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William Nemo

Riflessione sui paradossi del calcio

Post in rilievo

La componente casuale nel calcio sarà sempre preponderante, ma se prendiamo in considerazione le partite con Villareal e Inter a condannarci sono state sia la scarsa precisione offensiva ma soprattutto le disattenzioni difensive, con i rigori regalati. L'imprecisione offensiva è soggetta anche a sfortuna, (2 legni ieri sera e 1 col Villareal) mentre quelle difensive sono frutto puramente di disattenzioni e scelte sbagliate nostre. 

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5 minuti fa, Mescaleros ha scritto:

Parlo solo per quanto riguarda la juve, tralascio la nazionale.

Io non ci vedo paradossi anzi: la nostra proposta offensiva è affidata al caso, a detta anche dello stesso allenatore, mi sembra logico che così come si vince a volte per caso (e quest'anno le partite così sono state molte) poi si possa perdere anche per caso. Che proprio le partite più importanti della stagione siano state perse per caso non è altro che il karma che agisce per il voler andare dietro a quello che è diventato un vero e proprio credo (insensato) del nostro allenatore. Si vanta delle vittorie di corto muso e scemate così? Benone, guardi com'è divertente perdere tutte le partite più importanti "di corto muso"

Direi che è in bella compagnia

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2 ore fa, Cipio ha scritto:

Da sempre non la penso così, quindi, ammetto un po' forzatamente, neanche ora; penso che gli episodi te li crei, a meno di cose clamorose (ma per davvero, non con la sensibilità di parte del tifoso), per non dire partite truccate etc. Perciò la leggo in maniera diversa: se loro hanno vinto per un solo gol stiracchiato è perché tu non sei stato capace di fargliene uno o più (quel palo non è stato deviato da una foglia che cadeva ma è il risultato di tutta la dinamica fisica che lo precede, quindi uno stop, un anticipo e via scorrendo); oppure non sei stato tu incapace a segnare, ma sono stati bravi loro a difendersi (cosa che Allegri o Chiellini applaudirebbero fino a sbucciarsi le mani). Col Villarreal fu una partita ancora più emblematica in questo senso, il Villarreal che ritengo più forte e preparato dell'Inter per l'effetto amplificatore della Champions, quella partita l'ha vinta assolutamente con merito, sia a livello agonistico che tattico strategico; 3 tiri e tre gol (i rigori sono parte del calcio) a fronte di tanti tiri e zero gol è uguale a maggiore bravura e risolutezza, checché se ne dica col dispiacere e la faziosità del tifoso. 
Sostenere il contrario, porta tutti i discorsi sul merito (qualcosa che passa per il lavoro e l'impegno, in una professione come questa che richiede sforzi enormi) vanno a farsi benedire, finisce con l'essere tutto una casualità col tifoso inutilmente più inacidito o che peggio finisce col parlare di maledizioni e sfiga (che è simpatica da menzionare ma in un discorso serio va lasciata da parte). 

In parte condivido la tua risposta, è vero, nella vita di tutti i giorni il lavoro, la dedizione, lo sforzo di arrivare al risultato, in termini generali incidono sul risultato finale, ma c'è una componente che non può essere ignorata solo perché "simpatica da menzionare ma che in un discorso serio va lasciata da parte", ovvero; la casualità degli eventi. Potrei citare decine di esempi nella vita di tutti i giorni, anche tragici, ma preferisco non andate OT, pertanto prendo come spunto l'eliminazione del PSG (per cui ho comunque goduto, sarò sincero). I francesi hanno dominato la doppia sfida sul piano del gioco, l'errore di Donnarumma ha tuttavia "rotto qualcosa", rinvigorendo un Real a tratti irriconoscibile. Dopo la topica di Donnarumma quindi, errore gravissimo di Marquinhos, che in aerea di rigore passa il pallone a Benzema per il 2 a 1 madrileno. Fisica? Scienza? Impegno? Sudore? No, diventa semplicemente protagonista l'imponderabile. Una traversa poi, un palo, è questione di fisica certo, ma quante volte abbiamo assistito a gol spettacolari o, al contrario, a traiettorie che avrebbero potuto esserlo ma che per una questione di centimetri hanno impattato il legno? Casualità, a meno che non si voglia credere che un giocatore nel momento in cui calcia in porta sappia calibrare il tiro al punto da scegliere volutamente di colpire la traversa... Sono un tipo pratico, logico, forse anche troppo mi dicono alcuni, ed è per questo motivo che il calcio (nelle mie personali priorità di tutti i giorni) perde sempre più importanza. La componente casualità, circostanza fortuita etc alle volte diventa davvero troppo preponderante per stuzzicare il mio interesse, e preferisco impiegare il mio tempo verso altri interessi e altre passioni, probabilmente questo è il nocciolo del discorso.

