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(La Stampa) John Elkann: "Ingiustizia evidente rilevata anche da chi non tifa per noi. Difenderemo la Juve con fermezza, il calcio va cambiato"

Post in rilievo

l'errore è stato fare vittimismo dopo calciopoli, dopo calciopoli ci voleva molto più rigore, molta più pulizia, era l'occasione per diventare un esempio di comportamenti e di correttezza per tutto il calcio italiano, occasione buttata, è passata l'idea alla Moggi che se ti beccano è perché non sei stato abbastanza furbo e non sei stato abbastanza "forte" per farti rispettare... a quel punto vale tutto, cerchi di non farti beccare e basta, e se ti beccano ti arrabbi e dici, ma perché hanno beccato solo me e non gli altri? e via con il vittimismo e le recriminazioni senza fine. ma se c'era una cosa che la Juve doveva fare dopo calciopoli (anche PER TUTELARE I PROPRI TIFOSI) era proprio quella, essere talmente corretta, talmente pulita da essere al di sopra ma molto al di sopra di qualunque sospetto. questo non è stato fatto e non è stato capito. 

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21 ore fa, Giannij Stinson ha scritto:

Gli crederò solo quando saranno in grado di farsi togliere questa penalizzazione e non farsene infliggere altre... 

io vorrei anche i MIEI 2 SCUDETTI INDIETRO

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Adesso, badboy ha scritto:

Ormai ho la nausea nei confronti di tutti, amici e nemici. 

Siamo in 2, ma io ci sono arrivato prima …… (vedi 2006) 😀😀😀

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ad oggi sono parole da resa senza combattere....il calcio va cambiato.....sembrano le parole di quando in guerra uno si arrende e invita l'avversario a trovare una via per la pace (spesso senza condizioni)........bah......la vedro' diversamente quando JE dimostrerà di saper combattere, ad oggi ha solo dimostrato di saper perdere.

21 ore fa, marianox ha scritto:

Toh prima parla il Ministro Abodi e poi Elkann e tutti e due auspicano un cambiamento del calcio italiano con l'aiuto del governo, tu guarda quando si dice la coincidenza .giornale

solo che uno vince l'altro perde......ad oggi, e anche nel passato.....

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1 minuto fa, RINTINTIN ha scritto:

Siamo in 2, ma io ci sono arrivato prima …… (vedi 2006) 😀😀😀

Amico mio, mi sono veramente rotto i coglixni, ho una certa età e la salute è più importante di questo circo. 2006, Agricola, lo stadio, gli ultras, le plusvalenze, gli stipendi e ora basta. Andassero tutti a fanxulo ma proprio TUTTI. 

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10 ore fa, gianni68 ha scritto:

Prima fai togliere questa ingiustizia e poi forse ti farò i complimenti.. 

Elkan che lo voglia o no si sta giocando molto della sua immagine agli occhi di tutti gli juventini. DEVE e sottolineo DEVE farsi ridare i punti indietro e far teminare l'attacco mediatico continuo che subiamo da anni. La strategia 2006 del prostrarsi di fronte alla FIGC  è fallimentare.

Che ne scelga un'altra. Stavolta a differenza del 2006 ha trovato una sponda potentissima nel popolo bianconero, NOI DA SOLI stiamo facendo paura a DANZ/Sky che riverseranno tutto ciò nella prossima asta dei diritti TV che sarà al ribasso. Se dovessero fallire od andare sull'orlo del fallimento diverse squadre di calcio è una fossa che si sono scavati da soli.

Proprio perchè questa volta si è mosso il popolo bianconero per farsi perdonare il 2006 del tutto dovrebbe riuscire a farsi ridare gli scudetti rubati.

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Scrivo in alcuni passaggi la visione di Moncalvo che secondo me è un'ulteriore lettura. Riportata su Rivista Contrasti.

 

La resa dei conti tra John e Andrea sulla Juventus.

Negli ultimi giorni si è analizzata la penalizzazione alla Juventus da ogni possibile angolatura, entrando nei suoi tecnicismi più giuridici ed economici.

