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Post in rilievo

48 minuti fa, jolly88 ha scritto:

Mosca: è tempo di rimuovere armi nucleari da Europa

 
"E' giunto il tempo di rimuovere le armi nucleari dall'Europa occidentale e orientale". Lo ha dichiarato
alla tv libanese, riporta Ria Novosti, l'ambasciatore russo presso le Nazioni Unite, Gennady Gatilov.

Cos'e'? Un attacco di schizofrenia?

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Biden: Putin pensava che non rispondessimo, ha sbagliato

 

 

La "guerra di Putin è stata premeditata e non provocata. Ha rigettato gli sforzi diplomatici. Ha pensato che l'Occidente e la Nato non avrebbero risposto. Ha pensato che avrebbe potuto dividerci. Putin si è sbagliato". Lo afferma Joe Biden nel discorso sullo Stato dell'Unione, di cui la Casa Bianca ha diffuso alcuni estratti.

"Nel corso della storia abbiamo imparato questa lezione: quando i dittatori non pagano per la loro aggressione creano ancora più caos. E vanno avanti" aumentando i "costi e le minacce per l'America e il mondo. Questo è perché la Nato è stata creata per assicurare la pace e la stabilità in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale". 

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43 minuti fa, SuperTalismano ha scritto:

In Ex Jugoslavia, per ora, ha funzionato, anche se le fiamme covano sotto la cenere

In realtà è stata una tragedia, partita dal riconoscimento unilaterale di staterelli separatisti, con tanto di pulizia etnica e tentativi di genocidio (veri). In Europa. Poco più di vent'anni fa. Sempre nel quadro dello scongelamento post-89 di certi rapporti precedentemente cristallizzati.

 

Onde le mie perplessità a fronte delle espressioni di incredulità rispetto all'attuale guerra, quasi si trattasse di un fulmine a ciel sereno, laddove in realtà si vanno manifestando, da un trentennio, episodi simili, in un costante stato di tensione.

 

E sempre ritroviamo coinvolti quei più o meno piccoli nazionalismi che avevano trovato un'occasione di rinascita e revanscismo nella sistematizzazione nazista dell'Osteuropa (tema spesso sottaciuto, ma a mio avviso di estrema rilevanza, da cogliere in tutta la sua complessità): lo slovacco, il croato, l'ungherese, il romeno, l'ucraino. Ma al cui sentire non sono estranei pure il polacco o il ceco, e ovviamente il redivivo autocratismo russo.

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6 ore fa, Roland Deschain ha scritto:

La famosa guerra difensiva che si fa invadendo un altro paese. 

Vabbè siamo alla propaganda pura

un pò come fare le missioni di pace! giustamente invii soldati all'estero per difendere la pace 😄

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11 ore fa, Alan Kj ha scritto:

Ma è ovvio che sia molto più complessa di così. Noi forse sapremo neanche il 20% di tutto quello che riguarda questa situazione e gli equilibri (precari) che la determinano. Ma queste dinamiche le conoscono solo ai vertici. 

A questo bisogna aggiungere la difficoltà nel reperire informazioni reali e attendibili in quanto sia da un lato che dall'altro (che  riguarda pure  la fazione atlantista)  esiste una massiccia campagna di propaganda da parte dei mezzi di informazione che racconta mezze verità e strumentalizza gli eventi a proprio comodo. Nessuno probabilmente ha l'interesse di proporre una narrativa oggettiva dei fatti. 

Il resto sono tutti discorsi che divertono esperti di geopolitica improvvisati (che già presumono di aver intuito le intenzioni di Putin e della NATO) e questa è categoria di professionisti che imperversa nei social da qualche giorno

 

Tutti questi esperti non sanno cosa sia una guerra, vogliono giocare a fare i duri ma pagano i cittadini ucraini. Invece di inviare armi, dovrebbero insistere per trovare un accordo per la pace. Credo che Zelensky non sia l'uomo giusto, pure lui sta solo contribuendo a scrivere altre pagine di guerra. 

https://fb.watch/bunYN7CGHv/

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1 ora fa, jolly88 ha scritto:

la tua è recente?

