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Montero non fa prigionieri

Lo scudetto del 1964: il doping, lo spareggio e la proposta della Gazzetta di assegnare lo scudetto all'Inter

Post in rilievo

A BOLOGNA SI SOGNA – Superfluo specificare come prima dell’istituzione del girone unico a partire dal 1929 precedentemente il titolo di campione d’Italia veniva deciso – con una continua girandola di cambi di format – proprio tramite uno spareggio. Una modalità per stabilire la squadra vincitrice in caso di parità di punti che però venne mantenuta addirittura fino al 2005, quando si passò all’analisi degli scontri diretti e della differenza reti per decretare le posizioni. Eppure, anche in maniera abbastanza sorprendente dal punto di vista statistico, in settantasei anni soltanto una volta il campionato si decise effettivamente oltre la regular season. La stagione 1963/1964 vedeva l’Inter campione uscente, guidata dal mago Herrera, proporsi ancora una volta come la squadra da battere, con il Milan che invece si era appena laureato campione d’Europa come rivale più accreditata. Tra il 23 novembre e il 2 febbraio, però, un po’ più a sud della città meneghina stava succedendo qualcosa. Il Bologna, compagine di tutto rispetto guidata da Fulvio Bernardini, aveva vinto dieci partite consecutive. Una striscia record che condusse i felsinei addirittura fino alla testa del campionato in solitaria a partire dal 9 febbraio, dopo che per diverse settimane i rossoblu avevano dovuto condividere il primato proprio con l’Inter. Quando tutto va a gonfie vele, ce lo insegna la narrazione di qualsiasi episodio, capita che improvvisamente un fatto possa rovinare tutto.

 

LO SCANDALO DOPING – Il 4 marzo 1964 un vero e proprio scandalo sconvolge il calcio italiano. Un comunicato inequivocabile della Figc annuncia che ben cinque giocatori del Bologna erano risultati positivi alle anfetamine in seguito a un controllo antidoping di un mese prima, in occasione del match vinto dai felsinei per 4-1 contro il Torino. Le provette in questione furono sequestrate dalla Procura, la Federazione in attesa di una controprova, punì il club emiliano con un punto di penalizzazione e con la sconfitta a tavolino per la sfida con i granata, per un totale dunque di tre punti in meno in classifica. Il Bologna non si trovava più in testa al campionato in solitaria, in più a fine mese di marzo la squadra, che sosteneva con forza la sua innocenza parlando di una manomissione delle provette, ancora scioccata da quanto accaduto perse per 2-1 lo scontro diretto con l’Inter, scivolando a -3 in classifica e dunque vedendo allontanarsi la possibilità di giocarsi lo scudetto. Nel mese di aprile entrambe le squadre diedero vita a un confronto serrato, ma i nerazzurri potevano vantare proprio quei tre punti di vantaggio sui rivali. A maggio, la svolta: in seguito a ulteriori controlli, si arrivò alla conclusione che le provette furono realmente manomesse per arrecare un danno alla società rossoblu in quel momento inarrestabile sul campo. Le dosi di anfetamine trovate all’interno dei campioni prelevati, infatti, sarebbero state sopportata e fatica non solo dall’uomo (dunque impossibile che i cinque giocatori potessero disputare attività sportiva in quelle condizioni), ma persino per i cavalli. La Figc decise dunque di restituire il punto sottratto in classifica al Bologna e di ripristinare la vittoria contro il Torino, dunque gli emiliani riconquistarono quei tre punti e si riportarono in prima posizione, proprio a pari merito con l’Inter. Un pareggio per parte alla terzultima, quindi due vittorie per entrambe nelle ultime due di campionato, che sancì così il primo spareggio scudetto della storia della Serie A: le due squadre si trovavano a quota 54 punti e serviva per la prima volta una finale secca per assegnare il titolo.

 

SERVE LO SPAREGGIO – Mentre la procura federale e la giustizia ordinaria proseguivano le indagini sulla manomissione delle provette sostanzialmente con un nulla di fatto (soltanto diversi anni dopo alcuni testimoni accusarono come mandante dell’operazione il direttore tecnico del Milan dell’epoca, Gipo Viani), per la prima volta la Figc doveva applicare il comma del regolamento legato allo spareggio per lo scudetto. Una proposta, abbastanza di parte, del direttore della Gazzetta dello Sport rischiò per alcuni giorni di non far mai disputare quella storica partita: Gualtiero Zanetti propose di assegnare all’Inter – non si sa bene per quali ragioni – lo scudetto 1964, e al Bologna quello del lontano 1927, revocato al Torino per via del caso Allemandi e del derby della Mole truccato per far vincere il titolo ai granata. Dopo alcuni tentennamenti, il presidente della Federcalcio Giuseppe Pasquale stabilì che lo spareggio si doveva giocare. La data individuata fu quella del 7 giugno, la sede il campo neutro dell’Olimpico di Roma, stracolmo di tifosi per quel match elettrizzante e, tutto sommato, da disputare in un’atmosfera di festa.