Vogliamo invece concentrarci su un’altra questione, sottaciuta dai media ma bisbigliata, sussurrata, mormorata da tempo nei corridoi, nelle redazioni e nelle chat: la guerra civile tra Elkann e Agnelli. Un conflitto profondo e sotterraneo che parte da lontano, ben oltre il calcio, e che aspettava solo una resa dei conti con annessa liquidazione dell’attuale dirigenza. Basta vedere alcune nuove nomine, su tutte quella di direttore dell’area tecnica di Francesco Calvo – ex strettissimo amico di AA, direttore commerciale e responsabile dei ricavi della Juventus – a cui il presidente bianconero aveva soffiato la moglie (Deniz Akalin, con cui oggi ha due figli) compromettendo ovviamente il rapporto con Calvo e costringendolo poi all’addio da Torino.

Il fatto che Calvo fosse già tornato un anno fa, nel ruolo di Chief of Staff, era l’ennesimo sintomo del cerchio che si stava stringendo attorno ad Agnelli ad opera degli stessi Elkann; o comunque che Andrea, sempre più indebolito, non fosse più in controllo della situazione.

Ma c’era molto di più, in realtà; tante tessere di un mosaico di guerra tra l’attuale gestione e gli Elkann. Pensiamo a tutte le rivelazioni uscite dalla pancia della Vecchia Signora, un mondo da cui storicamente non filtrava mai nulla: l’esame truccato di Suarez, i documenti riservati, i video di Nedved (di anni prima), gli spifferi sulle plusvalenze fittizie (fino ai rilievi della Consob e all’apertura dell’inchiesta della Procura di Torino, con annesse intercettazioni). Il tutto ad abbattersi su una gestione sempre più debole e in difficoltà, provata dai fallimenti dirigenziali degli ultimi anni: la dispersione del patrimonio tecnico (da cui nasce l’esigenza di far quadrare i bilanci in modi fantasiosi) e l’all-in sulla Superlega, costato assai caro.

Edoardo, l’Agnelli sacrificale

L’unico che ne ha parlato è stato Gigi Moncalvo, “vecchia volpe del giornalismo nostrano”, come lo definisce TPI in questa intervista, che ha attraversato decenni, quotidiani (dal Corriere della Sera alla Padania, di cui è stato direttore) e televisioni; ex alto dirigente Rai e soprattutto autore di vari libri a tema: “I lupi e gli agnelli. Ombre e misteri della famiglia più potente d’Italia” (2009), “Agnelli segreti” (2012) e soprattutto l’ultimo: “Agnelli Coltelli” (2022): oltre 700 pagine di documenti, carte, rivelazioni, con un capitolo dedicato solo alla resa dei conti tra John Elkann e Andrea Agnelli.

«Dopo la guerra con cui John Elkann ha scalzato il suo non molto amato cugino Andrea, è nato un “governo tecnico”, per guidare la società nella tempesta, un governo di salute pubblica societaria molto simile a quelli che hanno commissariato l’Italia negli ultimi anni. E dico “tecnico” perché lo sport non c’è più – spiega Moncalvo a Giuliano Guida Bardi e Luca Telese –. Poveri tifosi bianconeri! Oggi ci sono i commercialisti e gli avvocati, alla guida della società, ci sono le madamine juventine che hanno decapitato Andrea Agnelli dalla guida su mandato del cugino! (…) E la vera notizia clamorosa è che per realizzare questo obiettivo Andrea è stato criminalizzato e abbandonato al suo destino nell’inchiesta».

«Dal punto di vista dinastico, gli Elkann hanno portato via la Juventus all’ultimo erede della famiglia Agnelli».

Gigi Moncalvo a TPI

Moncalvo, convinto che questa sia «la storia del secolo, il grande rimosso del nostro Paese», dotata di «tutti gli ingredient: i protagonisti, la famiglia, la finanza, i soldi, l’informazione, il calcio, l’industria dell’auto, i veri poteri economici italiani», parla anche in un’intervista a Mowmag delle dimissioni del CdA juventino come di un «vero e proprio colpo di Stato fatto in maniera subdola dagli uomini e dalle donne di John Elkann». Per poi continuare: «il CdA uscente rappresenta in tutto e per tutto, per l’80%, John Elkann. La cosa strana è che, nel silenzio e nell’omertà dei media, Andrea Agnelli formalmente comandava, ma il CdA non era nelle sue mani o sotto suo controllo». ‘Perché?’, gli chiede l’intervistatore Lorenzo Longhi:

«Perché non è passata la sua linea di proseguire il braccio di ferro con Procura e Consob, senza tenere conto peraltro dei grossi rilievi sollevati anche dalla società di revisione pagata dalla Juventus, Deloitte & Touche».