Praticamente attuale .ok

1 ora fa, SuperTalismano ha scritto:

In Ex Jugoslavia, per ora, ha funzionato, anche se le fiamme covano sotto la cenere

Ha funzionato per Croazia e Slovenia.

La Bosnia è una mina pronta ad esplodere, purtroppo.

La questione Kosovo, lo sta a dimostrare la recente guerra delle targhe, è tutt'altro che risolta.

Comunque secondo me quella cartina suddivide quelle aree non in previsione di separazione dello stato Ucraino, ma più che altro per dare punti di riferimento sulla carta.

Interessanti però sono i posizionamenti delle truppe russe e di quelle della Nato...

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15 minuti fa, phoenix ha scritto:

Tutti questi esperti non sanno cosa sia una guerra, vogliono giocare a fare i duri ma pagano i cittadini ucraini. Invece di inviare armi, dovrebbero insistere per trovare un accordo per la pace. Credo che Zelensky non sia l'uomo giusto, ma pure lui sta solo contribuendo a scrivere altre pagine di guerra. 

https://fb.watch/bunYN7CGHv/

tralasciando putin ,credo che zelnsky abbia ricevuto "rassicurazioni" precedenti all'attacco russo,a cui lui ora non trovi riscontro totale;credo anche che ,in questo momento sia "spinto" ad agire in determinati modi.

 

Ho paura che oggi, visto come eroe nazionale quando  finirà tutto (speriamo il prima possibile),con alcune decisioni ,ad esempio quella di armare i civili e mandarli allo sbaraglio,un domani gli si ritorca contro dallo stesso popolo, recriminandogli una linea diversa ,rispetto quella odierna.

 

Il sentimento popolare durante/dopo un conflitto , può cambiare radicalmente.

 

 

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22 ore fa, Gadan ha scritto:

Mah...

Per me c'è altro che non sappiamo.

Siamo partiti ultra timidi e prudenti e ora poco ci manca che gli dichiariamo direttamente guerra.

Per me ci manca un passaggio.

Non gli dichiareremo mai guerra ma probabilmente il passaggio che a noi manca è che ha portato al cambio di atteggiamento è aver saputo che probabilmente l’Ucraina potrebbe essere solo la prima… Ovviamente sono ipotesi 

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1 minuto fa, jolly88 ha scritto:

tralasciando putin ,credo che zelnsky abbia ricevuto "rassicurazioni" precedenti all'attacco russo,a cui lui ora non trovi riscontro totale;credo anche che ,in questo momento sia "spinto" ad agire in determinati modi.

 

Ho paura che oggi, visto come eroe nazionale quando  finirà tutto (speriamo il prima possibile),con alcune decisioni ,ad esempio quella di armare i civili e mandarli allo sbaraglio,un domani gli si ritorca contro dallo stesso popolo, recriminandogli una linea diversa ,rispetto quella odierna.

 

Il sentimento popolare durante/dopo un conflitto , può cambiare radicalmente.

Figurati se saranno contenti di tornare schiavi dei russi.

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15 minuti fa, Aho ha scritto:

Figurati se saranno contenti di tornare schiavi dei russi.

il tuo è un ragionamento davvero minimalista,ci sono diversi step prima di arrivare li.

 

Ad oggi gli uomini non possono uscire dal paese,di fatto sta creando sacche di resistenza armata civile.Quando si conteranno le vittime, i genitori piangeranno i figli,le mogli i mariti ,il sentimento popolare potrebbe cambiare,recriminandogli una linea  così dura nel non cedere nulla ,fin dal primo giorno.

 

 

Poi ,oggi non conosciamo tutto ,quello che sta dietro determinate scelte ferme del presidente ucraino.