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Nel calcio (come in altri sport) bisogna essere il più preparati possibile per esporsi al minimo all'imponderabile e agli episodi avversi

Se fai 25 tiri ma centri la porta solo 4 volte e senza segnare mai hai grossi problemi tattici, non sai veramente come fare gol, ai voglia poi a dare la colpa all'attaccante che sbaglia quelle rare occasioni chiare, è come guardare il dito e non la luna

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5 ore fa, gresko ha scritto:

Siamo UNDICESIMI per gol fatti, nessuna casualità quindi se pur passando le ore a presidiare la metacampo avversaria non siamo riusciti a fare nemmeno un miserabile gol

E col capocannoniere la situazione non è cambiata. Con questo gioco prevedibile neanche Tévez riuscirebbe a segnare. Vlahovic sprecato, peccato. Nella Viola era stupendo ma riceveva mille palloni in velocità.questo gioco della Bulgaria anni '70 è obsoleto

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1 ora fa, William Nemo ha scritto:

In parte condivido la tua risposta, è vero, nella vita di tutti i giorni il lavoro, la dedizione, lo sforzo di arrivare al risultato, in termini generali incidono sul risultato finale, ma c'è una componente che non può essere ignorata solo perché "simpatica da menzionare ma che in un discorso serio va lasciata da parte", ovvero; la casualità degli eventi. Potrei citare decine di esempi nella vita di tutti i giorni, anche tragici, ma preferisco non andate OT, pertanto prendo come spunto l'eliminazione del PSG (per cui ho comunque goduto, sarò sincero). I francesi hanno dominato la doppia sfida sul piano del gioco, l'errore di Donnarumma ha tuttavia "rotto qualcosa", rinvigorendo un Real a tratti irriconoscibile. Dopo la topica di Donnarumma quindi, errore gravissimo di Marquinhos, che in aerea di rigore passa il pallone a Benzema per il 2 a 1 madrileno. Fisica? Scienza? Impegno? Sudore? No, diventa semplicemente protagonista l'imponderabile. Una traversa poi, un palo, è questione di fisica certo, ma quante volte abbiamo assistito a gol spettacolari o, al contrario, a traiettorie che avrebbero potuto esserlo ma che per una questione di centimetri hanno impattato il legno? Casualità, a meno che non si voglia credere che un giocatore nel momento in cui calcia in porta sappia calibrare il tiro al punto da scegliere volutamente di colpire la traversa... Sono un tipo pratico, logico, forse anche troppo mi dicono alcuni, ed è per questo motivo che il calcio (nelle mie personali priorità di tutti i giorni) perde sempre più importanza. La componente casualità, circostanza fortuita etc alle volte diventa davvero troppo preponderante per stuzzicare il mio interesse, e preferisco impiegare il mio tempo verso altri interessi e altre passioni, probabilmente questo è il nocciolo del discorso.

L' "imponderabile" come lo definisci tu ha sicuramente peso nella vita di tutti i giorni e soprattutto nel calcio ma non puoi ridurre tutto a palla 3 cm più a destra = palo 

palla 3 cm più a sinistra = gol

 

L'imponderabile in questa squadra ha un peso enorme perché siamo stitici, non segniamo mai, spesso abbiamo una condizione atletica scadente e il gioco prodotto fa il più delle volte sanguinare gli occhi.

Ovvio che , con premesse del genere, giochi sempre sul filo del rasoio e basta un capello fuori posto, un lampo di sfiga e tu perdi la partita.

 

Comincia a giocare bene, avere schemi, idee di gioco, giocatori "veri" che trascinino la squadra, preparatore atletico che non sia un macellaio e vedi che l'imponderabile, seppur sempre tuo compagno di viaggio, si ridurrà parecchio.