Per chi fosse appassionato alla materia e agli intrighi, agli Elkann e agli Agnelli, un libro imprescindibile

Di querele, in quindici anni di libri sugli Agnelli/Elkann, Moncalvo non ne ha mai prese. Sintomo che qualche cosa di vero lo avrà pure scritto. Ecco perché quando molti attaccano i “palazzi del potere juventini” lo fanno, ingenuamente, credendo che siano un blocco monolitico e compatto: così non è. Ad oggi, se non si può avere la sicurezza che John Elkann abbia orchestrato il golpe per rimuovere Andrea Agnelli, si può quantomeno avere la ragionevole certezza che l’amministratore delegato di Exor sia, per così dire, soddisfatto della definitiva estromessisione del cugino dalla gestione della Juventus. Estromissione, tuttavia, maturata non (solo) per un intrigo.

 

Pure i tifosi più caldi convinti che Agnelli e soci se la siano “cercata”, o comunque procurata. Non è un caso allora che John Elkann, a La Stampa di Torino, abbia rilasciato un’intervista che segna un cambio di rotta e di paradigma rispetto alla gestione Agnelli: «Spero che insieme alle altre squadre e al governo possiamo cambiare il calcio nel nostro Paese, per costruire un futuro sostenibile e ambizioso. È in gioco il futuro della serie A e del calcio italiano, che sta diventando marginale e irrilevante».

Una decisa sterzata rispetto al recente isolazionismo della Juventus, contro la Lega Serie A e gli altri club, fuori dall’ECA e in contrasto con l’UEFA (che dovra anch’essa pronunciarsi su possibili violazioni del fair play finanziario e su un’eventuale esclusione bianconera dalle coppe). È il riposizionamento di John Elkann, che deve ricostruire una credibilità perduta. Sulla pelle della Juventus e di Andrea Agnelli, “abbandonato al suo destino” come dice Moncalvo, inizierà una nuova era.

 

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2 ore fa, 09bianconero85 ha scritto:

Scrivo in alcuni passaggi la visione di Moncalvo che secondo me è un'ulteriore lettura. Riportata su Rivista Contrasti.

 

La resa dei conti tra John e Andrea sulla Juventus.

Negli ultimi giorni si è analizzata la penalizzazione alla Juventus da ogni possibile angolatura, entrando nei suoi tecnicismi più giuridici ed economici.

Vogliamo invece concentrarci su un’altra questione, sottaciuta dai media ma bisbigliata, sussurrata, mormorata da tempo nei corridoi, nelle redazioni e nelle chat: la guerra civile tra Elkann e Agnelli. Un conflitto profondo e sotterraneo che parte da lontano, ben oltre il calcio, e che aspettava solo una resa dei conti con annessa liquidazione dell’attuale dirigenza. Basta vedere alcune nuove nomine, su tutte quella di direttore dell’area tecnica di Francesco Calvo – ex strettissimo amico di AA, direttore commerciale e responsabile dei ricavi della Juventus – a cui il presidente bianconero aveva soffiato la moglie (Deniz Akalin, con cui oggi ha due figli) compromettendo ovviamente il rapporto con Calvo e costringendolo poi all’addio da Torino.

Il fatto che Calvo fosse già tornato un anno fa, nel ruolo di Chief of Staff, era l’ennesimo sintomo del cerchio che si stava stringendo attorno ad Agnelli ad opera degli stessi Elkann; o comunque che Andrea, sempre più indebolito, non fosse più in controllo della situazione.

Ma c’era molto di più, in realtà; tante tessere di un mosaico di guerra tra l’attuale gestione e gli Elkann. Pensiamo a tutte le rivelazioni uscite dalla pancia della Vecchia Signora, un mondo da cui storicamente non filtrava mai nulla: l’esame truccato di Suarez, i documenti riservati, i video di Nedved (di anni prima), gli spifferi sulle plusvalenze fittizie (fino ai rilievi della Consob e all’apertura dell’inchiesta della Procura di Torino, con annesse intercettazioni). Il tutto ad abbattersi su una gestione sempre più debole e in difficoltà, provata dai fallimenti dirigenziali degli ultimi anni: la dispersione del patrimonio tecnico (da cui nasce l’esigenza di far quadrare i bilanci in modi fantasiosi) e l’all-in sulla Superlega, costato assai caro.