 

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Gli Stati Uniti si muovono per espellere un tredicesimo "agente dell'intelligence" russo che lavora alle Nazioni Unite, afferma il funzionario

 

 

Secondo un funzionario statunitense, gli Stati Uniti hanno avviato il processo di espulsione di un tredicesimo "agente dell'intelligence" russo per presunto abuso dei "propri privilegi di residenza" negli Stati Uniti. L'individuo è un membro dello staff delle Nazioni Unite, ha detto il funzionario. Lunedì, il vice ambasciatore degli Stati Uniti Richard Mills ha confermato di aver chiesto a 12 diplomatici russi delle Nazioni Unite di lasciare il paese a causa del loro presunto impegno in "attività che non erano conformi alle loro responsabilità e obblighi di diplomatici". Martedì, il portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite Stephane Dujarric ha annunciato l'ulteriore espulsione durante una conferenza stampa.

 

cnn

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50 minuti fa, ValerioBncnr ha scritto:

un pò come fare le missioni di pace! giustamente invii soldati all'estero per difendere la pace 😄

Si vis pacem, para bellum.

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17 minuti fa, jolly88 ha scritto:

Gli Stati Uniti si muovono per espellere un tredicesimo "agente dell'intelligence" russo che lavora alle Nazioni Unite, afferma il funzionario

 

 

Secondo un funzionario statunitense, gli Stati Uniti hanno avviato il processo di espulsione di un tredicesimo "agente dell'intelligence" russo per presunto abuso dei "propri privilegi di residenza" negli Stati Uniti. L'individuo è un membro dello staff delle Nazioni Unite, ha detto il funzionario. Lunedì, il vice ambasciatore degli Stati Uniti Richard Mills ha confermato di aver chiesto a 12 diplomatici russi delle Nazioni Unite di lasciare il paese a causa del loro presunto impegno in "attività che non erano conformi alle loro responsabilità e obblighi di diplomatici". Martedì, il portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite Stephane Dujarric ha annunciato l'ulteriore espulsione durante una conferenza stampa.

 

cnn

Ma io non ho ancora capito.... Quale sarebbe il motivo per cui i russi sono sbroccati fino a questi livelli? Minacce a chiunque, ritorni al passato... Possibile sia solo per il Donbass e la Crimea? Cioè sembrano impazziti, ho letto una news che l'ambasciatore russo in Giappone abbia detto che i giapponesi per la seconda volta si sono alleati con i nazisti dopo Hitler...... Cioè so sbroccati proprio

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32 minuti fa, Cro88 ha scritto:

Ma io non ho ancora capito.... Quale sarebbe il motivo per cui i russi sono sbroccati fino a questi livelli? Minacce a chiunque, ritorni al passato... Possibile sia solo per il Donbass e la Crimea? Cioè sembrano impazziti, ho letto una news che l'ambasciatore russo in Giappone abbia detto che i giapponesi per la seconda volta si sono alleati con i nazisti dopo Hitler...... Cioè so sbroccati proprio

In verità, cosa che non si studia molto da noi, i due paesi (confinanti tramite mare) hanno rapporti pessimi da sempre.

 

Il Giappone ha vinto la sua prima guerra in epoca moderna proprio con la Russia e durante la seconda guerra mondiale la Russia ha violato l'accordo di non belligeranza fra i due paesi subito dopo il bombardamento di Hiroshima.

 

Ricordo ancora visto che è un forum di calcio che nel 2002 quando la Russia perse 1 a 0 contro i padroni di casa del Giappone i tifosi russi a Mosca incazzati vandalizzarono a destra e manca distruggendo un ristorante giapponese reo di essere tale.

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Ormai sono certo che questa guerra Putin la preparasse da molto tempo, più di un decennio probabilmente.