 

il PSG è uscito non per l' "imponderabile Benzema" ma perché gioca in un campionato ultra-mediocre dove partite così tese non esistono e probabilmente molti dei loro fenomeni (Marquinhos, tu quoque) non sono poi così "fenomeni".

 

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arbitraggi, sfortuna, tutto giusto.

ma la scarsa capacita' realizzativa della Juve resta una costante, e nell'arco di 38 partite mediamente la componente "legata al caso" tende a essere poco rilevante.
Nemmeno Vlahovic (per altro da poco arrivato, quindi con tutte le scusanti del caso) ha risolto qualcosa, non ho visto i numeri esatti ma a sensazione e' cosi.
Peccato che tutta la "buona sorte" avuta prima (eccetto la Champions, chiaramente) l'abbiamo pagata proprio con  quelle latrine, che hanno arraffato 5 punti nelle ultime 3 partite dove ne meritavano zero.
 

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all'autore del topic (parlo della juve)

 

per la mia mentalità, per come vedo io le cose, per esperienza, quando non c'è un percorso di lavoro sotto, in ogni attività, non solo nel calcio, quando non si mira a migliorare sotto ogni aspetto, a perseguire con ostinazione il cecare sempre di migliorarsi, di imparare, di studiare, con piccoli passi alla volta, con fatica, ma di volta in volta migliorando pian piano con costanza ed abnegazione; quando non c'è tutto questo, quando ci si accontenta, si semplifica tutto, si banalizza, corto muso ecc. ecc. poi succede che si diventa fatalisti, ce la si prende con tizio o caio (allegri verso i calciatori), con l'arbitro, ed alla fine con il fato.

 

sono annate storte

gli episodi non ci hanno detto bene

ecc. ecc.

 

se si lavora e progredisce (deve esserci qualità di base nei calciatori ovviamente) poi succede che arrivi a dominare le partite e le situazioni, con le tue conoscenze e con le tue idee, superi gli ostacoli che ti si presentano in campo, se gli attaccanti non sono in giornata, segna il centrocampista, o il difensore per esempio.

se devi recuperare, schiacci l'avversario col gioco, con le sovrapposizioni, con le idee, con le manovre, ti permetti di rimanere con due dietro a difendere per esempio e col possesso e le posizioni giuste in campo non subisci, ecc. ecc.

 

oggi noi, allenatore in primis, siamo diventati fatalisti o peggio.

 

sono scarsi i calciatori

manca il centrocampo

gli infortuni.

gente svogliata

ecc. ecc.

 

siamo diventati una società mediocre soprattutto nelle ambizioni, in nome del risultatino da fare a tutti i costi contro l'empoli di turno rinunciamo a tutto.

 

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Il fattore casualità nel calcio è sempre dietro l'angolo. Se in una partita crei 5 occasioni e l'avversario 1, spesso vincerai tu.

Ma può succedere che tu non concretizzi nessuna delle 5 mentre l'avversario si nella sua unica ed ecco la sonfitta.

L'anno del primo scudetto di Lippi ricordo una partita contro la lazio che sarebbe dovuta finire  4-5 a 0 per noi. 

Bene fini 3-0 per loro.

 

 

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9 ore fa, Gobbo88 ha scritto:

Il calcio sa essere veramente ingiusto, però se una cosa comincia a diventare una costante, vuol dire che la si va a cercare. La nazionale è scadente, la Juve non sarà una gran squadra ma con tutto il potenziale offensivo in campo crea comunque poco, e per me Allegri ha responsabilità. 

ma certo che le ha.

la cosa curiosa è che lui in primis, oramai parla e ragiona sempre su cose a lue estranee, lui si tira fuori sempre da ogni discorso di critica.

ed è abilissimo in questo, tanto di cappello, è proprio un suo schema mentale, lui per definizione non ha difetti, è sempre il mondo che lo circonda in difetto.

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Quanto contano gli episodi? Poco in generale, quasi nulla in un Campionato di 38 partita. 

Se siamo dove siamo è perché facciamo semplicemente schifo. 

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11 ore fa, The Advocate ha scritto:

Discorso giusto fino all'arrivo.del.Var. Ormai strumento per decidere da remoto chi debba vincere le.partite. 