UNO SCUDETTO PER DALL’ARA – I giorni della vigilia, però, furono drammatici. Appena quattro giorni prima dello spareggio scudetto, il Bologna fu scosso da un’altra vicenda, un lutto insormontabile in un momento come quello. Il presidente Renato Dall’Ara, in carica dagli anni ’30, da tempo sofferente di cuore, era improvvisamente deceduto per via di un infarto nel corso di un meeting con il presidente rivale, Angelo Moratti. La tragedia colpì profondamente la squadra emiliana. Sotto la gestione Dall’Ara i rossoblu avevano conquistato, ormai trent’anni prima, quattro scudetti e avevano ricevuto l’appellativo di “squadrone che tremare il mondo fa”, prima di un periodo di appannamento in seguito alla seconda guerra mondiale. Nel 1961, però, il numero uno del club aveva avuto la brillante idea di ingaggiare Bernardini per ripercorrere le orme di Arpad Weisz e se un destino crudele non lo avesse strappato alla vita, si sarebbe goduto il coronamento di questo sodalizio, l’ultimo scudetto – il settimo – del Bologna. I giocatori, legati alla figura del presidente, non riuscirono nemmeno a partecipare al funerale, perché la Figc fu irremovibile e non acconsentì al rinvio della partita. Con la morte nel cuore, ma con la voglia di dedicare il titolo alla memoria di Dall’Ara, il Bologna dominò lo spareggio scudetto e si impose per 2-0 con l’autogol di Facchetti e il sigillo del capocannoniere Nielsen. Una storia a lieto fine, non ce ne vogliano i tifosi dell’Inter, che appena dieci giorni prima avevano potuto esultare per la prima storica vittoria della Coppa dei Campioni. La storia del primo scudetto assegnato con uno spareggio secco, destinato a restare un unicum nella storia del calcio italiano, proposte grottesche permettendo.

 

FONTE: sportface.it

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21 minuti fa, Montero non fa prigionieri ha scritto:

A maggio, la svolta: in seguito a ulteriori controlli, si arrivò alla conclusione che le provette furono realmente manomesse per arrecare un danno alla società rossoblu in quel momento inarrestabile sul campo. Le dosi di anfetamine trovate all’interno dei campioni prelevati, infatti, sarebbero state sopportata e fatica non solo dall’uomo (dunque impossibile che i cinque giocatori potessero disputare attività sportiva in quelle condizioni), ma persino per i cavalli. La Figc decise dunque di restituire il punto sottratto in classifica al Bologna e di ripristinare la vittoria contro il Torino, dunque gli emiliani riconquistarono quei tre punti e si riportarono in prima posizione, proprio a pari merito con l’Inter.

strano...sempre l'Inter in mezzi a questi intrallazzi 

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Mi chiedo con quale faccia i cartonati vengono qui in incognito a trollare. Dovrebbero vergognarsi per tifare la squadra più lercia mai nata da quando gli antichi greci concepirono le discipline sportive. 

 

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13 minuti fa, Sugarleonard ha scritto:

L'inter il suo primo scudetto mi risulta che lo rubo' ai bambini del pro vercelli.

Si, la Pro Vercelli giocò con i ragazzini per protesta perché volevano giocare una settimana dopo.

 

«A noi, oggi, tocca un compito triste e ingrato [...] oggi siamo costretti a commentare, con l'animo ancora commosso da sdegno, quella che avrebbe dovuto essere l'apoteosi del tanto combattuto campionato del 1910 e che fu mutata in una giornata di grande follia, in uno spettacolo da burattini [...]

La Pro Vercelli dunque mandò in campo, in una finale di campionato di prima categoria, la sua quarta squadra: si fece rappresentare dai bambini [...] La squadra che si contrapporrà agli internazionali tarda non poco a comparire [...] Ma eccoli finalmente, i componenti la quarta squadra della Pro Vercelli, teneri bambinelli, dagli undici ai quattordici anni. E il pubblico ad acclamare, a ridere di gusto. Una folla da delirio. L'arbitro, signor Meazza dell'USM, verifica le tessere. Capitano della squadra vercellese è un bamboccio undicenne, alto sì e no un metro, che si reca dal lunghissimo Fossati, il capitano della Società milanese, a presentargli dei... cioccolatini. Poi offre a Peterlj un pezzo di gesso da lavagna: affinché segni la sua grande giornata [...]

