è stata l'opportunità. Pensavano che fossi l'allenatore giusto per fare un buon cammino in Champions". 

 

Che cosa dice di solito alle sue ragazze quando ci sono gare così delicate?
"Non sono un grande motivatore, non mi metto a proiettare i film di Rocky. Le ragazze sanno l'importanza di giocare allo Stadium contro una squadra di grande valore. Ci concentriamo su di noi, per me è più importante capire i punti forti e le debolezze dell'avversario. Le gare vivono di situaizoni e chi reagisce meglio vince la partita. Ho visto una squadra carica che non vede l'ora di giocare". 

 

Buffon è venuto a trovarvi, cos'ha detto alle ragazze?
"Non lo so, non l'ho chiesto. Peyraud-Maignan è salita sul pullman e mi ha fatto vedere le foto. La presenza di una persona così umile ci ha dato qualcosa".

 

Che campionato è quello di quest'anno?
"E' diverso, si vede dalle partite e dalle squadre. Il professionismo ci dà una grande base. Parlo anche di sostenibilità: facciamo le cose giuste nel settore giovanili, portiamo le squadre a giocare negli stadi. Anche il lavoro dei media è importante. Abbiamo le basi per lanciare un campionato importante. Ogni partita è difficile: per noi è più difficile perché dobbiamo gestire anche le gare di Champions. La crescita si vede subito, si vedono delle partite importanti e interessanti. Con il Como sarà una partita difficile, l'importante è la crescita in campo". 

 

Siete a quattro punti dalla Roma, com'è misurarsi con loro?
"Sono contento. La Roma ha una base di giocatrici importanti, è un gruppo ben allenato. In queste partite è difficile prevedere come andrà, basta guardare la Supercoppa. E' la prima volta in cui abbiamo creato tanto contro di loro. Quando sei alla Juve, con tutte le squadre è una finalissima e lo sappiamo. Questo è uno spunto importante per noi, la pressione a questo livello è un privilegio. Sai di essere al top e vogliamo rimanerci". 

 

Qual è il traguardo più importante che ha tagliato da quando allena la Juve?
"Quello di creare una base di come vogliamo giocare e di vederlo in campo. I risultati sono importanti, ma bisogna creare un ambiente nel quale le ragazze vengono qui con il sorriso per imparare. Il gioco deve avere valore. Se alla domenica applichiamo quello fatto in allenamento, sono contento. Le ragazze vanno fuori a mangiare, ma non mi invitano mai. Ci sta, lo comprendo. E' un gruppo molto unito, oggi è il compleanno di Roberta Aprile ed erano lì a cantare". 

 

Quale delle sue ex giocatrici teme di più in vista della gara con l'Arsenal?
"E' un gruppo di giocatrici di grande livello. Sbaglio se punto su una giocatrice. E' una grande squadra, sono un grande gruppo. Poi, però, dovranno venire da noi e affrontarci...".

 

La differenza principale tra il campionato inglese e quello inglese?
"Entrambi hanno delle cose importanti. Qui in Italia si curano tantissimo i dettagli, le società sono molto organizzate. In Inghilterra vedi sempre le partite in diretta, c'è più pubblicità in ottica del pubblico". 

 

 

tuttojuve.com 

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43 minuti fa, andreasv ha scritto:

Le ragazze vanno fuori a mangiare, ma non mi invitano mai. Ci sta, lo comprendo

Ma povero…

Eddai, su… Almeno una volta fatelo contento il vostro mister. Organizzategli una festa di compleanno o magari una pizza alla vigilia di Natale :d 

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4 ore fa, andreasv ha scritto:

... 

La differenza principale tra il campionato inglese e quello inglese?

Interno borghese inglese, con poltrone inglesi. Serata inglese. Il signor Smith, inglese, nella sua poltrona e nelle sue pantofole inglesi, fuma la sua pipa inglese e legge un giornale inglese accanto a un fuoco inglese. Porta occhiali inglesi; ha baffetti grigi, inglesi. Vicino a lui, in un’altra poltrona inglese, la signora Smith, inglese, rammenda un paio di calze inglesi. Lungo silenzio inglese. La pendola inglese batte diciassette colpi inglesi.

 

Incipit

La cantatrice calva

 

Eugene Ionesco

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Women, Montemurro: 'La mia passione per la Juve nasce da lontano. Per arrivare al top in Champions...'

Il tecnico della Juventus Women Joe Montemurro ha parlato ai microfoni di LA7 alla vigilia della sfida contro il Como.


PARMA – "Sono partite in cui si vede la forza della squadra. Il campionato è cresciuto, abbiamo visto altre squadre forti rimontare negli ultimi minuti. Per noi è stata una gara importante per trovare continuità".