Proprio così. Il VAR è la morte del calcio, perchè da il potere di decidere arbitrariamente chi far vincere e chi far perdere. Poi in un paese come l'Italia, patria della corruzione....

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28 minuti fa, bonve ha scritto:

all'autore del topic (parlo della juve)

 

per la mia mentalità, per come vedo io le cose, per esperienza, quando non c'è un percorso di lavoro sotto, in ogni attività, non solo nel calcio, quando non si mira a migliorare sotto ogni aspetto, a perseguire con ostinazione il cecare sempre di migliorarsi, di imparare, di studiare, con piccoli passi alla volta, con fatica, ma di volta in volta migliorando pian piano con costanza ed abnegazione; quando non c'è tutto questo, quando ci si accontenta, si semplifica tutto, si banalizza, corto muso ecc. ecc. poi succede che si diventa fatalisti, ce la si prende con tizio o caio (allegri verso i calciatori), con l'arbitro, ed alla fine con il fato.

 

sono annate storte

gli episodi non ci hanno detto bene

ecc. ecc.

 

se si lavora e progredisce (deve esserci qualità di base nei calciatori ovviamente) poi succede che arrivi a dominare le partite e le situazioni, con le tue conoscenze e con le tue idee, superi gli ostacoli che ti si presentano in campo, se gli attaccanti non sono in giornata, segna il centrocampista, o il difensore per esempio.

se devi recuperare, schiacci l'avversario col gioco, con le sovrapposizioni, con le idee, con le manovre, ti permetti di rimanere con due dietro a difendere per esempio e col possesso e le posizioni giuste in campo non subisci, ecc. ecc.

 

oggi noi, allenatore in primis, siamo diventati fatalisti o peggio.

 

sono scarsi i calciatori

manca il centrocampo

gli infortuni.

gente svogliata

ecc. ecc.

 

siamo diventati una società mediocre soprattutto nelle ambizioni, in nome del risultatino da fare a tutti i costi contro l'empoli di turno rinunciamo a tutto.

 

Ho capito il tuo punto di vista, e abbraccio il tuo pensiero riguardo la cultura del lavoro, del sudore, delle idee, del sacrificio etc, mi sembra tuttavia che tu stia banalizzando un po' troppo la questione parlando di corto muso, manovre, sovrapposizioni e via discorrendo. Così stai praticamente mettendo in dubbio le capacità di Allegri, e le conoscenze base che un allenatore del suo spessore deve per forza di cose avere. Se non sbaglio nella sua prima gestione ha comunque vinto 5 scudetti e 4 coppe italia consecutivamente, con un percorso europeo di tutto rispetto. Semmai queste tre partite sono l'ennesima conferma che nel calcio conta una sola cosa: vincere. Il bel gioco, il sarrismo, il sacchismo, il tiki taka etc sono invenzioni giornalistiche, niente di più. Il City di Guardiola è la squadra che pratica il miglior calcio da almeno 5 anni, e non ha ancora vinto nulla in Europa. La Francia ha vinto il mondiale schierando quel fenomeno di Mbappé, e una grande solidità difensiva. Il PSG delle figurine, pur dominando, è stato eliminato da un Real Madrid insolitamente italianizzato. Il "corto muso" allegriano non è sinonimo di improvvisazione, ma di sostanza, senza badare troppo alla forma.

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Chissà se era così anche quando le cose c'andavano bene e alcuni dicevano "vincendo così non si va da nessuna parte"

 

appena la fortuna c'ha voltato le spalle...

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Con questo modo di giocare, totalmente casuale e basato su giocate individuali e disperate, potremo iniziare a segnare solo avendo Messi, Suarez e Neymar dei tempi d'oro.

Del resto stiamo vedendo tutti cosa sta combinando il povero Vlahovic in questo calcio giurassico.

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12 ore fa, metaljuve21 ha scritto:

Abiamo vinto cosi con Allegri tante partite. 

Verissimo ........e ce ne hanno dette di ogni, sia da un punto di vista tecnico che da un punto di vista di RUBERIE.

