Ho il permesso non chiedete.     Bella disamina direi..anche se lunga è da leggere in toto.     C’è un forte dibattito tra la tifoseria Juventina sulle reali motivazioni dell’acquisto di Joao Mario, 25enne del Porto con quasi 200 presenze (il 75% da titolare) tra Liga portoghese e Coppe Europee. Vi ho anticipato il mio pensiero sul blog: per me non è mai stata un’operazione strutturata per ragioni economiche bensì per ragioni tecniche. E il comunicato di ieri ufficiale lo testimonia, il beneficio è veramente esiguo (un paio di milioncini). Prima di tutto Joao Mario è ritenuto pronto più di Alberto Costa che, a mio avviso, ha un grosso potenziale e il Porto ha visto in lui una forma di investimento (non a caso ha inserito una clausola da 65 milioni). Le squadre portoghesi lavorano in questo modo: cercano di valorizzare i propri giovani per poi venderli. Joao Mario ha seguito quel percorso, due stagioni fa era visto sul mercato proprio in questa ottica, non ha fatto quel salto sperato e non ha attirato le sirene dei club inglesi o spagnoli. Quindi per il Porto meglio investire in un prospetto. Lato Juve, la mia sensazione personale è che il club non abbia mai avuto il pieno controllo del giocatore, che a gennaio è stato parcheggiato da qualche procuratore o intermediario visto che il club aveva necessità di difensori e c’era spazio in rosa. La Juve ha visto una possibilità, in una strategia concordata con gli agenti-intermediari, di avere un giocatore in più in rosa (pagabile in comode rate annuali) per poi rivenderlo e farci qualche milione in più visto che sul calciatore Sporting e Porto erano in pressing e il ragazzo aveva mercato in Portogallo. Questa era l'idea originaria di Giuntoli. Ma è una mai opinione. Quando Comolli ha percepito di non avere il pieno controllo sul calciatore, ha deciso per l'uscita e mantenere quella linea concordata a gennaio. In quel mercato quasi tutto viene deciso da fondi e agenzie (che spesso sono proprietarie di una quota dei calciatori, come Mendes lo era per Conceicao), i club cercano di valorizzare più calciatori possibili dei quali possiedono una percentuale. C’è una sorta di multi-proprietà occulta sui più giovani. C’è poi un altro fattore: perché la Juve fa operazioni in Portogallo con sempre più frequenza. Ha preso Conceicao, ha fatto un call immediato alla proposta di “scambio” tra Costa e Joao Mario, si sta avvalendo per diverse operazioni dell’intermediazione di Mendes (che non scordiamoci lavora molto con RedBird, società di proprietà del Milan e del Tolosa…) e inoltre, in alternativa a Tudor, l’altro candidato per la panchina era il lusitano Marco Silva. Per me c’è la consulenza occulta di Pedro Braz che la Juve è disposta ad aspettare fino a settembre-ottobre, quando non sarà più il direttore sportivo del Benfica. C’è anche un altro aspetto sottovalutato e concordo con quanti scrivono che è un acquisto da “Moneyball”. Prima però voglio chiarire il concetto Moneyball perché è molto equivocato, come se i dati le statistiche ti servissero a individuare i giovani emergenti più forti che non conosce nessuno. Oramai tutti i giovani discreti nel Mondo da 15-16 anni in sono conosciuti da tutte le agenzie di procuratori e dai club di ogni paese. L’abilità non è scoprirli (tutti usano piattaforme di condivisione dati) ma riuscire a convincerli, magari grazie a entrature con i procuratori etc. Per Moneyball invece si intende correttamente un’altra cosa e riguarda la storia reale della squadra di baseball degli Oakland Athletics, resa famosa proprio da "Moneyball", il film. Questo sistema di statistica avanzata che elaborava dati andava a scovare i giocatori SOTTOVALUTATI, spesso anche 30enni o comunque già in età avanzata che, per questioni ambientali, tattiche etc non riuscivano a emergere ed erano sottovalutati dal mercato. Il general manager Billy Beane, con un budget molto limitato, aveva lanciato gli Athletics sfidando le convenzioni storiche del mercato trasferimento del baseball. Individuò una serie di giocatori sottovalutati per rendere la squadra molto competitiva. L’aspetto interessante è che l’analisi dei dati eliminava le impressioni soggettive, le opinioni personali e le valutazioni traduzionali per giocatori che erano ai margini e che invece avevano ancora un enorme potenziale, nonostante l’età. L’operazione Joao Mario è da intendersi in questo senso: è un quinto ti destra velocissimo e offensivo, bravo nei cross e nel dribbling, può giocare solo con una difesa a 3 alle spalle (con il braccetto Kalulu o Gatti che lo copre e lo assiste in fase di copertura). Evidentemente la Juve, con l’analisi dei dati, ha capito che il sistema di Tudor (che ha bisogno di esterni di gamba) può essere il contesto giusto per fargli rendere al massimo il potenziale. E’ quindi forse il primo acquisto “Moneyball” di Comolli. Ma non aspettatevi fenomeni ma bravi gregari che possono essere funzionali al progetto. Perché se inseriamo giocatori adatti al contesto tattico (l’anno scorso sono stati presi due giocatori di qualità come Douglas Luiz e Koopmeiners ma Motta ha dimostrato di non avere alcun idea su come utilizzarli in modo efficace). Se noi troviamo giocatori affidabili, funzionali e dal basso costo per completare la rosa poi possiamo investire più risorse in ruoli chiave dove i calciatori possono fare la differenza (e su questo mercato non esistono segreti o sorprese ma solo aste e concorenza, mettiamoci l'anima in pace). E’ naturalmente una politica e filosofia che si può valutare solo nel lungo termine.     juventino 100x100