Edoardo, l’Agnelli sacrificale

L’unico che ne ha parlato è stato Gigi Moncalvo, “vecchia volpe del giornalismo nostrano”, come lo definisce TPI in questa intervista, che ha attraversato decenni, quotidiani (dal Corriere della Sera alla Padania, di cui è stato direttore) e televisioni; ex alto dirigente Rai e soprattutto autore di vari libri a tema: “I lupi e gli agnelli. Ombre e misteri della famiglia più potente d’Italia” (2009), “Agnelli segreti” (2012) e soprattutto l’ultimo: “Agnelli Coltelli” (2022): oltre 700 pagine di documenti, carte, rivelazioni, con un capitolo dedicato solo alla resa dei conti tra John Elkann e Andrea Agnelli.

«Dopo la guerra con cui John Elkann ha scalzato il suo non molto amato cugino Andrea, è nato un “governo tecnico”, per guidare la società nella tempesta, un governo di salute pubblica societaria molto simile a quelli che hanno commissariato l’Italia negli ultimi anni. E dico “tecnico” perché lo sport non c’è più – spiega Moncalvo a Giuliano Guida Bardi e Luca Telese –. Poveri tifosi bianconeri! Oggi ci sono i commercialisti e gli avvocati, alla guida della società, ci sono le madamine juventine che hanno decapitato Andrea Agnelli dalla guida su mandato del cugino! (…) E la vera notizia clamorosa è che per realizzare questo obiettivo Andrea è stato criminalizzato e abbandonato al suo destino nell’inchiesta».

«Dal punto di vista dinastico, gli Elkann hanno portato via la Juventus all’ultimo erede della famiglia Agnelli».

Gigi Moncalvo a TPI

Moncalvo, convinto che questa sia «la storia del secolo, il grande rimosso del nostro Paese», dotata di «tutti gli ingredient: i protagonisti, la famiglia, la finanza, i soldi, l’informazione, il calcio, l’industria dell’auto, i veri poteri economici italiani», parla anche in un’intervista a Mowmag delle dimissioni del CdA juventino come di un «vero e proprio colpo di Stato fatto in maniera subdola dagli uomini e dalle donne di John Elkann». Per poi continuare: «il CdA uscente rappresenta in tutto e per tutto, per l’80%, John Elkann. La cosa strana è che, nel silenzio e nell’omertà dei media, Andrea Agnelli formalmente comandava, ma il CdA non era nelle sue mani o sotto suo controllo». ‘Perché?’, gli chiede l’intervistatore Lorenzo Longhi:

«Perché non è passata la sua linea di proseguire il braccio di ferro con Procura e Consob, senza tenere conto peraltro dei grossi rilievi sollevati anche dalla società di revisione pagata dalla Juventus, Deloitte & Touche».

Per chi fosse appassionato alla materia e agli intrighi, agli Elkann e agli Agnelli, un libro imprescindibile

Di querele, in quindici anni di libri sugli Agnelli/Elkann, Moncalvo non ne ha mai prese. Sintomo che qualche cosa di vero lo avrà pure scritto. Ecco perché quando molti attaccano i “palazzi del potere juventini” lo fanno, ingenuamente, credendo che siano un blocco monolitico e compatto: così non è. Ad oggi, se non si può avere la sicurezza che John Elkann abbia orchestrato il golpe per rimuovere Andrea Agnelli, si può quantomeno avere la ragionevole certezza che l’amministratore delegato di Exor sia, per così dire, soddisfatto della definitiva estromessisione del cugino dalla gestione della Juventus. Estromissione, tuttavia, maturata non (solo) per un intrigo.

 

Pure i tifosi più caldi convinti che Agnelli e soci se la siano “cercata”, o comunque procurata. Non è un caso allora che John Elkann, a La Stampa di Torino, abbia rilasciato un’intervista che segna un cambio di rotta e di paradigma rispetto alla gestione Agnelli: «Spero che insieme alle altre squadre e al governo possiamo cambiare il calcio nel nostro Paese, per costruire un futuro sostenibile e ambizioso. È in gioco il futuro della serie A e del calcio italiano, che sta diventando marginale e irrilevante».

Una decisa sterzata rispetto al recente isolazionismo della Juventus, contro la Lega Serie A e gli altri club, fuori dall’ECA e in contrasto con l’UEFA (che dovra anch’essa pronunciarsi su possibili violazioni del fair play finanziario e su un’eventuale esclusione bianconera dalle coppe). È il riposizionamento di John Elkann, che deve ricostruire una credibilità perduta. Sulla pelle della Juventus e di Andrea Agnelli, “abbandonato al suo destino” come dice Moncalvo, inizierà una nuova era.