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1 ora fa, William Nemo ha scritto:

Ho capito il tuo punto di vista, e abbraccio il tuo pensiero riguardo la cultura del lavoro, del sudore, delle idee, del sacrificio etc, mi sembra tuttavia che tu stia banalizzando un po' troppo la questione parlando di corto muso, manovre, sovrapposizioni e via discorrendo. Così stai praticamente mettendo in dubbio le capacità di Allegri, e le conoscenze base che un allenatore del suo spessore deve per forza di cose avere. Se non sbaglio nella sua prima gestione ha comunque vinto 5 scudetti e 4 coppe italia consecutivamente, con un percorso europeo di tutto rispetto. Semmai queste tre partite sono l'ennesima conferma che nel calcio conta una sola cosa: vincere. Il bel gioco, il sarrismo, il sacchismo, il tiki taka etc sono invenzioni giornalistiche, niente di più. Il City di Guardiola è la squadra che pratica il miglior calcio da almeno 5 anni, e non ha ancora vinto nulla in Europa. La Francia ha vinto il mondiale schierando quel fenomeno di Mbappé, e una grande solidità difensiva. Il PSG delle figurine, pur dominando, è stato eliminato da un Real Madrid insolitamente italianizzato. Il "corto muso" allegriano non è sinonimo di improvvisazione, ma di sostanza, senza badare troppo alla forma.

ma non lo vedi quanto la frase in neretto sia un controsenso e fuorviante ?

se conta solo vincere, non trovi che sia automatico di conseguenza agire per cercare di sfruttare ed ottimizzare tutto il possibile per ottenere la vittoria ?

invece di puntare tutto solo ed esclusivamente sulla speranza della giocata del singolo ?

conta solo vincere.. appunto.. e per farlo mi conviene lavorare a 360 gradi, con la tattica, con la strategia, con il gioco, con le giocate dei singoli, con TUTTO ! e quindi bisogna studiare, aggiornarsi, cercare di proporre un calcio magari anche difficile, ma che ti aumenta le probabilità di vittoria..

quindi ditemi voi se la filosofia calcistica di allegri possa essere presa ad esempio per dire "conta solo vincere".

come se gli altri allenatori quando lavorano di strategia avessero nella testa cose diverse dal "lavoro per dare la maggiore probabilità di vittoria" con la rosa a disposizione.

io veramente faccio fatica a scrivere l'equazione "conta solo vincere" e quindi "è il calcio di allegri quello giusto"

ma tanti qui la utilizzano continuamente specie quando la juve di allegri vince faticando e di corto muso.

poi quando si perde la si mette da parte e partono le accuse ai calciatori ecc. ecc.

 

 

 

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21 ore fa, William Nemo ha scritto:

In parte condivido la tua risposta, è vero, nella vita di tutti i giorni il lavoro, la dedizione, lo sforzo di arrivare al risultato, in termini generali incidono sul risultato finale, ma c'è una componente che non può essere ignorata solo perché "simpatica da menzionare ma che in un discorso serio va lasciata da parte", ovvero; la casualità degli eventi. Potrei citare decine di esempi nella vita di tutti i giorni, anche tragici, ma preferisco non andate OT, pertanto prendo come spunto l'eliminazione del PSG (per cui ho comunque goduto, sarò sincero). I francesi hanno dominato la doppia sfida sul piano del gioco, l'errore di Donnarumma ha tuttavia "rotto qualcosa", rinvigorendo un Real a tratti irriconoscibile. Dopo la topica di Donnarumma quindi, errore gravissimo di Marquinhos, che in aerea di rigore passa il pallone a Benzema per il 2 a 1 madrileno. Fisica? Scienza? Impegno? Sudore? No, diventa semplicemente protagonista l'imponderabile. Una traversa poi, un palo, è questione di fisica certo, ma quante volte abbiamo assistito a gol spettacolari o, al contrario, a traiettorie che avrebbero potuto esserlo ma che per una questione di centimetri hanno impattato il legno? Casualità, a meno che non si voglia credere che un giocatore nel momento in cui calcia in porta sappia calibrare il tiro al punto da scegliere volutamente di colpire la traversa... Sono un tipo pratico, logico, forse anche troppo mi dicono alcuni, ed è per questo motivo che il calcio (nelle mie personali priorità di tutti i giorni) perde sempre più importanza. La componente casualità, circostanza fortuita etc alle volte diventa davvero troppo preponderante per stuzzicare il mio interesse, e preferisco impiegare il mio tempo verso altri interessi e altre passioni, probabilmente questo è il nocciolo del discorso.