SERIE A FEMMINILE – "La crescita è palese nelle squadre anche per le giocatrici straniere di alto livello che sono arrivate. Si è alzata la qualità tecnica e tattica. Ogni partita è difficile ed è complicato trovare continuità. C’è stata una crescita importante in poco tempo".

VINCERE SEMPRE – "Quando una squadra è abituata a vincere ce l’ha nel DNA e deve essere una base. Ogni settimana è una sfida, e la Champions è una motivazione extra. Servono sfide interne, anche tattiche e tecniche. Sfide di squadra e individuali per migliorarci. Così ogni settimana è interessante e motivante".

TESI A COVERCIANO – "Non me la ricordo, sono tanti anni fa. Io sono stato un calciatore molto modesto, ma come allenatore ho fatto un percorso diverso. Ma il cammino è sempre quello di allenarsi e portare avanti un certo discorso. La passione, l’educazione, ossessione di guardare le partite sono i miei principi. Sono sempre davanti alla televisione a guardare troppo calcio e mia moglie non è contenta. Bisogna sempre educarsi al calcio che è sempre in mutamento".

CORSO A COVERCIANO – "È stata un'esperienza veramente bella. Quando sei in un ambiente come quello la crescita è importante. Ho trovato nei campioni l’umiltà, la curiosità nei miei confronti, verso l’Australia e verso il mio modo di vivere il calcio. Questi ambienti ti fanno crescere".

PASSIONE PER LA JUVE – "Mio zio mi portava a vedere delle partite al vecchio cinema Italia. Facevano vedere delle partite di calcio. La Juventus Soccer Club di Melbourne è stata uno dei punti di riferimento per gli immigrati in Australia dall’Italia. Io ho giocato lì da quando avevo nove anni. E poi mio zio mi portò la maglia della Juve e mia madre ha fatto fatica a farmela togliere".

SPUGNA – "È da poco che lo conosco. Ma ci siamo legati perché entrambi vogliamo portare avanti il calcio femminile in Italia. Entrambi giochiamo un calcio piacevole e condividiamo la convinzione dell’importanza di tutte le giocatrici della rosa. Ogni ruolo e ogni momento sono importanti".

CHAMPIONS – "Abbiamo sempre avuto l’idea di essere competitivi a questo livello. Con l’Arsenal potevamo vincere, forse l’anno scorso avremmo festeggiato il pareggio. Questa è la crescita contro squadre di grande esperienza in Champions. Da qui si vede il percorso nel nostro anno".

ALLENARE UNA SQUADRA MASCHILE – "Non ci ho mai pensato, ho sempre pensato al lavoro davanti a me. Ne ho avuto l’opportunità a un livello abbastanza alto in Australia. Parliamo sempre di calcio, se arriverà la possibilità la valuterò".

COSA CAMBIARE IN ITALIA – "Abbiamo la grossa opportunità di dare un’immagine importante. Il lavoro dei media di portare il calcio femminile al pubblico è importante e deve prendere tanti tifosi. I dettagli dell’immagine sono importanti e possiamo alzare questo livello".

SELFIE – "Faccio fatica con tecnologia e social. Le ragazze mi dicono di migliorare con l’inquadratura".

AL TOP IN CHAMPIONS – "Difficile da dire. Ogni anno cerchiamo di arrivare dove vogliamo, ma ci sono sfide ed emergenze. La cosa importante è continuare a fare bene in Serie A, con quella arriva anche la Champions. Dobbiamo essere pronti ad affrontare le sfide con tutte le calciatrici e lo staff. Qui il progetto è quello di mettere pezzi in maniera sostenibile per arrivare più in alto possibile in Europa".

CENE DELLE RAGAZZE SENZA DI LUI - "Non lo so. Credo a loro basti vedermi durante la settimana in allenamento".

 

da ilbianconero.com

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Joe Montemurro, allenatore della Juventus Women, ha parlato ai microfoni di Juventus TV alla vigilia della gara con l'Inter. Queste le parole sintetizzate dalla redazione di TuttoJuve.com. 

 

Un ringraziamento al presidente Andrea Agnelli: 

 

"Voglio solo ringraziare Andrea Agnelli per avermi dato l'opportunità di lavorare in questa grande società. Ho avuto il privilegio di conoscerlo e di portare avanti un progetto in cui ci crede. Lo ringrazio anche da parte delle ragazze". 

 

La condizione della squadra:

 

"Stiamo molto bene. Abbiamo parlato dopo la partita con il Como, risultati del genere servono per riflettere. Fa parte del nostro cammino, giocare contro la Juve per tutte le squadre è una finalissima. Siamo stati onesti e questa settimana abbiamo lavorato a testa bassa".

 

tuttojuve.com

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Joe Montemurro, tecnico della Juventus Women, vincitore della "Panchina d'Oro" per il calcio femminile commenta la conquista del premio, intervistato dai canali ufficiali della FIGC.

