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Kiev: "Potremmo dover colpire i missili nemici direttamente in Russia"

L'aviazione ucraina ha comunicato che i sistemi di difesa aerea occidentali appena arrivati aiuteranno ad affrontare la nuova minaccia dei missili balistici iraniani acquistati dalla Russia. Secondo Yuriy Ihnat, portavoce dell'Aeronautica ucraina, Kiev potrebbe prendere di mira i missili iraniani nei loro siti di lancio, quindi in territorio russo. 
"Devono in qualche modo essere distrutti, probabilmente da dove vengono lanciati. Perché non abbiamo mezzi efficaci per combattere i missili balistici, ad eccezione della loro distruzione nella fase di lancio", ha detto Ihnat, aggiungendo che i missili iraniani hanno "una gittata di 3-700 chilometri, che in linea di principio non creerà nulla di nuovo per l'Ucraina. Penso che sia la leadership militare che i nostri partner stiano cercando modi efficaci per contrastare queste nuove minacce"

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Il 5/11/2022 Alle 07:52, effe1986 ha scritto:

Non è complicato da capire, ma te lo spiego meglio. 

La NATO è una organizzazione difensiva che non dispone di una propria capacità militare autonoma. 

La NATO non può mandare armi, dato che la NATO come organizzazione non ha armi, mezzi o sistemi missilistici. (salvo rari casi). 

 

La NATO ha un numero limitato di soldati che non mi risulta siano in Ucraina a combattere. 

 

Ogni stato, in maniera indipendente, manda quello che può in Ucraina. 

 

Israele non fa parte della NATO, eppure manda rifornimenti. 

Il Giappone, idem. 

L'Australia, idem.

 

Non è difficile da capire, ma evidentemente pur di portare acqua al tuo mulino sei disposto a tutto. 

 

La controprova di quello che dico è la Francia, paese Nato, che non sta mandando nulla in Ucraina (molto probabilmente per ripicca contro gli stati uniti per la questione vendita sommergibili all'Australia). 

 

 

La frase relativa alla Polonia era ovviamente una battuta, messa lì per farti capire le catapecchie che stiamo mandando. Peccato che debba spiegare anche le battute... 

 

Non esiste un documento ufficiale ma ci sono molti video e testimonianze su obici italiani che si inceppano o residuati che vengono abbandonati perché non funzionano. 

 

Al di là di questo, basta conoscere lo stato dell'esercito italiano per sapere a priori che noi poco possiamo. Il nostro esercito in una guerra come quella Ucraina durerebbe 2 settimane. 

 

 

israele manda solo aiuti umanitari. no armi.

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Il 6/11/2022 Alle 09:30, effe1986 ha scritto:

Iraq e Afghanistan e Libia e Siria sono state guerre di aggressione ma oggi c'è la guerra in ucraina e di questo siamo parlando. 

 

Aspetto i pareri dei costituzionalisti che dicono che aiutare uno stato aggredito sia incostituzionale e che ne spiegano la ratio. 

 

Eppure l'articolo 11 è scritto in italiano semplice... Ma se c'è qualcuno che me lo spiega ben lieto di cambiare idea. 

in realtà, e parlo dell'oggi, la turchia continua ad invadere il nord dell'iraq e il nord-est della siria. nel silenzio generale. 

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14 ore fa, SuperTalismano ha scritto:

Kiev: "Potremmo dover colpire i missili nemici direttamente in Russia"

L'aviazione ucraina ha comunicato che i sistemi di difesa aerea occidentali appena arrivati aiuteranno ad affrontare la nuova minaccia dei missili balistici iraniani acquistati dalla Russia. Secondo Yuriy Ihnat, portavoce dell'Aeronautica ucraina, Kiev potrebbe prendere di mira i missili iraniani nei loro siti di lancio, quindi in territorio russo. 
"Devono in qualche modo essere distrutti, probabilmente da dove vengono lanciati. Perché non abbiamo mezzi efficaci per combattere i missili balistici, ad eccezione della loro distruzione nella fase di lancio", ha detto Ihnat, aggiungendo che i missili iraniani hanno "una gittata di 3-700 chilometri, che in linea di principio non creerà nulla di nuovo per l'Ucraina. Penso che sia la leadership militare che i nostri partner stiano cercando modi efficaci per contrastare queste nuove minacce"

questi vogliono proprio lo sgancio delle testate nucleari tattiche......