Si era preparato il terreno da molti anni, mettendo suoi fantocci come capi di stato, spingendo la maggioranza degli abitanti di altri paesi (europei e non) a prendere posizioni sempre più populiste e antipolitiche e nazionalistiche , dando loro in pasto disinformazione tramite i social e organi di informazioni "comprati" oltre a finanziare, direttamente od indirettamente, esponenti o interi partiti politici di spicco che lo favorissero. 

Putin puntava a spaccare l'occidente dall'interno, ma qualcosa è evidente che sia andato storto:  Chi conta davvero in occidente deve aver mangiato la foglia, allontanando (in vari modi, probabilmente spesso al limite del lecito) i suoi "uomini" dalle posizioni di comando, o rendendoli pressochè incapaci di incidere nelle decisioni, ottenendo solo il risultato di rendere l'occidente (apparentemente) più unito che mai. Sostanzialmente ha fatto ciò che aveva provato a fare l'URSS e che la NATO e gli USA impedirono con l'operazione Gladio/Stay-Behind, e che per certi versi gli stessi Stati Uniti fanno dalla fine della seconda guerra mondiale.

 

Detto questo, quello che può succedere ora non si sa. Putin si ritrova ora con i piani andati in fumo, con mezzo mondo che lo reputa alla stregua del peggior paria, e con l'economia del suo paese destinata a frantumarsi in un milione di pezzi. Questo però non ho idea dove ci porterà: alla meglio ad una nuova guerra fredda, alla peggio ad una guerra illogica che potrebbe coinvolgerci tutti e potrebbe sfociare davvero in qualcosa di inconcepibile. Perchè ora Putin non ha vie di uscita e se ad una bestia ferita non dai la possibilità di scappare quella stai per certo ti azzannerà.

 

 

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1 ora fa, Skizzo91 ha scritto:

Ormai sono certo che questa guerra Putin la preparasse da molto tempo, più di un decennio probabilmente.

Si era preparato il terreno da molti anni, mettendo suoi fantocci come capi di stato, spingendo la maggioranza degli abitanti di altri paesi (europei e non) a prendere posizioni sempre più populiste e antipolitiche e nazionalistiche , dando loro in pasto disinformazione tramite i social e organi di informazioni "comprati" oltre a finanziare, direttamente od indirettamente, esponenti o interi partiti politici di spicco che lo favorissero. 

Putin puntava a spaccare l'occidente dall'interno, ma qualcosa è evidente che sia andato storto:  Chi conta davvero in occidente deve aver mangiato la foglia, allontanando (in vari modi, probabilmente spesso al limite del lecito) i suoi "uomini" dalle posizioni di comando, o rendendoli pressochè incapaci di incidere nelle decisioni, ottenendo solo il risultato di rendere l'occidente (apparentemente) più unito che mai. Sostanzialmente ha fatto ciò che aveva provato a fare l'URSS e che la NATO e gli USA impedirono con l'operazione Gladio/Stay-Behind, e che per certi versi gli stessi Stati Uniti fanno dalla fine della seconda guerra mondiale.

 

Detto questo, quello che può succedere ora non si sa. Putin si ritrova ora con i piani andati in fumo, con mezzo mondo che lo reputa alla stregua del peggior paria, e con l'economia del suo paese destinata a frantumarsi in un milione di pezzi. Questo però non ho idea dove ci porterà: alla meglio ad una nuova guerra fredda, alla peggio ad una guerra illogica che potrebbe coinvolgerci tutti e potrebbe sfociare davvero in qualcosa di inconcepibile. Perchè ora Putin non ha vie di uscita e se ad una bestia ferita non dai la possibilità di scappare quella stai per certo ti azzannerà.

Un po' fantasiosa 'sta cosa...

 

Forse hanno ragione quelli che sostengono che Putin non si aspettase una reazione compatta soprattutto da parte dell'Europa, tanto da rimanerne ora spiazzato, E forse non ce l'aspettavamo neanche noi europei.

 

A me viene da pensare che siano stati i flussi migratori degli anni scorsi, che tanto ci hanno divisi inizialmente, a farci capire, a livello europeo che, se non volevamo buttare all'aria decenni di investimenti, bisognava ragionare in termini diversi da un punto di vista politico e unitario.