La buffonata si inizia con un sottile spirito di raffinata malvagità, i vercellesi hanno trovato la loro più terribile forma di vendetta: hanno scagliati i loro giuocatori più piccoli di più tenera età, contro gli avversari. E hanno detto loro: – Dileggiateli, burlatevi di essi nel modo che crederete migliore. Voi non correte nessun pericolo: siete piccoli mentre essi sono grandi: essi non oseranno toccarvi. E se facessero una simile vigliaccheria, guai a loro! Forti dunque della vostra piccolezza, provocateli meglio che potrete: noi vi applaudiremo, vi incoraggeremo, li insulteremo a nostra volta [...]

Sul campo, ne avveniva d'ogni colore. Quei minuscoli prepotenti toccavano la palla con le mani, spingevano gli avversari, si fermavano in atto di comica minaccia, come avevano visto fare ai foot-ballers grandi, pretendendo di essere stati urtati. Dopo segnati i primi goals senza molta fatica, gli internazionali giuocarono solo per finire la partita. E allora, vedendo che gli avversari non volevano schiacciarli, i vercellesi stessi si segnarono dei goals. I backs tiravano essi nella propria rete. O sport, dove eri andato a finire? [...]

Finalmente la burla colossale ebbe termine: mentre gli internazionali si avviavano al loro cascinale, qualcuno di essi ebbe a ricevere calci nelle gambe da qualche spettatore imbestialito. [...] una cosa ci ha fatto veramente piacere: e cioè l'ammirevole contegno che tennero i quattro italiani e i sette svizzeri componenti il FC Internazionale. Ai dileggi, alle provocazioni, essi opposero calma e serietà, dimostrandosi superiori a tutta la bambinesca gazzarra che avveniva intorno a loro. Essi furono dei veri uomini di sport [...] non si ebbero dai componenti di questa [équipe] il minimo atto di violenza.»

 

(Cronaca dell'incontro riportata da Foot-Ball, rivista ufficiale della FIGC, trascritto in Chiesa, op. cit., pp. 26-30.)

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Cose note.

chissà perché quando ci sono di mezzo loro succede sempre qualcosa di strano ai rivali.

Per la cronaca, non fu certo la prima volta che la gazzetta spinse per l'inter: anni prima arrivò ultima nel proprio girone (mi pare nel 1922), e sarebbe dovuta retrocedere MA la gazzetta intercesse e si riformarono i campionati, bloccando le retrocessioni, il famoso compromesso Colombo.

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Solo i più giovani forse non hanno idea dell'influenza (giusto per non dire potere vero e proprio) che ha la Gazzetta verso le milanesi e con una in particolare. Chi pensava magari che il tutto fosse partito nel 2006, sbaglia di grosso. 

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che l'inter di herrera vinca uno scudetto a tavolino perché gli altri si sono bombati di anfetamine, fa già ridere di suo

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Quoto

A maggio, la svolta: in seguito a ulteriori controlli, si arrivò alla conclusione che le provette furono realmente manomesse per arrecare un danno alla società rossoblu in quel momento inarrestabile sul campo. Le dosi di anfetamine trovate all’interno dei campioni prelevati, infatti, sarebbero state sopportata e fatica non solo dall’uomo (dunque impossibile che i cinque giocatori potessero disputare attività sportiva in quelle condizioni), ma persino per i cavalli.

L'Inter temo abbia preso un po' troppo sul serio il motto "Vincere è l'unica cosa che conta"

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Sono nati truffatori, piangina  e cartonati, c'`e poco da fare !

E come sempre la cacchetta rosa appoggia l'onestissima seconda squadra di milano....muttley

...nascono interisti alla cacchetta rosa....si vede da lontano un miglio e si sente l'olezzo da due miglia....:statbuon:

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6 hours ago, Roland Deschain said:

Cose note.

chissà perché quando ci sono di mezzo loro succede sempre qualcosa di strano ai rivali.

Per la cronaca, non fu certo la prima volta che la gazzetta spinse per l'inter: anni prima arrivò ultima nel proprio girone (mi pare nel 1922), e sarebbe dovuta retrocedere MA la gazzetta intercesse e si riformarono i campionati, bloccando le retrocessioni, il famoso compromesso Colombo.