Il PSG si vedeva nel corso della stagione che non sarebbe andato lontano, la papera di Donnarumma va inserita in un contesto di squadra sfilacciata e poco solida (quale squadra ha due portieri titolari?), viceversa il Real è sempre il Real con un Benzema versione goat. Poteva andare lontano solo per speranze che tutti i problemi che si vedevano sarebbero scomparsi col tempo, un po' come noi negli ultimi anni compreso questo, se ritieni il calcio un fatto casuale allora hai speranze, se ti attieni alla realtà e non lo consideri come il gioco delle trottole allora no, noi come i parigini avremmo dovuto metterci il cuore in pace e rassegnarci da prima, in questo e gli ultimi anni. Anch'io di esempi te ne posso citare tanti, anche perché come detto è semplicemente l'inverso di quello che potresti dire e non per gioco di parole (non è la papera di Donnarumma, è forte e bravo il Real), l'esempio che mi piace in special modo è il Liverpool campione d'Europa e poi di tutto (gli manca credo le "coppette" nazionali) nell'edizione 18/19, quella Champions se la sono conquistata assolutamente con merito partita dopo partita, e tutto grazie a un lavoro incessante negli anni volto a migliorarsi; oppure il Bayern 19/20 dove dopo il flop della stessa edizione (notare come nessuno dica "abbiamo raggiunto il primo obiettivo che è il campionato", ma ritengono la Champions l'esame più importante di tutti) la dirigenza ha rivoltato e riassestato la squadra, tagliandola dei pezzi superflui e confermando i forti, oppure il Chelsea di Tuchel! 
Taglio corto con una domanda: se è tutto casuale, che mi serve lavorare per migliorare e rinforzarmi, corregge i miei errori? Tanto vale non farlo. Questo il rischio grave che si incorre a pensarla così (oltre a discutere praticamente tutto lo sport che assistiamo), ed è praticamente la storia moderna della Juve raccontata dai tifosi attraverso la maledizione europea o il fatto che appunto sia una lotteria. Credenza collettiva questa troppo radicata e ramificata e da rimuovere secondo me con un approfondito clean up.

Nota: si parla di Champions solo perché è l'esempio massimo del calcio, ma il discorso ovviamente vale anche - come visto - per il campionato e in generale nelle sue altre competizioni.

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Parlare di episodi quando abbiamo vinto una decina di partite per episodi favorevoli è abbastanza surreale

La realtà è più semplice a torto o ragione allegri, questo allegri non quello di 5 anni fa, punta tutto sul prendere meno gol possibile e a ciò sacrifica tutto. Normale che se gli attaccanti sono stremati da un lavoro in copertura siano meno lucidi sottoporta.. Se a ciò si aggiunge che ci sono poche idee e poca organizzazione offensiva è chiaro che basta poco per perdere o pareggiare 

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13 ore fa, bonve ha scritto:

ma non lo vedi quanto la frase in neretto sia un controsenso e fuorviante ?

se conta solo vincere, non trovi che sia automatico di conseguenza agire per cercare di sfruttare ed ottimizzare tutto il possibile per ottenere la vittoria ?

invece di puntare tutto solo ed esclusivamente sulla speranza della giocata del singolo ?

conta solo vincere.. appunto.. e per farlo mi conviene lavorare a 360 gradi, con la tattica, con la strategia, con il gioco, con le giocate dei singoli, con TUTTO ! e quindi bisogna studiare, aggiornarsi, cercare di proporre un calcio magari anche difficile, ma che ti aumenta le probabilità di vittoria..

quindi ditemi voi se la filosofia calcistica di allegri possa essere presa ad esempio per dire "conta solo vincere".

come se gli altri allenatori quando lavorano di strategia avessero nella testa cose diverse dal "lavoro per dare la maggiore probabilità di vittoria" con la rosa a disposizione.

io veramente faccio fatica a scrivere l'equazione "conta solo vincere" e quindi "è il calcio di allegri quello giusto"

ma tanti qui la utilizzano continuamente specie quando la juve di allegri vince faticando e di corto muso.

poi quando si perde la si mette da parte e partono le accuse ai calciatori ecc. ecc.