 

E' vero che abbiamo avuto anche la Brexit, ma non e' stata indolore, anzi in Inghilterra e' stata piuttosto divisiva, e ancora oggi li' si interrogano se hanno fatto la scelta migliore.

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La situazione attuale dovrebbe somigliare vagamente a quella rappresentata da questa mappa.

FMz2bEWWQAcKe_B

Da notare che se dovesse cadere Mariupol, Crimea e Donbass sarebbero congiunte.
Sarebbe il primo vero obiettivo strategico conquistato dai russi, sul campo, in questo conflitto.

Altre indicazioni di queste ore che trovo ineressanti:
 - Circolano voci su un possibile coinvolgimento diretto della Bielorussia nel conflitto nei prossimi giorni o addirittura nelle prossime ore.
 - Gli Stati Uniti si rifiutano di istituire la No Fly Zone sull'Ucraina. Era abbastanza prevedibile.
 - Oggi potrebbe essere il giorno buono per avere maggiori informazioni sul prossimo incontro tra russi ed ucraini.
 - Il famoso "convoglio di 60km", per ora, sta avanzando con molta lentezza (da capire se lo fa per questioni tecnico-logistiche, come dichiarato dagli americani, per questioni tattico-strategiche come dichiarato dai russi, o a causa della resistenza locale, dichiarato dagli ucraini).

 

 

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Quoto

Many predicted Nato expansion would lead to war. Those warnings were ignored

It has long been clear that Nato expansion would lead to tragedy. We are now paying the price for the US’s arrogance

Ted Galen Carpenter

 

Russia’s military offensive against Ukraine is an act of aggression that will make already worrisome tensions between Nato and Moscow even more dangerous. The west’s new cold war with Russia has turned hot. Vladimir Putin bears primary responsibility for this latest development, but Nato’s arrogant, tone‐deaf policy toward Russia over the past quarter‐century deserves a large share as well. Analysts committed to a US foreign policy of realism and restraint have warned for more than a quarter‐century that continuing to expand the most powerful military alliance in history toward another major power would not end well. The war in Ukraine provides definitive confirmation that it did not.

 

Thinking through the Ukraine crisis – the causes

“It would be extraordinarily difficult to expand Nato eastward without that action’s being viewed by Russia as unfriendly. Even the most modest schemes would bring the alliance to the borders of the old Soviet Union. Some of the more ambitious versions would have the alliance virtually surround the Russian Federation itself.” I wrote those words in 1994, in my book Beyond Nato: Staying Out of Europe’s Wars, at a time when expansion proposals merely constituted occasional speculation in foreign policy seminars in New York and Washington. I added that expansion “would constitute a needless provocation of Russia”.

What was not publicly known at the time was that Bill Clinton’s administration had already made the fateful decision the previous year to push for including some former Warsaw Pact countries in Nato. The administration would soon propose inviting Poland, the Czech Republic and Hungary to become members, and the US Senate approved adding those countries to the North Atlantic Treaty in 1998. It would be the first of several waves of membership expansion.

Even that first stage provoked Russian opposition and anger. In her memoir, Madeleine Albright, Clinton’s secretary of state, concedes that “[Russian president Boris] Yeltsin and his countrymen were strongly opposed to enlargement, seeing it as a strategy for exploiting their vulnerability and moving Europe’s dividing line to the east, leaving them isolated.”

Strobe Talbott, deputy secretary of state, similarly described the Russian attitude. “Many Russians see Nato as a vestige of the cold war, inherently directed against their country. They point out that they have disbanded the Warsaw Pact, their military alliance, and ask why the west should not do the same.” It was an excellent question, and neither the Clinton administration nor its successors provided even a remotely convincing answer.