Pensa che quando ne parlo mi danno del pazzo. Si, il compromesso Colombo è del 1922. Non sapevo ci fosse anche la gazza in mezzo. 

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7 ore fa, BaroneBirra87 ha scritto:

Il direttore della Gazzetta che propose di assegnare lo scudetto all'inter si chiamava Zanetti 

 

Coincidenze? Non credo proprio...

In realtà Zanetti è uno dei cognomi più "influenti" a Bologna

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15 ore fa, Sylar 87 ha scritto:

Solo i più giovani forse non hanno idea dell'influenza (giusto per non dire potere vero e proprio) che ha la Gazzetta verso le milanesi e con una in particolare. Chi pensava magari che il tutto fosse partito nel 2006, sbaglia di grosso. 

Altro esempio: Genoa Inter del 1983, partita palesemente accordata (c'era stato il totonero 3 anni prima, ma le cose andavano avanti ancora e lo sapevano tutti).

Ziliani (sì, lui...) provò che i giocatori si erano accordati, e da lì si sollevò la marea di potere in mano all'inter, con la gazzetta e altri giornali ad urlare alla lesa maestà, all'invidia verso i lombardi e amenità del genere. Ovviamente, vox populi fu il più sopravvalutato, razzista e ipocrita giornalista sportivo della storia italiana alias Gianni Brera, uno che si fingeva genoano per apparire imparziale quando era dichiaratamente interista.

Tra l'altro da quella vicenda partì tutto il percorso giornalistico importante di Ziliani che lo portò ad essere ciò che è ora...

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Curioso come "quellilì" siano sempre in mezzo ad ogni scandalo (vero o presunto) e ne escano sempre lesi (cerebro dalla nascita oiboh) o tutt'al più illesi.

Illusi,

collusi. 

 

P.s. il giornalino rosa ha sempre fatto schifo

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16 ore fa, Roland Deschain ha scritto:

Cose note.

chissà perché quando ci sono di mezzo loro succede sempre qualcosa di strano ai rivali.

Per la cronaca, non fu certo la prima volta che la gazzetta spinse per l'inter: anni prima arrivò ultima nel proprio girone (mi pare nel 1922), e sarebbe dovuta retrocedere MA la gazzetta intercesse e si riformarono i campionati, bloccando le retrocessioni, il famoso compromesso Colombo.

Bhé c'é da dire che la Gazzetta é un giornale di Milano, non é molto strano che parteggi (spesso apertamente) per le milanesi, in particolare per l'inter avendo avuto anche dei direttori che in pratica erano degli ultrà nerazzurri.

Come Tuttosport pencola per le torinesi e il Corrieraccio per la Roma ed in generale per le squadre del Sud.

E' un po' il riflesso sportivo dei giornali di partito o della Rai lottizzata.

Non che non faccia pena, visto che un giornalista deve essere obbiettivo e riportare per quanto possibile i fatti.

  • Confuso 1

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36 minuti fa, garrison ha scritto:

Bhé c'é da dire che la Gazzetta é un giornale di Milano, non é molto strano che parteggi (spesso apertamente) per le milanesi, in particolare per l'inter avendo avuto anche dei direttori che in pratica erano degli ultrà nerazzurri.

Come Tuttosport pencola per le torinesi e il Corrieraccio per la Roma ed in generale per le squadre del Sud.

E' un po' il riflesso sportivo dei giornali di partito o della Rai lottizzata.

Non che non faccia pena, visto che un giornalista deve essere obbiettivo e riportare per quanto possibile i fatti.

Il punto non è quello. Il punto è il potere che ha nell'indirizzare le cose.

tuttosport e corsport cosa indirizzano?

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19 ore fa, Montero non fa prigionieri ha scritto:

La Pro Vercelli dunque mandò in campo, in una finale di campionato di prima categoria, la sua quarta squadra: si fece rappresentare dai bambini [...] La squadra che si contrapporrà agli internazionali tarda non poco a comparire [...] Ma eccoli finalmente, i componenti la quarta squadra della Pro Vercelli, teneri bambinelli, dagli undici ai quattordici anni. E il pubblico ad acclamare, a ridere di gusto. Una folla da delirio. L'arbitro, signor Meazza dell'USM, verifica le tessere. Capitano della squadra vercellese è un bamboccio undicenne, alto sì e no un metro,

.doh

 

Da sempre marcioni impuniti. Lo schifo dello schifo.

 

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