 

Comunque visione interessante..

Fatico ad identificare quale sia l'interesse reale di JE verso la juve..

Questa é l occasione di dimostrare se e quanto ci tiene. 

A questo punto bisogna andare di accordi sottobanco e di giochi di potere.

Ha tutte le possibilità di uscirne almeno dal punto di vista sportivo..ha un movimento di tifosi che si é rotto gli zebedei e lo segue.

Forza John sei l'unica speranza di avere giustizia e di far finire sto schifo

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Ok anche i sassi sanno che il ricchissimo e potente Jaki vorrebbe tanto una cosa che non potrà mai avere: il cognome Agnelli. Sfortunatamente per Andrea lui il cognome Agnelli cel'ha ed è per questo motivo inviso al cugino. Non sarebbe la prima volta che all'interno della real casa Agnelli ci siano delle faide familiari.

Il problema è che è stata tirata in mezzo la nostra amata Juventus. Nel 2006 ancora inesperto affiancato da consiglieri decise di non difendere la Juve dai vili attacchi.

Quando Andrea Agnelli ha portato a casa i 9 scudetti di fila al nostro Jaki rodeva il fegato come agli antijuventini: i soldi li metto IO e tutti osannano lui? .diablo

La Juve dà una visibilità, un prestigio incredibile che lui non vuole sia associato ad Andrea Agnelli. Ha aspettato fino a che il cugino ha commesso errori tragici finanziari, per poi tendergli un trappolone.

Ora ha fatto fuori il cugino ed ha stappato lo champagne è contento. Andrea fuori da tutti i consigli di amministrazione di tutte le società che possiede, a preoccuparsi delle beghe giudiziarie in cui è finito per SUOI errori.

Spero che Jaki si sia messo in testa di utilizzare la Juve come pubblicità perchè lui non è limitato agli interessi in Italia nel suo orticello, lui vuole visibilità all'estero. Pazienza se a qualche antijuventino non piacerà ma come diceva l'Avvocato è solo un loro problema psicologico.

Se a Jaki stesse davvero a cuore la juve e volesse essere identificato con i suoi successi come noi identifichiamo l'Avvocato, allora per tutti quelli che ci attaccano ora potrebbe fiire male, molto male. Jaki è potente. Jaki sa essere spietato.

Vedremo l'evoluzione della questione nei prossimi giorni

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21 minuti fa, cardioane ha scritto:

Se a Jaki stesse davvero a cuore la juve e volesse essere identificato con i suoi successi come noi identifichiamo l'Avvocato, allora per tutti quelli che ci attaccano ora potrebbe fiire male, molto male. Jaki è potente. Jaki sa essere spietato.

Vedremo l'evoluzione della questione nei prossimi giorni

Sono talmente jene tra di loro (vedi rapporto tra eredi e madre) che se volessero non guarderebbero in faccia a nessuno in quel di Roma

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Cambiare il calcio!!!!

Quasi improponibile o forse no

Pero’, qualcosa si può fare, tipo, mai Più finanziare le altre squadre italiane; che se la sbrighino da sole

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10 ore fa, cardioane ha scritto:

Jaki è potente. Jaki sa essere spietato.

Solo e sempre contro la Juve e i suoi tifosi

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20 ore fa, cardioane ha scritto:

... Jaki è potente. Jaki sa essere spietato.

Si, si, come nel 2006

Vi fate troppe pippe mentali

Secondo me a Jaki della Juve frega nulla

E per di più odia il cugino

Credo che quindi lo shitstorm che ha affossato AA definitivamente lo abbia reso felice

 

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Su TS c'è un'intervista rilasciata da Jaki alla rivista finanziaria francese Les Echos in cui dichiara che NON VENDERÁ LA JUVENTUS. Liberi di crederci o meno.