George Kennan, the intellectual father of America’s containment policy during the cold war, perceptively warned in a May 1998 New York Times interview about what the Senate’s ratification of Nato’s first round of expansion would set in motion. “I think it is the beginning of a new cold war,” Kennan stated. ”I think the Russians will gradually react quite adversely and it will affect their policies. I think it is a tragic mistake. There was no reason for this whatsoever. No one was threatening anybody else.”

He was right, but US and Nato leaders proceeded with new rounds of expansion, including the provocative step of adding the three Baltic republics. Those countries not only had been part of the Soviet Union, but they had also been part of Russia’s empire during the Czarist era. That wave of expansion now had Nato perched on the border of the Russian Federation.

Moscow’s patience with Nato’s ever more intrusive behavior was wearing thin. The last reasonably friendly warning from Russia that the alliance needed to back off came in March 2007, when Putin addressed the annual Munich security conference. “Nato has put its frontline forces on our borders,” Putin complained. Nato expansion “represents a serious provocation that reduces the level of mutual trust. And we have the right to ask: against whom is this expansion intended? And what happened to the assurances our western partners made after the dissolution of the Warsaw Pact?”

In his memoir, Duty, Robert M Gates, who served as secretary of defense in the administrations of both George W Bush and Barack Obama, stated his belief that “the relationship with Russia had been badly mismanaged after [George HW] Bush left office in 1993”. Among other missteps, “US agreements with the Romanian and Bulgarian governments to rotate troops through bases in those countries was a needless provocation.” In an implicit rebuke to the younger Bush, Gates asserted that “trying to bring Georgia and Ukraine into Nato was truly overreaching”. That move, he contended, was a case of “recklessly ignoring what the Russians considered their own vital national interests”.

The following year, the Kremlin demonstrated that its discontent with Nato’s continuing incursions into Russia’s security zone had moved beyond verbal objections. Moscow exploited a foolish provocation by Georgia’s pro‐western government to launch a military offensive that brought Russian troops to the outskirts of the capital. Thereafter, Russia permanently detached two secessionist‐minded Georgian regions and put them under effective Russian control.

Western (especially US) leaders continued to blow through red warning light after a red warning light, however. The Obama administration’s shockingly arrogant meddling in Ukraine’s internal political affairs in 2013 and 2014 to help demonstrators overthrow Ukraine’s elected, pro‐Russia president was the single most brazen provocation, and it caused tensions to spike. Moscow immediately responded by seizing and annexing Crimea, and a new cold war was underway with a vengeance.

 

Could the Ukraine crisis have been avoided?

Events during the past few months constituted the last chance to avoid a hot war in eastern Europe. Putin demanded that Nato provide guarantees on several security issues. Specifically, the Kremlin wanted binding assurances that the alliance would reduce the scope of its growing military presence in eastern Europe and would never offer membership to Ukraine. He backed up those demands with a massive military buildup on Ukraine’s borders.

The Biden administration’s response to Russia’s quest for meaningful western concessions and security guarantees was tepid and evasive. Putin then clearly decided to escalate matters. Washington’s attempt to make Ukraine a Nato political and military pawn (even absent the country’s formal membership in the alliance) may end up costing the Ukrainian people dearly.

 

The Ukraine tragedy

History will show that Washington’s treatment of Russia in the decades following the demise of the Soviet Union was a policy blunder of epic proportions. It was entirely predictable that Nato expansion would ultimately lead to a tragic, perhaps violent, breach of relations with Moscow. Perceptive analysts warned of the likely consequences, but those warnings went unheeded. We are now paying the price for the US foreign policy establishment’s myopia and arrogance.

 

Ted Galen Carpenter is senior fellow for defense and foreign policy studies at the Cato Institute. Carpenter served as Cato’s director of foreign policy studies from 1986 to 1995 and as vice-president for defense and foreign policy studies from 1995 to 2011.

(theguardian.com)

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30 minuti fa, Mormegil ha scritto:

(theguardian.com)

Che bella favoletta.