 

tuttojuve.com :

 

L'arrivo alla Juve per me è stato un sogno, una cosa incredibile, vincere con la squadra per la quale tifavo da bambino è stato speciale. Devo ringraziare soprattutto le ragazze. La Juve deve vincere sempre, cerco di farlo giocando un calcio con uno stile importante. Le vittorie sono un punto di arrivo, ma vogliamo sempre crescere. 

 

Il calcio femminile italiano? Mi ha stupito a livello tecnico e tattico, è in crescita.

...

 

Il mio calcio? Vogliamo controllare la partita e fare spettacolo.

 

Spero di aver portato al calcio italiano una mentalità diversa, idee internazionali da portare avanti e sviluppare

 

tuttojuve.com

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juventus.com

17 marzo 2023

 

MONTEMURRO VERSO LA POULE: «SIAMO PRONTI»

Joe Montemurro ha inaugurato, alla vigilia di Juve-Milan, una serie di dirette che in queste settimane lo vedranno protagonista sul canale ufficiale Twitch della Juventus. Qui ha risposto a tante domande, da parte dei tifosi e di giornalisti collegati. Ecco alcune delle sue parole.

 

FOCALIZZATE SULLA POULE

«Il gruppo si è allenato bene, la squadra è pronta per una sfida importante, domani. Sappiamo che il Milan ha fatto sei punti con noi, qualcosa per noi piuttosto raro, ma siamo pronti, mentalmente e fisicamente. Rispetto all’ultima partita dobbiamo stare più vicini e più alti nella fase difensiva, per essere pronti con coraggio ad attaccare».

«La Roma ha meritato il primo posto, ha fatto più punti, è semplice. Però abbiamo vinto noi gli scontri diretti; c’è un gap in classifica che va considerato, per questo motivo sono favorite, ma non è finita, c’è ancora tanto da giocare, e sono tutte partite difficili»

 

UNA FORMULA INEDITA

«Questa Poule è qualcosa di nuovo, è un Playoff particolare, in cui si scontrano tutte le squadre principali. L’aspetto mentale sarà decisivo, perché è tutto un altro approccio rispetto alla prima parte del campionato. Capisco molto bene la decisione della Federazione, perché in questo modo si vede giocare in partite al top le squadre più forti, ed è un bello spot per il calcio femminile. L’Inter è molto forte, la Fiorentina è ben organizzata, il Milan ci ha battuti, la Roma è capolista: sono tutte squadre impegnative da affrontare»

 

UN PENSIERO PER NILDEN

«Sono felice che Amanda abbia deciso di continuare nel progetto, si è allenata bene questa settimana e domani sarà a disposizione»

 

IL CREDO DI MONTEMURRO

«Per me è importante fare un bel gioco, spettacolare bello da vedere. Poi dobbiamo crederci, avere il concetto di “belief”: siamo la Juve, dobbiamo portare in alto questo nome con umiltà e con il livello del gioco. Abbiamo giocatrici che hanno fatto cose molto importanti nella loro carriera, e anche per loro questo percorso è una grande novità, eccitante. Tutti devono sapere che da adesso ogni singola situazione sarà importante, e ce lo ripeteremo di continuo, per 8 settimane»

 

UNITE FINO ALLA FINE

«Ringrazio tutti i fans nel mondo per i molti messaggi: le ragazze sono orgogliose di indossare i colori bianconeri e lo fanno solo per loro, che sono sempre con noi» 

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Stefano Braghin, Head of Juventus Women, ha rilasciato un’intervista in esclusiva su L Football in occasione della Festa dello Sport, organizzata dal quotidiano Il Foglio, allo stadio Meazza di Milano.

 

 

Ci avviciniamo alla fine di questa prima stagione professionistica per la Serie A. Il bilancio di questa prima stagione con Poule Scudetto e Poule Salvezza?  

 

“Con tutte le formule nuove bisogna un po’ abituarsi. È particolare, un po’ diversa. Ha avuto momenti buoni con scontri tra squadre competitive ma è chiaro che magari ha lasciato spazio a qualche critica legata al fatto che si gioca molto spesso con le stesse avversarie ed è un po’ la doppia faccia della medaglia. Sicuramente non risolverà mai il problema di poter avere tante squadre competitive. Quando ci sono molte squadre competitive il format diventa meno importante. Più si parla di format e più vuol dire che ci sono soluzioni a palliativi che si cercano per trovare una competitività che invece andrebbe cercata in investimenti per costruire squadre più forti. Oggi è un movimento che fa ancora fatica a trovare fuori dai club e dalla Federazione investitori che permettano di avere squadre e campionati competitivi”.

 

lfootball.it 

 

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Le parole di Carnevali e Braghin hanno un sapore amaro: il calcio femminile non decolla, e le squadre che ci hanno creduto cominciano a pensare se valga la pena di fare investimenti seri per un ritorno praticamente nullo.

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