 

- In vista del centenario della proprietà della Juventus che la sua famiglia festeggerà quest'anno, Elkann ha dichiarato di non voler vendere la società bianconera che è sempre stata "una delle passioni forti del nonno": “È un legame forte che ha resistito a varie crisi durante la sua esistenza”. -

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Il 25/1/2023 Alle 16:05, RINTINTIN ha scritto:

io vorrei anche i MIEI 2 SCUDETTI INDIETRO

Con la protesta pacifica, spontanea di questi giorni la FIGC spero sia più ricettiva in merito al peso che hanno i tifosi della juve nel tener in piedi la baracca. Se la FIGC volesse DAVVERO far la pace con la tifoseria Juventina DEVE fare pulizia nella giustizia sportiva. Quei due scudetti VIGLIACCAMENTE RUBATI non sono stati mai dimenticati. FIGC vuoi la pace con la tifoseria Juventina? Comincia a restituire il maltolto!

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54 minuti fa, cardioane ha scritto:

Con la protesta pacifica, spontanea di questi giorni la FIGC spero sia più ricettiva in merito al peso che hanno i tifosi della juve nel tener in piedi la baracca. Se la FIGC volesse DAVVERO far la pace con la tifoseria Juventina DEVE fare pulizia nella giustizia sportiva. Quei due scudetti VIGLIACCAMENTE RUBATI non sono stati mai dimenticati. FIGC vuoi la pace con la tifoseria Juventina? Comincia a restituire il maltolto!

Quelli piuttosto di ritornare sui propri passi, si farebbero uccidere !!!

Non smonteranno mai la farsa, 

i mafiosi.

 

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Il 25/1/2023 Alle 10:36, Capitan_Furia ha scritto:

Mah, fin'ora chiacchere vacanti (vuote).

A mio parere Elkann e gli Agnelli non hanno ancora capito che, specie da quando hanno venduto la Fiat ai francesi, determinate "forze" li stanno attaccando per dimostrare che non contano più nulla in Italia.

Del resto, se sei proprietario di diverse testate giornalistiche in Italia e tutti ti prendono a pesci in faccia, qualcosa vorrà pur dire o no?

Qui non è solo Dagospia e il famoso cornuto, qui da tempo ci sono procure dello Stato, procure sportive che in tutti i modi stanno cercando di colpire "gli Agnelli" nella parte più vulnerabile: la Juventus.

Quanto mi da fastidio vedere i "vip" sé dicenti tifosi juventini essere timidi nella difesa o addirittura con la Christllin sputare sentenze.

Blah.

In che senso hanno venduto fiat ai francesi? Mi risulta che sia sempre loro.

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9 ore fa, Gadan ha scritto:

In che senso hanno venduto fiat ai francesi? Mi risulta che sia sempre loro.

In Stellantis chi comanda sono i francesi. Il presidente è Ellkan, ma tra gli azionisti principali c'è lo stato francese. Poi possiamo fare mille puntualizzazioni, ma la sostanza è questa. 

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57 minuti fa, Capitan_Furia ha scritto:

In Stellantis chi comanda sono i francesi. Il presidente è Ellkan, ma tra gli azionisti principali c'è lo stato francese. Poi possiamo fare mille puntualizzazioni, ma la sostanza è questa. 

Exor ha il 14,4%

Peugeot 7,2%

Stato francese 6,2%

 

Exor controlla sicuramente stellantis, quindi dire che "ha venduto" e "comandano i francesi" mi pare leggermente avventato, che poi i francesi abbiano  sicuramente voce in capitolo è un altro discorso.

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3 ore fa, Gadan ha scritto:

Exor ha il 14,4%

Peugeot 7,2%

Stato francese 6,2%

 

Exor controlla sicuramente stellantis, quindi dire che "ha venduto" e "comandano i francesi" mi pare leggermente avventato, che poi i francesi abbiano  sicuramente voce in capitolo è un altro discorso.

Credo che l'utente sopra si riferisse ai componenti del CDA di Stellantis che sono prevalentemente stranieri

Cmq ribadisco il concetto: A Jaki di FC Juventus frega il giusto (che per noi a livello di attaccamento è quasi zero).

Credo semplicemente che DEVE tenerla perché i suoi tutors gli hanno detto che è un marchio di famiglia per rivendicare il prestigio storico della dinastia. Punto. 

 

Giovannino Agnelli era un grande erede, tifoso e grande imprenditore, ma purtroppo è morto anche lui. Tutte nefaste coincidenze (Lui, Edoardo, Gianni, Umberto) che hanno permesso agli Elkann di impadronirsi di tutto il cucuzzaro della real casa. E per Jaki & co. la Juventus è appunto un "possedimento" che non produce utili in ambito finanziario ma deve essere mantenuta esclusivamente per questioni di prestigio. 

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