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36 minuti fa, MancatoContesto ha scritto:

questi vogliono proprio lo sgancio delle testate nucleari tattiche......

sono mesi che l'ucraina attacca il territorio russo al confine (kursk e belgorod). niente di nuovo.

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Il 4/9/2022 Alle 09:56, Nepali Me ha scritto:

 

Carissimo! Mi ero salvato il post per leggerlo, purtroppo mi ero completamente dimenticato di risponderti! L'ho ritrovato stamattina e quindi, oltre a scusarmi per il ritardo nella risposta, rispondo solo ora.

 

La Bielorussia mi e sempre sembrata una nazione in crisi d'identità. Parliamo comunque di un paese che è stato prima nazionalista, poi filorusso ed ora è in un limbo in cui è "territorialmente nazionalista" ma per il resto quasi dipendente dal Cremlino. Lukashenko che negli anni 2000 diceva "nessuna legge ti impedisce di parlare il bielorusso..." ed ora invece prova a rafforzare il sentimento nazionalista rafforzando lingua e cultura, però allo stesso tempo lascia strada libera ai militari russi... 

Sinceramente non saprei cosa dire sulla Bielorussia, non ho studiato abbastanza negli ultimi mesi per capire le prossime mosse e quanto possa influire nel futuro prossimo. 

  • Grazie 1

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Quoto

Pavlivka, l'inutile massacro dei fanti che spaventa il Cremlino

russi hanno provato a riconquistare la cittadina del Lugansk ma sono finiti in una trappola. In una lettera, già diventata un caso nazionale, i combattenti attaccano: "Ci hanno mandato allo sbaraglio. In quattro giorni almeno trecento sono morti. Uccisi perché un generale voleva mettersi in mostra con l’alto comando”

Nei manuali di storia sulla Seconda guerra mondiale c’è una battaglia che pochi conoscono, ma che gli alleati ricordano come un incubo: Ortona, “la Stalingrado in miniatura”. I fanti canadesi entrarono nelle strade della cittadina abruzzese, finendo in una trappola. I parà tedeschi avevano trasformato i palazzi in fortezze e fu un massacro: in quasi duemila furono uccisi o feriti. La stessa strage si sta ripetendo da dieci giorni a Pavlivka, nel Donbass

Il massacro

I russi sono andati all’assalto: volevano conquistare la cittadina nella regione di Lugansk, occupata in aprile e persa durante la controffensiva estiva. Sono penetrati nel centro, avanzando tra le villette con giardini e orti senza incontrare resistenza. Perché gli ucraini si erano appostati nelle cantine, pronti a colpirli alle spalle. Ed è stato un massacro. I soldati di Kiev hanno lanciato un contrattacco dalla periferia, chiudendo gli invasori tra due fuochi. Non potevano scappare, né avanzare: sono rimasti asserragliati nelle abitazioni cercando di sopravvivere. 

I generali di Mosca, invece di ordinare la ritirata, hanno gettato altre truppe nella mischia. Lungo le strade per raggiungere Pavlivka, i rinforzi sono finiti sotto il tiro dell’artiglieria e dei droni. Le immagini riprese dai velivoli telecomandati ucraini sono raccapriccianti. Tank che esplodono, scagliando in aria i corpi. Combattimenti casa per casa, con mucchi di cadaveri nei salotti. Mezzi corazzati dilaniati dai razzi e altri con gli equipaggi nel panico che cercano disperatamente una via di fuga.