 

 

 

C'era un fenomeno, super fan di allegri, che ha cambiato mille nick che faceva l'arrogante, dicendo con saccenza che chi vince ha giocato meglio e che se prendi un palo non puoi lamentarti perché è un tiro sbagliato.. Ora che il suo idolo fa risultati deludenti, il fenomeno accampa scuse e millanta che giochiamo bene ecc e ovviamente chi lo nega non capisce nulla di calcio ecc

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18 minuti fa, Cipio ha scritto:

Il PSG si vedeva nel corso della stagione che non sarebbe andato lontano, la papera di Donnarumma va inserita in un contesto di squadra sfilacciata e poco solida (quale squadra ha due portieri titolari?), viceversa il Real è sempre il Real con un Benzema versione goat. Poteva andare lontano solo per speranze che tutti i problemi che si vedevano sarebbero scomparsi col tempo, un po' come noi negli ultimi anni compreso questo, se ritieni il calcio un fatto casuale allora hai speranze, se ti attieni alla realtà e non lo consideri come il gioco delle trottole allora no, noi come i parigini avremmo dovuto metterci il cuore in pace e rassegnarci da prima, in questo e gli ultimi anni. Anch'io di esempi te ne posso citare tanti, anche perché come detto è semplicemente l'inverso di quello che potresti dire e non per gioco di parole (non è la papera di Donnarumma, è forte e bravo il Real), l'esempio che mi piace in special modo è il Liverpool campione d'Europa e poi di tutto (gli manca credo le "coppette" nazionali) nell'edizione 18/19, quella Champions se la sono conquistata assolutamente con merito partita dopo partita, e tutto grazie a un lavoro incessante negli anni volto a migliorarsi; oppure il Bayern 19/20 dove dopo il flop della stessa edizione (notare come nessuno dica "abbiamo raggiunto il primo obiettivo che è il campionato", ma ritengono la Champions l'esame più importante di tutti) la dirigenza ha rivoltato e riassestato la squadra, tagliandola dei pezzi superflui e confermando i forti, oppure il Chelsea di Tuchel! 
Taglio corto con una domanda: se è tutto casuale, che mi serve lavorare per migliorare e rinforzarmi, corregge i miei errori? Tanto vale non farlo. Questo il rischio grave che si incorre a pensarla così (oltre a discutere praticamente tutto lo sport che assistiamo), ed è praticamente la storia moderna della Juve raccontata dai tifosi attraverso la maledizione europea o il fatto che appunto sia una lotteria. Credenza collettiva questa troppo radicata e ramificata e da rimuovere secondo me con un approfondito clean up.

Nota: si parla di Champions solo perché è l'esempio massimo del calcio, ma il discorso ovviamente vale anche - come visto - per il campionato e in generale nelle sue altre competizioni.

Il PSG di inizio anno non era una squadra , quella che è arrivata agli ottavi con il Real lo era e lo si è visto in campo per 150 su 180 è stata la migliore fra le 2 e nettamente, quella che tu chiami papera è un fallo di Benzema grosso come una casa , poi vero che si sono cagati in mano e li il caso non centra piu nulla , bravi quelli del Real ad approfittarne

Purtroppo noi siamo nella condizione del PSG di quegli ultimi 30 minuti di partita , e non possiamo giocarci il passaggio del turno sugli episodi contro squadre di questo livello 

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Nel calcio se non segni perdi, è così da sempre. Non puoi costruire mille occasioni a partita. Se tiri più di venti volte in porta e non segni sei scarso, c'è poco da arrabbiarsi o prendersela con la sfortuna. Il film è già visto e rivisto: Juventus-Sassuolo, Juventus-Villareal, Juventus-Inter, Juventus-Atalanta, Atalanta-Juventus ecc. Inutile giocare e costruire se poi non segni mai: alla fine queste partite le perdi quasi sempre. Purtroppo quest'anno non segniamo neanche con le mani. Troppa foga, poca lucidità, giocatori scarsi, centrocampisti che non segnano. Se prendiamo gol perdiamo o se va tutto bene pareggiamo. Davanti serve un cambio di passo. Morata, Dybala, Bernardeschi, Kean, forse anche Cuadrado. Tutta gente da sostituire e rimpiazzare. Allegri l'anno prossimo dovrà dimostrare di saper vincere con una squadra costruita su sue indicazioni: altrimenti va sostituito. Quest'anno era anche normale, l'anno prossimo non ci saranno più scuse 

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