Noi abbiamo disciolto il Patto di Varsavia e vi promettiamo che non vi invaderemo piu'

E mi raccomando, non vi dovete armare, dovete credere alla nostra parola.

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Dire che la questione NATO negli stati baltici sia colpa dell'ovest è una minimizzazione dell'accaduto e un affronto agli stati baltici.

Dopo il 1991 il governo russo prese decisioni abbastanza discutibili che crearono tensioni sempre più aspre.

Dalle pressioni economiche (più che altro minacce sul gas), il fatto che gli stati baltici si sono visti bypassare dai russi con la costruzione di oil-loading facilities a Primorsk e altri porti russi nel golfo finlandese (privandoli delle tasse di transito accordate), le esercitazioni militari ai confini, l'armamento di Kalilingrad (con una dozzina di SS21, bazzecole insomma...).

Non scordiamoci che il governo russo ha provocato per anni gli stati baltici, tipo dichiarando ad inizio anni 2000 che "sotto la legge internazionale hanno scelto di far parte dell'USSR volontariamente, invitando soldati sovietici ad occupare il proprio territorio."

Gli stati baltici stavano anche cercando risarcimenti dalla Russia che ha sempre negato responsabilità.

Lasciando poi perdere che al Cremlino gli stati baltici dovevano essere visti come parte della loro sfera d'influenza.

 

Che poi gli USA abbiano preso la palla al balzo e usato il pretesto siamo d'accordo. Ma non è una sorpresa che gli stati baltici cercarono aiuto nella NATO.

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10 minuti fa, Aho ha scritto:

Che bella favoletta.

Noi abbiamo disciolto il Patto di Varsavia e vi promettiamo che non vi invaderemo piu'

E mi raccomando, non vi dovete armare, dovete credere alla nostra parola.

L'articolo è anche interessante e ha dei buoni spunti e punti di riflessione.
Però, da buon americano, nel bene o nel male, vede la questione in maniera americo-centrica, dimenticandosi dell'esistenza di enti terzi. .ghgh

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Adesso, Dale_Cooper ha scritto:

Dire che la questione NATO negli stati baltici sia colpa dell'ovest è una minimizzazione dell'accaduto e un affronto agli stati baltici.

Dopo il 1991 il governo russo prese decisioni abbastanza discutibili che crearono tensioni sempre più aspre.

Dalle pressioni economiche (più che altro minacce sul gas), il fatto che gli stati baltici si sono visti bypassare dai russi con la costruzione di oil-loading facilities a Primorsk e altri porti russi nel golfo finlandese, le esercitazioni militari ai confini, l'armamento di Kalilingrad (con una dozzina di SS21, bazzecole insomma...).

Non scordiamoci che il governo russo ha provocato per anni gli stati baltici, tipo dichiarando ad inizio anni 2000 che "sotto la legge internazionale hanno scelto di far parte dell'USSR volontariamente, invitando soldati sovietici ad occupare il proprio territorio," dichiarazione che portò il ministro degli esteri russo a dire che sono affermazioni fuori di testa (!)

Gli stati baltici stavano anche cercando risarcimenti dalla Russia che ha sempre negato responsabilità.

Lasciando poi perdere che al Cremlino gli stati baltici dovevano essere visti come parte della loro sfera d'influenza.

 

Insomma, non è una sorpresa che gli stati baltici cercarono aiuto nella NATO.

Tutto bello, fa parte ovviamente della nostra verità. Poi c'è la verità della Russia e per loro l'espansione della Nato deve finire. Viene considerata come una minaccia.

Ora possiamo dire che la Nato è "buona", ma loro non lo pensano. Anzi, pensano l'opposto. Rendiamoci conto che è una situazione che non può cambiare, quindi bisogna prenderne atto. Per il momento non c'è possibilità di far cambiare idea ai Russi. L'ucraina poi ha dato loro un motivo per pensare che l'occidente voglia fare altro, non si inventa un colpo di stato da un giorno ad un altro per nulla.

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