 

Le accuse al generale Muradov

Non sono stati questi filmati a trasformare Pavlivka in un luogo simbolo, ma l’appello lanciato dai combattenti russi: “Ci hanno mandato allo sbaraglio. In quattro giorni almeno trecento sono morti, metà dei blindati è stata distrutta. E questo soltanto nella nostra brigata. Uccisi perché un generale voleva mettersi in mostra con l’alto comando”. I superstiti hanno scritto a Oleg Kozhemyako, il governatore della regione di Primorsky Krai - un’area dell’Estremo Oriente, affacciata sul Mar del Giappone, da dove proviene il reparto -, chiedendo di aprire un’inchiesta “sull’operazione senza senso” e sul generale Rustam Muradov “che cerca solo di guadagnare crediti con il ministro Gerasimov”. Accusano Muradov di avere spinto il generale Akhmedov, suo protetto a cui l’accomuna l’origine daghestana, a insistere nell’assalto per fargli ottenere una medaglia, quella di “eroe della Russia”. E di avere falsificato i dati sui caduti per occultare la carneficina.

Un caso nazionale

La lettera dei fanti di marina della 155ma brigata del Pacifico ha avuto un effetto dirompente in Russia. E’ stata diffusa da molti canali Telegram, a partire da quello dei mercenari della Wagner. Commentatori ultranazionalisti come Alexander Khodakovsky - che ha 628mila follower sui social - e come il popolare War Gonzo ne hanno discusso, sottolineando la gravità delle decisioni dei comandanti. Pavlivka è diventata il caso che incarna tutti i difetti e l’arroganza delle gerarchie militari: generali incompetenti, interessati solo alla carriera e protetti da cordate di raccomandazioni, così cinici da sacrificare centinaia di uomini in attacchi suicidi pur di aggiungere un nastrino ai gradi. Sottolineano come l’offensiva sia stata pianificata in maniera scellerata: nessuna ricognizione per individuare le posizioni del nemico, niente copertura di aerei e cannoni. Marines di due brigate, fanti delle repubbliche secessioniste e carristi mandati al macello. 

Nelle polemiche prendono voce le tensioni accumulate in mesi di guerra. I distretti dell’Estremo oriente sono quelli più critici verso la guerra in Ucraina, che deprime la sua crescita economica e produce troppi lutti. Ci sono poi le tensioni etniche: non a caso, i polemisti nazionalisti contestano i generali daghestani. Tante crepe che possono mettere in discussione il sistema di potere putiniano. 

Dopo la lettera, il governatore Kozhemyako ha chiesto spiegazioni al comandante della 155ma brigata, che ha ammesso le perdite sostenendo però che quelle riportate nel documento erano “esagerate”. La propaganda dell’armata si è attivata e ha diffuso il video con una squadra dei fanti dello stesso reparto: “Stiamo bene. Lo scontro è duro; adesso ci diamo una ripulita, prendiamo le munizioni e torniamo a Pavlivka. Certo, ci sono morti e feriti. Ma il morale è alto”.  

La battaglia infatti non è finita. Ci sono plotoni russi barricati in due quartieri, che hanno bisogno di rifornimenti. Entro poche ore dovranno scegliere tra la resa e la morte. Ma le strade per raggiungerli sono una “kill zone”, impossibile da attraversare: adesso gli ucraini hanno piazzato cecchini e missili anti-tank nei boschetti. In città sono arrivati nuclei di commandos per dare l’ultimo colpo agli invasori: a Kiev hanno capito che il destino di Pavlivka può pesare sul Cremlino. 

Repubblica

Quoto

 

 

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Shoigu: "Ritirata truppe da riva occidentale di Dnipro"

Il ministro della Difesa russo, Sergej Shoigu, ha ordinato la ritirata delle truppe dalla riva occidentale del fiume Dnipro di fronte agli attacchi ucraini vicino alla città meridionale di Kherson, nella regione omonima. L'annuncio segna uno dei ritiri più significativi della Russià ed è una potenziale svolta nella guerra, ormai prossima alla fine del suo nono mese. Commentando in televisione la ritirata, il generale Sergej Surovikin ha affermato che non era più possibile rifornire la città di Kherson, che dalla regione sono stati evacuati 115.000 civili e ha accusato gli ucraini di avere bombardato scuole, ospedali e gli stessi civili evacuati al di là del Dnipro. Il contingente di Mosca verrà ora spostato a Est, sulla riva sinistra del fiume, dove verranno allestite nuove postazioni difensive

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2 ore fa, effe1986 ha scritto:

intanto il 3% della popolazione di Kherson che ha votato No al referendum scende in piazza a festeggiare la liberazione!

Veri eroi coraggiosi, rimasti malgrado l'ordine di evacuazione, tra l'altro.

Vediamo se qualcuno in Russia riacquista un po' di ragione e, ammettendo la sconfitta, tratta sulle (modeste) concessioni territoriali che l'Ucraina potrà fare.

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4 ore fa, garrison ha scritto:

Veri eroi coraggiosi, rimasti malgrado l'ordine di evacuazione, tra l'altro.

Vediamo se qualcuno in Russia riacquista un po' di ragione e, ammettendo la sconfitta, tratta sulle (modeste) concessioni territoriali che l'Ucraina potrà fare.

La vedo difficile, anche se onestamente questa guerra può finire solo con una disfatta della Russia. Prima si renderanno conto della * che hanno fatto meglio sarà per tutti. 

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Kherson, Dugin attacca Putin su telegram: "Sapete con chi prendervela e non è Surovikin"

“Sapete con chi prendervela, e non è Surovikin” Aleksandr Dugin, ideologo ultra- nazionalista russo su Telegram attacca diretto Putin per la ritirata da Kherson, "l’autocrazia è accettata se salva il suo popolo", se non lo salva, l’autocrate è giustiziato. "La storia parla oggi. E pronuncia parole terribili - per noi -", conclude in un post dal tono drammatico

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6 ore fa, SuperTalismano ha scritto:

Kherson, Dugin attacca Putin su telegram: "Sapete con chi prendervela e non è Surovikin"

“Sapete con chi prendervela, e non è Surovikin” Aleksandr Dugin, ideologo ultra- nazionalista russo su Telegram attacca diretto Putin per la ritirata da Kherson, "l’autocrazia è accettata se salva il suo popolo", se non lo salva, l’autocrate è giustiziato. "La storia parla oggi. E pronuncia parole terribili - per noi -", conclude in un post dal tono drammatico

Questi discorsi secondo me sono una vile strategia e pura propaganda. 

 

La testa di ponte di Kherson era inutile dal punto di vista militare, tenevano impegnati 40mila tra i migliori soldati russi ed erano impossibili da supportare con una logistica adeguata... 

 

Che sia stato un generale esperto dell'arte militare a volerlo mantenere per così a lungo e non Putin è una impossibile menzongna... 

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4 ore fa, effe1986 ha scritto:

Questi discorsi secondo me sono una vile strategia e pura propaganda. 

 

La testa di ponte di Kherson era inutile dal punto di vista militare, tenevano impegnati 40mila tra i migliori soldati russi ed erano impossibili da supportare con una logistica adeguata... 

 

Che sia stato un generale esperto dell'arte militare a volerlo mantenere per così a lungo e non Putin è una impossibile menzongna... 

L'unico senso militare per resistere a Kherson era quello di tenere occupati un certo numero di ucraini sull'altra sponda del Dniepr, evitando che andassero a rinforzare altri fronti (tipo quello di Zaporizzja)

 

Per il resto si, era solo una questione politico-propagandistica (era l'unico capoluogo ucraino che avevano conquistato finora)

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59 minuti fa, SuperTalismano ha scritto:

L'unico senso militare per resistere a Kherson era quello di tenere occupati un certo numero di ucraini sull'altra sponda del Dniepr, evitando che andassero a rinforzare altri fronti (tipo quello di Zaporizzja)

 

Per il resto si, era solo una questione politico-propagandistica (era l'unico capoluogo ucraino che avevano conquistato finora)

diga di Nova Kakhovka+evacuazione di 70.000 abitanti di kherson: brutto presentimento.

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8 ore fa, lou 65 ha scritto:

diga di Nova Kakhovka+evacuazione di 70.000 abitanti di kherson: brutto presentimento.

Che vuoi dire? Possibile uso di armi atomiche?

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10 ore fa, lou 65 ha scritto:

diga di Nova Kakhovka+evacuazione di 70.000 abitanti di kherson: brutto presentimento.

Intendi che potrebbero far saltare la diga? E a che pro?

Avrebbe avuto senso per rallentare l'avanzata ucraina in caso di crollo del fronte russo e fuga frettolosa (come a Lyman, Izyum etc), ma a Kherson sembra che i russi si siano ritirati in modo ordinato (e secondo me con un accordo sottobanco con gli ucraini)

 

Diciamo che il gioco non vale la candela, perché se saltasse la diga si creerebbero i seguenti problemi

1) Verrebbe inondata pure la parte controllata dai russi

2) Verrebbe a mancare l'acqua necessaria al funzionamento della centrale nucleare di Zaporizzja

3) Verrebbe interrotto il flusso d'acqua verso la Crimea (che salvo cataclismi, resterà russa anche a fine guerra)

 

Non è da escludere che avvenga in futuro, però è una mossa da ultima spiaggia, una mossa che, IMHO, farebbero solo se anche il fronte di Zaporizzja fosse sul punto di collassare

 A quel punto, per disperazione, prima di ritirarsi completamente dall'Ucraina inizierebbero a fare più danni possibile

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14 ore fa, Granpasso ha scritto:

Che vuoi dire? Possibile uso di armi atomiche?

no. non scherziamo. credo piuttosto trappola per topi

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Bombardare una diga è un crimine di guerra e questo sarebbe alla luce del sole a differenza di tutti quelli che stanno commettendo cercando di insabbiare... 

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Wall Street Journal: "Sullivan ha consigliato a Zelensky di fare richieste realistiche"

Il consigliere per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, in un recente incontro avuto con Volodymyr Zelensky, ha raccomandato al presidente ucraino di aprire ai negoziati con la Russia per una soluzione diplomatica del conflitto e di pensare a richieste realistiche e a delle priorità. Lo riporta il Wall Street Journal, citando due fonti europee informate sull'argomento. Secondo le fonti, in particolare Sullivan ha invitato il leader ucraino a rivedere l'obiettivo dichiarato il ripristinare il controllo dell'Ucraina sulla Crimea

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1 ora fa, SuperTalismano ha scritto:

Wall Street Journal: "Sullivan ha consigliato a Zelensky di fare richieste realistiche"

Il consigliere per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, in un recente incontro avuto con Volodymyr Zelensky, ha raccomandato al presidente ucraino di aprire ai negoziati con la Russia per una soluzione diplomatica del conflitto e di pensare a richieste realistiche e a delle priorità. Lo riporta il Wall Street Journal, citando due fonti europee informate sull'argomento. Secondo le fonti, in particolare Sullivan ha invitato il leader ucraino a rivedere l'obiettivo dichiarato il ripristinare il controllo dell'Ucraina sulla Crimea

Alleluia. Ho l'impressione che anche gli americani si siano resi finalmente conto che questa guerra deve finire il prima possibile. Quanto a Zelensky, meno parla di Crimea, meglio è. Forse sta succedendo qualcosa dietro le quinte, vedremo.....

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Stoltenberg (Nato): "Unica soluzione è sul campo di battaglia" 

"L'unico modo per arrivare a una risoluzione del conflitto russo-ucraino è sul campo di battaglia. Molte guerre sono state risolte al tavolo dei negoziati, ma comunque in qualche modo questi negoziati erano legati al campo di battaglia. Per questo sosterremo l'Ucraina fino a quando necessario": lo ha detto il segretario della Nato, Jens Stoltenberg, il quale ha preannunciato "mesi difficili avvenire"

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